Diodati This Bible is in the Public Domain. (I) Matteo 1:1 LIBRO della generazione di Gesù Cristo, figliuolo di Davide, figliuolo di Abrahamo. (I) Matteo 1:2 Abrahamo generò Isacco; ed Isacco generò Giacobbe; e Giacobbe generò Giuda, ed i suoi fratelli. (I) Matteo 1:3 E Giuda generò Fares, e Zara, di Tamar; e Fares generò Esrom; ed Esrom generò Aram. (I) Matteo 1:4 Ed Aram generò Aminadab; ed Aminadab generò Naasson; e Naasson generò Salmon. (I) Matteo 1:5 E Salmon generò Booz, di Rahab; e Booz generò Obed, di Rut; ed Obed generò Iesse. (I) Matteo 1:6 E Iesse generò il re Davide. E il re Davide generò Salomone, di quella ch’era stata di Uria. (I) Matteo 1:7 E Salomone generò Roboamo; e Roboamo generò Abia; ed Abia generò Asa. (I) Matteo 1:8 Ed Asa generò Giosafat; e Giosafat generò Gioram; e Gioram generò Hozia. (I) Matteo 1:9 E Hozia generò Ioatam; e Ioatam generò Achaz; ed Achaz generò Ezechia. (I) Matteo 1:10 Ed Ezechia generò Manasse; e Manasse generò Amon; ed Amon generò Giosia. (I) Matteo 1:11 E Giosia generò Ieconia, e i suoi fratelli che furono al tempo della cattività di Babilonia. (I) Matteo 1:12 E, dopo la cattività di Babilonia, Ieconia generò Salatiel; e Salatiel generò Zorobabel. (I) Matteo 1:13 E Zorobabel generò Abiud; ed Abiud generò Eliachim; ed Eliachim generò Azor. (I) Matteo 1:14 Ed Azor generò Sadoc; e Sadoc generò Achim; ed Achim generò Eliud. (I) Matteo 1:15 Ed Eliud generò Eleazaro; ed Eleazaro generò Mattan; e Mattan generò Giacobbe. (I) Matteo 1:16 E Giacobbe generò Giuseppe, marito di Maria, della quale è nato Gesù, che è nominato Cristo. (I) Matteo 1:17 Così tutte le generazioni, da Abrahamo fino a Davide, son quattordici generazioni; e da Davide fino alla cattività di Babilonia, altresì quattordici; e dalla cattività di Babilonia fino a Cristo, altresì quattordici. (I) Matteo 1:18 OR la natività di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, essendo stata sposata a Giuseppe, avanti che fossero venuti a stare insieme si trovò gravida; il che era dello Spirito Santo. (I) Matteo 1:19 E Giuseppe, suo marito, essendo uomo giusto, e non volendola pubblicamente infamare, voleva occultamente lasciarla. (I) Matteo 1:20 Ma, avendo queste cose nell’animo, ecco, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: Giuseppe, figliuol di Davide, non temere di ricever Maria, tua moglie; perciocchè, ciò che in essa è generato è dello Spirito Santo. (I) Matteo 1:21 Ed ella partorirà un figliuolo, e tu gli porrai nome Gesù; perciocchè egli salverà il suo popolo da’ lor peccati. (I) Matteo 1:22 Or tutto ciò avvenne, acciocchè si adempiesse quello ch’era stato detto dal Signore, per lo profeta, dicendo: (I) Matteo 1:23 Ecco, la Vergine sarà gravida, e partorirà un figliuolo, il qual sarà chiamato Emmanuele; il che, interpretato, vuol dire: Dio con noi. (I) Matteo 1:24 E Giuseppe, destatosi dal sonno, fece secondo che l’angelo del Signore gli avea comandato, e ricevette la sua moglie. (I) Matteo 1:25 Ma egli non la conobbe, finchè ebbe partorito il suo figliuol primogenito. Ed ella gli pose nome Gesù. (I) Matteo 2:1 ORA, essendo Gesù nato in Betleem di Giudea, a’ dì del re Erode, ecco, de’ magi d’Oriente arrivarono in Gerusalemme, dicendo: (I) Matteo 2:2 Dov’è il Re de’ Giudei, che è nato? Poichè noi abbiamo veduta la sua stella in Oriente, e siam venuti per adorarlo. (I) Matteo 2:3 E il re Erode, udito questo, fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui. (I) Matteo 2:4 Ed egli, raunati tutti i principali sacerdoti, e gli scribi del popolo, s’informò da loro dove il Cristo dovea nascere. (I) Matteo 2:5 Ed essi gli dissero: In Betleem di Giudea; perciocchè così è scritto per lo profeta: (I) Matteo 2:6 E tu, Betleem, terra di Giuda, non sei punto la minima fra i capi di Giuda; perciocchè di te uscirà un Capo, il qual pascerà il mio popolo Israele. (I) Matteo 2:7 Allora Erode, chiamati di nascosto i magi, domandò loro del tempo appunto, che la stella era apparita. (I) Matteo 2:8 E, mandandoli in Betleem, disse loro: Andate, e domandate diligentemente del fanciullino; e quando l’avrete trovato, rapportatemelo, acciocchè ancora io venga, e l’adori. (I) Matteo 2:9 Ed essi, udito il re, andarono; ed ecco, la stella che aveano veduta in Oriente, andava dinanzi a loro, finchè giunta di sopra al luogo dov’era il fanciullino, vi si fermò. (I) Matteo 2:10 Ed essi, veduta la stella, si rallegrarono di grandissima allegrezza. (I) Matteo 2:11 Ed entrati nella casa, trovarono il fanciullino, con Maria, sua madre; e gettatisi in terra, adorarono quello; ed aperti i lor tesori, gli offerirono doni: oro, incenso, e mirra. (I) Matteo 2:12 Ed avendo avuta una rivelazione divina in sogno, di non tornare ad Erode, per un’altra strada si ridussero nel lor paese. (I) Matteo 2:13 ORA, dopo che si furono dipartiti, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, dicendo: Destati, e prendi il fanciullino, e sua madre, e fuggi in Egitto, e sta’ quivi finch’io non tel dica; perciocchè Erode cercherà il fanciullino, per farlo morire. (I) Matteo 2:14 Egli adunque, destatosi, prese il fanciullino, e sua madre, di notte, e si ritrasse in Egitto. (I) Matteo 2:15 E stette quivi fino alla morte di Erode; acciocchè si adempiesse quello che fu detto dal Signore per lo profeta, dicendo: Io ho chiamato il mio figliuolo fuori di Egitto. (I) Matteo 2:16 Allora Erode, veggendosi beffato dai magi, si adirò gravemente, e mandò a fare uccidere tutti i fanciulli che erano in Betleem, ed in tutti i suoi confini, d’età da due anni in giù, secondo il tempo, del quale egli si era diligentemente informato da’ magi. (I) Matteo 2:17 Allora si adempiè quello che fu detto dal profeta Geremia, dicendo: (I) Matteo 2:18 Un grido è stato udito in Rama, un lamento, un pianto, ed un gran rammarichìo; Rachele piange i suoi figliuoli, e non è voluta esser consolata, perciocchè non son più. (I) Matteo 2:19 ORA, dopo che Erode fu morto, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe, in Egitto, dicendo: (I) Matteo 2:20 Destati, e prendi il fanciullino, e sua madre, e vattene nel paese d’Israele; perciocchè coloro che cercavano la vita del fanciullino son morti. (I) Matteo 2:21 Ed egli, destatosi, prese il fanciullino, e sua madre, e venne nel paese d’Israele. (I) Matteo 2:22 Ma, avendo udito che Archelao regnava in Giudea, in luogo di Erode, suo padre, temette di andar là; ed avendo avuta una rivelazione divina in sogno, si ritrasse nelle parti della Galilea. (I) Matteo 2:23 Ed essendo venuto là, abitò in una città detta Nazaret, acciocchè si adempiesse quello che fu detto da’ profeti, ch’egli sarebbe chiamato Nazareo. (I) Matteo 3:1 OR in que’ giorni venne Giovanni Battista, predicando nel deserto della Giudea, e dicendo: (I) Matteo 3:2 Ravvedetevi, perciocchè il regno de’ cieli è vicino. (I) Matteo 3:3 Perciocchè questo Giovanni è quello del qual fu parlato dal profeta Isaia, dicendo: Vi è una voce d’uno che grida nel deserto: Acconciate la via del Signore, addirizzate i suoi sentieri. (I) Matteo 3:4 Or esso Giovanni avea il suo vestimento di pel di cammello, ed una cintura di cuoio intorno a’ lombi, e il suo cibo erano locuste e miele salvatico. (I) Matteo 3:5 Allora Gerusalemme, e tutta la Giudea, e tutta la contrada d’intorno al Giordano, uscirono a lui. (I) Matteo 3:6 Ed erano battezzati da lui nel Giordano, confessando i lor peccati. (I) Matteo 3:7 Or egli, veggendo molti de’ Farisei e de’ Sadducei venire al suo battesimo, disse loro: Progenie di vipere, chi vi ha mostrato di fuggir dall’ira a venire? (I) Matteo 3:8 Fate adunque frutti degni dal ravvedimento. (I) Matteo 3:9 E non pensate di dir fra voi stessi: Noi abbiamo Abrahamo per padre; perciocchè io vi dico, che Iddio può, eziandio da queste pietre, far sorgere dei figliuoli ad Abrahamo. (I) Matteo 3:10 Or già è ancora posta la scure alla radice degli alberi; ogni albero adunque che non fa buon frutto, sarà di presente tagliato, e gettato nel fuoco. (I) Matteo 3:11 Ben vi battezzo io con acqua, a ravvedimento; ma colui che viene dietro a me è più forte di me, le cui suole io non son degno di portare; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco. (I) Matteo 3:12 Egli ha la sua ventola in mano, e monderà interamente l’aia sua, e raccoglierà il suo grano nel granaio; ma arderà la paglia col fuoco inestinguibile. (I) Matteo 3:13 ALLORA venne Gesù di Galilea al Giordano a Giovanni, per esser da lui battezzato. (I) Matteo 3:14 Ma Giovanni lo divietava forte, dicendo: Io ho bisogno di esser battezzato da te, e tu vieni a me! (I) Matteo 3:15 E Gesù, rispondendo, gli disse: Lascia al presente; perciocchè così ci conviene adempiere ogni giustizia. Allora egli lo lasciò fare. (I) Matteo 3:16 E Gesù, tosto che fu battezzato, salì fuor dell’acqua; ed ecco, i cieli gli si apersero, ed egli vide lo Spirito di Dio scendere in somiglianza di colomba, e venire sopra di esso. (I) Matteo 3:17 Ed ecco una voce dal cielo, che disse: Questo è il mio diletto Figliuolo, nel quale io prendo il mio compiacimento. (I) Matteo 4:1 ALLORA Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per esser tentato dal diavolo. (I) Matteo 4:2 E dopo che ebbe digiunato quaranta giorni, e quaranta notti, alla fine ebbe fame. (I) Matteo 4:3 E il tentatore, accostatoglisi, disse: Se pur tu sei Figliuol di Dio, di’ che queste pietre divengano pani. (I) Matteo 4:4 Ma egli, rispondendo, disse: Egli è scritto: L’uomo non vive di pan solo, ma d’ogni parola che procede dalla bocca di Dio. (I) Matteo 4:5 Allora il diavolo lo trasportò nella santa città, e lo pose sopra l’orlo del tetto del tempio. (I) Matteo 4:6 E gli disse: Se pur sei Figliuol di Dio, gettati giù; perciocchè egli è scritto: Egli darà ordine a’ suoi angeli intorno a te; ed essi ti torranno nelle lor mani, che talora tu non t’intoppi del piè in alcuna pietra. (I) Matteo 4:7 Gesù gli disse: Egli è altresì scritto: Non tentare il Signore Iddio tuo. (I) Matteo 4:8 Di nuovo il diavolo lo trasportò sopra un monte altissimo, e gli mostrò tutti i regni del mondo, e la lor gloria, e gli disse: (I) Matteo 4:9 Io ti darò tutte queste cose, se, gettandoti in terra, tu mi adori. (I) Matteo 4:10 Allora Gesù gli disse: Va’, Satana; poichè egli è scritto: Adora il Signore Iddio tuo, e servi a lui solo. (I) Matteo 4:11 Allora il diavolo lo lasciò; ed ecco, degli angeli vennero a lui, e gli ministravano. (I) Matteo 4:12 OR Gesù, avendo udito che Giovanni era stato messo in prigione, si ritrasse in Galilea. (I) Matteo 4:13 E, lasciato Nazaret, venne ad abitare in Capernaum, città posta in su la riva del mare, a’ confini di Zabulon e di Neftali; (I) Matteo 4:14 acciocchè si adempiesse quello che fu detto dal profeta Isaia, dicendo: (I) Matteo 4:15 Il paese di Zabulon e di Neftali, che trae verso il mare, la contrada d’oltre il Giordano, la Galilea de’ Gentili; (I) Matteo 4:16 il popolo che giaceva in tenebre, ha veduta una gran luce; ed a coloro che giacevano nella contrada e nell’ombra della morte, si è levata la luce. (I) Matteo 4:17 Da quel tempo Gesù cominciò a predicare, e a dire: Ravvedetevi, perciocchè il regno de’ cieli è vicino. (I) Matteo 4:18 Or Gesù, passeggiando lungo il mare della Galilea, vide due fratelli: Simone, detto Pietro, e Andrea, suo fratello, i quali gettavano la rete nel mare, perciocchè erano pescatori. (I) Matteo 4:19 E disse loro: Venite dietro a me, ed io vi farò pescatori d’uomini. (I) Matteo 4:20 Ed essi, lasciate prontamente le reti, lo seguitarono. (I) Matteo 4:21 Ed egli, passato più oltre, vide due altri fratelli: Giacomo, il figliuolo di Zebedeo, e Giovanni, suo fratello, in una navicella, con Zebedeo, lor padre, i quali racconciavano le lor reti; e li chiamò. (I) Matteo 4:22 Ed essi, lasciata prestamente la navicella, e il padre loro, lo seguitarono. (I) Matteo 4:23 E Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle lor sinagoghe, e predicando l’evangelo del regno, e sanando ogni malattia, ed ogni infermità fra il popolo. (I) Matteo 4:24 E la sua fama andò per tutta la Siria; e gli erano presentati tutti quelli che stavano male, tenuti di varie infermità e dolori: gl’indemoniati, e i lunatici, e i paralitici; ed egli li sanava. (I) Matteo 4:25 E molte turbe lo seguitarono di Galilea, e di Decapoli, e di Gerusalemme, e della Giudea, e d’oltre il Giordano. (I) Matteo 5:1 ED egli, vedendo le turbe, salì sopra il monte; e postosi a sedere, i suoi discepoli si accostarono a lui. (I) Matteo 5:2 Ed egli, aperta la bocca, li ammaestrava, dicendo: (I) Matteo 5:3 Beati i poveri in ispirito, perciocchè il regno de’ cieli è loro. (I) Matteo 5:4 Beati coloro che fanno cordoglio, perciocchè saranno consolati. (I) Matteo 5:5 Beati i mansueti, perciocchè essi erederanno la terra. (I) Matteo 5:6 Beati coloro che sono affamati ed assetati della giustizia, perciocchè saranno saziati. (I) Matteo 5:7 Beati i misericordiosi, perciocchè misericordia sarà loro fatta. (I) Matteo 5:8 Beati i puri di cuore, perciocchè vedranno Iddio. (I) Matteo 5:9 Beati i pacifici, perciocchè saranno chiamati figliuoli di Dio. (I) Matteo 5:10 Beati coloro che son perseguitati per cagion di giustizia, perciocchè il regno de’ cieli è loro. (I) Matteo 5:11 Voi sarete beati, quando gli uomini vi avranno vituperati, e perseguitati; e, mentendo, avran detto contro a voi ogni mala parola per cagion mia. (I) Matteo 5:12 Rallegratevi, e giubilate; perciocchè il vostro premio è grande ne’ cieli; perciocchè così hanno perseguitati i profeti che sono stati innanzi a voi. (I) Matteo 5:13 VOI siete il sale della terra; ora, se il sale diviene insipido, con che lo si salerà egli? non val più a nulla, se non ad esser gettato via, e ad essere calpestato dagli uomini. (I) Matteo 5:14 Voi siete la luce del mondo; la città posta sopra un monte non può esser nascosta. (I) Matteo 5:15 Parimente, non si accende la lampana, e si mette sotto il moggio; anzi si mette sopra il candelliere, ed ella luce a tutti coloro che sono in casa. (I) Matteo 5:16 Così risplenda la vostra luce nel cospetto degli uomini, acciocchè veggano le vostre buone opere, e glorifichino il Padre vostro che è ne’ cieli. (I) Matteo 5:17 NON pensate ch’io sia venuto per annullar la legge od i profeti; io non son venuto per annullarli; anzi per adempierli. (I) Matteo 5:18 Perciocchè, io vi dico in verità, che, finchè sia passato il cielo e la terra, non pure un iota, od una punta della legge trapasserà, che ogni cosa non sia fatta. (I) Matteo 5:19 Chi adunque avrà rotto uno di questi minimi comandamenti, ed avrà così insegnati gli uomini, sarà chiamato il minimo nel regno de’ cieli; ma colui che li metterà ad effetto, e li insegnerà, sarà chiamato grande nel regno de’ cieli. (I) Matteo 5:20 Perciocchè io vi dico che se la vostra giustizia non abbonda più che quella degli Scribi e de’ Farisei, voi non entrerete punto nel regno de’ cieli. (I) Matteo 5:21 Voi avete udito che fu detto agli antichi: Non uccidere; e: Chiunque ucciderà sarà sottoposto al giudizio. (I) Matteo 5:22 Ma io vi dico che chiunque si adira contro al suo fratello, senza cagione, sarà sottoposto al giudizio; e chi gli avrà detto: Raca, sarà sottoposto al concistoro; e chi gli avrà detto: Pazzo, sarà sottoposto alla geenna del fuoco. (I) Matteo 5:23 Se dunque tu offerisci la tua offerta sopra l’altare, e quivi ti ricordi che il tuo fratello ha qualche cosa contro a te, (I) Matteo 5:24 lascia quivi la tua offerta dinanzi all’altare, e va’, e riconciliati prima col tuo fratello; ed allora vieni, ed offerisci la tua offerta. (I) Matteo 5:25 Fa’ presto amichevole accordo col tuo avversario, mentre sei tra via con lui; che talora il tuo avversario non ti dia in mano del giudice, e il giudice ti dia in mano del sergente, e sii cacciato in prigione. (I) Matteo 5:26 Io ti dico in verità, che tu non uscirai di là, finchè tu non abbia pagato l’ultimo quattrino. (I) Matteo 5:27 Voi avete udito che fu detto agli antichi: Non commettere adulterio. (I) Matteo 5:28 Ma io vi dico che chiunque riguarda una donna, per appetirla, già ha commesso adulterio con lei nel suo cuore. (I) Matteo 5:29 Ora, se l’occhio tuo destro ti fa intoppare, cavalo, e gettalo via da te; perciocchè egli val meglio per te che un de’ tuoi membri perisca, che non che tutto il tuo corpo sia gettato nella geenna. (I) Matteo 5:30 E se la tua man destra ti fa intoppare, mozzala, e gettala via da te; perciocchè egli val meglio per te che un de’ tuoi membri perisca, che non che tutto il tuo corpo sia gettato nella geenna. (I) Matteo 5:31 Or egli fu detto, che chiunque ripudierà la sua moglie, le dia la scritta del divorzio. (I) Matteo 5:32 Ma io vi dico, che chiunque avrà mandata via la sua moglie, salvo che per cagion di fornicazione, la fa essere adultera; e chiunque avrà sposata colei ch’è mandata via commette adulterio. (I) Matteo 5:33 Oltre a ciò, voi avete udito che fu detto agli antichi: Non ispergiurarti; anzi attieni al Signore le cose che avrai giurate. (I) Matteo 5:34 Ma io vi dico: Del tutto non giurate; nè per lo cielo, perciocchè è il trono di Dio; (I) Matteo 5:35 nè per la terra, perciocchè è lo scannello de’ suoi piedi; nè per Gerusalemme, perciocchè è la città del gran Re. (I) Matteo 5:36 Non giurare eziandio per lo tuo capo, conciossiachè tu non possa fare un capello bianco, o nero. (I) Matteo 5:37 Anzi, sia il vostro parlare: Sì, sì; no, no; ma ciò che è di soverchio sopra queste parole, procede dal maligno. (I) Matteo 5:38 Voi avete udito che fu detto: Occhio per occhio, e dente per dente. (I) Matteo 5:39 Ma io vi dico: Non contrastate al male; anzi, se alcuno ti percuote in su la guancia destra, rivolgigli ancor l’altra. (I) Matteo 5:40 E se alcuno vuol contender teco, e torti la tonica, lasciagli eziandio il mantello. (I) Matteo 5:41 E se alcuno ti angaria un miglio, vanne seco due. (I) Matteo 5:42 Da’ a chi ti chiede, e non rifiutar la domanda di chi vuol prendere alcuna cosa in prestanza da te. (I) Matteo 5:43 Voi avete udito ch’egli fu detto: Ama il tuo prossimo, e odia il tuo nemico. (I) Matteo 5:44 Ma io vi dico: Amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate bene a coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi fanno torto, e vi perseguitano; (I) Matteo 5:45 acciocchè siate figliuoli del Padre vostro, che è ne’ cieli; poichè egli fa levare il suo sole sopra i buoni, e sopra i malvagi; e piovere sopra i giusti, e sopra gl’ingiusti. (I) Matteo 5:46 Perciocchè, se voi amate coloro che vi amano, che premio ne avrete? non fanno ancora i pubblicani lo stesso? (I) Matteo 5:47 E se fate accoglienza solo a’ vostri amici, che fate di singolare? non fanno ancora i pubblicani il simigliante? (I) Matteo 5:48 Voi adunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro, che è ne’ cieli. (I) Matteo 6:1 GUARDATEVI dal praticare la vostra giustizia nel cospetto degli uomini, per esser da loro riguardati; altrimenti, voi non ne avrete premio appo il Padre vostro, che è ne’ cieli. (I) Matteo 6:2 Quando adunque tu farai limosina, non far sonar la tromba dinanzi a te, come fanno gl’ipocriti nelle sinagoghe e nelle piazze, per essere onorati dagli uomini; io vi dico in verità, che ricevono il premio loro. (I) Matteo 6:3 Ma quando tu fai limosina, non sappia la tua sinistra quello che fa la destra, (I) Matteo 6:4 acciocchè la tua limosina si faccia in segreto; e il Padre tuo, che riguarda in segreto, te ne renderà la retribuzione in palese. (I) Matteo 6:5 E quando tu farai orazione, non esser come gl’ipocriti; perciocchè essi amano di fare orazione, stando ritti in piè, nelle sinagoghe, e ne’ canti delle piazze, per esser veduti dagli uomini; io vi dico in verità, che ricevono il loro premio. (I) Matteo 6:6 Ma tu, quando farai orazione, entra nella tua cameretta, e serra il tuo uscio, e fa’ orazione al Padre tuo, che è in segreto; e il Padre tuo, che riguarda in segreto, ti renderà la tua retribuzione in palese. (I) Matteo 6:7 Ora, quando farete orazione, non usate soverchie dicerie, come i pagani; perciocchè pensano di essere esauditi per la moltitudine delle lor parole. (I) Matteo 6:8 Non li rassomigliate adunque; perciocchè il Padre vostro sa le cose di che voi avete bisogno, innanzi che gliele chiediate. (I) Matteo 6:9 Voi adunque orate in questa maniera: PADRE NOSTRO che sei ne’ cieli, sia santificato il tuo nome. (I) Matteo 6:10 Il tuo regno venga. La tua volontà sia fatta in terra come in cielo. (I) Matteo 6:11 Dacci oggi il nostro pane cotidiano. (I) Matteo 6:12 E rimettici i nostri debiti, come noi ancora li rimettiamo a’ nostri debitori. (I) Matteo 6:13 E non indurci in tentazione, ma liberaci dal maligno; perciocchè tuo è il regno, e la potenza, e la gloria, in sempiterno. Amen. (I) Matteo 6:14 Perciocchè, se voi rimettete agli uomini i lor falli, il vostro Padre celeste rimetterà ancora a voi i vostri. (I) Matteo 6:15 Ma se voi non rimettete agli uomini i lor falli, il Padre vostro altresì non vi rimetterà i vostri. (I) Matteo 6:16 Ora, quando digiunerete, non siate mesti di aspetto, come gl’ipocriti; perciocchè essi si sformano le facce, acciocchè apparisca agli uomini che digiunano; io vi dico in verità, che ricevono il loro premio. (I) Matteo 6:17 Ma tu, quando digiuni, ungiti il capo, e lavati la faccia; (I) Matteo 6:18 acciocchè non apparisca agli uomini che tu digiuni, ma al Padre tuo, il quale è in segreto; e il Padre tuo, che riguarda in segreto, ti renderà la tua retribuzione in palese. (I) Matteo 6:19 NON vi fate tesori in sulla terra, ove la tignuola e la ruggine guastano, e dove i ladri sconficcano e rubano. (I) Matteo 6:20 Anzi, fatevi tesori in cielo, ove nè tignuola, nè ruggine guasta; ed ove i ladri non sconficcano, e non rubano. (I) Matteo 6:21 Perciocchè, dove è il vostro tesoro, quivi eziandio sarà il vostro cuore. (I) Matteo 6:22 La lampana del corpo è l’occhio; se dunque l’occhio tuo è puro, tutto il tuo corpo sarà illuminato. (I) Matteo 6:23 Ma se l’occhio tuo è viziato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso; se dunque il lume ch’è in te è tenebre, quante saranno le tenebre stesse? (I) Matteo 6:24 Niuno può servire a due signori; perciocchè, o ne odierà l’uno, ed amerà l’altro; ovvero, si atterrà all’uno, e sprezzerà l’altro; voi non potete servire a Dio ed a Mammona. (I) Matteo 6:25 Perciò, io vi dico: Non siate con ansietà solleciti per la vita vostra, di che mangerete, o di che berrete; nè per lo vostro corpo, di che vi vestirete; non è la vita più che il nutrimento, e il corpo più che il vestire? (I) Matteo 6:26 Riguardate agli uccelli del cielo; come non seminano, e non mietono, e non accolgono in granai; e pure il Padre vostro celeste li nudrisce; non siete voi da molto più di loro? (I) Matteo 6:27 E chi è colui di voi, che, con la sua sollecitudine, possa aggiungere alla sua statura pure un cubito? (I) Matteo 6:28 Ed intorno al vestire, perchè siete con ansietà solleciti? considerate come crescono i gigli della campagna; essi non faticano, e non filano; (I) Matteo 6:29 e pure io vi dico che Salomone stesso, con tutta la sua gloria, non fu vestito al pari dell’un di loro. (I) Matteo 6:30 Or se Iddio riveste in questa maniera l’erba de’ campi, che oggi è, e domani è gettata nel forno, non vestirà egli molto più voi, o uomini di poca fede? (I) Matteo 6:31 Non siate adunque con ansietà solleciti, dicendo: Che mangeremo, o che berremo, o di che saremo vestiti? (I) Matteo 6:32 Poichè i pagani son quelli che procacciano tutte queste cose; perciocchè il Padre vostro celeste sa che voi avete bisogno di tutte queste cose. (I) Matteo 6:33 Anzi, cercate in prima il regno di Dio, e la sua giustizia; e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte. (I) Matteo 6:34 Non siate adunque con ansietà solleciti del giorno di domani; perciocchè il giorno di domani sarà sollecito delle cose sue; basta a ciascun giorno il suo male. (I) Matteo 7:1 NON giudicate, acciocchè non siate giudicati. (I) Matteo 7:2 Perciocchè, di qual giudizio voi giudicherete, sarete giudicati; e della misura che voi misurerete, sarà altresì misurato a voi. (I) Matteo 7:3 E che guardi tu il fuscello ch’è nell’occhio del tuo fratello? e non iscorgi la trave ch’è nell’occhio tuo? (I) Matteo 7:4 Ovvero, come dici al tuo fratello: Lascia che io ti tragga dell’occhio il fuscello, ed ecco, la trave è nell’occhio tuo? (I) Matteo 7:5 Ipocrita, trai prima dell’occhio tuo la trave, e poi ci vedrai bene per trarre dell’occhio del tuo fratello il fuscello. (I) Matteo 7:6 Non date ciò che è santo a’ cani, e non gettate le vostre perle dinanzi a’ porci; che talora non le calpestino co’ piedi, e rivoltisi, non vi lacerino. (I) Matteo 7:7 Chiedete, e vi sarà dato; cercate, e troverete; picchiate, e vi sarà aperto. (I) Matteo 7:8 Perciocchè, chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e sarà aperto a chi picchia. (I) Matteo 7:9 Evvi egli alcun uomo fra voi, il quale, se il suo figliuolo gli chiede del pane, gli dia una pietra? (I) Matteo 7:10 Ovvero anche, se gli chiede un pesce, gli porga un serpente? (I) Matteo 7:11 Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dar buoni doni a’ vostri figliuoli, quanto maggiormente il Padre vostro, che è ne’ cieli, darà egli cose buone a coloro che lo richiederanno? (I) Matteo 7:12 Tutte le cose adunque, che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele altresì voi a loro; perciocchè questa è la legge ed i profeti. (I) Matteo 7:13 Entrate per la porta stretta, perciocchè larga è la porta, e spaziosa la via, che mena alla perdizione; e molti son coloro che entran per essa. (I) Matteo 7:14 Quanto è stretta la porta, ed angusta la via che mena alla vita! e pochi son coloro che la trovano. (I) Matteo 7:15 Ora, guardatevi da’ falsi profeti, i quali vengono a voi in abito di pecore; ma dentro son lupi rapaci. (I) Matteo 7:16 Voi li riconoscerete da’ frutti loro; colgonsi uve dalle spine, o fichi da’ triboli? (I) Matteo 7:17 Così, ogni buon albero fa buoni frutti; ma l’albero malvagio fa frutti cattivi. (I) Matteo 7:18 L’albero buono non può far frutti cattivi, nè l’albero malvagio far frutti buoni. (I) Matteo 7:19 Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato, e gettato nel fuoco. (I) Matteo 7:20 Voi adunque li riconoscerete da’ loro frutti. (I) Matteo 7:21 Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno de’ cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio, che è ne’ cieli. (I) Matteo 7:22 Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciati demoni, e fatte, in nome tuo, molte potenti operazioni? (I) Matteo 7:23 Ma io allora protesterò loro: Io non vi conobbi giammai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità. (I) Matteo 7:24 Perciò, io assomiglio chiunque ode queste mie parole, e le mette ad effetto, ad un uomo avveduto, il quale ha edificata la sua casa sopra la roccia. (I) Matteo 7:25 E quando è caduta la pioggia, e son venuti i torrenti, e i venti hanno soffiato, e si sono avventati a quella casa, ella non è però caduta; perciocchè era fondata sopra la roccia. (I) Matteo 7:26 Ma chiunque ode queste parole, e non le mette ad effetto, sarà assomigliato ad un uomo pazzo, il quale ha edificata la sua casa sopra la rena. (I) Matteo 7:27 E quando la pioggia è caduta, e son venuti i torrenti, e i venti hanno soffiato, e si sono avventati a quella casa, ella è caduta, e la sua ruina è stata grande. (I) Matteo 7:28 Ora, quando Gesù ebbe finiti questi ragionamenti, le turbe stupivano della sua dottrina; (I) Matteo 7:29 perciocchè egli le ammaestrava, come avendo autorità, e non come gli Scribi. (I) Matteo 8:1 ORA, quando egli fu sceso dal monte, molte turbe lo seguitarono. (I) Matteo 8:2 Ed ecco, un lebbroso venne, e l’adorò, dicendo: Signore, se tu vuoi, tu puoi nettarmi. (I) Matteo 8:3 E Gesù, distesa la mano, lo toccò, dicendo: Sì, io lo voglio, sii netto. E in quello stante la lebbra di esso fu nettata. (I) Matteo 8:4 E Gesù gli disse: Guarda che tu nol dica ad alcuno; ma va’, mostrati al sacerdote, ed offerisci l’offerta che Mosè ordinò, in testimonianza a loro. (I) Matteo 8:5 ORA, quando egli fu entrato in Capernaum, un centurione venne a lui, pregandolo, e dicendo: (I) Matteo 8:6 Signore, il mio famiglio giace in casa paralitico, gravemente tormentato. (I) Matteo 8:7 E Gesù gli disse: Io verrò, e lo sanerò. (I) Matteo 8:8 Ed il centurione, rispondendo, disse: Signore, io non son degno che tu entri sotto al mio tetto; ma solamente di’ la parola, ed il mio famiglio sarà guarito. (I) Matteo 8:9 Perciocchè io son uomo sottoposto alla podestà altrui, ed ho sotto di me de’ soldati; e pure, se dico all’uno: Va’, egli va; e se all’altro: Vieni, egli viene; e se dico al mio servitore: Fa’ questo, egli lo fa. (I) Matteo 8:10 E Gesù, avendo udite queste cose, si maravigliò, e disse a coloro che lo seguitavano: Io vi dico in verità, che non pure in Israele ho trovata cotanta fede. (I) Matteo 8:11 Or io vi dico, che molti verranno di Levante e di Ponente, e sederanno a tavola con Abrahamo, con Isacco, e con Giacobbe, nel regno de’ cieli. (I) Matteo 8:12 Ed i figliuoli del regno saranno gettati nelle tenebre di fuori. Quivi sarà il pianto, e lo stridor de’ denti. (I) Matteo 8:13 E Gesù disse al centurione: Va’; e come hai creduto, siati fatto. Ed il suo famiglio fu guarito in quello stante. (I) Matteo 8:14 POI Gesù, entrato nella casa di Pietro, vide la suocera di esso che giaceva in letto con la febbre. (I) Matteo 8:15 Ed egli le toccò la mano, e la febbre la lasciò; ed ella si levò, e ministrava loro. (I) Matteo 8:16 Ora, fattosi sera, gli furono presentati molti indemoniati; ed egli, con la parola, cacciò fuori gli spiriti, e sanò tutti i malati; (I) Matteo 8:17 acciocchè si adempiesse ciò che fu detto dal profeta Isaia dicendo: Egli ha prese sopra di sè le nostre infermità, ed ha portate le nostre malattie. (I) Matteo 8:18 OR Gesù, vedendo d’intorno a sè molte turbe, comandò che si passasse all’altra riva. (I) Matteo 8:19 Allora uno Scriba, accostatosi, gli disse: Maestro, io ti seguirò, dovunque tu andrai. (I) Matteo 8:20 E Gesù gli disse: Le volpi hanno delle tane, e gli uccelli del cielo de’ nidi; ma il Figliuol dell’uomo non ha pur dove posare il capo. (I) Matteo 8:21 Poi un altro, ch’era de’ suoi discepoli, gli disse: Signore, permettimi che prima io vada, e seppellisca mio padre. (I) Matteo 8:22 Ma Gesù gli disse: Seguitami, e lascia i morti seppellire i loro morti. (I) Matteo 8:23 ED essendo egli entrato nella navicella, i suoi discepoli lo seguitarono. (I) Matteo 8:24 Ed ecco, avvenne in mare un gran movimento, talchè la navicella era coperta dalle onde; or egli dormiva. (I) Matteo 8:25 E i suoi discepoli, accostatisi, lo svegliarono, dicendo: Signore, salvaci, noi periamo. (I) Matteo 8:26 Ed egli disse loro: Perchè avete voi paura, o uomini di poca fede? E destatosi, sgridò i venti e il mare, e si fece gran bonaccia. (I) Matteo 8:27 E la gente si maravigliò, dicendo: Qual uomo è costui, che eziandio il mare ed i venti gli ubbidiscono? (I) Matteo 8:28 E QUANDO egli fu giunto all’altra riva, nella contrada de’ Ghergheseni, gli si fecero incontro due indemoniati, usciti de’ monumenti, fieri oltre modo, talchè niuno poteva passar per quella via. (I) Matteo 8:29 Ed ecco, gridarono, dicendo: Che vi è tra noi e te, o Gesù, Figliuol di Dio? sei tu venuto qua, per tormentarci innanzi il tempo? (I) Matteo 8:30 Or lungi da essi vi era una greggia di molti porci, che pasceva. (I) Matteo 8:31 E i demoni lo pregavono, dicendo: Se tu ci cacci, permettici di andare in quella greggia di porci. (I) Matteo 8:32 Ed egli disse loro: Andate. Ed essi, usciti, se ne andarono in quella greggia di porci; ed ecco, tutta quella greggia di porci si gettò per lo precipizio nel mare, e quelli morirono nelle acque. (I) Matteo 8:33 E coloro che li pasturavano fuggirono; e, andati nella città, riferirono tutte queste cose, ed anche il fatto degli indemoniati. (I) Matteo 8:34 Ed ecco, tutta la città uscì incontro a Gesù; ed avendolo veduto, lo pregarono che si dipartisse da’ lor confini. (I) Matteo 9:1 Ed egli, entrato nella navicella, passò all’altra riva, e venne nella sua città. (I) Matteo 9:2 ED ecco, gli fu presentato un paralitico che giaceva in letto. E Gesù, veduta la fede loro, disse al paralitico: Figliuolo, sta’ di buon cuore, i tuoi peccati ti son rimessi. (I) Matteo 9:3 Ed ecco, alcuni degli Scribi dicevano fra sè stessi: Costui bestemmia. (I) Matteo 9:4 E Gesù, veduti i lor pensieri, disse: Perchè pensate voi cose malvage ne’ vostri cuori? (I) Matteo 9:5 Perciocchè, quale è più agevole, dire: I tuoi peccati ti son rimessi, ovver dire: Levati, e cammina? (I) Matteo 9:6 Ora, acciocchè voi sappiate che il Figliuol dell’uomo ha autorità in terra di rimettere i peccati: Tu, levati disse egli allora al paralitico, togli il tuo letto, e vattene a casa tua. (I) Matteo 9:7 Ed egli, levatosi, se ne andò a casa sua. (I) Matteo 9:8 E le turbe, veduto ciò, si maravigliarono, e glorificarono Iddio, che avea data cotal podestà agli uomini. (I) Matteo 9:9 POI Gesù, passando oltre, vide un uomo che sedeva al banco della gabella, chiamato Matteo; ed egli gli disse: Seguitami. Ed egli, levatosi, lo seguitò. (I) Matteo 9:10 Ed avvenne che, essendo Gesù a tavola in casa, ecco, molti pubblicani e peccatori vennero, e si misero a tavola con Gesù, e co’ suoi discepoli. (I) Matteo 9:11 E i Farisei, vedendo ciò, dissero a’ discepoli di esso: Perchè mangia il vostro maestro co’ pubblicani e co’ peccatori? (I) Matteo 9:12 E Gesù, avendoli uditi, disse loro: Coloro che stanno bene non hanno bisogno di medico, ma i malati. Or andate, e imparate che cosa è: (I) Matteo 9:13 Io voglio misericordia, e non sacrifizio; perciocchè io non son venuto per chiamare a ravvedimento i giusti, anzi i peccatori. (I) Matteo 9:14 ALLORA si accostarono a lui i discepoli di Giovanni, dicendo: Perchè noi ed i Farisei digiuniamo noi spesso, e i tuoi discepoli non digiunano? (I) Matteo 9:15 E Gesù disse loro: Que’ della camera delle nozze posson eglino far cordoglio, mentre lo sposo è con loro? ma verranno i giorni, che lo sposo sarà loro tolto, ed allora digiuneranno. (I) Matteo 9:16 Or niuno mette un pezzo di panno rozzo in un vestimento vecchio; perciocchè quel ripieno porta via un pezzo del vestimento, e la rottura si fa peggiore. (I) Matteo 9:17 Parimente, non si mette vin nuovo in otri vecchi; altrimenti gli otri si rompono, e il vino si spande, e gli otri si perdono; ma si mette il vin nuovo in otri nuovi, e amendue si conservano. (I) Matteo 9:18 MENTRE egli ragionava loro queste cose, ecco, uno de’ capi della sinagoga venne, e gli s’inchinò, dicendo: La mia figliuola è pur ora trapassata; ma vieni, e metti la mano sopra di lei, ed ella viverà. (I) Matteo 9:19 E Gesù, levatosi, lo seguitò, insieme co’ suoi discepoli. (I) Matteo 9:20 Ed ecco, una donna, inferma di flusso di sangue già da dodici anni, si accostò di dietro, e toccò il lembo della sua vesta. (I) Matteo 9:21 Perciocchè ella diceva fra sè stessa: Se sol tocco la sua vesta, sarò liberata. (I) Matteo 9:22 E Gesù, rivoltosi, e vedutala, le disse: Sta’ di buon cuore, figliuola; la tua fede ti ha salvata. E da quell’ora la donna fu liberata. (I) Matteo 9:23 E quando Gesù fu venuto in casa del capo della sinagoga, ed ebbe veduti i sonatori, e la moltitudine che romoreggiava, disse loro; (I) Matteo 9:24 Ritraetevi; perciocchè la fanciulla non è morta, ma dorme. Ed essi si ridevano di lui. (I) Matteo 9:25 Ma quando la moltitudine fu messa fuori, egli entrò, e prese la fanciulla per la mano, ed ella si destò. (I) Matteo 9:26 E la fama di ciò andò per tutto quel paese. (I) Matteo 9:27 E PARTENDOSI Gesù di là, due ciechi lo seguitarono, gridando e dicendo: Abbi pietà di noi, Figliuolo di Davide. (I) Matteo 9:28 E quando egli fu venuto in casa, que’ ciechi si accostarono a lui. E Gesù disse loro: Credete voi che io possa far cotesto? Essi gli risposero: Sì certo, Signore. (I) Matteo 9:29 Allora egli toccò gli occhi loro, dicendo: Siavi fatto secondo la vostra fede. (I) Matteo 9:30 E gli occhi loro furono aperti; e Gesù fece loro un severo divieto, dicendo: (I) Matteo 9:31 Guardate che niuno lo sappia. Ma essi, usciti fuori, pubblicarono la fama di esso per tutto quel paese. (I) Matteo 9:32 Ora, come que’ ciechi uscivano, ecco, gli fu presentato un uomo mutolo, indemoniato. (I) Matteo 9:33 E quando il demonio fu cacciato fuori, il mutolo parlò, e le turbe si maravigliavano, dicendo: Giammai non si vide cotal cosa in Israele. (I) Matteo 9:34 Ma i Farisei dicevano: Egli caccia i demoni per lo principe de’ demoni. (I) Matteo 9:35 E GESÙ andava attorno per tutte le città, e per le castella, insegnando nelle lor sinagoghe, e predicando l’evangelo del regno, e sanando ogni malattia, ed ogni infermità, fra il popolo. (I) Matteo 9:36 E, vedendo le turbe, n’ebbe compassione, perciocchè erano stanchi e dispersi, a guisa di pecore che non hanno pastore. (I) Matteo 9:37 Allora egli disse a’ suoi discepoli: Ben è la ricolta grande, ma pochi sono gli operai. (I) Matteo 9:38 Pregate adunque il Signore della ricolta, ch’egli spinga degli operai nella sua ricolta. (I) Matteo 10:1 POI, chiamati a sè i suoi dodici discepoli, diede lor podestà sopra gli spiriti immondi, da cacciarli fuori, e da sanare qualunque malattia, e qualunque infermità. (I) Matteo 10:2 Ora i nomi de’ dodici apostoli son questi: Il primo è Simone, detto Pietro, ed Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedeo, e Giovanni, suo fratello; (I) Matteo 10:3 Filippo, e Bartolomeo; Toma, e Matteo, il pubblicano; Giacomo di Alfeo, e Lebbeo, chiamato per soprannome Taddeo; (I) Matteo 10:4 Simone Cananita, e Giuda Iscariot, quel che poi ancora lo tradì. (I) Matteo 10:5 Questi dodici mandò Gesù, dando loro questi ordini: Non andate a’ Gentili, e non entrate in alcuna città de’ Samaritani; (I) Matteo 10:6 ma andate più tosto alle pecore perdute della casa d’Israele. (I) Matteo 10:7 E andate, e predicate, dicendo: Il regno de’ cieli è vicino. (I) Matteo 10:8 Sanate gl’infermi, nettate i lebbrosi, risuscitate i morti, cacciate i demoni; in dono l’avete ricevuto, in dono datelo. (I) Matteo 10:9 Non fate provvisione nè di oro, nè di argento, nè di moneta nelle vostre cinture; (I) Matteo 10:10 nè di tasca per lo viaggio, nè di due toniche, nè di scarpe, nè di bastone; perciocchè l’operaio è degno del suo nutrimento. (I) Matteo 10:11 Or in qualunque città, o castello voi sarete entrati, ricercate chi in quello è degno, e quivi dimorate finchè partiate. (I) Matteo 10:12 E quando entrerete nella casa, salutatela, dicendo: Pace sia a questa casa. (I) Matteo 10:13 E se quella è degna, venga la pace vostra sopra di essa; ma, se non è degna, la vostra pace ritorni a voi. (I) Matteo 10:14 E se alcuno non vi riceve, e non ascolta le vostre parole, uscendo di quella casa, o di quella città, scotete la polvere de’ vostri piedi. (I) Matteo 10:15 Io vi dico in verità che quei del paese di Sodoma e di Gomorra saranno più tollerabilmente trattati nel giorno del giudizio, che quella città. (I) Matteo 10:16 Ecco, io vi mando come pecore in mezzo de’ lupi; siate dunque prudenti come serpenti, e semplici come colombe. (I) Matteo 10:17 Or guardatevi dagli uomini; perciocchè essi vi metteranno in man de’ concistori, ed essi vi sferzeranno nelle lor sinagoghe. (I) Matteo 10:18 Ed anche sarete menati davanti a’ rettori, e davanti ai re, per cagion mia, in testimonianza a loro, ed ai Gentili. (I) Matteo 10:19 Ma, quando essi vi metteranno nelle lor mani, non siate in sollecitudine come o che parlerete; perciocchè, in quella stessa ora, vi sarà dato ciò che avrete a parlare. (I) Matteo 10:20 Poichè non siete voi quelli che parlate, ma lo Spirito del Padre vostro è quel che parla in voi. (I) Matteo 10:21 Ora il fratello darà il fratello alla morte, e il padre il figliuolo; e i figliuoli si leveranno contro a’ lor padri e madri, e li faran morire. (I) Matteo 10:22 E sarete odiati da tutti per lo mio nome; ma chi avrà sostenuto fino alla fine, sarà salvato. (I) Matteo 10:23 Ora, quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra; perciocchè io vi dico in verità, che non avrete finito di circuire le città d’Israele, che il Figliuol dell’uomo non sia venuto. (I) Matteo 10:24 Il discepolo non è da più del maestro, nè il servitore da più del suo signore. (I) Matteo 10:25 Basta al discepolo di essere come il suo maestro, e al servitore di essere come il suo signore; se hanno chiamato il padron della casa Beelzebub, quanto più chiameranno così i suoi famigliari? (I) Matteo 10:26 Non li temiate adunque; poichè niente è nascosto, che non abbia ad essere scoperto; nè occulto, che non abbia a venire a notizia. (I) Matteo 10:27 Quello che io vi dico nelle tenebre, ditelo voi nella luce; e ciò che udite detto all’orecchio predicatelo sopra i tetti. (I) Matteo 10:28 E non temiate di coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccider l’anima; ma temete più tosto colui che può far perire l’anima e il corpo nella geenna. (I) Matteo 10:29 Due passeri non si vendon eglino solo un quattrino? pur nondimeno l’un d’essi non può cadere in terra, senza il volere del Padre vostro. (I) Matteo 10:30 Ma, quant’è a voi, eziandio i capelli del vostro capo son tutti annoverati. (I) Matteo 10:31 Non temiate adunque; voi siete da più di molti passeri. (I) Matteo 10:32 Ogni uomo adunque che mi avrà riconosciuto davanti agli uomini, io altresì lo riconoscerò davanti al Padre mio, che è ne’ cieli. (I) Matteo 10:33 Ma chiunque mi avrà rinnegato davanti agli uomini, io altresì lo rinnegherò davanti al Padre mio che è ne’ cieli. (I) Matteo 10:34 Non pensate ch’io sia venuto a metter pace in terra; io non son venuto a mettervi la pace, anzi la spada. (I) Matteo 10:35 Perciocchè io son venuto a mettere in discordia il figliuolo contro al padre, e la figliuola contro alla madre, e la nuora contro alla suocera. (I) Matteo 10:36 E i nemici dell’uomo saranno i suoi famigliari stessi. (I) Matteo 10:37 Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; e chi ama figliuolo o figliuola più di me non è degno di me. (I) Matteo 10:38 E chi non prende la sua croce, e non viene dietro a me, non è degno di me. (I) Matteo 10:39 Chi avrà trovata la vita sua la perderà; e chi avrà perduta la vita sua per cagion mia, la troverà. (I) Matteo 10:40 Chi vi riceve, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato. (I) Matteo 10:41 Chi riceve un profeta, in nome di profeta, riceverà premio di profeta; e chi riceve un giusto, in nome di giusto, riceverà premio di giusto. (I) Matteo 10:42 E chiunque avrà dato da bere solo un bicchier d’acqua fredda, ad uno di questi piccoli, in nome di discepolo, io vi dico in verità, ch’egli non perderà punto il suo premio. (I) Matteo 11:1 E DOPO che Gesù ebbe finito di dare istruzioni a’ suoi dodici discepoli, egli si partì di là, per insegnare, e per predicar nelle loro città. (I) Matteo 11:2 Or Giovanni, avendo nella prigione udite le opere di Gesù, mandò due dei suoi discepoli, a dirgli: (I) Matteo 11:3 Sei tu colui che ha da venire, o pur ne aspetteremo noi un altro? (I) Matteo 11:4 E Gesù, rispondendo, disse loro: Andate, e rapportate a Giovanni le cose che voi udite, e vedete: (I) Matteo 11:5 I ciechi ricoverano la vista, e gli zoppi camminano; i lebbrosi son mondati, e i sordi odono; i morti risuscitano, e l’evangelo è annunziato a’ poveri. (I) Matteo 11:6 E beato è colui che non si sarà scandalezzato di me. (I) Matteo 11:7 Ora, come essi se ne andavano, Gesù prese a dire alle turbe intorno a Giovanni: Che andaste voi a veder nel deserto? una canna dimenata dal vento? (I) Matteo 11:8 Ma pure, che andaste a vedere? un uomo vestito di vestimenti morbidi? ecco, coloro che portano vestimenti morbidi son nelle case dei re. (I) Matteo 11:9 Ma pure, che andaste a vedere? un profeta? sì certo, vi dico, e più che profeta. (I) Matteo 11:10 Perciocchè costui è quello di cui è scritto: Ecco, io mando il mio angelo davanti alla tua faccia, il quale acconcerà il tuo cammino dinanzi a te. (I) Matteo 11:11 Io vi dico in verità, che fra quelli che son nati di donne, non sorse giammai alcuno maggiore di Giovanni Battista; ma il minimo nel regno de’ cieli è maggior di lui. (I) Matteo 11:12 Ora, da’ giorni di Giovanni Battista infino ad ora, il regno de’ cieli è sforzato, ed i violenti lo rapiscono. (I) Matteo 11:13 Poichè tutti i profeti, e la legge, hanno profetizzato infino a Giovanni. (I) Matteo 11:14 E se voi lo volete accettare, egli è Elia, che dovea venire. (I) Matteo 11:15 Chi ha orecchie per udire, oda. (I) Matteo 11:16 Or a chi assomiglierò io questa generazione? Ella è simile a’ fanciulli, che seggono nelle piazze, e gridano a’ lor compagni; e dicono: (I) Matteo 11:17 Noi vi abbiamo sonato, e voi non avete ballato; vi abbiam cantate lamentevoli canzoni, e voi non avete fatto cordoglio. (I) Matteo 11:18 Poichè Giovanni è venuto, non mangiando, nè bevendo; ed essi dicevano: Egli ha il demonio. (I) Matteo 11:19 Il Figliuol dell’uomo è venuto, mangiando, e bevendo; ed essi dicono: Ecco un mangiatore, e bevitor di vino; amico de’ pubblicani, e de’ peccatori; ma la Sapienza è stata giustificata da’ suoi figliuoli. (I) Matteo 11:20 ALLORA egli prese a rimproverare alle città, nelle quali la maggior parte delle sue potenti operazioni erano state fatte, che esse non si erano ravvedute, dicendo: (I) Matteo 11:21 Guai a te, Chorazin! Guai a te, Betsaida! perciocchè, se in Tiro e Sidon fossero state fatte le potenti operazioni, che sono state fatte in voi, si sarebbero già anticamente pentite, con sacco e cenere. (I) Matteo 11:22 Ma pure io vi dico che Tiro e Sidon saranno più tollerabilmente trattate nel dì del giudizio, che voi. (I) Matteo 11:23 E tu, o Capernaum, che sei stata innalzata infino al cielo, sarai abbassata fin nell’inferno; perciocchè, se in Sodoma fossero state fatte le potenti operazioni, che sono state fatte in te, ella sarebbe durata infino al dì d’oggi. (I) Matteo 11:24 Ma pure io vi dico, che il paese di Sodoma sarà più tollerabilmente trattato nel giorno del giudizio, che tu. (I) Matteo 11:25 IN quel tempo Gesù prese a dire: Io ti rendo gloria e lode, o Padre, Signor del cielo e della terra, che tu hai nascoste queste cose a’ savi e intendenti, e le hai rivelate a’ piccoli fanciulli. (I) Matteo 11:26 Sì certo, o Padre, perciocchè così ti è piaciuto. (I) Matteo 11:27 Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio, e niuno conosce il Figliuolo, se non il Padre; parimente, niuno conosce il Padre, se non il Figliuolo, e colui, a cui il Figliuolo avrà voluto rivelarlo. (I) Matteo 11:28 Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, ed io vi darò riposo. (I) Matteo 11:29 Togliete sopra voi il mio giogo, ed imparate da me ch’io son mansueto, ed umil di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre. (I) Matteo 11:30 Perciocchè il mio giogo è dolce, e il mio carico è leggiero. (I) Matteo 12:1 IN quel tempo, Gesù camminava, in giorno di sabato, per li seminati; or i suoi discepoli ebber fame, e presero a svellere delle spighe, ed a mangiarle. (I) Matteo 12:2 E i Farisei, veduto ciò, gli dissero: Ecco, i tuoi discepoli fan quello che non è lecito di fare in giorno di sabato. (I) Matteo 12:3 Ma egli disse loro: Non avete voi letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame, egli e coloro ch’erano con lui? (I) Matteo 12:4 Come egli entrò nella casa di Dio, e mangiò i pani di presentazione i quali non gli era lecito di mangiare, nè a coloro ch’eran con lui, anzi a’ sacerdoti soli? (I) Matteo 12:5 Ovvero non avete voi letto nella legge, che nel tempio, i sacerdoti, ne’ giorni del sabato, violano il sabato, eppur non ne sono colpevoli? (I) Matteo 12:6 Or io vi dico, che qui vi è alcuno maggior del tempio. (I) Matteo 12:7 Ora, se voi sapeste che cosa è: Io voglio misericordia e non sacrificio, voi non avreste condannati gl’innocenti. (I) Matteo 12:8 Perciocchè, il Figliuol dell’uomo è Signore eziandio del sabato. (I) Matteo 12:9 POI, partitosi di là, venne nella lor sinagoga; (I) Matteo 12:10 ed ecco, quivi era una uomo che avea la mano secca. Ed essi fecero una domanda a Gesù, dicendo: È egli lecito di guarire alcuno in giorno di sabato? per poterlo accusare. (I) Matteo 12:11 Ed egli disse loro: Chi è l’uomo fra voi, il quale avendo una pecora, se quella cade in giorno di sabato in una fossa, non la prenda, e non la rilevi? (I) Matteo 12:12 Ora, da quanto più è un uomo, che una pecora? Egli è dunque lecito di far del bene in giorno di sabato. (I) Matteo 12:13 Allora egli disse a quell’uomo: Distendi la tua mano. Ed egli la distese, e fu resa sana come l’altra. (I) Matteo 12:14 Ma i Farisei, usciti fuori, presero consiglio contro a lui, come lo farebbero morire. (I) Matteo 12:15 Ma Gesù, conoscendo ciò, si ritrasse di là; e molte turbe lo seguitarono, ed egli li guarì tutti. (I) Matteo 12:16 E divietò loro severamente, che nol palesassero; (I) Matteo 12:17 acciocchè si adempiesse ciò che fu detto dal profeta Isaia, dicendo: (I) Matteo 12:18 Ecco, il mio Servitore, il quale io ho eletto; l’amato mio in cui l’anima mia ha preso il suo compiacimento; io metterò lo Spirito mio sopra lui, ed egli annunzierà giudizio alle genti. (I) Matteo 12:19 Egli non contenderà, e non griderà; e niuno udirà la sua voce per le piazze. (I) Matteo 12:20 Egli non triterà la canna rotta, e non ispegnerà il lucignolo fumante; finchè abbia messo fuori il giudizio in vittoria. (I) Matteo 12:21 E le genti spereranno nel suo nome. (I) Matteo 12:22 ALLORA gli fu presentato un indemoniato, cieco, e mutolo; ed egli lo sanò; talchè colui che prima era cieco, e mutolo, parlava e vedeva. (I) Matteo 12:23 E tutte le turbe stupivano, e dicevano: Non è costui il Cristo, il Figliuol di Davide? (I) Matteo 12:24 Ma i Farisei, udendo ciò, dicevano: Costui non caccia i demoni, se non per Beelzebub, principe de’ demoni. (I) Matteo 12:25 E Gesù, conoscendo i lor pensieri, disse loro: Ogni regno, diviso in sè stesso in parti contrarie, è deserto; parimente, ogni città, o casa, divisa in sè stessa in parti contrarie, non può durare. (I) Matteo 12:26 Ora, se Satana caccia Satana, egli è diviso in parti contrarie; come adunque può durare il suo regno? (I) Matteo 12:27 E se io caccio i demoni per Beelzebub, per cui li cacciano i vostri figliuoli? Perciò, essi saranno i vostri giudici. (I) Matteo 12:28 Ma, se io caccio i demoni per lo Spirito di Dio, il regno di Dio è pur pervenuto a voi. (I) Matteo 12:29 Ovvero, come può alcuno entrar nella casa d’un possente uomo, e rapirgli le sue masserizie, se prima non ha legato quel possente uomo? allora veramente gli prederà la casa. (I) Matteo 12:30 Chi non è meco è contro a me, e chi non raccoglie meco, sparge. (I) Matteo 12:31 Perciò, io vi dico: Ogni peccato e bestemmia sarà rimessa agli uomini; ma la bestemmia contro allo Spirito non sarà loro rimessa. (I) Matteo 12:32 Ed a chiunque avrà detta alcuna parola contro al Figliuol dell’uomo, sarà perdonato; ma a niuno che l’abbia detta contro allo Spirito Santo, sarà perdonato, nè in questo secolo, nè nel futuro. (I) Matteo 12:33 FATE l’albero buono, e il suo frutto sarà buono; o fate l’albero malvagio, e il suo frutto sarà malvagio; poichè dal frutto si conosce l’albero. (I) Matteo 12:34 Progenie di vipere, come potete parlar cose buone, essendo malvagi? poichè la bocca parla di ciò che soprabbonda nel cuore. (I) Matteo 12:35 L’uomo buono, dal buon tesoro del cuore, reca fuori cose buone; ma l’uomo malvagio, dal malvagio tesoro del cuore, reca fuori cose malvage. (I) Matteo 12:36 Or io vi dico che gli uomini renderanno ragione, nel giorno del giudizio, eziandio d’ogni oziosa parola che avranno detta. (I) Matteo 12:37 Perciocchè, per le tue parole tu sarai giustificato, ed altresì per le tue parole sarai condannato. (I) Matteo 12:38 ALLORA alcuni degli Scribi e Farisei gli fecero motto, dicendo: Maestro, noi vorremmo veder da te qualche segno. (I) Matteo 12:39 Ma egli, rispondendo, disse loro: La malvagia, e adultera generazione richiede un segno; ma niun segno le sarà dato, se non il segno del profeta Giona. (I) Matteo 12:40 Perciocchè, siccome Giona fu tre giorni, e tre notti, nel ventre della balena, così sarà il Figliuol dell’uomo tre giorni, e tre notti, nel cuor della terra. (I) Matteo 12:41 I Niniviti risorgeranno nel giudizio con questa generazione, e la condanneranno; perciocchè essi si ravvidero alla predicazion di Giona; ed ecco qui è uno che è più che Giona. (I) Matteo 12:42 La regina del Mezzodì risusciterà nel giudizio con questa generazione, e la condannerà; perciocchè ella venne dagli estremi termini della terra, per udir la sapienza di Salomone; ed ecco, qui è uno che è più che Salomone. (I) Matteo 12:43 Ora, quando lo spirito immondo è uscito d’un uomo, egli va attorno per luoghi aridi, cercando riposo, e non lo trova. (I) Matteo 12:44 Allora dice: Io me ne tornerò a casa mia, onde sono uscito; e se, quando egli vi viene, la trova vuota, spazzata, ed adorna; (I) Matteo 12:45 allora va, e prende seco sette altri spiriti, peggiori di lui, i quali entrano, ed abitano quivi; e l’ultima condizione di quell’uomo diviene peggiore della prima. Così anche avverrà a questa malvagia generazione. (I) Matteo 12:46 ORA, mentre egli parlava ancora alle turbe, ecco, sua madre, ed i suoi fratelli, fermatisi di fuori, cercavano di parlargli. (I) Matteo 12:47 Ed alcuno gli disse: Ecco tua madre, ed i tuoi fratelli, sono là fuori cercando di parlarti. (I) Matteo 12:48 Ma egli, rispondendo, disse a colui che gli avea ciò detto: Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli? (I) Matteo 12:49 E distesa la mano verso i suoi discepoli, disse: Ecco la madre mia, ed i miei fratelli. (I) Matteo 12:50 Perciocchè, chiunque avrà fatta la volontà del Padre mio, che è ne’ cieli, esso è mio fratello, sorella, e madre. (I) Matteo 13:1 ORA in quel giorno stesso, Gesù, uscito di casa, si pose a sedere presso del mare. (I) Matteo 13:2 E molte turbe si raunarono appresso di lui, talchè egli, entrato in una navicella, si pose a sedere; e tutta la moltitudine stava in piè in su la riva. (I) Matteo 13:3 Ed egli ragionava loro molte cose, in parabole, dicendo: Ecco, un seminatore uscì fuori a seminare. (I) Matteo 13:4 E mentre egli seminava, una parte della semenza cadde lungo la strada, e gli uccelli vennero, e la mangiarono tutta. (I) Matteo 13:5 Ed un’altra cadde in luoghi pietrosi, ove non avea molta terra, e subito nacque, perciocchè non avea profondo terreno; (I) Matteo 13:6 ma, essendo levato il sole, fu riarsa; e, perciocchè non avea radice, si seccò. (I) Matteo 13:7 Ed un’altra cadde sopra le spine, e le spine crebbero, e l’affogarono. (I) Matteo 13:8 Ed un’altra cadde in buona terra, e portò frutto, qual granel cento, qual sessanta, qual trenta. (I) Matteo 13:9 Chi ha orecchie da udire, oda. (I) Matteo 13:10 Allora i discepoli, accostatisi, gli dissero: Perchè parli loro in parabole? (I) Matteo 13:11 Ed egli, rispondendo, disse loro: Perciocchè a voi è dato di conoscere i misteri del regno de’ cieli, ma a loro non è dato. (I) Matteo 13:12 Perciocchè, a chiunque ha, sarà dato, ed egli soprabbonderà; ma, a chiunque non ha, eziandio quel ch’egli ha gli sarà tolto. (I) Matteo 13:13 Perciò, parlo io loro in parabole, perchè veggendo non veggono, udendo non odono, e non intendono. (I) Matteo 13:14 E si adempie in loro la profezia d’Isaia, che dice: Bene udirete, ma non intenderete; ben riguarderete, ma non vedrete. (I) Matteo 13:15 Perciocchè il cuore di questo popolo è ingrassato, e odono gravemente con gli orecchi, e chiudono gli occhi; acciocchè non veggano con gli occhi, e non odano con gli orecchi, e non intendano col cuore, e non si convertano, ed io non li sani. (I) Matteo 13:16 Ma, beati gli occhi vostri, perchè veggono; e le vostre orecchie, perchè odono. (I) Matteo 13:17 Perciocchè, io vi dico in verità, che molti profeti e giusti hanno desiderato di veder le cose che voi vedete e non le hanno vedute; e di udir le cose che voi udite, e non le hanno udite. (I) Matteo 13:18 Voi dunque intendete la parabola del seminatore. (I) Matteo 13:19 Quando alcuno ode la parola del regno, e non l’intende, il maligno viene, e rapisce ciò ch’era stato seminato nel cuor di esso. Un tale è la semenza seminata lungo la strada. (I) Matteo 13:20 E colui che è seminato in luoghi pietrosi è colui che ode la parola, e subito con allegrezza la riceve; (I) Matteo 13:21 ma non ha radice in sè, anzi è di corta durata: ed avvenendo tribolazione, o persecuzione, per la parola, incontanente è scandalezzato. (I) Matteo 13:22 E colui che è seminato fra le spine è colui che ode la parola; ma la sollecitudine di questo secolo e l’inganno delle ricchezze, affogano la parola; ed essa diviene infruttuosa. (I) Matteo 13:23 Ma colui che è seminato nella buona terra è colui che ode la parola, e l’intende; il quale ancora frutta, e fa qual cento, qual sessanta, qual trenta. (I) Matteo 13:24 EGLI propose loro un’altra parabola, dicendo: Il regno de’ cieli è simile ad un uomo che seminò buona semenza nel suo campo. (I) Matteo 13:25 Ma, mentre gli uomini dormivano, venne il suo nemico, e seminò delle zizzanie per mezzo il grano, e se ne andò. (I) Matteo 13:26 E quando l’erba fu nata, ed ebbe fatto frutto, allora apparvero eziandio le zizzanie. (I) Matteo 13:27 E i servitori del padron di casa vennero a lui, e gli dissero: Signore, non hai tu seminata buona semenza nel tuo campo? onde avvien dunque che vi son delle zizzanie? (I) Matteo 13:28 Ed egli disse loro: Un uomo nemico ha ciò fatto. E i servitori gli dissero: Vuoi dunque che andiamo, e le cogliamo? (I) Matteo 13:29 Ma egli disse: No; che talora, cogliendo le zizzanie, non diradichiate insieme con esse il grano. (I) Matteo 13:30 Lasciate crescere amendue insieme, infino alla mietitura; e nel tempo della mietitura, io dirò a’ mietitori: Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci, per bruciarle; ma accogliete il grano nel mio granaio. (I) Matteo 13:31 EGLI propose loro un’altra parabola, dicendo: Il regno de’ cieli è simile ad un granel di senape, il quale un uomo prende, e lo semina nel suo campo. (I) Matteo 13:32 Esso è bene il più piccolo di tutti i semi; ma quando è cresciuto è la maggiore di tutte l’erbe, e divien albero, talchè gli uccelli del cielo vengono, e si riparano ne’ suoi rami. (I) Matteo 13:33 Egli disse loro un’altra parabola: Il regno de’ cieli è simile al lievito, il quale una donna prende, e lo ripone dentro tre staia di farina, finchè tutta sia levitata. (I) Matteo 13:34 Tutte queste cose ragionò Gesù in parabole alle turbe; e non parlava loro senza parabola; (I) Matteo 13:35 acciocchè si adempiesse ciò che fu detto dal profeta: Io aprirò la mia bocca in parabole; io sgorgherò cose occulte fin dalla fondazione del mondo. (I) Matteo 13:36 ALLORA Gesù, licenziate le turbe, se ne ritornò a casa, e i suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: Dichiaraci la parabola delle zizzanie del campo. (I) Matteo 13:37 Ed egli, rispondendo, disse loro: Colui che semina la buona semenza è il Figliuol dell’uomo. (I) Matteo 13:38 E il campo è il mondo, e la buona semenza sono i figliuoli del regno, e le zizzanie sono i figliuoli del maligno. (I) Matteo 13:39 E il nemico che le ha seminate è il diavolo, e la mietitura è la fin del mondo, e i mietitori son gli angeli. (I) Matteo 13:40 Siccome adunque si colgono le zizzanie, e si bruciano col fuoco, così ancora avverrà nella fin del mondo. (I) Matteo 13:41 Il Figliuol dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali, e gli operatori d’iniquità; (I) Matteo 13:42 e li getteranno nella fornace del fuoco. Ivi sarà il pianto e lo stridor de’ denti. (I) Matteo 13:43 Allora i giusti risplenderanno come il sole, nel regno del Padre loro. Chi ha orecchie da udire, oda. (I) Matteo 13:44 DI nuovo, il regno de’ cieli è simile ad un tesoro nascosto in un campo, il quale un uomo, avendolo trovato, nasconde; e per l’allegrezza che ne ha, va, e vende tutto ciò ch’egli ha, e compera quel campo. (I) Matteo 13:45 Di nuovo, il regno de’ cieli è simile ad un uomo mercatante, il qual va cercando di belle perle. (I) Matteo 13:46 E trovata una perla di gran prezzo, va, e vende tutto ciò ch’egli ha, e la compera. (I) Matteo 13:47 Di nuovo, il regno de’ cieli è simile ad una rete gettata in mare, la qual raccoglie d’ogni maniera di cose. (I) Matteo 13:48 E quando è piena, i pescatori la traggono fuori in sul lito; e postisi a sedere, raccolgono le cose buone ne’ lor vasi, e gettan via ciò che non val nulla. (I) Matteo 13:49 Così avverrà nella fin del mondo: gli angeli usciranno, e metteranno da parte i malvagi d’infra i giusti; (I) Matteo 13:50 e li getteranno nella fornace del fuoco. Ivi sarà il pianto e lo stridor de’ denti. (I) Matteo 13:51 Gesù disse loro: Avete voi intese tutte queste cose? Essi gli dissero: Sì, Signore. (I) Matteo 13:52 Ed egli disse loro: Perciò ogni Scriba, ammaestrato per lo regno de’ cieli, è simile ad un padrone di casa, il qual trae fuori dal suo tesoro cose vecchie, e nuove. (I) Matteo 13:53 ORA, quando Gesù ebbe finite queste parabole si dipartì di là. (I) Matteo 13:54 Ed essendo venuto nella sua patria, li insegnava nella lor sinagoga, talchè essi stupivano, e dicevano: Onde viene a costui cotesta sapienza, e coteste potenti operazioni? (I) Matteo 13:55 Non è costui il figliuolo del falegname? sua madre non si chiama ella Maria? e i suoi fratelli Giacomo, e Iose, e Simone, e Giuda? (I) Matteo 13:56 E non son le sue sorelle tutte appresso di noi? onde vengono dunque a costui tutte queste cose? (I) Matteo 13:57 Ed erano scandalizzati di lui. E Gesù disse loro: Niun profeta è sprezzato, se non nella sua patria, e in casa sua. (I) Matteo 13:58 Ed egli non fece quivi molte potenti operazioni, per la loro incredulità. (I) Matteo 14:1 IN quel tempo, Erode il tetrarca udì la fama di Gesù. E disse ai suoi servitori: (I) Matteo 14:2 Costui è Giovanni Battista; egli è risuscitato da’ morti; e però le potenze operano in lui. (I) Matteo 14:3 Perciocchè Erode avea preso Giovanni, e l’avea messo ne’ legami, e l’avea incarcerato, a motivo di Erodiada, moglie di Filippo, suo fratello. (I) Matteo 14:4 Perciocchè Giovanni gli diceva: Ei non ti è lecito di ritenere costei. (I) Matteo 14:5 E volendolo far morire, pure temette il popolo; perciocchè essi lo teneano per profeta. (I) Matteo 14:6 Ora, celebrandosi il giorno della natività di Erode, la figliuola di Erodiada avea ballato ivi in mezzo, ed era piaciuta ad Erode. (I) Matteo 14:7 Onde egli le promise, con giuramento, di darle tutto ciò ch’ella chiederebbe. (I) Matteo 14:8 Ed ella, indotta prima da sua madre, disse: Dammi qui in un piatto la testa di Giovanni Battista. (I) Matteo 14:9 E il re se ne attristò; ma pure, per li giuramenti, e per rispetto di coloro ch’erano con lui a tavola, comandò che le fosse data. (I) Matteo 14:10 E mandò a far decapitar Giovanni Battista in prigione. (I) Matteo 14:11 E la sua testa fu portata in un piatto, e data alla fanciulla; ed ella la portò a sua madre. (I) Matteo 14:12 E i discepoli d’esso vennero, e tolsero il corpo, e lo seppellirono; poi vennero, e rapportarono il fatto a Gesù. (I) Matteo 14:13 E GESÙ, udito ciò, si ritrasse di là sopra una navicella, in un luogo deserto, in disparte. E la turbe uditolo, lo seguitarono a piè, dalle città. (I) Matteo 14:14 E Gesù, essendo smontato dalla navicella, vide una gran moltitudine, e fu mosso a compassione inverso loro, e sanò gl’infermi d’infra loro. (I) Matteo 14:15 E, facendosi sera, i suoi discepoli gli si accostarono, dicendo: Questo luogo è deserto, e l’ora è già passata; licenzia le turbe, acciocchè vadano per le castella, e si comperino da mangiare. (I) Matteo 14:16 Ma Gesù disse loro: Non han bisogno di andarsene; date lor voi da mangiare. (I) Matteo 14:17 Ed essi gli dissero: Noi non abbiam qui se non cinque pani, e due pesci. (I) Matteo 14:18 Ed egli disse: Recatemeli qua. (I) Matteo 14:19 E comandò che le turbe si coricassero sopra l’erba; poi prese i cinque pani, e i due pesci; e levati gli occhi al cielo, fece la benedizione; e, rotti i pani, li diede a’ discepoli, e i discepoli alle turbe. (I) Matteo 14:20 E tutti mangiarono, e furon saziati; poi i discepoli levarono l’avanzo de’ pezzi, e ve ne furono dodici corbelli pieni. (I) Matteo 14:21 Or coloro che aveano mangiato erano intorno a cinquemila uomini, oltre alle donne ed i fanciulli. (I) Matteo 14:22 INCONTANENTE appresso, Gesù costrinse i suoi discepoli a montare in su la navicella, ed a passare innanzi a lui all’altra riva, mentre egli licenziava le turbe. (I) Matteo 14:23 Ed egli, dopo aver licenziate le turbe, salì in sul monte in disparte, per orare. E, fattosi sera, era quivi tutto solo. (I) Matteo 14:24 E la navicella era già in mezzo del mare, travagliata dalle onde; perciocchè il vento era contrario. (I) Matteo 14:25 E nella quarta vigilia della notte, Gesù se ne andò a loro, camminando sopra il mare. (I) Matteo 14:26 E i discepoli, vedendolo camminar sopra il mare, si turbarono, dicendo: Egli è un fantasma. E di paura gridarono. (I) Matteo 14:27 Ma subito Gesù parlò loro, dicendo: Rassicuratevi; sono io, non temiate. (I) Matteo 14:28 E Pietro, rispondendogli, disse: Signore, se sei tu, comanda che io venga a te sopra le acque. (I) Matteo 14:29 Ed egli disse: Vieni. E Pietro, smontato dalla navicella, camminava sopra le acque, per venire a Gesù. (I) Matteo 14:30 Ma, vedendo il vento forte, ebbe paura; e, cominciando a sommergersi, gridò, dicendo: Signore, salvami. (I) Matteo 14:31 E incontanente Gesù distese la mano, e lo prese, e gli disse: O uomo di poca fede, perchè hai dubitato? (I) Matteo 14:32 Poi, quando furono entrati nella navicella, il vento si acquetò. (I) Matteo 14:33 E coloro ch’erano nella navicella vennero, e l’adorarono, dicendo: Veramente tu sei il Figliuol di Dio. (I) Matteo 14:34 Poi, essendo passati all’altra riva, vennero nella contrada di Gennesaret. (I) Matteo 14:35 E gli uomini di quel luogo, avendolo riconosciuto, mandarono a farlo sapere per tutta quella contrada circonvicina; e gli presentarono tutti I malati; (I) Matteo 14:36 e lo pregavano che potessero sol toccare il lembo della sua vesta; e tutti quelli che lo toccarono furono sanati. (I) Matteo 15:1 ALLORA gli Scribi ed i Farisei di Gerusalemme vennero a Gesù, dicendo: (I) Matteo 15:2 Perchè trasgrediscono i tuoi discepoli la tradizion degli anziani? poichè non si lavano le mani, quando prendono cibo. (I) Matteo 15:3 Ma egli, rispondendo, disse loro: E voi, perchè trasgredite il comandamento di Dio per la vostra tradizione? (I) Matteo 15:4 Poichè Iddio ha comandato in questa maniera: Onora padre, e madre; e: Chi maledice padre, o madre, muoia di morte. (I) Matteo 15:5 Ma voi dite: Chiunque avrà detto al padre, o alla madre: Tutto ciò, di che tu potresti esser da me sovvenuto, è offerta a Dio; (I) Matteo 15:6 può non più onorar suo padre, e sua madre. Ed avete annullato il comandamento di Dio con la vostra tradizione. (I) Matteo 15:7 Ipocriti, ben di voi profetizzò Isaia, dicendo: (I) Matteo 15:8 Questo popolo si accosta a me con la bocca, e mi onora con le labbra; ma il cuor loro è lungi da me. (I) Matteo 15:9 Ma invano mi onorano insegnando dottrine, che son comandamenti d’uomini. (I) Matteo 15:10 Poi, chiamata a sè la moltitudine, le disse: Ascoltate, ed intendete: (I) Matteo 15:11 Non ciò che entra nella bocca contamina l’uomo; ma ben lo contamina ciò che esce dalla bocca. (I) Matteo 15:12 Allora i suoi discepoli, accostatisi, gli dissero: Sai tu che i Farisei, udito questo ragionamento, sono stati scandalizzati? (I) Matteo 15:13 Ed egli, rispondendo, disse: Ogni pianta che il padre mio celeste non ha piantata sarà diradicata. (I) Matteo 15:14 Lasciateli; son guide cieche di ciechi; ora, se un cieco guida un altro cieco amendue cadranno nella fossa. (I) Matteo 15:15 E Pietro, rispondendo, gli disse: Dichiaraci quella parabola. (I) Matteo 15:16 E Gesù disse: Siete voi eziandio ancor privi d’intelletto? (I) Matteo 15:17 Non intendete voi ancora che tutto ciò che entra nella bocca se ne va nel ventre, e poi è gettato fuori nella latrina? (I) Matteo 15:18 Ma le cose che escono dalla bocca procedono dal cuore, ed esse contaminano l’uomo. (I) Matteo 15:19 Poichè dal cuore procedono pensieri malvagi, omicidii, adulterii, fornicazioni, furti, false testimonianze, maldicenze. (I) Matteo 15:20 Queste son le cose che contaminano l’uomo; ma il mangiare con mani non lavate non contamina l’uomo. (I) Matteo 15:21 POI Gesù, partitosi di là, si ritrasse nelle parti di Tiro, e di Sidon. (I) Matteo 15:22 Ed ecco, una donna Cananea, uscita di que’ confini, gli gridò, dicendo: Abbi pietà di me, o Signore, figliuol di Davide! la mia figliuola è malamente tormentata dal demonio. (I) Matteo 15:23 Ma egli non le rispondeva nulla. E i suoi discepoli, accostatisi, lo pregavano, dicendo: Licenziala, perciocchè ella grida dietro a noi. (I) Matteo 15:24 Ma egli, rispondendo, disse: Io non son mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele. (I) Matteo 15:25 Ed ella venne, e l’adorò, dicendo: Signore, aiutami. (I) Matteo 15:26 Ma egli, rispondendo, disse: Non è cosa onesta prendere il pan de’ figliuoli, e gettarlo a’ cagnuoli. (I) Matteo 15:27 Ed ella disse: Ben dici, Signore; poichè anche i cagnuoli mangiano delle miche che cadono dalla tavola de’ lor padroni. (I) Matteo 15:28 Allora Gesù, rispondendo, le disse: O donna, grande è la tua fede; siati fatto come tu vuoi. E da quell’ora, la sua figliuola fu sanata. (I) Matteo 15:29 E GESÙ, partendo di là, venne presso al mar della Galilea; e salito sopra il monte, si pose quivi a sedere. (I) Matteo 15:30 E molte turbe si accostarono a lui, le quali aveano con loro degli zoppi, dei ciechi, de’ mutoli, de’ monchi, ed altri molti; e li gettarono a’ piedi di Gesù, ed egli li sanò; (I) Matteo 15:31 talchè le turbe si maravigliavano, vedendo i mutoli parlare, i monchi esser sani, gli zoppi camminare, e i ciechi vedere; e glorificarono l’Iddio d’Israele. (I) Matteo 15:32 E Gesù, chiamati a sè i suoi discepoli, disse: Io ho gran pietà della moltitudine; perciocchè già tre giorni continui dimora appresso di me, e non ha di che mangiare; e pure io non voglio licenziarli digiuni, che talora non vengano meno tra via. (I) Matteo 15:33 E i suoi discepoli gli dissero: Onde avremmo in un luogo deserto tanti pani, che bastassero a saziare una cotanta moltitudine? (I) Matteo 15:34 E Gesù disse loro: Quanti pani avete? Ed essi dissero: Sette, e alcuni pochi pesciolini. (I) Matteo 15:35 Ed egli comandò alle turbe che si mettessero a sedere in terra. (I) Matteo 15:36 Poi prese i sette pani, e i pesci, e rese grazie, li ruppe, e li diede a’ suoi discepoli; e i discepoli alla moltitudine. (I) Matteo 15:37 E tutti ne mangiarono, e furon saziati; poi levaron l’avanzo de’ pezzi, e ve ne furono sette panieri pieni. (I) Matteo 15:38 Or coloro che avean mangiato erano quattromila uomini, oltre alle donne e i fanciulli. (I) Matteo 15:39 Poi, licenziate le turbe, egli montò nella navicella, e venne ne’ confini di Magdala. (I) Matteo 16:1 ED accostatisi a lui i Farisei, e i Sadducei, tentandolo, lo richiesero di mostrar loro un segno dal cielo. (I) Matteo 16:2 Ma egli, rispondendo, disse loro: Quando si fa sera, voi dite: Farà tempo sereno, perciocchè il cielo rosseggia. (I) Matteo 16:3 E la mattina dite: Oggi sarà tempesta, perciocchè il cielo tutto mesto rosseggia. Ipocriti, ben sapete discernere l’aspetto del cielo, e non potete discernere i segni de’ tempi! (I) Matteo 16:4 La gente malvagia ed adultera richiede un segno, ma segno alcuno non le sarà dato, se non il segno del profeta Giona. E, lasciatili, se ne andò. (I) Matteo 16:5 E quando i suoi discepoli furon giunti all’altra riva, ecco, aveano dimenticato di prender del pane. (I) Matteo 16:6 E Gesù disse loro: Vedete, guardatevi dal lievito de’ Farisei, e de’ Sadducei. (I) Matteo 16:7 Ed essi ragionavano fra loro, dicendo: Noi non abbiam preso del pane. (I) Matteo 16:8 E Gesù, conosciuto ciò, disse loro: Perchè questionate fra voi, o uomini di poca fede, di ciò che non avete preso del pane? (I) Matteo 16:9 Ancora siete voi senza intelletto, e non vi ricordate dei cinque pani de’ cinquemila uomini, e quanti corbelli ne levaste? (I) Matteo 16:10 Nè de’ sette pani de’ quattromila uomini, e quanti panieri ne levaste? (I) Matteo 16:11 Come non intendete voi, che non del pane vi dissi che vi guardaste dal lievito de’ Farisei, e de’ Sadducei? (I) Matteo 16:12 Allora intesero ch’egli non avea detto che si guardassero dal lievito del pane, ma della dottrina dei Farisei, e de’ Sadducei. (I) Matteo 16:13 POI Gesù, essendo venuto nelle parti di Cesarea di Filippo, domandò i suoi discepoli: Chi dicono gli uomini che io, il Figliuol dell’uomo, sono? (I) Matteo 16:14 Ed essi dissero: Alcuni, Giovanni Battista; altri, Elia; altri, Geremia, od uno de’ profeti. (I) Matteo 16:15 Ed egli disse loro: E voi, chi dite che io sono? (I) Matteo 16:16 E Simon Pietro, rispondendo, disse: Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente. (I) Matteo 16:17 E Gesù, rispondendo, gli disse: Tu sei beato, o Simone, figliuol di Giona, poichè la carne ed il sangue non t’hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è ne’ cieli. (I) Matteo 16:18 Ed io altresì ti dico, che tu sei Pietro, e sopra questa pietra io edificherò la mia chiesa, e le porte dell’inferno non la potranno vincere. (I) Matteo 16:19 Ed io ti darò le chiavi del regno dei cieli; e tutto ciò che avrai legato in terra sarà legato ne’ cieli, e tutto ciò che avrai sciolto in terra sarà sciolto ne’ cieli. (I) Matteo 16:20 Allora egli divietò a’ suoi discepoli, che non dicessero ad alcuno ch’egli fosse Gesù, il Cristo. (I) Matteo 16:21 Da quell’ora Gesù cominciò a dichiarare a’ suoi discepoli, che gli conveniva andare in Gerusalemme, e sofferir molte cose dagli anziani, e da’ principali sacerdoti, e dagli Scribi, ed essere ucciso, e risuscitare nel terzo giorno. (I) Matteo 16:22 E Pietro, trattolo da parte, cominciò a riprenderlo, dicendo: Signore, tolga ciò Iddio; questo non ti avverrà punto. (I) Matteo 16:23 Ma egli, rivoltosi, disse a Pietro: Vattene indietro da me, Satana; tu mi sei in iscandalo, perciocchè tu non hai il senso alle cose di Dio, ma alle cose degli uomini. (I) Matteo 16:24 ALLORA Gesù disse a’ suoi discepoli: Se alcuno vuol venir dietro a me, rinunzi a sè stesso, e tolga la sua croce, e mi segua. (I) Matteo 16:25 Perciocchè, chi avrà voluto salvar la vita sua la perderà; ma chi avrà perduta la vita sua, per amor di me, la troverà. (I) Matteo 16:26 Perciocchè, che giova egli all’uomo, se guadagna tutto il mondo, e fa perdita dell’anima sua? ovvero, che darà l’uomo in iscambio dell’anima sua? (I) Matteo 16:27 Perciocchè il Figliuol dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, co’ suoi angeli; ed allora egli renderà la retribuzione a ciascuno secondo i suoi fatti. (I) Matteo 16:28 Io vi dico in verità, che alcuni di coloro che son qui presenti non gusteranno la morte, che non abbiano veduto il Figliuol dell’uomo venir nel suo regno. (I) Matteo 17:1 E SEI giorni appresso, Gesù prese seco Pietro, e Giacomo, e Giovanni, suo fratello, e li condusse sopra un alto monte, in disparte. (I) Matteo 17:2 E fu trasfigurato in lor presenza, e la sua faccia risplendè come il sole, e i suoi vestimenti divenner candidi come la luce. (I) Matteo 17:3 Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che ragionavano con lui. (I) Matteo 17:4 E Pietro fece motto a Gesù, e gli disse: Signore, egli è bene che noi stiam qui; se tu vuoi, facciam qui tre tabernacoli; uno a te, uno a Mosè, ed uno ad Elia. (I) Matteo 17:5 Mentre egli parlava ancora, ecco, una nuvola lucida li adombrò; ed ecco, una voce venne dalla nuvola, dicendo: Questo è il mio diletto Figliuolo, in cui ho preso il mio compiacimento; ascoltatelo. (I) Matteo 17:6 E i discepoli, udito ciò, caddero sopra le lor facce, e temettero grandemente. (I) Matteo 17:7 Ma Gesù, accostatosi, li toccò, e disse: Levatevi, e non temiate. (I) Matteo 17:8 Ed essi, alzati gli occhi, non videro alcuno, se non Gesù tutto solo. (I) Matteo 17:9 Poi, mentre scendevano dal monte, Gesù diede loro questo comandamento: Non dite la visione ad alcuno, finchè il Figliuol dell’uomo sia risuscitato dai morti. (I) Matteo 17:10 E i suoi discepoli lo domandarono dicendo: Come adunque dicono gli Scribi che convien che prima venga Elia? (I) Matteo 17:11 E Gesù, rispondendo, disse loro: Elia veramente deve prima venire, e ristabilire ogni cosa. (I) Matteo 17:12 Ma io vi dico, che Elia è già venuto, ed essi non l’hanno riconosciuto, anzi hanno fatto inverso lui ciò che hanno voluto; così ancora il Figliuol dell’uomo sofferirà da loro. (I) Matteo 17:13 Allora i discepoli intesero ch’egli avea loro detto ciò di Giovanni Battista. (I) Matteo 17:14 E QUANDO furon venuti alla moltitudine, un uomo gli si accostò, inginocchiandosi davanti a lui, (I) Matteo 17:15 e dicendo: Signore, abbi pietà del mio figliuolo, perciocchè egli è lunatico, e malamente tormentato; poichè spesso cade nel fuoco, e spesso nell’acqua. (I) Matteo 17:16 Ed io l’ho presentato a’ tuoi discepoli, ma essi non l’hanno potuto guarire. (I) Matteo 17:17 E Gesù, rispondendo, disse: Ahi! generazione incredula e perversa! infino a quando mai sarò con voi? infino a quando mai vi comporterò? conducetemelo qua. (I) Matteo 17:18 E Gesù sgridò il demonio, ed egli uscì fuor di lui; e da quell’ora il fanciullo fu guarito. (I) Matteo 17:19 Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, dissero: Perchè non abbiam noi potuto cacciarlo? (I) Matteo 17:20 E Gesù disse loro: Per la vostra incredulità; perciocchè io vi dico in verità, che se avete di fede quant’è un granel di senape, voi direte a questo monte: Passa di qui a là, ed esso vi passerà; e niente vi sarà impossibile. (I) Matteo 17:21 Or questa generazione di demoni non esce fuori, se non per orazione, e per digiuno. (I) Matteo 17:22 Ora, mentre essi conversavano nella Galilea, Gesù disse loro: Egli avverrà che il Figliuol dell’uomo sarà dato nelle mani degli uomini; ed essi l’uccideranno; (I) Matteo 17:23 ma nel terzo giorno egli risusciterà. Ed essi ne furono grandemente contristati. (I) Matteo 17:24 E QUANDO furon venuti in Capernaum, coloro che ricoglievano le didramme vennero a Pietro, e dissero: Il vostro Maestro non paga egli le didramme? (I) Matteo 17:25 Egli disse: Sì. E quando egli fu entrato in casa, Gesù lo prevenne, dicendo: Che ti pare, Simone? da cui prendono i re della terra i tributi, o il censo? da’ figliuoli loro, o dagli stranieri? (I) Matteo 17:26 Pietro gli disse: Dagli stranieri. Gesù gli disse: Dunque i figliuoli son franchi. (I) Matteo 17:27 Ma, acciocchè noi non li scandalezziamo, vattene al mare, e getta l’amo, e togli il primo pesce che salirà fuori, ed aprigli la gola, e tu vi troverai uno statere; prendilo e dallo loro, per te, e per me. (I) Matteo 18:1 IN quell’ora i discepoli vennero a Gesù dicendo: Deh! chi è il maggiore nel regno de’ cieli? (I) Matteo 18:2 E Gesù, chiamato a sè un piccol fanciullo, lo pose nel mezzo di loro, e disse: (I) Matteo 18:3 Io vi dico in verità, che se non siete mutati, e non divenite come i piccoli fanciulli, voi non entrerete punto nel regno de’ cieli. (I) Matteo 18:4 Ogni uomo adunque, che si sarà abbassato, come questo piccol fanciullo, è il maggiore nel regno de’ cieli. (I) Matteo 18:5 E chiunque riceve un tal piccol fanciullo, nel nome mio, riceve me. (I) Matteo 18:6 Ma chi avrà scandalezzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse appiccata una macina da asino al collo, e che fosse sommerso nel fondo del mare. (I) Matteo 18:7 Guai al mondo per gli scandali! perciocchè, bene è necessario che scandali avvengano; ma nondimeno, guai a quell’uomo per cui lo scandalo avviene! (I) Matteo 18:8 Ora, se la tua mano, o il tuo piè, ti fa intoppare, mozzali, e gettali via da te; meglio è per te d’entrar nella vita zoppo, o monco, che, avendo due mani, e due piedi, esser gettato nel fuoco eterno. (I) Matteo 18:9 Parimente, se l’occhio tuo ti fa intoppare, cavalo, e gettalo via da te; meglio è per te d’entrar nella vita, avendo un occhio solo, che, avendone due, esser gettato nella geenna del fuoco. (I) Matteo 18:10 Guardate che non isprezziate alcuno di questi piccoli; perciocchè io vi dico che gli angeli loro vedono del continuo ne’ cieli la faccia del Padre mio, che è ne’ cieli. (I) Matteo 18:11 Poichè il Figliuol dell’uomo è venuto per salvar ciò che era perito. (I) Matteo 18:12 Che vi par egli? Se un uomo ha cento pecore, ed una di esse si smarrisce, non lascerà egli le novantanove, e non andrà egli su per i monti cercando la smarrita? (I) Matteo 18:13 E se pure avviene ch’egli la trovi, io vi dico in verità, che egli più si rallegra di quella, che delle novantanove, che non si erano smarrite. (I) Matteo 18:14 Così, la volontà del Padre vostro ch’è ne’ cieli è, che neppur uno di questi piccoli perisca. (I) Matteo 18:15 ORA, se il tuo fratello ha peccato contro a te, va’ e riprendilo fra te e lui solo; se egli ti ascolta, tu hai guadagnato il tuo fratello. (I) Matteo 18:16 Ma, se non ti ascolta, prendi teco ancora uno o due, acciocchè ogni parola sia confermata per la bocca di due, o di tre testimoni. (I) Matteo 18:17 E s’egli disdegna di ascoltarli, dillo alla chiesa; e se disdegna eziandio di ascoltar la chiesa, siati come il pagano, o il pubblicano. (I) Matteo 18:18 Io vi dico in verità, che tutte le cose che voi avrete legate sopra la terra saranno legate nel cielo, e tutte le cose che avrete sciolte sopra la terra saranno sciolte nel cielo. (I) Matteo 18:19 Oltre a ciò, io vi dico, che, se due di voi consentono sopra la terra, intorno a qualunque cosa chiederanno, quella sarà lor fatta dal Padre mio, che è ne’ cieli. (I) Matteo 18:20 Perciocchè, dovunque due, o tre, son raunati nel nome mio, quivi son io nel mezzo di loro. (I) Matteo 18:21 Allora Pietro, accostatoglisi, disse: Signore, quante volte, peccando il mio fratello contro a me, gli perdonerò io? fino a sette volte? (I) Matteo 18:22 Gesù gli disse: Io non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. (I) Matteo 18:23 Perciò, il regno de’ cieli è assomigliato ad un re, il qual volle far ragione co’ suoi servitori. (I) Matteo 18:24 Ed avendo cominciato a far ragione, gli fu presentato uno, ch’era debitore di diecimila talenti. (I) Matteo 18:25 E non avendo egli da pagare, il suo signore comandò ch’egli, e la sua moglie, e i suoi figliuoli, e tutto quanto avea, fosse venduto, e che il debito fosse pagato. (I) Matteo 18:26 Laonde il servitore, gettatosi a terra, si prostese davanti a lui, dicendo: Signore, abbi pazienza inverso me, ed io ti pagherò tutto. (I) Matteo 18:27 E il signor di quel servitore, mosso da compassione, lo lasciò andare, e gli rimise il debito. (I) Matteo 18:28 Ma quel servitore, uscito fuori, trovò uno de’ suoi conservi, il qual gli dovea cento denari: ed egli lo prese, e lo strangolava, dicendo: Pagami ciò che tu mi devi. (I) Matteo 18:29 Laonde il suo conservo, gettatoglisi a’ piedi, lo pregava, dicendo: Abbi pazienza inverso me, ed io ti pagherò tutto. (I) Matteo 18:30 Ma egli non volle, anzi andò, e lo cacciò in prigione, finchè avesse pagato il debito. (I) Matteo 18:31 Or i suoi conservi, veduto il fatto, ne furono grandemente contristati, e vennero al lor signore, e gli dichiararono tutto il fatto. (I) Matteo 18:32 Allora il suo signore lo chiamò a sè, e gli disse: Malvagio servitore, io ti rimisi tutto quel debito, perciocchè tu me ne pregasti. (I) Matteo 18:33 Non ti si conveniva egli altresì aver pietà del tuo conservo, siccome io ancora avea avuta pietà di te? (I) Matteo 18:34 E il suo signore, adiratosi, lo diede in man de’ sergenti, da martoriarlo, infino a tanto ch’egli avesse pagato tutto ciò che gli era dovuto. (I) Matteo 18:35 Così ancora vi farà il vostro Padre celeste, se voi non rimettete di cuore ognuno al suo fratello i suoi falli. (I) Matteo 19:1 E QUANDO Gesù ebbe finiti questi ragionamenti, si dipartì di Galilea, e venne ne’ confini della Giudea, lungo il Giordano. (I) Matteo 19:2 E molte turbe lo seguitarono, ed egli li sanò quivi. (I) Matteo 19:3 E i Farisei si accostarono a lui, tentandolo, e dicendogli: È egli lecito all’uomo di mandar via la sua moglie per qualunque cagione? (I) Matteo 19:4 Ed egli, rispondendo, disse loro: Non avete voi letto che Colui, che da principio fece ogni cosa, fece gli uomini maschio e femmina? (I) Matteo 19:5 E disse: Perciò, l’uomo lascerà il padre e la madre, e si congiungerà con la sua moglie, e i due diverranno una stessa carne. (I) Matteo 19:6 Talchè, non son più due, anzi una stessa carne; ciò dunque che Iddio ha congiunto l’uomo nol separi. (I) Matteo 19:7 Essi gli dissero: Perchè dunque comandò Mosè che si desse la scritta del divorzio, e che così si mandasse via la moglie? (I) Matteo 19:8 Egli disse loro: Ben vi permise Mosè, per la durezza de’ vostri cuori, di mandar via le vostre mogli; ma da principio non era così. (I) Matteo 19:9 Or io vi dico che chiunque manda via la sua moglie, salvochè per cagion di fornicazione, e ne sposa un’altra, commette adulterio; ed altresì chi sposa colei che è mandata via commette adulterio. (I) Matteo 19:10 I suoi discepoli gli dissero: Se così sta l’affare dell’uomo con la moglie, non è spediente maritarsi. (I) Matteo 19:11 Ma egli disse loro: Non tutti son capaci di questa cosa che voi dite, ma sol coloro a cui è dato. (I) Matteo 19:12 Perciocchè vi son degli eunuchi, i quali son nati così dal seno della madre; e vi son degli eunuchi, i quali sono stati fatti eunuchi dagli uomini; e vi son degli eunuchi, i quali si son fatti eunuchi loro stessi per lo regno de’ cieli. Chi può esser capace di queste cose, sialo. (I) Matteo 19:13 ALLORA gli furono presentati dei piccoli fanciulli, acciocchè imponesse loro le mani, ed orasse; ma i discepoli sgridavano coloro che li presentavano. (I) Matteo 19:14 Ma Gesù disse: Lasciate quei piccoli fanciulli, e non li divietate di venire a me; perciocchè di tali è il regno de’ cieli. (I) Matteo 19:15 Ed imposte loro le mani, si partì di là. (I) Matteo 19:16 ED ecco, un certo, accostatosi, gli disse: Maestro buono, che bene farò io per aver la vita eterna? (I) Matteo 19:17 Ed egli gli disse: Perchè mi chiami buono? niuno è buono, se non un solo, cioè: Iddio. Ora, se tu vuoi entrar nella vita, osserva i comandamenti. (I) Matteo 19:18 Colui gli disse: Quali? E Gesù disse: Questi: Non uccidere. Non commettere adulterio. Non rubare. Non dir falsa testimonianza. (I) Matteo 19:19 Onora tuo padre e tua madre, ed ama il tuo prossimo come te stesso. (I) Matteo 19:20 Quel giovane gli disse: Tutte queste cose ho osservate fin dalla mia giovanezza; che mi manca egli ancora? (I) Matteo 19:21 Gesù gli disse: Se tu vuoi esser perfetto, va’, vendi ciò che tu hai, e donalo a’ poveri, e tu avrai un tesoro nel cielo; poi vieni, e seguitami. (I) Matteo 19:22 Ma il giovane, udita quella parola, se ne andò contristato; perciocchè egli avea molte ricchezze. (I) Matteo 19:23 E Gesù disse a’ suoi discepoli: Io vi dico in verità, che un ricco malagevolmente entrerà nel regno de’ cieli. (I) Matteo 19:24 E da capo vi dico: Egli è più agevole che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio. (I) Matteo 19:25 E i suoi discepoli, udito ciò, sbigottirono forte, dicendo: Chi adunque può esser salvato? (I) Matteo 19:26 E Gesù, riguardatili, disse loro: Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio ogni cosa è possibile. (I) Matteo 19:27 Allora Pietro, rispondendo, gli disse: Ecco, noi abbiamo abbandonato ogni cosa, e ti abbiam seguitato; che ne avremo dunque? (I) Matteo 19:28 E Gesù disse loro: Io vi dico in verità, che nella nuova creazione, quando il Figliuol dell’uomo sederà sopra il trono della sua gloria, voi ancora che mi avete seguitato sederete sopra dodici troni, giudicando le dodici tribù d’Israele. (I) Matteo 19:29 E chiunque avrà abbandonato casa, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o moglie, o figliuoli, o possessioni, per lo mio nome, ne riceverà cento cotanti, ed erederà la vita eterna. (I) Matteo 19:30 Ma molti primi saranno ultimi, e molti ultimi saranno primi. (I) Matteo 20:1 PERCIOCCHÈ, il regno de’ cieli è simile ad un padron di casa, il quale, in sul far del dì, uscì fuori, per condurre e prezzo de’ lavoratori, per mandarli nella sua vigna. (I) Matteo 20:2 E convenutosi co’ lavoratori in un denaro al dì, li mandò nella sua vigna. (I) Matteo 20:3 Poi, uscito intorno alle tre ore, ne vide altri che stavano in su la piazza scioperati. (I) Matteo 20:4 Ed egli disse loro: Andate voi ancora nella vigna, ed io vi darò ciò che sarà ragionevole. Ed essi andarono. (I) Matteo 20:5 Poi, uscito ancora intorno alle sei, ed alle nove ore, fece il simigliante. (I) Matteo 20:6 Ora, uscito ancora intorno alle undici ore, ne trovò degli altri che se ne stavano scioperati, ed egli disse loro: Perchè ve ne state qui tutto il dì scioperati? (I) Matteo 20:7 Essi gli dissero: Perciocchè niuno ci ha condotti a prezzo. Egli disse loro: Andate voi ancora nella vigna, e riceverete ciò che sarà ragionevole. (I) Matteo 20:8 Poi, fattosi sera, il padron della vigna disse al suo fattore: Chiama i lavoratori, e paga loro il salario, cominciando dagli ultimi fino a’ primi. (I) Matteo 20:9 Allora quei delle undici ore vennero, e ricevettero un denaro per uno. (I) Matteo 20:10 Poi vennero i primi, i quali pensavano di ricever più, ma ricevettero anch’essi un denaro per uno. (I) Matteo 20:11 E, ricevutolo, mormoravano contro al padron di casa, dicendo: (I) Matteo 20:12 Questi ultimi han lavorato solo un’ora, e tu li hai fatti pari a noi, che abbiam portata la gravezza del dì, e l’arsura. (I) Matteo 20:13 Ma egli, rispondendo, disse all’un di loro: Amico, io non ti fo alcun torto; non ti convenisti tu meco in un denaro? (I) Matteo 20:14 Prendi ciò che ti appartiene, e vattene; ma io voglio dare a quest’ultimo quanto a te. (I) Matteo 20:15 Non mi è egli lecito di far ciò che io voglio del mio? l’occhio tuo è egli maligno, perciocchè io son buono? (I) Matteo 20:16 Così, gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi; perciocchè molti son chiamati, ma pochi eletti. (I) Matteo 20:17 POI Gesù, salendo in Gerusalemme, tratti da parte i suoi dodici discepoli nel cammino, disse loro: (I) Matteo 20:18 Ecco, noi saliamo in Gerusalemme, e il Figliuol dell’uomo sarà dato in man dei principali sacerdoti, e degli Scribi, ed essi lo condanneranno a morte. (I) Matteo 20:19 E lo metteranno nelle mani de’ Gentili, da schernirlo, e flagellarlo, e crocifiggerlo, ma egli risusciterà nel terzo giorno. (I) Matteo 20:20 Allora la madre de’ figliuoli di Zebedeo si accostò a lui, co’ suoi figliuoli, adorandolo, e chiedendogli qualche cosa. (I) Matteo 20:21 Ed egli le disse: Che vuoi? Ella gli disse: Ordina che questi miei due figliuoli seggano l’uno alla tua destra, l’altro alla sinistra, nel tuo regno. (I) Matteo 20:22 E Gesù, rispondendo, disse: Voi non sapete ciò che vi chieggiate; potete voi bere il calice che io berrò, ed essere battezzati del battesimo del quale io sarò battezzato? Essi gli dissero: Sì, lo possiamo. (I) Matteo 20:23 Ed egli disse loro: Voi certo berrete il mio calice, e sarete battezzati del battesimo del quale io sarò battezzato; ma, quant’è al sedere alla mia destra, o alla sinistra, non istà a me il darlo; ma sarà dato a coloro a cui è preparato dal Padre mio. (I) Matteo 20:24 E gli altri dieci, avendo ciò udito, furono indegnati di que’ due fratelli. (I) Matteo 20:25 E Gesù, chiamatili a sè, disse: Voi sapete che i principi delle genti le signoreggiano, e che i grandi usano podestà sopra esse. (I) Matteo 20:26 Ma non sarà così fra voi; anzi chiunque fra voi vorrà divenir grande sia vostro ministro; (I) Matteo 20:27 e chiunque fra voi vorrà esser primo sia vostro servitore. (I) Matteo 20:28 Siccome il Figliuol dell’uomo non è venuto per esser servito, anzi per servire, e per dar l’anima sua per prezzo di riscatto per molti. (I) Matteo 20:29 OR uscendo essi di Gerico, una gran moltitudine lo seguitò. (I) Matteo 20:30 Ed ecco, due ciechi, che sedevano presso della via, avendo udito che Gesù passava, gridarono, dicendo: Abbi pietà di noi, Signore, Figliuol di Davide! (I) Matteo 20:31 Ma la moltitudine li sgridava, acciocchè tacessero; ma essi vie più gridavano, dicendo: Abbi pietà di noi, Signore, Figliuolo di Davide. (I) Matteo 20:32 E Gesù, fermatosi, li chiamò, e disse: Che volete ch’io vi faccia? (I) Matteo 20:33 Essi gli dissero: Signore, che gli occhi nostri sieno aperti. (I) Matteo 20:34 E Gesù, mosso a pietà, toccò gli occhi loro, e incontanente gli occhi loro ricoverarono la vista, ed essi lo seguitarono. (I) Matteo 21:1 E QUANDO furon vicino a Gerusalemme, e furon venuti in Betfage, presso al monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, (I) Matteo 21:2 dicendo loro: Andate nel castello che è dirimpetto a voi; e subito troverete un’asina legata, ed un puledro con essa; scioglieteli, e menatemeli. (I) Matteo 21:3 E se alcuno vi dice nulla, dite che il Signore ne ha bisogno; e subito li manderà. (I) Matteo 21:4 Or tutto ciò fu fatto, acciocchè si adempiesse ciò che fu detto dal profeta, dicendo: (I) Matteo 21:5 Dite alla figliuola di Sion: Ecco, il tuo Re viene a te, mansueto, e montato sopra un asino, ed un puledro, figlio di un’asina che porta il giogo. (I) Matteo 21:6 E i discepoli andarono, e fecero come Gesù avea loro imposto. (I) Matteo 21:7 E menaron l’asina, ed il puledro; e misero sopra quelli le lor veste, e Gesù montò sopra il puledro. (I) Matteo 21:8 Ed una grandissima moltitudine distese le sue veste nella via; ed altri tagliavano de’ rami dagli alberi, e li distendevano nella via. (I) Matteo 21:9 E le turbe che andavano davanti, e che venivano dietro gridavano, dicendo: Osanna al Figliuolo di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna ne’ luoghi altissimi! (I) Matteo 21:10 Ed essendo egli entrato in Gerusalemme, tutta la città fu commossa, dicendo: (I) Matteo 21:11 Chi è costui? E le turbe dicevano: Costui è Gesù, il Profeta che è da Nazaret di Galilea. (I) Matteo 21:12 E GESÙ entrò nel tempio di Dio, e cacciò fuori tutti coloro che vendevano, e comperavano nel tempio; e riversò le tavole de’ cambiatori, e le sedie di coloro che vendevano i colombi. (I) Matteo 21:13 E disse loro: Egli è scritto: La mia Casa sarà chiamata Casa d’orazione, ma voi ne avete fatta una spelonca di ladroni. (I) Matteo 21:14 Allora vennero a lui de’ ciechi, e degli zoppi, nel tempio, ed egli li sanò. (I) Matteo 21:15 Ma i principali sacerdoti, e gli Scribi, vedute le maraviglie ch’egli avea fatte, ed i fanciulli che gridavano nel tempio: Osanna al Figliuolo di Davide! furono indegnati. (I) Matteo 21:16 E gli dissero: Odi tu ciò che costoro dicono? E Gesù disse loro: Sì. Non avete voi mai letto: Dalla bocca de’ fanciulli, e di que’ che poppano, tu hai stabilita la tua lode? (I) Matteo 21:17 E lasciatili, uscì della città verso Betania, e quivi albergò. (I) Matteo 21:18 E LA mattina ritornando nella città, ebbe fame. (I) Matteo 21:19 E, vedendo un fico in su la strada, andò ad esso, ma non vi trovò nulla, se non delle foglie. Ed egli gli disse: Giammai più in eterno non nasca frutto alcuno da te. E subito il fico si seccò. (I) Matteo 21:20 E i discepoli, veduto ciò, si maravigliarono, dicendo: Come si è di subito seccato il fico? (I) Matteo 21:21 E Gesù, rispondendo, disse loro: Io vi dico in verità, che, se avete fede e non dubitate, non sol farete la cosa del fico, ma ancora se dite a questo monte: Togliti di là, e gettati nel mare, sarà fatto. (I) Matteo 21:22 E tutte le cose, le quali con orazione richiederete, credendo, voi le riceverete. (I) Matteo 21:23 POI, quando egli fu venuto nel tempio, i principali sacerdoti, e gli anziani del popolo, si accostarono a lui mentre egli insegnava, dicendo: Di quale autorità fai tu queste cose? e chi ti ha data cotesta autorità? (I) Matteo 21:24 E Gesù, rispondendo, disse loro: Ancora io vi domanderò una cosa, la qual se voi mi dite io altresì vi dirò di quale autorità fo queste cose. (I) Matteo 21:25 Il battesimo di Giovanni onde era egli? dal cielo o dagli uomini? Ed essi ragionavan tra loro, dicendo: Se diciamo che era dal cielo, egli ci dirà: Perchè dunque non gli credeste? (I) Matteo 21:26 Se altresì diciamo che era dagli uomini noi temiamo la moltitudine perciocchè tutti tengono Giovanni per profeta. (I) Matteo 21:27 E risposero a Gesù, e dissero: Noi non sappiamo. Egli altresì disse loro: Ed io ancora non vi dirò di quale autorità io fo queste cose. (I) Matteo 21:28 ORA, che vi par egli? Un uomo avea due figliuoli; e, venuto al primo, disse: Figliuolo, va’, lavora oggi nella mia vigna. (I) Matteo 21:29 Ma egli, rispondendo, disse: Non voglio, pur nondimeno, poi appresso, ravvedutosi, vi andò. (I) Matteo 21:30 Poi, venuto al secondo, gli disse il simigliante. Ed egli, rispondendo, disse: Sì, lo farò, signore, e pur non vi andò. (I) Matteo 21:31 Qual de’ due fece il voler del padre? Essi gli dissero: Il primo. Gesù disse loro: Io vi dico in verità, che i pubblicani, e le meretrici vanno innanzi a voi nel regno de’ cieli. (I) Matteo 21:32 Perciocchè Giovanni è venuto a voi per la via della giustizia, e voi non gli avete creduto; ma i pubblicani e le meretrici gli hanno creduto; e pur voi, veduto ciò, non vi siete poi appresso ravveduti, per credergli. (I) Matteo 21:33 UDITE un’altra parabola: Vi era un padre di famiglia, il quale piantò una vigna e le fece una siepe attorno, e cavò in essa un luogo da calcar la vendemmia, e vi edificò una torre; poi allogò quella a certi lavoratori, e se ne andò in viaggio. (I) Matteo 21:34 Ora, quando venne il tempo de’ frutti, egli mandò i suoi servitori a’ lavoratori, per ricevere i frutti di quella. (I) Matteo 21:35 Ma i lavoratori, presi que’ servitori, ne batterono l’uno, e ne uccisero l’altro, e ne lapidarono l’altro. (I) Matteo 21:36 Da capo egli mandò degli altri servitori, in maggior numero che i primi; e quelli fecero loro il simigliante. (I) Matteo 21:37 Ultimamente, egli mandò loro il suo figliuolo, dicendo: Avran riverenza al mio figliuolo. (I) Matteo 21:38 Ma i lavoratori, veduto il figliuolo, disser fra loro: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, ed occupiamo la sua eredità. (I) Matteo 21:39 E presolo, lo cacciarono fuor della vigna, e l’uccisero. (I) Matteo 21:40 Quando adunque il padron della vigna sarà venuto, che farà egli a que’ lavoratori? (I) Matteo 21:41 Essi gli dissero: Egli li farà perir malamente, quegli scellerati, ed allogherà la vigna ad altri lavoratori, i quali gli renderanno i frutti a’ suoi tempi. (I) Matteo 21:42 Gesù disse loro: Non avete voi mai letto nelle Scritture: La pietra che gli edificatori hanno riprovata è divenuta il capo del cantone; ciò è stato fatto dal Signore, ed è cosa maravigliosa agli occhi nostri? (I) Matteo 21:43 Perciò, io vi dico, che il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato ad una gente che farà i frutti di esso. (I) Matteo 21:44 E chi caderà sopra questa pietra sarà tritato, ed ella fiaccherà colui sopra cui ella caderà. (I) Matteo 21:45 E i principali sacerdoti, e i Farisei, udite le sue parabole, si avvidero ch’egli diceva di loro. (I) Matteo 21:46 E cercavano di pigliarlo; ma temettero le turbe, perciocchè quelle lo tenevano per profeta. (I) Matteo 22:1 E GESÙ, messosi a parlare, da capo ragionò loro in parabole, dicendo: (I) Matteo 22:2 Il regno de’ cieli è simile ad un re, il qual fece le nozze al suo figliuolo. (I) Matteo 22:3 E mandò i suoi servitori a chiamar gl’invitati alle nozze, ma essi non vollero venire. (I) Matteo 22:4 Di nuovo mandò altri servitori, dicendo: Dite agl’invitati: Ecco, io ho apparecchiato il mio desinare, i miei giovenchi, e i miei animali ingrassati sono ammazzati, ed ogni cosa è apparecchiata; venite alle nozze. (I) Matteo 22:5 Ma essi non curandosene, se ne andarono, chi alla sua possessione, chi alla sua mercatanzia. (I) Matteo 22:6 E gli altri, presi i suoi servitori, li oltraggiarono ed uccisero. (I) Matteo 22:7 E quel re, udito ciò, si adirò, e mandò i suoi eserciti, e distrusse que’ micidiali, ed arse la lor città. (I) Matteo 22:8 Allora egli disse a’ suoi servitori: Ben son le nozze apparecchiate, ma i convitati non n’erano degni. (I) Matteo 22:9 Andate adunque in su i capi delle strade, e chiamate alle nozze chiunque troverete. (I) Matteo 22:10 E quei servitori, usciti in su le strade, raunarono tutti coloro che trovarono, cattivi e buoni, e il luogo delle nozze fu ripieno di persone ch’erano a tavola. (I) Matteo 22:11 Or il re, entrato per vedere quei che erano a tavola, vide quivi un uomo che non era vestito di vestimento da nozze. (I) Matteo 22:12 E gli disse: Amico, come sei entrato qua, senza aver vestimento da nozze? E colui ebbe la bocca chiusa. (I) Matteo 22:13 Allora il re disse a’ servitori: Legategli le mani e i piedi, e toglietelo, e gettatelo nelle tenebre di fuori. Ivi sarà il pianto, e lo stridor dei denti. (I) Matteo 22:14 Perciocchè molti son chiamati, ma pochi eletti. (I) Matteo 22:15 ALLORA i Farisei andarono, e tenner consiglio come lo sorprenderebbero in fallo nelle sue parole. (I) Matteo 22:16 E gli mandarono i lor discepoli, con gli Erodiani, a dirgli: Maestro, noi sappiamo che tu sei verace, e che insegni la via di Dio in verità, e che non ti curi d’alcuno; perciocchè tu non riguardi alla qualità delle persone degli uomini. (I) Matteo 22:17 Dicci adunque: Che ti par egli? È egli lecito di dare il censo a Cesare, o no? (I) Matteo 22:18 E Gesù, riconosciuta la lor malizia, disse: Perchè mi tentate, o ipocriti? (I) Matteo 22:19 Mostratemi la moneta del censo. Ed essi gli porsero un denaro. (I) Matteo 22:20 Ed egli disse loro: Di chi è questa figura, e questa soprascritta? (I) Matteo 22:21 Essi gli dissero: Di Cesare. Allora egli disse loro: Rendete dunque a Cesare le cose che appartengono a Cesare, e a Dio le cose che appartengono a Dio. (I) Matteo 22:22 Ed essi, udito ciò, si maravigliarono, e, lasciatolo, se ne andarono. (I) Matteo 22:23 IN quell’istesso giorno vennero a lui i Sadducei, i quali dicono che non vi è risurrezione, e lo domandarono, dicendo: (I) Matteo 22:24 Maestro, Mosè ha detto: Se alcuno muore senza figliuoli, sposi il suo fratello per ragione d’affinità la moglie di esso, e susciti progenie al suo fratello. (I) Matteo 22:25 Or appo noi vi erano sette fratelli; e il primo, avendo sposata moglie, morì; e, non avendo progenie, lasciò la sua moglie al suo fratello. (I) Matteo 22:26 Simigliantemente ancora il secondo, e il terzo, fino a tutti e sette. (I) Matteo 22:27 Ora, dopo tutti, morì anche la donna. (I) Matteo 22:28 Nella risurrezione adunque, di cui d’infra i sette sarà ella moglie? poichè tutti l’hanno avuta. (I) Matteo 22:29 Ma Gesù, rispondendo, disse loro: Voi errate, non intendendo le Scritture, nè la potenza di Dio. (I) Matteo 22:30 Perciocchè nella risurrezione non si prendono, nè si dànno mogli; anzi gli uomini son nel cielo come angeli di Dio. (I) Matteo 22:31 E quant’è alla risurrezione de’ morti, non avete voi letto ciò che vi fu detto da Dio, quando disse: (I) Matteo 22:32 Io son l’Iddio d’Abrahamo, e l’Iddio d’Isacco, e l’Iddio di Giacobbe? Iddio non è l’Iddio de’ morti, ma de’ viventi. (I) Matteo 22:33 E le turbe, udite queste cose, stupivano della sua dottrina. (I) Matteo 22:34 ED i Farisei, udito ch’egli avea chiusa la bocca a’ Sadducei, si raunarono insieme. (I) Matteo 22:35 E un dottor della legge lo domandò, tentandolo, e dicendo: (I) Matteo 22:36 Maestro, quale è il maggior comandamento della legge? (I) Matteo 22:37 E Gesù gli disse: Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l’anima tua, e con tutta la mente tua. (I) Matteo 22:38 Quest’è il primo, e il gran comandamento. (I) Matteo 22:39 E il secondo, simile ad esso, è: Ama il tuo prossimo come te stesso. (I) Matteo 22:40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge, ed i profeti. (I) Matteo 22:41 ED essendo i Farisei raunati, Gesù domandò loro, dicendo: (I) Matteo 22:42 Che vi par egli del Cristo? di chi è egli figliuolo? Essi gli dicono: Di Davide. (I) Matteo 22:43 Egli disse loro: Come adunque Davide lo chiama egli in ispirito Signore, dicendo: (I) Matteo 22:44 Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, finchè io abbia posti i tuoi nemici per iscannello de’ tuoi piedi? (I) Matteo 22:45 Se dunque Davide lo chiama Signore, come è egli suo figliuolo? (I) Matteo 22:46 E niuno poteva rispondergli nulla; niuno eziandio ardì più, da quel dì innanzi, fargli alcuna domanda. (I) Matteo 23:1 ALLORA Gesù parlò alle turbe, ed a’ suoi discepoli, dicendo: (I) Matteo 23:2 Gli Scribi e i Farisei seggono sopra la sedia di Mosè. (I) Matteo 23:3 Osservate adunque, e fate tutte le cose che vi diranno che osserviate; ma non fate secondo le opere loro; perchè dicono, ma non fanno. (I) Matteo 23:4 Perciocchè legano pesi gravi ed importabili, e li mettono sopra le spalle degli uomini; ma essi non li vogliono pur muovere col dito. (I) Matteo 23:5 E fanno tutte le loro opere per esser riguardati dagli uomini; ed allargano le lor filatterie, ed allungano le fimbrie delle lor veste. (I) Matteo 23:6 Ed amano i primi luoghi a tavola ne’ conviti, e i primi seggi nelle raunanze; (I) Matteo 23:7 e le salutazioni nelle piazze; e d’esser chiamati dagli uomini: Rabbi, Rabbi. (I) Matteo 23:8 Ma voi, non siate chiamati Maestro; perciocchè un solo è il vostro Dottore, cioè Cristo; e voi tutti siete fratelli. (I) Matteo 23:9 E non chiamate alcuno sopra la terra vostro padre; perciocchè un solo è vostro Padre, cioè, quel ch’è ne’ cieli. (I) Matteo 23:10 E non siate chiamati dottori; perciocchè un solo è il vostro Dottore, cioè Cristo. (I) Matteo 23:11 E il maggior di voi sia vostro ministro. (I) Matteo 23:12 Or chiunque si sarà innalzato, sarà abbassato; e chiunque si sarà abbassato, sarà innalzato. (I) Matteo 23:13 Ora, guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti! perciocchè voi serrate i regno dei cieli davanti agli uomini; poichè voi non entrate, nè lasciate entrar coloro ch’erano per entrare. (I) Matteo 23:14 Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti! perciocchè voi divorate le case delle vedove; e ciò, sotto specie di far lunghe orazioni; perciò, voi riceverete maggior condannazione. (I) Matteo 23:15 Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti! perciocchè voi circuite il mare e la terra, per fare un proselito; e, quando egli è fatto, voi lo fate figliuol della geenna il doppio più di voi. (I) Matteo 23:16 Guai a voi, guide cieche! che dite: Se alcuno ha giurato per lo tempio, non è nulla; ma se ha giurato per l’oro del tempio, è obbligato. (I) Matteo 23:17 Stolti e ciechi! perciocchè, quale è maggiore, l’oro, o il tempio che santifica l’oro? (I) Matteo 23:18 Parimente, se alcuno ha giurato per l’altare, non è nulla; ma se ha giurato per l’offerta che è sopra esso, è obbligato. (I) Matteo 23:19 Stolti e ciechi! perciocchè, quale è maggiore, l’offerta, o l’altare che santifica l’offerta? (I) Matteo 23:20 Colui adunque che giura per l’altare giura per esso, e per tutte le cose che son sopra esso. (I) Matteo 23:21 E chi giura per lo tempio giura per esso, e per colui che l’abita. (I) Matteo 23:22 E chi giura per lo cielo giura per lo trono di Dio, e per colui che siede sopra esso. (I) Matteo 23:23 Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti! perciocchè voi decimate la menta, e l’aneto, e il comino, e lasciate le cose più gravi della legge: il giudizio, e la misericordia, e la fede; ei si conveniva far queste cose, e non lasciar quelle altre. (I) Matteo 23:24 Guide cieche! che colate la zanzara, e inghiottite il cammello. (I) Matteo 23:25 Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti! perciocchè voi nettate il difuori della coppa e del piatto; ma dentro quelli son pieni di rapina e d’intemperanza. (I) Matteo 23:26 Fariseo cieco! netta prima il didentro della coppa e del piatto; acciocchè il difuori ancora sia netto. (I) Matteo 23:27 Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti! perciocchè voi siete simili a’ sepolcri scialbati, i quali di fuori appaiono belli, ma dentro son pieni d’ossami di morti, e d’ogni bruttura. (I) Matteo 23:28 Così ancora voi apparite giusti di fuori agli uomini; ma dentro, siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità. (I) Matteo 23:29 Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti! perciocchè voi edificate i sepolcri de’ profeti, e adornate i monumenti de’ giusti; e dite: (I) Matteo 23:30 Se noi fossimo stati a’ dì de’ padri nostri, non saremmo già stati lor compagni nell’uccisione de’ profeti. (I) Matteo 23:31 Talchè voi testimoniate contro a voi stessi, che siete figliuoli di coloro che uccisero i profeti. (I) Matteo 23:32 Voi ancora empiete pur la misura de’ vostri padri. (I) Matteo 23:33 Serpenti, progenie di vipere! come fuggirete dal giudizio della geenna? (I) Matteo 23:34 Perciò, ecco, io vi mando de’ profeti, e de’ savi, e degli Scribi; e di loro ne ucciderete e crocifiggerete alcuni, altri ne flagellerete nelle vostre raunanze, e li perseguiterete di città in città. (I) Matteo 23:35 Acciocchè vi venga addosso tutto il sangue giusto sparso in terra, dal sangue del giusto Abele, infino al sangue di Zaccaria, figliuol di Barachia, il qual voi uccideste fra il tempio e l’altare. (I) Matteo 23:36 Io vi dico in verità, che tutte queste cose verranno sopra questa generazione. (I) Matteo 23:37 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti, e lapidi coloro che ti son mandati! quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figliuoli, nella maniera che la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ale, e voi non avete voluto! (I) Matteo 23:38 Ecco, la vostra casa vi è lasciata deserta. (I) Matteo 23:39 Perciocchè io vi dico, che da ora innanzi voi non mi vedrete, finchè diciate: Benedetto colui che viene nel nome del Signore. (I) Matteo 24:1 E GESÙ, essendo uscito, se ne andava fuor del tempio; e i discepoli gli si accostarono, per mostrargli gli edifici del tempio. (I) Matteo 24:2 Ma Gesù disse loro: Non vedete voi tutte queste cose? Io vi dico in verità, che non sarà qui lasciata pietra sopra pietra che non sia diroccata. (I) Matteo 24:3 Poi, essendosi egli posto a sedere sopra il monte degli Ulivi, i discepoli gli si accostarono da parte, dicendo: Dicci, quando avverranno queste cose? e qual sarà il segno della tua venuta, e della fin del mondo? (I) Matteo 24:4 E Gesù, rispondendo, disse loro: Guardatevi che niun vi seduca. (I) Matteo 24:5 Perciocchè molti verranno sotto il mio nome, dicendo: Io sono il Cristo; e ne sedurranno molti. (I) Matteo 24:6 Or voi udirete guerre, e romori di guerre; guardatevi, non vi turbate; perciocchè conviene che tutte queste cose avvengano; ma non sarà ancor la fine. (I) Matteo 24:7 Perciocchè una gente si leverà contro all’altra; ed un regno contro all’altro; e vi saranno pestilenze, e fami, e tremoti in ogni luogo. (I) Matteo 24:8 Ma tutte queste cose saranno sol principio di dolori. (I) Matteo 24:9 Allora vi metteranno nelle mani altrui, per essere afflitti, e vi uccideranno; e sarete odiati da tutte le genti per lo mio nome. (I) Matteo 24:10 Ed allora molti si scandalezzeranno, e si tradiranno, e odieranno l’un l’altro. (I) Matteo 24:11 E molti falsi profeti sorgeranno, e ne sedurranno molti. (I) Matteo 24:12 E perciocchè l’iniquità sarà moltiplicata, la carità di molti si raffredderà. (I) Matteo 24:13 Ma chi sarà perseverato infino al fine sarà salvato. (I) Matteo 24:14 E questo evangelo del regno sarà predicato in tutto il mondo, in testimonianza a tutte le genti; ed allora verrà la fine. (I) Matteo 24:15 QUANDO adunque avrete veduta l’abominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta Daniele, posta nel luogo santo chi legge pongavi mente; (I) Matteo 24:16 allora coloro che saranno nella Giudea fuggansene sopra i monti. (I) Matteo 24:17 Chi sarà sopra il tetto della casa non iscenda, per toglier cosa alcuna di casa sua. (I) Matteo 24:18 E chi sarà nella campagna non torni addietro, per toglier la sua vesta. (I) Matteo 24:19 Or guai alle gravide, ed a quelle che latteranno in que’ dì! (I) Matteo 24:20 E pregate che la vostra fuga non sia di verno, nè in giorno di sabato; (I) Matteo 24:21 perciocchè allora vi sarà grande afflizione, qual non fu giammai, dal principio del mondo infino ad ora; ed anche giammai più non sarà. (I) Matteo 24:22 E se que’ giorni non fossero abbreviati, niuna carne scamperebbe; ma per gli eletti que’ giorni saranno abbreviati. (I) Matteo 24:23 ALLORA, se alcuno vi dice: Ecco, il Cristo è qui, o là, nol crediate. (I) Matteo 24:24 Perciocchè falsi cristi, e falsi profeti sorgeranno, e faranno gran segni, e miracoli; talchè sedurrebbero, se fosse possibile, eziandio gli eletti. (I) Matteo 24:25 Ecco, io ve l’ho predetto. Se dunque vi dicono: Ecco, egli è nel deserto, non vi andate; (I) Matteo 24:26 ecco, egli è nelle camerette segrete, nol crediate. (I) Matteo 24:27 Perciocchè, siccome il lampo esce di Levante, ed apparisce fino in Ponente, tale ancora sarà la venuta del Figliuol dell’uomo. (I) Matteo 24:28 Perciocchè dovunque sarà il carname, quivi si accoglieranno le aquile. (I) Matteo 24:29 Ora, subito dopo l’afflizione di quei giorni, il sole scurerà, e la luna non darà il suo splendore, e le stelle caderanno dal cielo, e le potenze de’ cieli saranno scrollate. (I) Matteo 24:30 Ed allora apparirà il segno del Figliuol dell’uomo, nel cielo; allora ancora tutte le nazioni della terra faranno cordoglio, e vedranno il Figliuol dell’uomo venir sopra le nuvole del cielo, con potenza, e gran gloria. (I) Matteo 24:31 Ed egli manderà i suoi angeli, con tromba, e gran grido; ed essi raccoglieranno i suoi eletti da’ quattro venti, dall’un de’ capi del cielo infino all’altro. (I) Matteo 24:32 Ora imparate dal fico questa similitudine: Quando già i suoi rami sono in succhio, e le frondi germogliano, voi sapete che la state è vicina; (I) Matteo 24:33 così ancora voi, quando avrete vedute tutte queste cose, sappiate ch’egli è vicino, in su la porta. (I) Matteo 24:34 Io vi dico in verità, che questa età non passerà, finchè tutte queste cose non sieno avvenute. (I) Matteo 24:35 Il cielo e la terra trapasseranno, ma le mie parole non trapasseranno. (I) Matteo 24:36 MA quant’è a quel giorno, e a quell’ora, niuno la sa, non pur gli angeli de’ cieli; ma il mio Padre solo. (I) Matteo 24:37 Ora, come erano i giorni di Noè, così ancora sarà la venuta del Figliuol dell’uomo. (I) Matteo 24:38 Perciocchè, siccome gli uomini erano, a’ dì che furono avanti il diluvio, mangiando e bevendo, prendendo e dando mogli, sino al giorno che Noè entrò nell’arca; (I) Matteo 24:39 e non si avvidero di nulla, finchè venne il diluvio e li portò tutti via; così ancora sarà la venuta del Figliuol dell’uomo. (I) Matteo 24:40 Allora due saranno nella campagna; l’uno sarà preso, e l’altro lasciato. (I) Matteo 24:41 Due donne macineranno nel mulino; l’una sarà presa, e l’altra lasciata. (I) Matteo 24:42 Vegliate adunque, perciocchè voi non sapete a qual’ora il vostro Signore verrà. (I) Matteo 24:43 Ma sappiate ciò, che se il padre di famiglia sapesse a qual vigilia della notte il ladro deve venire, egli veglierebbe, e non lascerebbe sconficcar la sua casa. (I) Matteo 24:44 Perciò, voi ancora siate presti; perciocchè, nell’ora che non pensate, il Figliuol dell’uomo verrà. (I) Matteo 24:45 QUALE è pur quel servitor leale, ed avveduto, il quale il suo signore abbia costituito sopra i suoi famigliari, per dar loro il nutrimento al suo tempo? (I) Matteo 24:46 Beato quel servitore, il quale il suo signore, quando egli verrà, troverà facendo così. (I) Matteo 24:47 Io vi dico in verità, ch’egli lo costituirà sopra tutti i suoi beni. (I) Matteo 24:48 Ma, se quel servitore, essendo malvagio, dice nel cuor suo: Il mio signore mette indugio a venire; (I) Matteo 24:49 e prende a battere i suoi conservi, ed a mangiare, ed a bere con gli ubbriachi; (I) Matteo 24:50 il signor di quel servitore verrà, nel giorno ch’egli non l’aspetta, e nell’ora ch’egli non sa; (I) Matteo 24:51 e lo riciderà, e metterà la sua parte con gl’ipocriti. Ivi sarà il pianto, e lo stridor de’ denti. (I) Matteo 25:1 ALLORA il regno de’ cieli sarà simile a dieci vergini, le quali, prese le lor lampane, uscirono fuori incontro allo sposo. (I) Matteo 25:2 Or cinque d’esse erano avvedute, e cinque pazze. (I) Matteo 25:3 Le pazze, prendendo le lor lampane, non aveano preso seco dell’olio; (I) Matteo 25:4 ma le avvedute aveano, insieme con le lor lampane, preso seco dell’olio ne’ loro vasi. (I) Matteo 25:5 Ora, tardando lo sposo, tutte divennero sonnacchiose, e si addormentarono. (I) Matteo 25:6 E in su la mezza notte si fece un grido: Ecco, lo sposo viene, uscitegli incontro. (I) Matteo 25:7 Allora tutte quelle vergini si destarono, ed acconciarono le lor lampane. (I) Matteo 25:8 E le pazze dissero alle avvedute: Dateci dell’olio vostro, perciocchè le nostre lampane si spengono. (I) Matteo 25:9 Ma le avvedute risposero, e dissero: Noi nol faremo; che talora non ve ne sia assai per noi, e per voi; andate più tosto a coloro che lo vendono, e compratene. (I) Matteo 25:10 Ora, mentre quelle andavano a comprarne, venne lo sposo; e quelle ch’erano apparecchiate entrarono con lui nelle nozze; e la porta fu serrata. (I) Matteo 25:11 Poi appresso, vennero anche le altre vergini, dicendo: Signore, signore, aprici. (I) Matteo 25:12 Ma egli rispondendo, disse: Io vi dico in verità, che io non vi conosco. (I) Matteo 25:13 Vegliate adunque, poichè non sapete nè il giorno, nè l’ora, che il Figliuol dell’uomo verrà. (I) Matteo 25:14 PERCIOCCHÈ egli è come un uomo, il quale, andando fuori in viaggio, chiamò i suoi servitori, e diede loro in mano i suoi beni. (I) Matteo 25:15 Ed all’uno diede cinque talenti, ed all’altro due, ed all’altro uno: a ciascuno secondo la sua capacità; e subito si partì. (I) Matteo 25:16 Or colui che avea ricevuti i cinque talenti andò, e trafficò con essi, e ne guadagnò altri cinque. (I) Matteo 25:17 Parimente ancora colui che avea ricevuti i due ne guadagnò altri due. (I) Matteo 25:18 Ma colui che ne avea ricevuto uno andò, e fece una buca in terra, e nascose i danari del suo signore. (I) Matteo 25:19 Ora, lungo tempo appresso, venne il signore di que’ servitori, e fece ragion con loro. (I) Matteo 25:20 E colui che avea ricevuti i cinque talenti venne, e ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, tu mi desti in mano cinque talenti; ecco, sopra quelli ne ho guadagnati altri cinque. (I) Matteo 25:21 E il suo signore gli disse: Bene sta, buono e fedel servitore; tu sei stato leale in poca cosa; io ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo signore. (I) Matteo 25:22 Poi, venne anche colui che avea ricevuti i due talenti, e disse: Signore, tu mi desti in mano due talenti; ecco, sopra quelli ne ho guadagnati altri due. (I) Matteo 25:23 Il suo signore gli disse: Bene sta, buono e fedel servitore; tu sei stato leale in poca cosa; io ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo signore. (I) Matteo 25:24 Poi, venne ancora colui che avea ricevuto un sol talento, e disse: Signore, io conosceva che tu sei uomo aspro, che mieti ove non hai seminato, e ricogli ove non hai sparso; (I) Matteo 25:25 laonde io temetti, e andai, e nascosi il tuo talento in terra; ecco, tu hai il tuo. (I) Matteo 25:26 E il suo signore, rispondendo, gli disse: Malvagio e negligente servitore, tu sapevi che io mieto ove non ho seminato e ricolgo ove non ho sparso; (I) Matteo 25:27 perciò ei ti si conveniva mettere i miei danari in man di banchieri; e quando io sarei venuto, avrei riscosso il mio con frutto. (I) Matteo 25:28 Toglietegli adunque il talento, e datelo a colui che ha i dieci talenti. (I) Matteo 25:29 Perciocchè, a chiunque ha, sarà dato, ed egli soprabbonderà; ma chi non ha, eziandio quel ch’egli ha, gli sarà tolto. (I) Matteo 25:30 E cacciate il servitor disutile nelle tenebre di fuori. Ivi sarà il pianto, e lo stridor de’ denti. (I) Matteo 25:31 ORA, quando il Figliuol dell’uomo sarà venuto nella sua gloria con tutti i santi angeli, allora egli sederà sopra il trono della sua gloria. (I) Matteo 25:32 E tutte le genti saranno radunate davanti a lui; ed egli separerà gli uomini gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore da’ capretti. (I) Matteo 25:33 E metterà le pecore alla sua destra, e i capretti alla sinistra. (I) Matteo 25:34 Allora il Re dirà a coloro che saranno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio; eredate il regno che vi è stato preparato fino dalla fondazion del mondo. (I) Matteo 25:35 Perciocchè io ebbi fame, e voi mi deste a mangiare; io ebbi sete, e voi mi deste a bere; io fui forestiere, e voi mi accoglieste. (I) Matteo 25:36 Io fui ignudo, e voi mi rivestiste; io fui infermo, e voi mi visitaste; io fui in prigione, e voi veniste a me. (I) Matteo 25:37 Allora i giusti gli risponderanno, dicendo: Signore, quando ti abbiam noi veduto aver fame, e ti abbiam dato a mangiare? ovvero, aver sete, e ti abbiam dato a bere? (I) Matteo 25:38 E quando ti abbiam veduto forestiere, e ti abbiamo accolto? o ignudo, e ti abbiam rivestito? (I) Matteo 25:39 E quando ti abbiam veduto infermo, o in prigione, e siamo venuti a te? (I) Matteo 25:40 E il Re, rispondendo, dirà loro: Io vi dico in verità, che in quanto l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, voi l’avete fatto a me. (I) Matteo 25:41 Allora egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, ch’è preparato al diavolo, ed a’ suoi angeli. (I) Matteo 25:42 Perciocchè io ebbi fame, e voi non mi deste a mangiare; ebbi sete, e non mi deste a bere. (I) Matteo 25:43 Io fui forestiere, e non mi accoglieste; ignudo, e non mi rivestiste; infermo, ed in prigione, e non mi visitaste. (I) Matteo 25:44 Allora quelli ancora gli risponderanno, dicendo: Signore, quando ti abbiam veduto aver fame, o sete, o esser forestiere, o ignudo, o infermo, o in prigione, e non ti abbiam sovvenuto? (I) Matteo 25:45 Allora egli risponderà loro, dicendo: Io vi dico in verità, che in quanto non l’avete fatto ad uno di questi minimi, nè anche l’avete fatto a me. (I) Matteo 25:46 E questi andranno alle pene eterne, e i giusti nella vita eterna. (I) Matteo 26:1 ED avvenne che, quando Gesù ebbe finiti tutti questi ragionamenti, disse a’ suoi discepoli: (I) Matteo 26:2 Voi sapete che fra due giorni è la pasqua; e il Figliuol dell’uomo sarà dato in mano del magistrato, per essere crocifisso. (I) Matteo 26:3 Allora si raunarono i principali sacerdoti, e gli Scribi, e gli anziani del popolo, nella corte del sommo sacerdote, detto Caiafa; (I) Matteo 26:4 e presero insieme consiglio di pigliar Gesù con inganno, e di farlo morire. (I) Matteo 26:5 Ma dicevano: Non convien farlo nella festa; acciocchè non si faccia tumulto fra il popolo. (I) Matteo 26:6 ORA, essendo Gesù in Betania, in casa di Simone lebbroso, (I) Matteo 26:7 era venuta a lui una donna, avendo un alberello d’olio odorifero di gran prezzo; ed ella l’avea sparso sopra il capo di Cristo, mentre era a tavola. (I) Matteo 26:8 E i suoi discepoli, avendo ciò veduto, furono indegnati, dicendo: A che far questa perdita? (I) Matteo 26:9 Poichè quest’olio si sarebbe potuto vendere un gran prezzo, e quello darsi a’ poveri. (I) Matteo 26:10 Ma Gesù, conosciuto ciò, disse loro: Perchè date voi noia a questa donna? poichè ella ha fatta una buona opera inverso me. (I) Matteo 26:11 Perciocchè sempre avete i poveri con voi; ma me non mi avete sempre. (I) Matteo 26:12 Poichè costei, versando quest’olio sopra il mio corpo, l’ha fatto per imbalsamarmi. (I) Matteo 26:13 Io vi dico in verità, che dovunque sarà predicato quest’evangelo, in tutto il mondo, si racconterà eziandio ciò che costei ha fatto, in memoria di lei. (I) Matteo 26:14 ALLORA uno de’ dodici, detto Giuda Iscariot, andò a’ principali sacerdoti, e disse loro: (I) Matteo 26:15 Che mi volete dare, ed io ve lo darò nelle mani? Ed essi gli pesarono trenta sicli d’argento. (I) Matteo 26:16 E da quell’ora egli cercava opportunità di tradirlo. (I) Matteo 26:17 OR nel primo giorno degli azzimi, i discepoli vennero a Gesù, dicendogli: Ove vuoi che noi ti apparecchiamo da mangiar la pasqua? (I) Matteo 26:18 Ed egli disse: Andate nella città ad un tale, e ditegli: Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; io farò la pasqua in casa tua, coi miei discepoli. (I) Matteo 26:19 E i discepoli fecero come Gesù avea loro ordinato, ed apparecchiarono la pasqua. (I) Matteo 26:20 E quando fu sera, egli si mise a tavola co’ dodici. (I) Matteo 26:21 E mentre mangiavano, disse: Io vi dico in verità, che un di voi mi tradirà. (I) Matteo 26:22 Ed essendone eglino grandemente attristati, ciascun di loro prese a dirgli: Son io desso, Signore? (I) Matteo 26:23 Ed egli, rispondendo, disse: Colui che intinge con la mano meco nel piatto mi tradirà. (I) Matteo 26:24 Il Figliuol dell’uomo certo se ne va, secondo ch’è scritto di lui; ma, guai a quell’uomo per lo quale il Figliuol dell’uomo è tradito! meglio sarebbe stato per lui di non esser mai nato. (I) Matteo 26:25 E Giuda che lo tradiva prese a dire: Maestro, son io desso? Egli gli disse: Tu l’hai detto. (I) Matteo 26:26 Ora, mentre mangiavano, Gesù, preso il pane, e fatta la benedizione, lo ruppe, e lo diede a’ discepoli, e disse: Prendete, mangiate; quest’è il mio corpo. (I) Matteo 26:27 Poi, preso il calice, e rendute le grazie, lo diede loro, dicendo: Bevetene tutti. (I) Matteo 26:28 Perciocchè quest’è il mio sangue, ch’è il sangue del nuovo patto, il quale è sparso per molti, in remission de’ peccati. (I) Matteo 26:29 Or io vi dico, che da ora io non berrò più di questo frutto della vigna, fino a quel giorno che io lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio. (I) Matteo 26:30 E DOPO ch’ebbero cantato l’inno, se ne uscirono al monte degli Ulivi. (I) Matteo 26:31 Allora Gesù disse loro: Voi tutti sarete scandalezzati in me questa notte; perciocchè egli è scritto: Io percoterò il Pastore, e le pecore della greggia saranno disperse. (I) Matteo 26:32 Ma, dopo che io sarò risuscitato, andrò dinanzi a voi in Galilea. (I) Matteo 26:33 Ma Pietro, rispondendo, gli disse: Avvegnachè tutti sieno scandalezzati in te, io non sarò giammai scandalezzato. (I) Matteo 26:34 Gesù gli disse: Io ti dico in verità, che questa stessa notte, innanzi che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte. (I) Matteo 26:35 Pietro gli disse: Benchè mi convenisse morir teco, non però ti rinnegherò. Il simigliante dissero eziandio tutti i discepoli. (I) Matteo 26:36 ALLORA Gesù venne con loro in una villa, detta Ghetsemane, e disse a’ discepoli: Sedete qui, finchè io sia andato là, ed abbia orato. (I) Matteo 26:37 E preso seco Pietro, e i due figliuoli di Zebedeo, cominciò ad esser contristato, e gravemente angosciato. (I) Matteo 26:38 Allora egli disse loro: L’anima mia è occupata di tristizia infino alla morte; dimorate qui, e vegliate meco. (I) Matteo 26:39 E andato un poco innanzi, si gettò sopra la sua faccia, orando, e dicendo: Padre mio, se egli è possibile, trapassi da me questo calice; ma pure, non come io voglio, ma come tu vuoi. (I) Matteo 26:40 Poi venne a’ discepoli, e li trovò che dormivano, e disse a Pietro: Così non avete potuto vegliar pure un’ora meco? (I) Matteo 26:41 Vegliate, ed orate, che non entriate in tentazione; perciocchè lo spirito è pronto, ma la carne è debole. (I) Matteo 26:42 Di nuovo, la seconda volta, egli andò, ed orò, dicendo: Padre mio, se egli non è possibile che questo calice trapassi da me, che io nol beva, la tua volontà sia fatta. (I) Matteo 26:43 Poi, essendo di nuovo venuto, li trovò che dormivano; perciocchè i loro occhi erano aggravati. (I) Matteo 26:44 E, lasciatili, andò di nuovo, ed orò la terza volta, dicendo le medesime parole. (I) Matteo 26:45 Allora egli venne a’ suoi discepoli, e disse loro: Dormite pure da ora innanzi, e riposatevi; ecco, l’ora è giunta, e il Figliuol dell’uomo è dato nelle mani dei peccatori. (I) Matteo 26:46 Levatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino. (I) Matteo 26:47 E MENTRE egli parlava ancora, ecco, Giuda, uno de’ dodici, venne, e con lui un grande stuolo, con ispade, ed aste, mandato da’ principali sacerdoti, e dagli anziani del popolo. (I) Matteo 26:48 Or colui che lo tradiva avea loro dato un segnale, dicendo: Colui il quale io avrò baciato è desso; pigliatelo. (I) Matteo 26:49 E in quello stante, accostatosi a Gesù, gli disse: Bene stii, Maestro; e baciollo. (I) Matteo 26:50 E Gesù gli disse: Amico, a che far sei tu qui? Allora coloro, accostatisi a Gesù, gli posero le mani addosso, e lo presero. (I) Matteo 26:51 Ed ecco, un di coloro ch’erano con Gesù, distesa la mano, trasse fuori la spada, e percosse il servitore del sommo sacerdote, e gli spiccò l’orecchio. (I) Matteo 26:52 Allora Gesù gli disse: Riponi la tua spada nel suo luogo; perciocchè tutti coloro che avranno presa la spada, periranno per la spada. (I) Matteo 26:53 Pensi tu forse che io non potessi ora pregare il Padre mio, il qual mi manderebbe subito più di dodici legioni d’angeli? (I) Matteo 26:54 Come dunque sarebbero adempiute le Scritture, le quali dicono che conviene che così avvenga? (I) Matteo 26:55 In quella stessa ora Gesù disse alle turbe: Voi siete usciti con ispade e con aste, come contro a un ladrone, per prendermi; io tuttodì sedeva appresso di voi, insegnando nel tempio; e voi non mi avete preso. (I) Matteo 26:56 Ma tutto ciò è avvenuto, acciocchè le Scritture de’ profeti fossero adempiute. Allora tutti i discepoli, lasciatolo, se ne fuggirono. (I) Matteo 26:57 OR coloro che aveano preso Gesù lo menarono a Caiafa, sommo sacerdote, ove gli Scribi e gli anziani erano raunati. (I) Matteo 26:58 E Pietro lo seguitava da lungi infino alla corte del sommo sacerdote; ed entrato dentro, si pose a seder co’ sergenti, per veder la fine. (I) Matteo 26:59 Or i principali sacerdoti, e gli anziani, e tutto il concistoro, cercavano qualche falsa testimonianza contro a Gesù, per farlo morire; (I) Matteo 26:60 ma non ne trovarono alcuna; eziandio dopo che molti falsi testimoni si furono fatti avanti, non ne trovavano però, alcuna; ma, alla fine, vennero due falsi testimoni; (I) Matteo 26:61 i quali dissero: Costui ha detto: Io posso disfare il tempio di Dio, e infra tre giorni riedificarlo. (I) Matteo 26:62 Allora il sommo sacerdote, levatosi, gli disse: Non rispondi tu nulla? che testimoniano costoro contro a te? (I) Matteo 26:63 Ma Gesù taceva. E il sommo sacerdote replicò, e gli disse: Io ti scongiuro per l’Iddio vivente, che tu ci dica se tu sei il Cristo, il Figliuol di Dio. (I) Matteo 26:64 Gesù gli disse: Tu l’hai detto. Anzi io vi dico, che da ora innanzi voi vedrete il Figliuol dell’uomo sedere alla destra della Potenza, e venir sopra le nuvole del cielo. (I) Matteo 26:65 Allora il sommo sacerdote stracciò i suoi vestimenti, dicendo: Egli ha bestemmiato; che abbiamo noi più bisogno di testimoni? ecco, ora voi avete udita la sua bestemmia. (I) Matteo 26:66 Che vi par egli? Ed essi, rispondendo, dissero: Egli è reo di morte. (I) Matteo 26:67 Allora gli sputarono nel viso, e gli diedero delle guanciate; ed altri gli diedero delle bacchettate, (I) Matteo 26:68 dicendo: O Cristo, indovinaci chi ti ha percosso. (I) Matteo 26:69 OR Pietro sedeva di fuori nella corte; ed una fanticella si accostò a lui, dicendo: Anche tu eri con Gesù il Galileo. (I) Matteo 26:70 Ma egli lo negò davanti a tutti, dicendo: Io non so ciò che tu ti dici. (I) Matteo 26:71 E, come egli fu uscito fuori all’antiporto, un’altra lo vide, e disse a coloro ch’erano quivi: Anche costui era con Gesù il Nazareo. (I) Matteo 26:72 Ma egli di nuovo lo negò con giuramento, dicendo: Io non conosco quell’uomo. (I) Matteo 26:73 E poco appresso, quelli ch’erano presenti, accostatisi, dissero a Pietro: Di vero anche tu sei di quelli; perciocchè la tua favella ti fa manifesto. (I) Matteo 26:74 Allora egli cominciò a maledirsi, ed a giurare, dicendo: Io non conosco quell’uomo. E in quello stante il gallo cantò. (I) Matteo 26:75 Allora Pietro si ricordò della parola di Gesù, il quale gli avea detto: Innanzi che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte. Ed egli uscì, e pianse amaramente. (I) Matteo 27:1 POI, venuta la mattina, tutti i principali sacerdoti, e gli anziani del popolo, tenner consiglio contro a Gesù per farlo morire. (I) Matteo 27:2 E, legatolo, lo menarono, e misero nelle mani di Ponzio Pilato governatore. (I) Matteo 27:3 Allora Giuda, che l’avea tradito, vedendo ch’egli era stato condannato, si pentì, e tornò i trenta sicli d’argento a’ principali sacerdoti, ed agli anziani, dicendo: (I) Matteo 27:4 Io ho peccato, tradendo il sangue innocente. Ma essi dissero: Che tocca questo a noi? pensavi tu. (I) Matteo 27:5 Ed egli, gettati i sicli d’argento nel tempio, si ritrasse, e se ne andò, e si strangolò. (I) Matteo 27:6 E i principali sacerdoti presero quei denari, e dissero: Ei non è lecito di metterli nel tesoro del tempio; poichè sono prezzo di sangue. (I) Matteo 27:7 E, preso consiglio, comperarono di quelli il campo del vasellaio, per luogo di sepoltura agli stranieri. (I) Matteo 27:8 Perciò, quel campo è stato, infino al dì d’oggi, chiamato: Campo di sangue. (I) Matteo 27:9 Allora si adempiè ciò che fu detto dal profeta Geremia, dicendo: Ed io presi i trenta sicli d’argento, il prezzo di colui che è stato apprezzato, il quale hanno apprezzato d’infra i figliuoli d’Israele; (I) Matteo 27:10 e li diedi, per comperare il campo del vasellaio, secondo che il Signore mi avea ordinato. (I) Matteo 27:11 OR Gesù comparve davanti al governatore; e il governatore lo domandò, dicendo: Sei tu il Re de’ Giudei? E Gesù gli disse: Tu il dici. (I) Matteo 27:12 Ed essendo egli accusato da’ principali sacerdoti, e dagli anziani, non rispose nulla. (I) Matteo 27:13 Allora Pilato gli disse: Non odi tu quante cose testimoniano contro a te? (I) Matteo 27:14 Ma egli non gli rispose a nulla; talchè il governatore si maravigliava grandemente. (I) Matteo 27:15 Or il governatore soleva ogni festa liberare un prigione alla moltitudine, quale ella voleva. (I) Matteo 27:16 E allora aveano un prigione segnalato, detto Barabba. (I) Matteo 27:17 Essendo essi adunque raunati, Pilato disse loro: Qual volete che io vi liberi, Barabba ovvero Gesù, detto Cristo? (I) Matteo 27:18 Perciocchè egli sapeva che glielo aveano messo nelle mani per invidia. (I) Matteo 27:19 Ora, sedendo egli in sul tribunale, la sua moglie gli mandò a dire: Non aver da far nulla con quel giusto, perciocchè io ho sofferto oggi molto per lui in sogno. (I) Matteo 27:20 Ma i principali sacerdoti, e gli anziani, persuasero le turbe che chiedessero Barabba, e che facessero morir Gesù. (I) Matteo 27:21 E il governatore, replicando, disse loro: Qual de’ due volete che io vi liberi? Ed essi dissero: Barabba. (I) Matteo 27:22 Pilato disse loro: Che farò dunque di Gesù, detto Cristo? Tutti gli dissero: Sia crocifisso. (I) Matteo 27:23 E il governatore disse: Ma pure che male ha egli fatto? Ed essi vie più gridavano, dicendo: Sia crocifisso. (I) Matteo 27:24 E Pilato, vedendo che non profittava nulla, anzi, che si sollevava un tumulto, prese dell’acqua, e si lavò le mani nel cospetto della moltitudine, dicendo: Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensatevi voi. (I) Matteo 27:25 E tutto il popolo, rispondendo, disse: Sia il suo sangue sopra noi, e sopra i nostri figliuoli. (I) Matteo 27:26 Allora egli liberò loro Barabba; e dopo aver flagellato Gesù, lo diede loro nelle mani, acciocchè fosse crocifisso. (I) Matteo 27:27 Allora i soldati del governatore, avendo tratto Gesù dentro al pretorio, raunarono attorno a lui tutta la schiera. (I) Matteo 27:28 E, spogliatolo, gli misero attorno un saio di scarlatto. (I) Matteo 27:29 E, contesta una corona di spine, gliela misero sopra il capo, ed una canna nella man destra; e, inginocchiatiglisi davanti, lo beffavano, dicendo: Ben ti sia, o Re de’ Giudei. (I) Matteo 27:30 Poi, sputatogli addosso, presero la canna, e gliene percotevano il capo. (I) Matteo 27:31 E, dopo che l’ebbero schernito, lo spogliarono di quel saio, e lo rivestirono de’ suoi vestimenti; poi lo menarono a crocifiggere. (I) Matteo 27:32 ORA, uscendo, trovarono un Cireneo, chiamato per nome Simone, il quale angariarono a portar la croce di Gesù. (I) Matteo 27:33 E, venuti nel luogo detto Golgota, che vuol dire: Il luogo del teschio; (I) Matteo 27:34 gli diedero a bere dell’aceto mescolato con fiele; ma egli avendolo gustato, non volle berne. (I) Matteo 27:35 Poi, avendolo crocifisso, spartirono i suoi vestimenti, tirando la sorte; acciocchè fosse adempiuto ciò che fu detto dal profeta: Hanno spartiti fra loro i miei vestimenti, ed hanno tratta la sorte sopra la mia veste. (I) Matteo 27:36 E, postisi a sedere, lo guardavano quivi. (I) Matteo 27:37 Gli posero ancora, di sopra al capo, il maleficio che gli era apposto, scritto in questa maniera: COSTUI È GESÙ, IL RE DE’ GIUDEI. (I) Matteo 27:38 Allora furono crocifissi con lui due ladroni: l’uno a destra, l’altro a sinistra. (I) Matteo 27:39 E coloro che passavano ivi presso, l’ingiuriavano, scotendo il capo; e dicendo: (I) Matteo 27:40 Tu che disfai il tempio, e in tre giorni lo riedifichi, salva te stesso; se sei Figliuolo di Dio, scendi giù di croce. (I) Matteo 27:41 Simigliantemente ancora i principali sacerdoti, con gli Scribi, e gli anziani, e Farisei, facendosi beffe, dicevano: (I) Matteo 27:42 Egli ha salvati gli altri, e non può salvare sè stesso; se egli è il re d’Israele, scenda ora giù di croce, e noi crederemo in lui. (I) Matteo 27:43 Egli si è confidato in Dio; liberilo ora, se pur lo gradisce; poichè egli ha detto: Io son Figliuolo di Dio. (I) Matteo 27:44 Lo stesso gli rimproveravano ancora i ladroni, ch’erano stati crocifissi con lui. (I) Matteo 27:45 Ora, dalle sei ore si fecero tenebre sopra tutta la terra, insino alle nove. (I) Matteo 27:46 E intorno alle nove, Gesù gridò con gran voce, dicendo: Eli, Eli, lamma sabactani? cioè: Dio mio, Dio mio, perchè mi hai lasciato? (I) Matteo 27:47 Ed alcuni di coloro ch’erano ivi presenti, udito ciò, dicevano: Costui chiama Elia. (I) Matteo 27:48 E in quello stante un di loro corse, e prese una spugna, e l’empiè d’aceto; e messala intorno ad una canna, gli diè da bere. (I) Matteo 27:49 E gli altri dicevano: Lascia, vediamo se Elia verrà a salvarlo. (I) Matteo 27:50 E Gesù, avendo di nuovo gridato con gran voce, rendè lo spirito. (I) Matteo 27:51 Ed ecco, la cortina del tempio si fendè in due, da cima a fondo; e la terra tremò, e le pietre si schiantarono; (I) Matteo 27:52 e i monumenti furono aperti e molti corpi de’ santi, che dormivano, risuscitarono. (I) Matteo 27:53 E quelli, essendo usciti de’ monumenti dopo la risurrezion di Gesù, entrarono nella santa città, ed apparvero a molti. (I) Matteo 27:54 Ora il centurione, e coloro ch’erano con lui, guardando Gesù, veduto il tremoto, e le cose avvenute, temettero grandemente, dicendo: Veramente costui era Figliuol di Dio. (I) Matteo 27:55 Or quivi erano molte donne, riguardando da lontano, le quali aveano seguitato Gesù da Galilea, ministrandogli; (I) Matteo 27:56 fra le quali era Maria Maddalena, e Maria madre di Giacomo e di Iose; e la madre de’ figliuoli di Zebedeo. (I) Matteo 27:57 POI, in su la sera, venne un uomo ricco di Arimatea, chiamato per nome Giuseppe, il quale era stato anch’egli discepolo di Gesù. (I) Matteo 27:58 Costui venne a Pilato, e chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che il corpo gli fosse reso. (I) Matteo 27:59 E Giuseppe, preso il corpo, lo involse in un lenzuolo netto. (I) Matteo 27:60 E lo pose nel suo monumento nuovo, il quale egli avea fatto tagliar nella roccia; ed avendo rotolato una gran pietra in su l’apertura del monumento, se ne andò. (I) Matteo 27:61 Or Maria Maddalena, e l’altra Maria, erano quivi, sedendo di rincontro al sepolcro. (I) Matteo 27:62 E il giorno seguente, ch’era il giorno d’appresso la preparazione, i principali sacerdoti, e i Farisei si raunarono appresso di Pilato, (I) Matteo 27:63 dicendo: Signore, ei ci ricorda che quel seduttore, mentre viveva ancora, disse: Io risusciterò infra tre giorni. (I) Matteo 27:64 Ordina adunque che il sepolcro sia sicuramente guardato, fino al terzo giorno; che talora i suoi discepoli non vengano di notte, e nol rubino, e dicano al popolo: Egli è risuscitato dai morti; onde l’ultimo inganno sia peggiore del primiero. (I) Matteo 27:65 Ma Pilato disse loro: Voi avete la guardia; andate, assicuratelo come l’intendete. (I) Matteo 27:66 Essi adunque, andati, assicurarono il sepolcro, suggellando la pietra, oltre la guardia. (I) Matteo 28:1 ORA, finita la settimana, quando il primo giorno della settimana cominciava a schiarire, Maria Maddalena, e l’altra Maria, vennero a vedere il sepolcro. (I) Matteo 28:2 Ed ecco, si fece un gran tremoto, perciocchè un angelo del Signore, sceso dal cielo, venne, e rotolò la pietra dall’apertura del sepolcro, e si pose a seder sopra essa. (I) Matteo 28:3 E il suo aspetto era come un folgore, e il suo vestimento era bianco come neve. (I) Matteo 28:4 E per timor d’esso, le guardie tremarono, e divennero come morti. (I) Matteo 28:5 Ma l’angelo fece motto alle donne, e disse loro: Voi, non temiate; perciocchè io so che cercate Gesù, il quale è stato crocifisso. (I) Matteo 28:6 Egli non è qui, perciocchè egli è risuscitato, come egli avea detto; venite, vedete il luogo dove il Signore giaceva. (I) Matteo 28:7 E andate prestamente, e dite a’ suoi discepoli ch’egli è risuscitato dai morti; ed ecco, egli va innanzi a voi in Galilea; quivi lo vedrete; ecco, io ve l’ho detto. (I) Matteo 28:8 Esse adunque uscirono prestamente del monumento, con ispavento, ed allegrezza grande; e corsero a rapportar la cosa a’ discepoli di esso. (I) Matteo 28:9 Ed ecco, Gesù venne loro incontro, dicendo: Ben vi sia. Ed esse, accostatesi gli presero i piedi, e l’adorarono. (I) Matteo 28:10 Allora Gesù disse loro: Non temiate; andate, rapportate a’ miei fratelli, che vadano in Galilea, e che quivi mi vedranno. (I) Matteo 28:11 E MENTRE esse andavano, ecco, alcuni della guardia vennero nella città, e rapportarono a’ principali sacerdoti tutte le cose ch’erano avvenute. (I) Matteo 28:12 Ed essi, raunatisi con gli anziani, presero consiglio di dar buona somma di danari a’ soldati, (I) Matteo 28:13 dicendo: Dite: I suoi discepoli son venuti di notte, e l’han rubato, mentre noi dormivamo. (I) Matteo 28:14 E se pur questo viene alle orecchie del governatore, noi l’appagheremo con parole, e vi metteremo fuor di pena. (I) Matteo 28:15 Ed essi, presi i danari, fecero come erano stati ammaestrati; e quel dire è stato divolgato fra i Giudei, infino al dì d’oggi. (I) Matteo 28:16 MA gli undici discepoli andarono in Galilea, nel monte ove Gesù avea loro ordinato. (I) Matteo 28:17 E vedutolo, l’adorarono; ma pure alcuni dubitarono. (I) Matteo 28:18 E Gesù, accostatosi, parlò loro, dicendo: Ogni podestà mi è data in cielo, ed in terra. (I) Matteo 28:19 Andate adunque, ed ammaestrate tutti i popoli; battezzandoli nel nome del Padre, e del Figliuolo, e dello Spirito Santo; (I) Matteo 28:20 insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandate. Or ecco, io son con voi in ogni tempo, infino alla fin del mondo. Amen. (I) Marco 1:1 IL principio dell’evangelo di Gesù Cristo, Figliuol di Dio. (I) Marco 1:2 Secondo ch’egli è scritto ne’ profeti: Ecco, io mando il mio Angelo davanti alla tua faccia, il qual preparerà la tua via d’innanzi a te. (I) Marco 1:3 Vi è una voce d’uno che grida nel deserto: Acconciate la via del Signore, addirizzate i suoi sentieri. (I) Marco 1:4 Giovanni battezzava nel deserto, e predicava il battesimo della penitenza, in remission de’ peccati. (I) Marco 1:5 E tutto il paese della Giudea, e que’ di Gerusalemme, uscivano a lui, ed eran tutti battezzati da lui nel fiume Giordano, confessando i lor peccati. (I) Marco 1:6 Or Giovanni era vestito di pel di cammello, avea una cintura di cuoio intorno a’ lombi, e mangiava locuste, e miele salvatico. (I) Marco 1:7 E predicava, dicendo: Dietro a me vien colui ch’è più forte di me, di cui io non son degno, chinandomi, di sciogliere il correggiuol delle scarpe. (I) Marco 1:8 Io vi ho battezzati con acqua, ma esso vi battezzerà con lo Spirito Santo. (I) Marco 1:9 ED avvenne in que’ giorni, che Gesù venne di Nazaret di Galilea, e fu battezzato da Giovanni, nel Giordano. (I) Marco 1:10 E subito, come egli saliva fuor dell’acqua, vide fendersi i cieli, e lo Spirito scendere sopra esso in somiglianza di colomba. (I) Marco 1:11 E venne una voce dal cielo, dicendo: Tu sei il mio diletto Figliuolo, nel quale io ho preso il mio compiacimento. (I) Marco 1:12 E tosto appresso, lo Spirito lo sospinse nel deserto. (I) Marco 1:13 E fu quivi nel deserto quaranta giorni, tentato da Satana; e stava con le fiere, e gli angeli gli ministravano. (I) Marco 1:14 ORA, dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù venne in Galilea, predicando l’evangelo del regno di Dio; e dicendo: (I) Marco 1:15 Il tempo è compiuto, e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi, e credete all’evangelo. (I) Marco 1:16 Ora, passeggiando lungo il mar della Galilea, egli vide Simone, e Andrea, fratello d’esso Simone, che gettavano la lor rete in mare; perciocchè erano pescatori. (I) Marco 1:17 E Gesù disse loro: Venite dietro a me, ed io vi farò esser pescatori d’uomini. (I) Marco 1:18 Ed essi, lasciate prestamente le lor reti, lo seguitarono. (I) Marco 1:19 Poi, passando un poco più oltre di là, vide Giacomo di Zebedeo, e Giovanni, suo fratello, i quali racconciavan le lor reti nella navicella; (I) Marco 1:20 e subito li chiamò; ed essi, lasciato Zebedeo lor padre, nella navicella, con gli operai, se ne andarono dietro a lui. (I) Marco 1:21 ED entrarono in Capernaum, e subito, in giorno di sabato, egli entrò nella sinagoga, ed insegnava. (I) Marco 1:22 E gli uomini stupivano della sua dottrina, perciocchè egli li ammaestrava come avendo autorità, e non come gli Scribi. (I) Marco 1:23 Ora, nella lor sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito immondo, il qual diede un grido, (I) Marco 1:24 dicendo: Ahi! che vi +e fra te e noi, o Gesù Nazareno? sei tu venuto per mandarci in perdizione? io so chi tu sei: il Santo di Dio. (I) Marco 1:25 Ma Gesù lo sgridò dicendo: Ammutolisci, ed esci fuori di lui. (I) Marco 1:26 E lo spirito immondo, straziatolo, e gridando con gran voce, uscì fuori di lui. (I) Marco 1:27 E tutti sbigottirono, talchè domandavan fra loro: Che cosa è questa? quale è questa nuova dottrina? poichè egli con autorità comanda eziandio agli spiriti immondi, ed essi gli ubbidiscono. (I) Marco 1:28 E la sua fama andò subito per tutta la contrada circonvicina della Galilea. (I) Marco 1:29 E TOSTO appresso, essendo usciti della sinagoga, vennero, con Giacomo e Giovanni, in casa di Simone e di Andrea. (I) Marco 1:30 Or la suocera di Simone giaceva in letto, con la febbre; ed essi subito gliene parlarono. (I) Marco 1:31 Ed egli, accostatosi, la prese per la mano, e la sollevò; e subito la febbre la lasciò, ed ella ministrava loro. (I) Marco 1:32 Poi, fattosi sera, quando il sole andava sotto, gli menarono tutti coloro che stavan male, e gl’indemoniati. (I) Marco 1:33 E tutta la città era raunata all’uscio. (I) Marco 1:34 Ed egli ne guarì molti che stavan male di diverse malattie, e cacciò molti demoni; e non permetteva a’ demoni di parlare, perciocchè sapevano chi egli era. (I) Marco 1:35 Poi, la mattina, essendo ancor molto buio, Gesù si levò, e se ne andò in luogo deserto, e quivi orava. (I) Marco 1:36 E Simone, e gli altri ch’eran con lui gli andarono dietro. (I) Marco 1:37 E, trovatolo, gli dissero: Tutti ti cercano. (I) Marco 1:38 Ed egli disse loro: Andiamo alle castella vicine, acciocchè io predichi ancora là; poichè è per questo che io sono uscito. (I) Marco 1:39 Ed egli andava predicando nelle lor sinagoghe, per tutta la Galilea, e cacciando i demoni. (I) Marco 1:40 ED un lebbroso venne a lui, pregandolo, ed inginocchiandosi davanti a lui, e dicendogli: Se tu vuoi, tu puoi mondarmi. (I) Marco 1:41 E Gesù, mosso a pietà, distese la mano, e lo toccò, e gli disse: Sì, io lo voglio, sii mondato. (I) Marco 1:42 E come egli ebbe detto questo, subito la lebbra si partì da lui, e fu mondato. (I) Marco 1:43 E Gesù, avendogli fatti severi divieti, lo mandò prestamente via; (I) Marco 1:44 e gli disse: Guarda che tu nol dica ad alcuno; anzi va’, mostrati al sacerdote, ed offerisci per la tua purificazione le cose che Mosè ha ordinate in testimonianza a loro. (I) Marco 1:45 Ma egli, essendo uscito, cominciò a predicare, e a divolgar grandemente la cosa, talchè Gesù non poteva più palesemente entrar nella città; anzi se ne stava di fuori in luoghi deserti, e d’ogni luogo si veniva a lui. (I) Marco 2:1 ED alquanti giorni appresso, egli entrò di nuovo in Capernaum; e s’intese ch’egli era in casa. (I) Marco 2:2 E subito si raunò gran numero di gente, talchè non pure i contorni della porta li potevan più contenere; ed egli annunziava loro la parola. (I) Marco 2:3 Allora vennero a lui alcuni che menavano un paralitico, portato da quattro. (I) Marco 2:4 E, non potendosi accostare a lui, per la calca, scopersero il tetto della casa dove era Gesù; e, foratolo, calarono il letticello, in sul quale giaceva il paralitico. (I) Marco 2:5 E Gesù, veduta la lor fede, disse al paralitico: Figliuolo, i tuoi peccati ti son rimessi. (I) Marco 2:6 Or alcuni d’infra gli Scribi sedevano quivi, e ragionavan ne’ lor cuori, dicendo: (I) Marco 2:7 Perchè pronunzia costui bestemmie in questa maniera? chi può rimettere i peccati, se non il solo Dio? (I) Marco 2:8 E Gesù, avendo subito conosciuto, per lo suo Spirito, che ragionavan così fra sè stessi, disse loro: Perchè ragionate voi coteste cose ne’ vostri cuori? (I) Marco 2:9 Quale è più agevole, dire al paralitico: I tuoi peccati ti son rimessi; ovver dire: Levati, togli il tuo letticello, e cammina? (I) Marco 2:10 Ora, acciocchè voi sappiate che il Figliuol dell’uomo ha podestà di rimettere i peccati in terra, (I) Marco 2:11 io ti dico disse egli al paralitico: Levati, togli il tuo letticello, e vattene a casa tua. (I) Marco 2:12 Ed egli prestamente si levò; e, caricatosi addosso il suo letticello, uscì in presenza di tutti; talchè tutti stupivano, e glorificavano Iddio, dicendo: Giammai non vedemmo cotal cosa. (I) Marco 2:13 POI appresso Gesù uscì di nuovo lungo il mare; e tutta la moltitudine veniva a lui, ed egli li ammaestrava. (I) Marco 2:14 E passando, vide Levi, il figliuol di Alfeo, che sedeva al banco della gabella. Ed egli gli disse: Seguitami. Ed egli, levatosi, lo seguitò. (I) Marco 2:15 Ed avvenne che, mentre Gesù era a tavola in casa d’esso, molti pubblicani e peccatori erano anch’essi a tavola con lui, e co’ suoi discepoli; perciocchè eran molti, e l’aveano seguitato. (I) Marco 2:16 E gli Scribi e i Farisei, vedutolo mangiar co’ pubblicani e co’ peccatori, dissero a’ suoi discepoli: Che vuol dir ch’egli mangia e beve co’ pubblicani e co’ peccatori? (I) Marco 2:17 E Gesù, udito ciò, disse loro: I sani non hanno bisogno di medico, ma i malati; io non son venuto per chiamare i giusti, anzi i peccatori, a penitenza. (I) Marco 2:18 OR i discepoli di Giovanni, e quei de’ Farisei, digiunavano. E quelli vennero a Gesù, e gli dissero: Perchè digiunano i discepoli di Giovanni, e quei de’ Farisei, e i tuoi discepoli non digiunano? (I) Marco 2:19 E Gesù disse loro: Que’ della camera delle nozze possono eglino digiunare, mentre lo sposo è con loro? quanto tempo hanno seco lo sposo non possono digiunare. (I) Marco 2:20 Ma verranno i giorni, che lo sposo sarà loro tolto, ed allora in que’ giorni digiuneranno. (I) Marco 2:21 Niuno eziandio cuce una giunta di panno nuovo sopra un vestimento vecchio; altrimenti, quel nuovo ripieno strappa del vecchio, e la rottura si fa peggiore. (I) Marco 2:22 Parimente, niuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti, il vin nuovo rompe gli otri, e il vino si spande, e gli otri si perdono; anzi conviensi mettere il vino nuovo in otri nuovi. (I) Marco 2:23 ED avvenne, in un giorno di sabato, ch’egli camminava per li seminati, e i suoi discepoli presero a svellere delle spighe, camminando. (I) Marco 2:24 E i Farisei gli dissero: Vedi, perchè fanno essi ciò che non è lecito in giorno di sabato? (I) Marco 2:25 Ed egli disse loro: Non avete voi mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe bisogno, ed ebbe fame, egli, e coloro ch’erano con lui? (I) Marco 2:26 Come egli entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatar, e mangiò i pani di presentazione, i quali non è lecito di mangiare, se non a’ sacerdoti, e ne diede ancora a coloro ch’eran con lui? (I) Marco 2:27 Poi disse loro: Il sabato è fatto per l’uomo, e non l’uomo per il sabato. (I) Marco 2:28 Dunque il Figliuol dell’uomo è Signore eziandio del sabato. (I) Marco 3:1 POI egli entrò di nuovo nella sinagoga, e quivi era un uomo che avea la mano secca. (I) Marco 3:2 Ed essi l’osservavano se lo sanerebbe in giorno di sabato, per accusarlo. (I) Marco 3:3 Ed egli disse all’uomo che avea la mano secca: Levati là nel mezzo. (I) Marco 3:4 Poi disse loro: È egli lecito di far bene o male; di salvare una persona, o di ucciderla, in giorno di sabato? Ma essi tacevano. (I) Marco 3:5 Allora, avendoli guardati attorno con indegnazione, contristato per l’induramento del cuor loro, disse a quell’uomo: Distendi la tua mano. Ed egli la distese. E la sua mano fu restituita sana come l’altra. (I) Marco 3:6 E i Farisei, essendo usciti, tenner subito consiglio con gli Erodiani contro a lui, come lo farebber morire. (I) Marco 3:7 Ma Gesù, co’ suoi discepoli, si ritrasse al mare, e gran moltitudine lo seguitò, (I) Marco 3:8 da Galilea, e da Giudea, e da Gerusalemme, e da Idumea, e da oltre il Giordano; parimente, una gran moltitudine da’ contorni di Tiro, e di Sidon, avendo udite le gran cose ch’egli faceva, venne a lui. (I) Marco 3:9 Ed egli disse a’ suoi discepoli, che vi fosse sempre una navicella appresso di lui, per la moltitudine; che talora non l’affollasse. (I) Marco 3:10 Perciocchè egli ne avea guariti molti; talchè tutti coloro che aveano qualche flagello si avventavano a lui, per toccarlo. (I) Marco 3:11 E gli spiriti immondi, quando lo vedevano, si gettavano davanti a lui, e gridavano, dicendo: Tu sei il Figliuol di Dio. (I) Marco 3:12 Ma egli li sgridava forte acciocchè nol manifestassero. (I) Marco 3:13 POI egli montò in sul monte, e chiamò a sè coloro ch’egli volle; ed essi andarono a lui. (I) Marco 3:14 Ed egli ne ordinò dodici, per esser con lui, e per mandarli a predicare; (I) Marco 3:15 e per aver la podestà di sanare le infermità, e di cacciare i demoni. (I) Marco 3:16 Il primo fu Simone, al quale ancora pose nome Pietro. (I) Marco 3:17 Poi Giacomo figliuol di Zebedeo; e Giovanni, fratello di Giacomo, a’ quali pose nome Boanerges, che vuol dire: Figliuoli di tuono; (I) Marco 3:18 e Andrea, e Filippo, e Bartolomeo, e Matteo, e Toma, e Giacomo figliuol di Alfeo; e Taddeo, e Simone Cananeo; (I) Marco 3:19 e Giuda Iscariot, il quale anche lo tradì. (I) Marco 3:20 POI vennero in casa. Ed una moltitudine si raunò di nuovo; talchè non potevano pur prender cibo. (I) Marco 3:21 Or i suoi, udite queste cose, uscirono per pigliarlo, perciocchè dicevano: Egli è fuori di sè. (I) Marco 3:22 Ma gli Scribi ch’eran discesi di Gerusalemme, dicevano: Egli ha Beelzebub; e per lo principe de’ demoni, caccia i demoni. (I) Marco 3:23 Ma egli, chiamatili a sè, disse loro in similitudine: Come può Satana cacciar Satana? (I) Marco 3:24 E se un regno è diviso in parti contrarie, egli non può durare. (I) Marco 3:25 E, se una casa è divisa in parti contrarie, ella non può durare. (I) Marco 3:26 Così, se Satana si leva contro a sè stesso, ed è diviso in parti contrarie, egli non può durare, anzi vien meno. (I) Marco 3:27 Niuno può entrar nella casa d’un uomo possente, e rapirgli le sue masserizie, se prima non l’ha legato; allora veramente gli prederà la casa. (I) Marco 3:28 Io vi dico in verità, che a’ figliuoli degli uomini sarà rimesso qualunque peccato, e qualunque bestemmia avranno detta. (I) Marco 3:29 Ma chiunque avrà bestemmiato contro allo Spirito Santo, giammai in eterno non ne avrà remissione; anzi sarà sottoposto ad eterno giudicio. (I) Marco 3:30 Or egli diceva questo, perciocchè dicevano: Egli ha lo spirito immondo. (I) Marco 3:31 I SUOI fratelli adunque, e sua madre, vennero; e, fermatisi di fuori, mandarono a chiamarlo. (I) Marco 3:32 Or la moltitudine sedeva d’intorno a lui, e gli disse: Ecco, tua madre, e i tuoi fratelli son là di fuori, e ti cercano. (I) Marco 3:33 Ma egli rispose loro, dicendo: Chi è mia madre, o chi sono i miei fratelli? (I) Marco 3:34 E, guardati in giro coloro che gli sedevano d’intorno, disse: Ecco mia madre, e i miei fratelli. Perciocchè, (I) Marco 3:35 chiunque avrà fatta la volontà di Dio, esso è mio fratello e mia sorella, e mia madre. (I) Marco 4:1 POI prese di nuovo ad insegnare, presso al mare; ed una gran moltitudine si raunò presso a lui, talchè egli, montato nella navicella, sedeva in essa sul mare; e tutta la moltitudine era in terra, presso del mare. (I) Marco 4:2 Ed egli insegnava loro molte cose in parabole, e diceva loro nella sua dottrina: (I) Marco 4:3 Udite: Ecco, un seminatore uscì a seminare. (I) Marco 4:4 Ed avvenne che mentre egli seminava, una parte cadde lungo la via, e gli uccelli del cielo vennero, e la mangiarono. (I) Marco 4:5 Ed un’altra cadde in luoghi pietrosi, ove non avea molta terra; e subito nacque, perciocchè non avea terreno profondo; (I) Marco 4:6 ma quando il sole fu levato, fu riarsa; e, perciocchè non avea radice, si seccò. (I) Marco 4:7 Ed un’altra cadde fra le spine, e le spine crebbero, e l’affogarono, e non fece frutto. (I) Marco 4:8 Ed un’altra cadde in buona terra, e portò frutto, il quale montò, e crebbe; e portò l’uno trenta, l’altro sessanta e l’altro cento. (I) Marco 4:9 Poi egli disse: Chi ha orecchie da udire, oda. (I) Marco 4:10 Ora, quando egli fu in disparte coloro che lo seguitavano, co’ dodici, lo domandarono della parabola. (I) Marco 4:11 Ed egli disse loro: A voi è dato di conoscere il misterio del regno di Dio; ma a coloro che son di fuori tutte queste cose si propongono per parabole. (I) Marco 4:12 Acciocchè riguardino bene, ma non veggano; e odano bene, ma non intendano; che talora non si convertano, ed i peccati non sien loro rimessi. (I) Marco 4:13 Poi disse loro: Non intendete voi questa parabola? e come intenderete tutte le altre parabole? (I) Marco 4:14 Il seminatore è colui che semina la parola. (I) Marco 4:15 Or questi son coloro che ricevono la semenza lungo la strada, cioè, coloro ne’ quali la parola è seminata, e dopo che l’hanno udita, subito viene Satana, e toglie via la parola seminata ne’ loro cuori. (I) Marco 4:16 E simigliantemente questi son coloro che ricevono la semenza in luoghi pietrosi, cioè, coloro i quali, quando hanno udita la parola, prestamente la ricevono con allegrezza. (I) Marco 4:17 Ma non hanno in sè radice, anzi son di corta durata; e poi, avvenendo tribolazione, o persecuzione per la parola, subito sono scandalezzati. (I) Marco 4:18 E questi son coloro che ricevono la semenza fra le spine, cioè, coloro che odono la parola. (I) Marco 4:19 Ma le sollecitudini di questo secolo, e l’inganno delle ricchezze, e le cupidità delle altre cose, entrate, affogano la parola, onde diviene infruttuosa. (I) Marco 4:20 Ma questi son coloro che hanno ricevuta la semenza in buona terra, cioè, coloro i quali odono la parola, e la ricevono, e portano frutto, l’un trenta, e l’altro sessanta, e l’altro cento. (I) Marco 4:21 DISSE loro ancora: È la lampana recata, acciocchè si ponga sotto il moggio, o sotto il letto? non è ella recata, acciocchè sia posta sopra il candelliere? (I) Marco 4:22 Poichè nulla è occulto, che non debba esser manifestato; ed anche nulla è restato occulto per lo passato: ma è convenuto che fosse palesato. (I) Marco 4:23 Se alcuno ha orecchie da udire, oda. (I) Marco 4:24 Disse loro ancora: Ponete mente a ciò che voi udite. Della misura che misurate, vi sarà misurato; ed a voi che udite sarà sopraggiunto. (I) Marco 4:25 Perciocchè a chiunque ha, sarà dato; ma chi non ha, eziandio quel ch’egli ha gli sarà tolto. (I) Marco 4:26 OLTRE a ciò disse: Il regno di Dio è come se un uomo avesse gettata la semenza in terra; (I) Marco 4:27 e dormisse, e si levasse di giorno, e di notte; ed intanto la semenza germogliasse, e crescesse nella maniera ch’egli non sa. (I) Marco 4:28 Poichè la terra da sè stessa produce prima erba, poi spiga, poi grano compiuto nella spiga. (I) Marco 4:29 E quando il frutto è maturo, subito vi si mette la falce, perciocchè la mietitura è venuta. (I) Marco 4:30 DICEVA ancora: A che assomiglieremo il regno di Dio? o con qual similitudine lo rappresenteremo? (I) Marco 4:31 Egli è simile ad un granel di senape, il quale, quando è seminato in terra, è il più piccolo di tutti i semi che son sopra la terra; (I) Marco 4:32 ma, dopo che è stato seminato, cresce, e si fa la maggiore di tutte l’erbe, e fa rami grandi, talchè gli uccelli del cielo possono ripararsi sotto l’ombra sua. (I) Marco 4:33 E per molte tali parabole proponeva loro la parola, secondo che potevano udire. (I) Marco 4:34 E non parlava loro senza similitudine; ma, in disparte, egli dichiarava ogni cosa a’ suoi discepoli. (I) Marco 4:35 OR in quello stesso giorno, fattosi sera, disse loro: Passiamo all’altra riva. (I) Marco 4:36 E i discepoli, licenziata la moltitudine, lo raccolsero, così come egli era, nella navicella. Or vi erano delle altre navicelle con lui. (I) Marco 4:37 Ed un gran turbo di vento si levò, e cacciava le onde dentro alla navicella, talchè quella già si empieva. (I) Marco 4:38 Or egli era a poppa, dormendo sopra un guanciale. Ed essi lo destarono, e gli dissero: Maestro, non ti curi tu che noi periamo? (I) Marco 4:39 Ed egli, destatosi, sgridò il vento, e disse al mare: Taci, e sta’ cheto. E il vento si acquetò, e si fece gran bonaccia. (I) Marco 4:40 Poi disse loro: Perchè siete voi così timidi? come non avete voi fede? (I) Marco 4:41 Ed essi temettero di gran timore, e dicevano gli uni agli altri: Chi è pur costui, cui il vento ed il mare ubbidiscono? (I) Marco 5:1 E GIUNSERO all’altra riva del mare nella contrada de’ Gadareni. (I) Marco 5:2 E, come Gesù fu uscito della navicella, subito gli venne incontro da’ monumenti, un uomo posseduto da uno spirito immondo. (I) Marco 5:3 Il quale avea la sua dimora fra i monumenti, e niuno potea tenerlo attaccato, non pur con catene. (I) Marco 5:4 Perciocchè spesso era stato attaccato con ceppi, e con catene; e le catene eran da lui state rotte, e i ceppi spezzati, e niuno potea domarlo. (I) Marco 5:5 E del continuo, notte e giorno, fra i monumenti, e su per li monti, andava gridando, e picchiandosi con pietre. (I) Marco 5:6 Ora, quando egli ebbe veduto Gesù da lungi, corse e l’adorò. (I) Marco 5:7 E dato un gran grido, disse: Che vi è fra me e te, Gesù, Figliuol dell’Iddio altissimo? Io ti scongiuro nel nome di Dio, che tu non mi tormenti. (I) Marco 5:8 Perciocchè egli gli diceva: Spirito immondo, esci di quest’uomo. (I) Marco 5:9 E Gesù gli domandò: Quale è il tuo nome? Ed esso rispose, dicendo: Io ho nome Legione, perciocchè siam molti. (I) Marco 5:10 Ed esso lo pregava molto che non li mandasse fuori di quella contrada. (I) Marco 5:11 Or quivi presso al monte era una gran greggia di porci che pasceva. (I) Marco 5:12 E tutti que’ demoni lo pregavano, dicendo: Mandaci in que’ porci, acciocchè entriamo in essi. (I) Marco 5:13 E Gesù prontamente lo permise loro; laonde quegli spiriti immondi, usciti, entraron ne’ porci; e quella greggia si gettò per lo precipizio nel mare or erano intorno a duemila, ed affogaron nel mare. (I) Marco 5:14 E coloro che pasturavano i porci fuggirono, e rapportaron la cosa nella città, e per li campi; e la gente uscì fuori, per vedere ciò che era avvenuto. (I) Marco 5:15 E venne a Gesù, e vide l’indemoniato che sedeva, ed era vestito; e colui che avea avuta la legione essere in buon senno; e temette. (I) Marco 5:16 E coloro che avean veduta la cosa raccontaron loro come era avvenuto all’indemoniato, e il fatto de’ porci. (I) Marco 5:17 Ed essi presero a pregarlo che se ne andasse da’ lor confini. (I) Marco 5:18 E come egli fu entrato nella navicella, colui ch’era stato indemoniato lo pregava di poter stare con lui. (I) Marco 5:19 Ma Gesù non gliel permise: anzi gli disse: Va’ a casa tua a’ tuoi, e racconta loro quanto gran cose il Signore ti ha fatte, e come egli ha avuta pietà di te. (I) Marco 5:20 Ed egli andò, e prese a predicare in Decapoli quanto gran cose Gesù gli avea fatte. E tutti si maravigliavano. (I) Marco 5:21 ED essendo Gesù di nuovo passato all’altra riva, in su la navicella, una gran moltitudine si raunò appresso di lui; ed egli se ne stava appresso del mare. (I) Marco 5:22 Ed ecco, un de’ capi della sinagoga, chiamato per nome Iairo, venne; e vedutolo, gli si gittò a’ piedi. (I) Marco 5:23 E lo pregava molto instantemente, dicendo: La mia figliolina è all’estremo; deh! vieni, e metti le mani sopra lei acciocchè sia salvata, ed ella viverà. (I) Marco 5:24 Ed egli se ne andò con lui, e gran moltitudine lo seguitava, e l’affollava. (I) Marco 5:25 Or una donna, che avea un flusso di sangue già da dodici anni, (I) Marco 5:26 ed avea sofferte molte cose da molti medici, ed avea speso tutto il suo, senza alcun giovamento, anzi più tosto era peggiorata; (I) Marco 5:27 avendo udito parlar di Gesù, venne di dietro, nella turba, e toccò il suo vestimento. (I) Marco 5:28 Perciocchè diceva: Se sol tocco i suoi vestimenti, sarò salva. (I) Marco 5:29 E in quello stante il flusso del suo sangue si stagnò; ed ella si avvide nel suo corpo ch’ella era guarita di quel flagello. (I) Marco 5:30 E subito Gesù, conoscendo in se stesso la virtù ch’era proceduta da lui, rivoltosi nella turba, disse: Chi mi ha toccati i vestimenti? (I) Marco 5:31 Ed i suoi discepoli gli dissero: Tu vedi la turba che ti affolla, e dici: Chi mi ha toccato? (I) Marco 5:32 Ma egli guardava pure attorno, per veder colei che avea ciò fatto. (I) Marco 5:33 E la donna, paurosa, e tremante, sapendo ciò ch’era stato fatto in lei, venne, e gli si gittò a’ piedi, e gli disse tutta la verità. (I) Marco 5:34 Ma egli le disse: Figliuola, la tua fede ti ha salvata; vattene in pace, e sii guarita del tuo flagello. (I) Marco 5:35 Mentre egli parlava ancora, vennero alcuni di casa del capo della sinagoga, dicendo: La tua figliuola è morta; perchè dài più molestia al Maestro? (I) Marco 5:36 Ma subito Gesù, udito ciò che si diceva, disse al capo della sinagoga: Non temere, credi solamente. (I) Marco 5:37 E non permise che alcuno lo seguitasse, se non Pietro, e Giacomo, e Giovanni, fratel di Giacomo. (I) Marco 5:38 E venne in casa del capo della sinagoga, e vide quivi un grande strepito, gente che piangevano, e facevano un grande urlare. (I) Marco 5:39 Ed entrato dentro, disse loro: Perchè fate tanto romore, e tanti pianti? la fanciulla non è morta, ma dorme. (I) Marco 5:40 Ed essi si ridevan di lui. Ma egli, messi fuori tutti, prese seco il padre e la madre della fanciulla, e coloro ch’erano con lui, ed entrò là dove la fanciulla giaceva. (I) Marco 5:41 E presa la fanciulla per la mano, le disse: Talita cumi; il che, interpretato, vuol dire: Fanciulla io tel dico, levati. (I) Marco 5:42 E subito la fanciullina si levò, e camminava; perciocchè era d’età di dodici anni. Ed essi sbigottirono di grande sbigottimento. (I) Marco 5:43 Ed egli comandò loro molto strettamente, che niuno lo sapesse; e ordinò che si desse da mangiare alla fanciulla. (I) Marco 6:1 POI, egli si partì di là, e venne nella sua patria, e i suoi discepoli lo seguitarono. (I) Marco 6:2 E venuto il sabato, egli si mise ad insegnar nella sinagoga; e molti, udendolo, sbigottivano, dicendo: Onde ha costui queste cose? e quale è questa sapienza che gli è data? ed onde è che cotali potenti operazioni son fatte per mano sua? (I) Marco 6:3 Non è costui quel falegname, figliuol di Maria, fratel di Giacomo, di Iose, di Giuda, e di Simone? e non sono le sue sorelle qui appresso di noi? Ed erano scandalezzati in lui. (I) Marco 6:4 Ma Gesù disse loro: Niun profeta è disonorato, se non nella sua patria, e fra i suoi parenti, e in casa sua. (I) Marco 6:5 E non potè quivi fare alcuna potente operazione, salvo che, poste le mani sopra alcuni pochi infermi, li sanò. (I) Marco 6:6 E si maravigliava della loro incredulità; e andava attorno per le castella, insegnando. (I) Marco 6:7 ED egli chiamò a sè i dodici, e prese a mandarli a due a due; e diede loro podestà sopra gli spiriti immondi. (I) Marco 6:8 E comandò loro che non prendessero nulla per lo viaggio, se non solo un bastone; non tasca, non pane, non moneta nelle lor cinture. (I) Marco 6:9 E che fossero sol calzati di sandali, e non portassero due toniche indosso. (I) Marco 6:10 Disse loro ancora: Dovunque sarete entrati in alcuna casa, dimorate in quella, finchè usciate di quel luogo. (I) Marco 6:11 E se alcuni non vi ricevono, e non vi ascoltano, partitevi di là, e scotete la polvere di sotto a’ vostri piedi, in testimonianza contro a loro. Io vi dico in verità, che Sodoma e Gomorra saranno più tollerabilmente trattate nel giorno del giudizio, che quella città. (I) Marco 6:12 Essi adunque, partitisi, predicavano che gli uomini si ravvedessero. (I) Marco 6:13 E cacciavano molti demoni, ed ungevano d’olio molti infermi e li sanavano. (I) Marco 6:14 OR il re Erode udì parlar di Gesù, perciocchè il suo nome era divenuto chiaro, e diceva: Quel Giovanni che battezzava è risuscitato da’ morti; e perciò le potenze operano in lui. (I) Marco 6:15 Altri dicevano: Egli è Elia; ed altri: Egli è un profeta, pari ad un de’ profeti. (I) Marco 6:16 Ma Erode, udite quelle cose, disse: Egli è quel Giovanni, che io ho decapitato; esso è risuscitato da’ morti. (I) Marco 6:17 Perciocchè esso Erode avea mandato a prender Giovanni, e l’avea messo nei legami in prigione, a motivo di Erodiada, moglie di Filippo, suo fratello; perciocchè egli l’avea sposata, (I) Marco 6:18 e Giovanni avea detto ad Erode: Ei non ti è lecito di aver la moglie del tuo fratello. (I) Marco 6:19 Ed Erodiada gliene avea mal talento; e volentieri l’avrebbe fatto morire, ma non poteva. (I) Marco 6:20 Perciocchè Erode temeva Giovanni, conoscendolo uomo giusto, e santo; e l’osservava; ed avendolo udito, faceva molte cose, e volentieri l’udiva. (I) Marco 6:21 Ora, venuto un giorno opportuno, che Erode, nel giorno della sua natività, feceva un convito a’ suoi grandi, e capitani, ed a’ principali della Galilea; (I) Marco 6:22 la figliuola di essa Erodiada entrò, e ballò, e piacque ad Erode, ed a coloro ch’erano con lui a tavola. E il re disse alla fanciulla: Domandami tutto ciò che vorrai, ed io tel donerò. (I) Marco 6:23 E le giurò, dicendo: Io ti donerò tutto ciò che mi chiederai, fino alla metà del mio regno. (I) Marco 6:24 Ed essa uscì e disse a sua madre: Che chiederò? Ed ella disse: La testa di Giovanni Battista. (I) Marco 6:25 E subito rientrò frettolosamente al re, e gli fece la domanda, dicendo: Io desidero che subito tu mi dia in un piatto la testa di Giovanni Battista. (I) Marco 6:26 E benchè il re se ne attristasse grandemente, pur nondimeno per li giuramenti, e per rispetto di coloro ch’eran con lui a tavola, non gliel volle disdire. (I) Marco 6:27 E subito, mandato un sergente, comandò che fosse recata la testa di esso. (I) Marco 6:28 E quello andò e lo decapitò in prigione, e portò la sua testa in un piatto, e la diede alla fanciulla, e la fanciulla la diede a sua madre. (I) Marco 6:29 E i discepoli di esso, udito ciò, vennero e tolsero il suo corpo morto, e lo posero in un monumento. (I) Marco 6:30 OR gli Apostoli si accolsero appresso di Gesù, e gli rapportarono ogni cosa, tutto ciò che avean fatto ed insegnato. (I) Marco 6:31 Ed egli disse loro: Venite voi in disparte, in qualche luogo solitario, e riposatevi un poco; perciocchè coloro che andavano e venivano erano in gran numero, talchè quelli non aveano pur agio di mangiare. (I) Marco 6:32 E se ne andarono in su la navicella in un luogo solitario in disparte. (I) Marco 6:33 E la moltitudine li vide partire, e molti lo riconobbero; ed accorsero là a piè da tutte le città, e giunsero avanti loro, e si accolsero appresso di lui. (I) Marco 6:34 E Gesù smontato, vide una gran moltitudine, e si mosse a compassione inverso loro; perciocchè erano come pecore che non hanno pastore; e si mise ad insegnar loro molte cose. (I) Marco 6:35 Ed essendo già tardi, i suoi discepoli vennero a lui, e gli dissero: Questo luogo è deserto, e già è tardi. (I) Marco 6:36 Licenzia questa gente, acciocchè vadano per le villate, e per le castella d’intorno, e si comperino del pane, perciocchè non hanno nulla da mangiare. (I) Marco 6:37 Ma egli, rispondendo, disse loro: Date lor voi da mangiare. Ed essi gli dissero: Andremmo noi a comperar per dugento denari di pane, e darem loro da mangiare? (I) Marco 6:38 Ed egli disse loro: Quanti pani avete? andate, e vedete. Ed essi, dopo essersene accertati, dissero: Cinque, e due pesci. (I) Marco 6:39 Ed egli comandò loro che il facesser tutti coricar sopra l’erba verde, per brigate. (I) Marco 6:40 Ed essi si coricarono per cerchi, a cento, ed a cinquanta, per cerchio. (I) Marco 6:41 Poi prese i cinque pani, e i due pesci, e levò gli occhi al cielo, e fece la benedizione; poi ruppe i pani, e li diede a’ suoi discepoli, acciocchè li mettessero davanti a loro: egli spartì eziandio i due pesci a tutti. (I) Marco 6:42 E tutti mangiarono, e furon saziati. (I) Marco 6:43 E i discepoli levaron de’ pezzi de’ pani dodici corbelli pieni, ed anche qualche rimanente de’ pesci. (I) Marco 6:44 Or coloro che avean mangiato di que’ pani erano cinquemila uomini. (I) Marco 6:45 E TOSTO appresso egli costrinse i suoi discepoli a montar nella navicella, ed a trarre innanzi a lui all’altra riva, verso Betsaida, mentre egli licenziava la moltitudine. (I) Marco 6:46 Poi, quando l’ebbe accommiatata, se ne andò in sul monte, per orare. (I) Marco 6:47 E, fattosi sera, la navicella era in mezzo del mare, ed egli era in terra tutto solo. E vide i discepoli che travagliavano nel vogare, (I) Marco 6:48 perciocchè il vento era loro contrario; e intorno alla quarta vigilia della notte, egli venne a loro, camminando sopra il mare; e voleva passar oltre a loro. (I) Marco 6:49 Ma essi, vedutolo camminar sopra il mare, pensarono che fosse una fantasima, e sclamarono. Perciocchè tutti lo videro, e furon turbati; (I) Marco 6:50 ma egli tosto parlò con loro, e disse: State di buon cuore, son io, non temiate. (I) Marco 6:51 E montò a loro nella navicella, e il vento si acquetò; ed essi vie più sbigottirono in loro stessi, e si maravigliarono. (I) Marco 6:52 Perciocchè non aveano posto mente al fatto de’ pani; perciocchè il cuor loro era stupido. (I) Marco 6:53 E, passati all’altra riva, vennero nella contrada di Gennesaret, e presero terra. (I) Marco 6:54 E, quando furono smontati dalla navicella, subito la gente lo riconobbe. (I) Marco 6:55 E, correndo qua e là per tutta quella contrada circonvicina, prese a portare attorno in letticelli i malati, là dove udiva ch’egli fosse. (I) Marco 6:56 E dovunque egli entrava, in castella, o in città, o in villate, la gente metteva gl’infermi nelle piazze, e lo pregava che sol potessero toccare il lembo della sua vesta; e tutti quelli che lo toccavano erano guariti. (I) Marco 7:1 ALLORA si raunarono appresso di lui i Farisei, ed alcuni degli Scribi, ch’eran venuti di Gerusalemme. (I) Marco 7:2 E veduti alcuni de’ discepoli di esso prender cibo con le mani contaminate, cioè, non lavate, ne fecer querela. (I) Marco 7:3 Perciocchè i Farisei, anzi tutti i Giudei, non mangiano, se non si sono più volte lavate le mani, tenendo così la tradizion degli anziani. (I) Marco 7:4 Ed anche, venendo d’in su la piazza, non mangiano, se non si son lavati tutto il corpo. Vi sono eziandio molte altre cose, che hanno ricevute da osservare: lavamenti di coppe, d’orciuoli, di vasellamenti di rame, e di lettiere. (I) Marco 7:5 Poi i Farisei, e gli Scribi, lo domandarono, dicendo: Perchè non procedono i tuoi discepoli secondo la tradizione degli anziani, anzi prendon cibo senza lavarsi le mani? (I) Marco 7:6 Ma egli, rispondendo, disse loro: Ben di voi, ipocriti, profetizzò Isaia, siccome è scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il cuor loro è lungi da me. (I) Marco 7:7 Ma invano mi onorano, insegnando dottrine che son comandamenti d’uomini. (I) Marco 7:8 Avendo lasciato il comandamento di Dio, voi tenete la tradizione degli uomini, i lavamenti degli orciuoli e delle coppe, e fate assai altre simili cose. (I) Marco 7:9 Disse loro ancora: Bene annullate voi il comandamento di Dio, per osservar la vostra tradizione. (I) Marco 7:10 Perciocchè Mosè ha detto: Onora tuo padre, e tua madre; e: Chi maledice padre, o madre, muoia di morte. (I) Marco 7:11 Ma voi dite: Se un uomo dice a suo padre, od a sua madre: Tutto ciò, onde tu potresti esser sovvenuto da me, sia Corban cioè offerta a Dio, (I) Marco 7:12 voi non gli lasciate più far cosa alcuna per suo padre, o per sua madre; (I) Marco 7:13 annullando così la parola di Dio con la vostra tradizione, la quale voi avete ordinata. E fate assai cose simili. (I) Marco 7:14 Poi, chiamata a sè tutta la moltitudine, le disse: Ascoltatemi tutti, ed intendete: (I) Marco 7:15 Non vi è nulla di fuor dell’uomo, che, entrando in lui, possa contaminarlo; ma le cose che escon di lui son quelle che lo contaminano. (I) Marco 7:16 Se alcuno ha orecchie da udire, oda. (I) Marco 7:17 Poi, quando egli fu entrato in casa, lasciando la moltitudine, i suoi discepoli lo domandarono intorno alla parabola. (I) Marco 7:18 Ed egli disse loro: Siete voi ancora così privi d’intelletto? non intendete voi che tutto ciò che di fuori entra nell’uomo non può contaminarlo? (I) Marco 7:19 Poichè non gli entra nel cuore, anzi nel ventre, e poi se ne va nella latrina, purgando tutte le vivande. (I) Marco 7:20 Ma, diceva egli, ciò che esce dall’uomo è quel che lo contamina. (I) Marco 7:21 Poichè di dentro, cioè, dal cuore degli uomini, procedono pensieri malvagi, adulterii, fornicazioni, omicidii, furti, (I) Marco 7:22 cupidigie, malizie, frodi, lascivie, occhio maligno, bestemmia, alterezza, stoltizia. (I) Marco 7:23 Tutte queste cose malvagie escon di dentro l’uomo, e lo contaminano. (I) Marco 7:24 POI appresso, levatosi di là, se ne andò a’ confini di Tiro e di Sidon; ed entrato in una casa, non voleva che alcun lo sapesse; ma non potè esser nascosto. (I) Marco 7:25 Perciocchè una donna, la cui figliuoletta avea uno spirito immondo, udito parlar di Gesù, venne, e gli si gettò ai piedi; (I) Marco 7:26 or quella donna era Greca, Sirofenice di nazione; e lo pregava che cacciasse il demonio fuor della sua figliuola. (I) Marco 7:27 Ma Gesù le disse: Lascia che prima i figliuoli sieno saziati; perciocchè non è onesto prendere il pan de’ figliuoli, e gettarlo a’ cagnuoli. (I) Marco 7:28 Ma ella rispose, e gli disse: Dici bene, o Signore: poichè anche i cagnuoli, di sotto alla tavola, mangiano delle miche de’ figliuoli. (I) Marco 7:29 Ed egli le disse: Per cotesta parola, va’, il demonio è uscito dalla tua figliuola. (I) Marco 7:30 Ed ella, andata in casa sua, trovò il demonio essere uscito, e la figliuola coricata sopra il letto. (I) Marco 7:31 POI Gesù, partitosi di nuovo dai confini di Tiro e di Sidon, venne presso al mar della Galilea, per mezzo i confini di Decapoli. (I) Marco 7:32 E gli fu menato un sordo scilinguato; e fu pregato che mettesse la mano sopra lui. (I) Marco 7:33 Ed egli, trattolo da parte d’infra la moltitudine, gli mise le dita nelle orecchie; ed avendo sputato, gli toccò la lingua: (I) Marco 7:34 poi, levati gli occhi al cielo, sospirò, e gli disse: Effata, che vuol dire: Apriti. (I) Marco 7:35 E subito le orecchie di colui furono aperte, e gli si sciolse lo scilinguagnolo, e parlava bene. (I) Marco 7:36 E Gesù ordinò loro, che nol dicessero ad alcuno; ma più lo divietava loro, più lo predicavano. (I) Marco 7:37 E stupivano sopra modo, dicendo: Egli ha fatta ogni cosa bene; egli fa udire i sordi, e parlare i mutoli. (I) Marco 8:1 IN que’ giorni, essendo la moltitudine grandissima, e non avendo da mangiare, Gesù, chiamati a sè i suoi discepoli, disse loro: (I) Marco 8:2 Io ho pietà di questa moltitudine; perciocchè già tre giorni continui dimora appresso di me, e non ha da mangiare. (I) Marco 8:3 E se io li rimando digiuni a casa, verranno meno tra via, perciocchè alcuni di loro son venuti di lontano. (I) Marco 8:4 E i suoi discepoli gli risposero: Onde potrebbe alcuno saziar costoro di pane qui in luogo deserto? (I) Marco 8:5 Ed egli domandò loro: Quanti pani avete? Ed essi dissero: Sette. (I) Marco 8:6 Ed egli ordinò alla moltitudine che si coricasse in terra; e presi i sette pani, e rese grazie, li ruppe, e li diede a’ suoi discepoli, acciocchè li ponessero dinanzi alla moltitudine; ed essi glieli posero dinanzi. (I) Marco 8:7 Aveano ancora alcuni pochi pescetti; ed avendo fatta la benedizione, comandò di porre, quelli ancora dinanzi a loro. (I) Marco 8:8 Ed essi mangiarono, e furon saziati; e i discepoli levarono degli avanzi de’ pezzi sette panieri; (I) Marco 8:9 or que’ che aveano mangiato erano intorno a quattromila, poi li licenziò. (I) Marco 8:10 ED in quello stante egli entrò nella navicella co’ suoi discepoli, e venne nelle parti di Dalmanuta. (I) Marco 8:11 E i Farisei uscirono, e si misero a disputar con lui, chiedendogli un segno dal cielo, tentandolo. (I) Marco 8:12 Ma egli, dopo aver sospirato nel suo spirito, disse: Perchè questa generazione chiede ella un segno? Io vi dico in verità, che alcun segno non sarà dato a questa generazione. (I) Marco 8:13 E lasciatili, montò di nuovo nella navicella, e passò all’altra riva. (I) Marco 8:14 Or i discepoli aveano dimenticato di prender del pane, e non aveano seco nella navicella se non un pane solo. (I) Marco 8:15 Ed egli dava lor de’ precetti, dicendo: Vedete, guardatevi dal lievito de’ Farisei, e dal lievito di Erode. (I) Marco 8:16 Ed essi disputavan fra loro, dicendo: Noi non abbiamo pane. (I) Marco 8:17 E Gesù, conosciuto ciò, disse loro: Perchè disputate fra voi, perciocchè non avete pane? Siete voi ancora senza conoscimento, e senza intendimento? avete voi ancora il vostro cuore stupido? (I) Marco 8:18 Avendo occhi, non vedete voi? e avendo orecchie, non udite voi? e non avete memoria alcuna? (I) Marco 8:19 Quando io distribuii que’ cinque pani fra que’ cinquemila uomini, quanti corbelli pieni di pezzi ne levaste? Essi dissero: Dodici. (I) Marco 8:20 E quando distribuii que’ sette pani fra que’ quattromila uomini, quanti panieri pieni di pezzi ne levaste? (I) Marco 8:21 Ed essi dissero: Sette. Ed egli disse loro: Come dunque non avete voi intelletto? (I) Marco 8:22 POI venne in Betsaida, e gli fu menato un cieco, e fu pregato che lo toccasse. (I) Marco 8:23 Ed egli, preso il cieco per la mano, lo menò fuor del castello; e sputatogli negli occhi, e poste le mani sopra lui, gli domandò se vedeva cosa alcuna. (I) Marco 8:24 Ed esso, levati gli occhi in su, disse: Io veggo camminar gli uomini, che paiono alberi. (I) Marco 8:25 Poi di nuovo mise le sue mani sopra gli occhi di esso, e lo fece riguardare in su; ed egli ricoverò la vista, e vedeva tutti chiaramente. (I) Marco 8:26 E Gesù lo rimandò a casa sua, dicendo: Non entrar nel castello, e non dirlo ad alcuno nel castello. (I) Marco 8:27 POI Gesù, co’ suoi discepoli, se ne andò nelle castella di Cesarea di Filippo; e per lo cammino domandò i suoi discepoli, dicendo loro: Chi dicono gli uomini che io sono? (I) Marco 8:28 Ed essi risposero: Alcuni, che tu sei Giovanni Battista; ed altri, Elia; ed altri, un de’ profeti. (I) Marco 8:29 Ed egli disse loro: E voi, chi dite che io sono? E Pietro, rispondendo, gli disse: Tu sei il Cristo. (I) Marco 8:30 Ed egli divietò loro severamente che a niuno dicessero ciò di lui. (I) Marco 8:31 Poi prese ad insegnar loro, che conveniva che il Figliuol dell’uomo sofferisse molte cose, e fosse riprovato dagli anziani, e da’ principali sacerdoti, e dagli Scribi; e fosse ucciso, e in capo di tre giorni risuscitasse. (I) Marco 8:32 E ragionava queste cose apertamente. E Pietro, trattolo da parte, cominciò a riprenderlo. (I) Marco 8:33 Ma egli, rivoltosi, e riguardando i suoi discepoli, sgridò Pietro, dicendo: Vattene indietro da me, Satana; perciocchè tu non hai il senso alle cose di Dio, ma alle cose degli uomini. (I) Marco 8:34 E CHIAMATA a sè la moltitudine, coi suoi discepoli, disse loro: Chiunque vuol venir dietro a me, rinunzi a sè stesso, e tolga la sua croce, e mi segua. (I) Marco 8:35 Perciocchè, chiunque avrà voluto salvar la vita sua la perderà; ma, chi avrà perduta la vita sua, per amor di me, e dell’evangelo, esso la salverà. (I) Marco 8:36 Perciocchè, che gioverà egli all’uomo se guadagna tutto il mondo, e fa perdita dell’anima sua? (I) Marco 8:37 Ovvero, che darà l’uomo in iscambio dell’anima sua? (I) Marco 8:38 Perciocchè, se alcuno ha vergogna di me, e delle mie parole, fra questa generazione adultera e peccatrice, il Figliuol dell’uomo altresì avrà vergogna di lui, quando sarà venuto nella gloria del Padre suo, co’ santi angeli. (I) Marco 9:1 Oltre a ciò disse loro: Io vi dico in verità, che alcuni di coloro che son qui presenti non gusteranno la morte, che non abbian veduto il regno di Dio, venuto con potenza. (I) Marco 9:2 E SEI giorni appresso, Gesù prese seco Pietro, e Giacomo, e Giovanni, e li condusse soli, in disparte, sopra un alto monte; e fu trasfigurato in lor presenza. (I) Marco 9:3 E i suoi vestimenti divennero risplendenti, e grandemente candidi, come neve; quali niun purgator di panni potrebbe imbiancar sopra la terra. (I) Marco 9:4 Ed Elia apparve loro, con Mosè; ed essi ragionavano con Gesù. (I) Marco 9:5 E Pietro fece motto a Gesù, e gli disse: Maestro, egli è bene che noi stiamo qui; facciamo adunque tre tabernacoli, uno a te, uno a Mosè, ed uno ad Elia. (I) Marco 9:6 Perciocchè non sapeva ciò ch’egli si dicesse, perchè erano spaventati. (I) Marco 9:7 E venne una nuvola, che li adombrò; e dalla nuvola venne una voce, che disse: Quest’è il mio diletto Figliuolo; ascoltatelo. (I) Marco 9:8 E in quello stante, guardando essi attorno, non videro più alcuno, se non Gesù tutto solo con loro. (I) Marco 9:9 Ora, come scendevano dal monte, Gesù divietò loro che non raccontassero ad alcuno le cose che avean vedute, se non quando il Figliuol dell’uomo sarebbe risuscitato da’ morti. (I) Marco 9:10 Ed essi ritennero quella parola in loro stessi, domandando fra loro che cosa fosse quel risuscitar da’ morti. (I) Marco 9:11 Poi lo domandarono, dicendo: Perchè dicono gli Scribi, che convien che prima venga Elia? (I) Marco 9:12 Ed egli, rispondendo, disse loro: Elia veramente deve venir prima, e ristabilire ogni cosa; e siccome egli è scritto del Figliuol dell’uomo, conviene che patisca molte cose, e sia annichilato. (I) Marco 9:13 Ma io vi dico che Elia è venuto, e gli hanno fatto tutto ciò che hanno voluto; siccome era scritto di lui. (I) Marco 9:14 POI, venuto a’ discepoli, vide una gran moltitudine d’intorno a loro, e degli Scribi, che quistionavan con loro. (I) Marco 9:15 E subito tutta la moltitudine, vedutolo, sbigottì; ed accorrendo, lo salutò. (I) Marco 9:16 Ed egli domandò gli Scribi: Che quistionate fra voi? (I) Marco 9:17 Ed uno della moltitudine, rispondendo, disse: Maestro, io ti avea menato il mio figliuolo, che ha uno spirito mutolo. (I) Marco 9:18 E dovunque esso lo prende, lo atterra; ed allora egli schiuma, e stride de’ denti, e divien secco; or io avea detto a’ tuoi discepoli che lo cacciassero, ma non hanno potuto. (I) Marco 9:19 Ed egli, rispondendogli, disse: O generazione incredula, infino a quando omai sarò con voi? infino a quando omai vi comporterò? menatemelo. (I) Marco 9:20 Ed essi glielo menarono; e quando egli l’ebbe veduto, subito lo spirito lo scosse con violenza; e il figliuolo cadde in terra, e si rotolava schiumando. (I) Marco 9:21 E Gesù domandò il padre di esso: Quanto tempo è che questo gli è avvenuto? Ed egli disse: Dalla sua fanciullezza. (I) Marco 9:22 E spesse volte l’ha gettato nel fuoco, e nell’acqua, per farlo perire; ma, se tu ci puoi nulla, abbi pietà di noi, ed aiutaci. (I) Marco 9:23 E Gesù gli disse: Se tu puoi credere, ogni cosa è possibile a chi crede. (I) Marco 9:24 E subito il padre del fanciullo, sclamando con lagrime, disse: Io credo, Signore; sovvieni alla mia incredulità. (I) Marco 9:25 E Gesù, veggendo che la moltitudine concorreva a calca, sgridò lo spirito immondo, dicendogli: Spirito mutolo e sordo, esci fuori di lui io tel comando, e giammai più non entrare in lui. (I) Marco 9:26 E il demonio, gridando, e straziandolo forte, uscì fuori; e il fanciullo divenne come morto; talchè molti dicevano: Egli è morto. (I) Marco 9:27 Ma Gesù, presolo per la mano, lo levò, ed egli si rizzò in piè. (I) Marco 9:28 E quando Gesù fu entrato in casa, i suoi discepoli lo domandarono in disparte: Perchè non abbiam noi potuto cacciarlo? (I) Marco 9:29 Ed egli disse loro: Questa generazion di demoni non esce per alcun altro modo, che per orazione, e per digiuno. (I) Marco 9:30 POI, essendosi partiti di là, passarono per la Galilea; ed egli non voleva che alcun lo sapesse. (I) Marco 9:31 Perciocchè egli ammaestrava i suoi discepoli, e diceva loro: Il Figliuol dell’uomo sarà tosto dato nelle mani degli uomini, ed essi l’uccideranno; ma, dopo che sarà stato ucciso, risusciterà nel terzo giorno. (I) Marco 9:32 Ma essi non intendevano questo ragionamento, e temevano di domandarlo. (I) Marco 9:33 Poi venne in Capernaum; e quando egli fu in casa, domandò loro: Di che disputavate fra voi per lo cammino? (I) Marco 9:34 Ed essi tacquero; perciocchè per lo cammino aveano fra loro disputato chi di loro dovesse essere il maggiore. (I) Marco 9:35 Ed egli, postosi a sedere, chiamò i dodici, e disse loro: Se alcuno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti, e il servitor di tutti. (I) Marco 9:36 E preso un piccolo fanciullo, lo pose in mezzo di loro; poi recatoselo in braccio, disse loro: (I) Marco 9:37 Chiunque riceve uno di tali piccoli fanciulli nel mio nome, riceve me; e chiunque mi riceve, non riceve me, ma colui che mi ha mandato. (I) Marco 9:38 ALLORA Giovanni gli fece motto, dicendo: Maestro, noi abbiam veduto uno che cacciava i demoni nel nome tuo, il qual non ci seguita; e perciocchè egli non ci seguita, glielo abbiam divietato. (I) Marco 9:39 Ma Gesù disse: Non gliel divietate; imperocchè niuno può far potente operazione nel nome mio, e tosto appresso dir male di me. (I) Marco 9:40 Perciocchè chi non è contro a noi è per noi. (I) Marco 9:41 Imperocchè, chiunque vi avrà dato a bere pure un bicchier d’acqua, nel nome mio, perciocchè siete di Cristo, io vi dico in verità, ch’egli non perderà punto il suo premio. (I) Marco 9:42 E CHIUNQUE avrà scandalezzato uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui sarebbe che gli fosse messa intorno al collo una pietra da macina, e ch’egli fosse gettato in mare. (I) Marco 9:43 Ora, se la tua mano ti fa intoppare, mozzala; meglio è per te entrar monco nella vita, che, avendo due mani, andar nella geenna, nel fuoco inestinguibile, (I) Marco 9:44 ove il verme loro non muore, e il fuoco non si spegne. (I) Marco 9:45 E se il tuo piede ti fa intoppare, mozzalo; meglio è per te entrar zoppo nella vita, che, avendo due piedi, esser gettato nella geenna, nel fuoco inestinguibile, (I) Marco 9:46 ove il verme loro non muore, e il fuoco non si spegne. (I) Marco 9:47 Parimente, se l’occhio tuo ti fa intoppare, cavalo; meglio è per te entrar con un occhio solo nella vita, che, avendone due, esser gettato nella geenna del fuoco, (I) Marco 9:48 ove il verme loro non muore, e il fuoco non si spegne. (I) Marco 9:49 Perciocchè ognuno deve esser salato con fuoco, ed ogni sacrificio deve esser salato con sale. (I) Marco 9:50 Il sale è buono, ma, se il sale diviene insipido, con che lo condirete? (G9-51) Abbiate del sale in voi stessi, e state in pace gli uni con gli altri. (I) Marco 10:1 POI, levatosi di là, venne ne’ confini della Giudea, lungo il Giordano; e di nuovo si raunarono appresso di lui delle turbe; ed egli di nuovo le ammaestrava, come era usato. (I) Marco 10:2 E i Farisei, accostatisi, lo domandarono, tentandolo: È egli lecito al marito di mandar via la moglie? (I) Marco 10:3 Ed egli, rispondendo, disse loro: Che vi comandò Mosè? (I) Marco 10:4 Ed essi dissero: Mosè permise di scrivere la scritta del divorzio, e di mandar via la moglie. (I) Marco 10:5 E Gesù, rispondendo disse loro: Egli vi scrisse quel comandamento per la durezza del vostro cuore. (I) Marco 10:6 Ma dal principio della creazione, Iddio fece gli uomini maschio e femmina. (I) Marco 10:7 E disse: Perciò l’uomo lascerà suo padre, e sua madre, e si congiungerà con la sua moglie; (I) Marco 10:8 e i due diverranno una stessa carne; talchè non son più due, ma una stessa carne. (I) Marco 10:9 Ciò adunque che Iddio ha congiunto, l’uomo nol separi. (I) Marco 10:10 E in casa i suoi discepoli lo domandaron di nuovo intorno a quello stesso. (I) Marco 10:11 Ed egli disse loro: Chiunque manda via la sua moglie, e ne sposa un’altra, commette adulterio contro ad essa. (I) Marco 10:12 Parimente, se la moglie lascia il suo marito, e si marita ad un altro, commette adulterio. (I) Marco 10:13 ALLORA gli furono presentati dei piccoli fanciulli, acciocchè li toccasse; ma i discepoli sgridavan coloro che li presentavano. (I) Marco 10:14 E Gesù, veduto ciò, s’indegnò, e disse loro: Lasciate i piccoli fanciulli venire a me, e non li divietate; perciocchè di tali è il regno di Dio. (I) Marco 10:15 Io vi dico in verità, che chiunque non avrà ricevuto il regno di Dio come piccolo fanciullo, non entrerà in esso. (I) Marco 10:16 E recatiseli in braccio, ed imposte loro le mani, li benedisse. (I) Marco 10:17 OR come egli usciva fuori, per mettersi in cammino, un tale corse a lui; e inginocchiatosi davanti a lui, lo domandò: Maestro buono, che farò per ereditare la vita eterna? (I) Marco 10:18 E Gesù gli disse: Perchè mi chiami buono? niuno è buono, se non un solo, cioè Iddio. (I) Marco 10:19 Tu sai i comandamenti: Non commettere adulterio. Non uccidere. Non furare. Non dir falsa testimonianza. Non far danno ad alcuno. Onora tuo padre e tua madre. (I) Marco 10:20 Ed egli rispondendo, gli disse: Maestro, tutte queste cose ho osservate fin dalla mia giovanezza. (I) Marco 10:21 E Gesù, riguardatolo in viso, l’amò, e gli disse: Una cosa ti manca; va’, vendi tutto ciò che tu hai, e dallo a’ poveri; e tu avrai un tesoro nel cielo; poi vieni, e tolta la tua croce, seguitami. (I) Marco 10:22 Ma egli, attristato di quella parola, se ne andò dolente; perciocchè avea di gran beni. (I) Marco 10:23 E Gesù, riguardatosi attorno, disse ai suoi discepoli: Quanto malagevolmente coloro che hanno delle ricchezze entreranno nel regno di Dio! (I) Marco 10:24 E i discepoli sbigottirono per le sue parole. E Gesù da capo replicò, e disse loro: Figliuoli, quanto malagevol cosa è, che coloro che si confidano nelle ricchezze entrino nel regno di Dio! (I) Marco 10:25 Egli è più agevole che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio. (I) Marco 10:26 Ed essi vie più stupivano, dicendo fra loro: Chi può adunque esser salvato? (I) Marco 10:27 E Gesù, riguardatili, disse: Agli uomini è impossibile, ma non a Dio, perciocchè ogni cosa è possibile a Dio. (I) Marco 10:28 E Pietro prese a dirgli: Ecco, noi abbiamo lasciata ogni cosa, e ti abbiam seguitato. (I) Marco 10:29 E Gesù, rispondendo, disse: Io vi dico in verità, che non vi è alcuno che abbia lasciata casa, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o moglie, o figliuoli, o possessioni, per amor di me, e dell’evangelo, (I) Marco 10:30 che ora, in questo tempo, non ne riceva cento cotanti: case, e fratelli, e sorelle, e madri, e figliuoli, e possessioni, con persecuzioni; e, nel secolo a venire, la vita eterna. (I) Marco 10:31 Ma, molti primi saranno ultimi, e molti ultimi saranno primi. (I) Marco 10:32 OR essi erano per cammino, salendo in Gerusalemme; e Gesù andava innanzi a loro, ed essi erano spaventati, e lo seguitavano con timore. Ed egli, tratti di nuovo da parte i dodici, prese a dir loro le cose che gli avverrebbero, dicendo: (I) Marco 10:33 Ecco, noi saliamo in Gerusalemme; e il Figliuol dell’uomo sarà dato nelle mani de’ principali sacerdoti, e degli Scribi; ed essi lo condanneranno a morte, e lo metteranno nelle mani de’ Gentili; (I) Marco 10:34 i quali lo scherniranno, e lo flagelleranno, e gli sputeranno addosso, e l’uccideranno; ma nel terzo giorno egli risusciterà. (I) Marco 10:35 E Giacomo, e Giovanni, figliuoli di Zebedeo si accostarono a lui, dicendo: Maestro, noi desideriamo che tu ci faccia ciò che chiederemo. (I) Marco 10:36 Ed egli disse loro: Che volete che io vi faccia? (I) Marco 10:37 Ed essi gli dissero: Concedici che nella tua gloria, noi sediamo, l’uno alla tua destra, l’altro alla tua sinistra. (I) Marco 10:38 E Gesù disse loro: Voi non sapete ciò che vi chieggiate; potete voi bere il calice il quale io berrò, ed esser battezzati del battesimo del quale io sarò battezzato? Ed essi gli dissero: Sì, lo possiamo. (I) Marco 10:39 E Gesù disse loro: Voi certo berrete il calice che io berrò, e sarete battezzati del battesimo del quale io sarò battezzato; (I) Marco 10:40 ma, quant’è al sedermi a destra ed a sinistra, non istà a me il darlo; ma sarà dato a coloro a cui è preparato. (I) Marco 10:41 E gli altri dieci, udito ciò, presero ad indegnarsi di Giacomo e di Giovanni. (I) Marco 10:42 Ma Gesù, chiamatili a sè, disse loro: Voi sapete che coloro che si reputano principi delle genti le signoreggiano, e che i lor grandi usano podestà sopra esse. (I) Marco 10:43 Ma non sarà così fra voi; anzi chiunque vorrà divenir grande fra voi sia vostro ministro; (I) Marco 10:44 e chiunque fra voi vorrà essere il primo, sia servitor di tutti. (I) Marco 10:45 Poichè anche il Figliuol dell’uomo non è venuto per esser servito; anzi per servire, e per dar l’anima sua per prezzo di riscatto per molti. (I) Marco 10:46 POI vennero in Gerico; e come egli usciva di Gerico, co’ suoi discepoli, e gran moltitudine, un certo figliuol di Timeo, Bartimeo il cieco, sedeva presso della strada, mendicando. (I) Marco 10:47 Ed avendo udito che colui che passava era Gesù il Nazareno, prese a gridare, e a dire: Gesù, Figliuol di Davide, abbi pietà di me! (I) Marco 10:48 E molti lo sgridavano, acciocchè tacesse; ma egli vie più gridava: Figliuol di Davide, abbi pietà di me! (I) Marco 10:49 E Gesù, fermatosi, disse che si chiamasse. Chiamarono adunque il cieco, dicendogli: Sta’ di buon cuore, levati, egli ti chiama. (I) Marco 10:50 Ed egli, gettatasi d’addosso la sua veste, si levò, e venne a Gesù. (I) Marco 10:51 E Gesù gli fece motto, e disse: Che vuoi tu ch’io ti faccia? E il cieco gli disse: Rabboni, che io ricoveri la vista. (I) Marco 10:52 E Gesù gli disse: Va’, la tua fede ti ha salvato. E in quello stante egli ricoverò la vista, e seguitò Gesù per la via. (I) Marco 11:1 E QUANDO furon giunti vicino a Gerusalemme, in Betfage, e Betania, presso al monte degli Ulivi, Gesù mandò due de’ suoi discepoli. (I) Marco 11:2 E disse loro: Andate nel castello ch’è dirimpetto a voi; e subito, come entrerete là, troverete un puledro d’asino attaccato, sopra il quale non montò mai alcuno; scioglietelo, e menatemelo. (I) Marco 11:3 E se alcuno vi dice: Perchè fate questo? dite: Il Signore ne ha bisogno. E subito lo manderà qua. (I) Marco 11:4 Essi adunque andarono, e trovarono il puledro attaccato di fuori ad una porta, presso ad un capo di strada, e lo sciolsero. (I) Marco 11:5 Ed alcuni di coloro ch’eran quivi presenti dissero loro: Che fate voi in isciogliere il puledro? (I) Marco 11:6 Ed essi dissero loro come Gesù avea ordinato. Ed essi li lasciarono andare. (I) Marco 11:7 Ed essi menarono il puledro a Gesù, e gettarono sopra quello le lor vesti; ed egli montò sopra esso. (I) Marco 11:8 E molti distendevano le lor vesti nella via, ed altri tagliavan de’ rami dagli alberi, e li distendevano nella via. (I) Marco 11:9 E coloro che andavan davanti, e coloro che venivan dietro, gridavano, dicendo: Osanna! Benedetto sia colui che viene nel nome del Signore! (I) Marco 11:10 Benedetto sia il regno di Davide, nostro padre, il quale viene nel nome del Signore. Osanna ne’ luoghi altissimi! (I) Marco 11:11 E Gesù, entrato in Gerusalemme, venne nel tempio; ed avendo riguardata ogni cosa attorno attorno, essendo già l’ora tarda, uscì verso Betania, co’ dodici. (I) Marco 11:12 ED il giorno seguente, quando furono usciti di Betania, egli ebbe fame. (I) Marco 11:13 E veduto di lontano un fico che avea delle foglie, andò a vedere se vi troverebbe cosa alcuna; ma, venuto a quello, non vi trovò nulla, se non delle foglie; perciocchè non era la stagion de’ fichi. (I) Marco 11:14 E Gesù prese a dire al fico: Niuno mangi mai più in perpetuo frutto da te. E i suoi discepoli l’udirono. (I) Marco 11:15 E vennero in Gerusalemme. E Gesù, entrato nel tempio, prese a cacciar fuori coloro che vendevano, e che comperavano nel tempio; e riversò le tavole dei cambiatori, e le sedie di coloro che vendevano i colombi. (I) Marco 11:16 E non permetteva che alcuno portasse alcun vaso attraverso al tempio. (I) Marco 11:17 Ed insegnava, dicendo loro: Non è egli scritto: La mia casa sarà chiamata: Casa d’orazione, per tutte le genti? ma voi ne avete fatta una spelonca di ladroni. (I) Marco 11:18 Or gli Scribi, e i principali sacerdoti udirono queste cose, e cercavano il modo di farlo morire; perchè lo temevano; perciocchè tutta la moltitudine era rapita in ammirazione della sua dottrina. (I) Marco 11:19 E quando fu sera, Gesù se ne uscì fuori della città. (I) Marco 11:20 E la mattina seguente, come essi passavano presso del fico, lo videro seccato fin dalle radici. (I) Marco 11:21 E Pietro, ricordatosi, gli disse: Maestro, ecco, il fico che tu maledicesti è seccato. (I) Marco 11:22 E Gesù, rispondendo, disse loro: Abbiate fede in Dio. (I) Marco 11:23 Perciocchè io vi dico in verità, che chi avrà detto a questo monte: Togliti di là, e gettati nel mare; e non avrà dubitato nel cuor suo, anzi avrà creduto che ciò ch’egli dice avverrà; ciò ch’egli avrà detto gli sarà fatto. (I) Marco 11:24 Perciò io vi dico: Tutte le cose che voi domanderete pregando, crediate che le riceverete, e voi le otterrete. (I) Marco 11:25 E quando vi presenterete per fare orazione, se avete qualche cosa contro ad alcuno, rimettetegliela; acciocchè il Padre vostro ch’è ne’ cieli vi rimetta anch’egli i vostri falli. (I) Marco 11:26 Ma, se voi non perdonate, il Padre vostro ch’è ne’ cieli non vi perdonerà i vostri falli. (I) Marco 11:27 POI vennero di nuovo in Gerusalemme; e mentre egli passeggiava per lo tempio, i principali sacerdoti, e gli Scribi, e gli anziani vennero a lui, e gli dissero: (I) Marco 11:28 Di quale autorità fai queste cose? e chi ti ha data cotesta autorità da far queste cose? (I) Marco 11:29 E Gesù, rispondendo, disse loro: Anch’io vi domanderò una cosa; rispondetemi adunque, ed io vi dirò di quale autorità io fo queste cose. (I) Marco 11:30 Il battesimo di Giovanni era egli dal cielo, o dagli uomini? rispondetemi. (I) Marco 11:31 Ed essi ragionavan tra loro, dicendo: Se diciamo: Dal cielo, egli dirà: Perchè dunque non gli credeste? (I) Marco 11:32 Ma se diciamo: Dagli uomini, noi temiamo il popolo perciocchè tutti tenevano che Giovanni era veramente profeta; (I) Marco 11:33 perciò, rispondendo, dissero a Gesù: Noi non sappiamo. E Gesù, rispondendo, disse loro: Io ancora non vi dirò di quale autorità fo queste cose. (I) Marco 12:1 POI egli prese a dir loro in parabole: Un uomo piantò una vigna, e le fece attorno una siepe, e cavò in essa un luogo da calcar la vendemmia, e vi edificò una torre, e l’allogò a certi lavoratori; e poi se ne andò in viaggio. (I) Marco 12:2 E nella stagion de’ frutti, mandò a que’ lavoratori un servitore, per ricever da loro del frutto della vigna. (I) Marco 12:3 Ma essi, presolo, lo batterono, e lo rimandarono vuoto. (I) Marco 12:4 Ed egli di nuovo vi mandò un altro servitore; ma essi, tratte anche a lui delle pietre, lo ferirono nel capo, e lo rimandarono vituperato. (I) Marco 12:5 Ed egli da capo ne mandò un altro, e quello uccisero; poi molti altri, de’ quali alcuni batterono, alcuni uccisero. (I) Marco 12:6 Perciò, avendo ancora un suo diletto figliuolo, mandò loro anche quello in ultimo, dicendo: Avranno riverenza al mio figliuolo. (I) Marco 12:7 Ma que’ lavoratori disser tra loro: Costui è l’erede, venite, uccidiamolo, e l’eredità sarà nostra. (I) Marco 12:8 E, presolo, l’uccisero, e lo gettaron fuor della vigna. (I) Marco 12:9 Che farà dunque il padron della vigna? Egli verrà, e distruggerà que’ lavoratori, e darà la vigna ad altri. (I) Marco 12:10 Non avete ancor letta questa scrittura: La pietra, che gli edificatori hanno riprovata, è divenuta il capo del cantone; (I) Marco 12:11 ciò è stato fatto dal Signore, ed è cosa maravigliosa agli occhi nostri? (I) Marco 12:12 Ed essi cercavano di pigliarlo; perciocchè si avvidero ch’egli avea detta quella parabola contro a loro; ma temettero la moltitudine; e, lasciatolo, se ne andarono. (I) Marco 12:13 POI gli mandarono alcuni de’ Farisei, e degli Erodiani, acciocchè lo cogliessero in parole. (I) Marco 12:14 Ed essi, venuti, gli dissero: Maestro, noi sappiamo che tu sei verace, e che tu non ti curi di alcuno; perciocchè tu non hai riguardo alla qualità delle persone degli uomini, ma insegni la via di Dio in verità. È egli lecito di dare il censo a Cesare o no? glielo dobbiamo noi dare, o no? (I) Marco 12:15 Ma egli, conosciuta la loro ipocrisia, disse loro: Perchè mi tentate? portatemi un denaro, che io lo vegga. (I) Marco 12:16 Ed essi gliel portarono. Ed egli disse loro: Di chi è questa figura, e questa soprascritta? Ed essi gli dissero: Di Cesare. (I) Marco 12:17 E Gesù, rispondendo, disse loro: Rendete a Cesare le cose di Cesare, e a Dio le cose di Dio. Ed essi si maravigliarono di lui. (I) Marco 12:18 POI vennero a lui de’ Sadducei, i quali dicono che non vi è risurrezione; e lo domandarono, dicendo: (I) Marco 12:19 Maestro, Mosè ci ha scritto, che se il fratello di alcuno muore, e lascia moglie senza figliuoli, il suo fratello prenda la sua moglie, e susciti progenie al suo fratello. (I) Marco 12:20 Vi erano sette fratelli; e il primo prese moglie; e, morendo, non lasciò progenie. (I) Marco 12:21 E il secondo la prese, e morì; ed esso ancora non lasciò progenie; simigliantemente ancora il terzo. (I) Marco 12:22 E tutti e sette la presero, e non lasciarono progenie; ultimamente, dopo tutti, morì anche la donna. (I) Marco 12:23 Nella risurrezione adunque, quando saranno risuscitati, di chi di loro sarà ella moglie? poichè tutti e sette l’hanno avuta per moglie. (I) Marco 12:24 Ma Gesù, rispondendo, disse loro: Non errate voi per ciò che ignorate le scritture, e la potenza di Dio? (I) Marco 12:25 Perciocchè, quando gli uomini saranno risuscitati da’ morti, non prenderanno, nè daranno mogli; ma saranno come gli angeli che son ne’ cieli. (I) Marco 12:26 Ora, quant’è a’ morti, che essi risuscitino, non avete voi letto nel libro di Mosè, come Iddio gli parlò nel pruno, dicendo: Io son l’Iddio d’Abrahamo, l’Iddio d’Isacco, e l’Iddio di Giacobbe? (I) Marco 12:27 Iddio non è Dio de’ morti, ma Dio de’ viventi. Voi adunque errate grandemente. (I) Marco 12:28 ALLORA uno degli Scribi, avendoli uditi disputare, e riconoscendo ch’egli avea loro ben risposto, si accostò e lo domandò: Quale è il primo comandamento di tutti? (I) Marco 12:29 E Gesù gli rispose: Il primo di tutti i comandamenti è: Ascolta Israele: Il Signore Iddio nostro è l’unico Signore; (I) Marco 12:30 e: Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l’anima tua, e con tutta la mente tua, e con tutta la tua forza. Quest’è il primo comandamento. E il secondo, simile, è questo: (I) Marco 12:31 Ama il tuo prossimo come te stesso. Non vi è altro comandamento maggior di questi. (I) Marco 12:32 E lo Scriba gli disse: Maestro, bene hai detto secondo verità, che vi è un solo Iddio, e che fuor di lui non ve ne è alcun altro; (I) Marco 12:33 e che amarlo con tutto il cuore, e con tutta la mente, e con tutta l’anima, e con tutta la forza; ed amare il suo prossimo come sè stesso, è più che tutti gli olocausti, e sacrificii. (I) Marco 12:34 E Gesù, vedendo che egli avea avvedutamente risposto, gli disse: Tu non sei lontano dal regno di Dio. E niuno ardiva più fargli alcuna domanda. (I) Marco 12:35 E GESÙ, insegnando nel tempio, prese a dire: Come dicono gli Scribi, che il Cristo è Figliuol di Davide? (I) Marco 12:36 Poichè Davide stesso, per lo Spirito Santo, ha detto: Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, finchè io abbia posti i tuoi nemici per iscannello de’ tuoi piedi. (I) Marco 12:37 Davide stesso adunque lo chiama Signore; come adunque è egli il suo figliuolo? E la maggior parte della moltitudine l’udiva volentieri. (I) Marco 12:38 ED egli diceva loro nella sua dottrina: Guardatevi dagli Scribi, i quali amano di passeggiare in robe lunghe, e le salutazioni nelle piazze, (I) Marco 12:39 ed i primi seggi nelle raunanze, ed i primi luoghi ne’ conviti. (I) Marco 12:40 I quali divorano le case delle vedove, e ciò, sotto specie di lunghe orazioni; essi ne riceveranno maggior condannazione. (I) Marco 12:41 E GESÙ, postosi a sedere di rincontro alla cassa delle offerte, riguardava come il popolo gettava denari nella cassa; e molti ricchi vi gettavano assai. (I) Marco 12:42 Ed una povera vedova venne, e vi gettò due piccioli, che sono un quattrino. (I) Marco 12:43 E Gesù, chiamati a sè i suoi discepoli, disse loro: Io vi dico in verità, che questa povera vedova ha gettato più di tutti quanti hanno gettato nella cassa delle offerte. (I) Marco 12:44 Poichè tutti gli altri vi hanno gettato di ciò che soprabbonda loro; ma essa, della sua inopia, vi ha gettato tutto ciò ch’ella avea, tutta la sua sostanza. (I) Marco 13:1 E COME egli usciva del tempio, uno de’ suoi discepoli gli disse: Maestro, vedi quali pietre, e quali edifici! (I) Marco 13:2 E Gesù, rispondendo, gli disse: Vedi tu questi grandi edifici? ei non sarà lasciata pietra sopra pietra, che non sia diroccata. (I) Marco 13:3 Poi, sedendo egli sopra il monte degli Ulivi, di rincontro al tempio, Pietro, e Giacomo, e Giovanni, e Andrea lo domandarono in disparte, dicendo: (I) Marco 13:4 Dicci, quando avverranno queste cose? e qual sarà il segno del tempo, nel quale tutte queste cose avranno fine? (I) Marco 13:5 E Gesù, rispondendo loro, prese a dire: Guardate che nessun vi seduca. (I) Marco 13:6 Perciocchè molti verranno sotto il mio nome, dicendo: Io son desso; e ne sedurranno molti. (I) Marco 13:7 Ora, quando udirete guerre, e romori di guerre, non vi turbate; perciocchè conviene che queste cose avvengano; ma non sarà ancora la fine. (I) Marco 13:8 Perciocchè una gente si leverà contro all’altra, ed un regno contro all’altro; e vi saranno tremoti in ogni luogo, e fami, e turbamenti. (I) Marco 13:9 Queste cose saranno solo principii di dolori; or prendete guardia a voi stessi; perciocchè sarete messi in man de’ concistori, e sarete battuti nelle raunanze; e sarete fatti comparire davanti a’ rettori, ed ai re, per cagion mia, in testimonianza a loro. (I) Marco 13:10 E conviene che prima l’evangelo sia predicato fra tutte le genti. (I) Marco 13:11 Ora, quando vi meneranno, per mettervi nelle lor mani, non istate innanzi in sollecitudine di ciò che avrete a dire, e non lo premeditate; anzi, dite ciò che vi sarà dato in quello stante; perciocchè non siete voi que’ che parlate, anzi lo Spirito Santo. (I) Marco 13:12 Ora il fratello darà il fratello alla morte, e il padre il figliuolo; e i figliuoli si leveranno contro a’ padri e le madri, e li faranno morire. (I) Marco 13:13 E voi sarete odiati da tutti per lo mio nome; ma chi avrà sostenuto infino al fine sarà salvato. (I) Marco 13:14 ORA, quando avrete, veduta l’abbominazion della desolazione, detta dal profeta Daniele, posta dove non si conviene chi legge pongavi mente, allora coloro che saranno nella Giudea fuggansene a’ monti. (I) Marco 13:15 E chi sarà sopra il tetto della casa non iscenda in casa, e non vi entri, per toglier cosa alcuna di casa sua. (I) Marco 13:16 E chi sarà per la campagna non torni addietro, per toglier la sua veste. (I) Marco 13:17 Or guai alle gravide, ed a quelle che latteranno in que’ dì! (I) Marco 13:18 E pregate che la vostra fuga non sia di verno. (I) Marco 13:19 Perciocchè in que’ giorni vi sarà afflizione tale, qual non fu giammai, dal principio della creazione delle cose che Iddio ha create, infino ad ora; ed anche giammai non sarà. (I) Marco 13:20 E, se il Signore non avesse abbreviati que’ giorni, niuna carne scamperebbe; ma, per gli eletti, i quali egli ha eletti, il Signore ha abbreviati que’ giorni. (I) Marco 13:21 Ed allora, se alcuno vi dice: Ecco qui il Cristo; ovvero: Eccolo là; nol crediate. (I) Marco 13:22 Perciocchè falsi cristi, e falsi profeti sorgeranno, e faranno segni e miracoli, per sedurre, se fosse possibile, eziandio gli eletti. (I) Marco 13:23 Ma voi, guardatevi; ecco, io vi ho predetta ogni cosa. (I) Marco 13:24 MA in que’ giorni, dopo quell’afflizione, il sole scurerà, e la luna non darà il suo splendore. (I) Marco 13:25 E le stelle del cielo caderanno, e le potenze che son ne’ cieli saranno scrollate. (I) Marco 13:26 Ed allora gli uomini vedranno il Figliuol dell’uomo venir nelle nuvole, con gran potenza, e gloria. (I) Marco 13:27 Ed egli allora manderà i suoi angeli, e raccoglierà i suoi eletti da’ quattro venti, dall’estremo termine della terra, infino all’estremo termine del cielo. (I) Marco 13:28 Or imparate dal fico questa similitudine: Quando già i suoi rami son divenuti teneri, e le sue frondi germogliano, voi conoscete che la state è vicina. (I) Marco 13:29 Così ancora voi, quando vedrete avvenir queste cose, sappiate ch’egli è vicino, in su la porta. (I) Marco 13:30 Io vi dico in verità, che questa età non passerà, che prima tutte queste cose non sieno avvenute. (I) Marco 13:31 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. (I) Marco 13:32 MA, quant’è a quel giorno, ed a quell’ora, niuno li sa, non pur gli angeli che son nel cielo, nè il Figliuolo, ma solo il Padre. (I) Marco 13:33 Prendete guardia; vegliate, ed orate; perciocchè voi non sapete quando sarà quel tempo. (I) Marco 13:34 Come se un uomo, andando in viaggio, lasciasse la sua casa, e desse sopra essa podestà a’ suoi servitori, ed a ciascuno l’opera sua, e comandasse al portinaio che vegliasse. (I) Marco 13:35 Vegliate adunque, perciocchè voi non sapete quando il padron di casa verrà; la sera, o alla mezza notte, o al cantar del gallo, o la mattina. (I) Marco 13:36 Che talora, venendo egli di subito improvviso, non vi trovi dormendo. (I) Marco 13:37 Ora, ciò che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate. (I) Marco 14:1 ORA, due giorni appresso, era la pasqua, e la festa degli azzimi; e i principali sacerdoti, e gli Scribi, cercavano il modo di pigliar Gesù con inganno, e di ucciderlo. (I) Marco 14:2 Ma dicevano: Non lo facciam nella festa, che talora non vi sia qualche tumulto del popolo. (I) Marco 14:3 OR essendo egli in Betania, in casa di Simone lebbroso, mentre era a tavola, venne una donna, avendo un alberello d’olio odorifero di nardo schietto, di gran prezzo; e, rotto l’alberello, glielo versò sopra il capo. (I) Marco 14:4 Ed alcuni indegnarono tra sè stessi, e dissero: Perchè si è fatta questa perdita di quest’olio? (I) Marco 14:5 Poichè si sarebbe potuto venderlo più di trecento denari, e quelli darli a’ poveri. E fremevano contro a lei. (I) Marco 14:6 Ma Gesù disse: Lasciatela; perchè le date voi noia? ella ha fatta una buona opera inverso me. (I) Marco 14:7 Perciocchè, sempre avete i poveri con voi; e quando vorrete, potete far loro del bene; ma me non mi avete sempre. (I) Marco 14:8 Ella ha fatto ciò che per lei si poteva; ella ha anticipato d’ungere il mio corpo, per una imbalsamatura. (I) Marco 14:9 Io vi dico in verità, che per tutto il mondo, dovunque questo evangelo sarà predicato, sarà eziandio raccontato ciò che costei ha fatto, in memoria di lei. (I) Marco 14:10 ALLORA Giuda Iscariot, l’un dei dodici, andò a’ principali sacerdoti, per darlo lor nelle mani. (I) Marco 14:11 Ed essi, udito ciò, si rallegrarono, e promisero di dargli denari. Ed egli cercava il modo di tradirlo opportunamente. (I) Marco 14:12 ORA, nel primo giorno della festa degli azzimi, quando si sacrificava la pasqua, i suoi discepoli gli dissero: Dove vuoi che andiamo ad apparecchiarti da mangiar la pasqua? (I) Marco 14:13 Ed egli mandò due de’ suoi discepoli, e disse loro: Andate nella città, e voi scontrerete un uomo, portando un testo pieno d’acqua; seguitelo. (I) Marco 14:14 E, dovunque egli sarà entrato, dite al padron della casa: Il Maestro dice: Ov’è la stanza, dov’io mangerò la pasqua co’ miei discepoli? (I) Marco 14:15 Ed egli vi mostrerà una gran sala acconcia, tutta presta; preparateci quivi la pasqua. (I) Marco 14:16 E i suoi discepoli andarono, e vennero nella città, e trovarono come egli avea lor detto; ed apparecchiarono la pasqua. (I) Marco 14:17 Ed egli, quando fu sera, venne co’ dodici. (I) Marco 14:18 E, mentre erano a tavola, e mangiavano, Gesù disse: Io vi dico in verità, che l’un di voi, il qual mangia meco, mi tradirà. (I) Marco 14:19 Ed essi presero ad attristarsi, e a dirgli ad uno ad uno: Sono io desso? (I) Marco 14:20 Ed egli, rispondendo, disse loro: Egli è uno de’ dodici, il quale intinge meco nel piatto. (I) Marco 14:21 Certo, il Figliuol dell’uomo se ne va, siccome egli è scritto di lui; ma guai a quell’uomo, per cui il Figliuol dell’uomo è tradito! ben sarebbe stato per lui di non esser mai nato. (I) Marco 14:22 E mentre essi mangiavano, Gesù prese del pane; e fatta la benedizione, lo ruppe, e lo diede loro, e disse: Prendete, mangiate; quest’è il mio corpo. (I) Marco 14:23 Poi, preso il calice, e rese grazie, lo diede loro; e tutti ne bevvero. (I) Marco 14:24 Ed egli disse loro: Quest’è il mio sangue, che è il sangue del nuovo patto, il quale è sparso per molti. (I) Marco 14:25 Io vi dico in verità, che io non berrò più del frutto della vigna, fino a quel giorno che io lo berrò nuovo nel regno di Dio. (I) Marco 14:26 E dopo ch’ebbero cantato l’inno, se ne uscirono al monte degli Ulivi. (I) Marco 14:27 E GESÙ disse loro: Voi tutti sarete scandalezzati in me questa notte; perciocchè egli è scritto: Io percoterò il Pastore, e le pecore saranno disperse. (I) Marco 14:28 Ma dopo che sarò risuscitato, io andrò dinanzi a voi in Galilea. (I) Marco 14:29 E Pietro gli disse: Avvegnachè tutti gli altri sieno scandalezzati di te, io però non lo sarò. (I) Marco 14:30 E Gesù gli disse: Io ti dico in verità, che oggi, in questa stessa notte, avanti che il gallo abbia cantato due volte, tu mi rinnegherai tre volte. (I) Marco 14:31 Ma egli vie più fermamente diceva: Quantunque mi convenisse morir teco, non però ti rinnegherò. Il simigliante dicevano ancora tutti gli altri. (I) Marco 14:32 POI vennero in un luogo detto Ghetsemane; ed egli disse a’ suoi discepoli: Sedete qui, finchè io abbia orato. (I) Marco 14:33 E prese seco Pietro, e Giacomo, e Giovanni; e cominciò ad essere spaventato e gravemente angosciato. (I) Marco 14:34 E disse loro: L’anima mia è occupata di tristizia infino alla morte; dimorate qui, e vegliate. (I) Marco 14:35 E andato un poco innanzi, si gettò in terra, e pregava che, se era possibile, quell’ora passasse oltre da lui. (I) Marco 14:36 E disse: Abba, Padre, ogni cosa ti è possibile; trasporta via da me questo calice; ma pure, non ciò che io voglio, ma ciò che tu vuoi. (I) Marco 14:37 Poi venne, e trovò i discepoli che dormivano, e disse a Pietro: Simone, dormi tu? non hai tu potuto vegliar pure un’ora? (I) Marco 14:38 Vegliate, ed orate, che non entriate in tentazione; bene è lo spirito pronto, ma la carne è debole. (I) Marco 14:39 E di nuovo andò, ed orò, dicendo le medesime parole. (I) Marco 14:40 E tornato, trovò i discepoli, che di nuovo dormivano; perciocchè i loro occhi erano aggravati; e non sapevano che rispondergli. (I) Marco 14:41 Poi venne la terza volta, e disse loro: Dormite pur da ora innanzi, e riposatevi; basta! l’ora è venuta; ecco, il Figliuol dell’uomo è dato nelle mani dei peccatori. (I) Marco 14:42 Levatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino. (I) Marco 14:43 ED in quello stante, mentre egli parlava ancora, giunse Giuda, l’uno de’ dodici, e con lui una gran turba, con ispade, ed aste, da parte de’ principali sacerdoti, degli Scribi, e degli anziani. (I) Marco 14:44 Or colui che lo tradiva avea dato loro un segnale, dicendo: Colui il quale io avrò baciato è desso; pigliatelo, menatelo sicuramente. (I) Marco 14:45 E come fu giunto, subito si accostò a lui, e disse: Ben ti sia, Maestro! e lo baciò. (I) Marco 14:46 Allora coloro gli misero le mani addosso, e lo presero. (I) Marco 14:47 Ed un di coloro ch’erano quivi presenti trasse la spada, e percosse il servitore del sommo sacerdote, e gli spiccò l’orecchio. (I) Marco 14:48 E Gesù fece lor motto, e disse: Voi siete usciti con ispade, e con aste, come contro ad un ladrone, per pigliarmi. (I) Marco 14:49 Io era tuttodì appresso di voi insegnando nel tempio, e voi non mi avete preso: ma ciò è avvenuto, acciocchè le scritture sieno adempiute. (I) Marco 14:50 E tutti, lasciatolo, se ne fuggirono. (I) Marco 14:51 Ed un certo giovane lo seguitava, involto d’un panno lino sopra la carne ignuda, e i fanti lo presero. (I) Marco 14:52 Ma egli, lasciato il panno, se ne fuggì da loro, ignudo. (I) Marco 14:53 ED essi ne menarono Gesù al sommo sacerdote; appresso il quale si raunarono insieme tutti i principali sacerdoti, e gli anziani, e gli Scribi. (I) Marco 14:54 E Pietro lo seguitava da lungi, fin dentro alla corte del sommo sacerdote; ove si pose a sedere co’ sergenti, e si scaldava al fuoco. (I) Marco 14:55 Or i principali sacerdoti, e tutto il concistoro, cercavan testimonianza contro a Gesù, per farlo morire; e non ne trovavano alcuna. (I) Marco 14:56 Perciocchè molti dicevano falsa testimonianza contro a lui; ma le loro testimonianze non eran conformi. (I) Marco 14:57 Allora alcuni, levatisi, disser falsa testimonianza contro a lui, dicendo: (I) Marco 14:58 Noi l’abbiamo udito che diceva: Io disfarò questo tempio, fatto d’opera di mano, e in tre giorni ne riedificherò un altro, che non sarà fatto d’opera di mano. (I) Marco 14:59 Ma, non pur così la lor testimonianza era conforme. (I) Marco 14:60 Allora il sommo sacerdote, levatosi in piè quivi in mezzo, domandò a Gesù, dicendo: Non rispondi tu nulla? che testimoniano costoro contro a te? (I) Marco 14:61 Ma egli tacque, e non rispose nulla. Da capo il sommo sacerdote lo domandò, e gli disse: Sei tu il Cristo, il Figliuol del Benedetto? (I) Marco 14:62 E Gesù disse: Sì, io lo sono; e voi vedrete il Figliuol dell’uomo sedere alla destra della Potenza, e venire con le nuvole del cielo. (I) Marco 14:63 E il sommo sacerdote, stracciatesi le vesti, disse: Che abbiam noi più bisogno di testimoni? (I) Marco 14:64 Voi avete udita la bestemmia; che ve ne pare? E tutti lo condannarono, pronunziando ch’egli era reo di morte. (I) Marco 14:65 Ed alcuni presero a sputargli addosso, ed a velargli la faccia, e a dargli delle guanciate, e a dirgli: Indovina. Ed i sergenti gli davan delle bacchettate. (I) Marco 14:66 ORA, essendo Pietro nella corte di sotto, venne una delle fanti del sommo sacerdote. (I) Marco 14:67 E veduto Pietro che si scaldava, lo riguardò in viso, e disse: Ancora tu eri con Gesù Nazareno. (I) Marco 14:68 Ma egli lo negò, dicendo: Io non lo conosco, e non so ciò che tu ti dica. Ed uscì fuori all’antiporto, e il gallo cantò. (I) Marco 14:69 E la fante, vedutolo di nuovo, cominciò a dire a quelli ch’eran quivi presenti: Costui è di quelli. (I) Marco 14:70 Ma egli da capo lo negò. E poco stante, quelli ch’eran quivi disser di nuovo a Pietro: Veramente tu sei di quelli; perciocchè tu sei Galileo, e la tua favella ne ha la somiglianza. (I) Marco 14:71 Ma egli prese a maledirsi, ed a giurare: Io non conosco quell’uomo che voi dite. (I) Marco 14:72 E il gallo cantò la seconda volta; e Pietro si ricordò della parola che Gesù gli avea detta: Avanti che il gallo canti due volte, tu mi rinnegherai tre volte. E si mise a piangere. (I) Marco 15:1 E SUBITO la mattina, i principali sacerdoti, con gli anziani, e gli Scribi, e tutto il concistoro, tenuto consiglio, legarono Gesù, e lo menarono, e lo misero in man di Pilato. (I) Marco 15:2 E Pilato gli domandò: Sei tu il Re de’ Giudei? Ed egli, rispondendo, gli disse: Tu lo dici. (I) Marco 15:3 E i principali sacerdoti l’accusavano di molte cose; ma egli non rispondeva nulla. (I) Marco 15:4 E Pilato da capo lo domandò, dicendo: Non rispondi tu nulla? vedi quante cose costoro testimoniano contro a te. (I) Marco 15:5 Ma Gesù non rispose nulla di più, talchè Pilato se ne maravigliava. (I) Marco 15:6 Or ogni festa egli liberava loro un prigione, qualunque chiedessero. (I) Marco 15:7 Or vi era colui, ch’era chiamato Barabba, ch’era prigione co’ suoi compagni di sedizione, i quali avean fatto omicidio nella sedizione. (I) Marco 15:8 E la moltitudine, gridando, cominciò a domandare che facesse come sempre avea lor fatto. (I) Marco 15:9 E Pilato rispose loro, dicendo: Volete che io vi liberi il Re de’ Giudei? (I) Marco 15:10 Perciocchè riconosceva bene che i principali sacerdoti glielo aveano messo nelle mani per invidia. (I) Marco 15:11 Ma i principali sacerdoti incitarono la moltitudine a chieder che più tosto liberasse loro Barabba. (I) Marco 15:12 E Pilato, rispondendo, da capo disse loro: Che volete adunque che io faccia di colui che voi chiamate Re de’ Giudei? (I) Marco 15:13 Ed essi di nuovo gridarono: Crocifiggilo. (I) Marco 15:14 E Pilato disse loro: Ma pure, che male ha egli fatto? Ed essi vie più gridavano: Crocifiggilo. (I) Marco 15:15 Pilato adunque, volendo soddisfare alla moltitudine, liberò loro Barabba. E dopo aver flagellato Gesù, lo diede loro in mano, per esser crocifisso. (I) Marco 15:16 Allora i soldati lo menarono dentro alla corte, che è il Pretorio, e raunarono tutta la schiera. (I) Marco 15:17 E lo vestirono di porpora; e contesta una corona di spine, gliela misero intorno al capo. (I) Marco 15:18 Poi presero a salutarlo, e a dire: Ben ti sia, Re de’ Giudei. (I) Marco 15:19 E gli percotevano il capo con una canna, e gli sputavano addosso; e postisi inginocchioni, l’adoravano. (I) Marco 15:20 E dopo che l’ebbero schernito, lo spogliarono della porpora, e lo rivestirono de’ suoi propri vestimenti, e lo menarono fuori, per crocifiggerlo. (I) Marco 15:21 ED angariarono a portar la croce di esso, un certo passante, detto Simon Cireneo, padre di Alessandro e di Rufo, il qual tornava da’ campi. (I) Marco 15:22 E menarono Gesù al luogo detto Golgota; il che, interpretato, vuol dire: Il luogo del teschio. (I) Marco 15:23 E gli dieder da bere del vino condito con mirra; ma egli non lo prese. (I) Marco 15:24 E dopo averlo crocifisso, spartirono i suoi vestimenti, tirando la sorte sopra essi, per saper ciò che ne torrebbe ciascuno. (I) Marco 15:25 Or era l’ora di terza, quando lo crocifissero. (I) Marco 15:26 E la soprascritta del maleficio che gli era apposto era scritta di sopra a lui, in questa maniera: IL RE DE’ GIUDEI. (I) Marco 15:27 Crocifissero ancora con lui due ladroni, l’un dalla sua destra, e l’altro dalla sinistra. (I) Marco 15:28 E si adempiè la scrittura che dice: Ed egli è stato annoverato fra i malfattori. (I) Marco 15:29 E coloro che passavano ivi presso l’ingiuriavano, scotendo il capo, e dicendo: Eia! tu che disfai il tempio, ed in tre giorni lo riedifichi, (I) Marco 15:30 salva te stesso, e scendi giù di croce. (I) Marco 15:31 Simigliantemente ancora i principali sacerdoti, con gli Scribi, beffandosi, dicevano l’uno all’altro: Egli ha salvati gli altri, e non può salvar sè stesso. (I) Marco 15:32 Scenda ora giù di croce il Cristo, il Re d’Israele; acciocchè noi lo vediamo, e crediamo. Coloro ancora ch’erano stati crocifissi con lui l’ingiuriavano. (I) Marco 15:33 Poi, venuta l’ora sesta, si fecero tenebre per tutta la terra, infino all’ora di nona. (I) Marco 15:34 Ed all’ora di nona, Gesù gridò con gran voce, dicendo: Eloi, Eloi, lamma sabactani? il che, interpretato, vuol dire: Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato? (I) Marco 15:35 Ed alcuni di coloro ch’eran quivi presenti, udito ciò, dicevano: Ecco, egli chiama Elia. (I) Marco 15:36 E un di loro corse; ed empiuta una spugna d’aceto, e postala intorno ad una canna, gli diè da bere, dicendo: Lasciate; vediamo se Elia verrà, per trarlo giù. (I) Marco 15:37 E Gesù, gettato un gran grido, rendè lo spirito. (I) Marco 15:38 E la cortina del tempio si fendè in due, da cima a fondo. (I) Marco 15:39 E il centurione, ch’era quivi presente di rincontro a Gesù, veduto che dopo aver così gridato, egli avea reso lo spirito, disse: Veramente quest’uomo era Figliuol di Dio. (I) Marco 15:40 Or quivi erano ancora delle donne, riguardando da lontano; fra le quali era Maria Maddalena, e Maria madre di Giacomo il piccolo, e di Iose, e Salome; (I) Marco 15:41 le quali, eziandio mentre egli era nella Galilea, l’aveano seguitato, e gli aveano ministrato; e molte altre, le quali erano salite con lui in Gerusalemme. (I) Marco 15:42 POI, essendo già sera perciocchè era la preparazione, cioè l’antisabato, (I) Marco 15:43 Giuseppe, da Arimatea, consigliere onorato, il quale eziandio aspettava il regno di Dio, venne, e, preso ardire, entrò da Pilato, e domandò il corpo di Gesù. (I) Marco 15:44 E Pilato si maravigliò ch’egli fosse già morto. E chiamato a sè il centurione, gli domandò se era gran tempo ch’egli era morto; (I) Marco 15:45 e, saputo il fatto dal centurione, donò il corpo a Giuseppe. (I) Marco 15:46 Ed egli, comperato un panno lino, e tratto Gesù giù di croce, l’involse nel panno, e lo pose in un monumento, che era tagliato dentro una roccia; e rotolò una pietra all’apertura del monumento. (I) Marco 15:47 E Maria Maddalena, e Maria madre di Iose, riguardavano ove egli sarebbe posto. (I) Marco 16:1 ORA, passato il sabato, Maria Maddalena, e Maria madre di Giacomo, e Salome, avendo comperati degli aromati, per venire ad imbalsamar Gesù, (I) Marco 16:2 la mattina del primo giorno della settimana, molto per tempo, vennero al monumento, in sul levar del sole. (I) Marco 16:3 E dicevan fra loro: Chi ci rotolerà la pietra dall’apertura del monumento? (I) Marco 16:4 E riguardando, vedono che la pietra era stata rotolata, perciocchè era molto grande. (I) Marco 16:5 Ed essendo entrate nel monumento, videro un giovanetto, che sedeva dal lato destro, vestito d’una roba bianca; e furono spaventate. (I) Marco 16:6 Ed egli disse loro: Non vi spaventate; voi cercate Gesù, il Nazareno, ch’è stato crocifisso; egli è risuscitato, egli non è qui; ecco il luogo ove l’aveano posto. (I) Marco 16:7 Ma andate, e dite a’ suoi discepoli ed a Pietro, ch’egli va innanzi a voi in Galilea; quivi lo vedrete, come egli vi ha detto. (I) Marco 16:8 Ed esse, uscite prontamente, se ne fuggirono dal monumento; perciocchè tremito e spavento le avea occupate; e non dissero nulla ad alcuno, perciocchè aveano paura. (I) Marco 16:9 OR Gesù, essendo risuscitato la mattina del primo giorno della settimana, apparve prima a Maria Maddalena, della quale avea cacciati sette demoni. (I) Marco 16:10 Ed ella andò, e l’annunziò a coloro ch’erano stati con lui, i quali facevan cordoglio, e piangevano. (I) Marco 16:11 Ed essi, udito ch’egli viveva, e ch’era stato veduto da lei, nol credettero. (I) Marco 16:12 Ora, dopo queste cose, apparve in altra forma a due di loro, i quali erano in cammino, andando a’ campi. (I) Marco 16:13 E quelli andarono, e l’annunziarono agli altri; ma quelli ancora non credettero. (I) Marco 16:14 Ultimamente, apparve agli undici, mentre erano a tavola; e rimproverò loro la loro incredulità, e durezza di cuore; perciocchè non avean creduto a coloro che l’avean veduto risuscitato. (I) Marco 16:15 Ed egli disse loro: Andate per tutto il mondo, e predicate l’evangelo ad ogni creatura. (I) Marco 16:16 Chi avrà creduto, e sarà stato battezzato, sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. (I) Marco 16:17 Or questi segni accompagneranno coloro che avranno creduto: Cacceranno i demoni nel mio nome; parleranno nuovi linguaggi; (I) Marco 16:18 torranno via i serpenti; ed avvegnachè abbiano bevuta alcuna cosa mortifera, quella non farà loro alcun nocimento; metteranno le mani sopra gl’infermi, ed essi staranno bene. (I) Marco 16:19 Il Signore adunque, dopo ch’ebbe lor parlato, fu raccolto nel cielo, e sedette alla destra di Dio. (I) Marco 16:20 Ed essi, essendo usciti, predicarono in ogni luogo, operando insieme il Signore, e confermando la parola per i segni che seguivano. (I) Luca 1:1 POICHÈ molti hanno impreso d’ordinare la narrazion delle cose, delle quali siamo stati appieno accertati; (I) Luca 1:2 secondo che ce l’hanno tramandate quelli che da principio le videro essi stessi, e furon ministri della parola; (I) Luca 1:3 a me ancora è parso, dopo aver dal capo rinvenuta ogni cosa compiutamente, di scrivertene per ordine, eccellentissimo Teofilo; (I) Luca 1:4 acciocchè tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate. (I) Luca 1:5 A’ DÌ di Erode, re di Giudea, vi era un certo sacerdote, chiamato per nome Zaccaria, della muta di Abia; e la sua moglie era delle figliuole di Aaronne, e il nome di essa era Elisabetta. (I) Luca 1:6 Or amendue eran giusti nel cospetto di Dio, camminando in tutti i comandamenti e leggi del Signore, senza biasimo. (I) Luca 1:7 E non aveano figliuoli, perciocchè Elisabetta era sterile; ed amendue eran già avanzati in età. (I) Luca 1:8 Or avvenne che esercitando Zaccaria il sacerdozio, davanti a Dio, nell’ordine della sua muta; (I) Luca 1:9 secondo l’usanza del sacerdozio, gli toccò a sorte d’entrar nel tempio del Signore, per fare il profumo. (I) Luca 1:10 E tutta la moltitudine del popolo era di fuori, orando, nell’ora del profumo. (I) Luca 1:11 Ed un angelo del Signore gli apparve, stando in piè dal lato destro dell’altar de’ profumi. (I) Luca 1:12 E Zaccaria, vedutolo, fu turbato, e timore cadde sopra lui. (I) Luca 1:13 Ma l’angelo gli disse: Non temere, Zaccaria, perciocchè la tua orazione è stata esaudita, ed Elisabetta, tua moglie, ti partorirà un figliuolo, al quale porrai nome Giovanni. (I) Luca 1:14 Ed egli ti sarà in allegrezza e gioia, e molti si rallegreranno del suo nascimento. (I) Luca 1:15 Perciocchè egli sarà grande nel cospetto del Signore; e non berrà nè vino, nè cervogia; e sarà ripieno dello Spirito Santo, fin dal seno di sua madre. (I) Luca 1:16 E convertirà molti de’ figliuoli d’Israele al Signore Iddio loro. (I) Luca 1:17 E andrà innanzi a lui, nello Spirito e virtù d’Elia, per convertire i cuori de’ padri a’ figliuoli, e i ribelli alla prudenza de’ giusti; per apparecchiare al Signore un popolo ben composto. (I) Luca 1:18 E Zaccaria disse all’angelo: A che conoscerò io questo? poichè io son vecchio, e la mia moglie è bene avanti nell’età. (I) Luca 1:19 E l’angelo, rispondendo, gli disse: Io son Gabriele, che sto davanti a Dio; e sono stato mandato per parlarti, ed annunziarti queste buone novelle. (I) Luca 1:20 Ed ecco, tu sarai mutolo, e non potrai parlare, infino al giorno che queste cose avverranno; perciocchè tu non hai creduto alle mie parole, le quali si adempieranno al tempo loro. (I) Luca 1:21 Or il popolo stava aspettando Zaccaria, e si maravigliava ch’egli tardasse tanto nel tempio. (I) Luca 1:22 E quando egli fu uscito, egli non poteva lor parlare; ed essi riconobbero ch’egli avea veduta una visione nel tempio; ed egli faceva loro cenni, e rimase mutolo. (I) Luca 1:23 Ed avvenne che quando furon compiuti i giorni del suo ministerio, egli se ne andò a casa sua. (I) Luca 1:24 Ora, dopo que’ giorni, Elisabetta, sua moglie, concepette, e si tenne nascosta cinque mesi, dicendo: (I) Luca 1:25 Così mi ha pur fatto il Signore ne’ giorni ne’ quali ha avuto riguardo a togliere il mio vituperio fra gli uomini. (I) Luca 1:26 ED al sesto mese, l’angelo Gabriele fu da Dio mandato in una città di Galilea, detta Nazaret; (I) Luca 1:27 ad una vergine, sposata ad un uomo, il cui nome era Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria. (I) Luca 1:28 E l’angelo, entrato da lei, disse: Ben ti sia, o tu cui grazia è stata fatta; il Signore è teco; benedetta tu sei fra le donne. (I) Luca 1:29 Ed ella, avendolo veduto, fu turbata delle sue parole; e discorreva in sè stessa qual fosse questo saluto. (I) Luca 1:30 E l’angelo le disse: Non temere, Maria, perciocchè tu hai trovata grazia presso Iddio. (I) Luca 1:31 Ed ecco tu concepirai nel seno, e partorirai un figliuolo, e gli porrai nome GESÙ. (I) Luca 1:32 Esso sarà grande, e sarà chiamato Figliuol dell’Altissimo; e il Signore Iddio gli darà il trono di Davide, suo padre. (I) Luca 1:33 Ed egli regnerà sopra la casa di Giacobbe, in eterno; e il suo regno non avrà mai fine. (I) Luca 1:34 E Maria disse all’angelo: Come avverrà questo, poichè io non conosco uomo? (I) Luca 1:35 E l’angelo, rispondendo, le disse: Lo Spirito Santo verrà sopra te, e la virtù dell’Altissimo ti adombrerà; per tanto ancora ciò che nascerà da te Santo sarà chiamato Figliuol di Dio. (I) Luca 1:36 Ed ecco, Elisabetta, tua cugina, ha eziandio conceputo un figliuolo nella sua vecchiezza; e questo è il sesto mese a lei ch’era chiamata sterile. (I) Luca 1:37 Poichè nulla è impossibile a Dio. (I) Luca 1:38 E Maria disse: Ecco la serva del Signore; siami fatto secondo le tue parole. E l’angelo si partì da lei. (I) Luca 1:39 OR in que’ giorni, Maria si levò, e andò in fretta nella contrada delle montagne, nella città di Giuda; (I) Luca 1:40 ed entrò in casa di Zaccaria, e salutò Elisabetta. (I) Luca 1:41 Ed avvenne che, come Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il fanciullino le saltò nel seno; ed Elisabetta fu ripiena dello Spirito Santo. (I) Luca 1:42 E sclamò ad alta voce, e disse: Benedetta tu sei fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno. (I) Luca 1:43 E donde mi vien questo, che la madre del mio Signore venga a me? (I) Luca 1:44 Poichè, ecco, come prima la voce del tuo saluto mi è pervenuta agli orecchi, il fanciullino è saltato d’allegrezza nel mio seno. (I) Luca 1:45 Ora, beata è colei che ha creduto; perciocchè le cose, dettele da parte del Signore, avranno compimento. (I) Luca 1:46 E Maria disse: L’ANIMA mia magnifica il Signore; (I) Luca 1:47 E lo spirito mio festeggia in Dio, mio Salvatore. (I) Luca 1:48 Poichè egli ha riguardato alla bassezza della sua servente Perciocchè, ecco, da ora innanzi tutte le età mi predicheranno beata. (I) Luca 1:49 Poichè il Potente mi ha fatte cose grandi; E santo è il suo nome. (I) Luca 1:50 E la sua misericordia è per ogni età, Inverso coloro che lo temono. (I) Luca 1:51 Egli ha operato potentemente col suo braccio; Egli ha dissipati i superbi per lo proprio pensier del cuor loro. (I) Luca 1:52 Egli ha tratti giù da’ troni i potenti, Ed ha innalzati i bassi. (I) Luca 1:53 Egli ha ripieni di beni i famelici, E ne ha mandati vuoti i ricchi. (I) Luca 1:54 Egli ha sovvenuto Israele, suo servitore, Per aver memoria della sua misericordia; (I) Luca 1:55 Siccome egli avea parlato a’ nostri padri; Ad Abrahamo, ed alla sua progenie, in perpetuo. (I) Luca 1:56 E Maria rimase con Elisabetta intorno a tre mesi; poi se ne tornò a casa sua. (I) Luca 1:57 OR si compiè il termine di Elisabetta, per partorire, e partorì un figliuolo. (I) Luca 1:58 E i suoi vicini e parenti, avendo udito che il Signore avea magnificata la sua misericordia inverso lei, se ne rallegravan con essa. (I) Luca 1:59 Ed avvenne che nell’ottavo giorno vennero per circoncidere il fanciullo, e lo chiamavano Zaccaria, del nome di suo padre. (I) Luca 1:60 Ma sua madre prese a dire: No; anzi sarà chiamato Giovanni. (I) Luca 1:61 Ed essi le dissero: Non vi è alcuno nel tuo parentado che si chiami per questo nome. (I) Luca 1:62 E con cenni domandarono al padre di esso, come voleva ch’egli fosse nominato. (I) Luca 1:63 Ed egli, chiesta una tavoletta, scrisse in questa maniera: Il suo nome è Giovanni. E tutti si maravigliarono. (I) Luca 1:64 E in quello stante la sua bocca fu aperta, e la sua lingua sciolta; e parlava, benedicendo Iddio. (I) Luca 1:65 E spavento ne venne su tutti i lor vicini; e tutte queste cose si divolgarono per tutta la contrada delle montagne della Giudea. (I) Luca 1:66 E tutti coloro che le udirono le riposero nel cuor loro, dicendo: Chi sarà mai questo fanciullo? E la mano del Signore era con lui. (I) Luca 1:67 E Zaccaria, suo padre, fu ripieno dello Spirito Santo, e profetizzò, dicendo: (I) Luca 1:68 BENEDETTO sia il Signore Iddio d’Israele; Perciocchè egli ha visitato, e riscattato il suo popolo; (I) Luca 1:69 E ci ha rizzato il corno della salvazione Nella casa di Davide, suo servitore, (I) Luca 1:70 Secondo ch’egli ci avea promesso Per la bocca de’ suoi santi profeti, che sono stati d’ogni secolo; (I) Luca 1:71 Salvazione da’ nostri nemici, E di man di tutti coloro che ci odiano; (I) Luca 1:72 Per usar misericordia inverso i nostri padri, E ricordarsi del suo santo patto: (I) Luca 1:73 Secondo il giuramento fatto ad Abrahamo, nostro padre. (I) Luca 1:74 Di concederci che, liberati di man de’ nostri nemici, Gli servissimo senza paura; (I) Luca 1:75 In santità, ed in giustizia, nel suo cospetto, Tutti i giorni della nostra vita. (I) Luca 1:76 E tu, o piccol fanciullo, sarai chiamato Profeta dell’Altissimo; Perciocchè tu andrai davanti alla faccia del Signore, Per preparar le sue vie; (I) Luca 1:77 Per dare al suo popolo conoscenza della salute, In remission de’ lor peccati, (I) Luca 1:78 Per le viscere della misericordia dell’Iddio nostro, Per le quali l’Oriente da alto, ci ha visitati, (I) Luca 1:79 Per rilucere a coloro che giacevano nelle tenebre, E nell’ombra della morte; Per indirizzare i nostri piedi nella via della pace. (I) Luca 1:80 E il piccol fanciullo cresceva, e si fortificava in ispirito; e stette ne’ deserti, infino al giorno ch’egli si dovea mostrare ad Israele. (I) Luca 2:1 OR in que’ dì avvenne che un decreto uscì da parte di Cesare Augusto, che si facesse la rassegna di tutto il mondo. (I) Luca 2:2 Questa rassegna fu la prima che fu fatta, sotto Quirinio, governator della Siria. (I) Luca 2:3 E tutti andavano, per esser rassegnati, ciascuno nella sua città. (I) Luca 2:4 Or anche Giuseppe salì di Galilea, della città di Nazaret, nella Giudea, nella città di Davide, che si chiama Betleem; perciocchè egli era della casa, e nazione di Davide; (I) Luca 2:5 per esser rassegnato con Maria, ch’era la moglie che gli era stata sposata, la quale era gravida. (I) Luca 2:6 Or avvenne che, mentre eran quivi, il termine nel quale ella dovea partorire si compiè. (I) Luca 2:7 Ed ella partorì il suo figliuolo primogenito, e lo fasciò, e lo pose a giacer nella mangiatoia; perciocchè non vi era luogo per loro nell’albergo. (I) Luca 2:8 OR nella medesima contrada vi erano de’ pastori, i quali dimoravano fuori a’ campi, facendo le guardie della notte intorno alla lor greggia. (I) Luca 2:9 Ed ecco, un angelo del Signore si presentò a loro, e la gloria del Signore risplendè d’intorno a loro; ed essi temettero di gran timore. (I) Luca 2:10 Ma l’angelo disse loro: Non temiate; perciocchè io vi annunzio una grande allegrezza, che tutto il popolo avrà; (I) Luca 2:11 cioè che oggi, nella città di Davide, vi è nato il Salvatore, che è Cristo, il Signore. (I) Luca 2:12 E questo ve ne sarà il segno: voi troverete il fanciullino fasciato, coricato nella mangiatoia. (I) Luca 2:13 E in quello stante vi fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, lodando Iddio, e dicendo: (I) Luca 2:14 Gloria a Dio ne’ luoghi altissimi, Pace in terra, Benivoglienza inverso gli uomini, (I) Luca 2:15 Ed avvenne che quando gli angeli se ne furono andati da loro al cielo, que’ pastori disser fra loro: Or passiam fino in Betleem, e veggiamo questa cosa ch’è avvenuta, la quale il Signore ci ha fatta assapere. (I) Luca 2:16 E vennero in fretta, e trovarono Maria, e Giuseppe, e il fanciullino, che giaceva nella mangiatoia. (I) Luca 2:17 E vedutolo, divolgarono ciò ch’era loro stato detto di quel piccolo fanciullo. (I) Luca 2:18 E tutti coloro che li udirono si maravigliarono delle cose ch’eran lor dette da’ pastori. (I) Luca 2:19 E Maria conservava in sè tutte queste parole, conferendole insieme nel cuor suo. (I) Luca 2:20 E i pastori se ne ritornarono, glorificando e lodando Iddio di tutte le cose che aveano udite e vedute, secondo ch’era loro stato parlato. (I) Luca 2:21 E QUANDO gli otto giorni, in capo de’ quali egli dovea esser circonciso, furon compiuti, gli fu posto nome GESÙ, secondo ch’era stato nominato dall’angelo, innanzi che fosse conceputo nel seno. (I) Luca 2:22 E quando i giorni della loro purificazione furon compiuti secondo la legge di Mosè, portarono il fanciullo in Gerusalemme, per presentarlo al Signore (I) Luca 2:23 come egli è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio che apre la matrice sarà chiamato Santo al Signore; (I) Luca 2:24 e per offerire il sacrificio, secondo ciò ch’è detto nella legge del Signore, d’un paio di tortole, o di due pippioni. (I) Luca 2:25 OR ecco, vi era in Gerusalemme un uomo il cui nome era Simeone; e quell’uomo era giusto, e religioso, ed aspettava la consolazione d’Israele; e lo Spirito Santo era sopra lui. (I) Luca 2:26 E gli era stato divinamente rivelato dallo Spirito Santo, ch’egli non vedrebbe la morte, che prima non avesse veduto il Cristo del Signore. (I) Luca 2:27 Egli adunque, per movimento dello Spirito, venne nel tempio; e, come il padre e la madre vi portavano il fanciullo Gesù, per far di lui secondo l’usanza della legge, (I) Luca 2:28 egli sel recò nelle braccia, e benedisse Iddio, e disse: (I) Luca 2:29 Ora, Signore, ne mandi il tuo servitore in pace, Secondo la tua parola; (I) Luca 2:30 Perciocchè gli occhi miei hanno veduta la tua salute; (I) Luca 2:31 La quale tu hai preparata, per metterla davanti a tutti i popoli; (I) Luca 2:32 Luce da illuminar le Genti, E la gloria del tuo popolo Israele. (I) Luca 2:33 E Giuseppe, e la madre d’esso, si maravigliavano delle cose ch’erano dette da lui. (I) Luca 2:34 E Simeone li benedisse, e disse a Maria, madre di esso: Ecco, costui è posto per la ruina, e per lo rilevamento di molti in Israele; e per segno al quale sarà contradetto (I) Luca 2:35 ed una spada trafiggerà a te stessa l’anima; acciocchè i pensieri di molti cuori sieno rivelati. (I) Luca 2:36 Vi era ancora Anna profetessa, figliuola di Fanuel, della tribù di Aser; la quale era molto attempata, essendo vissuta sett’anni col suo marito dopo la sua verginità. (I) Luca 2:37 Ed era vedova d’età d’intorno ad ottantaquattro anni; e non si partiva mai dal tempio, servendo a Dio, notte e giorno, in digiuni ed orazioni. (I) Luca 2:38 Ella ancora, sopraggiunta in quell’ora, lodava il Signore, e parlava di quel fanciullo a tutti coloro che aspettavano la redenzione in Gerusalemme. (I) Luca 2:39 ORA, quando ebber compiute tutte le cose che si convenivano fare secondo la legge del Signore, ritornarono in Galilea, in Nazaret, lor città. (I) Luca 2:40 E il fanciullo cresceva, e si fortificava in ispirito, essendo ripieno di sapienza; e la grazia di Dio era sopra lui. (I) Luca 2:41 Or suo padre e sua madre andavano ogni anno in Gerusalemme, nella festa della Pasqua. (I) Luca 2:42 E come egli fu d’età di dodici anni, essendo essi saliti in Gerusalemme, secondo l’usanza della festa; ed avendo compiuti i giorni d’essa, (I) Luca 2:43 quando se ne tornavano, il fanciullo Gesù rimase in Gerusalemme, senza la saputa di Giuseppe, nè della madre di esso. (I) Luca 2:44 E stimando ch’egli fosse fra la compagnia, camminarono una giornata; ed allora si misero a cercarlo fra i lor parenti, e fra i lor conoscenti. (I) Luca 2:45 E, non avendolo trovato, tornarono in Gerusalemme, cercandolo. (I) Luca 2:46 Ed avvenne che tre giorni appresso, lo trovaron nel tempio, sedendo in mezzo de’ dottori, ascoltandoli, e facendo loro delle domande. (I) Luca 2:47 E tutti coloro che l’udivano stupivano del suo senno, e delle sue risposte. (I) Luca 2:48 E quando essi lo videro, sbigottirono. E sua madre gli disse: Figliuolo, perchè ci hai fatto così? ecco, tuo padre ed io ti cercavamo, essendo in gran travaglio. (I) Luca 2:49 Ma egli disse loro: Perchè mi cercavate? non sapevate voi ch’egli mi conviene attendere alle cose del Padre mio? (I) Luca 2:50 Ed essi non intesero le parole ch’egli avea lor dette. (I) Luca 2:51 Ed egli discese con loro, e venne in Nazaret, ed era loro soggetto. E sua madre riserbava tutte queste parole nel suo cuore. (I) Luca 2:52 E Gesù si avanzava in sapienza, e in istatura, e in grazia dinanzi a Dio, e dinanzi gli uomini. (I) Luca 3:1 OR nell’anno quintodecimo dell’imperio di Tiberio Cesare, essendo Ponzio Pilato governator della Giudea; ed Erode tetrarca della Galilea; e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea, e della contrada Traconitida; e Lisania tetrarca di Abilene; (I) Luca 3:2 sotto Anna, e Caiafa, sommi sacerdoti; la parola di Dio fu indirizzata a Giovanni, figliuol di Zaccaria, nel deserto. (I) Luca 3:3 Ed egli venne per tutta la contrada d’intorno al Giordano, predicando il battesimo del ravvedimento, in remission de’ peccati. (I) Luca 3:4 Siccome egli è scritto nel libro delle parole del profeta Isaia, dicendo: Vi è una voce d’uno, che grida nel deserto: Acconciate la via del Signore, addirizzate i suoi sentieri. (I) Luca 3:5 Sia ripiena ogni valle, e sia abbassato ogni monte, ed ogni colle; e sieno ridirizzati i luoghi distorti, e le vie aspre appianate. (I) Luca 3:6 Ed ogni carne vedrà la salute di Dio. (I) Luca 3:7 Egli adunque diceva alle turbe, che uscivano per esser da lui battezzate: Progenie di vipere, chi vi ha mostrato a fuggir dall’ira a venire? (I) Luca 3:8 Fate adunque frutti degni del ravvedimento; e non prendete a dir fra voi stessi: Noi abbiamo Abrahamo per padre; perciocchè io vi dico che Iddio può, eziandio da queste pietre, far sorgere de’ figliuoli ad Abrahamo. (I) Luca 3:9 Or già è posta la scure alla radice degli alberi; ogni albero adunque che non fa buon frutto è tagliato, e gettato nel fuoco. (I) Luca 3:10 E le turbe lo domandarono, dicendo: Che faremo noi dunque? (I) Luca 3:11 Ed egli, rispondendo, disse loro: Chi ha due vesti ne faccia parte a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia il simigliante. (I) Luca 3:12 Or vennero ancora de’ pubblicani, per essere battezzati, e gli dissero: Maestro, che dobbiam noi fare? (I) Luca 3:13 Ed egli disse loro: Non riscotete nulla più di ciò che vi è stato ordinato. (I) Luca 3:14 I soldati ancora lo domandarono, dicendo: E noi, che dobbiam fare? Ed egli disse loro: Non fate storsione ed alcuno, e non oppressate alcuno per calunnia; e contentatevi del vostro soldo. (I) Luca 3:15 Ora, stando il popolo in aspettazione, e ragionando tutti ne’ lor cuori, intorno a Giovanni, se egli sarebbe punto il Cristo; (I) Luca 3:16 Giovanni rispose, dicendo a tutti: Ben vi battezzo io con acqua; ma colui ch’è più forte di me, di cui io non son degno di sciogliere il correggiuol delle scarpe, viene; esso vi battezzerà con lo Spirito Santo, e col fuoco. (I) Luca 3:17 Egli ha la sua ventola in mano, e netterà interamente l’aia sua, e raccoglierà il grano nel suo granaio; ma arderà la paglia col fuoco inestinguibile. (I) Luca 3:18 Così egli evangelizzava al popolo, esortandolo per molti altri ragionamenti. (I) Luca 3:19 Or Erode il tetrarca, essendo da lui ripreso a motivo di Erodiada, moglie di Filippo, suo fratello; e per tutti i mali ch’egli avea commessi; (I) Luca 3:20 aggiunse ancora questo a tutti gli altri, ch’egli rinchiuse Giovanni in prigione. (I) Luca 3:21 ORA avvenne che mentre tutto il popolo era battezzato, Gesù ancora, essendo stato battezzato, ed orando, il cielo si aperse; (I) Luca 3:22 e lo Spirito Santo scese sopra di lui, in forma corporale, a guisa di colomba; e venne una voce dal cielo, dicendo: Tu sei il mio diletto Figliuolo; in te ho preso il mio compiacimento. (I) Luca 3:23 E GESÙ, quando cominciò ad insegnare, avea circa trent’anni; figliuolo, com’era creduto, di Giuseppe, (I) Luca 3:24 figliuolo di Eli; figliuol di Mattat, figliuol di Levi, figliuol di Melchi, figliuol di Ianna, figliuol di Giuseppe, (I) Luca 3:25 figliuol di Mattatia, figliuol di Amos, figliuol di Naum, figliuol di Esli, figliuol di Nagghe, (I) Luca 3:26 figliuol di Maat, figliuol di Mattatia, figliuol di Semei, figliuol di Giuseppe, figliuol di Giuda, (I) Luca 3:27 figliuol di Ioanna, figliuol di Resa, figliuol di Zorobabel, figliuol di Sealtiel, figliuol di Neri, (I) Luca 3:28 figliuol di Melchi, figliuol di Addi, figliuol di Cosam, figliuol di Elmodam, figliuol di Er, (I) Luca 3:29 figliuol di Iose, figliuol di Eliezer, figliuol di Iorim, figliuol di Mattat, (I) Luca 3:30 figliuol di Levi, figliuol di Simeone, figliuol di Giuda, figliuol di Giuseppe, figliuol di Ionan, figliuol di Eliachim, (I) Luca 3:31 figliuol di Melea, figliuol di Mena, figliuol di Mattata, figliuol di Natan, figliuol di Davide, (I) Luca 3:32 figliuol di Iesse, figliuol di Obed, figliuol di Booz, figliuol di Salmon, figliuol di Naasson, (I) Luca 3:33 figliuol di Aminadab, figliuol di Aram, figliuol di Esrom, figliuol di Fares, figliuol di Giuda, (I) Luca 3:34 figliuol di Giacobbe, figliuol d’Isacco, figliuol d’Abrahamo, figliuol di Tara, figliuol di Nahor, (I) Luca 3:35 figliuol di Saruc, figliuol di Ragau, figliuol di Faleg, figliuol di Eber, figliuol di Sala, (I) Luca 3:36 figliuol di Arfacsad, figliuol di Sem, figliuol di Noè, (I) Luca 3:37 figliuol di Lamec, figliuol di Matusala, figliuol di Enoc, figliuol di Iared, figliuol di Maleleel, (I) Luca 3:38 figliuol di Cainan, figliuol di Enos, figliuol di Set, figliuol di Adamo, che fu di Dio. (I) Luca 4:1 OR Gesù, ripieno dello Spirito Santo, se ne ritornò dal Giordano; e fu sospinto dallo Spirito nel deserto. (I) Luca 4:2 E fu quivi tentato dal diavolo quaranta giorni; e in que’ giorni non mangiò nulla; ma, dopo che quelli furon compiuti, infine egli ebbe fame. (I) Luca 4:3 E il diavolo gli disse: Se tu sei Figliuol di Dio, di’ a questa pietra che divenga pane. (I) Luca 4:4 E Gesù gli rispose, dicendo: Egli è scritto: L’uomo non vive di pan solo, ma d’ogni parola di Dio. (I) Luca 4:5 E il diavolo, menatolo sopra un alto monte, gli mostrò in un momento di tempo tutti i regni del mondo. (I) Luca 4:6 E il diavolo gli disse: Io ti darò tutta la podestà di questi regni, e la gloria loro; perciocchè ella mi è stata data in mano, ed io la do a cui voglio. (I) Luca 4:7 Se dunque tu mi adori, tutta sarà tua. (I) Luca 4:8 Ma Gesù, rispondendo, gli disse: Vattene indietro da me, Satana. Egli è scritto: Adora il Signore Iddio tuo, e servi a lui solo. (I) Luca 4:9 Egli lo menò ancora in Gerusalemme; e lo pose sopra l’orlo del tetto del tempio, e gli disse: Se tu sei il Figliuol di Dio, gettati giù di qui; (I) Luca 4:10 perciocchè egli è scritto: Egli ordinerà a’ suoi angeli, che ti guardino; (I) Luca 4:11 ed essi ti leveranno nelle lor mani, che talora tu non t’intoppi del piè in alcuna pietra. (I) Luca 4:12 E Gesù, rispondendo, gli disse: Egli è stato detto: Non tentare il Signore Iddio tuo. (I) Luca 4:13 E il diavolo, finita tutta la tentazione, si partì da lui, infino ad un certo tempo. (I) Luca 4:14 E GESÙ nella virtù dello Spirito, se ne tornò in Galilea; e la fama di esso andò per tutta la contrada circonvicina. (I) Luca 4:15 Ed egli insegnava nelle lor sinagoghe, essendo onorato da tutti. (I) Luca 4:16 E venne in Nazaret, ove era stato allevato; ed entrò, come era usato, in giorno di sabato, nella sinagoga; e si levò per leggere. (I) Luca 4:17 E gli fu dato in mano il libro del profeta Isaia; e, spiegato il libro, trovò quel luogo dove era scritto: (I) Luca 4:18 Lo Spirito del Signore è sopra me; perciocchè egli mi ha unto; egli mi ha mandato per evangelizzare a’ poveri, per guarire i contriti di cuore; (I) Luca 4:19 per bandir liberazione a’ prigioni, e racquisto della vista a’ ciechi; per mandarne in libertà i fiaccati, e per predicar l’anno accettevole del Signore. (I) Luca 4:20 Poi, ripiegato il libro, e rendutolo al ministro, si pose a sedere; e gli occhi di tutti coloro ch’erano nella sinagoga erano affissati in lui. (I) Luca 4:21 Ed egli prese a dir loro: Questa scrittura è oggi adempiuta ne’ vostri orecchi. (I) Luca 4:22 E tutti gli rendevano testimonianza, e si maravigliavano delle parole di grazia che procedevano dalla sua bocca, e dicevano: Non è costui il figliuol di Giuseppe? (I) Luca 4:23 Ed egli disse loro: Del tutto voi mi direte questo proverbio: Medico, cura te stesso; fa’ eziandio qui, nella tua patria, tutte le cose che abbiamo udite essere state fatte in Capernaum. (I) Luca 4:24 Ma egli disse: Io vi dico in verità, che niun profeta è accetto nella sua patria. (I) Luca 4:25 Io vi dico in verità, che a’ dì di Elia, quando il cielo fu serrato tre anni e sei mesi, talchè vi fu gran fame in tutto il paese, vi erano molte vedove in Israele; (I) Luca 4:26 e pure a niuna d’esse fu mandato Elia; anzi ad una donna vedova in Sarepta di Sidon. (I) Luca 4:27 Ed al tempo del profeta Eliseo vi erano molti lebbrosi in Israele; e pur niun di loro fu mondato; ma Naaman Siro. (I) Luca 4:28 E tutti furono ripieni d’ira nella sinagoga, udendo queste cose. (I) Luca 4:29 E levatisi, lo cacciarono della città, e lo menarono fino al margine della sommità del monte, sopra il quale la lor città era edificata, per traboccarlo giù. (I) Luca 4:30 Ma egli passò per mezzo loro, e se ne andò. (I) Luca 4:31 E scese in Capernaum, città della Galilea; ed insegnava la gente ne’ sabati. (I) Luca 4:32 Ed essi stupivano della sua dottrina; perciocchè la sua parola era con autorità. (I) Luca 4:33 OR nella sinagoga vi era un uomo, che avea uno spirito d’immondo demonio; ed esso diede un gran grido, dicendo: Ahi! (I) Luca 4:34 che vi è fra te e noi, o Gesù Nazareno? sei tu venuto per mandarci in perdizione? io so chi tu sei: il Santo di Dio. (I) Luca 4:35 Ma Gesù lo sgridò, dicendo: Ammutolisci, ed esci fuor di lui. E il demonio, gettatolo quivi in mezzo, uscì da lui, senza avergli fatto alcun nocimento. (I) Luca 4:36 E spavento nacque in tutti; e ragionavan fra loro, dicendo: Quale è questa parola ch’egli, con autorità, e potenza, comandi agli spiriti immondi, ed essi escano fuori? (I) Luca 4:37 E il grido di esso andò per tutti i luoghi del paese circonvicino. (I) Luca 4:38 POI Gesù, levatosi della sinagoga, entrò nella casa di Simone. Or la suocera di Simone era tenuta d’una gran febbre; e lo richiesero per lei. (I) Luca 4:39 Ed egli, stando di sopra a lei, sgridò la febbre, ed essa la lasciò; ed ella, levatasi prontamente, ministrava loro. (I) Luca 4:40 E in sul tramontar del sole, tutti coloro che aveano degl’infermi di diverse malattie li menarono a lui; ed egli, imposte le mani sopra ciascun di loro, li guarì. (I) Luca 4:41 I demoni ancora uscivano di molti, gridando, e dicendo: Tu sei il Cristo, il Figliuol di Dio. Ma egli li sgridava, e non permetteva loro di parlare; perciocchè sapevano ch’egli era il Cristo. (I) Luca 4:42 Poi, fattosi giorno, egli uscì, e andò in un luogo deserto; e le turbe lo cercavano, e vennero infino a lui, e lo ritenevano; acciocchè non si partisse da loro. (I) Luca 4:43 Ma egli disse loro: Ei mi conviene evangelizzare il regno di Dio eziandio alle altre città; perciocchè a far questo sono stato mandato. (I) Luca 4:44 E andava predicando per le sinagoghe della Galilea. (I) Luca 5:1 OR avvenne che, essendogli la moltitudine addosso, per udir la parola di Dio, e stando egli in piè presso del lago di Gennesaret; (I) Luca 5:2 vide due navicelle ch’erano presso della riva del lago, delle quali erano smontati i pescatori, e lavavano le lor reti. (I) Luca 5:3 Ed essendo montato in una di quelle, la quale era di Simone, lo pregò che si allargasse un poco lungi da terra. E postosi a sedere, ammaestrava le turbe d’in su la navicella. (I) Luca 5:4 E come fu restato di parlare, disse a Simone: Allargati in acqua, e calate le vostre reti per pescare. (I) Luca 5:5 E Simone, rispondendo, gli disse: Maestro, noi ci siamo affaticati tutta la notte, e non abbiam preso nulla; ma pure, alla tua parola, io calerò la rete. (I) Luca 5:6 E fatto questo, rinchiusero gran moltitudine di pesci; e la lor rete si rompeva. (I) Luca 5:7 Ed accennarono a’ lor compagni, ch’erano nell’altra navicella, che venissero per aiutarli. Ed essi vennero, ed empierono amendue le navicelle, talchè affondavano. (I) Luca 5:8 E Simon Pietro, veduto questo, si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: Signore, dipartiti da me; perciocchè io son uomo peccatore. (I) Luca 5:9 Poichè spavento aveva occupato lui, e tutti coloro che eran con lui, per la presa de’ pesci che aveano fatta. (I) Luca 5:10 Simigliantemente ancora Giacomo, e Giovanni, figliuol di Zebedeo, ch’eran compagni di Simone. E Gesù disse a Simone: Non temere; da ora innanzi tu sarai prenditore d’uomini vivi. (I) Luca 5:11 Ed essi, condotte le navicelle a terra, lasciarono ogni cosa, e lo seguitarono. (I) Luca 5:12 OR avvenne che mentre egli era in una di quelle città, ecco un uomo pien di lebbra, il quale, veduto Gesù, e gettatosi sopra la faccia in terra, lo pregò, dicendo: Signore, se tu vuoi, tu puoi mondarmi. (I) Luca 5:13 Ed egli, distesa la mano, lo toccò, dicendo: Sì, io lo voglio, sii netto. E subito la lebbra si partì da lui. (I) Luca 5:14 Ed egli gli comandò di non dirlo ad alcuno; anzi va’, diss’egli, mostrati al sacerdote, ed offerisci, per la tua purificazione, secondo che Mosè ha ordinato in testimonianza a loro. (I) Luca 5:15 E la fama di lui si spandeva vie più; e molte turbe si raunavano per udirlo, e per esser da lui guarite delle loro infermità. (I) Luca 5:16 Ma egli si sottraeva ne’ deserti, ed orava. (I) Luca 5:17 ED avvenne un di que’ giorni, ch’egli insegnava; e quivi sedevano de’ Farisei, e de’ dottori della legge, i quali eran venuti di tutte le castella della Galilea, e della Giudea, e di Gerusalemme; e la virtù del Signore era quivi presente, per sanarli. (I) Luca 5:18 Ed ecco certi uomini, che portavano sopra un letto un uomo paralitico, e cercavano di portarlo dentro, e di metterlo davanti a lui. (I) Luca 5:19 E non trovando onde lo potessero metter dentro, per la moltitudine, salirono sopra il tetto della casa, e lo calaron pe’ tegoli, insieme col letticello, ivi in mezzo, davanti a Gesù. (I) Luca 5:20 Ed egli, veduta la lor fede, disse a colui: Uomo, i tuoi peccati ti son rimessi. (I) Luca 5:21 E gli Scribi e i Farisei presero a ragionare, dicendo: Chi è costui che pronunzia bestemmie? chi può rimettere i peccati, se non Iddio solo? (I) Luca 5:22 Ma Gesù, riconosciuti i lor ragionamenti, fece lor motto, e disse: Che ragionate voi ne’ vostri cuori? (I) Luca 5:23 Quale è più agevole, dire: I tuoi peccati ti son rimessi, ovver dire: Levati, e cammina? (I) Luca 5:24 Ora, acciocchè voi sappiate che il Figliuol dell’uomo ha autorità in terra di rimettere i peccati: Io ti dico disse egli al paralitico: Levati, e togli il tuo letticello, e vattene a casa tua. (I) Luca 5:25 Ed egli, in quello stante, levatosi nel lor cospetto, e tolto in su le spalle ciò sopra di che giaceva, se ne andò a casa sua, glorificando Iddio. (I) Luca 5:26 E stupore occupò tutti, e glorificavano Iddio, ed eran pieni di paura, dicendo: Oggi noi abbiam vedute cose strane. (I) Luca 5:27 E DOPO queste cose, egli uscì, e vide un pubblicano, detto per nome Levi, che sedeva al banco della gabella, e gli disse: Seguitami. (I) Luca 5:28 Ed egli, lasciato ogni cosa, si levò, e lo seguitò. (I) Luca 5:29 E Levi gli fece un gran convito in casa sua; e la moltitudine di pubblicani, e di altri, ch’eran con loro a tavola, era grande. (I) Luca 5:30 E gli Scribi e i Farisei di quel luogo mormoravano contro a’ discepoli di Gesù, dicendo: Perchè mangiate, e bevete co’ pubblicani, e co’ peccatori? (I) Luca 5:31 E Gesù, rispondendo, disse loro: I sani non han bisogno di medico, ma i malati. (I) Luca 5:32 Io non son venuto per chiamare i giusti, anzi i peccatori, a ravvedimento. (I) Luca 5:33 ED essi gli dissero: Perchè i discepoli di Giovanni, e simigliantemente que’ de’ Farisei, digiunano eglino, e fanno spesso orazioni, ed i tuoi mangiano, e bevono? (I) Luca 5:34 Ed egli disse loro: Potete voi far digiunare quei della camera delle nozze, mentre lo sposo è con loro? (I) Luca 5:35 Ma i giorni verranno, che lo sposo sarà loro tolto, ed allora in que’ giorni digiuneranno. (I) Luca 5:36 Disse loro, oltre a ciò, una similitudine: Niuno straccia un pezzo da un vestimento nuovo per metterlo sopra un vestimento vecchio; altrimenti, egli straccia quel nuovo, e la pezza tolta dal nuovo non si confà al vecchio. (I) Luca 5:37 Parimente, niuno mette vin nuovo in otri vecchi; altrimenti, il vin nuovo rompe gli otri, ed esso si spande, e gli otri si perdono. (I) Luca 5:38 Ma convien mettere il vin nuovo in otri nuovi, ed amendue si conserveranno. (I) Luca 5:39 Niuno ancora, avendo bevuto del vin vecchio, vuol subito del nuovo; perciocchè egli dice: Il vecchio val meglio. (I) Luca 6:1 OR avvenne, nel primo sabato dal dì appresso la pasqua, ch’egli camminava per le biade; e i suoi discepoli svellevano delle spighe, e le mangiavano, sfregandole con le mani. (I) Luca 6:2 Ed alcuni de’ Farisei disser loro: Perchè fate ciò che non è lecito di fare nei giorni di sabato? (I) Luca 6:3 E Gesù, rispondendo, disse loro: Non avete voi pur letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame, egli, e coloro ch’eran con lui? (I) Luca 6:4 Come egli entrò nella casa di Dio, e prese i pani di presentazione, e ne mangiò, e ne diede ancora a coloro ch’eran con lui; i quali però non è lecito di mangiare, se non a’ sacerdoti soli? (I) Luca 6:5 Poi disse loro: Il Figliuol dell’uomo è Signore eziandio del sabato. (I) Luca 6:6 OR avvenne, in un altro sabato, ch’egli entrò nella sinagoga, ed insegnava; e quivi era un uomo, la cui man destra era secca. (I) Luca 6:7 E i Farisei e gli Scribi l’osservavano, se lo guarirebbe nel sabato; per trovar di che accusarlo. (I) Luca 6:8 Ma egli conosceva i lor pensieri, e disse all’uomo che avea la man secca: Levati, e sta’ in piè ivi in mezzo. Ed egli, levatosi, stette in piè. (I) Luca 6:9 Gesù adunque disse loro: Io vi domando: Che? è egli lecito di far bene o male, ne’ sabati? di salvar una persona, o d’ucciderla? (I) Luca 6:10 E guardatili tutti d’intorno, disse a quell’uomo: Distendi la tua mano. Ed egli fece così. E la sua mano fu resa sana come l’altra. (I) Luca 6:11 Ed essi furono ripieni di furore, e ragionavano fra loro, che cosa farebbero a Gesù. (I) Luca 6:12 OR avvenne, in que’ giorni, ch’egli uscì al monte, per orare, e passò la notte in orazione a Dio. (I) Luca 6:13 E quando fu giorno, chiamò a sè i suoi discepoli, e ne elesse dodici, i quali ancora nominò Apostoli; (I) Luca 6:14 cioè: Simone, il quale ancora nominò Pietro, ed Andrea, suo fratello; Giacomo, e Giovanni; Filippo, e Bartolomeo; (I) Luca 6:15 Matteo, e Toma; Giacomo di Alfeo, e Simone, chiamato Zelote; (I) Luca 6:16 Giuda, fratel di Giacomo, e Giuda Iscariot, il quale ancora fu traditore. (I) Luca 6:17 POI, sceso con loro, si fermò in una pianura, con la moltitudine dei suoi discepoli, e con gran numero di popolo di tutta la Giudea, e di Gerusalemme, e della marina di Tiro, e di Sidon, i quali eran venuti per udirlo, e per esser guariti delle loro infermità; (I) Luca 6:18 insieme con coloro ch’erano tormentati da spiriti immondi; e furon guariti. (I) Luca 6:19 E tutta la moltitudine cercava di toccarlo, perciocchè virtù usciva di lui, e li sanava tutti. (I) Luca 6:20 Ed egli, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: Beati voi, poveri, perciocchè il regno di Dio è vostro. (I) Luca 6:21 Beati voi, che ora avete fame, perciocchè sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perciocchè voi riderete. (I) Luca 6:22 Voi sarete beati, quando gli uomini vi avranno odiati, e vi avranno scomunicati, e vituperati, ed avranno bandito il vostro nome, come malvagio, per cagion del Figliuol dell’uomo. (I) Luca 6:23 Rallegratevi, e saltate di letizia in quel giorno; perciocchè, ecco, il vostro premio è grande nei cieli; poichè il simigliante fecero i padri loro a’ profeti. (I) Luca 6:24 Ma, guai a voi, ricchi! perciocchè voi avete la vostra consolazione. (I) Luca 6:25 Guai a voi, che siete ripieni! perciocchè voi avrete fame. Guai a voi, che ora ridete! perciocchè voi farete cordoglio, e piangerete. (I) Luca 6:26 Guai a voi, quando tutti gli uomini diranno bene di voi! poichè il simigliante fecero i padri loro a’ falsi profeti. (I) Luca 6:27 Ma io dico a voi che udite: Amate i vostri nemici; fate bene a coloro che vi odiano; (I) Luca 6:28 benedite coloro che vi maledicono; e pregate per coloro che vi molestano. (I) Luca 6:29 Se alcuno ti percuote su di una guancia, porgigli eziandio l’altra; e non divietar colui che ti toglie il mantello di prendere ancora la tonica. (I) Luca 6:30 E da’ a chiunque ti chiede; e se alcuno ti toglie il tuo, non ridomandarglielo. (I) Luca 6:31 E, come voi volete che gli uomini vi facciano, fate ancor loro simigliantemente. (I) Luca 6:32 E se amate coloro che vi amano, che grazia ne avrete? poichè i peccatori ancora amano coloro che li amano. (I) Luca 6:33 E se fate bene a coloro che fan bene a voi, che grazia ne avrete? poichè i peccatori fanno il simigliante. (I) Luca 6:34 E se prestate a coloro da’ quali sperate riaverlo, che grazie ne avrete? poichè i peccatori prestano a’ peccatori, per riceverne altrettanto. (I) Luca 6:35 Ma voi, amate i vostri nemici, e fate bene, e prestate, non isperandone nulla; e il vostro premio sarà grande, e sarete i figliuoli dell’Altissimo; poichè egli è benigno inverso gl’ingrati, e malvagi. (I) Luca 6:36 Siate adunque misericordiosi, siccome ancora il Padre vostro è misericordioso. (I) Luca 6:37 E non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati; rimettete, e vi sarà rimesso. (I) Luca 6:38 Date, e vi sarà dato; buona misura, premuta, scossa, e traboccante, vi sarà data in seno; perciocchè, di qual misura misurate, sarà altresì misurato a voi. (I) Luca 6:39 Or egli disse loro una similitudine. Può un cieco guidar per la via un altro cieco? non caderanno essi amendue nella fossa? (I) Luca 6:40 Niun discepolo è da più del suo maestro; ma ogni discepolo perfetto dev’essere come il suo maestro. (I) Luca 6:41 Ora, che guardi tu il fuscello ch’è nell’occhio del tuo fratello, e non iscorgi la trave ch’è nell’occhio tuo proprio? (I) Luca 6:42 Ovvero, come puoi dire al tuo fratello: Fratello, lascia che io ti tragga il fuscello ch’è nell’occhio tuo; non veggendo tu stesso la trave ch’è nell’occhio tuo proprio? Ipocrita, trai prima dell’occhio tuo la trave, ed allora ci vedrai bene per trarre il fuscello, ch’è nell’occhio del tuo fratello. (I) Luca 6:43 Perciocchè non vi è buon albero, che faccia frutto cattivo; nè albero cattivo, che faccia buon frutto. (I) Luca 6:44 Perciocchè ogni albero è riconosciuto dal proprio frutto; poichè non si colgono fichi dalle spine, e non si vendemmiano uve dal pruno. (I) Luca 6:45 L’uomo buono, dal buon tesoro del suo cuore, reca fuori il bene; e l’uomo malvagio, dal malvagio tesoro del suo cuore, reca fuori il male; perciocchè la sua bocca parla di ciò che gli soprabbonda nel cuore. (I) Luca 6:46 Ora, perchè mi chiamate Signore, e non fate le cose che io dico? (I) Luca 6:47 Chiunque viene a me, e ode le mie parole, e le mette ad effetto, io vi mostrerò a cui egli è simile. (I) Luca 6:48 Egli è simile ad un uomo che edifica una casa, il quale ha cavato, e profondato, ed ha posto il fondamento sopra la pietra; ed essendo venuta una piena, il torrente ha urtata quella casa, e non l’ha potuta scrollare, perciocchè era fondata in su la pietra. (I) Luca 6:49 Ma chi le ha udite, e non le ha messe ad effetto, è simile ad un uomo che ha edificata una casa sopra la terra, senza fondamento; la quale il torrente avendo urtata, ella è di subito caduta, e la sua ruina è stata grande. (I) Luca 7:1 ORA, dopo ch’egli ebbe finiti tutti questi suoi ragionamenti, udente il popolo, entrò in Capernaum. (I) Luca 7:2 E il servitore di un certo centurione, il quale gli era molto caro, era malato, e stava per morire. (I) Luca 7:3 Or il centurione, avendo udito parlar di Gesù, gli mandò degli anziani de’ Giudei, pregandolo che venisse, e salvasse il suo servitore. (I) Luca 7:4 Ed essi, venuti a Gesù, lo pregarono instantemente, dicendo: Egli è degno che tu gli conceda questo; (I) Luca 7:5 perciocchè egli ama la nostra nazione, ed egli è quel che ci ha edificata la sinagoga. (I) Luca 7:6 E Gesù andava con loro. E come egli già era non molto lungi dalla casa, il centurione gli mandò degli amici, per dirgli: Signore, non faticarti, perciocchè io non son degno che tu entri sotto al mio tetto. (I) Luca 7:7 Perciò ancora, non mi son reputato degno di venire a te ma comanda solo con una parola, e il mio servitore sarà guarito. (I) Luca 7:8 Perciocchè io sono uomo sottoposto alla podestà altrui, ed ho sotto di me de’ soldati; e pure, se dico all’uno: Va’, egli va; se all’altro: Vieni, egli viene; e se dico al mio servitore: Fa’ questo, egli lo fa. (I) Luca 7:9 E Gesù, udite queste cose, si maravigliò di lui, e rivoltosi, disse alla moltitudine che lo seguitava: Io vi dico, che non pure in Israele ho trovata una cotanta fede. (I) Luca 7:10 E quando coloro ch’erano stati mandati furon tornati a casa, trovarono il servitore ch’era stato infermo esser sano. (I) Luca 7:11 ED avvenne nel giorno seguente, che egli andava in una città, detta Nain; e i suoi discepoli, in gran numero, e una gran moltitudine andavano con lui. (I) Luca 7:12 E come egli fu presso della porta della città, ecco, si portava a seppellire un morto, figliuolo unico di sua madre, la quale ancora era vedova, e gran moltitudine della città era con lei. (I) Luca 7:13 E il Signore, vedutala, ebbe pietà di lei, e le disse: Non piangere. (I) Luca 7:14 Ed accostatosi, toccò la bara or i portatori si fermarono, e disse: Giovanetto, io tel dico, levati. (I) Luca 7:15 E il morto si levò a sedere, e cominciò a parlare. E Gesù lo diede a sua madre. (I) Luca 7:16 E spavento li occupò tutti, e glorificavano Iddio, dicendo: Un gran profeta è sorto fra noi; Iddio ha visitato il suo popolo. (I) Luca 7:17 E questo ragionamento intorno a lui si sparse per tutta la Giudea, e per tutto il paese circonvicino. (I) Luca 7:18 OR i discepoli di Giovanni gli rapportarono tutte queste cose. (I) Luca 7:19 Ed egli, chiamati a sè due de’ suoi discepoli, li mandò a Gesù, a dirgli: Sei tu colui che ha da venire, o pur ne aspetteremo noi un altro? (I) Luca 7:20 Quegli uomini adunque, essendo venuti a Gesù, gli dissero: Giovanni Battista ci ha mandati a te, a dirti: Sei tu colui che ha da venire, o pur ne aspetteremo noi un altro? (I) Luca 7:21 Or in quella stessa ora egli ne guarì molti d’infermità, e di flagelli, e di spiriti maligni; ed a molti ciechi donò il vedere (I) Luca 7:22 E Gesù, rispondendo, disse loro: Andate, e rapportate a Giovanni le cose che avete vedute ed udite: che i ciechi ricoverano la vista, che gli zoppi camminano, che i lebbrosi son nettati, che i sordi odono, che i morti sono risuscitati, che l’evangelo è annunziato a’ poveri. (I) Luca 7:23 E beato è chi non sarà stato scandalezzato in me. (I) Luca 7:24 E quando i messi di Giovanni se ne furono andati, egli prese a dire alle turbe, intorno a Giovanni: Che andaste voi a veder nel deserto? una canna dimenata dal vento? (I) Luca 7:25 Ma pure che andaste voi a vedere? un uomo vestito di vestimenti morbidi? ecco, coloro che usano vestimenti magnifici, e vivono in delizie, stanno ne’ palazzi dei re. (I) Luca 7:26 Ma pure, che andaste voi a vedere? un profeta? certo, io vi dico, uno eziandio più che profeta. (I) Luca 7:27 Egli è quello del quale è scritto: Ecco, io mando il mio messo davanti alla tua faccia, il quale preparerà il tuo cammino dinanzi a te. (I) Luca 7:28 Perciocchè io vi dico che fra coloro che son nati di donna, non vi è profeta alcuno maggior di Giovanni Battista; ma il minimo nel regno di Dio è maggior di lui. (I) Luca 7:29 E tutto il popolo, e i pubblicani ch’erano stati battezzati del battesimo di Giovanni, udite queste cose, giustificarono Iddio. (I) Luca 7:30 Ma i Farisei, e i dottori della legge, che non erano stati battezzati da lui, rigettarono a lor danno il consiglio di Dio. (I) Luca 7:31 E il Signore disse: A chi dunque assomiglierò gli uomini di questa generazione? ed a chi sono essi simili? (I) Luca 7:32 Son simili a’ fanciulli che seggono in su la piazza, e gridano gli uni agli altri, e dicono: Noi vi abbiamo sonato, e voi non avete ballato; vi abbiamo cantate canzoni lamentevoli, e voi non avete pianto. (I) Luca 7:33 Perciocchè Giovanni Battista è venuto, non mangiando pane, nè bevendo vino, e voi avete detto: Egli ha il demonio. (I) Luca 7:34 Il Figliuol dell’uomo è venuto, mangiando, e bevendo, e voi dite: Ecco un uomo mangiatore, e bevitor di vino, amico di pubblicani, e di peccatori. (I) Luca 7:35 Ma la Sapienza è stata giustificata da tutti i suoi figliuoli. (I) Luca 7:36 OR uno de’ Farisei lo pregò a mangiare in casa sua; ed egli, entrato in casa del Fariseo, si mise a tavola. (I) Luca 7:37 Ed ecco, vi era in quella città una donna ch’era stata peccatrice, la quale, avendo saputo ch’egli era a tavola in casa del Fariseo, portò un alberello d’olio odorifero. (I) Luca 7:38 E stando a’ piedi di esso, di dietro, piangendo, prese a rigargli di lagrime i piedi, e li asciugava co’ capelli del suo capo; e gli baciava i piedi, e li ungeva con l’olio. (I) Luca 7:39 E il Fariseo che l’avea convitato, avendo veduto ciò, disse fra sè medesimo: Costui, se fosse profeta, conoscerebbe pur chi, e quale sia questa donna che lo tocca; perciocchè ella è una peccatrice. (I) Luca 7:40 E Gesù gli fece motto, e disse: Simone, io ho qualche cosa a dirti. Ed egli disse: Maestro, di’ pure. (I) Luca 7:41 E Gesù gli disse: Un creditore avea due debitori; l’uno gli dovea cinquecento denari, e l’altro cinquanta. (I) Luca 7:42 E non avendo essi di che pagare, egli rimise il debito ad amendue. Di’ adunque, qual di loro l’amerà più? (I) Luca 7:43 E Simone, rispondendo, disse: Io stimo colui a cui egli ha più rimesso. E Gesù gli disse: Tu hai dirittamente giudicato. (I) Luca 7:44 E rivoltosi alla donna, disse a Simone: Vedi questa donna; io sono entrato in casa tua, e tu non mi hai dato dell’acqua a’ piedi; ma ella mi ha rigati di lagrime i piedi, e li ha asciugati coi capelli del suo capo. (I) Luca 7:45 Tu non mi hai dato neppure un bacio; ma costei, da che è entrata, non è mai restata di baciarmi i piedi. (I) Luca 7:46 Tu non mi hai unto il capo d’olio; ma ella mi ha unti i piedi d’olio odorifero. (I) Luca 7:47 Per tanto, io ti dico, che i suoi peccati, che sono in gran numero, le son rimessi, perchè ella ha molto amato; ma a chi poco è rimesso poco ama. (I) Luca 7:48 Poi disse a colei: I tuoi peccati ti son rimessi. (I) Luca 7:49 E coloro ch’eran con lui a tavola presero a dire fra loro stessi: Chi è costui, il quale eziandio rimette i peccati? (I) Luca 7:50 Ma Gesù disse alla donna: La tua fede ti ha salvata; vattene in pace. (I) Luca 8:1 ED avvenne poi appresso, ch’egli andava attorno di città in città, e di castello in castello, predicando, ed evangelizzando il regno di Dio, avendo seco i dodici. (I) Luca 8:2 Ed anche certe donne, le quali erano state guarite da spiriti maligni, e da infermità, cioè: Maria, detta Maddalena, della quale erano usciti sette demoni; (I) Luca 8:3 e Giovanna, moglie di Cuza, procurator di Erode; e Susanna, e molte altre; le quali gli ministravano, sovvenendolo delle lor facoltà. (I) Luca 8:4 ORA, raunandosi gran moltitudine, e andando la gente di tutte le città a lui, egli disse in parabola: (I) Luca 8:5 Un seminatore uscì a seminar la sua semenza; e mentre egli seminava, una parte cadde lungo la via, e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono tutta. (I) Luca 8:6 Ed un’altra cadde sopra la pietra; e come fu nata, si seccò; perciocchè non avea umore. (I) Luca 8:7 Ed un’altra cadde per mezzo le spine; e le spine, nate insieme, l’affogarono. (I) Luca 8:8 Ed un’altra cadde in buona terra; ed essendo nata, fece frutto, cento per uno. Dicendo queste cose, gridava: Chi ha orecchie da udire, oda. (I) Luca 8:9 E i suoi discepoli lo domandarono, che voleva dir quella parabola. (I) Luca 8:10 Ed egli disse: A voi è dato di conoscere i misteri del regno di Dio; ma agli altri quelli son proposti in parabole, acciocchè veggendo non veggano, e udendo non intendano. (I) Luca 8:11 Or questo è il senso della parabola: La semenza è la parola di Dio. (I) Luca 8:12 E coloro che son seminati lungo la via son coloro che odono la parola; ma poi viene il diavolo, e toglie via la parola dal cuor loro; acciocchè non credano, e non sieno salvati. (I) Luca 8:13 E coloro che son seminati sopra la pietra son coloro i quali, quando hanno udita la parola, la ricevono con allegrezza; ma costoro non hanno radice, non credendo se non a tempo; ed al tempo della tentazione si ritraggono indietro. (I) Luca 8:14 E la parte ch’è caduta fra le spine son coloro che hanno udita la parola; ma, quando se ne sono andati, sono affogati dalle sollecitudini, e dalle ricchezze, e da’ piaceri di questa vita, e non fruttano. (I) Luca 8:15 Ma la parte che è caduta nella buona terra son coloro i quali, avendo udita la parola, la ritengono in un cuore onesto e buono, e fruttano con perseveranza. (I) Luca 8:16 OR niuno, accesa una lampana, la copre con un vaso, o la mette sotto il letto; anzi la mette sopra il candelliere; acciocchè coloro ch’entrano veggano la luce. (I) Luca 8:17 Poichè non v’è nulla di nascosto, che non abbia a farsi manifesto; nè di segreto, che non abbia a sapersi, ed a venire in palese. (I) Luca 8:18 Guardate adunque come voi udite; perciocchè a chiunque ha, sarà dato; ma a chi non ha, eziandio quel ch’egli pensa di avere gli sarà tolto. (I) Luca 8:19 OR sua madre e i suoi fratelli vennero a lui, e non potevano avvicinarglisi per la moltitudine. (I) Luca 8:20 E ciò gli fu rapportato, dicendo alcuni: Tua madre, e i tuoi fratelli, son là fuori, volendoti vedere. (I) Luca 8:21 Ma egli, rispondendo, disse loro: La madre mia, e i miei fratelli, son quelli che odono la parola di Dio, e la mettono ad effetto. (I) Luca 8:22 ED avvenne un di que’ dì, ch’egli montò in una navicella, co’ suoi discepoli, e disse loro: Passiamo all’altra riva del lago. Ed essi vogarono in alta acqua. (I) Luca 8:23 E mentre navigavano, egli si addormentò; ed un turbo di vento calò nel lago, talchè la lor navicella si empieva; e pericolavano. (I) Luca 8:24 Ed essi, accostatisi, lo svegliarono, dicendo: Maestro, Maestro, noi periamo. Ed egli, destatosi, sgridò il vento, e il fiotto dell’acqua, e quelli si acquetarono, e si fece bonaccia. (I) Luca 8:25 E Gesù disse a’ suoi discepoli: Ov’è la vostra fede? Ed essi, impauriti, si maravigliarono, dicendo l’uno all’altro: Chi è pur costui, ch’egli comanda eziandio al vento ed all’acqua, ed essi gli ubbidiscono? (I) Luca 8:26 E NAVIGARONO alla contrada de’ Gadareni, ch’è di rincontro alla Galilea. (I) Luca 8:27 E quando egli fu smontato in terra, gli venne incontro un uomo di quella città, il quale, già da lungo tempo, avea i demoni, e non era vestito d’alcun vestimento; e non dimorava in casa alcuna, ma dentro i monumenti. (I) Luca 8:28 E, quando ebbe veduto Gesù, diede un gran grido, e gli si gettò a’ piedi, e disse con gran voce: Gesù, Figliuol dell’Iddio altissimo, che vi è egli fra te e me? io ti prego, non tormentarmi. (I) Luca 8:29 Perciocchè egli comandava allo spirito immondo di uscir di quell’uomo; perchè già da lungo tempo se n’era impodestato; e benchè fosse guardato, legato con catene, e con ceppi, rompeva i legami, ed era trasportato dal demonio ne’ deserti. (I) Luca 8:30 E Gesù lo domandò, dicendo: Qual’è il tuo nome? Ed esso disse: Legione; perciocchè molti demoni erano entrati in lui. (I) Luca 8:31 Ed essi lo pregavano che non comandasse loro di andar nell’abisso. (I) Luca 8:32 Or quivi presso era una greggia di gran numero di porci, che pasturavan sul monte; e que’ demoni lo pregavano che permettesse loro d’entrare in essi. Ed egli lo permise loro. (I) Luca 8:33 E que’ demoni, usciti di quell’uomo, entrarono ne’ porci; e quella greggia si gettò per lo precipizio nel lago, ed affogò. (I) Luca 8:34 E quando coloro che li pasturavano videro ciò ch’era avvenuto, se ne fuggirono, e andarono, e lo rapportarono nella città, e per lo contado. (I) Luca 8:35 E la gente uscì fuori, per veder ciò ch’era avvenuto; e venne a Gesù, e trovò l’uomo, del quale i demoni erano usciti, che sedeva a’ piedi di Gesù, vestito, e in buon senno; e temette. (I) Luca 8:36 Coloro ancora che l’aveano veduto, raccontaron loro come l’indemoniato era stato liberato. (I) Luca 8:37 E tutta la moltitudine del paese circonvicino dei Gadareni richiese Gesù che si dipartisse da loro; perciocchè erano occupati di grande spavento. Ed egli, montato nella navicella, se ne ritornò. (I) Luca 8:38 Or quell’uomo, del quale erano usciti i demoni, lo pregava di poter stare con lui. Ma Gesù lo licenziò, dicendo: (I) Luca 8:39 Ritorna a casa tua, e racconta quanto gran cose Iddio ti ha fatte. Ed egli se ne andò per tutta la città, predicando quanto gran cose Gesù gli avea fatte. (I) Luca 8:40 OR avvenne, quando Gesù fu ritornato, che la moltitudine l’accolse; perciocchè tutti l’aspettavano. (I) Luca 8:41 Ed ecco un uomo, il cui nome era Iairo, il quale era capo della sinagoga, venne, e gettatosi a’ piedi di Gesù, lo pregava che venisse in casa sua. (I) Luca 8:42 Perciocchè egli avea una figliuola unica, d’età d’intorno a dodici anni, la qual si moriva. Or mentre egli vi andava, la moltitudine l’affollava. (I) Luca 8:43 Ed una donna, la quale avea un flusso di sangue già da dodici anni, ed avea spesa ne’ medici tutta la sua sostanza, e non era potuta esser guarita da alcuno; (I) Luca 8:44 accostatasi di dietro, toccò il lembo della vesta di esso; e in quello stante il flusso del suo sangue si stagnò. (I) Luca 8:45 E Gesù disse: Chi mi ha toccato? E negandolo tutti, Pietro, e coloro ch’eran con lui, dissero: Maestro, le turbe ti stringono, e ti affollano, e tu dici: Chi mi ha toccato? (I) Luca 8:46 Ma Gesù disse: Alcuno mi ha toccato, perciocchè io ho conosciuto che virtù è uscita di me. (I) Luca 8:47 E la donna, veggendo ch’era scoperta, tutta tremante venne; e, gettataglisi a’ piedi, gli dichiarò, in presenza di tutto il popolo, per qual cagione l’avea toccato, e come in quello stante era guarita. (I) Luca 8:48 Ed egli le disse: Sta’ di buon cuore, figliuola; la tua fede ti ha salvata; vattene in pace. (I) Luca 8:49 Ora, mentre egli parlava ancora, venne uno di casa del capo della sinagoga, dicendogli: La tua figliuola è morta; non dar molestia al Maestro. (I) Luca 8:50 Ma Gesù, udito ciò, gli fece motto, e disse: Non temere; credi solamente, ed ella sarà salva. (I) Luca 8:51 Ed entrato nella casa, non permise che alcuno vi entrasse, se non Pietro, e Giovanni, e Giacomo, e il padre, e la madre della fanciulla. (I) Luca 8:52 Or tutti piangevano, e facevan cordoglio di lei. Ma egli disse: Non piangete; ella non è morta, ma dorme. (I) Luca 8:53 Ed essi si ridevano di lui, sapendo ch’ella era morta. (I) Luca 8:54 Ma egli, avendo messi fuori tutti, e presala per la mano, gridò, dicendo: Fanciulla, levati. (I) Luca 8:55 E il suo spirito ritornò in lei, ed ella si levò prontamente; ed egli comandò che le si desse da mangiare. (I) Luca 8:56 E il padre, e la madre di essa, sbigottirono. E Gesù comandò loro, che non dicessero ad alcuno ciò ch’era stato fatto. (I) Luca 9:1 ORA, chiamati tutti insieme i suoi dodici discepoli, diede loro potere, ed autorità sopra tutti i demoni, e di guarir le malattie. (I) Luca 9:2 E li mandò a predicare il regno di Dio, ed a guarire gl’infermi. (I) Luca 9:3 E disse loro: Non togliete nulla per lo cammino: nè bastoni, nè tasca, nè pane, nè danari; parimente, non abbiate ciascuno due vesti. (I) Luca 9:4 E in qualunque casa sarete entrati, in quella dimorate, e di quella partite. (I) Luca 9:5 E se alcuni non vi ricevono, uscite di quella città, e scotete eziandio la polvere dai vostri piedi, in testimonianza contro a loro. (I) Luca 9:6 Ed essi, partitisi, andavano attorno per le castella, evangelizzando, e facendo guarigioni per tutto. (I) Luca 9:7 OR Erode il tetrarca udì tutte le cose fatte da Gesù, e n’era perplesso; perciocchè si diceva da alcuni, che Giovanni era risuscitato da’ morti; (I) Luca 9:8 e da altri, che Elia era apparito; e da altri, che uno de’ profeti antichi era risuscitato. (I) Luca 9:9 Ed Erode disse: Io ho decapitato Giovanni; chi è dunque costui, del quale io odo cotali cose? E cercava di vederlo. (I) Luca 9:10 E GLI apostoli, essendo ritornati, raccontarono a Gesù tutte le cose che aveano fatte. Ed egli, avendoli presi seco, si ritrasse in disparte, in un luogo deserto della città detta Betsaida. (I) Luca 9:11 Ma le turbe, avendolo saputo, lo seguitarono; ed egli, accoltele, ragionava loro del regno di Dio, e guariva coloro che avean bisogno di guarigione. (I) Luca 9:12 Or il giorno cominciava a dichinare; e i dodici, accostatisi, gli dissero: Licenzia la moltitudine, acciocchè se ne vadano per le castella, e il contado d’intorno; ed alberghino, e trovino da mangiare; perciocchè noi siam qui in luogo deserto. (I) Luca 9:13 Ma egli disse loro: Date lor voi da mangiare. Ed essi dissero: Noi non abbiam altro che cinque pani e due pesci; se già non andassimo a comperar della vittuaglia per tutto questo popolo. (I) Luca 9:14 Perciocchè erano intorno a cinquemila uomini. Ma egli disse a’ suoi discepoli: Fateli coricare in terra per cerchi, a cinquanta per cerchio. (I) Luca 9:15 Ed essi fecero così, e li fecero coricar tutti. (I) Luca 9:16 Ed egli prese i cinque pani, e i due pesci; e levati gli occhi al cielo, li benedisse, e li ruppe, e li diede a’ suoi discepoli, per metterli davanti alla moltitudine. (I) Luca 9:17 E tutti mangiarono, e furono saziati; e si levò de’ pezzi, ch’eran loro avanzati, dodici corbelli. (I) Luca 9:18 OR avvenne che, essendo egli in orazione in disparte, i discepoli erano con lui. Ed egli li domandò, dicendo: Chi dicono le turbe che io sono? (I) Luca 9:19 Ed essi, rispondendo, dissero: Alcuni, Giovanni Battista, ed altri, Elia, ed altri, che uno de’ profeti antichi è risuscitato. (I) Luca 9:20 Ed egli disse loro: E voi, chi dite ch’io sono? E Pietro, rispondendo, disse: Il Cristo di Dio. (I) Luca 9:21 Ed egli divietò loro strettamente che nol dicessero ad alcuno; (I) Luca 9:22 dicendo: Ei conviene che il Figliuol dell’uomo patisca molte cose, e sia riprovato dagli anziani, e da’ principali sacerdoti, e dagli Scribi; e sia ucciso, e risusciti al terzo giorno. (I) Luca 9:23 DICEVA, oltre a ciò, a tutti: Se alcuno vuol venir dietro a me, rinunzii a sè stesso, e tolga ogni dì la sua croce in ispalla, e mi seguiti. (I) Luca 9:24 Perciocchè, chi avrà voluto salvar la vita sua la perderà; ma chi avrà perduta la vita sua, per me, la salverà. (I) Luca 9:25 Perciocchè, che giova egli all’uomo, se guadagna tutto il mondo, e perde sè stesso, ovvero è punito nella vita? (I) Luca 9:26 Perciocchè, se alcuno ha vergogna di me, e delle mie parole, il Figliuol dell’uomo altresì avrà vergogna di lui, quando egli verrà nella gloria sua, e del Padre suo, e de’ santi angeli. (I) Luca 9:27 Or io vi dico in verità, che alcuni di coloro che son qui presenti non gusteranno la morte, che prima non abbiano veduto il regno di Dio. (I) Luca 9:28 OR avvenne che, intorno ad otto giorni appresso questi ragionamenti, egli prese seco Pietro, Giovanni, e Giacomo, e salì in sul monte per orare. (I) Luca 9:29 E mentre egli orava, il sembiante della sua faccia fu mutato, e la sua veste divenne candida folgorante. (I) Luca 9:30 Ed ecco, due uomini parlavano con lui, i quali erano Mosè ed Elia. (I) Luca 9:31 I quali, appariti in gloria, parlavano della fine di esso, la quale egli doveva compiere in Gerusalemme. (I) Luca 9:32 Or Pietro, e coloro ch’eran con lui, erano aggravati di sonno; e quando si furono svegliati, videro la gloria di esso, e que’ due uomini, ch’eran con lui. (I) Luca 9:33 E come essi si dipartivano da lui, Pietro disse a Gesù: Maestro, egli è bene che noi stiamo qui; facciamo adunque tre tabernacoli: uno a te, uno a Mosè, ed uno ad Elia; non sapendo ciò ch’egli si dicesse. (I) Luca 9:34 Ma, mentre egli diceva queste cose, venne una nuvola, che adombrò quelli; e i discepoli temettero, quando quelli entrarono nella nuvola. (I) Luca 9:35 Ed una voce venne dalla nuvola, dicendo: Quest’è il mio diletto Figliuolo; ascoltatelo. (I) Luca 9:36 E in quello stante che si facea quella voce, Gesù si trovò tutto solo. Or essi tacquero, e non rapportarono in quei giorni ad alcuno nella delle cose che aveano vedute. (I) Luca 9:37 OR avvenne il giorno seguente, che, essendo scesi dal monte, una gran moltitudine venne incontro a Gesù. (I) Luca 9:38 Ed ecco, un uomo d’infra la moltitudine sclamò, dicendo: Maestro, io ti prego, riguarda al mio figliuolo; perciocchè egli mi è unico. (I) Luca 9:39 Ed ecco, uno spirito lo prende, ed egli di subito grida; e lo spirito lo dirompe, ed egli schiuma; e quello a fatica si parte da lui, fiaccandolo. (I) Luca 9:40 Ed io ho pregati i tuoi discepoli che lo cacciassero, ma non hanno potuto. (I) Luca 9:41 E Gesù, rispondendo, disse: O generazione incredula e perversa, infino a quando omai sarò con voi, e vi comporterò? Mena qua il tuo figliuolo. (I) Luca 9:42 E come egli era ancora tra via, il demonio lo diruppe, e lo straziò. Ma Gesù sgridò lo spirito immondo, e guarì il fanciullo, e lo rendè a suo padre. (I) Luca 9:43 E tutti sbigottivano della grandezza di Dio. Ora, mentre tutti si maravigliavano di tutte le cose che Gesù faceva, egli disse a’ suoi discepoli: (I) Luca 9:44 Voi, riponetevi queste parole nelle orecchie; perciocchè il Figliuol dell’uomo sarà dato nelle mani degli uomini. (I) Luca 9:45 Ma essi ignoravano quel detto, ed era loro nascosto; per modo che non l’intendevano, e temevano di domandarlo intorno a quel detto. (I) Luca 9:46 POI si mosse fra loro una quistione: chi di loro fosse il maggiore. (I) Luca 9:47 E Gesù, veduto il pensier del cuor loro, prese un piccol fanciullo, e lo fece stare appresso di sè. (I) Luca 9:48 E disse loro: Chi riceve questo piccol fanciullo, nel nome mio, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato; perciocchè chi è il minimo di tutti voi, esso è grande. (I) Luca 9:49 OR Giovanni gli fece motto, e disse: Maestro, noi abbiam veduto uno che cacciava i demoni nel nome tuo, e glielo abbiam divietato, perciocchè egli non ti seguita con noi. (I) Luca 9:50 Ma Gesù gli disse: Non gliel divietate, perciocchè chi non è contro a noi è per noi. (I) Luca 9:51 OR avvenne che, compiendosi il tempo ch’egli dovea essere accolto in cielo, egli si mise risolutamente in via per andare a Gerusalemme. (I) Luca 9:52 E mandò davanti a sè de’ messi, i quali essendo partiti, entrarono in un castello de’ Samaritani, per apparecchiargli albergo. (I) Luca 9:53 Ma que’ del castello non lo voller ricevere, perciocchè al suo aspetto pareva ch’egli andasse in Gerusalemme. (I) Luca 9:54 E Giacomo, e Giovanni, suoi discepoli, avendo ciò veduto, dissero: Signore, vuoi che diciamo che scenda fuoco dal cielo, e li consumi, come anche fece Elia? (I) Luca 9:55 Ma egli, rivoltosi, li sgridò, e disse: Voi non sapete di quale spirito voi siete. (I) Luca 9:56 Poichè il Figliuol dell’uomo non è venuto per perder le anime degli uomini, anzi per salvarle. E andarono in un altro castello. (I) Luca 9:57 OR avvenne che mentre camminavano per la via, alcuno gli disse; Signore, io ti seguiterò dovunque tu andrai. (I) Luca 9:58 E Gesù gli disse: Le volpi hanno delle tane, e gli uccelli del cielo de’ nidi; ma il Figliuol dell’uomo non ha pure ove posi il capo. (I) Luca 9:59 Ma egli disse ad un altro: Seguitami. Ed egli disse: Signore, permettimi che io prima vada, e seppellisca mio padre. (I) Luca 9:60 Ma Gesù gli disse: Lascia i morti seppellire i lor morti; ma tu, va’, ed annunzia il regno di Dio. (I) Luca 9:61 Or ancora un altro gli disse: Signore, io ti seguiterò, ma permettimi prima d’accomiatarmi da que’ di casa mia. (I) Luca 9:62 Ma Gesù gli disse: Niuno, il quale, messa la mano all’aratro, riguarda indietro, è atto al regno di Dio. (I) Luca 10:1 ORA, dopo queste cose, il Signore ne ordinò ancora altri settanta, e li mandò a due a due dinanzi a sè, in ogni città, e luogo, ove egli avea da venire. (I) Luca 10:2 Diceva loro adunque: Bene è la ricolta grande, ma gli operai son pochi; pregate adunque il Signor della ricolta che spinga degli operai nella sua ricolta. (I) Luca 10:3 Andate; ecco, io vi mando come agnelli in mezzo de’ lupi. (I) Luca 10:4 Non portate borsa, nè tasca, nè scarpe; e non salutate alcuno per lo cammino. (I) Luca 10:5 Ed in qualunque casa sarete entrati, dite imprima: Pace sia a questa casa. (I) Luca 10:6 E se quivi è alcun figliuolo di pace, la vostra pace si poserà sopra esso; se no, ella ritornerà a voi. (I) Luca 10:7 Ora, dimorate in quella stessa casa, mangiando, e bevendo di quello che vi sarà; perciocchè l’operaio è degno del suo premio; non passate di casa in casa. (I) Luca 10:8 E in qualunque città sarete entrati, se vi ricevono, mangiate di ciò che vi sarà messo davanti. (I) Luca 10:9 E guarite gl’infermi, che saranno in essa, e dite loro: Il regno di Dio si è avvicinato a voi. (I) Luca 10:10 Ma in qualunque città sarete entrati, se non vi ricevono, uscite nelle piazze di quella, e dite: (I) Luca 10:11 Noi vi spazziamo eziandio la polvere che si è attaccata a noi dalla vostra città; ma pure sappiate questo, che il regno di Dio si è avvicinato a voi. (I) Luca 10:12 Or io vi dico, che in quel giorno Sodoma sarà più tollerabilmente trattata che quella città. (I) Luca 10:13 Guai a te, Chorazin! guai a te, Betsaida! perciocchè, se in Tiro, ed in Sidon, fossero state fatte le potenti operazioni che sono state fatte in voi, già anticamente, giacendo in sacco, e cenere, si sarebbero pentite. (I) Luca 10:14 Ma pure Tiro e Sidon, saranno più tollerabilmente trattate nel giudicio, che voi. (I) Luca 10:15 E tu, Capernaum, che sei stata innalzata infino al cielo, sarai abbassata fin nell’inferno. (I) Luca 10:16 Chi ascolta voi ascolta me, chi sprezza voi sprezza me, e chi sprezza me sprezza colui che mi ha mandato. (I) Luca 10:17 Or que’ settanta tornarono con allegrezza, dicendo: Signore, anche i demoni ci son sottoposti nel nome tuo. (I) Luca 10:18 Ed egli disse loro: Io riguardava Satana cader del cielo, a guisa di folgore. (I) Luca 10:19 Ecco, io vi do la podestà di calcar serpenti, e scorpioni; vi do eziandio potere sopra ogni potenza del nemico; e nulla vi offenderà. (I) Luca 10:20 Ma pure non vi rallegrate di ciò che gli spiriti vi son sottoposti; anzi rallegratevi che i vostri nomi sono scritti ne’ cieli. (I) Luca 10:21 In quella stessa ora, Gesù giubilò in ispirito, e disse: Io ti rendo onore, e lode, o Padre, Signor del cielo e della terra, che tu hai nascoste queste cose ai savi, ed intendenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli; sì certo, o Padre, perciocchè così ti è piaciuto. (I) Luca 10:22 Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio; e niuno conosce chi è il Figliuolo, se non il Padre; nè chi è il Padre, se non il Figliuolo; e colui a cui il Figliuolo avrà voluto rivelarlo. (I) Luca 10:23 E rivoltosi a’ discepoli, disse loro in disparte: Beati gli occhi che veggono le cose che voi vedete; (I) Luca 10:24 perciocchè io vi dico, che molti profeti, e re, hanno desiderato di veder le cose che voi vedete, e non le hanno vedute, e di udir le cose che voi udite, e non le hanno udite. (I) Luca 10:25 ALLORA ecco, un certo dottor della legge si levò, tentandolo, e dicendo: Maestro, facendo che, erediterò la vita eterna? (I) Luca 10:26 Ed egli gli disse: Nella legge che è egli scritto? come leggi? (I) Luca 10:27 E colui, rispondendo, disse: Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l’anima tua, e con tutta la forza tua, e con tutta la mente tua; e il tuo prossimo come te stesso. (I) Luca 10:28 Ed egli gli disse: Tu hai dirittamente risposto; fa’ ciò, e viverai. (I) Luca 10:29 Ed egli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: E chi è mio prossimo? (I) Luca 10:30 E Gesù, replicando, disse: Un uomo scendeva di Gerusalemme in Gerico, e si abbattè in ladroni; i quali, spogliatolo, ed anche dategli di molte ferite, se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. (I) Luca 10:31 Or a caso un sacerdote scendeva per quella stessa via; e, veduto colui, passò oltre di rincontro. (I) Luca 10:32 Simigliantemente ancora, un Levita, essendo venuto presso di quel luogo, e, vedutolo, passò oltre di rincontro. (I) Luca 10:33 Ma un Samaritano, facendo viaggio, venne presso di lui; e, vedutolo, n’ebbe pietà. (I) Luca 10:34 Ed accostatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra dell’olio, e del vino; poi lo mise sopra la sua propria cavalcatura, e lo menò nell’albergo, e si prese cura di lui. (I) Luca 10:35 E il giorno appresso, partendo, trasse fuori due denari, e li diede all’oste, e gli disse: Prenditi cura di costui; e tutto ciò che spenderai di più, io tel renderò quando io ritornerò. (I) Luca 10:36 Quale adunque di questi tre ti pare essere stato il prossimo di colui che si abbattè ne’ ladroni? (I) Luca 10:37 Ed egli disse: Colui che usò misericordia inverso lui. Gesù adunque gli disse: Va’, e fa’ tu il simigliante. (I) Luca 10:38 ORA, mentre essi erano in cammino, avvenne ch’egli entrò in un castello; ed una certa donna, chiamata per nome Marta, lo ricevette in casa sua. (I) Luca 10:39 Or ella avea una sorella, chiamata Maria, la quale ancora, postasi a sedere a’ piedi di Gesù, ascoltava la sua parola. (I) Luca 10:40 Ma Marta era occupata intorno a molti servigi. Ed ella venne, e disse: Signore, non ti cale egli che la mia sorella mi ha lasciata sola a servire? dille adunque che mi aiuti. (I) Luca 10:41 Ma Gesù, rispondendo, le disse: Marta, Marta, tu sei sollecita, e ti travagli intorno a molte cose. (I) Luca 10:42 Or d’una sola cosa fa bisogno. Ma Maria ha scelta la buona parte, la qual non le sarà tolta. (I) Luca 11:1 ED avvenne che, essendo egli in un certo luogo, orando, come fu restato, alcuno de’ suoi discepoli gli disse: Signore, insegnaci ad orare, siccome, ancora Giovanni ha insegnato a’ suoi discepoli. (I) Luca 11:2 Ed egli disse loro: Quando orerete, dite: PADRE NOSTRO, che sei ne’ cieli, sia santificato il tuo nome, il tuo regno venga, la tua volontà sia fatta in terra, come in cielo. (I) Luca 11:3 Dacci di giorno in giorno il nostro pane cotidiano. (I) Luca 11:4 E rimettici i nostri peccati; perciocchè ancor noi rimettiamo i debiti ad ogni nostro debitore; e non indurci in tentazione, ma liberaci dal maligno. (I) Luca 11:5 POI disse loro: Chi è colui d’infra voi che abbia un amico, il quale vada a lui alla mezzanotte, e gli dica: (I) Luca 11:6 Amico, prestami tre pani; perciocchè mi è giunto di viaggio in casa un mio amico, ed io non ho che mettergli dinanzi? (I) Luca 11:7 Se pur colui di dentro risponde, e dice: Non darmi molestia; già è serrata la porta, e i miei fanciulli son meco in letto; io non posso levarmi, e darteli; (I) Luca 11:8 io vi dico che, avvegnachè non si levi, e non glieli dia, perchè è suo amico; pure per l’importunità di esso egli si leverà, e gliene darà quanti ne avrà di bisogno. (I) Luca 11:9 Io altresì vi dico: Chiedete, e vi sarà dato; cercate, e troverete; picchiate, e vi sarà aperto. (I) Luca 11:10 Perciocchè, chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, ed è aperto a chi picchia. (I) Luca 11:11 E chi è quel padre tra voi, il quale, se il figliuolo gli chiede del pane, gli dia una pietra? ovvero anche un pesce, e in luogo di pesce, gli dia una serpe? (I) Luca 11:12 Ovvero anche, se gli domanda un uovo, gli dia uno scorpione? (I) Luca 11:13 Se voi dunque, essendo malvagi, sapete dar buoni doni ai vostri figliuoli, quanto più il vostro Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo domanderanno? (I) Luca 11:14 Or egli cacciava un demonio, il quale era mutolo; ed avvenne che quando il demonio fu uscito, il mutolo parlò; e le turbe si maravigliarono. (I) Luca 11:15 Ma alcuni di quelle dissero: Egli caccia i demoni per Beelzebub, principe de’ demoni. (I) Luca 11:16 Ed altri, tentandolo, chiedevano da lui un segno dal cielo. (I) Luca 11:17 Ma egli, conoscendo i lor pensieri, disse loro: Ogni regno diviso in parti contrarie è deserto; parimente, ogni casa divisa in parti contrarie, ruina. (I) Luca 11:18 Così anche, se Satana è diviso in parti contrarie, come può durare il suo regno? poichè voi dite che io caccio i demoni per Beelzebub. (I) Luca 11:19 E, se io caccio i demoni per Beelzebub, per cui li cacciano i vostri figliuoli? perciò, essi saranno vostri giudici. (I) Luca 11:20 Ma, se io, per lo dito di Dio, caccio i demoni, il regno di Dio è adunque giunto a voi. (I) Luca 11:21 Quando un possente uomo bene armato guarda il suo palazzo, le cose sue sono in pace. (I) Luca 11:22 Ma se uno, più potente di lui, sopraggiunge, e lo vince, esso gli toglie le sue armi, nelle quali si confidava, e spartisce le sue spoglie. (I) Luca 11:23 Chi non è meco, è contro a me; e chi non raccoglie meco, sparge. (I) Luca 11:24 Quando lo spirito immondo è uscito d’alcun uomo, egli va attorno per luoghi aridi, cercando riposo; e, non trovandone, dice: Io ritornerò a casa mia, onde io uscii. (I) Luca 11:25 E se, essendovi venuto, la trova spazzata, ed adorna; (I) Luca 11:26 allora va, e prende seco sette altri spiriti, peggiori di lui; e quelli entrano là, e vi abitano; e l’ultima condizion di quell’uomo è peggiore della primiera. (I) Luca 11:27 Or avvenne che, mentre egli diceva queste cose, una donna della moltitudine alzò la voce, e gli disse: Beato il seno che ti portò, e le mammelle che tu poppasti. (I) Luca 11:28 Ma egli disse: Anzi, beati coloro che odono la parola di Dio, e l’osservano. (I) Luca 11:29 ORA, raunandosi le turbe, egli prese a dire: Questa generazione è malvagia; ella chiede un segno; ma segno alcuno non le sarà dato, se non il segno del profeta Giona. (I) Luca 11:30 Perciocchè, siccome Giona fu segno a’ Niniviti, così ancora il Figliuol dell’uomo sarà segno a questa generazione. (I) Luca 11:31 La regina del Mezzodì risusciterà nel giudicio con gli uomini di questa generazione, e li condannerà; perciocchè ella venne dagli estremi termini della terra, per udir la sapienza di Salomone; ed ecco, qui è alcuno da più di Salomone. (I) Luca 11:32 I Niniviti risorgeranno nel giudicio con questa generazione, e la condanneranno; perciocchè essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, qui è alcuno da più di Giona. (I) Luca 11:33 OR niuno, avendo accesa una lampana, la mette in luogo nascosto, nè sotto il moggio; anzi sopra il candelliere, acciocchè coloro che entrano veggan la luce. (I) Luca 11:34 La lampana del corpo è l’occhio, se dunque l’occhio tuo è puro, tutto il tuo corpo sarà illuminato; ma se l’occhio tuo è viziato, tutto il tuo corpo ancora sarà tenebroso. (I) Luca 11:35 Riguarda adunque, se la luce che è in te non è tenebre. (I) Luca 11:36 Se dunque tutto il tuo corpo è illuminato, non avendo parte alcuna tenebrosa, tutto sarà rischiarato, come quando la lampana ti illumina col suo splendore. (I) Luca 11:37 ORA, mentre egli parlava, un certo Fariseo lo pregò che desinasse in casa sua. Ed egli vi entrò, e si mise a tavola. (I) Luca 11:38 E il Fariseo, veduto che prima, avanti il desinare, egli non si era lavato, se ne maravigliò. (I) Luca 11:39 E il Signore gli disse: Ora voi Farisei nettate il difuori della coppa e del piatto; ma il didentro di voi è pieno di rapina e di malvagità. (I) Luca 11:40 Stolti, non ha colui che ha fatto il difuori, fatto eziandio il didentro? (I) Luca 11:41 Ma date per limosina quant’è in poter vostro; ed ecco, ogni cosa vi sarà netta. (I) Luca 11:42 Ma, guai a voi, Farisei! perciocchè voi decimate la menta, e la ruta, ed ogni erba, e lasciate addietro il giudicio, e la carità di Dio; ei si conveniva far queste cose, e non lasciar quell’altre. (I) Luca 11:43 Guai a voi, Farisei! perciocchè voi amate i primi seggi nelle raunanze, e le salutazioni nelle piazze. (I) Luca 11:44 Guai a voi, Scribi, e Farisei ipocriti! perciocchè voi siete come i sepolcri che non si vedono; e gli uomini che ci camminan di sopra non ne sanno nulla. (I) Luca 11:45 Allora uno de’ dottori della legge, rispondendo, gli disse: Maestro, dicendo queste cose, tu ingiurii ancor noi. (I) Luca 11:46 Ed egli gli disse: Guai ancora a voi, dottori della legge! perciocchè voi caricate gli uomini di pesi importabili, e voi non toccate que’ pesi pur con l’uno de’ vostri diti. (I) Luca 11:47 Guai a voi! perciocchè voi edificate i monumenti de’ profeti; e i vostri padri li uccisero. (I) Luca 11:48 Voi dunque testimoniate de’ fatti de’ vostri padri, e li approvate; perciocchè essi uccisero i profeti, e voi edificate i lor monumenti. (I) Luca 11:49 Perciò ancora la sapienza di Dio ha detto: Io manderò loro de’ profeti e degli apostoli; ed essi ne uccideranno gli uni, e ne perseguiteranno gli altri. (I) Luca 11:50 Acciocchè sia ridomandato a questa generazione il sangue di tutti i profeti, che è stato sparso fin dalla fondazione del mondo; (I) Luca 11:51 dal sangue di Abele, infino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il tempio; certo, io vi dico, che sarà ridomandato a questa generazione. (I) Luca 11:52 Guai a voi, dottori della legge! perciocchè avete tolta la chiave della scienza; voi medesimi non siete entrati, ed avete impediti coloro che entravano. (I) Luca 11:53 Ora, mentre egli diceva lor queste cose, gli Scribi e i Farisei cominciarono ad esser fieramente inanimati contro a lui, ed a trargli di bocca risposta intorno a molte cose; (I) Luca 11:54 spiandolo, e cercando di coglierlo in qualche cosa che gli uscirebbe di bocca, per accusarlo. (I) Luca 12:1 Intanto, essendosi raunata la moltitudine a migliaia, talchè si calpestavano gli uni gli altri, Gesù prese a dire a’ suoi discepoli: Guardatevi imprima dal lievito de’ Farisei, ch’è ipocrisia. (I) Luca 12:2 Or niente è coperto, che non abbia a scoprirsi; nè occulto, che non abbia a venire a notizia. (I) Luca 12:3 Perciò, tutte le cose che avete dette nelle tenebre saranno udite alla luce; e ciò che avete detto all’orecchio nelle camerette sarà predicato sopra i tetti delle case. (I) Luca 12:4 OR a voi, miei amici, dico: Non temiate di coloro che uccidono il corpo, e, dopo ciò, non possono far altro di più. (I) Luca 12:5 Ma io vi mostrerò chi dovete temere: temete colui, il quale, dopo aver ucciso, ha la podestà di gettar nella geenna; certo, io vi dico, temete lui. (I) Luca 12:6 Cinque passere non si vendono elleno per due quattrini? e pur niuna di esse è dimenticata appo Iddio. (I) Luca 12:7 Anzi eziandio i capelli del vostro capo son tutti annoverati; non temiate adunque; voi siete da più di molte passere. (I) Luca 12:8 Or io vi dico: Chiunque mi avrà riconosciuto davanti agli uomini, il Figliuol dell’uomo altresì lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio. (I) Luca 12:9 Ma chi mi avrà rinnegato davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. (I) Luca 12:10 Ed a chiunque avrà detta alcuna parola contro al Figliuol dell’uomo sarà perdonato; ma, a chi avrà bestemmiato contro allo Spirito Santo non sarà perdonato. (I) Luca 12:11 Ora, quando vi avranno condotti davanti alle raunanze, e a’ magistrati, ed alle podestà, non istate in sollecitudine come, o che avrete a rispondere a vostra difesa, o che avrete a dire. (I) Luca 12:12 Perciocchè lo Spirito Santo, in quell’ora stessa, v’insegnerà ciò che vi converrà dire. (I) Luca 12:13 OR alcuno della moltitudine gli disse: Maestro, di’ a mio fratello che partisca meco l’eredità. (I) Luca 12:14 Ma egli disse: O uomo, chi mi ha costituito sopra voi giudice, o partitore? (I) Luca 12:15 Poi disse loro: Badate, e guardatevi dall’avarizia; perciocchè, benchè alcuno abbondi, egli non ha però la vita per li suoi beni. (I) Luca 12:16 Ed egli disse loro una parabola: Le possessioni d’un uomo ricco fruttarono copiosamente. (I) Luca 12:17 Ed egli ragionava fra sè medesimo, dicendo: Che farò? poichè io non ho ove riporre i miei frutti. (I) Luca 12:18 Poi disse: Questo farò: io disfarò i miei granai, e ne edificherò di maggiori, e quivi riporrò tutte le mie entrate, e i miei beni. (I) Luca 12:19 E dirò all’anima mia: Anima, tu hai molti beni, riposti per molti anni, quietati, mangia, bevi, e godi. (I) Luca 12:20 Ma Iddio gli disse: Stolto, questa stessa notte, l’anima tua ti sarà ridomandata; e di cui saranno le cose che tu hai apparecchiate? (I) Luca 12:21 Così avviene a chi fa tesoro a sè stesso, e non è ricco in Dio. (I) Luca 12:22 POI disse a’ suoi discepoli: Perciò io vi dico: Non siate solleciti per la vita vostra, che mangerete; nè per lo corpo vostro, di che sarete vestiti. (I) Luca 12:23 La vita è più che il nudrimento, e il corpo più che il vestimento. (I) Luca 12:24 Ponete mente a’ corvi, perciocchè non seminano, e non mietono, e non hanno conserva, nè granaio; e pure Iddio li nudrisce; da quanto siete voi più degli uccelli? (I) Luca 12:25 E chi di voi può, con la sua sollecitudine, aggiungere alla sua statura pure un cubito? (I) Luca 12:26 Se dunque non potete pur ciò ch’è minimo, perchè siete solleciti del rimanente? (I) Luca 12:27 Considerate i gigli, come crescono; essi non lavorano, e non filano; e pure io vi dico, che Salomone stesso, con tutta la sua gloria, non fu vestito al par dell’uno di essi. (I) Luca 12:28 Ora, se Iddio riveste così l’erba che oggi è nel campo, e domani è gettata nel forno, quanto maggiormente rivestirà egli voi, o uomini di poca fede? (I) Luca 12:29 Voi ancora non ricercate che mangerete, o che berrete, e non ne state sospesi. (I) Luca 12:30 Perciocchè le genti del mondo procacciano tutte queste cose, ma il Padre vostro sa che voi ne avete bisogno. (I) Luca 12:31 Anzi, cercate il regno di Dio, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte. (I) Luca 12:32 Non temere, o piccola greggia, perciocchè al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno. (I) Luca 12:33 Vendete i vostri beni, e fatene limosina; fatevi delle borse che non invecchiano; un tesoro in cielo, che non vien giammai meno; ove il ladro non giunge, ed ove la tignuola non guasta. (I) Luca 12:34 Perciocchè, dov’è il vostro tesoro, quivi eziandio sarà il vostro cuore. (I) Luca 12:35 I VOSTRI lombi sieno cinti, e le vostre lampane accese. (I) Luca 12:36 E voi, siate simili a coloro che aspettano il lor signore, quando egli ritornerà dalle nozze; acciocchè, quando egli verrà, e picchierà, subito gli aprano. (I) Luca 12:37 Beati quei servitori, i quali il Signore troverà vegliando, quando egli verrà. Io vi dico in verità, ch’egli si cingerà, e li farà mettere a tavola, ed egli stesso verrà a servirli. (I) Luca 12:38 E s’egli viene nella seconda vigilia, o nella terza, e li trova in questo stato, beati que’ servitori. (I) Luca 12:39 Or sappiate questo, che se il padron della casa sapesse a quale ora il ladro verrà, egli veglierebbe, e non si lascerebbe sconficcar la casa. (I) Luca 12:40 Ancora voi dunque siate presti, perciocchè, nell’ora che voi non pensate, il Figliuol dell’uomo verrà. (I) Luca 12:41 E Pietro gli disse: Signore, dici tu a noi questa parabola, ovvero anche a tutti? (I) Luca 12:42 E il Signore disse: Qual è pur quel dispensator leale ed avveduto, il quale il suo signore abbia costituito sopra i suoi famigliari, per dar loro a suo tempo la porzione del viver loro? (I) Luca 12:43 Beato quel servitore il quale il suo signore troverà facendo così, quando egli verrà. (I) Luca 12:44 Io vi dico in verità, ch’egli lo costituirà sopra tutti i suoi beni. (I) Luca 12:45 Ma, se quel servitore dice nel cuor suo: Il mio signore mette indugio a venire; e prende a battere i servitori, e le serventi; (I) Luca 12:46 ed a mangiare, ed a bere, e ad inebriarsi, il signore di quel servitore verrà nel giorno ch’egli non l’aspetta, e nell’ora ch’egli non sa; e lo riciderà, e metterà la sua parte con gl’infedeli. (I) Luca 12:47 Or il servitore che ha saputa la volontà del suo signore, e non si è disposto a far secondo la volontà d’esso, sarà battuto di molte battiture. (I) Luca 12:48 Ma colui che non l’ha saputa, se fa cose degne di battitura, sarà battuto di poche battiture; ed a chiunque è stato dato assai sarà ridomandato assai; ed appo cui è stato messo assai in deposito, da lui ancora sarà tanto più richiesto. (I) Luca 12:49 IO son venuto a mettere il fuoco in terra; e che voglio, se già è acceso? (I) Luca 12:50 Or io ho ad esser battezzato d’un battesimo; e come son io distretto, finchè sia compiuto! (I) Luca 12:51 Pensate voi che io sia venuto a metter pace in terra? No, vi dico, anzi discordia. (I) Luca 12:52 Perciocchè, da ora innanzi cinque saranno in una casa, divisi tre contro a due, e due contro a tre. (I) Luca 12:53 Il padre sarà diviso contro al figliuolo, e il figliuolo contro al padre; la madre contro alla figliuola, e la figliuola contro alla madre; la suocera contro alla sua nuora, e la nuora contro alla sua suocera. (I) Luca 12:54 OR egli disse ancora alle turbe: Quando voi vedete la nuvola che si leva dal Ponente, subito dite: La pioggia viene; e così è. (I) Luca 12:55 E quando sentite soffiar l’Austro, dite: Farà caldo; e così avviene. (I) Luca 12:56 Ipocriti! voi sapete discerner l’aspetto del cielo e della terra, e come non discernete voi questo tempo? (I) Luca 12:57 E perchè da voi stessi non giudicate ciò ch’è giusto? (I) Luca 12:58 Perciocchè, quando tu vai col tuo avversario al rettore, tu dei dare opera per cammino che tu sii liberato da lui; che talora egli non ti tragga al giudice, e il giudice ti dia in man del sergente, e il sergente ti cacci in prigione. (I) Luca 12:59 Io ti dico, che tu non ne uscirai, finchè tu abbia pagato fino all’ultimo picciolo. (I) Luca 13:1 IN quello stesso tempo furono quivi alcuni, i quali gli fecer rapporto de’ Galilei, il cui sangue Pilato avea mescolato co’ lor sacrificii. (I) Luca 13:2 E Gesù, rispondendo, disse loro: Pensate voi che que’ Galilei fossero i maggiori peccatori di tutti i Galilei, perciocchè hanno sofferte cotali cose? (I) Luca 13:3 No, vi dico, anzi, se voi non vi ravvedete, tutti perirete simigliantemente. (I) Luca 13:4 Ovvero, pensate voi che que’ diciotto, sopra i quali cadde la torre in Siloe, e li uccise fossero i più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? (I) Luca 13:5 No, vi dico, anzi, se voi non vi ravvedete, tutti perirete simigliantemente. (I) Luca 13:6 OR disse questa parabola: Un uomo avea un fico piantato nella sua vigna; e venne cercandovi del frutto, e non ne trovò. (I) Luca 13:7 Onde disse al vignaiuolo: Ecco, già son tre anni che io vengo, cercando del frutto in questo fico, e non ve ne trovo; taglialo; perchè rende egli ancora inutile la terra? (I) Luca 13:8 Ma egli, rispondendo, gli disse: Signore, lascialo ancora quest’anno, finchè io l’abbia scalzato, e vi abbia messo del letame; (I) Luca 13:9 e se pur fa frutto, bene; se no, nell’avvenire tu lo taglierai. (I) Luca 13:10 OR egli insegnava in una delle sinagoghe, in giorno di sabato. (I) Luca 13:11 Ed ecco, quivi era una donna che avea uno spirito d’infermità già per ispazio di diciotto anni, ed era tutta piegata, e non poteva in alcun modo ridirizzarsi. (I) Luca 13:12 E Gesù, vedutala, la chiamò a sè, e le disse: Donna, tu sei liberata dalla tua infermità. (I) Luca 13:13 E pose le mani sopra lei, ed ella in quello stante fu ridirizzata, e glorificava Iddio. (I) Luca 13:14 Ma il capo della sinagoga, sdegnato che Gesù avesse fatta guarigione in giorno di sabato, prese a dire alla moltitudine: Vi son sei giorni, ne’ quali convien lavorare; venite adunque in que’ giorni, e siate guariti; e non nel giorno del sabato. (I) Luca 13:15 Laonde il Signore gli rispose, e disse: Ipocriti! ciascun di voi non iscioglie egli dalla mangiatoia, in giorno di sabato, il suo bue, o il suo asino, e li mena a bere? (I) Luca 13:16 E non conveniva egli scioglier da questo legame, in giorno di sabato, costei, ch’è figliuola d’Abrahamo, la qual Satana avea tenuta legata lo spazio di diciotto anni? (I) Luca 13:17 E mentre egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari erano confusi; ma tutta la moltitudine si rallegrava di tutte le opere gloriose che si facevano da lui. (I) Luca 13:18 OR egli disse: A che è simile il regno di Dio, ed a che l’assomiglierò io? (I) Luca 13:19 Egli è simile ad un granel di senape, il quale un uomo ha preso, e l’ha gettato nel suo orto; e poi è cresciuto, ed è divenuto albero grande; e gli uccelli del cielo si son ridotti al coperto ne’ suoi rami. (I) Luca 13:20 E di nuovo disse: A che assomiglierò il regno di Dio? (I) Luca 13:21 Egli è simile al lievito, il quale una donna prende, e lo ripone in tre staia di farina, finchè tutta sia levitata. (I) Luca 13:22 POI egli andava attorno per le città, e per le castella, insegnando, e facendo cammino verso Gerusalemme. (I) Luca 13:23 Or alcuno gli disse: Signore, sono eglino pochi coloro che son salvati? (I) Luca 13:24 Ed egli disse loro: Sforzatevi d’entrar per la porta stretta, perciocchè io vi dico che molti cercheranno d’entrare, e non potranno. (I) Luca 13:25 Ora, da che il padron della casa si sarà levato, ed avrà serrato l’uscio, voi allora, stando difuori, comincerete a picchiare alla porta, dicendo: Signore, Signore, aprici. Ed egli, rispondendo, vi dirà: Io non so d’onde voi siate. (I) Luca 13:26 Allora prenderete a dire: Noi abbiam mangiato, e bevuto in tua presenza; e tu hai insegnato nelle nostre piazze. (I) Luca 13:27 Ma egli dirà: Io vi dico che non so d’onde voi siate; dipartitevi da me, voi tutti gli operatori d’iniquità. (I) Luca 13:28 Quivi sarà il pianto e lo stridor de’ denti, quando vedrete Abrahamo, Isacco, e Giacobbe, e tutti i profeti, nel regno di Dio; e che voi ne sarete cacciati fuori. (I) Luca 13:29 E che ne verranno d’Oriente, e d’Occidente, e di Settentrione, e di Mezzodì, i quali sederanno a tavola nel regno di Dio. (I) Luca 13:30 Ed ecco, ve ne son degli ultimi che saranno i primi, e de’ primi che saranno gli ultimi. (I) Luca 13:31 IN quello stesso giorno vennero alcuni Farisei, dicendogli: Partiti, e vattene di qui, perciocchè Erode ti vuol far morire. (I) Luca 13:32 Ed egli disse loro: Andate, e dite a quella volpe: Ecco, io caccio i demoni, e compio di far guarigioni oggi, e domani, e nel terzo giorno perverrò al mio fine. (I) Luca 13:33 Ma pure, mi convien camminare oggi, domani, e posdomani; poichè non conviene che alcun profeta muoia fuor di Gerusalemme. (I) Luca 13:34 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti, e lapidi coloro che ti son mandati! quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figliuoli, come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ale, e voi non avete voluto! (I) Luca 13:35 Ecco, la vostra casa vi è lasciata deserta. Or io vi dico, che voi non mi vedrete più, finchè venga il tempo che diciate: Benedetto colui che viene nel nome del Signore! (I) Luca 14:1 OR avvenne che, essendo egli entrato in casa d’uno de’ principali de’ Farisei, in giorno di sabato, a mangiare, essi l’osservavano. (I) Luca 14:2 Ed ecco, un certo uomo idropico era quivi davanti a lui. (I) Luca 14:3 E Gesù prese a dire a’ dottori della legge, ed a’ Farisei: È egli lecito di guarire alcuno in giorno di sabato? (I) Luca 14:4 Ed essi tacquero. Allora, preso colui per la mano, lo guarì, e lo licenziò. (I) Luca 14:5 Poi fece lor motto, e disse: Chi è colui di voi, che, se il suo asino, o bue, cade in un pozzo, non lo ritragga prontamente fuori nel giorno del sabato? (I) Luca 14:6 Ed essi non gli potevan risponder nulla in contrario a queste cose. (I) Luca 14:7 ORA, considerando come essi eleggevano i primi luoghi a tavola, propose questa parabola agl’invitati, dicendo: (I) Luca 14:8 Quando tu sarai invitato da alcuno a nozze, non metterti a tavola nel primo luogo, che talora alcuno più onorato di te non sia stato invitato dal medesimo. (I) Luca 14:9 E che colui che avrà invitato te e lui, non venga, e ti dica: Fa’ luogo a costui; e che allora tu venga con vergogna a tener l’ultimo luogo. (I) Luca 14:10 Ma, quando tu sarai invitato, va’, mettiti nell’ultimo luogo, acciocchè, quando colui che t’avrà invitato verrà, ti dica: Amico, sali più in su. Allora tu ne avrai onore appresso coloro che saranno teco a tavola. (I) Luca 14:11 Perciocchè chiunque s’innalza sarà abbassato, e chi si abbassa sarà innalzato. (I) Luca 14:12 Or egli disse a colui che l’avea invitato: Quando tu farai un desinare, o una cena, non chiamare i tuoi amici, nè i tuoi fratelli, nè i tuoi parenti, nè i tuoi vicini ricchi; che talora essi a vicenda non t’invitino, e ti sia reso il contraccambio. (I) Luca 14:13 Anzi, quando fai un convito, chiama i mendici, i monchi, gli zoppi, i ciechi. (I) Luca 14:14 E sarai beato; perciocchè essi non hanno il modo di rendertene il contraccambio; ma la retribuzione te ne sarà resa nella risurrezion dei giusti. (I) Luca 14:15 OR alcun di coloro ch’erano insieme a tavola, udite queste cose, disse: Beato chi mangerà del pane nel regno di Dio. (I) Luca 14:16 E Gesù gli disse: Un uomo fece una gran cena, e v’invitò molti. (I) Luca 14:17 Ed all’ora della cena, mandò il suo servitore a dire agl’invitati: Venite, perciocchè ogni cosa è già apparecchiata. (I) Luca 14:18 Ma in quel medesimo punto tutti cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: Io ho comperata una possessione, e di necessità mi conviene andar fuori a vederla; io ti prego abbimi per iscusato. (I) Luca 14:19 Ed un altro disse: Io ho comperate cinque paia di buoi, e vo a provarli; io ti prego abbimi per iscusato. (I) Luca 14:20 Ed un altro disse: Io ho sposata moglie, e perciò non posso venire. (I) Luca 14:21 E quel servitore venne e rapportò queste cose al suo signore. Allora il padron di casa, adiratosi, disse al suo servitore: Vattene prestamente per le piazze, e per le strade della città, e mena qua i mendici, ed i monchi, e gli zoppi, ed i ciechi. (I) Luca 14:22 Poi il servitore gli disse: Signore, egli è stato fatto come tu ordinasti, ed ancora vi è luogo. (I) Luca 14:23 E il signore disse al servitore: Va’ fuori per le vie, e per le siepi, e costringili ad entrare, acciocchè la mia casa sia ripiena. (I) Luca 14:24 Perciocchè io vi dico che niuno di quegli uomini ch’erano stati invitati assaggerà della mia cena. (I) Luca 14:25 OR molte turbe andavano con lui; ed egli, rivoltosi, disse loro: (I) Luca 14:26 Se alcuno viene a me, e non odia suo padre, e sua madre, e la moglie, e i figliuoli, e i fratelli, e le sorelle, anzi ancora la sua propria vita, non può esser mio discepolo. (I) Luca 14:27 E chiunque non porta la sua croce, e non vien dietro a me, non può esser mio discepolo. (I) Luca 14:28 Perciocchè, chi è colui d’infra voi, il quale, volendo edificare una torre, non si assetti prima, e non faccia ragion della spesa, se egli ha da poterla finire? (I) Luca 14:29 Che talora, avendo posto il fondamento, e non potendola finire, tutti coloro che la vedranno non prendano a beffarlo, dicendo: (I) Luca 14:30 Quest’uomo cominciò ad edificare, e non ha potuto finire. (I) Luca 14:31 Ovvero, qual re, andando ad affrontarsi in battaglia con un altro re, non si assetta prima, e prende consiglio, se può con diecimila incontrarsi con quell’altro, che vien contro a lui con ventimila? (I) Luca 14:32 Se no, mentre quel l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasciata, e lo richiede di pace. (I) Luca 14:33 Così adunque, niun di voi, il qual non rinunzia a tutto ciò ch’egli ha, può esser mio discepolo. (I) Luca 14:34 Il sale è buono, ma se il sale diviene insipido, con che lo si condirà egli? (I) Luca 14:35 Egli non è atto nè per terra, nè per letame; egli è gettato via. Chi ha orecchie da udire, oda. (I) Luca 15:1 OR tutti i pubblicani e peccatori, si accostavano a lui, per udirlo. (I) Luca 15:2 Ed i Farisei e gli Scribi ne mormoravano, dicendo: Costui accoglie i peccatori, e mangia con loro. (I) Luca 15:3 Ed egli disse loro questa parabola. (I) Luca 15:4 Chi è l’uomo d’infra voi, il quale, avendo cento pecore, se ne perde una, non lasci le novantanove nel deserto, e non vada dietro alla perduta, finchè l’abbia trovata? (I) Luca 15:5 Ed avendola trovata, non se la metta sopra le spalle tutto allegro? (I) Luca 15:6 E venuto a casa, non chiami insieme gli amici, e i vicini, dicendo: Rallegratevi meco, perciocchè io ho trovata la mia pecora, ch’era perduta? (I) Luca 15:7 Io vi dico, che così vi sarà letizia in cielo per un peccatore ravveduto, più che per novantanove giusti, che non hanno bisogno di ravvedimento. (I) Luca 15:8 Ovvero, qual’è la donna, che, avendo dieci dramme, se ne perde una, non accenda la lampana, e non ispazzi la casa, e non cerchi studiosamente, finchè l’abbia trovata? (I) Luca 15:9 E quando l’ha trovata, non chiami insieme le amiche, e le vicine, dicendo: Rallegratevi meco, perciocchè io ho trovata la dramma, la quale io avea perduta? (I) Luca 15:10 Così, vi dico, vi sarà allegrezza fra gli angeli di Dio, per un peccatore ravveduto. (I) Luca 15:11 DISSE ancora: Un uomo avea due figliuoli. (I) Luca 15:12 E il più giovane di loro disse al padre: Padre, dammi la parte de’ beni che mi tocca. E il padre spartì loro i beni. (I) Luca 15:13 E, pochi giorni appresso, il figliuol più giovane, raccolto ogni cosa, se ne andò in viaggio in paese lontano, e quivi dissipò le sue facoltà, vivendo dissolutamente. (I) Luca 15:14 E, dopo ch’egli ebbe speso ogni cosa, una grave carestia venne in quel paese, talchè egli cominciò ad aver bisogno. (I) Luca 15:15 E andò, e si mise con uno degli abitatori di quella contrada, il qual lo mandò a’ suoi campi, a pasturare i porci. (I) Luca 15:16 Ed egli desiderava d’empiersi il corpo delle silique, che i porci mangiavano, ma niuno gliene dava. (I) Luca 15:17 Ora, ritornato a sè medesimo, disse: Quanti mercenari di mio padre hanno del pane largamente, ed io mi muoio di fame! (I) Luca 15:18 Io mi leverò, e me ne andrò a mio padre, e gli dirò: Padre, io ho peccato contro al cielo, e davanti a te; (I) Luca 15:19 e non son più degno d’esser chiamato tuo figliuolo; fammi come uno de’ tuoi mercenari. (I) Luca 15:20 Egli adunque si levò, e venne a suo padre; ed essendo egli ancora lontano, suo padre lo vide, e n’ebbe pietà; e corse, e gli si gettò al collo, e lo baciò. (I) Luca 15:21 E il figliuolo gli disse: Padre, io ho peccato contro al cielo, e davanti a te, e non son più degno d’esser chiamato tuo figliuolo. (I) Luca 15:22 Ma il padre disse a’ suoi servitori: Portate qua la più bella vesta, e vestitelo, e mettetegli un anello in dito, e delle scarpe ne’ piedi. (I) Luca 15:23 E menate fuori il vitello ingrassato, ed ammazzatelo, e mangiamo, e rallegriamoci; (I) Luca 15:24 perciocchè questo mio figliuolo era morto, ed è tornato a vita; era perduto, ed è stato ritrovato. E si misero a far gran festa. (I) Luca 15:25 Or il figliuol maggiore di esso era a’ campi; e come egli se ne veniva, essendo presso della casa, udì il concento e le danze. (I) Luca 15:26 E, chiamato uno de’ servitori, domandò che si volesser dire quelle cose. (I) Luca 15:27 Ed egli gli disse: Il tuo fratello è venuto, e tuo padre ha ammazzato il vitello ingrassato, perciocchè l’ha ricoverato sano e salvo. (I) Luca 15:28 Ma egli si adirò, e non volle entrare; laonde suo padre uscì, e lo pregava d’entrare. (I) Luca 15:29 Ma egli, rispondendo, disse al padre: Ecco, già tanti anni io ti servo, e non ho giammai trapassato alcun tuo comandamento; e pur giammai tu non mi hai dato un capretto, per rallegrarmi co’ miei amici. (I) Luca 15:30 Ma, quando questo tuo figliuolo, che ha mangiati i tuoi beni con le meretrici, è venuto, tu gli hai ammazzato il vitello ingrassato. (I) Luca 15:31 Ed egli gli disse: Figliuolo, tu sei sempre meco, e ogni cosa mia è tua. (I) Luca 15:32 Or conveniva far festa, e rallegrarsi, perciocchè questo tuo fratello era morto, ed è tornato a vita, era perduto, ed è stato ritrovato. (I) Luca 16:1 OR egli disse ancora a’ suoi discepoli: Vi era un uomo ricco, che avea un fattore; ed esso fu accusato dinanzi a lui, come dissipando i suoi beni. (I) Luca 16:2 Ed egli lo chiamò, e gli disse: Che cosa è questo che io odo di te? rendi ragione del tuo governo, perciocchè tu non puoi più essere mio fattore. (I) Luca 16:3 E il fattore disse fra sè medesimo: Che farò? poichè il mio signore mi toglie il governo; io non posso zappare, e di mendicar mi vergogno. (I) Luca 16:4 Io so ciò che io farò, acciocchè, quando io sarò rimosso dal governo, altri mi riceva in casa sua. (I) Luca 16:5 Chiamati adunque ad uno ad uno i debitori del suo signore, disse al primo: (I) Luca 16:6 Quanto devi al mio signore? Ed egli disse: Cento bati d’olio. Ed egli gli disse: Prendi la tua scritta, e siedi, e scrivine prestamente cinquanta. (I) Luca 16:7 Poi disse ad un altro: E tu, quanto devi? Ed egli disse: Cento cori di grano. Ed egli gli disse: Prendi la tua scritta, e scrivine ottanta. (I) Luca 16:8 E il signore lodò l’ingiusto fattore, perciocchè avea fatto avvedutamente; poichè i figliuoli di questo secolo sono più avveduti, nella lor generazione, che i figliuoli della luce. (I) Luca 16:9 Io altresì vi dico: Fatevi degli amici delle ricchezze ingiuste; acciocchè quando verrete meno, vi ricevano ne’ tabernacoli eterni. (I) Luca 16:10 Chi è leale nel poco, è anche leale nell’assai; e chi è ingiusto nel poco, è anche ingiusto nell’assai. (I) Luca 16:11 Se dunque voi non siete stati leali nelle ricchezze ingiuste, chi vi fiderà le vere? (I) Luca 16:12 E se non siete stati leali nell’altrui, chi vi darà il vostro? (I) Luca 16:13 Niun famiglio può servire a due signori; perciocchè, o ne odierà l’uno, ed amerà l’altro; ovvero, si atterrà all’uno, e sprezzerà l’altro; voi non potete servire a Dio, ed a Mammona. (I) Luca 16:14 OR i Farisei, ch’erano avari, udivano anch’essi tutte queste cose, e lo beffavano. (I) Luca 16:15 Ed egli disse loro: Voi siete que’ che giustificate voi stessi davanti agli uomini, ma Iddio conosce i vostri cuori; perciocchè quel ch’è eccelso appo gli uomini è cosa abominevole nel cospetto di Dio. (I) Luca 16:16 La legge e i profeti sono stati infino a Giovanni; da quel tempo il regno di Dio è evangelizzato, ed ognuno vi entra per forza. (I) Luca 16:17 Or egli è più agevole che il cielo e la terra passino, che non che un sol punto della legge cada. (I) Luca 16:18 Chiunque manda via la sua moglie, e ne sposa un’altra, commette adulterio; e chiunque sposa la donna mandata via dal marito commette adulterio. (I) Luca 16:19 OR vi era un uomo ricco, il qual si vestiva di porpora e di bisso, ed ogni giorno godeva splendidamente. (I) Luca 16:20 Vi era altresì un mendico, chiamato Lazaro, il quale giaceva alla porta d’esso, pieno d’ulceri. (I) Luca 16:21 E desiderava saziarsi delle miche che cadevano dalla tavola del ricco; anzi ancora i cani venivano, e leccavano le sue ulceri. (I) Luca 16:22 Or avvenne che il mendico morì, e fu portato dagli angeli nel seno d’Abrahamo; e il ricco morì anch’egli, e fu seppellito. (I) Luca 16:23 Ed essendo ne’ tormenti nell’inferno, alzò gli occhi, e vide da lungi Abrahamo, e Lazaro nel seno d’esso. (I) Luca 16:24 Ed egli, gridando, disse: Padre Abrahamo, abbi pietà di me, e manda Lazaro, acciocchè intinga la punta del dito nell’acqua; e mi rinfreschi la lingua; perciocchè io son tormentato in questa fiamma. (I) Luca 16:25 Ma Abrahamo disse: Figliuolo, ricordati che tu hai ricevuti i tuoi beni in vita tua, e Lazaro altresì i mali; ma ora egli è consolato, e tu sei tormentato. (I) Luca 16:26 Ed oltre a tutto ciò, fra noi e voi è posta una gran voragine, talchè coloro che vorrebbero di qui passare a voi non possono; parimente coloro che son di là non passano a noi. (I) Luca 16:27 Ed egli disse: Ti prego adunque, o padre, che tu lo mandi in casa di mio padre; (I) Luca 16:28 perciocchè io ho cinque fratelli; acciocchè testifichi loro; che talora anch’essi non vengano in questo luogo di tormento. (I) Luca 16:29 Abrahamo gli disse: Hanno Mosè i profeti, ascoltin quelli. (I) Luca 16:30 Ed egli disse: No, padre Abrahamo; ma, se alcun de’ morti va a loro, si ravvedranno. (I) Luca 16:31 Ed egli gli disse: Se non ascoltano Mosè e i profeti, non pur crederanno, avvegnachè alcun de’ morti risusciti. (I) Luca 17:1 OR egli disse a’ suoi discepoli: Egli è impossibile che non avvengano scandali; ma, guai a colui per cui avvengono! (I) Luca 17:2 Meglio per lui sarebbe che una macina d’asino gli fosse appiccata al collo, e che fosse gettato nel mare, che di scandalezzare uno di questi piccoli. (I) Luca 17:3 Prendete guardia a voi. Ora, se il tuo fratello ha peccato contro a te, riprendilo; e se si pente, perdonagli. (I) Luca 17:4 E benchè sette volte il dì pecchi contro a te, se sette volte il dì ritorna a te, dicendo: Io mi pento, perdonagli. (I) Luca 17:5 Allora gli apostoli dissero al Signore: Accrescici la fede. (I) Luca 17:6 E il Signore disse: Se voi avete pur tanta fede quant’è un granel di senape, voi potreste dire a questo moro: Diradicati, e piantati nel mare, ed esso vi ubbidirebbe. (I) Luca 17:7 Ora, chi è colui d’infra voi, il quale, avendo un servo che ari, o che pasturi il bestiame, quando esso, tornando dai campi, entra in casa, subito gli dica: Passa qua, mettiti a tavola? (I) Luca 17:8 Anzi, non gli dice egli: Apparecchiami da cena, e cingiti, e servimi, finchè io abbia mangiato e bevuto, poi mangerai e berrai tu? (I) Luca 17:9 Tiene egli in grazia da quel servo, ch’egli ha fatte le cose che gli erano stato comandate? Io nol penso. (I) Luca 17:10 Così ancora voi, quando avrete fatte tutte le cose che vi son comandate, dite: Noi siam servi disutili; poichè abbiam fatto ciò ch’eravamo obbligati di fare. (I) Luca 17:11 OR avvenne che, andando in Gerusalemme, egli passava per mezzo la Samaria e la Galilea. (I) Luca 17:12 E come egli entrava in un certo castello, dieci uomini lebbrosi gli vennero incontro, i quali si fermarono da lungi. (I) Luca 17:13 E levarono la voce, dicendo: Maestro Gesù, abbi pietà di noi. (I) Luca 17:14 Ed egli, vedutili, disse loro: Andate, mostratevi a’ sacerdoti. Ed avvenne, che come essi andavano, furon mondati. (I) Luca 17:15 Ed un di loro, veggendo ch’era guarito, ritornò, glorificando Iddio ad alta voce. (I) Luca 17:16 E si gettò sopra la sua faccia ai piedi di Gesù, ringraziandolo. Or colui era Samaritano. (I) Luca 17:17 E Gesù prese a dire: I dieci non son eglino stati nettati? e dove sono i nove? (I) Luca 17:18 Ei non se n’è trovato alcuno, che sia ritornato per dar gloria a Dio, se non questo straniero? (I) Luca 17:19 E disse a colui: Levati, e vattene; la tua fece ti ha salvato. (I) Luca 17:20 ORA, essendo domandato da’ Farisei, quando verrebbe il regno di Dio, rispose loro, e disse: Il regno di Dio non verrà in maniera che si possa osservare. (I) Luca 17:21 E non si dirà: Eccolo qui, o eccolo là; perciocchè ecco, il regno di Dio è dentro di voi. (I) Luca 17:22 Or egli disse ancora a’ suoi discepoli: I giorni verranno che voi desidererete vedere un de’ giorni del Figliuol dell’uomo, e non lo vedrete. (I) Luca 17:23 E vi si dirà: Eccolo qui, o eccolo là; non vi andate, e non li seguitate. (I) Luca 17:24 Perciocchè, quale è il lampo, il quale, lampeggiando, risplende da una parte di sotto al cielo infino all’altra, tale ancora sarà il Figliuol dell’uomo, nel suo giorno. (I) Luca 17:25 Ma conviene ch’egli prima sofferisca molte cose, e sia rigettato da questa generazione. (I) Luca 17:26 E come avvenne a’ dì di Noè, così ancora avverrà a’ dì del Figliuol dell’uomo. (I) Luca 17:27 Gli uomini mangiavano, beveano, sposavano mogli, e si maritavano, infino al giorno che Noè entrò nell’arca; e il diluvio venne, e li fece tutti perire. (I) Luca 17:28 Parimente ancora, come avvenne a’ dì di Lot: la gente mangiava, bevea, comperava, vendeva, piantava ed edificava; (I) Luca 17:29 ma, nel giorno che Lot uscì di Sodoma, piovve dal cielo fuoco e zolfo, e li fece tutti perire. (I) Luca 17:30 Tal sarà il giorno, nel quale il Figliuol dell’uomo apparirà. (I) Luca 17:31 In quel giorno, colui che sarà sopra il tetto della casa, ed avrà le sue masserizie dentro la casa, non iscenda per toglierle; e parimente che sarà nella campagna non torni addietro. (I) Luca 17:32 Ricordatevi della moglie di Lot. (I) Luca 17:33 Chiunque avrà cercato di salvar la vita sua la perderà; ma chi l’avrà perduta farà ch’ella viverà. (I) Luca 17:34 Io vi dico che in quella notte due saranno in un letto; l’uno sarà preso, e l’altro lasciato. (I) Luca 17:35 Due donne macineranno insieme; l’una sarà presa, e l’altra lasciata. (I) Luca 17:36 Due saranno nella campagna; l’uno sarà preso, e l’altro lasciato. (I) Luca 17:37 E i discepoli, rispondendo, gli dissero: Dove, Signore? Ed egli disse loro: Dove sarà il carname, quivi ancora si accoglieranno le aquile. (I) Luca 18:1 OR propose loro ancora una parabola, per mostrare che convien del continuo orare, e non istancarsi, (I) Luca 18:2 dicendo: Vi era un giudice in una città, il quale non temeva Iddio, e non avea rispetto ad alcun uomo. (I) Luca 18:3 Or in quella stessa città vi era una vedova, la qual venne a lui, dicendo: Fammi ragione del mio avversario. (I) Luca 18:4 Ed egli, per un tempo, non volle farlo; ma pur poi appresso disse fra sè medesimo: Quantunque io non tema Iddio, e non abbia rispetto ad alcun uomo, (I) Luca 18:5 nondimeno, perciocchè questa vedova mi dà molestia, io le farò ragione; che talora non venga tante volte che alla fine mi stanchi. (I) Luca 18:6 E il Signore disse: Ascoltate ciò che dice il giudice iniquo. (I) Luca 18:7 E Iddio non vendicherà egli i suoi eletti, i quali giorno e notte gridano a lui; benchè sia lento ad adirarsi per loro? (I) Luca 18:8 Certo, io vi dico, che tosto li vendicherà. Ma, quando il Figliuol dell’uomo verrà, troverà egli pur la fede in terra? (I) Luca 18:9 DISSE ancora questa parabola a certi, che si confidavano in loro stessi d’esser giusti, e sprezzavano gli altri. (I) Luca 18:10 Due uomini salirono al tempio, per orare; l’uno era Fariseo, e l’altro pubblicano. (I) Luca 18:11 Il Fariseo, stando in piè, orava in disparte, in questa maniera: O Dio, io ti ringrazio che io non son come gli altri uomini: rapaci, ingiusti, adulteri; nè anche come quel pubblicano. (I) Luca 18:12 Io digiuno due volte la settimana, io pago la decima di tutto ciò che posseggo. (I) Luca 18:13 Ma il pubblicano, stando da lungi, non ardiva neppure d’alzar gli occhi al cielo; anzi si batteva il petto, dicendo: O Dio, sii placato inverso me peccatore. (I) Luca 18:14 Io vi dico, che costui ritornò in casa sua giustificato, più tosto che quell’altro; perciocchè chiunque s’innalza sarà abbassato, e chi si abbassa sarà innalzato. (I) Luca 18:15 OR gli furono presentati ancora dei piccoli fanciulli, acciocchè li toccasse; e i discepoli, veduto ciò, sgridavano coloro che li presentavano. (I) Luca 18:16 Ma Gesù, chiamati a sè i fanciulli, disse: Lasciate i piccoli fanciulli venire a me, e non li divietate; perciocchè di tali è il regno di Dio. (I) Luca 18:17 Io vi dico in verità, che chi non avrà ricevuto il regno di Dio come piccol fanciullo, non entrerà in esso. (I) Luca 18:18 ED un certo de’ principali lo domandò, dicendo: Maestro buono, facendo che, erederò la vita eterna? (I) Luca 18:19 E Gesù gli disse: Perchè mi chiami buono? niuno è buono, se non un solo, cioè Iddio. (I) Luca 18:20 Tu sai i comandamenti: Non commettere adulterio. Non uccidere. Non furare. Non dir falsa testimonianza. Onora tuo padre e tua madre. (I) Luca 18:21 E colui disse: Tutte queste cose ho osservate fin dalla mia giovanezza. (I) Luca 18:22 E Gesù, udito questo, gli disse: Una cosa ti manca ancora: vendi tutto ciò che tu hai, e distribuiscilo a’ poveri, ed avrai un tesoro nel cielo; poi vieni, e seguitami. (I) Luca 18:23 Ma egli, udite queste cose, ne fu grandemente attristato, perciocchè era molto ricco. (I) Luca 18:24 E Gesù, veduto ch’egli si era attristato, disse: O quanto malagevolmente coloro che hanno delle ricchezze entreranno nel regno di Dio! (I) Luca 18:25 Perciocchè, egli è più agevole che un cammello entri per la cruna d’un ago, che non che un ricco entri nel regno di Dio. (I) Luca 18:26 E coloro che l’udirono dissero: Chi adunque può esser salvato? (I) Luca 18:27 Ed egli disse: Le cose impossibili agli uomini son possibili a Dio. (I) Luca 18:28 E Pietro disse: Ecco, noi abbiam lasciato ogni cosa, e ti abbiam seguitato. (I) Luca 18:29 Ed egli disse loro: Io vi dico in verità, che non vi è alcuno, che abbia lasciato casa, o padre e madre, o fratelli, o moglie, o figliuoli, per lo regno di Dio; (I) Luca 18:30 il qual non ne riceva molti cotanti in questo tempo, e nel secolo a venire la vita eterna. (I) Luca 18:31 POI, presi seco i dodici, disse loro: Ecco, noi saliamo in Gerusalemme, e tutte le cose scritte da’ profeti intorno al Figliuol dell’uomo saranno adempiute. (I) Luca 18:32 Perciocchè egli sarà dato in man de’ Gentili, e sarà schernito, ed oltraggiato; e gli sarà sputato nel volto. (I) Luca 18:33 Ed essi, dopo averlo flagellato, l’uccideranno; ma egli risusciterà al terzo giorno. (I) Luca 18:34 Ed essi non compresero nulla di queste cose; anzi questo ragionamento era loro occulto, e non intendevano le cose ch’eran loro dette. (I) Luca 18:35 ORA, come egli s’avvicinava a Gerico, un certo cieco sedeva presso della via, mendicando. (I) Luca 18:36 E udita la moltitudine che passava, domandò che cosa ciò fosse. (I) Luca 18:37 E gli fu fatto assapere che Gesù il Nazareo passava. (I) Luca 18:38 Ed egli gridò, dicendo: Gesù, Figliuol di Davide, abbi pietà di me. (I) Luca 18:39 E coloro che andavano avanti lo sgridavano, acciocchè tacesse; ma egli vie più gridava: Figliuol di Davide, abbi pietà di me. (I) Luca 18:40 E Gesù, fermatosi, comandò che gli fosse menato. E come fu presso di lui, lo domandò, dicendo: (I) Luca 18:41 Che vuoi che io ti faccia? Ed egli disse: Signore, che io ricoveri la vista. (I) Luca 18:42 E Gesù gli disse: Ricovera la vista; la tua fede ti ha salvato. (I) Luca 18:43 Ed egli in quello stante ricoverò la vista, e lo seguitava, glorificando Iddio. E tutto il popolo, veduto ciò, diede lode a Dio. (I) Luca 19:1 E GESÙ, essendo entrato in Gerico, passava per la città. (I) Luca 19:2 Ed ecco un uomo, detto per nome Zaccheo, il quale era il capo de’ pubblicani, ed era ricco; (I) Luca 19:3 e cercava di veder Gesù, per saper chi egli era; ma non poteva per la moltitudine, perciocchè egli era piccolo di statura. (I) Luca 19:4 E corse innanzi, e salì sopra un sicomoro, per vederlo; perciocchè egli avea da passare per quella via. (I) Luca 19:5 E come Gesù fu giunto a quel luogo, alzò gli occhi, e lo vide, e gli disse: Zaccheo, scendi giù prestamente, perciocchè oggi ho ad albergare in casa tua. (I) Luca 19:6 Ed egli scese prestamente, e lo ricevette con allegrezza. (I) Luca 19:7 E tutti, veduto ciò, mormoravano, dicendo: Egli è andato ad albergare in casa d’un uomo peccatore. (I) Luca 19:8 E Zaccheo, presentatosi al Signore, gli disse: Signore, io dono la metà di tutti i miei beni a’ poveri; e se ho frodato alcuno, io gliene fo la restituzione a quattro doppi. (I) Luca 19:9 E Gesù gli disse: Oggi è avvenuta salute a questa casa; poichè anche costui è figliuol d’Abrahamo. (I) Luca 19:10 Perciocchè il Figliuol dell’uomo è venuto per cercare, e per salvare ciò ch’era perito. (I) Luca 19:11 OR ascoltando essi queste cose, Gesù soggiunse, e disse una parabola; perciocchè egli era vicino a Gerusalemme, ed essi stimavano che il regno di Dio apparirebbe subito in quello stante. Disse adunque: (I) Luca 19:12 Un uomo nobile andò in paese lontano, per prender la possession d’un regno, e poi tornare. (I) Luca 19:13 E chiamati a sè dieci suoi servitori, diede loro dieci mine, e disse loro: Trafficate, finchè io venga. (I) Luca 19:14 Or i suoi cittadini l’odiavano, e gli mandarono dietro un’ambasciata, dicendo: Noi non vogliamo che costui regni sopra di noi. (I) Luca 19:15 Ed avvenne che quando egli fu ritornato, dopo aver presa la possessione del regno, comandò che gli fosser chiamati que’ servitori, a’ quali avea dati i denari, acciocchè sapesse quanto ciascuno avea guadagnato trafficando. (I) Luca 19:16 E il primo si presentò, dicendo: Signore, la tua mina ne ha guadagnate altre dieci. (I) Luca 19:17 Ed egli gli disse: Bene sta, buon servitore; perciocchè tu sei stato leale in cosa minima, abbi podestà sopra dieci città. (I) Luca 19:18 Poi venne il secondo, dicendo: Signore, la tua mina ne ha guadagnate cinque. (I) Luca 19:19 Ed egli disse ancora a costui: E tu sii sopra cinque città. (I) Luca 19:20 Poi ne venne un altro, che disse: Signore, ecco la tua mina, la quale io ho tenuta riposta in uno sciugatoio. (I) Luca 19:21 Perciocchè io ho avuto tema di te, perchè tu sei uomo aspro, e togli ciò che non hai messo, e mieti ciò che non hai seminato. (I) Luca 19:22 E il suo signore gli disse: Io ti giudicherò per la tua propria bocca, malvagio servitore; tu sapevi che io sono uomo aspro, che tolgo ciò che non ho messo, e mieto ciò che non ho seminato; (I) Luca 19:23 perchè dunque non desti i miei denari a’ banchieri, ed io, al mio ritorno, li avrei riscossi con frutto? (I) Luca 19:24 Allora egli disse a coloro ch’erano ivi presenti: Toglietegli la mina, e datela a colui che ha le dieci mine. (I) Luca 19:25 Ed essi gli dissero: Signore, egli ha dieci mine. (I) Luca 19:26 Perciocchè io vi dico, che a chiunque ha sarà dato; ma, a chi non ha, eziandio quel ch’egli ha gli sarà tolto. (I) Luca 19:27 Oltre a ciò, menate qua que’ miei nemici, che non hanno voluto che io regnassi sopra loro, e scannateli in mia presenza. (I) Luca 19:28 ORA, avendo dette queste cose, egli andava innanzi, salendo in Gerusalemme. (I) Luca 19:29 E come egli fu vicin di Betfage, e di Betania, presso al monte detto degli Ulivi, mandò due de’ suoi discepoli, dicendo: (I) Luca 19:30 Andate nel castello, che è qui di rincontro; nel quale essendo entrati, troverete un puledro d’asino legato, sopra il quale niun uomo giammai montò; scioglietelo, e menatemelo. (I) Luca 19:31 E se alcun vi domanda perchè voi lo sciogliete, ditegli così: Perciocchè il Signore ne ha bisogno. (I) Luca 19:32 E coloro ch’erano mandati andarono, e trovarono come egli avea lor detto. (I) Luca 19:33 E come essi scioglievano il puledro, i padroni d’esso dissero loro: Perchè sciogliete voi quel puledro? (I) Luca 19:34 Ed essi dissero: Il Signore ne ha bisogno. (I) Luca 19:35 E lo menarono a Gesù; e gettaron le lor vesti sopra il puledro, e vi fecero montar Gesù sopra. (I) Luca 19:36 E mentre egli camminava, stendevan le lor veste nella via. (I) Luca 19:37 E come egli già era presso della scesa del monte degli Ulivi, tutta la moltitudine de’ discepoli con allegrezza prese a lodare Iddio con gran voce, per tutte le potenti operazioni che avean vedute; (I) Luca 19:38 dicendo: Benedetto sia il Re che viene nel nome del Signore; pace in cielo, e gloria ne’ luoghi altissimi! (I) Luca 19:39 Ed alcuni de’ Farisei d’infra la moltitudine gli dissero: Maestro, sgrida i tuoi discepoli! (I) Luca 19:40 Ed egli, rispondendo, disse loro: Io vi dico che se costoro si tacciono, le pietre grideranno. (I) Luca 19:41 E come egli fu presso della città, veggendola, pianse sopra lei, dicendo: (I) Luca 19:42 Oh! se tu ancora, almeno in questo giorno, avessi riconosciute le cose appartenenti alla tua pace! ma ora, esse son nascoste agli occhi tuoi. (I) Luca 19:43 Perciocchè ti sopraggiungeranno giorni, ne’ quali i tuoi nemici ti faranno degli argini attorno, e ti circonderanno, e ti assedieranno d’ogn’intorno. (I) Luca 19:44 Ed atterreranno te, e i tuoi figliuoli dentro di te; e non lasceranno in te pietra sopra pietra; perciocchè tu non hai riconosciuto il tempo della tua visitazione. (I) Luca 19:45 POI, entrato nel tempio, prese a cacciare coloro che vendevano, e che comperavano in esso; (I) Luca 19:46 dicendo loro: Egli è scritto: La casa mia è casa di orazione; ma voi ne avete fatta una spelonca di ladroni. (I) Luca 19:47 Ed ogni giorno egli insegnava nel tempio. Ed i principali sacerdoti, e gli Scribi, e i capi del popolo cercavano di farlo morire. (I) Luca 19:48 E non trovavano che cosa potesser fare, perciocchè tutto il popolo pendeva dalla sua bocca, ascoltandolo. (I) Luca 20:1 ED avvenne un di que’ giorni, che, mentre egli insegnava il popolo nel tempio, ed evangelizzava, i principali sacerdoti, e gli Scribi, con gli anziani, sopraggiunsero. (I) Luca 20:2 E gli dissero: Dicci di quale autorità tu fai coteste cose; o, chi è colui che ti ha data cotesta autorità. (I) Luca 20:3 Ed egli, rispondendo, disse loro: Anch’io vi domanderò una cosa; e voi ditemela: (I) Luca 20:4 Il battesimo di Giovanni era egli dal cielo, o dagli uomini? (I) Luca 20:5 Ed essi ragionavan fra loro, dicendo: Se diciamo che era dal cielo, egli ci dirà: Perchè dunque non gli credeste? (I) Luca 20:6 Se altresì diciamo che era dagli uomini, tutto il popolo ci lapiderà; perciocchè egli è persuaso che Giovanni era profeta. (I) Luca 20:7 Risposero adunque che non sapevano onde egli fosse. (I) Luca 20:8 E Gesù disse loro: Io ancora non vi dirò di quale autorità io fo queste cose. (I) Luca 20:9 POI prese a dire al popolo questa parabola. Un uomo piantò una vigna, e l’allogò a certi lavoratori, e se ne andò in viaggio, e dimorò fuori lungo tempo. (I) Luca 20:10 E nella stagione mandò un servitore a que’ lavoratori, acciocchè gli desser del frutto della vigna; ma i lavoratori, battutolo, lo rimandarono vuoto. (I) Luca 20:11 Ed egli di nuovo vi mandò un altro servitore; ma essi, battuto ancora lui, e vituperatolo, lo rimandarono vuoto. (I) Luca 20:12 Ed egli ne mandò ancora un terzo; ma essi, ferito ancora costui, lo cacciarono. (I) Luca 20:13 E il signor della vigna disse: Che farò? io vi manderò il mio diletto figliuolo; forse, quando lo vedranno, gli porteranno rispetto. (I) Luca 20:14 Ma i lavoratori, vedutolo, ragionaron fra loro, dicendo: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, acciocchè l’eredità divenga nostra. (I) Luca 20:15 E, cacciatolo fuor della vigna, l’uccisero. Che farà loro adunque il signor della vigna? (I) Luca 20:16 Egli verrà, e distruggerà que’ lavoratori, e darà la vigna ad altri. Ma essi, udito ciò, dissero: Così non sia. (I) Luca 20:17 Ed egli, riguardatili in faccia, disse: Che cosa adunque è questo ch’è scritto: La pietra che gli edificatori hanno riprovata è divenuta il capo del cantone? (I) Luca 20:18 Chiunque caderà sopra quella pietra sarà fiaccato, ed ella triterà colui sopra cui ella caderà. (I) Luca 20:19 ED i principali sacerdoti, e gli Scribi, cercavano in quella stessa ora di mettergli le mani addosso, perciocchè riconobbero ch’egli avea detta quella parabola contro a loro; ma temettero il popolo. (I) Luca 20:20 E, spiandolo, gli mandarono degl’insidiatori, che simulassero d’esser giusti, per soprapprenderlo in parole; per darlo in man della signoria, ed alla podestà del governatore. (I) Luca 20:21 E quelli gli fecero una domanda, dicendo: Maestro, noi sappiamo che tu parli ed insegni dirittamente, e che non hai riguardo alla qualità delle persone, ma insegni la via di Dio in verità; (I) Luca 20:22 ecci egli lecito di pagare il tributo a Cesare, o no? (I) Luca 20:23 Ed egli, avvedutosi della loro astuzia, disse loro: Perchè mi tentate? (I) Luca 20:24 Mostratemi un denaro; di cui porta egli la figura, e la soprascritta? Ed essi, rispondendo, dissero: Di Cesare. (I) Luca 20:25 Ed egli disse loro: Rendete adunque a Cesare le cose di Cesare, e a Dio le cose di Dio. (I) Luca 20:26 E non lo poterono soprapprendere in parole davanti al popolo; e, maravigliatisi della sua risposta, si tacquero. (I) Luca 20:27 OR alcuni de’ Sadducei, i quali pretendono non esservi risurrezione, accostatisi, lo domandarono, dicendo: (I) Luca 20:28 Maestro, Mosè ci ha scritto, che se il fratello d’alcuno muore avendo moglie, e muore senza figliuoli, il suo fratello prenda la moglie, e susciti progenie al suo fratello. (I) Luca 20:29 Or vi furono sette fratelli; e il primo, presa moglie, morì senza figliuoli. (I) Luca 20:30 E il secondo prese quella moglie, e morì anch’egli senza figliuoli. (I) Luca 20:31 Poi il terzo la prese; e simigliantemente tutti e sette; e morirono senza aver lasciati figliuoli. (I) Luca 20:32 Ora, dopo tutti, morì anche la donna. (I) Luca 20:33 Nella risurrezione adunque, di chi di loro sarà ella moglie? poichè tutti e sette l’hanno avuta per moglie. (I) Luca 20:34 E Gesù, rispondendo, disse loro: I figliuoli di questo secolo sposano, e son maritati; (I) Luca 20:35 ma coloro che saranno reputati degni d’ottener quel secolo, e la risurrezion de’ morti, non isposano, e non son maritati. (I) Luca 20:36 Perciocchè ancora non possono più morire; poichè siano pari agli angeli; e son figliuoli di Dio, essendo figliuoli della risurrezione. (I) Luca 20:37 Or che i morti risuscitino, Mosè stesso lo dichiarò presso al pruno, quando egli nomina il Signore l’Iddio d’Abrahamo, e l’Iddio d’Isacco, e l’Iddio di Giacobbe. (I) Luca 20:38 Or egli non è Dio de’ morti, anzi de’ viventi; poichè tutti vivono per lui. (I) Luca 20:39 Ed alcuni degli Scribi gli fecer motto, e dissero: Maestro, bene hai detto. (I) Luca 20:40 E non ardirono più fargli alcuna domanda. (I) Luca 20:41 ED egli disse loro: Come dicono che il Cristo sia figliuolo di Davide? (I) Luca 20:42 E pur Davide stesso, nel libro de’ Salmi, dice: Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra, (I) Luca 20:43 finchè io abbia posti i tuoi nemici per iscannello de’ tuoi piedi. (I) Luca 20:44 Davide adunque lo chiama Signore. E come è egli suo figliuolo? (I) Luca 20:45 ORA, mentre tutto il popolo stava ascoltando, egli disse a’ suoi discepoli. (I) Luca 20:46 Guardatevi dagli Scribi, i quali volentieri passeggiano in vesti lunghe, ed amano le salutazioni nelle piazze, e i primi seggi nelle raunanze, e i primi luoghi ne’ conviti. (I) Luca 20:47 I quali divorano le case delle vedove, eziandio sotto specie di far lunghe orazioni; essi ne riceveranno maggior condannazione. (I) Luca 21:1 OR Gesù, riguardando, vide i ricchi che gettavano i lor doni nella cassa delle offerte. (I) Luca 21:2 Vide ancora una vedova poveretta, la qual vi gettava due piccioli. (I) Luca 21:3 E disse: Io vi dico in verità, che questa povera vedova ha gettato più di tutti gli altri. (I) Luca 21:4 Perciocchè tutti costoro hanno gettato nelle offerte di Dio di ciò che soprabbonda loro; ma costei vi ha gettato della sua inopia, tutta la sostanza ch’ella avea. (I) Luca 21:5 POI appresso, dicendo alcuni del tempio, ch’esso era adorno di belle pietre, e d’offerte, egli disse: (I) Luca 21:6 Quant’è a queste cose che voi riguardate, verranno i giorni, che non sarà lasciata pietra sopra pietra che non sia diroccata. (I) Luca 21:7 Ed essi lo domandarono, dicendo: Maestro, quando avverranno dunque queste cose? e qual sarà il segno del tempo, nel qual queste cose devono avvenire? (I) Luca 21:8 Ed egli disse: Guardate che non siate sedotti; perciocchè molti verranno sotto il mio nome, dicendo: Io son desso; e: Il tempo è giunto. Non andate adunque dietro a loro. (I) Luca 21:9 Ora, quando udirete guerre, e turbamenti, non siate spaventati; perciocchè conviene che queste cose avvengano prima; ma non però subito appresso sarà la fine. (I) Luca 21:10 Allora disse loro: Una gente si leverà contro all’altra gente, ed un regno contro all’altro. (I) Luca 21:11 E in ogni luogo vi saranno gran tremoti, e fami, e pestilenze; vi saranno eziandio de’ prodigi spaventevoli, e dei gran segni dal cielo. (I) Luca 21:12 Ma, avanti tutte queste cose, metteranno le mani sopra voi, e vi perseguiranno, dandovi in man delle raunanze, e mettendovi in prigione; traendovi ai re, ed a’ rettori, per lo mio nome. (I) Luca 21:13 Ma ciò vi riuscirà in testimonianza. (I) Luca 21:14 Mettetevi adunque in cuore di non premeditar come risponderete a vostra difesa. (I) Luca 21:15 Perciocchè io vi darò bocca, e sapienza, alla quale non potranno contradire, nè contrastare tutti i vostri avversari. (I) Luca 21:16 Or voi sarete traditi, eziandio da padri, e da madri, e da fratelli, e da parenti, e da amici; e ne faran morir di voi. (I) Luca 21:17 E sarete odiati da tutti per lo mio nome. (I) Luca 21:18 Ma pure un capello del vostro capo non perirà. (I) Luca 21:19 Possederete le anime vostre per la vostra pazienza. (I) Luca 21:20 ORA, quando vedrete Gerusalemme circondata d’eserciti, sappiate che allora la sua distruzione è vicina. (I) Luca 21:21 Allora coloro che saranno nella Giudea fuggano a’ monti; e coloro che saranno dentro d’essa dipartansi; e coloro che saranno su per li campi non entrino in essa. (I) Luca 21:22 Perciocchè que’ giorni saranno giorni di vendetta; acciocchè tutte le cose che sono scritte sieno adempiute. (I) Luca 21:23 Ora, guai alle gravide, ed a quelle che latteranno a que’ dì! perciocchè vi sarà gran distretta nel paese, ed ira sopra questo popolo. (I) Luca 21:24 E caderanno per lo taglio della spada, e saranno menati in cattività fra tutte le genti; e Gerusalemme sarà calpestata da’ Gentili, finchè i tempi de’ Gentili sieno compiuti. (I) Luca 21:25 POI appresso, vi saranno segni nel sole, e nella luna, e nelle stelle; e in terra, angoscia delle genti con ismarrimento; rimbombando il mare e il fiotto; (I) Luca 21:26 gli uomini, spasimando di paura, e d’aspettazion delle cose che sopraggiungeranno al mondo; perciocchè le potenze de’ cieli saranno scrollate. (I) Luca 21:27 Ed allora vedranno il Figliuol dell’uomo venire in una nuvola, con potenza, e gran gloria. (I) Luca 21:28 Ora, quando queste cose cominceranno ad avvenire, riguardate ad alto, e alzate le vostre teste; perciocchè la vostra redenzione è vicina. (I) Luca 21:29 E disse loro una similitudine: Riguardate il fico, e tutti gli alberi. (I) Luca 21:30 Quando già hanno germogliato, voi, veggendolo, riconoscete da voi stessi che già la state è vicina. (I) Luca 21:31 Così ancora voi, quando vedrete avvenir queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. (I) Luca 21:32 Io vi dico in verità, che questa età non passerà, finchè tutte queste cose non sieno avvenute. (I) Luca 21:33 Il cielo e la terra passeranno; ma le mie parole non passeranno. (I) Luca 21:34 OR guardatevi, che talora i vostri cuori non sieno aggravati d’ingordigia, nè d’ebbrezza, nè delle sollecitudini di questa vita; e che quel giorno di subito improvviso non vi sopravvenga. (I) Luca 21:35 Perciocchè, a guisa di laccio, egli sopraggiungerà a tutti coloro che abitano sopra la faccia di tutta la terra. (I) Luca 21:36 Vegliate adunque, orando in ogni tempo, acciocchè siate reputati degni di scampar tutte le cose che devono avvenire; e di comparire davanti al Figliuol dell’uomo. (I) Luca 21:37 Or di giorno egli insegnava nel tempio, e le notti, uscito fuori, dimorava in sul monte detto degli Ulivi. (I) Luca 21:38 E tutto il popolo, la mattina a buon’ora, veniva a lui, nel tempio, per udirlo. (I) Luca 22:1 OR la festa degli azzimi, detta la pasqua, si avvicinava. (I) Luca 22:2 E i principali sacerdoti, e gli Scribi, cercavano come lo farebbero morire, perciocchè temevano il popolo. (I) Luca 22:3 Or Satana entrò in Giuda, detto per soprannome Iscariot, il quale era del numero de’ dodici. (I) Luca 22:4 Ed egli andò, e ragionò co’ principali sacerdoti, e co’ capitani, come egli lo metterebbe loro nelle mani. (I) Luca 22:5 Ed essi se ne rallegrarono, e patteggiarono con lui di dargli danari. (I) Luca 22:6 Ed egli promise di darglielo nelle mani; e cercava opportunità di farlo senza tumulto. (I) Luca 22:7 OR venne il giorno degli azzimi, nel qual conveniva sacrificar la pasqua. (I) Luca 22:8 E Gesù mandò Pietro e Giovanni, dicendo: Andate, apparecchiateci la pasqua, acciocchè la mangiamo. (I) Luca 22:9 Ed essi gli dissero: Ove vuoi che l’apparecchiamo? (I) Luca 22:10 Ed egli disse loro: Ecco, quando sarete entrati nella città, voi scontrerete un uomo, portando un testo pien d’acqua; seguitatelo nella casa ov’egli entrerà. (I) Luca 22:11 E dite al padron della casa: Il Maestro ti manda a dire: Ov’è la stanza, nella quale io mangerò la pasqua co’ miei discepoli? (I) Luca 22:12 Ed esso vi mostrerà una gran sala acconcia; quivi apparecchiate la pasqua. (I) Luca 22:13 Essi dunque, andati, trovaron come egli avea lor detto, ed apparecchiaron la pasqua. (I) Luca 22:14 E quando l’ora fu venuta, egli si mise a tavola, co’ dodici apostoli. (I) Luca 22:15 Ed egli disse loro: Io ho grandemente desiderato di mangiar questa pasqua con voi, innanzi che io soffra. (I) Luca 22:16 Perciocchè io vi dico che non ne mangerò più, finchè tutto sia compiuto nel regno di Dio. (I) Luca 22:17 Ed avendo preso il calice, rendè grazie, e disse: Prendete questo calice, e distribuitelo tra voi; (I) Luca 22:18 perciocchè, io vi dico che non berrò più del frutto della vigna, finchè il regno di Dio sia venuto. (I) Luca 22:19 Poi, avendo preso il pane, rendè grazie, e lo ruppe, e lo diede loro, dicendo: Quest’è il mio corpo, il quale è dato per voi; fate questo in rammemorazione di me. (I) Luca 22:20 Parimente ancora, dopo aver cenato, diede loro il calice, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, il quale è sparso per voi. (I) Luca 22:21 Nel rimanente, ecco, la mano di colui che mi tradisce è meco a tavola. (I) Luca 22:22 E il Figliuol dell’uomo certo se ne va, secondo ch’è determinato; ma, guai a quell’uomo per cui egli è tradito! (I) Luca 22:23 Ed essi cominciarono a domandarsi gli uni gli altri, chi fosse pur quel di loro che farebbe ciò. (I) Luca 22:24 OR nacque ancora fra loro una contesa, chi di loro paresse che fosse il maggiore. (I) Luca 22:25 Ma egli disse loro: I re delle genti le signoreggiano, e coloro che hanno podestà sopra esse son chiamati benefattori. (I) Luca 22:26 Ma non già così voi; anzi, il maggiore fra voi sia come il minore, e quel che regge come quel che ministra. (I) Luca 22:27 Perciocchè, quale è il maggiore, colui ch’è a tavola, o pur colui che serve? non è egli colui ch’è a tavola? or io sono in mezzo di voi come colui che serve. (I) Luca 22:28 Or voi siete quelli che siete perseverati meco nelle mie tentazioni. (I) Luca 22:29 Ed io altresì vi dispongo il regno, siccome il Padre mio me l’ha disposto; (I) Luca 22:30 acciocchè voi mangiate, e beviate, alla mia tavola, nel mio regno; e sediate sopra de’ troni, giudicando le dodici tribù d’Israele. (I) Luca 22:31 IL Signore disse ancora: Simone, Simone, ecco, Satana ha richiesto di vagliarvi, come si vaglia il grano. (I) Luca 22:32 Ma io ho pregato per te, acciocchè la tua fede non venga meno; e tu, quando un giorno sarai convertito, conferma i tuoi fratelli. (I) Luca 22:33 Ma egli disse: Signore, io son presto ad andar teco, e in prigione, ed alla morte. (I) Luca 22:34 Ma Gesù disse: Pietro, io ti dico che il gallo non canterà oggi, prima che tu non abbi negato tre volte di conoscermi. (I) Luca 22:35 POI disse loro: Quando io vi ho mandati senza borsa, e senza tasca, e senza scarpe, avete voi avuto mancamento di cosa alcuna? Ed essi dissero: Di niuna. (I) Luca 22:36 Disse loro adunque: Ma ora, chi ha una borsa tolgala; parimente ancora una tasca; e chi non ne ha venda la sua vesta, e comperi una spada. (I) Luca 22:37 Perciocchè, io vi dico che conviene che eziandio questo ch’è scritto sia adempiuto in me: Ed egli è stato annoverato fra i malfattori. Perciocchè le cose, che sono scritte di me, hanno il lor compimento. (I) Luca 22:38 Ed essi dissero: Signore, ecco qui due spade. Ed egli disse loro: Basta. (I) Luca 22:39 POI, essendo uscito, andò, secondo la sua usanza, al monte degli Ulivi; e i suoi discepoli lo seguitavano anch’essi. (I) Luca 22:40 E giunto al luogo, disse loro: Orate, che non entriate in tentazione. (I) Luca 22:41 Allora egli fu divelto da loro, quasi per una gettata di pietra; (I) Luca 22:42 e postosi in ginocchioni, orava, dicendo: Padre, oh! volessi tu trasportar da me questo calice! ma pure, non la mia volontà, me la tua sia fatta. (I) Luca 22:43 Ed un angelo gli apparve dal cielo confortandolo. (I) Luca 22:44 Ed egli, essendo in agonia, orava vie più intentamente; e il suo sudore divenne simile a grumoli di sangue, che cadevano in terra. (I) Luca 22:45 Poi, levatosi dall’orazione, venne ai suoi discepoli, e trovò che dormivano di tristizia. (I) Luca 22:46 E disse loro: Perchè dormite? levatevi, ed orate, che non entriate in tentazione. (I) Luca 22:47 ORA, mentre egli parlava ancora, ecco una turba; e colui che si chiamava Giuda, uno de’ dodici, andava davanti a loro, e si accostò a Gesù per baciarlo; perciocchè egli avea loro dato questo segno: Colui chi io bacerò è desso. (I) Luca 22:48 E Gesù gli disse: Giuda, tradisci tu il Figliuol dell’uomo con un bacio? (I) Luca 22:49 E coloro ch’erano della compagnia di Gesù, veggendo che cosa era per avvenire, dissero: Signore, percoteremo noi con la spada? (I) Luca 22:50 Ed un certo di loro percosse il servitore del sommo sacerdote, e gli spiccò l’orecchio destro. (I) Luca 22:51 Ma Gesù fece lor motto, e disse: Lasciate, basta! E, toccato l’orecchio di colui, lo guarì. (I) Luca 22:52 E Gesù disse a’ principali sacerdoti, ed a’ capi del tempio, ed agli anziani, che eran venuti contro a lui: Voi siete usciti contro a me con ispade, e con aste, come contro ad un ladrone. (I) Luca 22:53 Mentre io era con voi tuttodì nel tempio, voi non metteste mai le mani sopra me; ma quest’è l’ora vostra, e la podestà delle tenebre. (I) Luca 22:54 ED essi lo presero, e lo menarono, e lo condussero dentro alla casa del sommo sacerdote; e Pietro lo seguitava da lungi. (I) Luca 22:55 Ed avendo essi acceso del fuoco in mezzo della corte, ed essendosi posti a sedere insieme, Pietro si sedette nel mezzo di loro. (I) Luca 22:56 Or una certa fanticella, vedutolo seder presso del fuoco, e guardatolo fiso, disse: Anche costui era con lui. (I) Luca 22:57 Ma egli lo rinnegò, dicendo: Donna, io nol conosco. (I) Luca 22:58 E, poco appresso, un altro, vedutolo, gli disse: Anche tu sei di quelli. Ma Pietro disse: O uomo, non sono. (I) Luca 22:59 E, infraposto lo spazio quasi d’un’ora, un certo altro affermava lo stesso, dicendo: In verità, anche costui era con lui; perciocchè egli è Galileo. (I) Luca 22:60 Ma Pietro disse: O uomo, io non so quel che tu dici. E subito, parlando egli ancora, il gallo cantò. (I) Luca 22:61 E il Signore, rivoltosi, riguardò Pietro. E Pietro si rammentò la parola del Signore, come egli gli avea detto: Avanti che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte. (I) Luca 22:62 E Pietro se ne uscì, e pianse amaramente. (I) Luca 22:63 E COLORO che tenevano Gesù lo schernivano, percotendolo. (I) Luca 22:64 E velatigli gli occhi, lo percotevano in su la faccia; e lo domandavano, dicendo: Indovina chi è colui che ti ha percosso. (I) Luca 22:65 Molte altre cose ancora dicevano contro a lui, bestemmiando. (I) Luca 22:66 Poi, come fu giorno, gli anziani del popolo, i principali sacerdoti, e gli Scribi, si raunarono, e lo menarono nel lor concistoro. (I) Luca 22:67 E gli dissero: Sei tu il Cristo? diccelo. Ed egli disse loro: Benchè io vel dica, voi nol crederete. (I) Luca 22:68 E se altresì io vi fo qualche domanda, voi non mi risponderete, e non mi lascerete andare. (I) Luca 22:69 Da ora innanzi il Figliuol dell’uomo sederà alla destra della potenza di Dio. (I) Luca 22:70 E tutti dissero: Sei tu adunque il Figliuol di Dio? Ed egli disse loro: Voi lo dite, perciocchè io lo sono. (I) Luca 22:71 Ed essi dissero: Che abbiam più bisogno di testimonianza? poichè noi stessi l’abbiamo udito dalla sua propria bocca. (I) Luca 23:1 ALLORA tutta la moltitudine di loro si levò, e lo menò a Pilato. (I) Luca 23:2 E cominciarono ad accusarlo, dicendo: Noi abbiam trovato costui sovvertendo la nazione, e divietando di dare i tributi a Cesare, dicendo sè esser il Cristo, il Re. (I) Luca 23:3 E Pilato lo domandò, dicendo: Sei tu il Re de’ Giudei? Ed egli, rispondendogli, disse: Tu lo dici. (I) Luca 23:4 E Pilato disse a’ principali sacerdoti, ed alle turbe: Io non trovo maleficio alcuno in quest’uomo. (I) Luca 23:5 Ma essi facevan forza, dicendo: Egli commuove il popolo, insegnando per tutta la Giudea, avendo cominciato da Galilea fin qua. (I) Luca 23:6 Allora Pilato, avendo udito nominar Galilea, domandò se quell’uomo era Galileo. (I) Luca 23:7 E, risaputo ch’egli era della giurisdizione di Erode, lo rimandò ad Erode, il quale era anche egli in Gerusalemme a que’ dì. (I) Luca 23:8 Ed Erode, veduto Gesù, se ne rallegrò grandemente; perciocchè da molto tempo desiderava di vederlo; perchè avea udite molte cose di lui, e sperava veder fargli qualche miracolo. (I) Luca 23:9 E lo domandò per molti ragionamenti; ma egli non gli rispose nulla. (I) Luca 23:10 Ed i principali sacerdoti, e gli Scribi, comparvero quivi, accusandolo con grande sforzo. (I) Luca 23:11 Ma Erode, co’ suoi soldati, dopo averlo sprezzato, e schernito, lo vestì d’una veste bianca, e lo rimandò a Pilato. (I) Luca 23:12 Ed Erode e Pilato divennero amici insieme in quel giorno; perciocchè per l’addietro erano stati in inimicizia fra loro. (I) Luca 23:13 E Pilato, chiamati insieme i principali sacerdoti, ed i magistrati, e il popolo, disse loro: (I) Luca 23:14 Voi mi avete fatto comparir quest’uomo davanti, come se egli sviasse il popolo; ed ecco, avendolo io in presenza vostra esaminato, non ho trovato in lui alcun maleficio di quelli de’ quali l’accusate. (I) Luca 23:15 Ma non pure Erode; poichè io vi ho mandati a lui; ed ecco, non gli è stato fatto nulla, onde egli sia giudicato degno di morte. (I) Luca 23:16 Io adunque lo castigherò, e poi lo libererò. (I) Luca 23:17 Or gli conveniva di necessità liberar loro uno, ogni dì di festa. (I) Luca 23:18 E tutta la moltitudine gridò, dicendo: Togli costui, e liberaci Barabba. (I) Luca 23:19 Costui era stato incarcerato per una sedizione, fatta nella città, con omicidio. (I) Luca 23:20 Perciò Pilato da capo parlò loro, desiderando liberar Gesù. (I) Luca 23:21 Ma essi gridavano in contrario, dicendo: Crocifiggilo, crocifiggilo. (I) Luca 23:22 Ed egli, la terza volta, disse loro: Ma pure, che male ha fatto costui? io non ho trovato in lui maleficio alcuno degno di morte. Io adunque lo castigherò, e poi lo libererò. (I) Luca 23:23 Ma essi facevano istanza con gran grida, chiedendo che fosse crocifisso; e le lor grida e quelle de’ principali sacerdoti, si rinforzavano. (I) Luca 23:24 E Pilato pronunziò che fosse fatto ciò che chiedevano. (I) Luca 23:25 E liberò loro colui ch’era stato incarcerato per sedizione, e per omicidio, il quale essi aveano chiesto; e rimise Gesù alla lor volontà. (I) Luca 23:26 E COME essi lo menavano, presero un certo Simon Cireneo, che veniva da’ campi, e gli misero addosso la croce, per portarla dietro a Gesù. (I) Luca 23:27 Or una gran moltitudine di popolo, e di donne, lo seguitava, le quali ancora facevano cordoglio, e lo lamentavano. (I) Luca 23:28 Ma Gesù, rivoltosi a loro, disse: Figliuole di Gerusalemme, non piangete per me; anzi, piangete per voi stesse, e per li vostri figliuoli. (I) Luca 23:29 Perciocchè, ecco, i giorni vengono che altri dirà: Beate le sterili! e beati i corpi che non hanno partorito, e le mammelle che non hanno lattato! (I) Luca 23:30 Allora prenderanno a dire ai monti: Cadeteci addosso; ed a’ colli: Copriteci. (I) Luca 23:31 Perciocchè, se fanno queste cose al legno verde, che sarà egli fatto al secco? (I) Luca 23:32 Or due altri ancora, ch’erano malfattori, erano menati con lui, per esser fatti morire. (I) Luca 23:33 E QUANDO furono andati al luogo, detto del Teschio, crocifissero quivi lui, e i malfattori, l’uno a destra, e l’altro a sinistra. (I) Luca 23:34 E Gesù diceva: Padre, perdona loro, perciocchè non sanno quel che fanno. Poi, avendo fatte delle parti de’ suoi vestimenti, trassero le sorti. (I) Luca 23:35 E il popolo stava quivi, riguardando; ed anche i rettori, insiem col popolo, lo beffavano, dicendo: Egli ha salvati gli altri, salvi sè stesso, se pur costui è il Cristo, l’Eletto di Dio. (I) Luca 23:36 Or i soldati ancora lo schernivano, accostandosi, e presentandogli dell’aceto; e dicendo: (I) Luca 23:37 Se tu sei il Re de’ Giudei, salva te stesso. (I) Luca 23:38 Or vi era anche questo titolo, di sopra al suo capo, scritto in lettere greche, romane, ed ebraiche: COSTUI È IL RE DE’ GIUDEI. (I) Luca 23:39 Or l’uno de’ malfattori appiccati lo ingiuriava, dicendo: Se tu sei il Cristo, salva te stesso, e noi. (I) Luca 23:40 Ma l’altro, rispondendo, lo sgridava, dicendo: Non hai tu timore, non pur di Dio, essendo nel medesimo supplizio? (I) Luca 23:41 E noi di vero vi siam giustamente, perciocchè riceviamo la condegna pena de’ nostri fatti; ma costui non ha commesso alcun misfatto. (I) Luca 23:42 Poi disse a Gesù: Signore, ricordati di me, quando sarai venuto nel tuo regno. (I) Luca 23:43 E Gesù gli disse: Io ti dico in verità, che oggi tu sarai meco in paradiso. (I) Luca 23:44 Or era intorno delle sei ore, e si fecer tenebre sopra tutta la terra, infino alle nove. (I) Luca 23:45 E il sole scurò, e la cortina del tempio si fendè per lo mezzo. (I) Luca 23:46 E Gesù, dopo aver gridato con gran voce, disse: Padre, io rimetto lo spirito mio nelle tue mani. E detto questo, rendè lo spirito. (I) Luca 23:47 E il centurione, veduto ciò ch’era avvenuto, glorificò Iddio, dicendo: Veramente quest’uomo era giusto. (I) Luca 23:48 E tutte le turbe, che si erano raunate a questo spettacolo, vedute le cose ch’erano avvenute, se ne tornarono, battendosì il petto. (I) Luca 23:49 ORA, tutti i suoi conoscenti, e le donne che l’aveano insieme seguitato da Galilea, si fermarono da lontano, riguardando queste cose. (I) Luca 23:50 Ed ecco un certo uomo, chiamato per nome Giuseppe, ch’era consigliere, uomo da bene, e diritto; (I) Luca 23:51 il qual non avea acconsentito al consiglio, nè all’atto loro; ed era da Arimatea, città de’ Giudei; ed aspettava anch’egli il regno di Dio; (I) Luca 23:52 costui venne a Pilato, e chiese il corpo di Gesù. (I) Luca 23:53 E trattolo giù di croce, l’involse in un lenzuolo, e lo mise in un monumento tagliato in una roccia, nel quale niuno era stato ancora posto. (I) Luca 23:54 Or quel giorno era la preparazion della festa, e il sabato soprastava. (I) Luca 23:55 E le donne, le quali eran venute insieme da Galilea con Gesù, avendo seguitato Giuseppe, riguardarono il monumento, e come il corpo d’esso vi era posto. (I) Luca 23:56 Ed essendosene tornate, apparecchiarono degli aromati, e degli olii odoriferi, e si riposarono il sabato, secondo il comandamento. (I) Luca 24:1 E NEL primo giorno della settimana, la mattina molto per tempo, esse, e certe altre con loro, vennero al monumento, portando gli aromati che aveano preparati. (I) Luca 24:2 E trovarono la pietra rotolata dal monumento. (I) Luca 24:3 Ed entrate dentro, non trovarono il corpo del Signore Gesù. (I) Luca 24:4 E mentre stavano perplesse di ciò, ecco, due uomini sopraggiunsero loro, in vestimenti folgoranti. (I) Luca 24:5 I quali, essendo esse impaurite, e chinando la faccia a terra, disser loro: Perchè cercate il vivente tra i morti? (I) Luca 24:6 Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordatevi come egli vi parlò, mentre era ancora in Galilea; (I) Luca 24:7 dicendo che conveniva che il Figliuol dell’uomo fosse dato nelle mani degli uomini peccatori, e fosse crocifisso, ed al terzo giorno risuscitasse. (I) Luca 24:8 Ed esse si ricordarono delle parole di esso. (I) Luca 24:9 Ed essendosene tornate dal monumento, rapportarono tutte queste cose agli undici, ed a tutti gli altri. (I) Luca 24:10 Or quelle che dissero queste cose agli apostoli erano Maria Maddalena, e Giovanna, e Maria, madre di Giacomo; e le altre ch’eran con loro. (I) Luca 24:11 Ma le lor parole parvero loro un vaneggiare, e non credettero loro. (I) Luca 24:12 Ma pur Pietro, levatosi, corse al monumento; ed avendo guardato dentro, non vide altro che le lenzuola, che giacevano quivi; e se ne andò, maravigliandosi tra sè stesso di ciò ch’era avvenuto. (I) Luca 24:13 OR ecco, due di loro in quello stesso giorno andavano in un castello, il cui nome era Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi. (I) Luca 24:14 Ed essi ragionavan fra loro di tutte queste cose, ch’erano avvenute. (I) Luca 24:15 Ed avvenne che mentre ragionavano e discorrevano insieme, Gesù si accostò, e si mise a camminar con loro. (I) Luca 24:16 Or gli occhi loro erano ritenuti, per non conoscerlo. (I) Luca 24:17 Ed egli disse loro: Quali son questi ragionamenti, che voi tenete tra voi, camminando? e perchè siete mesti? (I) Luca 24:18 E l’uno, il cui nome era Cleopa, rispondendo, gli disse: Tu solo, dimorando in Gerusalemme, non sai le cose che in essa sono avvenute in questi giorni? (I) Luca 24:19 Ed egli disse loro: Quali? Ed essi gli dissero: Il fatto di Gesù Nazareno, il quale era un uomo profeta, potente in opere, e in parole, davanti a Dio, e davanti a tutto il popolo. (I) Luca 24:20 E come i principali sacerdoti, ed i nostri magistrati l’hanno dato ad esser giudicato a morte, e l’hanno crocifisso. (I) Luca 24:21 Or noi speravamo ch’egli fosse colui che avesse a riscattare Israele; ma ancora, oltre a tutto ciò, benchè sieno tre giorni che queste cose sono avvenute, (I) Luca 24:22 certe donne d’infra noi ci hanno fatti stupire; perciocchè, essendo andate la mattina a buon’ora al monumento, (I) Luca 24:23 e non avendo trovato il corpo d’esso, son venute, dicendo d’aver veduta una visione d’angeli, i quali dicono ch’egli vive. (I) Luca 24:24 Ed alcuni de’ nostri sono andati al monumento, ed hanno trovato così, come le donne avean detto; ma non han veduto Gesù. (I) Luca 24:25 Allora egli disse loro: O insensati, e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! (I) Luca 24:26 Non conveniva egli che il Cristo sofferisse queste cose, e così entrasse nella sua gloria? (I) Luca 24:27 E cominciando da Mosè, e seguendo per tutti i profeti, dichiarò loro in tutte le scritture le cose ch’erano di lui. (I) Luca 24:28 Ed essendo giunti al castello, ove andavano, egli fece vista d’andar più lungi. (I) Luca 24:29 Ma essi gli fecer forza, dicendo: Rimani con noi, perciocchè ei si fa sera, e il giorno è già dichinato. Egli adunque entrò nell’albergo, per rimaner con loro. (I) Luca 24:30 E quando egli si fu messo a tavola con loro, prese il pane, e fece la benedizione; e rottolo, lo distribuì loro. (I) Luca 24:31 E gli occhi loro furono aperti, e lo riconobbero; ma egli sparì da loro. (I) Luca 24:32 Ed essi dissero l’uno all’altro: Non ardeva il cuor nostro in noi, mentre egli ci parlava per la via, e ci apriva le scritture? (I) Luca 24:33 E in quella stessa ora si levarono, e ritornarono in Gerusalemme, e trovarono raunati gli undici, e quelli ch’erano con loro. (I) Luca 24:34 I quali dicevano: Il Signore è veramente risuscitato, ed è apparito a Simone. (I) Luca 24:35 Ed essi ancora raccontarono le cose avvenute loro per la via, e come egli era stato riconosciuto da loro nel rompere il pane. (I) Luca 24:36 ORA, mentre essi ragionavano queste cose, Gesù stesso comparve nel mezzo di loro, e disse loro: Pace a voi. (I) Luca 24:37 Ma essi, smarriti, ed impauriti, pensavano vedere uno spirito. (I) Luca 24:38 Ed egli disse loro: Perchè siete turbati? e perchè salgono ragionamenti ne’ cuori vostri? (I) Luca 24:39 Vedete le mie mani, e i miei piedi; perciocchè io son desso; palpatemi, e vedete; poichè uno spirito non ha carne, nè ossa, come mi vedete avere. (I) Luca 24:40 E detto questo, mostrò loro le mani, e i piedi. (I) Luca 24:41 Ma, non credendo essi ancora per l’allegrezza, e maravigliandosi, egli disse loro: Avete voi qui alcuna cosa da mangiare? (I) Luca 24:42 Ed essi gli diedero un pezzo di pesce arrostito, e di un fiale di miele. (I) Luca 24:43 Ed egli presolo, mangiò in lor presenza. (I) Luca 24:44 Poi disse loro: Questi sono i ragionamenti che io vi teneva, essendo ancora con voi: che conveniva che tutte le cose scritte di me nella legge di Mosè, e ne’ profeti, e ne’ salmi, fossero adempiute. (I) Luca 24:45 Allora egli aperse loro la mente, per intendere le scritture. (I) Luca 24:46 E disse loro: Così è scritto, e così conveniva che il Cristo sofferisse, ed al terzo giorno risuscitasse da’ morti; (I) Luca 24:47 e che nel suo nome si predicasse ravvedimento, e remission dei peccati, fra tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. (I) Luca 24:48 Or voi siete testimoni di queste cose. (I) Luca 24:49 Ed ecco, io mando sopra voi la promessa del Padre mio; or voi, dimorate nella città di Gerusalemme, finchè siate rivestiti della virtù da alto. (I) Luca 24:50 POI li menò fuori fino in Betania; e, levate le mani in alto, li benedisse. (I) Luca 24:51 Ed avvenne che mentre egli li benediceva, si dipartì da loro, ed era portato in su nel cielo. (I) Luca 24:52 Ed essi, adoratolo, ritornarono in Gerusalemme con grande allegrezza. (I) Luca 24:53 Ed erano del continuo nel tempio, lodando, e benedicendo Iddio. Amen. (I) Giovanni 1:1 NEL principio la Parola era, e la Parola era appo Dio, e la Parola era Dio. (I) Giovanni 1:2 Essa era nel principio appo Dio. (I) Giovanni 1:3 Ogni cosa è stata fatta per mezzo di essa; e senz’essa niuna cosa fatta è stata fatta. (I) Giovanni 1:4 In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. (I) Giovanni 1:5 E la luce riluce nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno compresa. (I) Giovanni 1:6 Vi fu un uomo mandato da Dio, il cui nome era Giovanni. (I) Giovanni 1:7 Costui venne per testimonianza, affin di testimoniar della Luce, acciocchè tutti credessero per mezzo di lui. (I) Giovanni 1:8 Egli non era la Luce, anzi era mandato per testimoniar della Luce. (I) Giovanni 1:9 Colui, che è la Luce vera, la quale illumina ogni uomo che viene nel mondo, era. (I) Giovanni 1:10 Era nel mondo, e il mondo è stato fatto per mezzo d’esso; ma il mondo non l’ha conosciuto. (I) Giovanni 1:11 Egli è venuto in casa sua, ed i suoi non l’hanno ricevuto. (I) Giovanni 1:12 Ma, a tutti coloro che l’hanno ricevuto, i quali credono nel suo nome, egli ha data questa ragione, d’esser fatti figliuoli di Dio; (I) Giovanni 1:13 i quali, non di sangue, nè di volontà di carne, nè di volontà d’uomo, ma son nati di Dio. (I) Giovanni 1:14 E la Parola è stata fatta carne, ed è abitata fra noi e noi abbiam contemplata la sua gloria, gloria, come dell’unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia, e di verità. (I) Giovanni 1:15 GIOVANNI testimoniò di lui, e gridò, dicendo: Costui è quel di cui io diceva: Colui che viene dietro a me mi è antiposto, perciocchè egli era prima di me. (I) Giovanni 1:16 E noi tutti abbiamo ricevuto della sua pienezza, e grazia per grazia. (I) Giovanni 1:17 Perciocchè la legge è stata data per mezzo di Mosè, ma la grazia, e la verità sono venute per mezzo di Gesù Cristo. (I) Giovanni 1:18 Niuno vide giammai Iddio; l’unigenito Figliuolo, ch’è nel seno del Padre, è quel che l’ha dichiarato. (I) Giovanni 1:19 E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei da Gerusalemme mandarono de’ sacerdoti, e de’ Leviti, per domandargli: Tu chi sei? (I) Giovanni 1:20 Ed egli riconobbe chi egli era, e nol negò; anzi lo riconobbe, dicendo: Io non sono il Cristo. (I) Giovanni 1:21 Ed essi gli domandarono: Che sei dunque? Sei tu Elia? Ed egli disse: Io nol sono. Sei tu il Profeta? Ed egli rispose: No. (I) Giovanni 1:22 Essi adunque gli dissero Chi sei? acciocchè rendiamo risposta a coloro che ci hanno mandati; che dici tu di te stesso? (I) Giovanni 1:23 Egli disse: Io son la voce di colui che grida nel deserto: Addirizzate la via del Signore, siccome il profeta Isaia ha detto. (I) Giovanni 1:24 Or coloro ch’erano stati mandati erano d’infra i Farisei. (I) Giovanni 1:25 Ed essi gli domandarono, e gli dissero: Perchè dunque battezzi, se tu non sei il Cristo, nè Elia, nè il profeta? (I) Giovanni 1:26 Giovanni rispose loro, dicendo: Io battezzo con acqua; ma nel mezzo di voi è presente uno, il qual voi non conoscete. (I) Giovanni 1:27 Esso è colui che vien dietro a me, il qual mi è stato antiposto, di cui io non son degno di sciogliere il correggiuol della scarpa. (I) Giovanni 1:28 Queste cose avvennero in Betabara, di là dal Giordano, ove Giovanni battezzava. (I) Giovanni 1:29 Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva a lui, e disse: Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo. (I) Giovanni 1:30 Costui è quel del quale io diceva: Dietro a me viene un uomo, il qual mi è antiposto; perciocchè egli era prima di me. (I) Giovanni 1:31 E quant’è a me, io nol conosceva; ma, acciocchè egli sia manifestato ad Israele, per ciò son venuto, battezzando con acqua. (I) Giovanni 1:32 E Giovanni testimoniò, dicendo: Io ho veduto lo Spirito, ch’è sceso dal cielo in somiglianza di colomba, e si è fermato sopra lui. (I) Giovanni 1:33 E quant’è a me, io nol conosceva; ma colui che mi ha mandato a battezzar con acqua mi avea detto: Colui sopra il quale tu vedrai scender lo Spirito, e fermarsi, è quel che battezza con lo Spirito Santo. (I) Giovanni 1:34 Ed io l’ho veduto, e testifico che costui è il Figliuol di Dio. (I) Giovanni 1:35 IL giorno seguente, Giovanni di nuovo si fermò, con due de’ suoi discepoli. (I) Giovanni 1:36 Ed avendo riguardato in faccia Gesù che camminava, disse: Ecco l’Agnello di Dio. (I) Giovanni 1:37 E i due discepoli l’udirono parlare, e seguitarono Gesù. (I) Giovanni 1:38 E Gesù, rivoltosi, e veggendo che lo seguitavano, disse loro: Che cercate? Ed essi gli dissero: Rabbi il che, interpretato, vuol dire: Maestro, dove dimori? (I) Giovanni 1:39 Egli disse loro: Venite, e vedetelo. Essi adunque andarono, e videro ove egli dimorava, e stettero presso di lui quel giorno. Or era intorno le dieci ore. (I) Giovanni 1:40 Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno de’ due, che aveano udito quel ragionamento da Giovanni, ed avean seguitato Gesù. (I) Giovanni 1:41 Costui trovò il primo il suo fratello Simone, e gli disse: Noi abbiam trovato il Messia; il che, interpretato, vuol dire: Il Cristo; e lo menò da Gesù. (I) Giovanni 1:42 E Gesù, riguardatolo in faccia, disse: Tu sei Simone, figliuol di Giona; tu sarai chiamato Cefa, che vuol dire: Pietra. (I) Giovanni 1:43 Il giorno seguente, Gesù volle andare in Galilea, e trovò Filippo, e gli disse: Seguitami. (I) Giovanni 1:44 Or Filippo era da Betsaida, della città d’Andrea e di Pietro. (I) Giovanni 1:45 Filippo trovò Natanaele, e gli disse: Noi abbiam trovato colui, del quale Mosè nella legge, ed i profeti hanno scritto; che è Gesù, figliuol di Giuseppe, che è da Nazaret. (I) Giovanni 1:46 E Natanaele gli disse: Può egli esservi bene alcuno da Nazaret? Filippo gli disse: Vieni, e vedi. (I) Giovanni 1:47 Gesù vide venir Natanaele a sè, e disse di lui: Ecco veramente un Israelita, nel quale non vi è frode alcuna. (I) Giovanni 1:48 Natanaele gli disse: Onde mi conosci? Gesù rispose, e gli disse: Avanti che Filippo ti chiamasse, quando tu eri sotto il fico, io ti vedeva. (I) Giovanni 1:49 Natanaele rispose, e gli disse: Maestro, tu sei il Figliuol di Dio; tu sei il Re d’Israele. (I) Giovanni 1:50 Gesù rispose, e gli disse: Perciocchè io ti ho detto ch’io ti vedeva sotto il fico, tu credi; tu vedrai cose maggiori di queste. (I) Giovanni 1:51 Poi gli disse: In verità, in verità, io vi dico, che da ora innanzi voi vedrete il cielo aperto, e gli angeli di Dio salienti, e discendenti sopra il Figliuol dell’uomo. (I) Giovanni 2:1 E TRE giorni appresso, si fecero delle nozze in Cana di Galilea, e la madre di Gesù era quivi. (I) Giovanni 2:2 Or anche Gesù, co’ suoi discepoli, fu chiamato alle nozze. (I) Giovanni 2:3 Ed essendo venuto meno il vino, la madre di Gesù gli disse: Non hanno più vino. (I) Giovanni 2:4 Gesù le disse: Che v’è fra te e me, o donna? l’ora mia non è ancora venuta. (I) Giovanni 2:5 Sua madre disse ai servitori: Fate tutto ciò ch’egli vi dirà. (I) Giovanni 2:6 Or quivi erano sei pile di pietra, poste secondo l’usanza della purificazion dei Giudei, le quali contenevano due, o tre misure grandi per una. (I) Giovanni 2:7 Gesù disse loro: Empiete d’acqua le pile. Ed essi le empierono fino in cima. (I) Giovanni 2:8 Poi egli disse loro: Attingete ora, e portatelo allo scalco. Ed essi gliel portarono. (I) Giovanni 2:9 E come lo scalco ebbe assaggiata l’acqua ch’era stata fatta vino or egli non sapeva onde quel vino si fosse, ma ben lo sapevano i servitori che aveano attinta l’acqua, chiamò lo sposo, e gli disse: (I) Giovanni 2:10 Ogni uomo presenta prima il buon vino; e dopo che si è bevuto largamente, il men buono; ma tu hai serbato il buon vino infino ad ora. (I) Giovanni 2:11 Gesù fece questo principio di miracoli in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria; e i suoi discepoli credettero in lui. (I) Giovanni 2:12 Dopo questo discese in Capernaum, egli, e sua madre, e i suoi fratelli, e i suoi discepoli, e stettero quivi non molti giorni. (I) Giovanni 2:13 OR la pasqua de’ Giudei era vicina; e Gesù salì in Gerusalemme. (I) Giovanni 2:14 E trovò nel tempio coloro che vendevano buoi, e pecore, e colombi; e i cambiatori che sedevano. (I) Giovanni 2:15 Ed egli, fatta una sferza di cordicelle, li cacciò tutti fuor del tempio, insieme co’ buoi, e le pecore; e sparse la moneta de’ cambiatori, e riversò le tavole. (I) Giovanni 2:16 Ed a coloro che vendevano i colombi disse: Togliete di qui queste cose; non fate della casa del Padre mio una casa di mercato. (I) Giovanni 2:17 E i suoi discepoli si ricordarono ch’egli è scritto: Lo zelo della tua casa mi ha roso. (I) Giovanni 2:18 Perciò i Giudei gli fecer motto, e dissero: Che segno ci mostri, che tu fai coteste cose? (I) Giovanni 2:19 Gesù rispose, e disse loro: Disfate questo tempio, e in tre giorni io lo ridirizzerò. (I) Giovanni 2:20 Laonde i Giudei dissero: Questo tempio è stato edificato in quarantasei anni, e tu lo ridirizzeresti in tre giorni? (I) Giovanni 2:21 Ma egli diceva del tempio del suo corpo. (I) Giovanni 2:22 Quando egli adunque fu risuscitato da’ morti, i suoi discepoli si ricordarono ch’egli avea lor detto questo; e credettero alla scrittura, ed alle parole che Gesù avea dette. (I) Giovanni 2:23 ORA, mentre egli era in Gerusalemme nella pasqua, nella festa, molti credettero nel suo nome, veggendo i suoi miracoli ch’egli faceva. (I) Giovanni 2:24 Ma Gesù non fidava loro sè stesso, perciocchè egli conosceva tutti; (I) Giovanni 2:25 e perciocchè egli non avea bisogno che alcuno gli testimoniasse dell’uomo, poichè egli stesso conosceva quello ch’era nell’uomo. (I) Giovanni 3:1 Or v’era un uomo, d’infra i Farisei, il cui nome era Nicodemo, rettor de’ Giudei. (I) Giovanni 3:2 Costui venne a Gesù di notte, e gli disse: Maestro, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; poichè niuno può fare i segni che tu fai, se Iddio non è con lui. (I) Giovanni 3:3 Gesù rispose, e gli disse: In verità, in verità, io ti dico, che se alcuno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio. (I) Giovanni 3:4 Nicodemo gli disse: Come può un uomo, essendo vecchio, nascere? può egli entrare una seconda volta nel seno di sua madre, e nascere? (I) Giovanni 3:5 Gesù rispose: In verità, in verità, io ti dico, che se alcuno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio. (I) Giovanni 3:6 Ciò che è nato dalla carne è carne; ma ciò che è nato dallo Spirito è spirito. (I) Giovanni 3:7 Non maravigliarti ch’io ti ho detto che vi convien nascer di nuovo. (I) Giovanni 3:8 Il vento soffia ove egli vuole, e tu odi il suo suono, ma non sai onde egli viene, nè ove egli va; così è chiunque è nato dello Spirito. (I) Giovanni 3:9 Nicodemo rispose, e gli disse: Come possono farsi queste cose? (I) Giovanni 3:10 Gesù rispose, e gli disse: Tu sei il dottore d’Israele, e non sai queste cose? (I) Giovanni 3:11 In verità, in verità, io ti dico, che noi parliamo ciò che sappiamo, e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non ricevete la nostra testimonianza. (I) Giovanni 3:12 Se io vi ho dette le cose terrene, e non credete, come crederete, se io vi dico le cose celesti? (I) Giovanni 3:13 Or niuno è salito in cielo, se non colui ch’è disceso dal cielo, cioè il Figliuol dell’uomo, ch’è nel cielo. (I) Giovanni 3:14 E come Mosè alzò il serpente nel deserto, così conviene che il Figliuol dell’uomo sia innalzato; (I) Giovanni 3:15 acciocchè chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. (I) Giovanni 3:16 Perciocchè Iddio ha tanto amato il mondo, ch’egli ha dato il suo unigenito Figliuolo, acciocchè chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. (I) Giovanni 3:17 Poichè Iddio non ha mandato il suo Figliuolo nel mondo, acciocchè condanni il mondo, anzi, acciocchè il mondo sia salvato per mezzo di lui. (I) Giovanni 3:18 Chi crede in lui non sarà condannato, ma chi non crede già è condannato, perciocchè non ha creduto nel nome dell’unigenito Figliuol di Dio. (I) Giovanni 3:19 Or questa è la condannazione: che la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amate le tenebre più che la luce, perciocchè le loro opere erano malvage. (I) Giovanni 3:20 Poichè chiunque fa cose malvage odia la luce, e non viene alla luce, acciocchè le sue opere non sieno palesate. (I) Giovanni 3:21 Ma colui che fa opere di verità viene alla luce, acciocchè le opere sue sieno manifestate, perciocchè son fatte in Dio. (I) Giovanni 3:22 DOPO queste cose, Gesù, co’ suoi discepoli, venne nel paese della Giudea, e dimorò quivi con loro, e battezzava. (I) Giovanni 3:23 Or Giovanni battezzava anch’egli in Enon, presso di Salim, perciocchè ivi erano acque assai; e la gente veniva, ed era battezzata. (I) Giovanni 3:24 Poichè Giovanni non era ancora stato messo in prigione. (I) Giovanni 3:25 Laonde fu mossa da’ discepoli di Giovanni una quistione co’ Giudei, intorno alla purificazione. (I) Giovanni 3:26 E vennero a Giovanni e gli dissero: Maestro, ecco, colui che era teco lungo il Giordano, a cui tu rendesti testimonianza, battezza, e tutti vengono a lui. (I) Giovanni 3:27 Giovanni rispose e disse: L’uomo non può ricever nulla, se non gli è dato dal cielo. (I) Giovanni 3:28 Voi stessi mi siete testimoni ch’io ho detto: Io non sono il Cristo; ma ch’io son mandato davanti a lui. (I) Giovanni 3:29 Colui che ha la sposa è lo sposo, ma l’amico dello sposo, che è presente, e l’ode, si rallegra grandemente della voce dello sposo; perciò, questa mia allegrezza è compiuta. (I) Giovanni 3:30 Conviene ch’egli cresca, e ch’io diminuisca. (I) Giovanni 3:31 Colui che vien da alto è sopra tutti; colui ch’è da terra è di terra, e di terra parla; colui che vien dal cielo è sopra tutti; (I) Giovanni 3:32 e testifica ciò ch’egli ha veduto ed udito; ma niuno riceve la sua testimonianza. (I) Giovanni 3:33 Colui che ha ricevuta la sua testimonianza ha suggellato che Iddio è verace. (I) Giovanni 3:34 Perciocchè, colui che Iddio ha mandato parla le parole di Dio; poichè Iddio non gli dia lo Spirito a misura. (I) Giovanni 3:35 Il Padre ama il Figliuolo, e gli ha data ogni cosa in mano. (I) Giovanni 3:36 Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna, ma chi non crede al Figliuolo, non vedrà la vita, ma l’ira di Dio dimora sopra lui. (I) Giovanni 4:1 QUANDO adunque il Signore ebbe saputo che i Farisei aveano udito, che Gesù faceva, e battezzava più discepoli che Giovanni (I) Giovanni 4:2 quantunque non fosse Gesù che battezzava, ma i suoi discepoli; (I) Giovanni 4:3 lasciò la Giudea, e se ne andò di nuovo in Galilea. (I) Giovanni 4:4 Or gli conveniva passare per il paese di Samaria. (I) Giovanni 4:5 Venne adunque ad una città del paese di Samaria, detta Sichar, che è presso della possessione, la quale Giacobbe diede a Giuseppe, suo figliuolo. (I) Giovanni 4:6 Or quivi era la fontana di Giacobbe. Gesù adunque, affaticato dal cammino, sedeva così in su la fontana; or era intorno alle sei ore. (I) Giovanni 4:7 Ed una donna di Samaria venne, per attinger dell’acqua. E Gesù le disse: Dammi da bere. (I) Giovanni 4:8 Perciocchè i suoi discepoli erano andati nella città, per comperar da mangiare. (I) Giovanni 4:9 Laonde la donna Samaritana gli disse: Come, essendo Giudeo, domandi tu da bere a me, che son donna Samaritana? Poichè i Giudei non usano co’ Samaritani. (I) Giovanni 4:10 Gesù rispose, e le disse: Se tu conoscessi il dono di Dio, e chi è colui che ti dice: Dammi da bere, tu stessa gliene avresti chiesto, ed egli ti avrebbe dato dell’acqua viva. (I) Giovanni 4:11 La donna gli disse: Signore, tu non hai pure alcun vaso da attingere, ed il pozzo è profondo: onde adunque hai quell’acqua viva? (I) Giovanni 4:12 Sei tu maggiore di Giacobbe, nostro padre, il qual ci diede questo pozzo, ed egli stesso ne bevve, e i suoi figliuoli, e il suo bestiame? (I) Giovanni 4:13 Gesù rispose, e le disse: Chiunque beve di quest’acqua, avrà ancor sete; (I) Giovanni 4:14 ma, chi berrà dell’acqua ch’io gli darò, non avrà giammai in eterno sete; anzi, l’acqua ch’io gli darò diverrà in lui una fonte d’acqua saliente in vita eterna. (I) Giovanni 4:15 La donna gli disse: Signore, dammi cotest’acqua, acciocchè io non abbia più sete, e non venga più qua ad attingerne. (I) Giovanni 4:16 Gesù le disse: Va’, chiama il tuo marito, e vieni qua. (I) Giovanni 4:17 La donna rispose, e gli disse: Io non ho marito. Gesù le disse: Bene hai detto: Non ho marito. (I) Giovanni 4:18 Perciocchè tu hai avuti cinque mariti, e quello che tu hai ora non è tuo marito; questo hai tu detto con verità. (I) Giovanni 4:19 La donna gli disse: Signore, io veggo che tu sei profeta. (I) Giovanni 4:20 I nostri padri hanno adorato in questo monte; e voi dite che in Gerusalemme è il luogo ove conviene adorare. (I) Giovanni 4:21 Gesù le disse: Donna, credimi che l’ora viene, che voi non adorerete il Padre nè in questo monte, nè in Gerusalemme. (I) Giovanni 4:22 Voi adorate ciò che non conoscete; noi adoriamo ciò che noi conosciamo; poichè la salute è dalla parte de’ Giudei. (I) Giovanni 4:23 Ma l’ora viene, e già al presente è, che i veri adoratori adoreranno il Padre in ispirito e verità; perciocchè anche il Padre domanda tali che l’adorino; (I) Giovanni 4:24 Iddio è Spirito; perciò, conviene che coloro che l’adorano, l’adorino in ispirito e verità. (I) Giovanni 4:25 La donna gli disse: Io so che il Messia, il quale è chiamato Cristo, ha da venire; quando egli sarà venuto, ci annunzierà ogni cosa. (I) Giovanni 4:26 Gesù le disse: Io, che ti parlo, son desso. (I) Giovanni 4:27 E in su quello, i suoi discepoli vennero, e si maravigliarono ch’egli parlasse con una donna; ma pur niuno disse: Che domandi? o: Che ragioni con lei? (I) Giovanni 4:28 La donna adunque, lasciata la sua secchia, se ne andò alla città, e disse alla gente: (I) Giovanni 4:29 Venite, vedete un uomo che mi ha detto tutto ciò ch’io ho fatto; non è costui il Cristo? (I) Giovanni 4:30 Uscirono adunque della città, e vennero a lui. (I) Giovanni 4:31 OR in quel mezzo i suoi discepoli lo pregavano, dicendo: Maestro, mangia. (I) Giovanni 4:32 Ma egli disse loro: Io ho da mangiare un cibo, il qual voi non sapete. (I) Giovanni 4:33 Laonde i discepoli dicevano l’uno all’altro: Gli ha punto alcuno portato da mangiare? (I) Giovanni 4:34 Gesù disse loro: Il mio cibo è ch’io faccia la volontà di colui che mi ha mandato, e ch’io adempia l’opera sua. (I) Giovanni 4:35 Non dite voi che vi sono ancora quattro mesi infino alla mietitura? ecco, io vi dico: Levate gli occhi vostri, e riguardate le contrade, come già son bianche da mietere. (I) Giovanni 4:36 Or il mietitore riceve premio, e ricoglie frutto in vita eterna; acciocchè il seminatore, e il mietitore si rallegrino insieme. (I) Giovanni 4:37 Poichè in questo quel dire è vero: L’uno semina, l’altro miete. (I) Giovanni 4:38 Io vi ho mandati a mieter ciò intorno a che non avete faticato; altri hanno faticato, e voi siete entrati nella lor fatica. (I) Giovanni 4:39 Or di quella città molti de’ Samaritani credettero in lui, per le parole della donna che testimoniava: Egli mi ha dette tutte le cose che io ho fatte. (I) Giovanni 4:40 Quando adunque i Samaritani furon venuti a lui, lo pregarono di dimorare presso di loro; ed egli dimorò quivi due giorni. (I) Giovanni 4:41 E più assai credettero in lui per la sua parola. (I) Giovanni 4:42 E dicevano alla donna: Noi non crediamo più per le tue parole; perciocchè noi stessi l’abbiamo udito, e sappiamo che costui è veramente il Cristo, il Salvator del mondo. (I) Giovanni 4:43 ORA, passati que’ due giorni, egli si partì di là, e se ne andò in Galilea. (I) Giovanni 4:44 Poichè Gesù stesso avea testimoniato che un profeta non è onorato nella sua propria patria. (I) Giovanni 4:45 Quando adunque egli fu venuto in Galilea, i Galilei lo ricevettero, avendo vedute tutte le cose ch’egli avea fatte in Gerusalemme nella festa; perciocchè anche essi eran venuti alla festa. (I) Giovanni 4:46 Gesù adunque venne di nuovo in Cana di Galilea, dove avea fatto dell’acqua vino. Or v’era un certo ufficial reale, il cui figliuolo era infermo in Capernaum. (I) Giovanni 4:47 Costui, avendo udito che Gesù era venuto di Giudea in Galilea, andò a lui, e lo pregò che scendesse, e guarisse il suo figliuolo; perciocchè egli stava per morire. (I) Giovanni 4:48 Laonde Gesù gli disse: Se voi non vedete segni e miracoli, voi non crederete. (I) Giovanni 4:49 L’ufficial reale gli disse: Signore, scendi prima che il mio fanciullo muoia. (I) Giovanni 4:50 Gesù gli disse: Va’, il tuo figliuolo vive. E quell’uomo credette alla parola che Gesù gli avea detta; e se ne andava. (I) Giovanni 4:51 Ora, come egli già scendeva, i suoi servitori gli vennero incontro, e gli rapportarono, e dissero: Il tuo figliuolo vive. (I) Giovanni 4:52 Ed egli domandò loro dell’ora ch’egli era stato meglio. Ed essi gli dissero: Ieri a sette ora la febbre lo lasciò. (I) Giovanni 4:53 Laonde il padre conobbe ch’era nella stessa ore, che Gesù gli avea detto: Il tuo figliuolo vive; e credette egli, e tutta la sua casa. (I) Giovanni 4:54 Questo secondo segno fece di nuovo Gesù, quando fu venuto di Giudea in Galilea. (I) Giovanni 5:1 DOPO queste cose v’era una festa de’ Giudei; e Gesù salì in Gerusalemme. (I) Giovanni 5:2 Or in Gerusalemme, presso della porta delle pecore, v’è una pescina, detta in Ebreo Betesda, che ha cinque portici. (I) Giovanni 5:3 In essi giaceva gran moltitudine d’infermi, di ciechi, di zoppi, di secchi, aspettando il movimento dell’acqua. (I) Giovanni 5:4 Perciocchè di tempo in tempo un angelo scendeva nella pescina, ed intorbidava l’acqua; e il primo che vi entrava, dopo l’intorbidamento dell’acqua, era sanato, di qualunque malattia egli fosse tenuto. (I) Giovanni 5:5 Or quivi era un certo uomo, ch’era stato infermo trentotto anni. (I) Giovanni 5:6 Gesù, veduto costui giacere, e sapendo che già lungo tempo era stato infermo, gli disse: Vuoi tu esser sanato? (I) Giovanni 5:7 L’infermo gli rispose: Signore, io non ho alcuno che mi metta nella pescina, quando l’acqua è intorbidata; e quando io vi vengo, un altro vi scende prima di me. (I) Giovanni 5:8 Gesù gli disse: Levati, togli il tuo letticello, e cammina. (I) Giovanni 5:9 E in quello stante quell’uomo fu sanato, e tolse il suo letticello, e camminava. Or in quel giorno era sabato. (I) Giovanni 5:10 Laonde i Giudei dissero a colui ch’era stato sanato: Egli è sabato; non ti è lecito di togliere il tuo letticello. (I) Giovanni 5:11 Egli rispose loro: Colui che mi ha sanato mi ha detto: Togli il tuo letticello, e cammina. (I) Giovanni 5:12 Ed essi gli domandarono: Chi è quell’uomo che ti ha detto: Togli il tuo letticello, e cammina? (I) Giovanni 5:13 Or colui ch’era stato sanato non sapeva chi egli fosse; perciocchè Gesù s’era sottratto dalla moltitudine ch’era in quel luogo. (I) Giovanni 5:14 Di poi Gesù lo trovò nel tempio, e gli disse: Ecco, tu sei stato sanato; non peccar più, che peggio non ti avvenga. (I) Giovanni 5:15 Quell’uomo se ne andò, e rapportò ai Giudei che Gesù era quel che l’avea sanato. (I) Giovanni 5:16 E PERCIÒ i Giudei perseguivano Gesù, e cercavano d’ucciderlo, perciocchè avea fatte quelle cose in sabato. (I) Giovanni 5:17 Ma Gesù rispose loro: Il Padre mio opera infino ad ora, ed io ancora opero. (I) Giovanni 5:18 Perciò adunque i Giudei cercavano vie più d’ucciderlo, perciocchè non solo violava il sabato, ma ancora diceva Iddio esser suo Padre, facendosi uguale a Dio. (I) Giovanni 5:19 Laonde Gesù rispose, e disse loro: In verità, in verità, io vi dico, che il Figliuolo non può far nulla da sè stesso, ma fa ciò che vede fare al Padre, perciocchè le cose ch’esso fa, il Figliuolo le fa anch’egli simigliantemente. (I) Giovanni 5:20 Poichè il Padre ama il Figliuolo, e gli mostra tutte le cose ch’egli fa; ed anche gli mostrerà opere maggiori di queste, acciocchè voi vi maravigliate. (I) Giovanni 5:21 Perciocchè, siccome il Padre suscita i morti, e li vivifica, così ancora il Figliuolo vivifica coloro ch’egli vuole. (I) Giovanni 5:22 Poichè il Padre non giudica alcuno, ma ha dato tutto il giudicio al Figliuolo; (I) Giovanni 5:23 acciocchè tutti onorino il Figliuolo, come onorano il Padre; chi non onora il Figliuolo, non onora il Padre che l’ha mandato. (I) Giovanni 5:24 In verità, in verità, io vi dico, che chi ode la mia parola, e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudicio; anzi è passato dalla morte alla vita. (I) Giovanni 5:25 In verità, in verità, io vi dico, che l’ora viene, e già al presente è, che i morti udiranno la voce del Figliuol di Dio, e coloro che l’avranno udita viveranno. (I) Giovanni 5:26 Perciocchè, siccome il Padre ha vita in sè stesso, (I) Giovanni 5:27 così ha dato ancora al Figliuolo d’aver vita in sè stesso; e gli ha data podestà eziandio di far giudicio, in quanto egli è Figliuol d’uomo. (I) Giovanni 5:28 Non vi maravigliate di questo; perciocchè l’ora viene, che tutti coloro che son ne’ monumenti udiranno la sua voce; (I) Giovanni 5:29 ed usciranno, coloro che avranno fatto bene, in risurrezion di vita; e coloro che avranno fatto male, in risurrezion di condannazione. (I) Giovanni 5:30 Io non posso da me stesso far cosa alcuna; io giudico secondo che io odo; e il mio giudicio è giusto, perciocchè io non cerco la mia volontà, me la volontà del Padre che mi ha mandato. (I) Giovanni 5:31 Se io testimonio di me stesso, la mia testimonianza non è verace. (I) Giovanni 5:32 V’è un altro che rende testimonianza di me, ed io so che la testimonianza ch’egli rende di me è verace. (I) Giovanni 5:33 Voi mandaste a Giovanni, ed egli rendette testimonianza alla verità. (I) Giovanni 5:34 Or io non prendo testimonianza da uomo alcuno, ma dico queste cose, acciocchè siate salvati. (I) Giovanni 5:35 Esso era una lampana ardente, e lucente; e voi volentieri gioiste, per un breve tempo, alla sua luce. (I) Giovanni 5:36 Ma io ho la testimonianza maggiore di quella di Giovanni, poichè le opere che il Padre mi ha date ad adempiere, quelle opere, dico, le quali io fo, testimoniano di me, che il Padre mio mi ha mandato. (I) Giovanni 5:37 Ed anche il Padre stesso che mi ha mandato ha testimoniato di me; voi non udiste giammai la sua voce, nè vedeste la sua sembianza; (I) Giovanni 5:38 e non avete la sua parola dimorante in voi, perchè non credete a colui ch’egli ha mandato. (I) Giovanni 5:39 Investigate le scritture, perciocchè voi pensate per esse aver vita eterna; ed esse son quelle che testimoniano di me. (I) Giovanni 5:40 Ma voi non volete venire a me, acciocchè abbiate vita. (I) Giovanni 5:41 Io non prendo gloria dagli uomini. (I) Giovanni 5:42 Ma io vi conosco, che non avete l’amor di Dio in voi. (I) Giovanni 5:43 Io son venuto nel nome del Padre mio, e voi non mi ricevete; se un altro viene nel suo proprio nome, quello riceverete. (I) Giovanni 5:44 Come potete voi credere, poichè prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da un solo Dio? (I) Giovanni 5:45 Non pensate che io vi accusi appo il Padre; v’è chi vi accusa, cioè Mosè, nel qual voi avete riposta la vostra speranza. (I) Giovanni 5:46 Perciocchè, se voi credeste a Mosè, credereste ancora a me; poichè egli ha scritto di me. (I) Giovanni 5:47 Ma se non credete agli scritti d’esso, come crederete alle mie parole? (I) Giovanni 6:1 DOPO queste cose, Gesù se ne andò all’altra riva del mar della Galilea, che è il mar di Tiberiade. (I) Giovanni 6:2 E gran moltitudine lo seguitava, perciocchè vedevano i miracoli ch’egli faceva negl’infermi. (I) Giovanni 6:3 Ma Gesù salì in sul monte, e quivi sedeva co’ suoi discepoli. (I) Giovanni 6:4 Or la pasqua, la festa de’ Giudei, era vicina. (I) Giovanni 6:5 Gesù adunque, alzati gli occhi, e veggendo che gran moltitudine veniva a lui, disse a Filippo: Onde comprerem noi del pane, per dar da mangiare a costoro? (I) Giovanni 6:6 Or diceva questo, per provarlo, perciocchè egli sapeva quel ch’era per fare. (I) Giovanni 6:7 Filippo gli rispose: Del pane per dugento denari non basterebbe loro, perchè ciascun d’essi ne prendesse pure un poco. (I) Giovanni 6:8 Andrea, fratello di Simon Pietro, l’uno de’ suoi discepoli, gli disse: (I) Giovanni 6:9 V’e qui un fanciullo, che ha cinque pani d’orzo, e due pescetti; ma, che è ciò per tanti? (I) Giovanni 6:10 E Gesù disse: Fate che gli uomini si assettino. Or v’era in quel luogo erba assai. La gente adunque si assettò, ed erano in numero d’intorno a cinquemila. (I) Giovanni 6:11 E Gesù prese i pani, e, rese grazie, li distribuì a’ discepoli, e i discepoli alla gente assettata; il simigliante fece dei pesci, quanti ne volevano. (I) Giovanni 6:12 E dopo che furon saziati, Gesù disse a’ suoi discepoli: Raccogliete i pezzi avanzati, che nulla se ne perda. (I) Giovanni 6:13 Essi adunque li raccolsero, ed empierono dodici corbelli di pezzi di que’ cinque pani d’orzo, ch’erano avanzati a coloro che aveano mangiato. (I) Giovanni 6:14 Laonde la gente, avendo veduto il miracolo che Gesù avea fatto, disse: Certo costui è il profeta, che deve venire al mondo. (I) Giovanni 6:15 Gesù adunque, conoscendo che verrebbero, e lo rapirebbero per farlo re, si ritrasse di nuovo in sul monte, tutto solo. (I) Giovanni 6:16 E QUANDO fu sera, i suoi discepoli discesero verso il mare. (I) Giovanni 6:17 E montati nella navicella, traevano all’altra riva del mare, verso Capernaum; e già era scuro, e Gesù non era venuto a loro. (I) Giovanni 6:18 E perchè soffiava un gran vento, il mare era commosso. (I) Giovanni 6:19 Ora, quando ebbero vogato intorno a venticinque o trenta stadi, videro Gesù che camminava in sul mare, e si accostava alla navicella, ed ebbero paura. (I) Giovanni 6:20 Ma egli disse loro: Son io, non temiate. (I) Giovanni 6:21 Essi adunque volonterosamente lo ricevettero dentro la navicella; e subitamente la navicella arrivò là dove essi traevano. (I) Giovanni 6:22 IL giorno seguente, la moltitudine ch’era restata all’altra riva del mare, avendo veduto che quivi non v’era altra navicella che quell’una nella quale erano montati i discepoli di Gesù, e ch’egli non v’era montato con loro; anzi che i suoi discepoli erano partiti soli (I) Giovanni 6:23 or altre navicelle eran venute di Tiberiade, presso del luogo, ove, avendo il Signore rese grazie, aveano mangiato il pane; (I) Giovanni 6:24 la moltitudine, dico, come ebbe veduto che Gesù non era quivi, nè i suoi discepoli, montò anch’ella in quelle navicelle, e venne in Capernaum, cercando Gesù. (I) Giovanni 6:25 E trovatolo di là dal mare, gli disse: Maestro, quando sei giunto qua? (I) Giovanni 6:26 Gesù rispose loro, e disse: In verità, in verità, io vi dico, che voi mi cercate, non perciocchè avete veduti miracoli; ma, perciocchè avete mangiato di quei pani, e siete stati saziati. (I) Giovanni 6:27 Adoperatevi, non intorno al cibo che perisce, ma intorno al cibo che dimora in vita eterna, il quale il Figliuol dell’uomo vi darà; perciocchè esso ha il Padre, cioè Iddio, suggellato. (I) Giovanni 6:28 Laonde essi gli dissero: Che faremo, per operar le opere di Dio? (I) Giovanni 6:29 Gesù rispose, e disse loro: Questa è l’opera di Dio: che voi crediate in colui ch’egli ha mandato. (I) Giovanni 6:30 Laonde essi gli dissero: Qual segno fai tu adunque, acciocchè noi lo veggiamo, e ti crediamo? che operi? (I) Giovanni 6:31 I nostri padri mangiarono la manna nel deserto, come è scritto: Egli diè loro a mangiare del pan celeste. (I) Giovanni 6:32 Allora Gesù disse loro: In verità, in verità, io vi dico, che Mosè non vi ha dato il pane celeste; ma il Padre mio vi dà il vero pane celeste. (I) Giovanni 6:33 Perciocchè il pan di Dio è quel che scende dal cielo, e dà vita al mondo. (I) Giovanni 6:34 Essi adunque gli dissero: Signore, dacci del continuo cotesto pane. (I) Giovanni 6:35 E Gesù disse loro: Io sono il pan della vita; chi viene a me non avrà fame, e chi crede in me non avrà giammai sete. (I) Giovanni 6:36 Ma io vi ho detto che, benchè mi abbiate veduto, non però credete. (I) Giovanni 6:37 Tutto quello che il Padre mi dà verrà a me, ed io non caccerò fuori colui che viene a me. (I) Giovanni 6:38 Perciocchè io son disceso del cielo, non acciocchè io faccia la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. (I) Giovanni 6:39 Ora questa è la volontà del Padre che mi ha mandato: ch’io non perda niente di tutto ciò ch’egli mi ha dato; anzi, ch’io lo riscusciti nell’ultimo giorno. (I) Giovanni 6:40 Ma altresì la volontà di colui che mi ha mandato è questa: che chiunque vede il Figliuolo, e crede in lui, abbia vita eterna; ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno. (I) Giovanni 6:41 I Giudei adunque mormoravano di lui, perciocchè egli avea detto: Io sono il pane ch’è disceso dal cielo. (I) Giovanni 6:42 E dicevano: Costui non è egli Gesù, figliuol di Giuseppe, di cui noi conosciamo il padre e la madre? come adunque dice costui: Io son disceso dal cielo? (I) Giovanni 6:43 Laonde Gesù rispose, e disse loro: Non mormorate tra voi. (I) Giovanni 6:44 Niuno può venire a me, se non che il Padre che mi ha mandato lo tragga; ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno. (I) Giovanni 6:45 Egli è scritto ne’ profeti: E tutti saranno insegnati da Dio. Ogni uomo dunque che ha udito dal Padre, ed ha imparato, viene a me. (I) Giovanni 6:46 Non già che alcuno abbia veduto il Padre, se non colui ch’è da Dio; esso ha veduto il Padre. (I) Giovanni 6:47 In verità, in verità, io vi dico: Chi crede in me ha vita eterna. (I) Giovanni 6:48 Io sono il pan della vita. (I) Giovanni 6:49 I vostri padri mangiarono la manna nel deserto, e morirono. (I) Giovanni 6:50 Quest’è il pane ch’è disceso dal cielo, acciocchè chi ne avrà mangiato non muoia. (I) Giovanni 6:51 Io sono il vivo pane, ch’è disceso dal cielo; se alcun mangia di questo pane viverà in eterno; or il pane che io darò è la mia carne, la quale io darò per la vita del mondo. (I) Giovanni 6:52 I Giudei adunque contendevan fra loro, dicendo: Come può costui darci a mangiar la sua carne? (I) Giovanni 6:53 Perciò Gesù disse loro: In verità, in verità, io vi dico, che se voi non mangiate la carne del Figliuol dell’uomo, e non bevete il suo sangue, voi non avete la vita in voi. (I) Giovanni 6:54 Chi mangia la mia carne, e beve il mio sangue, ha vita eterna; ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno. (I) Giovanni 6:55 Perciocchè la mia carne è veramente cibo, ed il mio sangue è veramente bevanda. (I) Giovanni 6:56 Chi mangia la mia carne, e beve il mio sangue, dimora in me, ed io in lui. (I) Giovanni 6:57 Siccome il vivente Padre mi ha mandato, ed io vivo per il Padre, così, chi mi mangia viverà anch’egli per me. (I) Giovanni 6:58 Quest’è il pane ch’è disceso dal cielo; non quale era la manna che i vostri padri mangiarono, e morirono; chi mangia questo pane viverà in eterno. (I) Giovanni 6:59 Queste cose disse nella sinagoga, insegnando in Capernaum. (I) Giovanni 6:60 LAONDE molti de’ suoi discepoli, uditolo, dissero: Questo parlare è duro, chi può ascoltarlo? (I) Giovanni 6:61 E Gesù, conoscendo in sè stesso che i suoi discepoli mormoravan di ciò, disse loro: Questo vi scandalezza egli? (I) Giovanni 6:62 Che sarà dunque, quando vedrete il Figliuol dell’uomo salire ove egli era prima? (I) Giovanni 6:63 Lo spirito è quel che vivifica, la carne non giova nulla; le parole che io vi ragiono sono spirito e vita. (I) Giovanni 6:64 Ma ve ne sono alcuni di voi, i quali non credono poichè Gesù conosceva fin dal principio chi erano coloro che non credevano, e chi era colui che lo tradirebbe. (I) Giovanni 6:65 E diceva: Perciò vi ho detto che niuno può venire a me se non gli è dato dal Padre mio. (I) Giovanni 6:66 Da quell’ora molti de’ suoi discepoli si trassero indietro, e non andavano più attorno con lui. (I) Giovanni 6:67 Laonde Gesù disse a’ dodici: Non ve ne volete andare ancor voi? (I) Giovanni 6:68 E Simon Pietro gli rispose: Signore, a chi ce ne andremmo? tu hai le parole di vita eterna. (I) Giovanni 6:69 E noi abbiamo creduto, ed abbiamo conosciuto che tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente. (I) Giovanni 6:70 Gesù rispose loro: Non ho io eletti voi dodici? e pure un di voi è diavolo. (I) Giovanni 6:71 Or egli diceva ciò di Giuda Iscariot, figliuol di Simone; perciocchè esso era per tradirlo, quantunque fosse uno de’ dodici. (I) Giovanni 7:1 DOPO queste cose, Gesù andava attorno per la Galilea, perciocchè non voleva andare attorno per la Giudea; perchè i Giudei cercavano di ucciderlo. (I) Giovanni 7:2 Or la festa de’ Giudei, cioè la solennità de’ tabernacoli, era vicina. (I) Giovanni 7:3 Laonde i suoi fratelli gli dissero: Partiti di qui, e vattene nella Giudea, acciocchè i tuoi discepoli ancora veggano le opere che tu fai. (I) Giovanni 7:4 Perchè niuno che cerca d’esser riconosciuto in pubblico fa cosa alcuna in occulto; se tu fai coteste cose, palesati al mondo. (I) Giovanni 7:5 Perciocchè non pure i suoi fratelli credevano in lui. (I) Giovanni 7:6 Laonde Gesù disse loro; Il mio tempo non è ancora venuto; ma il vostro tempo sempre è presto. (I) Giovanni 7:7 Il mondo non vi può odiare, ma egli mi odia, perciocchè io rendo testimonianza d’esso, che le sue opere son malvage. (I) Giovanni 7:8 Salite voi a questa festa; io non salgo ancora a questa festa, perciocchè il mio tempo non è ancora compiuto. (I) Giovanni 7:9 E dette loro tali cose, rimase in Galilea. (I) Giovanni 7:10 ORA, dopo che i suoi fratelli furon saliti alla festa, allora egli ancora vi salì, non palesemente, ma come di nascosto. (I) Giovanni 7:11 I Giudei adunque lo cercavano nella festa, e dicevano: Ov’è colui? (I) Giovanni 7:12 E v’era gran mormorio di lui fra le turbe; gli uni dicevano: Egli è da bene; altri dicevano: No; anzi egli seduce la moltitudine. (I) Giovanni 7:13 Ma pur niuno parlava di lui apertamente, per tema de’ Giudei. (I) Giovanni 7:14 Ora, essendo già passata mezza la festa, Gesù salì nel tempio, ed insegnava. (I) Giovanni 7:15 E i Giudei si maravigliavano, dicendo: Come sa costui lettere, non essendo stato ammaestrato? (I) Giovanni 7:16 Laonde Gesù rispose loro, e disse: La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. (I) Giovanni 7:17 Se alcuno vuol far la volontà d’esso, conoscerà se questa dottrina è da Dio, o pur se io parlo da me stesso. (I) Giovanni 7:18 Chi parla da sè stesso cerca la sua propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l’ha mandato, esso è verace, ed ingiustizia non è in lui. (I) Giovanni 7:19 Mosè non v’ha egli data la legge? e pur niuno di voi mette ad effetto la legge; perchè cercate di uccidermi? (I) Giovanni 7:20 La moltitudine rispose, e disse: Tu hai il demonio; chi cerca di ucciderti? (I) Giovanni 7:21 Gesù rispose, e disse loro: Io ho fatta un’opera, e tutti siete maravigliati. (I) Giovanni 7:22 E pur Mosè vi ha data la circoncisione non già ch’ella sia da Mosè, anzi da’ padri; e voi circoncidete l’uomo in sabato. (I) Giovanni 7:23 Se l’uomo riceve la circoncisione in sabato, acciocchè la legge di Mosè non sia rotta, vi adirate voi contro a me, ch’io abbia sanato tutto un uomo in sabato? (I) Giovanni 7:24 Non giudicate secondo l’apparenza, ma fate giusto giudicio. (I) Giovanni 7:25 Laonde alcuni di que’ di Gerusalemme dicevano: Non è costui quel ch’essi cercano di uccidere? (I) Giovanni 7:26 E pure, ecco, egli parla liberamente, ed essi non gli dicono nulla; avrebbero mai i rettori conosciuto per vero che costui è il Cristo? (I) Giovanni 7:27 Ma pure, noi sappiamo onde costui è; ma, quando il Cristo verrà, niuno saprà onde egli sia. (I) Giovanni 7:28 Laonde Gesù gridava nel tempio, insegnando, e dicendo: E voi mi conoscete, e sapete onde io sono, ed io non son venuto da me stesso; ma colui che mi ha mandato è verace, il qual voi non conoscete. (I) Giovanni 7:29 Ma io lo conosco, perciocchè io son proceduto da lui, ed egli mi ha mandato. (I) Giovanni 7:30 Perciò cercavano di pigliarlo; ma niuno gli mise la mano addosso; perciocchè la sua ora non era ancora venuta. (I) Giovanni 7:31 E molti della moltitudine credettero in lui, e dicevano: Il Cristo, quando sarà venuto, farà egli più segni che costui non ha fatti? (I) Giovanni 7:32 I Farisei udirono la moltitudine che bisbigliava queste cose di lui; e i Farisei, e i principali sacerdoti, mandarono de’ sergenti per pigliarlo. (I) Giovanni 7:33 Perciò Gesù disse loro: Io son con voi ancora un poco di tempo: poi me ne vo a colui che mi ha mandato. (I) Giovanni 7:34 Voi mi cercherete, e non mi troverete; e dove io sarò, voi non potrete venire. (I) Giovanni 7:35 Laonde i Giudei dissero fra loro: Dove andrà costui, che noi nol troveremo? andrà egli a coloro che son dispersi fra i Greci, ad insegnare i Greci? (I) Giovanni 7:36 Quale è questo ragionamento ch’egli ha detto: Voi mi cercherete, e non mi troverete; e: Dove io sarò, voi non potrete venire? (I) Giovanni 7:37 Or nell’ultimo giorno, ch’era il gran giorno della festa, Gesù, stando in piè, gridò, dicendo: Se alcuno ha sete, venga a me, e beva. (I) Giovanni 7:38 Chi crede in me, siccome ha detto la scrittura, dal suo seno coleranno fiumi d’acqua viva. (I) Giovanni 7:39 Or egli disse questo dello Spirito, il qual riceverebbero coloro che credono in lui; perchè lo Spirito Santo non era ancora stato mandato; perciocchè Gesù non era ancora stato glorificato. (I) Giovanni 7:40 Molti adunque della moltitudine, udito quel ragionamento, dicevano: Costui è veramente il profeta. (I) Giovanni 7:41 Altri dicevano: Costui è il Cristo. Altri dicevano: Ma il Cristo verrà egli di Galilea? (I) Giovanni 7:42 La scrittura non ha ella detto, che il Cristo verrà della progenie di Davide, e di Betleem, castello ove dimorò Davide? (I) Giovanni 7:43 Vi fu adunque dissensione fra la moltitudine a motivo di lui. (I) Giovanni 7:44 Ed alcuni di loro volevan pigliarlo, ma pur niuno mise le mani sopra lui. (I) Giovanni 7:45 I sergenti adunque tornarono a’ principali sacerdoti, ed a’ Farisei; e quelli dissero loro: Perchè non l’avete menato? (I) Giovanni 7:46 I sergenti risposero: Niun uomo parlò giammai come costui. (I) Giovanni 7:47 Laonde i Farisei risposer loro: Siete punto ancora voi stati sedotti? (I) Giovanni 7:48 Ha alcuno dei rettori, o de’ Farisei, creduto in lui? (I) Giovanni 7:49 Ma questa moltitudine, che non sa la legge, è maledetta. (I) Giovanni 7:50 Nicodemo, quel che venne di notte a lui, il quale era un di loro, disse loro: (I) Giovanni 7:51 La nostra legge condanna ella l’uomo, avanti ch’egli sia stato udito, e che sia conosciuto ciò ch’egli ha fatto? (I) Giovanni 7:52 Essi risposero, e gli dissero: Sei punto ancor tu di Galilea? investiga, e vedi che profeta alcuno non sorse mai di Galilea. (I) Giovanni 7:53 E ciascuno se ne andò a casa sua. (I) Giovanni 8:1 E GESÙ se ne andò al monte degli Ulivi. (I) Giovanni 8:2 E in sul far del giorno, venne di nuovo nel tempio, e tutto il popolo venne a lui; ed egli, postosi a sedere, li ammaestrava. (I) Giovanni 8:3 Allora i Farisei, e gli Scribi, gli menarono una donna, ch’era stata colta in adulterio; e fattala star in piè ivi in mezzo, (I) Giovanni 8:4 dissero a Gesù: Maestro, questa donna è stata trovata in sul fatto, commettendo adulterio. (I) Giovanni 8:5 Or Mosè ci ha comandato nella legge, che cotali si lapidino; tu adunque, che ne dici? (I) Giovanni 8:6 Or dicevano questo, tentandolo, per poterlo accusare. Ma Gesù chinatosi in giù, scriveva col dito in terra. (I) Giovanni 8:7 E come essi continuavano a domandarlo, egli, rizzatosi, disse loro: Colui di voi ch’è senza peccato getti il primo la pietra contro a lei. (I) Giovanni 8:8 E chinatosi di nuovo in giù, scriveva in terra. (I) Giovanni 8:9 Ed essi, udito ciò, e convinti dalla coscienza, ad uno ad uno se ne uscirono fuori, cominciando da’ più vecchi infino agli ultimi; e Gesù fu lasciato solo con la donna, che era ivi in mezzo. (I) Giovanni 8:10 E Gesù, rizzatosi, e non veggendo alcuno, se non la donna, le disse: Donna, ove sono que’ tuoi accusatori? niuno t’ha egli condannata? (I) Giovanni 8:11 Ed ella disse: Niuno, Signore. E Gesù le disse: Io ancora non ti condanno; vattene, e da ora innanzi non peccar più. (I) Giovanni 8:12 E GESÙ di nuovo parlò loro, dicendo: Io son la luce del mondo; chi mi seguita non camminerà nelle tenebre, anzi avrà la luce della vita. (I) Giovanni 8:13 Laonde i Farisei gli dissero: Tu testimonii di te stesso; la tua testimonianza non è verace. (I) Giovanni 8:14 Gesù rispose, e disse loro: Quantunque io testimonii di me stesso, pure è la mia testimonianza verace; perciocchè io so onde io son venuto, ed ove io vo; ma voi non sapete nè onde io vengo, nè ove io vo. (I) Giovanni 8:15 Voi giudicate secondo la carne; io non giudico alcuno. (I) Giovanni 8:16 E benchè io giudicassi, il mio giudicio sarebbe verace, perciocchè io non son solo; anzi son io, e il Padre che mi ha mandato. (I) Giovanni 8:17 Or anche nella vostra legge è scritto, che la testimonianza di due uomini è verace. (I) Giovanni 8:18 Io son quel che testimonio di me stesso; e il Padre ancora, che mi ha mandato, testimonia di me. (I) Giovanni 8:19 Laonde essi gli dissero: Ove è il Padre tuo? Gesù rispose: Voi non conoscete nè me, nè il Padre mio; se voi conosceste me, conoscereste ancora il Padre mio. (I) Giovanni 8:20 Questi ragionamenti tenne Gesù in quella parte, dov’era la cassa delle offerte, insegnando nel tempio; e niuno lo pigliò, perciocchè la sua ora non era ancora venuta. (I) Giovanni 8:21 Gesù adunque disse loro di nuovo: Io me ne vo, e voi mi cercherete, e morrete nel vostro peccato; là ove io vo, voi non potete venire. (I) Giovanni 8:22 Laonde i Giudei dicevano: Ucciderà egli sè stesso, ch’egli dice: Dove io vo, voi non potete venire? (I) Giovanni 8:23 Ed egli disse loro: Voi siete da basso, io son da alto; voi siete di questo mondo, io non son di questo mondo. (I) Giovanni 8:24 Perciò vi ho detto che voi morrete ne’ vostri peccati, perciocchè, se voi non credete ch’io son desso, voi morrete ne’ vostri peccati. (I) Giovanni 8:25 Laonde essi gli dissero: Tu chi sei? E Gesù disse loro: Io sono quel che vi dico dal principio. (I) Giovanni 8:26 Io ho molte cose a parlare, ed a giudicar di voi; ma colui che mi ha mandato è verace, e le cose che io ho udite da lui, quelle dico al mondo. (I) Giovanni 8:27 Essi non conobbero che parlava loro del Padre. (I) Giovanni 8:28 Gesù adunque disse loro: Quando voi avrete innalzato il Figliuol dell’uomo, allora conoscerete che io son desso, e che non fo nulla da me stesso; ma che parlo queste cose, secondo che il Padre mi ha insegnato. (I) Giovanni 8:29 E colui che mi ha mandato è meco: il Padre non mi ha lasciato solo; poichè io del continuo fo le cose che gli piacciono. (I) Giovanni 8:30 Mentre egli ragionava queste cose, molti credettero in lui. (I) Giovanni 8:31 E Gesù disse a’ Giudei che gli aveano creduto: Se voi perseverate nella mia parola, voi sarete veramente miei discepoli; (I) Giovanni 8:32 e conoscerete la verità, e la verità vi francherà. (I) Giovanni 8:33 Essi gli risposero: Noi siam progenie d’Abrahamo, e non abbiam mai servito ad alcuno; come dici tu: Voi diverrete franchi? (I) Giovanni 8:34 Gesù rispose loro: In verità, in verità, io vi dico, che chi fa il peccato è servo del peccato. (I) Giovanni 8:35 Or il servo non dimora in perpetuo nella casa; il figliuolo vi dimora in perpetuo. (I) Giovanni 8:36 Se dunque il Figliuolo vi franca, voi sarete veramente franchi. (I) Giovanni 8:37 Io so che voi siete progenie d’Abrahamo; ma voi cercate d’uccidermi, perciocchè la mia parola non penetra in voi. (I) Giovanni 8:38 Io parlo ciò che ho veduto presso il Padre mio; e voi altresì fate le cose che avete vedute presso il padre vostro. (I) Giovanni 8:39 Essi risposero, e gli dissero: Il padre nostro è Abrahamo. Gesù disse loro: Se voi foste figliuoli d’Abrahamo, fareste le opere d’Abrahamo. (I) Giovanni 8:40 Ma ora voi cercate d’uccider me, uomo, che vi ho proposta la verità ch’io ho udita da Dio; ciò non fece già Abrahamo. Voi fate le opere del padre vostro. (I) Giovanni 8:41 Laonde essi gli dissero: Noi non siam nati di fornicazione; noi abbiamo un solo Padre, che è Iddio. (I) Giovanni 8:42 E Gesù disse loro: Se Iddio fosse vostro Padre, voi mi amereste; poichè io sono proceduto, e vengo da Dio; perciocchè io non son venuto da me stesso, anzi esso mi ha mandato. (I) Giovanni 8:43 Perchè non intendete voi il mio parlare? perchè voi non potete ascoltar la mia parola. (I) Giovanni 8:44 Voi siete dal diavolo, che è vostro padre; e volete fare i desideri del padre vostro; egli fu micidiale dal principio, e non è stato fermo nella verità; poichè verità non è in lui; quando proferisce la menzogna, parla del suo proprio; perciocchè egli è mendace, e il padre della menzogna. (I) Giovanni 8:45 Ma, quant’è a me, perciocchè io dico la verità, voi non mi credete. (I) Giovanni 8:46 Chi di voi mi convince di peccato? e se io dico verità, perchè non mi credete voi? (I) Giovanni 8:47 Chi è da Dio ascolta le parole di Dio; perciò, voi non l’ascoltate, perciocchè non siete da Dio. (I) Giovanni 8:48 Laonde i Giudei risposero, e gli dissero: Non diciamo noi bene che tu sei Samaritano, e che hai il demonio? (I) Giovanni 8:49 Gesù rispose: Io non ho demonio, ma onoro il Padre mio, e voi mi disonorate. (I) Giovanni 8:50 Or io non cerco la mia gloria; v’è chi la cerca, e ne giudica. (I) Giovanni 8:51 In verità, in verità, io vi dico che se alcuno guarda la mia parola, non vedrà giammai in eterno la morte. (I) Giovanni 8:52 Laonde i Giudei gli dissero: Ora conosciamo che tu hai il demonio. Abrahamo, ed i profeti son morti; e tu dici: Se alcuno guarda la mia parola, egli non gusterà giammai in eterno la morte. (I) Giovanni 8:53 Sei tu maggiore del padre nostro Abrahamo, il quale è morto? i profeti ancora son morti; che fai te stesso? (I) Giovanni 8:54 Gesù rispose: Se io glorifico me stesso, la mia gloria non è nulla; v’è il Padre mio che mi glorifica, che voi dite essere vostro Dio. (I) Giovanni 8:55 E pur voi non l’avete conosciuto; ma io lo conosco; e, se io dicessi che io non lo conosco, sarei mendace, simile a voi; ma io lo conosco, e guardo la sua parola. (I) Giovanni 8:56 Abrahamo, vostro padre, giubilando, desiderò di vedere il mio giorno, e lo vide, e se ne rallegrò. (I) Giovanni 8:57 I Giudei adunque gli dissero: Tu non hai ancora cinquant’anni, ed hai veduto Abrahamo? (I) Giovanni 8:58 Gesù disse loro: In verità, in verità, io vi dico, che avanti che Abrahamo fosse nato, io sono. (I) Giovanni 8:59 Essi adunque levarono delle pietre, per gettarle contro a lui; ma Gesù si nascose, ed uscì del tempio, essendo passato per mezzo loro; e così se ne andò. (I) Giovanni 9:1 E PASSANDO, vide un uomo che era cieco dalla sua natività. (I) Giovanni 9:2 E i suoi discepoli lo domandaron, dicendo: Maestro, chi ha peccato, costui, o suo padre e sua madre, perchè egli sia nato cieco? (I) Giovanni 9:3 Gesù rispose: Nè costui, nè suo padre, nè sua madre hanno peccato; anzi ciò è avvenuto, acciocchè le opere di Dio sieno manifestate in lui. (I) Giovanni 9:4 Conviene che io operi l’opere di colui che mi ha mandato, mentre è giorno; la notte viene che niuno può operare. (I) Giovanni 9:5 Mentre io son nel mondo, io son la luce del mondo. (I) Giovanni 9:6 Avendo dette queste cose, sputò in terra, e fece del loto con lo sputo, e ne impiastrò gli occhi del cieco. (I) Giovanni 9:7 E gli disse: Va’, lavati nella pescina di Siloe il che s’interpreta: Mandato; egli adunque vi andò, e si lavò, e ritornò vedendo. (I) Giovanni 9:8 Laonde i vicini, e coloro che innanzi l’avean veduto cieco, dissero: Non è costui quel che sedeva, e mendicava? (I) Giovanni 9:9 Gli uni dicevano: Egli è l’istesso. Gli altri: Egli lo rassomiglia. Ed egli diceva: Io son desso. (I) Giovanni 9:10 Gli dissero adunque: Come ti sono stati aperti gli occhi? (I) Giovanni 9:11 Egli rispose, e disse: Un uomo, detto Gesù, fece del loto, e me ne impiastrò gli occhi, e mi disse: Vattene alla pescina di Siloe, e lavati. Ed io, essendovi andato, e lavatomi, ho ricuperata la vista. (I) Giovanni 9:12 Ed essi gli dissero: Ov’è colui? Egli disse: Io non so. (I) Giovanni 9:13 Ed essi condussero a’ Farisei colui che già era stato cieco. (I) Giovanni 9:14 Or era sabato, quando Gesù fece il loto, ed aperse gli occhi d’esso. (I) Giovanni 9:15 I Farisei adunque da capo gli domandarono anch’essi, come egli avea ricoverata la vista. Ed egli disse loro: Egli mi mise del loto in su gli occhi, ed io mi lavai, e veggo. (I) Giovanni 9:16 Alcuni adunque de’ Farisei dicevano: Quest’uomo non è da Dio, perciocchè non osserva il sabato. Altri dicevano: Come può un uomo peccatore far cotali miracoli? E v’era dissensione fra loro. (I) Giovanni 9:17 Dissero adunque di nuovo al cieco: Che dici tu di lui, ch’egli ti ha aperti gli occhi? Egli disse: Egli è profeta. (I) Giovanni 9:18 Laonde i Giudei non credettero di lui, ch’egli fosse stato cieco, ed avesse ricoverata la vista; finchè ebbero chiamati il padre, e la madre di quell’uomo che avea ricoverata la vista. (I) Giovanni 9:19 E quando furon venuti, li domandarono, dicendo: È costui il vostro figliuolo, il qual voi dite esser nato cieco? come dunque vede egli ora? (I) Giovanni 9:20 E il padre, e la madre di esso risposero loro, e dissero: Noi sappiamo che costui è nostro figliuolo, e ch’egli è nato cieco. (I) Giovanni 9:21 Ma, come egli ora vegga, o chi gli abbia aperti gli occhi, noi nol sappiamo; egli è già in età, domandateglielo; egli parlerà di sè stesso. (I) Giovanni 9:22 Questo dissero il padre, e la madre d’esso; perciocchè temevano i Giudei; poichè i Giudei avevano già costituito che se alcuno lo riconosceva il Cristo, fosse sbandito dalla sinagoga. (I) Giovanni 9:23 Perciò, il padre e la madre d’esso dissero: Egli è già in età, domandate lui stesso. (I) Giovanni 9:24 Essi adunque chiamarono di nuovo quell’uomo ch’era stato cieco, e gli dissero: Da’ gloria a Dio; noi sappiamo che quest’uomo è peccatore. (I) Giovanni 9:25 Laonde colui rispose, e disse: Se egli è peccatore, io nol so; una cosa so, che, essendo io stato cieco, ora veggo. (I) Giovanni 9:26 Ed essi da capo gli dissero: Che ti fece egli? come ti aperse egli gli occhi? (I) Giovanni 9:27 Egli rispose loro: Io ve l’ho già detto, e voi non l’avete ascoltato; perchè volete udirlo di nuovo? volete punto ancora voi divenir suoi discepoli? (I) Giovanni 9:28 Perciò essi l’ingiuriarono, e dissero: Sii tu discepolo di colui; ma, quant’è a noi, siam discepoli di Mosè. (I) Giovanni 9:29 Noi sappiamo che Iddio ha parlato a Mosè; ma, quant’è a costui, non sappiamo onde egli sia. (I) Giovanni 9:30 Quell’uomo rispose, e disse loro: V’è ben di vero da maravigliarsi in ciò che voi non sapete onde egli sia; e pure egli mi ha aperti gli occhi. (I) Giovanni 9:31 Or noi sappiamo che Iddio non esaudisce i peccatori; ma, se alcuno è pio verso Iddio, e fa la sua volontà, quello esaudisce egli. (I) Giovanni 9:32 Ei non si è giammai udito che alcuno abbia aperti gli occhi ad uno che sia nato cieco. (I) Giovanni 9:33 Se costui non fosse da Dio, non potrebbe far nulla. (I) Giovanni 9:34 Essi risposero, e gli dissero: Tu sei tutto quanto nato in peccati, e ci ammaestri! E lo cacciarono fuori. (I) Giovanni 9:35 Gesù udì che l’aveano cacciato fuori; e trovatolo, gli disse: Credi tu nel Figliuol di Dio? (I) Giovanni 9:36 Colui rispose, e disse: E chi è egli, Signore, acciocchè io creda in lui? (I) Giovanni 9:37 E Gesù gli disse: Tu l’hai veduto, e quel che parla teco è desso. (I) Giovanni 9:38 Allora egli disse: Io credo, Signore, e l’adorò. (I) Giovanni 9:39 Poi Gesù disse: Io son venuto in questo mondo per far giudicio, acciocchè coloro che non veggono veggano, e coloro che veggono divengan ciechi. (I) Giovanni 9:40 Ed alcuni de’ Farisei ch’eran con lui udirono queste cose, e gli dissero: Siamo ancora noi ciechi? (I) Giovanni 9:41 Gesù disse loro: Se voi foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma ora voi dite: Noi veggiamo; perciò il vostro peccato rimane. (I) Giovanni 10:1 IN verità, in verità, io vi dico, che chi non entra per la porta nell’ovile delle pecore, ma vi sale altronde, esso è rubatore, e ladrone. (I) Giovanni 10:2 Ma chi entra per la porta è pastor delle pecore. (I) Giovanni 10:3 A costui apre il portinaio, e le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le sue pecore per nome, e le conduce fuori. (I) Giovanni 10:4 E quando ha messe fuori le sue pecore, va davanti a loro, e le pecore lo seguitano, perciocchè conoscono la sua voce. (I) Giovanni 10:5 Ma non seguiteranno lo straniero, anzi se ne fuggiranno da lui, perciocchè non conoscono la voce degli stranieri. (I) Giovanni 10:6 Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non riconobbero quali fosser le cose ch’egli ragionava loro. (I) Giovanni 10:7 Laonde Gesù da capo disse loro: In verità, in verità, io vi dico, che io son la porta delle pecore. (I) Giovanni 10:8 Tutti quanti coloro che son venuti sono stati rubatori, e ladroni; ma le pecore non li hanno ascoltati. (I) Giovanni 10:9 Io son la porta; se alcuno entra per me, sarà salvato, ed entrerà, ed uscirà, e troverà pastura. (I) Giovanni 10:10 Il ladro non viene se non per rubare, ed ammazzare, e distrugger le pecore; ma io son venuto acciocchè abbiano vita, ed abbondino. (I) Giovanni 10:11 Io sono il buon pastore; il buon pastore mette la sua vita per le pecore. (I) Giovanni 10:12 Ma il mercenario, e quel che non è pastore, e di cui non son le pecore, se vede venire il lupo, abbandona le pecore, e sen fugge; e il lupo le rapisce, e disperge le pecore. (I) Giovanni 10:13 Or il mercenario se ne fugge, perciocchè egli è mercenario, e non si cura delle pecore. (I) Giovanni 10:14 Io sono il buon pastore, e conosco le mie pecore, e son conosciuto dalle mie. (I) Giovanni 10:15 Siccome il Padre mi conosce, ed io conosco il Padre; e metto la mia vita per le mie pecore. (I) Giovanni 10:16 Io ho anche delle altre pecore, che non son di quest’ovile; quelle ancora mi conviene addurre, ed esse udiranno la mia voce; e vi sarà una sola greggia, ed un sol pastore. (I) Giovanni 10:17 Per questo mi ama il Padre, perciocchè io metto la vita mia, per ripigliarla poi. (I) Giovanni 10:18 Niuno me la toglie, ma io da me stesso la dipongo; io ho podestà di diporla, ed ho altresì podestà di ripigliarla; questo comandamento ho ricevuto dal Padre mio. (I) Giovanni 10:19 Perciò nacque di nuovo dissensione tra i Giudei, per queste parole. (I) Giovanni 10:20 E molti di loro dicevano: Egli ha il demonio, ed è forsennato; perchè l’ascoltate voi? (I) Giovanni 10:21 Altri dicevano: Queste parole non son d’un indemoniato; può il demonio aprir gli occhi de’ ciechi? (I) Giovanni 10:22 OR la festa della dedicazione si fece in Gerusalemme, ed era di verno. (I) Giovanni 10:23 E Gesù passeggiava nel tempio, nel portico di Salomone. (I) Giovanni 10:24 I Giudei adunque l’intorniarono, e gli dissero: Infino a quando terrai sospesa l’anima nostra? Se tu sei il Cristo, diccelo apertamente. (I) Giovanni 10:25 Gesù rispose loro: Io ve l’ho detto, e voi nol credete; le opere, che io fo nel nome del Padre mio, son quelle che testimoniano di me. (I) Giovanni 10:26 Ma voi non credete, perciocchè non siete delle mie pecore, come io vi ho detto. (I) Giovanni 10:27 Le mie pecore ascoltano la mia voce, ed io le conosco, ed esse mi seguitano. (I) Giovanni 10:28 Ed io do loro la vita eterna, e giammai in eterno non periranno, e niuno le rapirà di man mia. (I) Giovanni 10:29 Il Padre mio, che me le ha date, è maggior di tutti; e niuno le può rapire di man del Padre mio. (I) Giovanni 10:30 Io ed il Padre siamo una stessa cosa. (I) Giovanni 10:31 Perciò i Giudei levarono di nuovo delle pietre, per lapidarlo. (I) Giovanni 10:32 Gesù rispose loro: Io vi ho fatte veder molte buone opere, procedenti dal Padre mio; per quale di esse mi lapidate voi? (I) Giovanni 10:33 I Giudei gli risposero, dicendo: Noi non ti lapidiamo per alcuna buona opera, anzi per bestemmia, perciocchè tu, essendo uomo, ti fai Dio. (I) Giovanni 10:34 Gesù rispose loro: Non è egli scritto nella vostra legge: Io ho detto: Voi siete dii? (I) Giovanni 10:35 Se chiama dii coloro, a’ quali la parola di Dio è stata indirizzata; e la scrittura non può essere annullata; (I) Giovanni 10:36 dite voi che io, il quale il Padre ha santificato, ed ha mandato nel mondo, bestemmio, perciocchè ho detto: Io son Figliuolo di Dio? (I) Giovanni 10:37 Se io non fo le opere del Padre mio, non crediatemi. (I) Giovanni 10:38 Ma, s’io le fo, benchè non crediate a me, credete alle opere, acciocchè conosciate, e crediate che il Padre è in me, e ch’io sono in lui. (I) Giovanni 10:39 Essi adunque di nuovo cercavano di pigliarlo; ma egli uscì dalle lor mani. (I) Giovanni 10:40 E se ne andò di nuovo di là dal Giordano, al luogo ove Giovanni prima battezzava; e quivi dimorò. (I) Giovanni 10:41 E molti vennero a lui, e dicevano: Giovanni certo non fece alcun miracolo; ma pure, tutte le cose che Giovanni disse di costui eran vere. (I) Giovanni 10:42 E quivi molti credettero in lui. (I) Giovanni 11:1 OR v’era un certo Lazaro, di Betania, del castello di Maria, e di Marta, sua sorella, il quale era infermo. (I) Giovanni 11:2 Or Maria era quella che unse d’olio odorifero il Signore, ed asciugò i suoi piedi co’ suoi capelli; della quale il fratello Lazaro era infermo. (I) Giovanni 11:3 Le sorelle adunque mandarono a dire a Gesù: Signore, ecco, colui che tu ami è infermo. (I) Giovanni 11:4 E Gesù, udito ciò, disse: Questa infermità non è a morte, ma per la gloria di Dio, acciocchè il Figliuol di Dio sia glorificato per essa. (I) Giovanni 11:5 Or Gesù amava Marta, e la sua sorella, e Lazaro. (I) Giovanni 11:6 Come dunque egli ebbe inteso ch’egli era infermo, dimorò ancora nel luogo ove egli era due giorni. (I) Giovanni 11:7 Poi appresso disse a’ suoi discepoli: Andiam di nuovo in Giudea. (I) Giovanni 11:8 I discepoli gli dissero: Maestro, i Giudei pur ora cercavan di lapidarti, e tu vai di nuovo là? (I) Giovanni 11:9 Gesù rispose: Non vi son eglino dodici ore del giorno? se alcuno cammina di giorno, non s’intoppa, perciocchè vede la luce di questo mondo. (I) Giovanni 11:10 Ma, se alcuno cammina di notte, s’intoppa, perciocchè egli non ha luce. (I) Giovanni 11:11 Egli disse queste cose; e poi appresso disse loro: Lazaro, nostro amico, dorme; ma io vo per isvegliarlo. (I) Giovanni 11:12 Laonde i suoi discepoli dissero: Signore, se egli dorme, sarà salvo. (I) Giovanni 11:13 Or Gesù avea detto della morte di esso; ma essi pensavano ch’egli avesse detto del dormir del sonno. (I) Giovanni 11:14 Allora adunque Gesù disse loro apertamente: Lazaro è morto. (I) Giovanni 11:15 E per voi, io mi rallegro che io non v’era, acciocchè crediate; ma andiamo a lui. (I) Giovanni 11:16 Laonde Toma, detto Didimo, disse a’ discepoli, suoi compagni: Andiamo ancor noi, acciocchè muoiamo con lui. (I) Giovanni 11:17 Gesù adunque, venuto, trovò che Lazaro era già da quattro giorni nel monumento. (I) Giovanni 11:18 Or Betania era vicin di Gerusalemme intorno a quindici stadi. (I) Giovanni 11:19 E molti dei Giudei eran venuti a Marta, e Maria, per consolarle del lor fratello. (I) Giovanni 11:20 Marta adunque, come udì che Gesù veniva, gli andò incontro, ma Maria sedeva in casa. (I) Giovanni 11:21 E Marta disse a Gesù: Signore, se tu fossi stato qui, il mio fratello non sarebbe morto. (I) Giovanni 11:22 Ma pure, io so ancora al presente che tutto ciò che tu chiederai a Dio, egli te lo darà. (I) Giovanni 11:23 Gesù le disse: Il tuo fratello risusciterà. (I) Giovanni 11:24 Marta gli disse: Io so ch’egli risusciterà nella risurrezione, nell’ultimo giorno. (I) Giovanni 11:25 Gesù le disse: Io son la risurrezione e la vita; chiunque crede in me, benchè sia morto, viverà. (I) Giovanni 11:26 E chiunque vive, e crede in me, non morrà giammai in eterno. Credi tu questo? (I) Giovanni 11:27 Ella gli disse: Sì, Signore; io credo che tu sei il Cristo, il Figliuol di Dio, che avea da venire al mondo. (I) Giovanni 11:28 E, detto questo, se ne andò, e chiamò di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: Il Maestro è qui, e ti chiama. (I) Giovanni 11:29 Essa, come ebbe ciò udito, si levò prestamente, e venne a lui. (I) Giovanni 11:30 Or Gesù non era ancor giunto nel castello; ma era nel luogo ove Marta l’avea incontrato. (I) Giovanni 11:31 Laonde i Giudei ch’eran con lei in casa, e la consolavano, veggendo che Maria s’era levata in fretta, ed era uscita fuori, la seguitarono, dicendo: Ella se ne va al monumento, per pianger quivi. (I) Giovanni 11:32 Maria adunque, quando fu venuta là ove era Gesù, vedutolo, gli si gittò ai piedi, dicendogli: Signore, se tu fossi stato qui, il mio fratello non sarebbe morto. (I) Giovanni 11:33 Gesù adunque, come vide che ella, e i Giudei ch’eran venuti con lei, piangevano, fremè nello spirito, e si conturbò. (I) Giovanni 11:34 E disse: Ove l’avete voi posto? Essi gli dissero: Signore, vieni, e vedi. (I) Giovanni 11:35 E Gesù lagrimò. (I) Giovanni 11:36 Laonde i Giudei dicevano: Ecco, come l’amava! (I) Giovanni 11:37 Ma alcuni di loro dissero: Non poteva costui, che aperse gli occhi al cieco, fare ancora che costui non morisse? (I) Giovanni 11:38 Laonde Gesù, fremendo di nuovo in sè stesso, venne al monumento; or quello era una grotta, e v’era una pietra posta disopra. (I) Giovanni 11:39 E Gesù disse: Togliete via la pietra. Ma Marta, la sorella del morto, disse: Signore, egli pute già; perciocchè egli è morto già da quattro giorni. (I) Giovanni 11:40 Gesù le disse: Non t’ho io detto che, se tu credi, tu vedrai la gloria di Dio? (I) Giovanni 11:41 Essi adunque tolsero via la pietra dal luogo ove il morto giaceva. E Gesù, levati in alto gli occhi, disse: Padre, io ti ringrazio che tu mi hai esaudito. (I) Giovanni 11:42 Or ben sapeva io che tu sempre mi esaudisci; ma io ho detto ciò per la moltitudine qui presente, acciocchè credano che tu mi hai mandato. (I) Giovanni 11:43 E detto questo, gridò con gran voce: Lazaro, vieni fuori. (I) Giovanni 11:44 E il morto uscì, avendo le mani e i piedi fasciati, e la faccia involta in uno sciugatoio. Gesù disse loro: Scioglietelo, e lasciatelo andare. (I) Giovanni 11:45 Laonde molti de’ Giudei che eran venuti a Maria, vedute tutte le cose che Gesù avea fatte, credettero in lui. (I) Giovanni 11:46 MA alcuni di loro andarono a’ Farisei, e disser loro le cose che Gesù avea fatte. (I) Giovanni 11:47 E perciò i principali sacerdoti, e i Farisei, raunarono il concistoro, e dicevano: Che facciamo? quest’uomo fa molti miracoli. (I) Giovanni 11:48 Se noi lo lasciamo così, tutti crederanno in lui, e i Romani verranno, e distruggeranno e il nostro luogo, e la nostra nazione. (I) Giovanni 11:49 Ed un di loro, cioè Caiafa, ch’era sommo sacerdote di quell’anno, disse loro: Voi non avete alcun conoscimento; (I) Giovanni 11:50 e non considerate ch’egli ci giova che un uomo muoia per lo popolo, e che tutta la nazione non perisca. (I) Giovanni 11:51 Or egli non disse questo da sè stesso; ma, essendo sommo sacerdote di quell’anno, profetizzò che Gesù morrebbe per la nazione; (I) Giovanni 11:52 e non solo per quella nazione, ma ancora per raccogliere in uno i figliuoli di Dio dispersi. (I) Giovanni 11:53 Da quel giorno adunque presero insieme consiglio d’ucciderlo. (I) Giovanni 11:54 Laonde Gesù non andava più apertamente attorno tra i Giudei; ma se ne andò di là nella contrada vicina del deserto, in una città detta Efraim, e quivi se ne stava co’ suoi discepoli. (I) Giovanni 11:55 Or la pasqua de’ Giudei era vicina; e molti di quella contrada salirono in Gerusalemme, innanzi la pasqua, per purificarsi. (I) Giovanni 11:56 Cercavano adunque Gesù; ed essendo nel tempio, dicevano gli uni agli altri: Che vi par egli? non verrà egli alla festa? (I) Giovanni 11:57 Or i principali sacerdoti, e i Farisei avean dato ordine che, se alcuno sapeva ove egli fosse, lo significasse, acciocchè lo pigliassero. (I) Giovanni 12:1 GESÙ adunque, sei giorni avanti la pasqua, venne in Betania ove era Lazaro, quel ch’era stato morto, il quale egli avea suscitato da’ morti. (I) Giovanni 12:2 E quivi gli fecero un convito; e Marta ministrava, e Lazaro era un di coloro ch’eran con lui a tavola. (I) Giovanni 12:3 E Maria prese una libbra d’olio odorifero di nardo schietto, di gran prezzo, e ne unse i piedi di Gesù, e li asciugò co’ suoi capelli, e la casa fu ripiena dell’odor dell’olio. (I) Giovanni 12:4 Laonde un de’ discepoli d’esso, cioè Giuda Iscariot, figliuol di Simone, il quale era per tradirlo, disse: (I) Giovanni 12:5 Perchè non si è venduto quest’olio trecento denari, e non si è il prezzo dato a’ poveri? (I) Giovanni 12:6 Or egli diceva questo, non perchè si curasse de’ poveri, ma perciocchè era ladro, ed avea la borsa, e portava ciò che vi si metteva dentro. (I) Giovanni 12:7 Gesù adunque disse: Lasciala; ella l’avea guardato per lo giorno della mia imbalsamatura. (I) Giovanni 12:8 Perciocchè sempre avete i poveri con voi, ma me non avete sempre. (I) Giovanni 12:9 Una gran moltitudine dunque de’ Giudei seppe ch’egli era quivi; e vennero, non sol per Gesù, ma ancora per veder Lazaro, il quale egli avea suscitato dai morti. (I) Giovanni 12:10 Or i principali sacerdoti preser consiglio d’uccidere eziandio Lazaro; (I) Giovanni 12:11 perciocchè per esso molti de’ Giudei andavano, e credevano in Gesù. (I) Giovanni 12:12 IL giorno seguente, una gran moltitudine, ch’era venuta alla festa, udito che Gesù veniva in Gerusalemme, (I) Giovanni 12:13 prese de’ rami di palme, ed uscì incontro a lui, e gridava: Osanna! benedetto sia il Re d’Israele, che viene nel nome del Signore. (I) Giovanni 12:14 E Gesù, trovato un asinello, vi montò su, secondo ch’egli è scritto: (I) Giovanni 12:15 Non temere, o figliuola di Sion; ecco, il tuo Re viene, montato sopra un puledro d’asina. (I) Giovanni 12:16 Or i suoi discepoli non intesero da prima queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, allora si ricordarono che queste cose erano scritte di lui, e ch’essi gli avean fatte queste cose. (I) Giovanni 12:17 La moltitudine adunque ch’era con lui testimoniava ch’egli avea chiamato Lazaro fuori del monumento, e l’avea suscitato da’ morti. (I) Giovanni 12:18 Perciò ancora la moltitudine gli andò incontro, perciocchè avea udito che egli avea fatto questo miracolo. (I) Giovanni 12:19 Laonde i Farisei disser tra loro: Vedete che non profittate nulla? ecco, il mondo gli va dietro. (I) Giovanni 12:20 OR v’erano certi Greci, di quelli che salivano per adorar nella festa. (I) Giovanni 12:21 Costoro adunque, accostatisi a Filippo, ch’era di Betsaida, città di Galilea, lo pregarono, dicendo: Signore, noi vorremmo veder Gesù. (I) Giovanni 12:22 Filippo venne, e lo disse ad Andrea; e di nuovo Andrea e Filippo lo dissero a Gesù. (I) Giovanni 12:23 E Gesù rispose loro, dicendo: L’ora è venuta, che il Figliuol dell’uomo ha da esser glorificato. (I) Giovanni 12:24 In verità, in verità, io vi dico che, se il granel del frumento, caduto in terra, non muore, riman solo; ma, se muore, produce molto frutto. (I) Giovanni 12:25 Chi ama la sua vita la perderà, e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà in vita eterna. (I) Giovanni 12:26 Se alcun mi serve, seguitimi; ed ove io sarò, ivi ancora sarà il mio servitore; e se alcuno mi serve, il Padre l’onorerà. (I) Giovanni 12:27 Ora è turbata l’anima mia; e che dirò? Padre, salvami da quest’ora; ma, per questo sono io venuto in quest’ora. (I) Giovanni 12:28 Padre, glorifica il tuo nome. Allora venne una voce dal cielo, che disse: E l’ho glorificato, e lo glorificherò ancora. (I) Giovanni 12:29 Laonde la moltitudine, ch’era quivi presente, ed avea udita la voce, diceva essersi fatto un tuono. Altri dicevano: Un angelo gli ha parlato. (I) Giovanni 12:30 E Gesù rispose, e disse: Questa voce non si è fatta per me, ma per voi. (I) Giovanni 12:31 Ora è il giudicio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo. (I) Giovanni 12:32 Ed io, quando sarò levato in su dalla terra, trarrò tutti a me. (I) Giovanni 12:33 Or egli diceva questo, significando di qual morte egli morrebbe. (I) Giovanni 12:34 La moltitudine gli rispose: Noi abbiamo inteso dalla legge che il Cristo dimora in eterno; come dunque dici tu che convien che il Figliuol dell’uomo sia elevato ad alto? chi è questo Figliuol dell’uomo? (I) Giovanni 12:35 Gesù adunque disse loro: Ancora un poco di tempo la Luce è con voi; camminate, mentre avete la luce, che le tenebre non vi colgano; perciocchè, chi cammina nelle tenebre non sa dove si vada. (I) Giovanni 12:36 Mentre avete la Luce, credete nella Luce, acciocchè siate figliuoli di luce. Queste cose ragionò Gesù; e poi se ne andò, e si nascose da loro. (I) Giovanni 12:37 E, benchè avesse fatti cotanti segni davanti a loro, non però credettero in lui; (I) Giovanni 12:38 acciocchè la parola che il profeta Isaia ha detta s’adempiesse: Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione? ed a cui è stato rivelato il braccio del Signore? (I) Giovanni 12:39 Per tanto non potevano credere, perciocchè Isaia ancora ha detto: (I) Giovanni 12:40 Egli ha accecati loro gli occhi, ed ha indurato loro il cuore, acciocchè non veggano con gli occhi, e non intendano col cuore, e non si convertano, ed io non li sani. (I) Giovanni 12:41 Queste cose disse Isaia, quando vide la gloria d’esso, e d’esso parlò. (I) Giovanni 12:42 Pur nondimeno molti, eziandio dei principali, credettero in lui; ma, per tema de’ Farisei, non lo confessavano, acciocchè non fossero sbanditi dalla sinagoga. (I) Giovanni 12:43 Perciocchè amarono più la gloria degli uomini, che la gloria di Dio. (I) Giovanni 12:44 Or Gesù gridò, e disse: Chi crede in me non crede in me, ma in colui che mi ha mandato. (I) Giovanni 12:45 E chi vede me vede colui che mi ha mandato. (I) Giovanni 12:46 Io, che son la Luce, son venuto nel mondo, acciocchè chiunque crede in me non dimori nelle tenebre. (I) Giovanni 12:47 E se alcuno ode le mie parole, e non crede, io non lo giudico; perciocchè io non son venuto a giudicare il mondo, anzi a salvare il mondo. (I) Giovanni 12:48 Chi mi sprezza, e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che io ho ragionata sarà quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno. (I) Giovanni 12:49 Perciocchè io non ho parlato da me medesimo; ma il Padre che mi ha mandato è quello che mi ha ordinato ciò ch’io debbo dire e parlare. (I) Giovanni 12:50 Ed io so che il suo comandamento è vita eterna; le cose adunque ch’io ragiono, così le ragiono come il Padre mi ha detto. (I) Giovanni 13:1 OR avanti la festa di Pasqua, Gesù, sapendo che la sua ora era venuta, da passar di questo mondo al Padre; avendo amati i suoi che erano nel mondo, li amò infino alla fine. (I) Giovanni 13:2 E finita la cena avendo già il diavolo messo nel cuor di Giuda Iscariot, figliuol di Simone, di tradirlo, (I) Giovanni 13:3 Gesù, sapendo che il Padre gli avea dato ogni cosa in mano, e ch’egli era proceduto da Dio, e se ne andava a Dio; (I) Giovanni 13:4 si levò dalla cena, e pose giù la sua vesta; e preso uno sciugatoio, se ne cinse. (I) Giovanni 13:5 Poi mise dell’acqua in un bacino, e prese a lavare i piedi de’ discepoli, e ad asciugarli con lo sciugatoio, del quale egli era cinto. (I) Giovanni 13:6 Venne adunque a Simon Pietro. Ed egli disse: Signore, mi lavi tu i piedi? (I) Giovanni 13:7 Gesù rispose, e gli disse: Tu non sai ora quel ch’io fo, ma lo saprai appresso. (I) Giovanni 13:8 Pietro gli disse: Tu non mi laverai giammai i piedi. Gesù gli disse: Se io non ti lavo, tu non avrai parte alcuna meco. (I) Giovanni 13:9 Simon Pietro gli disse: Signore, non solo i piedi, ma anche le mani, e il capo. (I) Giovanni 13:10 Gesù gli disse: Chi è lavato non ha bisogno se non di lavare i piedi, ma è tutto netto; voi ancora siete netti, ma non tutti. (I) Giovanni 13:11 Perciocchè egli conosceva colui che lo tradiva; perciò disse: Non tutti siete netti. (I) Giovanni 13:12 Dunque, dopo ch’egli ebbe loro lavati i piedi, ed ebbe ripresa la sua vesta, messosi di nuovo a tavola, disse loro: Sapete voi quel ch’io vi ho fatto? (I) Giovanni 13:13 Voi mi chiamate Maestro, e Signore, e dite bene, perciocchè io lo sono. (I) Giovanni 13:14 Se dunque io, che sono il Signore, e il Maestro, v’ho lavati i piedi, voi ancora dovete lavare i piedi gli uni agli altri. (I) Giovanni 13:15 Perchè io vi ho dato esempio, acciocchè, come ho fatto io, facciate ancor voi. (I) Giovanni 13:16 In verità, in verità, io vi dico, che il servitore non è maggior del suo signore, nè il messo maggior di colui che l’ha mandato. (I) Giovanni 13:17 Se sapete queste cose, voi siete beati se le fate. (I) Giovanni 13:18 Io non dico di voi tutti; io so quelli che io ho eletti; ma conviene che s’adempia questa scrittura: Colui che mangia il pane meco ha levato contro a me il suo calcagno. (I) Giovanni 13:19 Fin da ora io vel dico, avanti che sia avvenuto; acciocchè, quando sarà avvenuto, crediate ch’io son desso. (I) Giovanni 13:20 In verità, in verità, io vi dico, che, se io mando alcuno, chi lo riceve riceve me, e chi riceve me riceve colui che mi ha mandato. (I) Giovanni 13:21 DOPO che Gesù ebbe dette queste cose, fu turbato nello spirito; e protestò, e disse: In verità, in verità, io vi dico, che l’un di voi mi tradirà. (I) Giovanni 13:22 Laonde i discepoli si riguardavano gli uni gli altri, stando in dubbio di chi dicesse. (I) Giovanni 13:23 Or uno de’ discepoli, il quale Gesù amava, era coricato in sul seno d’esso. (I) Giovanni 13:24 Simon Pietro adunque gli fece cenno, che domandasse chi fosse colui, del quale egli parlava. (I) Giovanni 13:25 E quel discepolo, inchinatosi sopra il petto di Gesù, gli disse: Signore, chi è colui? Gesù rispose: (I) Giovanni 13:26 Egli è colui, al quale io darò il boccone, dopo averlo intinto. Ed avendo intinto il boccone, lo diede a Giuda Iscariot, figliuol di Simone. (I) Giovanni 13:27 Ed allora, dopo quel boccone, Satana entrò in lui. Laonde Gesù gli disse: Fa’ prestamente quel che tu fai. (I) Giovanni 13:28 Ma niun di coloro ch’erano a tavola intese perchè gli avea detto quello. (I) Giovanni 13:29 Perciocchè alcuni stimavano, perchè Giuda avea la borsa, che Gesù gli avesse detto: Comperaci le cose che ci bisognano per la festa; ovvero, che desse qualche cosa ai poveri. (I) Giovanni 13:30 Egli adunque, preso il boccone, subito se ne uscì. Or era notte. (I) Giovanni 13:31 QUANDO fu uscito, Gesù disse: Ora è glorificato il Figliuol dell’uomo, e Dio è glorificato in lui. (I) Giovanni 13:32 E se Dio è glorificato in lui, egli altresì lo glorificherà in sè medesimo, e tosto lo glorificherà. (I) Giovanni 13:33 Figliuoletti, io sono ancora un poco di tempo con voi; voi mi cercherete, ma come ho detto a’ Giudei, che là ove io vo essi non posson venire, così altresì dico a voi al presente. (I) Giovanni 13:34 Io vi do un nuovo comandamento: che voi vi amiate gli uni gli altri; acciocchè, come io vi ho amati, voi ancora vi amiate gli uni gli altri. (I) Giovanni 13:35 Da questo conosceranno tutti che voi siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri. (I) Giovanni 13:36 Simon Pietro gli disse: Signore, dove vai? Gesù gli rispose: Là ove io vo, tu non puoi ora seguitarmi; ma mi seguiterai poi appresso. (I) Giovanni 13:37 Pietro gli disse: Signore, perchè non posso io ora seguitarti? io metterò la vita mia per te. (I) Giovanni 13:38 Gesù gli rispose: Tu metterai la vita tua per me? in verità, in verità, io ti dico che il gallo non canterà, che tu non mi abbi rinnegato tre volte. (I) Giovanni 14:1 Il vostro cuore non sia turbato; voi credete in Dio, credete ancora in me. (I) Giovanni 14:2 Nella casa del Padre mio vi son molte stanze; se no, io ve l’avrei detto; io vo ad apparecchiarvi il luogo. (I) Giovanni 14:3 E quando io sarò andato, e vi avrò apparecchiato il luogo, verrò di nuovo, e vi accoglierò appresso di me, acciocchè dove io sono, siate ancora voi. (I) Giovanni 14:4 Voi sapete ove io vo, e sapete anche la via. (I) Giovanni 14:5 Toma gli disse: Signore, noi non sappiamo ove tu vai; come dunque possiamo saper la via? (I) Giovanni 14:6 Gesù gli disse: Io son la via, la verità, e la vita; niuno viene al Padre se non per me. (I) Giovanni 14:7 Se voi mi aveste conosciuto, conoscereste anche il Padre; e fin da ora lo conoscete, e l’avete veduto. (I) Giovanni 14:8 Filippo gli disse: Signore, mostraci il Padre, e ciò ci basta. (I) Giovanni 14:9 Gesù gli disse: Cotanto tempo sono io già con voi, e tu non mi hai conosciuto, Filippo? chi mi ha veduto ha veduto il Padre; come dunque dici tu: Mostraci il Padre? (I) Giovanni 14:10 Non credi tu che io son nel Padre, e che il Padre è in me? le parole che io vi ragiono, non le ragiono da me stesso; e il Padre, che dimora in me, è quel che fa le opere. (I) Giovanni 14:11 Credetemi ch’io son nel Padre, e che il Padre è in me; se no, credetemi per esse opere. (I) Giovanni 14:12 In verità, in verità, io vi dico, che chi crede in me farà anch’egli le opere le quali io fo; anzi ne farà delle maggiori di queste, perciocchè io me ne vo al Padre. (I) Giovanni 14:13 Ed ogni cosa che voi avrete chiesta nel nome mio, quella farò; acciocchè il Padre sia glorificato nel Figliuolo. (I) Giovanni 14:14 Se voi chiedete cosa alcuna nel nome mio, io la farò. (I) Giovanni 14:15 Se voi mi amate, osservate i miei comandamenti. (I) Giovanni 14:16 Ed io pregherò il Padre, ed egli vi darà un altro Consolatore, che dimori con voi in perpetuo. (I) Giovanni 14:17 Cioè lo Spirito della verità, il quale il mondo non può ricevere; perciocchè non lo vede, e non lo conosce; ma voi lo conoscete; perciocchè dimora appresso di voi, e sarà in voi. (I) Giovanni 14:18 Io non vi lascerò orfani; io tornerò a voi. (I) Giovanni 14:19 Fra qui ed un poco di tempo, il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete; (I) Giovanni 14:20 perciocchè io vivo, e voi ancora vivrete. In quel giorno voi conoscerete che io son nel Padre mio, e che voi siete in me, ed io in voi. (I) Giovanni 14:21 Chi ha i miei comandamenti, e li osserva, esso è quel che mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio; ed io ancora l’amerò, e me gli manifesterò. (I) Giovanni 14:22 Giuda, non l’Iscariot, gli disse: Signore, che vuol dire che tu ti manifesterai a noi, e non al mondo? Gesù rispose, e gli disse: (I) Giovanni 14:23 Se alcuno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio l’amerà; e noi verremo a lui, e faremo dimora presso lui. (I) Giovanni 14:24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite, non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. (I) Giovanni 14:25 Io vi ho ragionate queste cose, dimorando appresso di voi. (I) Giovanni 14:26 Ma il Consolatore, cioè lo Spirito Santo, il quale il Padre manderà nel nome mio, esso v’insegnerà ogni cosa, e vi rammemorerà tutte le cose che io vi ho dette. (I) Giovanni 14:27 Io vi lascio pace, io vi do la mia pace: io non ve la do, come il mondo la dà; il vostro cuore non sia turbato, e non si spaventi. (I) Giovanni 14:28 Voi avete udito che io vi ho detto: Io me ne vo, e tornerò a voi; se voi mi amaste, certo voi vi rallegrereste di ciò che ho detto: Io me ne vo al Padre; poichè il Padre è maggiore di me. (I) Giovanni 14:29 Ed ora, io ve l’ho detto, innanzi che sia avvenuto; acciocchè, quando sarà avvenuto, voi crediate. (I) Giovanni 14:30 Io non parlerò più molto con voi; perciocchè il principe di questo mondo viene, e non ha nulla in me. (I) Giovanni 14:31 Ma quest’è, acciocchè il mondo conosca che io amo il Padre, e che fo come il Padre mi ha ordinato. Levatevi, andiamcene di qui. (I) Giovanni 15:1 IO son la vera vite, e il Padre mio è il vignaiuolo. (I) Giovanni 15:2 Egli toglie via ogni tralcio che in me non porta frutto; ma ogni tralcio che porta frutto egli lo rimonda, acciocchè ne porti vie più. (I) Giovanni 15:3 Già siete voi mondi, per la parola che io vi ho detta. (I) Giovanni 15:4 Dimorate in me, ed io dimorerò in voi; siccome il tralcio non può portar frutto da sè stesso, se non dimora nella vite, così nè anche voi, se non dimorate in me. (I) Giovanni 15:5 Io son la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me, ed io in lui, esso porta molto frutto, poichè fuor di me non potete far nulla. (I) Giovanni 15:6 Se alcuno non dimora in me, è gettato fuori, come il sermento, e si secca; poi cotali sermenti son raccolti, e son gettati nel fuoco, e si bruciano. (I) Giovanni 15:7 Se voi dimorate in me, e le mie parole dimorano in voi, voi domanderete ciò che vorrete, e vi sarà fatto. (I) Giovanni 15:8 In questo è glorificato il Padre mio, che voi portiate molto frutto; e così sarete miei discepoli. (I) Giovanni 15:9 Come il Padre mi ha amato, io altresì ho amati voi; dimorate nel mio amore. (I) Giovanni 15:10 Se voi osservate i miei comandamenti, voi dimorerete nel mio amore; siccome io ho osservati i comandamenti del Padre mio, e dimoro nel suo amore. (I) Giovanni 15:11 Queste cose vi ho io ragionate, acciocchè la mia allegrezza dimori in voi, e la vostra allegrezza sia compiuta. (I) Giovanni 15:12 Quest’è il mio comandamento: Che voi vi amiate gli uni gli altri, come io ho amati voi. (I) Giovanni 15:13 Niuno ha maggiore amor di questo: di metter la vita sua per i suoi amici. (I) Giovanni 15:14 Voi sarete miei amici, se fate tutte le cose che io vi comando. (I) Giovanni 15:15 Io non vi chiamo più servi, perciocchè il servo non sa ciò che fa il suo signore; ma io vi ho chiamati amici, perciocchè vi ho fatte assaper tutte le cose che ho udite dal Padre mio. (I) Giovanni 15:16 Voi non avete eletto me, ma io ho eletti voi; e vi ho costituiti, acciocchè andiate, e portiate frutto, e il vostro frutto sia permanente; acciocchè qualunque cosa chiederete al Padre nel mio nome, egli ve la dia. (I) Giovanni 15:17 Io vi comando queste cose, acciocchè vi amiate gli uni gli altri. (I) Giovanni 15:18 Se il mondo vi odia, sappiate che egli mi ha odiato prima di voi. (I) Giovanni 15:19 Se voi foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che sarebbe suo; ma, perciocchè voi non siete del mondo, anzi io vi ho eletti dal mondo, perciò vi odia il mondo. (I) Giovanni 15:20 Ricordatevi delle parole che io vi ho dette: Che il servitore non è da più del suo signore; se hanno perseguito me, perseguiranno ancora voi; se hanno osservate le mie parole, osserveranno ancora le vostre. (I) Giovanni 15:21 Ma vi faranno tutte queste cose per lo mio nome; perciocchè non conoscono colui che mi ha mandato. (I) Giovanni 15:22 Se io non fossi venuto, e non avessi lor parlato, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa alcuna del lor peccato. (I) Giovanni 15:23 Chi odia me, odia eziandio il Padre mio. (I) Giovanni 15:24 Se io non avessi fatte tra loro opere quali niuno altro ha fatte, non avrebbero alcun peccato; ma ora essi le hanno vedute, ed hanno odiato me, ed il Padre mio. (I) Giovanni 15:25 Ma questo è acciocchè si adempia la parola scritta nella lor legge: M’hanno odiato senza cagione. (I) Giovanni 15:26 Ma, quando sarà venuto il Consolatore, il quale io vi manderò dal Padre, che è lo Spirito della verità, il qual procede dal Padre mio, esso testimonierà di me. (I) Giovanni 15:27 E voi ancora ne testimonierete, poichè dal principio siete meco. (I) Giovanni 16:1 IO vi ho dette queste cose, acciocchè non siate scandalezzati. (I) Giovanni 16:2 Vi sbandiranno dalle sinagoghe; anzi l’ora viene che chiunque vi ucciderà penserà far servigio a Dio. (I) Giovanni 16:3 E vi faranno queste cose, perciocchè non hanno conosciuto il Padre, nè me. (I) Giovanni 16:4 Ma io vi ho dette queste cose, acciocchè, quando quell’ora sarà venuta, voi vi ricordiate ch’io ve le ho dette; or da principio non vi dissi queste cose, perciocchè io era con voi. (I) Giovanni 16:5 Ma ora io me ne vo a colui che mi ha mandato; e niun di voi mi domanda: Ove vai? (I) Giovanni 16:6 Anzi, perciocchè io vi ho dette queste cose, la tristizia vi ha ripieno il cuore. (I) Giovanni 16:7 Ma pure io vi dico la verità: Egli v’è utile ch’io me ne vada, perciocchè, se io non me ne vo, il Consolatore non verrà a voi; ma se io me ne vo, io ve lo manderò. (I) Giovanni 16:8 E quando esso sarà venuto, convincerà il mondo di peccato, di giustizia e di giudicio. (I) Giovanni 16:9 Di peccato, perciocchè non credono in me; (I) Giovanni 16:10 di giustizia, perciocchè io me ne vo al Padre mio, e voi non mi vedrete più; (I) Giovanni 16:11 di giudicio, perciocchè il principe di questo mondo è già giudicato. (I) Giovanni 16:12 Io ho ancora cose assai a dirvi, ma voi non le potete ora portare. (I) Giovanni 16:13 Ma, quando colui sarà venuto, cioè lo Spirito di verità, egli vi guiderà in ogni verità; perciocchè egli non parlerà da sè stesso, ma dirà tutte le cose che avrà udite, e vi annunzierà le cose a venire. (I) Giovanni 16:14 Esso mi glorificherà, perciocchè prenderà del mio, e ve l’annunzierà. (I) Giovanni 16:15 Tutte le cose che ha il Padre son mie: perciò ho detto ch’egli prenderà del mio, e ve l’annunzierà. (I) Giovanni 16:16 Fra poco voi non mi vedrete; e di nuovo, fra poco voi mi vedrete; perciocchè io me ne vo al Padre. (I) Giovanni 16:17 Laonde alcuni de’ suoi discepoli dissero gli uni agli altri: Che cosa è questo ch’egli ci dice: Fra poco voi non mi vedrete; e di nuovo: Fra poco mi vedrete? e: Perciocchè io me ne vo al Padre? (I) Giovanni 16:18 Dicevano adunque: Che cosa è questo fra poco, ch’egli dice? noi non sappiam ciò ch’egli si dica. (I) Giovanni 16:19 Gesù adunque conobbe che lo volevano domandare, e disse loro: Domandate voi gli uni gli altri di ciò ch’io ho detto: Fra poco voi non mi vedrete? e di nuovo: Fra poco voi mi vedrete? (I) Giovanni 16:20 In verità, in verità, io vi dico, che voi piangerete, e farete cordoglio; e il mondo si rallegrerà, e voi sarete contristati; ma la vostra tristizia sarà mutata in letizia. (I) Giovanni 16:21 La donna, quando partorisce, sente dolori, perciocchè il suo termine è venuto; ma, dopo che ha partorito il fanciullino, ella non si ricorda più dell’angoscia, per l’allegrezza che sia nata una creatura umana al mondo. (I) Giovanni 16:22 Voi dunque altresì avete ora tristizia, ma io vi vedrò di nuovo, e il vostro cuore si rallegrerà, e niuno vi torrà la vostra letizia. (I) Giovanni 16:23 E in quel giorno voi non mi domanderete di nulla. In verità, in verità, io vi dico, che tutte le cose che domanderete al Padre, nel nome mio, egli ve le darà. (I) Giovanni 16:24 Fino ad ora voi non avete domandato nulla nel nome mio; domandate e riceverete, acciocchè la vostra letizia sia compiuta. (I) Giovanni 16:25 Io vi ho ragionate queste cose in similitudini; ma l’ora viene che io non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi ragionerò del Padre. (I) Giovanni 16:26 In quel giorno voi chiederete nel nome mio; ed io non vi dico ch’io pregherò il Padre per voi. (I) Giovanni 16:27 Perciocchè il Padre stesso vi ama; perciocchè voi mi avete amato, ed avete creduto ch’io son proceduto da Dio. (I) Giovanni 16:28 Io son proceduto dal Padre, e son venuto nel mondo; di nuovo io lascio il mondo, e vo al Padre. (I) Giovanni 16:29 I suoi discepoli gli dissero: Ecco, tu parli ora apertamente, e non dici alcuna similitudine. (I) Giovanni 16:30 Or noi sappiamo che tu sai ogni cosa, e non hai bisogno che alcun ti domandi; perciò crediamo che tu sei proceduto da Dio. (I) Giovanni 16:31 Gesù rispose loro: Ora credete voi? (I) Giovanni 16:32 Ecco, l’ora viene, e già è venuta, che sarete dispersi, ciascuno in casa sua, e mi lascerete solo; ma io non son solo, perciocchè il Padre è meco. (I) Giovanni 16:33 Io vi ho dette queste cose, acciocchè abbiate pace in me; voi avrete tribolazione nel mondo; ma state di buon cuore, io ho vinto il mondo. (I) Giovanni 17:1 QUESTE cose disse Gesù; poi alzò gli occhi al cielo, e disse: Padre, l’ora è venuta; glorifica il tuo Figliuolo, acciocchè altresì il Figliuolo glorifichi te, (I) Giovanni 17:2 secondo che tu gli hai data podestà sopra ogni carne, acciocchè egli dia vita eterna a tutti coloro che tu gli hai dati. (I) Giovanni 17:3 Or questa è la vita eterna, che conoscano te, che sei il solo vero Iddio, e Gesù Cristo, che tu hai mandato. (I) Giovanni 17:4 Io ti ho glorificato in terra; io ho adempiuta l’opera che tu mi hai data a fare. (I) Giovanni 17:5 Ora dunque, tu, Padre, glorificami appo te stesso, della gloria che io ho avuta appo te, avanti che il mondo fosse. (I) Giovanni 17:6 Io ho manifestato il nome tuo agli uomini, i quali tu mi hai dati del mondo; erano tuoi, e tu me li hai dati, ed essi hanno osservata la tua parola. (I) Giovanni 17:7 Ora hanno conosciuto che tutte le cose che tu mi hai date son da te. (I) Giovanni 17:8 Perciocchè io ho date loro le parole che tu mi hai date, ed essi le hanno ricevute, ed hanno veramente conosciuto che io son proceduto da te, ed hanno creduto che tu mi hai mandato. (I) Giovanni 17:9 Io prego per loro; io non prego per lo mondo, ma per coloro che tu mi hai dati, perciocchè sono tuoi. (I) Giovanni 17:10 E tutte le cose mie sono tue, e le cose tue sono mie; ed io sono in essi glorificato. (I) Giovanni 17:11 Ed io non sono più nel mondo, ma costoro son nel mondo, ed io vo a te. Padre santo, conservali nel tuo nome, essi che tu mi hai dati, acciocchè sieno una stessa cosa come noi. (I) Giovanni 17:12 Quand’io era con loro nel mondo, io li conservava nel nome tuo; io ho guardati coloro che tu mi hai dati, e niun di loro è perito, se non il figliuol della perdizione, acciocchè la scrittura fosse adempiuta. (I) Giovanni 17:13 Or al presente io vengo a te, e dico queste cose nel mondo, acciocchè abbiano in loro la mia allegrezza compiuta. (I) Giovanni 17:14 Io ho loro data la tua parola, e il mondo li ha odiati, perciocchè non son del mondo, siccome io non son del mondo. (I) Giovanni 17:15 Io non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che tu li guardi dal maligno. (I) Giovanni 17:16 Essi non son del mondo, siccome io non son del mondo. (I) Giovanni 17:17 Santificali nella tua verità; la tua parola è verità. (I) Giovanni 17:18 Siccome tu mi hai mandato nel mondo, io altresì li ho mandati nel mondo. (I) Giovanni 17:19 E per loro santifico me stesso; acciocchè essi ancora sieno santificati in verità. (I) Giovanni 17:20 Or io non prego sol per costoro, ma ancora per coloro che crederanno in me per la lor parola. (I) Giovanni 17:21 Acciocchè tutti sieno una stessa cosa, come tu, o Padre, sei in me, ed io sono in te; acciocchè essi altresì sieno una stessa cosa in noi; affinchè il mondo creda che tu mi hai mandato. (I) Giovanni 17:22 Ed io ho data loro la gloria che tu hai data a me, acciocchè sieno una stessa cosa, siccome noi siamo una stessa cosa. (I) Giovanni 17:23 Io sono in loro, e tu sei in me; acciocchè essi sieno compiuti in una stessa cosa, ed acciocchè il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che tu li hai amati, come tu hai amato me. (I) Giovanni 17:24 Padre, io voglio che dove son io, sieno ancor meco coloro che tu mi hai dati, acciocchè veggano la mia gloria, la quale tu mi hai data; perciocchè tu mi hai amato avanti la fondazion del mondo. (I) Giovanni 17:25 Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto; ma io ti ho conosciuto, e costoro hanno conosciuto che tu mi hai mandato. (I) Giovanni 17:26 Ed io ho loro fatto conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere ancora, acciocchè l’amore, del quale tu mi hai amato, sia in loro, ed io in loro. (I) Giovanni 18:1 GESÙ, avendo dette queste cose, uscì co’ suoi discepoli, e andò di là dal torrente di Chedron, ove era un orto, nel quale entrò egli ed i suoi discepoli. (I) Giovanni 18:2 Or Giuda, che lo tradiva, sapeva anch’egli il luogo; perciocchè Gesù s’era molte volte accolto là co’ suoi discepoli. (I) Giovanni 18:3 Giuda adunque, presa la schiera, e de’ sergenti, da’ principali sacerdoti, e da’ Farisei, venne là con lanterne, e torce, ed armi. (I) Giovanni 18:4 Laonde Gesù, sapendo tutte le cose che gli avverrebbero, uscì, e disse loro: Chi cercate? (I) Giovanni 18:5 Essi gli risposero: Gesù il Nazareo. Gesù disse loro: Io son desso. Or Giuda che lo tradiva era anch’egli presente con loro. (I) Giovanni 18:6 Come adunque egli ebbe detto loro: Io son desso, andarono a ritroso, e caddero in terra. (I) Giovanni 18:7 Egli adunque di nuovo domandò loro: Chi cercate? Essi dissero: Gesù il Nazareo. (I) Giovanni 18:8 Gesù rispose: Io vi ho detto ch’io son desso; se dunque cercate me, lasciate andar costoro. (I) Giovanni 18:9 Acciocchè si adempiesse ciò ch’egli avea detto: Io non ho perduto alcuno di coloro che tu mi hai dati. (I) Giovanni 18:10 E Simon Pietro, avendo una spada, la trasse, e percosse il servitore del sommo sacerdote, e gli ricise l’orecchio destro; or quel servitore avea nome Malco. (I) Giovanni 18:11 E Gesù disse a Pietro: Riponi la tua spada nella guaina; non berrei io il calice il quale il Padre mi ha dato? (I) Giovanni 18:12 LA schiera adunque, e il capitano, e i sergenti de’ Giudei, presero Gesù, e lo legarono. (I) Giovanni 18:13 E prima lo menarono ad Anna; perciocchè egli era suocero di Caiafa, il quale era sommo sacerdote di quell’anno; ed Anna lo rimandò legato a Caiafa, sommo sacerdote. (I) Giovanni 18:14 Or Caiafa era quel che avea consigliato a’ Giudei, ch’egli era utile che un uomo morisse per lo popolo. (I) Giovanni 18:15 Or Simon Pietro ed un altro discepolo seguitavano Gesù; e quel discepolo era noto al sommo sacerdote, laonde egli entrò con Gesù nella corte del sommo sacerdote. (I) Giovanni 18:16 Ma Pietro stava di fuori alla porta. Quell’altro discepolo adunque, ch’era noto al sommo sacerdote, uscì, e fece motto alla portinaia, e fece entrar Pietro. (I) Giovanni 18:17 E la fante portinaia disse a Pietro: Non sei ancor tu de’ discepoli di quest’uomo? Egli disse: Non sono. (I) Giovanni 18:18 Ora i servitori, e i sergenti, stavano quivi ritti, avendo accesi de’ carboni, e si scaldavano, perciocchè faceva freddo; e Pietro stava in piè con loro, e si scaldava. (I) Giovanni 18:19 Or il sommo sacerdote domandò Gesù intorno a’ suoi discepoli, ed alla sua dottrina. (I) Giovanni 18:20 Gesù gli rispose: Io ho apertamente parlato al mondo; io ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, ove i Giudei si raunano d’ogni luogo, e non ho detto niente in occulto. (I) Giovanni 18:21 Perchè mi domandi tu? domanda coloro che hanno udito ciò ch’io ho lor detto; ecco, essi sanno le cose ch’io ho dette. (I) Giovanni 18:22 Ora quando Gesù ebbe dette queste cose, un de’ sergenti, ch’era quivi presente, gli diede una bacchettata, dicendo: Così rispondi tu al sommo sacerdote? (I) Giovanni 18:23 Gesù gli rispose: Se io ho mal parlato, testimonia del male; ma, se ho parlato bene, perchè mi percuoti? (I) Giovanni 18:24 Anna adunque l’avea rimandato legato a Caiafa, sommo sacerdote. (I) Giovanni 18:25 E Simon Pietro era quivi presente, e si scaldava. Laonde gli dissero: Non sei ancor tu de’ suoi discepoli? Ed egli lo negò, e disse: Non sono. (I) Giovanni 18:26 Ed uno dei servitori del sommo sacerdote, parente di colui a cui Pietro avea tagliato l’orecchio, disse: Non ti vidi io nell’orto con lui? (I) Giovanni 18:27 E Pietro da capo lo negò, e subito il gallo cantò. (I) Giovanni 18:28 POI menarono Gesù da Caiafa nel palazzo; or era mattina, ed essi non entrarono nel palazzo, per non contaminarsi, ma per poter mangiar la pasqua. (I) Giovanni 18:29 Pilato adunque uscì a loro, e disse: Quale accusa portate voi contro a quest’uomo? (I) Giovanni 18:30 Essi risposero, e gli dissero: Se costui non fosse malfattore, noi non te l’avremmo dato nelle mani. (I) Giovanni 18:31 Laonde Pilato disse loro: Pigliatelo voi, e giudicatelo secondo la vostra legge. Ma i Giudei gli dissero: A noi non è lecito di far morire alcuno. (I) Giovanni 18:32 Acciocchè si adempiesse quello che Gesù avea detto, significando di qual morte morrebbe. (I) Giovanni 18:33 Pilato adunque rientrò nel palazzo, e chiamò Gesù, e gli disse: Se’ tu il Re de’ Giudei? (I) Giovanni 18:34 Gesù gli rispose: Dici tu questo da te stesso, o pur te l’hanno altri detto di me? (I) Giovanni 18:35 Pilato gli rispose: Son io Giudeo? la tua nazione, e i principali sacerdoti ti hanno messo nelle mie mani; che hai tu fatto? (I) Giovanni 18:36 Gesù rispose: Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei ministri contenderebbero, acciocchè io non fossi dato in man de’ Giudei; ma ora il mio regno non è di qui. (I) Giovanni 18:37 Laonde Pilato gli disse: Dunque sei tu Re? Gesù rispose: Tu il dici; perciocchè io son Re; per questo sono io nato, e per questo son venuto nel mondo, per testimoniar della verità; chiunque è della verità ascolta la mia voce. (I) Giovanni 18:38 Pilato gli disse: Che cosa è verità? E detto questo, di nuovo uscì a’ Giudei, e disse loro: Io non trovo alcun misfatto in lui. (I) Giovanni 18:39 Or voi avete una usanza ch’io vi liberi uno nella pasqua; volete voi adunque ch’io vi liberi il Re de’ Giudei? (I) Giovanni 18:40 E tutti gridarono di nuovo, dicendo: Non costui, anzi Barabba. Or Barabba era un ladrone. (I) Giovanni 19:1 Allora adunque Pilato prese Gesù, e lo flagellò. (I) Giovanni 19:2 Ed i soldati, contesta una corona di spine, gliela posero in sul capo, e gli misero attorno un ammanto di porpora, e dicevano: (I) Giovanni 19:3 Ben ti sia, o Re de’ Giudei; e gli davan delle bacchettate. (I) Giovanni 19:4 E Pilato uscì di nuovo, e disse loro: Ecco, io ve lo meno fuori, acciocchè sappiate ch’io non trovo in lui alcun maleficio. (I) Giovanni 19:5 Gesù adunque uscì, portando la corona di spine, e l’ammanto di porpora. E Pilato disse loro: Ecco l’uomo. (I) Giovanni 19:6 Ed i principali sacerdoti, ed i sergenti, quando lo videro, gridarono, dicendo: Crocifiggilo, crocifiggilo. Pilato disse loro: Prendetelo voi, e crocifiggetelo, perciocchè io non trovo alcun maleficio in lui. (I) Giovanni 19:7 I Giudei gli risposero: Noi abbiamo una legge; e secondo la nostra legge, egli deve morire; perciocchè egli si è fatto Figliuol di Dio. (I) Giovanni 19:8 Pilato adunque, quando ebbe udite quelle parole, temette maggiormente. (I) Giovanni 19:9 E rientrò nel palazzo, e disse a Gesù: Onde sei tu? Ma Gesù non gli diede alcuna risposta. (I) Giovanni 19:10 Laonde Pilato gli disse: Non mi parli tu? non sai tu ch’io ho podestà di crocifiggerti, e podestà di liberarti? (I) Giovanni 19:11 Gesù rispose: Tu non avresti alcuna podestà contro a me, se ciò non ti fosse dato da alto; perciò, colui che mi t’ha dato nelle mani ha maggior peccato. (I) Giovanni 19:12 Da quell’ora Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridavano, dicendo: Se tu liberi costui, tu non sei amico di Cesare: chiunque si fa re si oppone a Cesare. (I) Giovanni 19:13 Pilato adunque, avendo udite queste parole, menò fuori Gesù, e si pose a sedere in sul tribunale, nel luogo detto Lastrico, ed in Ebreo Gabbata (I) Giovanni 19:14 or era la preparazione della pasqua, ed era intorno all’ora sesta; e disse a’ Giudei: Ecco il vostro Re. (I) Giovanni 19:15 Ma essi gridarono: Togli, togli, crocifiggilo. Pilato disse loro: Crocifiggerò io il vostro Re? I principali sacerdoti risposero: Noi non abbiamo altro re che Cesare. (I) Giovanni 19:16 Allora adunque egli lo diede lor nelle mani, acciocchè fosse crocifisso. Ed essi presero Gesù, e lo menarono via. (I) Giovanni 19:17 ED egli, portando la sua croce, uscì al luogo detto del Teschio, il quale in Ebreo si chiama Golgota. (I) Giovanni 19:18 E quivi lo crocifissero, e con lui due altri, l’uno di qua, e l’altro di là, e Gesù in mezzo. (I) Giovanni 19:19 Or Pilato scrisse ancora un titolo, e lo pose sopra la croce; e v’era scritto: GESÙ IL NAZAREO, IL RE DE’ GIUDEI. (I) Giovanni 19:20 Molti adunque de’ Giudei lessero questo titolo, perciocchè il luogo ove Gesù fu crocifisso era vicin della città; e quello era scritto in Ebreo, in Greco, e in Latino. (I) Giovanni 19:21 Laonde i principali sacerdoti de’ Giudei dissero a Pilato: Non iscrivere: Il Re de’ Giudei; ma che costui ha detto: Io sono il Re de’ Giudei. (I) Giovanni 19:22 Pilato rispose: Io ho scritto ciò ch’io ho scritto. (I) Giovanni 19:23 Or i soldati, quando ebber crocifisso Gesù, presero i suoi panni, e ne fecero quattro parti, una parte per ciascun soldato, e la tonica. (I) Giovanni 19:24 Or la tonica era senza cucitura, tessuta tutta al di lungo fin da capo; laonde dissero gli uni agli altri: Non la stracciamo, ma tiriamone le sorti, a cui ella ha da essere, acciocchè si adempiesse la scrittura, che dice: Hanno spartiti fra loro i miei panni, ed hanno tratta la sorte sopra la mia vesta. I soldati adunque fecero queste cose. (I) Giovanni 19:25 Or presso della croce di Gesù stava sua madre, e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e Maria Maddalena. (I) Giovanni 19:26 Laonde Gesù, veggendo quivi presente sua madre, e il discepolo ch’egli amava, disse a sua madre: Donna, ecco il tuo figliuolo! (I) Giovanni 19:27 Poi disse al discepolo: Ecco tua madre! E da quell’ora quel discepolo l’accolse in casa sua. (I) Giovanni 19:28 Poi appresso, Gesù, sapendo che ogni cosa era già compiuta, acciocchè la scrittura si adempiesse, disse: Io ho sete. (I) Giovanni 19:29 Or quivi era posto un vaso pien d’aceto. Coloro adunque, empiuta di quell’aceto una spugna, e postala intorno a dell’isopo, gliela porsero alla bocca. (I) Giovanni 19:30 Quando adunque Gesù ebbe preso l’aceto, disse: Ogni cosa è compiuta. E chinato il capo, rendè lo spirito. (I) Giovanni 19:31 Or i Giudei pregarono Pilato che si fiaccasser loro le gambe, e che si togliesser via; acciocchè i corpi non restassero in su la croce nel sabato, perciocchè era la preparazione; e quel giorno del sabato era un gran giorno. (I) Giovanni 19:32 I soldati adunque vennero, e fiaccarono le gambe al primo, e poi anche all’altro, ch’era stato crocifisso con lui. (I) Giovanni 19:33 Ma essendo venuti a Gesù, come videro che egli già era morto, non gli fiaccarono le gambe. (I) Giovanni 19:34 Ma uno de’ soldati gli forò il costato con una lancia, e subito ne uscì sangue ed acqua. (I) Giovanni 19:35 E colui che l’ha veduto ne rendè testimonianza, e la sua testimonianza è verace; ed esso sa che egli dice cose vere, acciocchè voi crediate. (I) Giovanni 19:36 Perciocchè queste cose sono avvenute, acciocchè la scrittura fosse adempiuta: Niun osso d’esso sarà fiaccato. (I) Giovanni 19:37 Ed ancora un’altra scrittura dice: Essi vedranno colui che han trafitto. (I) Giovanni 19:38 DOPO queste cose, Giuseppe da Arimatea, il quale era discepolo di Gesù, ma occulto, per tema de’ Giudei, chiese a Pilato di poter togliere il corpo di Gesù, e Pilato gliel permise. Egli adunque venne, e tolse il corpo di Gesù. (I) Giovanni 19:39 Or venne anche Nicodemo, che al principio era venuto a Gesù di notte, portando intorno a cento libbre d’una composizione di mirra, e d’aloe. (I) Giovanni 19:40 Essi adunque presero il corpo di Gesù, e l’involsero in lenzuoli, con quegli aromati; secondo ch’è l’usanza de’ Giudei d’imbalsamare. (I) Giovanni 19:41 Or nel luogo, ove egli fu crocifisso, era un orto, e nell’orto un monumento nuovo, ove niuno era stato ancora posto. (I) Giovanni 19:42 Quivi adunque posero Gesù, per cagion della preparazion de’ Giudei, perciocchè il monumento era vicino. (I) Giovanni 20:1 OR il primo giorno della settimana, la mattina, essendo ancora scuro, Maria Maddalena venne al monumento, e vide che la pietra era stata rimossa dal monumento. (I) Giovanni 20:2 Laonde ella se ne corse, e venne a Simon Pietro ed all’altro discepolo, il qual Gesù amava, e disse loro: Hanno tolto dal monumento il Signore, e noi non sappiamo ove l’abbian posto. (I) Giovanni 20:3 Pietro adunque, e l’altro discepolo uscirono fuori, e vennero al monumento. (I) Giovanni 20:4 Or correvano amendue insieme; ma quell’altro discepolo corse innanzi più prestamente che Pietro, e venne il primo al monumento. (I) Giovanni 20:5 E chinatosi vide le lenzuola che giacevano nel monumento; ma non vi entrò. (I) Giovanni 20:6 E Simon Pietro, che lo seguitava, venne, ed entrò nel monumento, e vide le lenzuola che giacevano, (I) Giovanni 20:7 e lo sciugatoio ch’era sopra il capo di Gesù, il qual non giaceva con le lenzuola, ma era involto da parte in un luogo. (I) Giovanni 20:8 Allora adunque l’altro discepolo ch’era venuto il primo al monumento, vi entrò anch’egli, e vide, e credette. (I) Giovanni 20:9 Perciocchè essi non aveano ancora conoscenza della scrittura: che conveniva ch’egli risuscitasse da’ morti. (I) Giovanni 20:10 I discepoli adunque se ne andarono di nuovo a casa loro. (I) Giovanni 20:11 MA Maria se ne stava presso al monumento, piangendo di fuori; e mentre piangeva, si chinò dentro al monumento. (I) Giovanni 20:12 E vide due angeli, vestiti di bianco, i quali sedevano, l’uno dal capo, l’altro da’ piedi del luogo ove il corpo di Gesù era giaciuto. (I) Giovanni 20:13 Ed essi le dissero: Donna, perchè piangi? Ella disse loro: Perciocchè hanno tolto il mio Signore, ed io non so ove l’abbiano posto. (I) Giovanni 20:14 E detto questo, ella si rivolse indietro e vide Gesù, che stava quivi in piè; ed ella non sapeva ch’egli fosse Gesù. (I) Giovanni 20:15 Gesù le disse: Donna, perchè piangi? chi cerchi? Ella, pensando ch’egli fosse l’ortolano, gli disse: Signore, se tu l’hai portato via, dimmi ove tu l’hai posto, ed io lo torrò. (I) Giovanni 20:16 Gesù le disse: Maria! Ed ella, rivoltasi, gli disse: Rabboni! che vuol dire: Maestro. (I) Giovanni 20:17 Gesù le disse: Non toccarmi, perciocchè io non sono ancora salito al Padre mio; ma va’ a’ miei fratelli, e di’ loro, ch’io salgo al Padre mio, ed al Padre vostro; ed all’Iddio mio, ed all’Iddio vostro. (I) Giovanni 20:18 Maria Maddalena venne, annunziando a’ discepoli ch’ella avea veduto il Signore, e ch’egli aveale dette quelle cose. (I) Giovanni 20:19 ORA, quando fu sera, in quell’istesso giorno ch’era il primo della settimana; ed essendo le porte del luogo, ove erano raunati i discepoli, serrate per tema de’ Giudei, Gesù venne, e si presentò quivi in mezzo, e disse loro: Pace a voi! (I) Giovanni 20:20 E detto questo, mostrò loro le sue mani, ed il costato. I discepoli adunque, veduto il Signore, si rallegrarono. (I) Giovanni 20:21 E Gesù di nuovo disse loro: Pace a voi! come il Padre mi ha mandato, così vi mando io. (I) Giovanni 20:22 E detto questo, soffiò loro nel viso; e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo. (I) Giovanni 20:23 A cui voi avrete rimessi i peccati saran rimessi, ed a cui li avrete ritenuti saran ritenuti. (I) Giovanni 20:24 Or Toma, detto Didimo, l’un de’ dodici, non era con loro, quando Gesù venne. (I) Giovanni 20:25 Gli altri discepoli adunque gli dissero: Noi abbiam veduto il Signore. Ma egli disse loro: Se io non veggo nelle sue mani il segnal de’ chiodi, e se non metto il dito nel segnal de’ chiodi, e la mano nel suo costato, io non lo crederò. (I) Giovanni 20:26 Ed otto giorni appresso, i discepoli eran di nuovo dentro la casa, e Toma era con loro. E Gesù venne, essendo le porte serrate, e si presentò quivi in mezzo, e disse: Pace a voi! (I) Giovanni 20:27 Poi disse a Toma: Porgi qua il dito, e vedi le mie mani; porgi anche la mano, e mettila nel mio costato; e non sii incredulo, anzi credente. (I) Giovanni 20:28 E Toma rispose, e gli disse: Signor mio, e Iddio mio! (I) Giovanni 20:29 Gesù gli disse: Perciocchè tu hai veduto, Toma, tu hai creduto; beati coloro che non hanno veduto, ed hanno creduto. (I) Giovanni 20:30 Or Gesù fece ancora, in presenza dei suoi discepoli, molti altri miracoli, i quali non sono scritti in questo libro. (I) Giovanni 20:31 Ma queste cose sono scritte, acciocchè voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figliuol di Dio; ed acciocchè, credendo, abbiate vita nel nome suo. (I) Giovanni 21:1 DOPO queste cose, Gesù si fece vedere di nuovo a’ discepoli presso al mar di Tiberiade; e si fece vedere in questa maniera. (I) Giovanni 21:2 Simon Pietro, e Toma detto Didimo, e Natanaele, ch’era da Cana di Galilea, ed i figliuoli di Zebedeo, e due altri dei discepoli d’esso, erano insieme. (I) Giovanni 21:3 Simon Pietro disse loro: Io me ne vo a pescare. Essi gli dissero: Ancor noi veniam teco. Così uscirono, e montarono prestamente nella navicella, e in quella notte non presero nulla. (I) Giovanni 21:4 Ma, essendo già mattina, Gesù si presentò in su la riva; tuttavia i discepoli non conobbero ch’egli era Gesù. (I) Giovanni 21:5 E Gesù disse loro: Figliuoli, avete voi alcun pesce? Essi gli risposero: No. (I) Giovanni 21:6 Ed egli disse loro: Gettate la rete al lato destro della navicella, e ne troverete. Essi adunque la gettarono, e non potevano più trarla, per la moltitudine dei pesci. (I) Giovanni 21:7 Laonde quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: Egli è il Signore. E Simon Pietro, udito ch’egli era il Signore, succinse la sua veste perciocchè egli era nudo, e si gettò nel mare. (I) Giovanni 21:8 Ma gli altri discepoli vennero in su la navicella perciocchè non erano molto lontan dalla terra, ma solo intorno a dugento cubiti, traendo la rete piena di pesci. (I) Giovanni 21:9 Come adunque furono smontati in terra, videro delle brace poste, e del pesce messovi su, e del pane. (I) Giovanni 21:10 Gesù disse loro: Portate qua de’ pesci che ora avete presi. (I) Giovanni 21:11 Simon Pietro montò nella navicella, e trasse la rete in terra, piena di cencinquantatre grossi pesci; e benchè ve ne fossero tanti, la rete però non si stracciò. (I) Giovanni 21:12 Gesù disse loro: Venite, e desinate. Or niuno de’ discepoli ardiva domandarlo: Tu chi sei? sapendo ch’egli era il Signore. (I) Giovanni 21:13 Gesù adunque venne, e prese il pane, e ne diede loro; e del pesce simigliantemente. (I) Giovanni 21:14 Questa fu già la terza volta che Gesù si fece vedere a’ suoi discepoli, dopo che fu risuscitato da’ morti. (I) Giovanni 21:15 Ora, dopo ch’ebbero desinato, Gesù disse a Simon Pietro: Simon di Giona, m’ami tu più che costoro? Egli gli disse: Veramente, Signore, tu sai ch’io t’amo. Gesù gli disse: Pasci i miei agnelli. (I) Giovanni 21:16 Gli disse ancora la seconda volta: Simon di Giona, m’ami tu? Egli gli disse: Veramente, Signore, tu sai ch’io t’amo. Gesù gli disse: Pasci le mie pecore. (I) Giovanni 21:17 Gli disse la terza volta: Simon di Giona, m’ami tu? Pietro s’attristò ch’egli gli avesse detto fino a tre volte: M’ami tu? E gli disse: Signore, tu sai ogni cosa, tu sai ch’io t’amo. Gesù gli disse: Pasci le mie pecore. (I) Giovanni 21:18 In verità, in verità, io ti dico, che quando tu eri giovane, tu ti cingevi, e andavi ove volevi; ma, quando sarai vecchio, tu stenderai le tue mani, ed un altro ti cingerà, e ti condurrà là ove tu non vorresti. (I) Giovanni 21:19 Or disse ciò, significando di qual morte egli glorificherebbe Iddio. E detto questo, gli disse: Seguitami. (I) Giovanni 21:20 Or Pietro, rivoltosi, vide venir dietro a sè il discepolo che Gesù amava, il quale eziandio nella cena era coricato in sul petto di Gesù, ed avea detto: Signore, chi è colui che ti tradisce? (I) Giovanni 21:21 Pietro, avendolo veduto, disse a Gesù: Signore, e costui, che? (I) Giovanni 21:22 Gesù gli disse: Se io voglio ch’egli dimori finch’io venga, che tocca ciò a te? tu seguitami. (I) Giovanni 21:23 Laonde questo dire si sparse tra i fratelli, che quel discepolo non morrebbe; ma Gesù non avea detto a Pietro ch’egli non morrebbe; ma: Se io voglio ch’egli dimori finch’io venga, che tocca ciò a te? (I) Giovanni 21:24 Quest’è quel discepolo, che testimonia di queste cose, e che ha scritte queste cose; e noi sappiamo che la sua testimonianza è verace. (I) Giovanni 21:25 Or vi sono ancora molte altre cose, che Gesù ha fatte, le quali, se fossero scritte ad una ad una, io non penso che nel mondo stesso capissero i libri che se ne scriverebbero. Amen. (I) Atti 1:1 IO ho fatto il primo trattato, o Teofilo, intorno a tutte le cose che Gesù prese a fare, e ad insegnare, (I) Atti 1:2 infino al giorno ch’egli fu accolto in alto, dopo aver dati mandamenti per lo Spirito Santo agli apostoli, i quali egli avea eletti. (I) Atti 1:3 A’ quali ancora, dopo aver sofferto, si presentò vivente, con molte certe prove, essendo da loro veduto per quaranta giorni, e ragionando delle cose appartenenti al regno di Dio. (I) Atti 1:4 E, ritrovandosi con loro, ordinò loro che non si dipartissero di Gerusalemme; ma che aspettassero la promessa del Padre, la quale, diss’egli, voi avete udita da me. (I) Atti 1:5 Perciocchè Giovanni battezzò con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo, fra qui e non molti giorni. (I) Atti 1:6 Essi adunque, essendo raunati, lo domandarono, dicendo: Signore, sarà egli in questo tempo, che tu restituirai il regno ad Israele? (I) Atti 1:7 Ma egli disse loro: Egli non istà a voi di sapere i tempi, e le stagioni, le quali il Padre ha messe nella sua propria podestà. (I) Atti 1:8 Ma voi riceverete la virtù dello Spirito Santo, il qual verrà sopra voi; e mi sarete testimoni, e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea, e in Samaria, infino all’estremità della terra. (I) Atti 1:9 E, dette queste cose, fu elevato, essi veggendolo; ed una nuvola lo ricevette, e lo tolse d’innanzi agli occhi loro. (I) Atti 1:10 E come essi aveano gli occhi fissi in cielo, mentre egli se ne andava, ecco, due uomini si presentarono loro in vestimenti bianchi. (I) Atti 1:11 I quali ancora dissero: Uomini Galilei, perchè vi fermate riguardando verso il cielo? Questo Gesù, il quale è stato accolto in cielo d’appresso voi, verrà nella medesima maniera che voi l’avete veduto andare in cielo. (I) Atti 1:12 Allora essi ritornarono in Gerusalemme, dal monte chiamato dell’Uliveto, il quale è presso di Gerusalemme la lunghezza del cammin del sabato. (I) Atti 1:13 E come furono entrati nella casa, salirono nell’alto solaio, dove dimoravano Pietro, e Giacomo, e Giovanni, ed Andrea, e Filippo, e Toma, e Bartolomeo, e Matteo, e Giacomo d’Alfeo, e Simone il Zelote, e Giuda di Giacomo. (I) Atti 1:14 Tutti costoro perseveravano di pari consentimento in orazione, e in preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e co’ fratelli di esso. (I) Atti 1:15 ED in que’ giorni, Pietro, levatosi in mezzo de’ discepoli, disse or la moltitudine delle persone tutte insieme era d’intorno a centoventi persone: (I) Atti 1:16 Uomini fratelli, ei conveniva che questa scrittura si adempiesse, la qual lo Spirito Santo predisse per la bocca di Davide, intorno a Giuda, che fu la guida di coloro che presero Gesù. (I) Atti 1:17 Perciocchè egli era stato assunto nel nostro numero, ed avea ottenuta la sorte di questo ministerio. (I) Atti 1:18 Egli adunque acquistò un campo del premio d’ingiustizia; ed essendosi precipitato, crepò per lo mezzo, e tutte le sue interiora si sparsero. (I) Atti 1:19 E ciò è venuto a notizia a tutti gli abitanti di Gerusalemme; talchè quel campo, nel lor proprio linguaggio, è stato chiamato Acheldama, che vuol dire: Campo di sangue. (I) Atti 1:20 Perciocchè egli è scritto nel libro de’ Salmi: Divenga la sua stanza deserta, e non vi sia chi abiti in essa; e: Un altro prenda il suo ufficio. (I) Atti 1:21 Egli si conviene adunque, che d’infra gli uomini che sono stati nella nostra compagnia, in tutto il tempo che il Signor Gesù è andato e venuto fra noi, (I) Atti 1:22 cominciando dal battesimo di Giovanni, fino al giorno ch’egli fu accolto in alto d’appresso noi, un d’essi sia fatto testimonio con noi della risurrezione d’esso. (I) Atti 1:23 E ne furono presentati due: Giuseppe, detto Barsaba, il quale era soprannominato Giusto, e Mattia. (I) Atti 1:24 Ed orando, dissero: Tu, Signore, che conosci i cuori di tutti, mostra qual di questi due tu hai eletto, (I) Atti 1:25 per ricever la sorte di questo ministerio ed apostolato, dal quale Giuda si è sviato, per andare al suo luogo. (I) Atti 1:26 E trassero le sorti loro, e la sorte cadde sopra Mattia, ed egli fu per comuni voti aggiunto agli undici apostoli. (I) Atti 2:1 E COME il giorno della Pentecosta fu giunto, tutti erano insieme di pari consentimento. (I) Atti 2:2 E di subito si fece dal cielo un suono, come di vento impetuoso che soffia, ed esso riempiè tutta la casa, dove essi sedevano. (I) Atti 2:3 Ed apparvero loro delle lingue spartite, come di fuoco; e ciascuna d’esse si posò sopra ciascun di loro. (I) Atti 2:4 E tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlar lingue straniere, secondo che lo Spirito dava loro a ragionare. (I) Atti 2:5 Or in Gerusalemme dimoravano dei Giudei, uomini religiosi, d’ogni nazione di sotto il cielo. (I) Atti 2:6 Ora, essendosi fatto quel suono, la moltitudine si radunò, e fu confusa; perciocchè ciascun di loro li udiva parlar nel suo proprio linguaggio. (I) Atti 2:7 E tutti stupivano, e si maravigliavano, dicendo gli uni agli altri: Ecco, tutti costoro che parlano non son eglino Galilei? (I) Atti 2:8 Come adunque li udiam noi parlare ciascuno nel nostro proprio natio linguaggio? (I) Atti 2:9 Noi Parti, e Medi, ed Elamiti, e quelli che abitiamo in Mesopotamia, in Giudea, ed in Cappadocia, in Ponto, e nell’Asia; (I) Atti 2:10 nella Frigia, e nella Panfilia; nell’Egitto, e nelle parti della Libia ch’è di rincontro a Cirene; e noi avveniticci Romani; (I) Atti 2:11 e Giudei, e proseliti; Cretesi, ed Arabi; li udiamo ragionar le cose grandi di Dio ne’ nostri linguaggi. (I) Atti 2:12 E tutti stupivano, e ne stavan sospesi, dicendo l’uno all’altro: Che vuol esser questo? (I) Atti 2:13 Ma altri, cavillando, dicevano: Son pieni di vin dolce. (I) Atti 2:14 MA Pietro, levatosi in piè, con gli undici, alzò la sua voce, e ragionò loro, dicendo: Uomini Giudei, e voi tutti che abitate in Gerusalemme, siavi noto questo, e ricevete le mie parole ne’ vostri orecchi. (I) Atti 2:15 Perciocchè costoro non son ebbri, come voi stimate, poichè non sono più che le tre ore del giorno. (I) Atti 2:16 Ma quest’è quello che fu detto dal profeta Gioele: (I) Atti 2:17 Ed avverrà negli ultimi giorni, dice Iddio, che io spanderò del mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figliuoli, e le vostre figliuole profetizzeranno; e i vostri giovani vedranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno de’ sogni. (I) Atti 2:18 E in quei giorni io spanderò dello Spirito mio sopra i miei servitori, e sopra le mie serventi; e profetizzeranno. (I) Atti 2:19 E farò prodigi di sopra nel cielo, e segni di sotto in terra, sangue, e fuoco, e vapor di fumo. (I) Atti 2:20 Il sole sarà mutato in tenebre, e la luna in sangue; innanzi che quel grande ed illustre giorno del Signore venga. (I) Atti 2:21 Ed avverrà, che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvo. (I) Atti 2:22 Uomini Israeliti, udite queste parole: Gesù il Nazareo, uomo di cui Iddio vi ha date delle prove certe con potenti operazioni, e prodigi, e segni, i quali Iddio fece per lui fra voi, come ancora voi sapete; (I) Atti 2:23 esso, dico, per lo determinato consiglio, e la provvidenza di Dio, vi fu dato nelle mani, e voi lo pigliaste, e per mani d’iniqui lo conficcaste in croce, e l’uccideste. (I) Atti 2:24 Il quale Iddio ha suscitato, avendo sciolte le doglie della morte; poichè non era possibile ch’egli fosse da essa ritenuto. (I) Atti 2:25 Perciocchè Davide dice di lui: Io ho avuto del continuo il Signore davanti agli occhi; perciocchè egli è alla mia destra, acciocchè io non sia smosso. (I) Atti 2:26 Perciò si è rallegrato il cuor mio, ed ha giubilato la lingua mia, ed anche la mia carne abiterà in isperanza. (I) Atti 2:27 Perciocchè tu non lascerai l’anima mia ne’ luoghi sotterra, e non permetterai che il tuo Santo vegga corruzione. (I) Atti 2:28 Tu mi hai fatte conoscer le vie della vita, tu mi riempirai di letizia colla tua presenza. (I) Atti 2:29 Uomini fratelli, ben può liberamente dirvisi intorno al patriarca Davide, che egli è morto, ed è stato seppellito; e il suo monumento è presso noi infino a questo giorno. (I) Atti 2:30 Egli adunque, essendo profeta, e sapendo che Iddio gli avea con giuramento promesso, che del frutto dei suoi lombi, secondo la carne, susciterebbe il Cristo, per farlo seder sopra il suo trono; (I) Atti 2:31 antivedendo le cose avvenire, parlò della risurrezion di Cristo, dicendo che l’anima sua non è stata lasciata ne’ luoghi sotterra, e che la sua carne non ha veduta corruzione. (I) Atti 2:32 Esso Gesù ha Iddio suscitato, di che noi tutti siam testimoni. (I) Atti 2:33 Egli adunque, essendo stato innalzato dalla destra di Dio, ed avendo ricevuta dal Padre la promessa dello Spirito Santo, ha sparso quello che ora voi vedete, ed udite. (I) Atti 2:34 Poichè Davide non è salito in cielo; anzi egli stesso dice: Il Signore ha detto al mio Signore: (I) Atti 2:35 Siedi alla mia destra, finchè io abbia posti i tuoi nemici per iscannello de’ tuoi piedi. (I) Atti 2:36 Sappia adunque sicuramente tutta la casa d’Israele, che quel Gesù, che voi avete crocifisso, Iddio l’ha fatto Signore, e Cristo. (I) Atti 2:37 OR essi, avendo udite queste cose, furon compunti nel cuore, e dissero a Pietro, ed agli altri apostoli: Fratelli, che dobbiam fare? (I) Atti 2:38 E Pietro disse loro: Ravvedetevi, e ciascun di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, in remission de’ peccati; e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. (I) Atti 2:39 Perciocchè a voi è fatta la promessa, ed a’ vostri figliuoli, ed a coloro che verranno per molto tempo appresso; a quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà. (I) Atti 2:40 E con molte parole protestava loro, e li confortava, dicendo: Salvatevi da questa perversa generazione. (I) Atti 2:41 Coloro adunque, i quali volonterosamente ricevettero la sua parola, furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte intorno a tremila persone. (I) Atti 2:42 Or erano perseveranti nella dottrina degli apostoli, e nella comunione, e nel rompere il pane, e nelle orazioni. (I) Atti 2:43 Ed ogni persona avea timore; e molti segni e miracoli si facevano dagli apostoli. (I) Atti 2:44 E tutti coloro che credevano erano insieme, ed aveano ogni cosa comune; (I) Atti 2:45 e vendevano le possessioni, ed i beni; e li distribuivano a tutti, secondo che ciascuno ne avea bisogno. (I) Atti 2:46 E perseveravano di pari consentimento ad esser tutti i giorni nel tempio; e rompendo il pane di casa in casa, prendevano il cibo insieme, con letizia, e semplicità di cuore, (I) Atti 2:47 lodando Iddio, ed avendo grazia presso tutto il popolo. E il Signore aggiungeva alla chiesa ogni giorno coloro che erano salvati. (I) Atti 3:1 OR Pietro e Giovanni salivano insieme al tempio, in su l’ora nona, che è l’ora dell’orazione. (I) Atti 3:2 E si portava un certo uomo, zoppo dal seno di sua madre, il quale ogni giorno era posto alla porta del tempio detta Bella, per chieder limosina a coloro che entravano nel tempio. (I) Atti 3:3 Costui, avendo veduto Pietro e Giovanni, che erano per entrar nel tempio, domandò loro la limosina. (I) Atti 3:4 E Pietro, con Giovanni, affissati in lui gli occhi, disse: Riguarda a noi. (I) Atti 3:5 Ed egli li riguardava intentamente, aspettando di ricever qualche cosa da loro. (I) Atti 3:6 Ma Pietro disse: Io non ho nè argento, nè oro; ma quel ch’io ho io tel dono: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareo, levati, e cammina. (I) Atti 3:7 E presolo per la man destra, lo levò; ed in quello stante, le sue piante e caviglie si raffermarono. (I) Atti 3:8 Ed egli d’un salto si rizzò in piè, e camminava; ed entrò con loro nel tempio, camminando, e saltando, e lodando Iddio. (I) Atti 3:9 E tutto il popolo lo vide camminare, e lodare Iddio. (I) Atti 3:10 E lo riconoscevano, che egli era quel che sedeva in su la Bella porta del tempio, per chieder limosina; e furono ripieni di sbigottimento, e di stupore, per ciò che gli era avvenuto. (I) Atti 3:11 E mentre quello zoppo ch’era stato sanato teneva abbracciato Pietro e Giovanni; tutto il popolo attonito concorse a loro al portico detto di Salomone. (I) Atti 3:12 E Pietro, veduto ciò, parlò al popolo, dicendo: Uomini Israeliti, perchè vi maravigliate di questo? ovvero, che fissate in noi gli occhi, come se per la nostra propria virtù, o santità, avessimo fatto che costui cammini? (I) Atti 3:13 L’Iddio di Abrahamo, e d’Isacco, e di Giacobbe, l’Iddio dei nostri padri, ha glorificato il suo Figliuol Gesù, il qual voi metteste in man di Pilato, e rinnegaste davanti a lui, benchè egli giudicasse ch’egli dovesse esser liberato. (I) Atti 3:14 Ma voi rinnegaste il Santo, e il Giusto, e chiedeste che vi fosse donato un micidiale. (I) Atti 3:15 Ed uccideste il Principe della vita, il quale Iddio ha suscitato da’ morti; di che noi siam testimoni. (I) Atti 3:16 E per la fede nel nome d’esso, il nome suo ha raffermato costui il qual voi vedete, e conoscete; e la fede ch’è per esso gli ha data questa intiera disposizion di membra, in presenza di tutti voi. (I) Atti 3:17 Ma ora, fratelli, io so che lo faceste per ignoranza, come anche i vostri rettori. (I) Atti 3:18 Ma Iddio ha adempiute in questa maniera le cose ch’egli avea innanzi annunziate per la bocca di tutti i suoi profeti, cioè: che il suo Cristo sofferirebbe. (I) Atti 3:19 Ravvedetevi adunque, e convertitevi; acciocchè i vostri peccati sien cancellati, e tempi di refrigerio vengano dalla presenza del Signore, (I) Atti 3:20 ed egli vi mandi Gesù Cristo, che vi è stato destinato; (I) Atti 3:21 il qual conviene che il cielo tenga accolto, fino a’ tempi del ristoramento di tutte le cose; de’ quali Iddio ha parlato per la bocca di tutti i suoi santi profeti, fin dal principio del mondo. (I) Atti 3:22 Perciocchè Mosè stesso disse a’ padri: Il Signore Iddio vostro vi susciterà un profeta, d’infra i vostri fratelli, come me; ascoltatelo in tutte le cose ch’egli vi dirà. (I) Atti 3:23 Ed avverrà che ogni anima, che non avrà ascoltato quel profeta, sarà distrutta d’infra il popolo. (I) Atti 3:24 Ed anche tutti i profeti, fin da Samuele, e ne’ tempi seguenti, quanti hanno parlato hanno eziandio annunziati questi giorni. (I) Atti 3:25 Voi siete i figliuoli de’ profeti, e del patto che Iddio fece co’ nostri padri, dicendo ad Abrahamo: E nella tua progenie tutte le nazioni della terra saranno benedette. (I) Atti 3:26 A voi per i primi, Iddio, dopo aver suscitato Gesù suo Servitore, l’ha mandato per benedirvi, convertendo ciascuno di voi dalle sue malvagità. (I) Atti 4:1 ORA, mentre essi parlavano al popolo, i sacerdoti, e il capo del tempio, e i Sadducei, sopraggiunsero loro; (I) Atti 4:2 essendo molto crucciosi, perchè ammaestravano il popolo, ed annunziavano in Gesù la risurrezione de’ morti. (I) Atti 4:3 E misero loro le mani addosso, e li posero in prigione, fino al giorno seguente, perciocchè già era sera. (I) Atti 4:4 Or molti di coloro che aveano udita la parola credettero; e il numero degli uomini divenne intorno a cinquemila. (I) Atti 4:5 E il dì seguente, i rettori, anziani, e Scribi, si raunarono in Gerusalemme; (I) Atti 4:6 insieme con Anna, sommo sacerdote; e Caiafa, e Giovanni, ed Alessandro, e tutti quelli che erano del legnaggio sacerdotale. (I) Atti 4:7 E fatti comparir quivi in mezzo Pietro e Giovanni, domandaron loro: Con qual podestà, o in nome di chi avete voi fatto questo? (I) Atti 4:8 Allora Pietro, ripieno dello Spirito Santo, disse loro: Rettori del popolo, ed anziani d’Israele; (I) Atti 4:9 poichè oggi noi siamo esaminati intorno ad un beneficio fatto ad un uomo infermo, per saper come egli è stato sanato; (I) Atti 4:10 sia noto a tutti voi, ed a tutto il popolo d’Israele, che ciò è stato fatto nel nome di Gesù Cristo il Nazareo, che voi avete crocifisso, e il quale Iddio ha suscitato da’ morti; in virtù d’esso comparisce quest’uomo in piena sanità in presenza vostra. (I) Atti 4:11 Esso è quella pietra, che è stata da voi edificatori sprezzata, la quale è divenuta il capo del cantone. (I) Atti 4:12 E in niun altro è la salute; poichè non vi è alcun altro nome sotto il cielo, che sia dato agli uomini, per lo quale ci convenga esser salvati. (I) Atti 4:13 Or essi, veduta la franchezza di Pietro e di Giovanni; ed avendo inteso ch’erano uomini senza lettere, e idioti, si maravigliavano, e riconoscevan bene che erano stati con Gesù. (I) Atti 4:14 E veggendo quell’uomo ch’era stato guarito quivi presente con loro, non potevano dir nulla incontro. (I) Atti 4:15 Ed avendo lor comandato di uscire dal concistoro, conferivan fra loro, dicendo: (I) Atti 4:16 Che faremo a questi uomini? poichè egli è noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che un evidente miracolo è da loro stato fatto; e noi nol possiamo negare. (I) Atti 4:17 Ma, acciocchè questo non si spanda maggiormente fra il popolo, divietiam loro con severe minacce, che non parlino più ad alcun uomo in questo nome. (I) Atti 4:18 Ed avendoli chiamati, ingiunser loro che del tutto non parlassero, e non insegnassero nel nome di Gesù. (I) Atti 4:19 Ma Pietro, e Giovanni, rispondendo, dissero loro: Giudicate voi, s’egli è giusto nel cospetto di Dio, di ubbidire a voi, anzi che a Dio. (I) Atti 4:20 Poichè, quant’è a noi, non possiam non parlare le cose che abbiam vedute, ed udite. (I) Atti 4:21 Ed essi, minacciatili di nuovo, li lasciarono andare, non trovando nulla da poterli castigare, per cagion del popolo; poichè tutti glorificavano Iddio di ciò ch’era stato fatto. (I) Atti 4:22 Perciocchè l’uomo, in cui era stato fatto quel miracolo della guarigione, era d’età di più di quarant’anni. (I) Atti 4:23 Or essi, essendo stati rimandati, vennero a’ loro, e rapportaron loro tutte le cose che i principali sacerdoti, e gli anziani avean lor dette. (I) Atti 4:24 Ed essi, uditele, alzaron di pari consentimento la voce a Dio, e dissero: Signore, tu sei l’Iddio che hai fatto il cielo, e la terra, e il mare, e tutte le cose che sono in essi; (I) Atti 4:25 che hai, per lo Spirito Santo, detto per la bocca di Davide, tuo servitore: Perchè hanno fremuto le genti, ed hanno i popoli divisate cose vane? (I) Atti 4:26 I re della terra son compariti, e i principi si son raunati insieme contro al Signore, e contro al suo Cristo. (I) Atti 4:27 Poichè veramente, contro al tuo santo Figliuolo, il quale tu hai unto, si sono raunati Erode, e Ponzio Pilato, insiem co’ Gentili, e co’ popoli d’Israele; (I) Atti 4:28 per far tutte le cose, che la tua mano, e il tuo consiglio aveano innanzi determinato che fosser fatte. (I) Atti 4:29 Or al presente, Signore, riguarda alle lor minacce, e concedi ai tuoi servitori di parlar la tua parola con ogni franchezza; (I) Atti 4:30 porgendo la tua mano, acciocchè si faccian guarigioni, e segni, e prodigi, per lo nome del tuo santo Figliuolo Gesù. (I) Atti 4:31 E dopo ch’ebbero orato, il luogo ove erano raunati tremò; e furon tutti ripieni dello Spirito Santo, e parlavano la parola di Dio con franchezza. (I) Atti 4:32 E LA moltitudine di coloro che aveano creduto avea uno stesso cuore, ed una stessa anima; e niuno diceva alcuna cosa, di ciò ch’egli avea, esser sua; ma tutte le cose erano loro comuni. (I) Atti 4:33 E gli apostoli con gran forza rendevan testimonianza della risurrezion del Signor Gesù; e gran grazia era sopra tutti loro. (I) Atti 4:34 Poichè non vi era alcun bisognoso fra loro; perciocchè tutti coloro che possedevan poderi, o case, vendendole, portavano il prezzo delle cose vendute, (I) Atti 4:35 e lo mettevano a’ piedi degli apostoli; e poi era distribuito a ciascuno, secondo ch’egli avea bisogno. (I) Atti 4:36 Or Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba il che, interpretato, vuol dire: Figliuol di consolazione, Levita, Cipriota di nazione, (I) Atti 4:37 avendo un campo, lo vendè, e portò i danari, e li pose a’ piedi degli apostoli. (I) Atti 5:1 Ma un certo uomo, chiamato per nome Anania, con Saffira, sua moglie, vendè una possessione; (I) Atti 5:2 e frodò del prezzo, con saputa della sua moglie; e, portatane una parte, la pose a’ piedi degli apostoli. (I) Atti 5:3 Ma Pietro disse: Anania, perchè ha Satana riempito il cuor tuo, per mentire allo Spirito Santo, e frodar del prezzo della possessione? (I) Atti 5:4 S’ella restava, non restava ella a te? ed essendo venduta, non era ella in tuo potere? perchè ti sei messo in cuore questa cosa? tu non hai mentito agli uomini, ma a Dio. (I) Atti 5:5 Ed Anania, udendo queste parole, cadde, e spirò. E gran paura venne a tutti coloro che udirono queste cose. (I) Atti 5:6 E i giovani, levatisi, lo tolsero via; e, portatolo fuori, lo seppellirono. (I) Atti 5:7 Or avvenne intorno a tre ore appresso, che la moglie d’esso, non sapendo ciò che era avvenuto, entrò. (I) Atti 5:8 E Pietro le fece motto, dicendo: Dimmi, avete voi cotanto venduta la possessione? Ed ella rispose: Sì, cotanto. (I) Atti 5:9 E Pietro le disse: Perchè vi siete convenuti insieme di tentar lo Spirito del Signore? ecco, i piedi di coloro che hanno seppellito il tuo marito sono all’uscio, ed essi ti porteranno via. (I) Atti 5:10 Ed ella in quello stante cadde ai piedi d’esso e spirò. E i giovani, entrati, la trovarono morta; e, portatala via, la seppellirono presso al suo marito. (I) Atti 5:11 E gran paura ne venne alla chiesa, e a tutti coloro che udivano queste cose. (I) Atti 5:12 E molti segni e prodigi eran fatti fra il popolo per le mani degli apostoli; ed essi tutti di pari consentimento si ritrovavano nel portico di Salomone. (I) Atti 5:13 E niuno degli altri ardiva aggiungersi con loro; ma il popolo li magnificava. (I) Atti 5:14 E di più in più si aggiungevano persone che credevano al Signore, uomini e donne, in gran numero. (I) Atti 5:15 Talchè portavan gl’infermi per le piazze, e li mettevano sopra letti, e letticelli; acciocchè, quando Pietro venisse, l’ombra sua almeno adombrasse alcun di loro. (I) Atti 5:16 La moltitudine ancora delle città circonvicine accorreva in Gerusalemme, portando i malati, e coloro ch’erano tormentati dagli spiriti immondi; i quali tutti erano sanati. (I) Atti 5:17 OR il sommo sacerdote si levò, insieme con tutti coloro ch’erano con lui, ch’era la setta de’ Sadducei, essendo ripieni d’invidia; (I) Atti 5:18 e misero le mani sopra gli apostoli, e li posero nella prigion pubblica. (I) Atti 5:19 Ma un angelo del Signore di notte aperse le porte della prigione; e, condottili fuori, disse loro: (I) Atti 5:20 Andate, e presentatevi nel tempio, e ragionate al popolo tutte le parole di questa vita. (I) Atti 5:21 Ed essi, avendo ciò udito, entrarono in su lo schiarir del dì nel tempio, ed insegnavano. Or il sommo sacerdote, e coloro che erano con lui, vennero e raunarono il concistoro, e tutti gli anziani de’ figliuoli d’Israele, e mandarono nella prigione, per far menar davanti a loro gli apostoli. (I) Atti 5:22 Ma i sergenti, giunti alla prigione, non ve li trovarono; laonde ritornarono, e fecero il lor rapporto, dicendo: (I) Atti 5:23 Noi abbiam ben trovata la prigione serrata con ogni diligenza, e le guardie in piè avanti le porte; ma, avendole aperte, non vi abbiamo trovato alcuno dentro. (I) Atti 5:24 Ora, come il sommo sacerdote, e il capo del tempio, e i principali sacerdoti ebbero udite queste cose, erano in dubbio di loro, che cosa ciò potesse essere. (I) Atti 5:25 Ma un certo uomo sopraggiunse, il qual rapportò, e disse loro: Ecco, quegli uomini che voi metteste in prigione, son nel tempio, e stanno quivi, ammaestrando il popolo. (I) Atti 5:26 Allora il capo del tempio, co’ sergenti, andò là, e li menò, non però con violenza; perciocchè temevano il popolo, che non fossero lapidati. (I) Atti 5:27 E, avendoli menati, li presentarono al concistoro; e il sommo sacerdote li domandò, dicendo: (I) Atti 5:28 Non vi abbiam noi del tutto vietato d’insegnare in cotesto nome? e pure ecco, voi avete ripiena Gerusalemme della vostra dottrina, e volete trarci addosso il sangue di cotesto uomo. (I) Atti 5:29 Ma Pietro, e gli altri apostoli, rispondendo, dissero: Conviene ubbidire anzi a Dio che agli uomini. (I) Atti 5:30 L’Iddio de’ padri nostri ha suscitato Gesù, il qual voi uccideste, avendolo appiccato al legno. (I) Atti 5:31 Ma Iddio l’ha esaltato con la sua destra, e l’ha fatto Principe e Salvatore, per dar ravvedimento ad Israele, e remission de’ peccati. (I) Atti 5:32 E noi gli siam testimoni di queste cose che diciamo; ed anche lo Spirito Santo, il quale Iddio ha dato a coloro che gli ubbidiscono. (I) Atti 5:33 Ma essi, avendo udite queste cose, scoppiavano d’ira, e consultavano d’ucciderli. (I) Atti 5:34 Ma un certo Fariseo, chiamato per nome Gamaliele, dottor della legge, onorato presso tutto il popolo, levatosi in piè nel concistoro, comandò che gli apostoli fosser un poco messi fuori. (I) Atti 5:35 Poi disse a que’ del concistoro: Uomini Israeliti, prendete guardia intorno a questi uomini, che cosa voi farete. (I) Atti 5:36 Perciocchè, avanti questo tempo sorse Teuda, dicendosi esser qualche gran cosa, presso al quale si accolsero intorno a quattrocento uomini; ed egli fu ucciso, e tutti coloro che gli aveano prestata fede furon dissipati, e ridotti a nulla. (I) Atti 5:37 Dopo lui sorse Giuda il Galileo, a’ dì della rassegna, il quale sviò dietro a sè molto popolo; ed egli ancora perì, e tutti coloro che gli aveano prestata fede furon dispersi. (I) Atti 5:38 Ora dunque, io vi dico, non vi occupate più di questi uomini, e lasciateli; perciocchè, se questo consiglio, o quest’opera è dagli uomini, sarà dissipata; (I) Atti 5:39 ma, se pure è da Dio, voi non la potete dissipare; e guardatevi che talora non siate ritrovati combattere eziandio con Dio. (I) Atti 5:40 Ed essi gli acconsentirono. E, chiamati gli apostoli, li batterono, ed ingiunsero loro che non parlassero nel nome di Gesù; poi li lasciarono andare. (I) Atti 5:41 Ed essi se ne andarono dalla presenza del concistoro, rallegrandosi d’essere stati reputati degni d’esser vituperati per lo nome di Gesù. (I) Atti 5:42 Ed ogni giorno, nel tempio, e per le case, non restavano d’insegnare, e d’evangelizzar Gesù Cristo. (I) Atti 6:1 OR in que’ giorni, moltiplicando i discepoli, avvenne un mormorio de’ Greci contro agli Ebrei, perciocchè le lor vedove erano sprezzate nel ministerio cotidiano. (I) Atti 6:2 E i dodici, raunata la moltitudine de’ discepoli, dissero: Egli non è convenevole che noi, lasciata la parola di Dio, ministriamo alle mense. (I) Atti 6:3 Perciò, fratelli, avvisate di trovar fra voi sette uomini, de’ quali si abbia buona testimonianza, pieni di Spirito Santo, e di sapienza, i quali noi costituiamo sopra quest’affare. (I) Atti 6:4 E quant’è a noi, noi persevereremo nelle orazioni, e nel ministerio della parola. (I) Atti 6:5 E questo ragionamento piacque a tutta la moltitudine; ed elessero: Stefano, uomo pieno di fede, e di Spirito Santo, e Filippo, e Procoro, e Nicanor, e Timon, e Parmena, e Nicolao, proselito Antiocheno. (I) Atti 6:6 I quali presentarono davanti agli apostoli; ed essi, dopo avere orato, imposero lor le mani. (I) Atti 6:7 E la parola di Dio cresceva, e il numero de’ discepoli moltiplicava grandemente in Gerusalemme; gran moltitudine eziandio de’ sacerdoti ubbidiva alla fede. (I) Atti 6:8 OR Stefano, pieno di fede, e di potenza, faceva gran prodigi, e segni, fra il popolo. (I) Atti 6:9 Ed alcuni di que’ della sinagoga, detta de’ Liberti, e de’ Cirenei, e degli Alessandrini, e di que’ di Cilicia, e d’Asia, si levarono, disputando con Stefano. (I) Atti 6:10 E non potevano resistere alla sapienza, ed allo Spirito, per lo quale egli parlava. (I) Atti 6:11 Allora suscitarono degli uomini che dicessero: Noi l’abbiamo udito tener ragionamenti di bestemmia, contro a Mosè, e contro a Dio. (I) Atti 6:12 E commossero il popolo, e gli anziani, e gli Scribi; e venutigli addosso, lo rapirono, e lo menarono al concistoro. (I) Atti 6:13 E presentarono de’ falsi testimoni, che dicevano: Quest’uomo non resta di tener ragionamenti di bestemmia contro a questo santo luogo, e la legge. (I) Atti 6:14 Perciocchè noi abbiamo udito ch’egli diceva, che questo Gesù il Nazareo distruggerà questo luogo, e muterà i riti che Mosè ci ha dati. (I) Atti 6:15 E tutti coloro che sedevano nel concistoro, avendo affissati in lui gli occhi, videro la sua faccia simile alla faccia di un angelo. (I) Atti 7:1 E il sommo sacerdote gli disse: Stanno queste cose in questa maniera? (I) Atti 7:2 Ed egli disse: Uomini fratelli, e padri, ascoltate: L’Iddio della gloria apparve ad Abrahamo, nostro padre, mentre egli era in Mesopotamia, innanzi che abitasse in Carran; (I) Atti 7:3 e gli disse: Esci dal tuo paese, e dal tuo parentado, e vieni in un paese il quale io ti mostrerò. (I) Atti 7:4 Allora egli uscì dal paese de’ Caldei, ed abitò in Carran; e di là, dopo che suo padre fu morto, Iddio gli fece mutare stanza, e venire in questo paese, nel quale ora voi abitate. (I) Atti 7:5 E non gli diede alcuna eredità in esso, non pure un piè di terra. Or gli avea promesso di darlo in possessione a lui, ed alla sua progenie dopo lui, allora ch’egli non avea ancora alcun figliuolo. (I) Atti 7:6 Ma Iddio parlò così, che la sua progenie dimorerebbe come forestiera in paese strano; e che quivi sarebbe tenuta in servitù, e maltrattata quattrocent’anni. (I) Atti 7:7 Ma, disse Iddio, io farò giudicio della nazione alla quale avranno servito; e poi appresso usciranno, e mi serviranno in questo luogo. (I) Atti 7:8 E gli diede il patto della circoncisione; e così Abrahamo generò Isacco; e lo circoncise nell’ottavo giorno; ed Isacco generò Giacobbe, e Giacobbe i dodici patriarchi. (I) Atti 7:9 E i patriarchi, portando invidia a Giuseppe, lo venderono per esser menato in Egitto; e Iddio era con lui. (I) Atti 7:10 E lo liberò di tutte le sue afflizioni, e gli diede grazia, e sapienza davanti a Faraone, re di Egitto, il qual lo costituì governatore sopra l’Egitto, e sopra tutta la sua casa. (I) Atti 7:11 Or soppravvenne una fame, e gran distretta a tutto il paese d’Egitto, e di Canaan; e i nostri padri non trovavano vittuaglia. (I) Atti 7:12 E Giacobbe, avendo udito che in Egitto v’era del grano, vi mandò la prima volta i nostri padri. (I) Atti 7:13 E nella seconda, Giuseppe fu riconosciuto da’ suoi fratelli, e il legnaggio di Giuseppe fu fatto manifesto a Faraone. (I) Atti 7:14 E Giuseppe mandò a chiamar Giacobbe, suo padre, e tutto il suo parentado, ch’era di settantacinque anime. (I) Atti 7:15 E Giacobbe scese in Egitto, e morì egli, e i padri nostri. (I) Atti 7:16 E furono trasportati in Sichem, e posti nel sepolcro, il quale Abrahamo avea per prezzo di danari comperato da’ figliuoli d’Emmor, padre di Sichem. (I) Atti 7:17 Ora, come si avvicinava il tempo della promessa, la quale Iddio avea giurata ad Abrahamo, il popolo crebbe, e moltiplicò in Egitto. (I) Atti 7:18 Finchè sorse un altro re in Egitto, il qual non avea conosciuto Giuseppe. (I) Atti 7:19 Costui, procedendo cautamente contro al nostro legnaggio, trattò male i nostri padri, facendo loro esporre i lor piccoli fanciulli, acciocchè non allignassero. (I) Atti 7:20 In quel tempo nacque Mosè ed era divinamente bello; e fu nudrito tre mesi in casa di suo padre. (I) Atti 7:21 Poi appresso, essendo stato esposto, la figliuola di Faraone lo raccolse, e se l’allevò per figliuolo. (I) Atti 7:22 E Mosè fu ammaestrato in tutta la sapienza degli Egizi; ed era potente ne’ suoi detti e fatti. (I) Atti 7:23 E, quando egli fu pervenuto all’età di quarant’anni, gli montò nel cuore d’andare a visitare i suoi fratelli, i figliuoli d’Israele. (I) Atti 7:24 E, vedutone uno a cui era fatto torto, egli lo soccorse; e fece la vendetta dell’oppressato, uccidendo l’Egizio. (I) Atti 7:25 Or egli stimava che i suoi fratelli intendessero che Iddio era per dar loro salute per man sua; ma essi non l’intesero. (I) Atti 7:26 E il giorno seguente egli comparve fra loro, mentre contendevano; ed egli li incitò a pace, dicendo: O uomini, voi siete fratelli, perchè fate torto gli uni agli altri? (I) Atti 7:27 Ma colui che faceva torto al suo prossimo lo ributtò, dicendo: Chi ti ha costituito principe, e giudice sopra noi? (I) Atti 7:28 Vuoi uccidere me, come ieri uccidesti l’Egizio? (I) Atti 7:29 E a questa parola Mosè fuggì, e dimorò come forestiere nel paese di Madian, ove generò due figliuoli. (I) Atti 7:30 E in capo a quarant’anni, l’angelo del Signore gli apparve nel deserto del monte Sina in una fiamma di fuoco d’un pruno. (I) Atti 7:31 E Mosè, avendola veduta, si maravigliò di quella visione; e come egli si accostava per considerar che cosa fosse, la voce del Signore gli fu indirizzata, dicendo: (I) Atti 7:32 Io son l’Iddio de’ tuoi padri, l’Iddio d’Abrahamo, e l’Iddio d’Isacco, e l’Iddio di Giacobbe. E Mosè, divenuto tutto tremante, non ardiva por mente che cosa fosse. (I) Atti 7:33 E il Signore gli disse: Sciogli il calzamento de’ tuoi piedi, perciocchè il luogo nel qual tu stai è terra santa. (I) Atti 7:34 Certo, io ho veduta l’afflizion del mio popolo ch’è in Egitto, ed ho uditi i lor sospiri, e son disceso per liberarli; or dunque, vieni, io ti manderò in Egitto. (I) Atti 7:35 Quel Mosè, il quale aveano rinnegato, dicendo: Chi ti ha costituito principe, e giudice? esso mandò loro Iddio per rettore, e liberatore, per la man dell’angelo, che gli era apparito nel pruno. (I) Atti 7:36 Esso li condusse fuori, avendo fatti segni, e prodigi nel paese di Egitto, e nel mar Rosso, e nel deserto, lo spazio di quarant’anni. (I) Atti 7:37 Quel Mosè, il qual disse a’ figliuoli d’Israele: Il Signore Iddio vostro vi susciterà un Profeta d’infra i vostri fratelli, come me; ascoltatelo; (I) Atti 7:38 esso è quel che nella raunanza nel deserto, fu con l’angelo che parlava a lui nel monte Sina, e co’ padri nostri; e ricevette le parole viventi, per darcele. (I) Atti 7:39 Al quale i padri nostri non vollero essere ubbidienti; anzi lo ributtarono, e si rivoltarono co’ lor cuori all’Egitto; (I) Atti 7:40 dicendo ad Aaronne: Facci degl’iddii, che vadano davanti a noi; perciocchè quant’è a questo Mosè, che ci ha condotti fuor del paese di Egitto, noi non sappiamo quel che gli sia avvenuto. (I) Atti 7:41 E in que’ giorni fecero un vitello, ed offersero sacrificio all’idolo, e si rallegrarono nelle opere delle lor mani. (I) Atti 7:42 E Iddio si rivoltò indietro, e li diede a servire all’esercito del cielo; come egli è scritto nel libro de’ profeti: Casa d’Israele, mi offeriste voi sacrificii, ed offerte, lo spazio di quarant’anni nel deserto? (I) Atti 7:43 Anzi, voi portaste il tabernacolo di Moloc, e la stella del vostro dio Refan; le figure, le quali voi avevate fatte per adorarle; perciò, io vi trasporterò di là da Babilonia. (I) Atti 7:44 Il tabernacolo della testimonianza fu appresso i nostri padri nel deserto, come avea comandato colui che avea detto a Mosè, che lo facesse secondo la forma ch’egli avea veduta. (I) Atti 7:45 Il quale ancora i padri nostri ricevettero, e lo portarono con Giosuè, nel paese ch’era stato posseduto da’ Gentili, i quali Iddio scacciò d’innanzi a’ padri nostri; e quivi dimorò fino a’ giorni di Davide. (I) Atti 7:46 Il qual trovò grazia nel cospetto di Dio, e chiese di trovare una stanza all’Iddio di Giacobbe. (I) Atti 7:47 Ma Salomone fu quello che gli edificò una casa. (I) Atti 7:48 Ma l’Altissimo non abita in templi fatti per opera di mani; siccome dice il profeta: (I) Atti 7:49 Il cielo è il mio trono, e la terra lo scannello de’ miei piedi; qual casa mi edifichereste voi? dice il Signore; o qual sarebbe il luogo del mio riposo? (I) Atti 7:50 Non ha la mia mano fatte tutte queste cose? (I) Atti 7:51 Uomini di collo duro, ed incirconcisi di cuore e di orecchi, voi contrastate sempre allo Spirito Santo; come fecero i padri vostri, così fate ancora voi. (I) Atti 7:52 Qual de’ profeti non perseguitarono i padri vostri? Uccisero eziandio coloro che innanzi annunziavano la venuta del Giusto, del qual voi al presente siete stati traditori, ed ucciditori. (I) Atti 7:53 Voi, che avete ricevuta la legge, facendone gli angeli le pubblicazioni, e non l’avete osservata. (I) Atti 7:54 Or essi, udendo queste cose, scoppiavano ne’ lor cuori, e digrignavano i denti contro a lui. (I) Atti 7:55 Ma egli, essendo pieno dello Spirito Santo, affissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio, e Gesù che stava alla destra di Dio. (I) Atti 7:56 E disse: Ecco, io veggo i cieli aperti, ed il Figliuol dell’uomo che sta alla destra di Dio. (I) Atti 7:57 Ma essi, gettando di gran gridi, si turarono gli orecchi, e tutti insieme di pari consentimento si avventarono sopra lui. (I) Atti 7:58 E cacciatolo fuor della città, lo lapidavano; ed i testimoni miser giù le lor veste a’ piedi d’un giovane, chiamato Saulo. (I) Atti 7:59 E lapidavano Stefano, che invocava Gesù, e diceva: Signore Gesù, ricevi il mio spirito. (I) Atti 7:60 Poi, postosi in ginocchioni, gridò ad alta voce: Signore, non imputar loro questo peccato. E detto questo, si addormentò. (I) Atti 8:1 OR Saulo era consenziente alla morte d’esso. Ed in quel tempo vi fu gran persecuzione contro alla chiesa ch’era in Gerusalemme; e tutti furono dispersi per le contrade della Giudea, e della Samaria, salvo gli apostoli. (I) Atti 8:2 Ed alcuni uomini religiosi portarono a seppellire Stefano, e fecero gran cordoglio di lui. (I) Atti 8:3 Ma Saulo disertava la chiesa, entrando di casa in casa; e trattine uomini e donne, li metteva in prigione. (I) Atti 8:4 Coloro adunque che furono dispersi andavano attorno, evangelizzando la parola. (I) Atti 8:5 E Filippo discese nella città di Samaria, e predicò loro Cristo. (I) Atti 8:6 E le turbe di pari consentimento attendevano alle cose dette da Filippo, udendo, e veggendo i miracoli ch’egli faceva. (I) Atti 8:7 Poichè gli spiriti immondi uscivano di molti che li aveano, gridando con gran voce; molti paralitici ancora, e zoppi, erano sanati. (I) Atti 8:8 E vi fu grande allegrezza in quella città. (I) Atti 8:9 Or in quella città era prima stato un uomo, chiamato per nome Simone, che esercitava le arti magiche, e seduceva la gente di Samaria, dicendosi esser qualche grand’uomo. (I) Atti 8:10 E tutti, dal maggiore al minore, attendevano a lui, dicendo: Costui è la gran potenza di Dio. (I) Atti 8:11 Ora attendevano a lui, perciocchè già da lungo tempo li avea dimentati con le sue arti magiche. (I) Atti 8:12 Ma, quando ebbero creduto a Filippo, il quale evangelizzava le cose appartenenti al regno di Dio, ed al nome di Gesù Cristo, furono battezzati tutti, uomini e donne. (I) Atti 8:13 E Simone credette anch’egli; ed essendo stato battezzato, si riteneva del continuo con Filippo; e, veggendo le potenti operazioni, ed i segni ch’erano fatti, stupiva. (I) Atti 8:14 Ora, gli apostoli ch’erano in Gerusalemme, avendo inteso che Samaria avea ricevuta la parola di Dio, mandarono loro Pietro e Giovanni. (I) Atti 8:15 I quali, essendo discesi là, orarono per loro, acciocchè ricevessero lo Spirito Santo. (I) Atti 8:16 Perciocchè esso non era ancor caduto sopra alcun di loro; ma solamente erano stati battezzati nel nome del Signor Gesù. (I) Atti 8:17 Allora imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo. (I) Atti 8:18 Or Simone, veggendo che per l’imposizion delle mani degli apostoli, lo Spirito Santo era dato, proferse lor danari, dicendo: (I) Atti 8:19 Date ancora a me questa podestà, che colui al quale io imporrò le mani riceva lo Spirito Santo. (I) Atti 8:20 Ma Pietro gli disse: Vadano i tuoi danari teco in perdizione, poichè tu hai stimato che il dono di Dio si acquisti con danari. (I) Atti 8:21 Tu non hai parte, nè sorte alcuna in questa parola; perciocchè il tuo cuore non è diritto davanti a Dio. (I) Atti 8:22 Ravvediti adunque di questa tua malvagità; e prega Iddio, se forse ti sarà rimesso il pensier del tuo cuore. (I) Atti 8:23 Perciocchè io ti veggo essere in fiele d’amaritudine, e in legami d’iniquità. (I) Atti 8:24 E Simone, rispondendo, disse: Fate voi per me orazione al Signore, che nulla di ciò che avete detto venga sopra me. (I) Atti 8:25 Essi adunque, dopo aver testificata, ed annunziata la parola del Signore, se ne ritornarono in Gerusalemme; ed evangelizzarono a molte castella de’ Samaritani. (I) Atti 8:26 OR un angelo del Signore parlò a Filippo, dicendo: Levati, e vattene verso il mezzodì, alla via che scende di Gerusalemme in Gaza, la quale è deserta. (I) Atti 8:27 Ed egli, levatosi, vi andò; ed ecco un uomo Etiopo, eunuco, barone di Candace, regina degli Etiopi, ch’era soprantendente di tutti i tesori d’essa, il quale era venuto in Gerusalemme per adorare. (I) Atti 8:28 Or egli se ne tornava; e, sedendo sopra il suo carro, leggeva il profeta Isaia. (I) Atti 8:29 E lo Spirito disse a Filippo: Accostati, e giungi questo carro. (I) Atti 8:30 E Filippo accorse, ed udì ch’egli leggeva il profeta Isaia, e gli disse: Intendi tu le cose che tu leggi? (I) Atti 8:31 Ed egli disse: E come potrei io intenderle, se non che alcuno mi guidi? E pregò Filippo che montasse, e sedesse con lui. (I) Atti 8:32 Or il luogo della scrittura ch’egli leggeva era questo: Egli è stato menato all’uccisione, come una pecora; ed a guisa d’agnello che è mutolo dinanzi a colui che lo tosa, così egli non ha aperta la sua bocca. (I) Atti 8:33 Per lo suo abbassamento la sua condannazione è stata tolta; ma chi racconterà la sua età? poichè la sua vita è stata tolta dalla terra. (I) Atti 8:34 E l’eunuco fece motto a Filippo, e disse: Di cui, ti prego, dice questo il profeta? lo dice di sè stesso, o pur d’un altro? (I) Atti 8:35 E Filippo, avendo aperta la bocca, e cominciando da questa scrittura, gli evangelizzò Gesù. (I) Atti 8:36 E, mentre andavano al lor cammino, giunsero ad una cert’acqua. E l’eunuco disse: Ecco dell’acqua, che impedisce che io non sia battezzato? (I) Atti 8:37 E Filippo disse: Se tu credi con tutto il cuore, egli è lecito. Ed egli, rispondendo, disse: Io credo che Gesù Cristo è il Figliuol di Dio. (I) Atti 8:38 E comandò che il carro si fermasse; ed amendue, Filippo e l’eunuco, disceser nell’acqua; e Filippo lo battezzò. (I) Atti 8:39 E quando furono saliti fuori dell’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo, e l’eunuco nol vide più; perciocchè egli andò a suo cammino tutto allegro. (I) Atti 8:40 E Filippo si ritrovò in Azot; e, passando, evangelizzò a tutte le città, finchè venne in Cesarea. (I) Atti 9:1 OR Saulo, sbuffando ancora minacce ed uccisione contro a’ discepoli del Signore, venne al sommo sacerdote; (I) Atti 9:2 e gli chiese lettere alle sinagoghe in Damasco, acciocchè, se pur ne trovava alcuni di questa setta, uomini, o donne, li menasse legati in Gerusalemme. (I) Atti 9:3 Ora, mentre era in cammino, avvenne che, avvicinandosi a Damasco, di subito una luce dal cielo gli folgorò d’intorno. (I) Atti 9:4 Ed essendo caduto in terra, udì una voce che gli diceva: Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti? (I) Atti 9:5 Ed egli disse: Chi sei, Signore? E il Signore disse: Io son Gesù, il qual tu perseguiti; egli ti è duro di ricalcitrar contro agli stimoli. (I) Atti 9:6 Ed egli, tutto tremante, e spaventato, disse: Signore, che vuoi tu ch’io faccia? E il Signore gli disse: Levati, ed entra nella città, e ti sarà detto ciò che ti convien fare. (I) Atti 9:7 Or gli uomini che facevano il viaggio con lui ristettero attoniti, udendo ben la voce, ma non veggendo alcuno. (I) Atti 9:8 E Saulo si levò da terra; ed aprendo gli occhi, non vedeva alcuno; e coloro, menandolo per la mano, lo condussero in Damasco. (I) Atti 9:9 E fu tre giorni senza vedere, ne’ quali non mangiò, e non bevve. (I) Atti 9:10 Or in Damasco v’era un certo discepolo, chiamato per nome Anania, al quale il Signore disse in visione: Anania. Ed egli disse: Eccomi, Signore. (I) Atti 9:11 E il Signore gli disse: Levati, e vattene nella strada detta Diritta; e cerca, in casa di Giuda, un uomo chiamato per nome Saulo, da Tarso; perciocchè, ecco, egli fa orazione. (I) Atti 9:12 Or egli avea veduto in visione un uomo, chiamato per nome Anania, entrare, ed imporgli la mano, acciocchè ricoverasse la vista. (I) Atti 9:13 Ed Anania rispose: Signore, io ho udito da molti di quest’uomo, quanti mali egli ha fatti a’ tuoi santi in Gerusalemme. (I) Atti 9:14 E qui eziandio ha podestà da’ principali sacerdoti di far prigioni tutti coloro che invocano il tuo nome. (I) Atti 9:15 Ma il Signore gli disse: Va’, perciocchè costui mi è un vaso eletto, da portare il mio nome davanti alle genti, ed ai re, ed a’ figliuoli d’Israele. (I) Atti 9:16 Perciocchè io gli mostrerò quante cose gli convien patire per lo mio nome. (I) Atti 9:17 Anania adunque se ne andò, ed entrò in quella casa; ed avendogli imposte le mani, disse: Fratello Saulo, il Signore Gesù, che ti è apparito per lo cammino, per lo qual tu venivi, mi ha mandato, acciocchè tu ricoveri la vista, e sii ripieno dello Spirito Santo. (I) Atti 9:18 E in quello stante gli cadder dagli occhi come delle scaglie; e subito ricoverò la vista; poi si levò, e fu battezzato. (I) Atti 9:19 Ed avendo preso cibo, si riconfortò. E SAULO stette alcuni giorni co’ discepoli ch’erano in Damasco. (I) Atti 9:20 E subito si mise a predicar Cristo nelle sinagoghe, insegnando ch’egli è il Figliuol di Dio. (I) Atti 9:21 E tutti coloro che l’udivano, stupivano, e dicevano: Non è costui quel che ha distrutti in Gerusalemme quelli che invocano questo nome? e per questo è egli eziandio venuto qua, per menarli prigioni a’ principali sacerdoti. (I) Atti 9:22 Ma Saulo vie più si rinforzava, e confondeva i Giudei che abitavano in Damasco, dimostrando che questo Gesù è il Cristo. (I) Atti 9:23 Ora, passati molti giorni, i Giudei presero insieme consiglio di ucciderlo. (I) Atti 9:24 Ma le loro insidie vennero a notizia a Saulo. Or essi facevan la guardia alle porte, giorno e notte, acciocchè lo potessero uccidere. (I) Atti 9:25 Ma i discepoli, presolo di notte, lo calarono a basso per il muro in una sporta. (I) Atti 9:26 E Saulo, quando fu giunto in Gerusalemme, tentava d’aggiungersi co’ discepoli; ma tutti lo temevano, non potendo credere ch’egli fosse discepolo. (I) Atti 9:27 Ma Barnaba lo prese, e lo menò agli apostoli, e raccontò loro come per cammino egli avea veduto il Signore, e come egli gli avea parlato, e come in Damasco avea francamente parlato nel nome di Gesù. (I) Atti 9:28 Ed egli fu con loro in Gerusalemme, andando, e venendo, e parlando francamente nel nome del Signor Gesù. (I) Atti 9:29 Egli parlava eziandio, e disputava coi Greci; ed essi cercavano d’ucciderlo. (I) Atti 9:30 Ma i fratelli, avendolo saputo, lo condussero in Cesarea, e di là lo mandarono in Tarso. (I) Atti 9:31 Così la chiesa, per tutta la Giudea, Galilea, e Samaria, avea pace, essendo edificata; e, camminando nel timor del Signore, e nella consolazion dello Spirito Santo, moltiplicava. (I) Atti 9:32 Or avvenne che Pietro, andando attorno da tutti, venne eziandio a’ santi, che abitavano in Lidda. (I) Atti 9:33 E quivi trovò un uomo, chiamato per nome Enea, il qual già da otto anni giacea in un letticello, essendo paralitico. (I) Atti 9:34 E Pietro gli disse: Enea, Gesù, che è il Cristo, ti sana; levati, e rifatti il letticello. Ed egli in quello stante si levò. (I) Atti 9:35 E tutti gli abitanti di Lidda, e di Saron, lo videro, e si convertirono al Signore. (I) Atti 9:36 Or in Ioppe v’era una certa discepola, chiamata Tabita; il qual nome, interpretato, vuol dire Cavriuola; costei era piena di buone opere, e di limosine, le quali ella faceva. (I) Atti 9:37 Ed in que’ giorni avvenne ch’ella infermò, e morì. E dopo che fu stata lavata, fu posta in una sala. (I) Atti 9:38 E, perciocchè Lidda era vicin di Ioppe, i discepoli, udito che Pietro vi era, gli mandarono due uomini, per pregarlo che senza indugio venisse fino a loro. (I) Atti 9:39 Pietro adunque si levò, e se ne venne con loro. E, come egli fu giunto, lo menarono nella sala; e tutte le vedove si presentarono a lui, piangendo, e mostrandogli tutte le robe, e le veste, che la Cavriuola faceva, mentre era con loro. (I) Atti 9:40 E Pietro, messi tutti fuori, si pose inginocchioni, e fece orazione. Poi, ricoltosi al corpo, disse: Tabita, levati. Ed ella aperse gli occhi; e, veduto Pietro, si levò a sedere. (I) Atti 9:41 Ed egli le diè la mano, e la sollevò; e, chiamati i santi e le vedove, la presentò loro in vita. (I) Atti 9:42 E ciò fu saputo per tutta Ioppe, e molti credettero nel Signore. (I) Atti 9:43 E Pietro dimorò molti giorni in Ioppe, in casa d’un certo Simone coiaio. (I) Atti 10:1 OR v’era in Cesarea un certo uomo chiamato per nome Cornelio, centurione della schiera detta Italica. (I) Atti 10:2 Esso, essendo uomo pio e temente Iddio, con tutta la sua casa, e facendo molte limosine al popolo, e pregando Iddio del continuo, (I) Atti 10:3 vide chiaramente in visione, intorno l’ora nona del giorno, un angelo di Dio, che entrò a lui, e gli disse: Cornelio. (I) Atti 10:4 Ed egli, riguardatolo fiso, e tutto spaventato, disse: Che v’è, Signore? E l’angelo gli disse: Le tue orazioni, e le tue limosine, son salite davanti a Dio per una ricordanza. (I) Atti 10:5 Or dunque, manda uomini in Ioppe, e fa’ chiamare Simone, il quale è soprannominato Pietro. (I) Atti 10:6 Egli alberga appo un certo Simone coiaio, che ha la casa presso del mare; esso ti dirà ciò ch’ei ti convien fare. (I) Atti 10:7 Ora, come l’angelo che parlava a Cornelio se ne fu partito, egli, chiamati due de’ suoi famigli, ed un soldato di que’ che si ritenevano del continuo appresso di lui, uomo pio, (I) Atti 10:8 e raccontata loro ogni cosa, li mandò in Ioppe. (I) Atti 10:9 E il giorno seguente, procedendo essi al lor cammino, ed avvicinandosi alla città, Pietro salì in sul tetto della casa, intorno l’ora sesta, per fare orazione. (I) Atti 10:10 Or avvenne ch’egli ebbe gran fame, e desiderava prender cibo; e come que’ di casa gliene apparecchiavano, gli venne un ratto di mente. (I) Atti 10:11 E vide il cielo aperto, ed una vela simile ad un gran lenzuolo, che scendeva sopra lui, legato per li quattro capi, e calato in terra; (I) Atti 10:12 nella quale vi erano degli animali terrestri a quattro piedi, e delle fiere, e de’ rettili, e degli uccelli del cielo d’ogni maniera. (I) Atti 10:13 Ed una voce gli fu indirizzata, dicendo: Levati, Pietro, ammazza, e mangia. (I) Atti 10:14 Ma Pietro disse: In niun modo, Signore, poichè io non ho giammai mangiato nulla d’immondo, nè di contaminato. (I) Atti 10:15 E la voce gli disse la seconda volta: Le cose che Iddio ha purificate, non farle tu immonde. (I) Atti 10:16 Or questo avvenne fino a tre volte; e poi la vela fu ritratta in cielo. (I) Atti 10:17 E come Pietro era in dubbio in sè stesso che cosa potesse esser quella visione ch’egli avea veduta, ecco, gli uomini mandati da Cornelio, avendo domandato della casa di Simone, furono alla porta. (I) Atti 10:18 E chiamato alcuno, domandarono se Simone, soprannominato Pietro, albergava ivi entro. (I) Atti 10:19 E come Pietro era pensoso intorno alla visione, lo Spirito gli disse: Ecco, tre uomini ti cercano. (I) Atti 10:20 Levati adunque, e scendi, e va’ con loro, senza farne difficoltà, perciocchè io li ho mandati. (I) Atti 10:21 E Pietro, sceso agli uomini che gli erano stati mandati da Cornelio, disse loro: Ecco, io son quello che voi cercate; quale è la cagione per la qual siete qui? (I) Atti 10:22 Ed essi dissero: Cornelio, centurione, uomo giusto e temente Iddio, e del quale rende buona testimonianza tutta la nazion de’ Giudei, è stato divinamente avvisato da un santo angelo di farti chiamare in casa sua, e d’udir ragionamenti da te. (I) Atti 10:23 Pietro adunque, avendoli convitati d’entrare in casa, li albergò; poi, il giorno seguente, andò con loro; ed alcuni de’ fratelli di que’ di Ioppe l’accompagnarono. (I) Atti 10:24 E il giorno appresso entrarono in Cesarea. Or Cornelio li aspettava, avendo chiamati i suoi parenti ed i suoi intimi amici. (I) Atti 10:25 E come Pietro entrava, Cornelio, fattoglisi incontro, gli si gittò a’ piedi, e l’adorò. (I) Atti 10:26 Ma Pietro lo sollevò, dicendo: Levati, io ancora sono uomo. (I) Atti 10:27 E ragionando con lui, entrò, e trovò molti, che si erano quivi raunati. (I) Atti 10:28 Ed egli disse loro: Voi sapete come non è lecito ad un uomo Giudeo aggiungersi con uno strano, od entrare in casa sua; ma Iddio mi ha mostrato di non chiamare alcun uomo immondo, o contaminato. (I) Atti 10:29 Perciò ancora, essendo stato mandato a chiamare, io son venuto senza contradire. Io vi domando adunque: Per qual cagione mi avete mandato a chiamare? (I) Atti 10:30 E Cornelio disse: Quattro giorni sono, che io fino a quest’ora era digiuno, ed alle nove ore io faceva orazione in casa mia; ed ecco, un uomo si presentò davanti a me, in vestimento risplendente, e disse: (I) Atti 10:31 Cornelio, la tua orazione è stata esaudita, e le tue limosine sono state ricordate nel cospetto di Dio. (I) Atti 10:32 Manda adunque in Ioppe, e chiama di là Simone, soprannominato Pietro; egli alberga in casa di Simone coiaio, presso del mare; quando egli sarà venuto, egli ti parlerà. (I) Atti 10:33 Perciò, in quello stante io mandai a te, e tu hai fatto bene di venire; ed ora noi siamo tutti qui presenti davanti a Dio, per udir tutte le cose che ti sono da Dio state ordinate. (I) Atti 10:34 Allora Pietro, aperta la bocca, disse: In verità io comprendo, che Iddio non ha riguardo alla qualità delle persone; (I) Atti 10:35 anzi che in qualunque nazione, chi lo teme, ed opera giustamente, gli è accettevole; (I) Atti 10:36 secondo la parola ch’egli ha mandata a’ figliuoli d’Israele, evangelizzando pace per Gesù Cristo, ch’è il Signor di tutti. (I) Atti 10:37 Voi sapete ciò che è avvenuto per tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo che Giovanni predicò: (I) Atti 10:38 come Iddio ha unto di Spirito Santo, e di potenza, Gesù di Nazaret, il quale andò attorno facendo beneficii, e sanando tutti coloro che erano posseduti dal diavolo, perciocchè Iddio era con lui. (I) Atti 10:39 E noi siamo testimoni, di tutte le cose ch’egli ha fatte nel paese de’ Giudei, e in Gerusalemme; il quale ancora essi hanno ucciso, appiccandolo al legno. (I) Atti 10:40 Esso ha Iddio risuscitato nel terzo giorno, ed ha fatto che egli è stato manifestato. (I) Atti 10:41 Non già a tutto il popolo, ma a’ testimoni prima da Dio ordinati, cioè a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui, dopo ch’egli fu risuscitato da’ morti. (I) Atti 10:42 Ed egli ci ha comandato di predicare al popolo, e di testimoniare ch’egli è quello che da Dio è stato costituito Giudice de’ vivi e de’ morti. (I) Atti 10:43 A lui rendono testimonianza tutti i profeti: che chiunque crede in lui, riceve remission de’ peccati per lo nome suo. (I) Atti 10:44 Mentre Pietro teneva ancora questi ragionamenti, lo Spirito Santo cadde sopra tutti coloro che udivano la parola. (I) Atti 10:45 E tutti i fedeli della circoncisione, i quali eran venuti con Pietro, stupirono che il dono dello Spirito Santo fosse stato sparso eziandio sopra i Gentili. (I) Atti 10:46 Poichè li udivano parlar diverse lingue, e magnificare Iddio. (I) Atti 10:47 Allora Pietro prese a dire: Può alcuno vietar l’acqua, che non sieno battezzati costoro che hanno ricevuto lo Spirito Santo, come ancora noi? (I) Atti 10:48 Ed egli comandò che fossero battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora essi lo pregarono che dimorasse quivi alquanti giorni. (I) Atti 11:1 OR gli apostoli, ed i fratelli ch’erano per la Giudea, intesero che i Gentili aveano anch’essi ricevuta la parola di Dio. (I) Atti 11:2 E quando Pietro fu salito in Gerusalemme, que’ della circoncisione quistionavano con lui, dicendo: (I) Atti 11:3 Tu sei entrato in casa d’uomini incirconcisi, ed hai mangiato con loro. (I) Atti 11:4 Ma Pietro, cominciato da capo, dichiarò loro per ordine tutto il fatto, dicendo: (I) Atti 11:5 Io era nella città di Ioppe, orando; ed in ratto di mente vidi una visione, cioè una certa vela, simile ad un gran lenzuolo, il quale scendeva, essendo per li quattro capi calato giù dal cielo; ed esso venne fino a me. (I) Atti 11:6 Ed io, riguardando fiso in esso, scorsi, e vidi degli animali terrestri a quattro piedi, delle fiere, dei rettili, e degli uccelli del cielo. (I) Atti 11:7 E udii una voce che mi diceva: Pietro, levati, ammazza e mangia. (I) Atti 11:8 Ma io dissi: Non già, Signore; poichè nulla d’immondo, o di contaminato, mi è giammai entrato in bocca. (I) Atti 11:9 E la voce mi rispose la seconda volta dal cielo: Le cose che Iddio ha purificate, tu non farle immonde. (I) Atti 11:10 E ciò avvenne per tre volte; poi ogni cosa fu di nuovo ritratta in cielo. (I) Atti 11:11 Ed ecco, in quello stante tre uomini furono alla casa ove io era, mandati a me da Cesarea. (I) Atti 11:12 E lo Spirito mi disse che io andassi con loro, senza farne alcuna difficoltà. Or vennero ancora meco questi sei fratelli, e noi entrammo nella casa di quell’uomo. (I) Atti 11:13 Ed egli ci raccontò come egli avea veduto in casa sua un angelo, che si era presentato a lui, e gli avea detto: Manda uomini in Ioppe, e fa’ chiamare Simone, che è soprannominato Pietro; (I) Atti 11:14 il quale ti ragionerà delle cose, per le quali sarai salvato tu, e tutta la casa tua. (I) Atti 11:15 Ora, come io avea cominciato a parlare, lo Spirito Santo cadde sopra loro, come era caduto ancora sopra noi dal principio. (I) Atti 11:16 Ed io mi ricordai della parola del Signore, come egli diceva: Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo. (I) Atti 11:17 Dunque, poichè Iddio ha loro dato il dono pari come a noi ancora, che abbiam creduto nel Signore Gesù Cristo, chi era io da potere impedire Iddio? (I) Atti 11:18 Allora essi, udite queste cose, si acquetarono, e glorificarono Iddio, dicendo: Iddio adunque ha dato il ravvedimento eziandio a’ Gentili, per ottener vita? (I) Atti 11:19 OR coloro ch’erano stati dispersi per la tribolazione avvenuta per Stefano, passarono fino in Fenicia, in Cipri, e in Antiochia, non annunziando ad alcuno la parola, se non a’ Giudei soli. (I) Atti 11:20 Or di loro ve n’erano alcuni Ciprioti, e Cirenei, i quali, entrati in Antiochia, parlavano a’ Greci, evangelizzando il Signore Gesù. (I) Atti 11:21 E la mano del Signore era con loro; e gran numero di gente, avendo creduto, si convertì al Signore. (I) Atti 11:22 E la fama di loro venne agli orecchi della chiesa ch’era in Gerusalemme; laonde mandarono Barnaba, acciocchè passasse fino in Antiochia. (I) Atti 11:23 Ed esso, essendovi giunto, e veduta la grazia del Signore, si rallegrò; e confortava tutti di attenersi al Signore, con fermo proponimento di cuore. (I) Atti 11:24 Perciocchè egli era uomo da bene, e pieno di Spirito Santo, e di fede. E gran moltitudine fu aggiunta al Signore. (I) Atti 11:25 Poi Barnaba si partì, per andare in Tarso, a ricercar Saulo; ed avendolo trovato, lo menò in Antiochia. (I) Atti 11:26 Ed avvenne che per lo spazio di un anno intiero, essi si raunarono nella chiesa, ed ammaestrarono un gran popolo; e i discepoli primieramente in Antiochia furono nominati Cristiani. (I) Atti 11:27 Or in que’ giorni certi profeti scesero di Gerusalemme in Antiochia. (I) Atti 11:28 E un di loro, chiamato per nome Agabo, levatosi, significò per lo Spirito che una gran fame sarebbe in tutto il mondo; la quale ancora avvenne sotto Claudio Cesare. (I) Atti 11:29 Laonde i discepoli, ciascuno secondo le sue facoltà, determinarono di mandar a fare una sovvenzione a’ fratelli che abitavano nella Giudea; (I) Atti 11:30 il che ancora fecero, mandando quella agli anziani per le mani di Barnaba e di Saulo. (I) Atti 12:1 OR intorno a quel tempo il re Erode mise le mani a straziare alcuni di que’ della chiesa. (I) Atti 12:2 E fece morir con la spada Giacomo, fratel di Giovanni. (I) Atti 12:3 E veggendo che ciò era grato a’ Giudei, aggiunse di pigliare ancora Pietro or erano i giorni degli azzimi. (I) Atti 12:4 E presolo, lo mise in prigione, dandolo a guardare a quattro mute di soldati di quattro l’una; volendone, dopo la Pasqua, dare uno spettacolo al popolo. (I) Atti 12:5 Pietro adunque era guardato nella prigione; ma continue orazioni erano fatte della chiesa per lui a Dio. (I) Atti 12:6 Or la notte avanti che Erode ne facesse un pubblico spettacolo, Pietro dormiva in mezzo di due soldati, legato di due catene; e le guardie davanti alla porta guardavano la prigione. (I) Atti 12:7 Ed ecco, un angelo del Signore sopraggiunse, ed una luce risplendè nella casa; e l’angelo, percosso il fianco a Pietro, lo svegliò, dicendo: Levati prestamente. E le catene gli caddero dalle mani. (I) Atti 12:8 E l’angelo gli disse: Cingiti, e legati le scarpe. Ed egli fece così. Poi gli disse: Mettiti la tua veste attorno, e seguitami. (I) Atti 12:9 Pietro adunque, essendo uscito, lo seguitava, e non sapeva che fosse vero quel che si faceva dall’angelo; anzi pensava vedere una visione. (I) Atti 12:10 Ora, com’ebbero passata la prima e la seconda guardia, vennero alla porta di ferro che conduce alla città, la qual da sè stessa si aperse loro; ed essendo usciti, passarono una strada, e in quello stante l’angelo si dipartì da lui. (I) Atti 12:11 E Pietro, ritornato in sè, disse: Ora per certo conosco, che il Signore ha mandato il suo angelo, e mi ha liberato di man d’Erode, e di tutta l’aspettazion del popolo de’ Guidei. (I) Atti 12:12 E considerando la cosa, venne in casa di Maria, madre di Giovanni, soprannominato Marco, ove molti fratelli erano raunati, ed oravano. (I) Atti 12:13 Ed avendo Pietro picchiato all’uscio dell’antiporto, una fanticella, chiamata per nome Rode, si accostò chetamente per sottascoltare. (I) Atti 12:14 E, riconosciuta la voce di Pietro, per l’allegrezza non aperse la porta; anzi, corse dentro, e rapportò che Pietro stava davanti all’antiporto. (I) Atti 12:15 Ma essi le dissero: Tu farnetichi. Ed ella pure affermava che così era. Ed essi dicevano: Egli è il suo angelo. (I) Atti 12:16 Or Pietro continuava a picchiare. Ed essi, avendogli aperto, lo videro, e sbigottirono. (I) Atti 12:17 Ma egli, fatto lor cenno con la mano che tacessero, raccontò loro come il Signore l’avea tratto fuor di prigione. Poi disse: Rapportate queste cose a Giacomo, ed ai fratelli. Ed essendo uscito, andò in un altro luogo. (I) Atti 12:18 Ora, fattosi giorno, vi fu non piccol turbamento fra i soldati, che cosa Pietro fosse divenuto. (I) Atti 12:19 Ed Erode, ricercatolo, e non avendolo trovato, dopo avere esaminate le guardie, comandò che fosser menate al supplicio. Poi discese di Giudea in Cesarea, e quivi dimorò alcun tempo. (I) Atti 12:20 Or Erode era indegnato contro a’ Tirii, e Sidonii, ed avea nell’animo di far lor guerra; ma essi di pari consentimento si presentarono a lui; e, persuaso Blasto, cameriere del re, chiedevano pace; perciocchè il lor paese era nudrito di quel del re. (I) Atti 12:21 E in un certo giorno assegnato, Erode, vestito d’una vesta reale, e sedendo sopra il tribunale, arringava loro. (I) Atti 12:22 E il popolo gli fece delle acclamazioni, dicendo: Voce di Dio, e non d’uomo. (I) Atti 12:23 E in quello stante un angelo del Signore lo percosse, perciocchè non avea data gloria a Dio; e morì, roso da’ vermini. (I) Atti 12:24 Ora la parola di Dio cresceva, e moltiplicava. (I) Atti 12:25 E Barnaba, e Saulo, compiuto il servigio, ritornarono di Gerusalemme in Antiochia, avendo preso ancora seco Giovanni soprannominato Marco. (I) Atti 13:1 OR in Antiochia, nella chiesa che vi era, v’eran certi profeti, e dottori, cioè: Barnaba, e Simeone, chiamato Niger, e Lucio Cireneo, e Manaen, figliuol della nutrice di Erode il tetrarca, e Saulo. (I) Atti 13:2 E mentre facevano il pubblico servigio del Signore, e digiunavano, lo Spirito Santo disse: Appartatemi Barnaba e Saulo, per l’opera, alla quale io li ho chiamati. (I) Atti 13:3 Allora, dopo aver digiunato, e fatte orazioni, imposer loro le mani, e li accommiatarono. (I) Atti 13:4 Essi adunque, mandati dallo Spirito Santo, scesero in Seleucia, e di là navigarono in Cipri. (I) Atti 13:5 E giunti in Salamina, annunziarono la parola di Dio nelle sinagoghe de’ Giudei; or aveano ancora Giovanni per ministro. (I) Atti 13:6 Poi, traversata l’isola fino in Pafo, trovarono quivi un certo mago, falso profeta Giudeo, che avea nome Bar-Gesù. (I) Atti 13:7 Il quale era col proconsolo Sergio Paolo, uomo prudente. Costui, chiamati a sè Barnaba e Saulo, richiese d’udir la parola di Dio. (I) Atti 13:8 Ma Elima, il mago perciocchè così s’interpreta il suo nome, resisteva loro, cercando di stornare il proconsolo dalla fede. (I) Atti 13:9 E Saulo, il quale ancora fu nominato Paolo, essendo ripieno dello Spirito Santo, ed avendo affissati in lui gli occhi, disse: (I) Atti 13:10 O pieno d’ogni frode, e d’ogni malizia, figliuol del diavolo, nemico di ogni giustizia! non resterai tu mai di pervertir le diritte vie del Signore? (I) Atti 13:11 Ora dunque, ecco, la mano del Signore sarà sopra te, e sarai cieco, senza vedere il sole, fino ad un certo tempo. E in quello stante caligine e tenebre caddero sopra lui; e andando attorno, cercava chi lo menasse per la mano. (I) Atti 13:12 Allora il proconsolo, veduto ciò ch’era stato fatto, credette, essendo sbigottito della dottrina del Signore. (I) Atti 13:13 OR Paolo, e i suoi compagni si partiron di Pafo, ed arrivaron per mare in Perga di Panfilia; e Giovanni, dipartitosi da loro, ritornò in Gerusalemme. (I) Atti 13:14 Ed essi, partitisi da Perga, giunsero in Antiochia di Pisidia; ed entrati nella sinagoga nel giorno del sabato, si posero a sedere. (I) Atti 13:15 E dopo la lettura della legge e de’ profeti, i capi della sinagoga mandarono loro a dire: Fratelli, se voi avete alcun ragionamento d’esortazione a fare al popolo, ditelo. (I) Atti 13:16 Allora Paolo, rizzatosi, e fatto cenno con la mano, disse: Uomini Israeliti, e voi che temete Iddio, ascoltate. (I) Atti 13:17 L’Iddio di questo popolo Israele elesse i nostri padri, ed innalzò il popolo nella sua dimora nel paese di Egitto; e poi con braccio elevato lo trasse fuor di quello. (I) Atti 13:18 E per lo spazio d’intorno a quarant’anni, comportò i modi loro nel deserto. (I) Atti 13:19 Poi, avendo distrutte sette nazioni nel paese di Canaan, distribuì loro a sorte il paese di quelle. (I) Atti 13:20 E poi appresso, per lo spazio d’intorno a quattrocencinquant’anni, diede loro de’ Giudici, fino al profeta Samuele. (I) Atti 13:21 E da quell’ora domandarono un re; e Iddio diede loro Saulle, figliuol di Chis, uomo della tribù di Beniamino; e così passarono quarant’anni. (I) Atti 13:22 Poi Iddio, rimossolo, suscitò loro Davide per re; al quale eziandio egli rendette testimonianza, e disse: Io ho trovato Davide, il figliuolo di Iesse, uomo secondo il mio cuore, il qual farà tutte le mie volontà. (I) Atti 13:23 Della progenie di esso ha Iddio, secondo la sua promessa, suscitato ad Israele il Salvatore Gesù; (I) Atti 13:24 avendo Giovanni, avanti la venuta di lui, predicato il battesimo del ravvedimento a tutto il popolo d’Israele. (I) Atti 13:25 E come Giovanni compieva il suo corso disse: Chi pensate voi che io sia? io non son desso; ma ecco, dietro a me viene uno, di cui io non son degno di sciogliere i calzari de’ piedi. (I) Atti 13:26 Uomini fratelli, figliuoli della progenie d’Abrahamo, e que’ d’infra voi che temete Iddio, a voi è stata mandata la parola di questa salute. (I) Atti 13:27 Perciocchè gli abitanti di Gerusalemme, e i lor rettori, non avendo riconosciuto questo Gesù, condannandolo, hanno adempiuti i detti de’ profeti, che si leggono ogni sabato. (I) Atti 13:28 E benchè non trovassero in lui alcuna cagion di morte, richiesero Pilato che fosse fatto morire. (I) Atti 13:29 E, dopo ch’ebbero compiute tutte le cose che sono scritte di lui, egli fu tratto giù dal legno, e fu posto in un sepolcro. (I) Atti 13:30 Ma Iddio lo suscitò da’ morti. (I) Atti 13:31 Ed egli fu veduto per molti giorni da coloro ch’erano con lui saliti di Galilea in Gerusalemme, i quali sono i suoi testimoni presso il popolo. (I) Atti 13:32 E noi ancora vi evangelizziamo la promessa fatta a’ padri; (I) Atti 13:33 dicendovi, che Iddio l’ha adempiuta inverso noi, lor figliuoli, avendo risuscitato Gesù, siccome ancora è scritto nel salmo secondo: Tu sei il mio Figliuolo, oggi ti ho generato. (I) Atti 13:34 E perciocchè egli l’ha suscitato da’ morti, per non tornar più nella corruzione, egli ha detto così: Io vi darò le fedeli benignità promesse a Davide. (I) Atti 13:35 Perciò ancora egli dice in un altro luogo: Tu non permetterai che il tuo Santo vegga corruzione. (I) Atti 13:36 Poichè veramente Davide, avendo servito al consiglio di Dio nella sua età, si è addormentato, ed è stato aggiunto a’ suoi padri, ed ha veduta corruzione. (I) Atti 13:37 Ma colui che Iddio ha risuscitato non ha veduta corruzione. (I) Atti 13:38 Siavi adunque noto, fratelli, che per costui vi è annunziata remission de’ peccati. (I) Atti 13:39 E che di tutte le cose, onde per la legge di Mosè non siete potuti esser giustificati, chiunque crede è giustificato per mezzo di lui. (I) Atti 13:40 Guardatevi adunque, che non venga sopra voi ciò che è detto ne’ profeti: (I) Atti 13:41 Vedete, o sprezzatori, e maravigliatevi; e riguardate, e siate smarriti; perciocchè io fo un’opera a’ dì vostri, la quale voi non crederete, quando alcuno ve la racconterà. (I) Atti 13:42 Ora, quando furono usciti dalla sinagoga de’ Giudei, i Gentili li pregarono che infra la settimana le medesime cose fosser loro proposte. (I) Atti 13:43 E dopo che la raunanza si fu dipartita, molti d’infra i Giudei, e i proseliti religiosi, seguitarono Paolo e Barnaba; i quali, ragionando loro, persuasero loro di perseverar nella grazia di Dio. (I) Atti 13:44 E il sabato seguente, quasi tutta la città si raunò per udir la parola di Dio. (I) Atti 13:45 Ma i Giudei, veggendo la moltitudine, furono ripieni d’invidia, e contradicevano alle cose dette da Paolo, contradicendo e bestemmiando. (I) Atti 13:46 E Paolo, e Barnaba, usando franchezza nel lor parlare, dissero: Egli era necessario che a voi prima si annunziasse, la parola di Dio; ma, poichè la ributtate, e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco, noi ci volgiamo a’ Gentili. (I) Atti 13:47 Perciocchè così ci ha il Signore ingiunto, dicendo: Io ti ho posto per esser luce delle Genti, acciocchè tu sii in salute fino all’estremità della terra. (I) Atti 13:48 E i Gentili, udendo queste cose, si rallegrarono, e glorificavano la parola di Dio; e tutti coloro ch’erano ordinati a vita eterna credettero. (I) Atti 13:49 E la parola del Signore si spandeva per tutto il paese. (I) Atti 13:50 Ma i Giudei instigarono le donne religiose ed onorate, e i principali della città, e commossero persecuzione contro a Paolo, e contro a Barnaba, e li scacciarono da’ lor confini. (I) Atti 13:51 Ed essi, scossa la polvere de’ lor piedi contro a loro, se ne vennero in Iconio. (I) Atti 13:52 E i discepoli eran ripieni di allegrezza, e di Spirito Santo. (I) Atti 14:1 Or avvenne che in Iconio pure Paolo e Barnaba entrarono nella sinagoga dei Giudei e parlarono in maniera che una gran moltitudine di Giudei e di Greci credette. (I) Atti 14:2 Ma i Giudei, rimasti disubbidienti, misero su e inasprirono gli animi dei Gentili contro i fratelli. (I) Atti 14:3 Essi dunque dimoraron quivi molto tempo, predicando con franchezza, fidenti nel Signore, il quale rendeva testimonianza alla parola della sua grazia, concedendo che per le lor mani si facessero segni e prodigi. (I) Atti 14:4 Ma la popolazione della città era divisa; gli uni tenevano per i Giudei, e gli altri per gli apostoli. (I) Atti 14:5 Ma essendo scoppiato un moto dei Gentili e dei Giudei coi loro capi, per recare ingiuria agli apostoli e lapidarli, (I) Atti 14:6 questi, conosciuta la cosa, se ne fuggirono nelle città di Licaonia, Listra e Derba e nel paese d’intorno; (I) Atti 14:7 e quivi si misero ad evangelizzare. (I) Atti 14:8 Or in Listra c’era un certo uomo, impotente nei piedi, che stava sempre a sedere, essendo zoppo dalla nascita, e non aveva mai camminato. (I) Atti 14:9 Egli udì parlare Paolo, il quale, fissati in lui gli occhi, e vedendo che avea fede da esser sanato, (I) Atti 14:10 disse ad alta voce: Lèvati ritto in piè. Ed egli saltò su, e si mise a camminare. (I) Atti 14:11 E le turbe, avendo veduto ciò che Paolo avea fatto, alzarono la voce, dicendo in lingua licaonica: Gli dèi hanno preso forma umana, e sono discesi fino a noi. (I) Atti 14:12 E chiamavano Barnaba, Giove, e Paolo, Mercurio, perché era il primo a parlare. (I) Atti 14:13 E il sacerdote di Giove, il cui tempio era all’entrata della città, menò dinanzi alle porte tori e ghirlande, e volea sacrificare con le turbe. (I) Atti 14:14 Ma gli apostoli Barnaba e Paolo, udito ciò, si stracciarono i vestimenti, e saltarono in mezzo alla moltitudine, esclamando: (I) Atti 14:15 Uomini, perché fate queste cose? Anche noi siamo uomini della stessa natura che voi; e vi predichiamo che da queste cose vane vi convertiate all’Iddio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi; (I) Atti 14:16 che nelle età passate ha lasciato camminare nelle loro vie tutte le nazioni, (I) Atti 14:17 benché non si sia lasciato senza testimonianza, facendo del bene, mandandovi dal cielo piogge e stagioni fruttifere, dandovi cibo in abbondanza, e letizia ne’ vostri cuori. (I) Atti 14:18 E dicendo queste cose, a mala pena trattennero le turbe dal sacrificar loro. (I) Atti 14:19 Or sopraggiunsero quivi de’ Giudei da Antiochia e da Iconio; i quali, avendo persuaso le turbe, lapidarono Paolo e lo trascinaron fuori della città, credendolo morto. (I) Atti 14:20 Ma essendosi i discepoli raunati intorno a lui, egli si rialzò, ed entrò nella città; e il giorno seguente, partì con Barnaba per Derba. (I) Atti 14:21 E avendo evangelizzata quella città e fatti molti discepoli se ne tornarono a Listra, a Iconio ed Antiochia, (I) Atti 14:22 confermando gli animi dei discepoli, esortandoli a perseverare nella fede, dicendo loro che dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni. (I) Atti 14:23 E fatti eleggere per ciascuna chiesa degli anziani, dopo aver pregato e digiunato, raccomandarono i fratelli al Signore, nel quale aveano creduto. (I) Atti 14:24 E traversata la Pisidia, vennero in Panfilia. (I) Atti 14:25 E dopo aver annunziata la Parola in Perga, discesero ad Attalia; (I) Atti 14:26 e di là navigarono verso Antiochia, di dove erano stati raccomandati alla grazia di Dio, per l’opera che aveano compiuta. (I) Atti 14:27 Giunti colà e raunata la chiesa, riferirono tutte le cose che Dio avea fatte per mezzo di loro, e come avea aperta la porta della fede ai Gentili. (I) Atti 14:28 E stettero non poco tempo coi discepoli. (I) Atti 15:1 OR alcuni, discesi di Giudea, insegnavano i fratelli: Se voi non siete circoncisi, secondo il rito di Mosè, voi non potete esser salvati. (I) Atti 15:2 Onde essendo nato turbamento e quistione non piccola di Paolo e di Barnaba contro a loro, fu ordinato che Paolo, e Barnaba, ed alcuni altri di loro, salissero in Gerusalemme agli apostoli, ed anziani, per questa quistione. (I) Atti 15:3 Essi adunque, accompagnati dalla chiesa fuor della città, traversarono la Fenicia, e la Samaria, raccontando la conversion dei Gentili; e portarono grande allegrezza a tutti i fratelli. (I) Atti 15:4 Ed essendo giunti in Gerusalemme, furono accolti dalla chiesa, e dagli apostoli, e dagli anziani; e rapportarono quanto gran cose Iddio avea fatte con loro. (I) Atti 15:5 Ma, dicevano, alcuni della setta de’ Farisei, i quali hanno creduto, si son levati, dicendo che convien circoncidere i Gentili, e comandar loro d’osservar la legge di Mosè. (I) Atti 15:6 Allora gli apostoli e gli anziani si raunarono, per provvedere a questo fatto. (I) Atti 15:7 Ed essendosi mossa una gran disputazione, Pietro si levò in piè, e disse loro: Fratelli, voi sapete che già da’ primi tempi Iddio elesse fra noi me, acciocchè per la mia bocca i Gentili udissero la parola dell’evangelo, e credessero. (I) Atti 15:8 E Iddio, che conosce i cuori, ha reso loro testimonianza, dando loro lo Spirito Santo, come ancora a noi. (I) Atti 15:9 E non ha fatta alcuna differenza tra noi e loro; avendo purificati i cuori loro per la fede. (I) Atti 15:10 Ora dunque, perchè tentate Iddio, mettendo un giogo sopra il collo de’ discepoli, il qual nè i padri nostri, nè noi, non abbiam potuto portare? (I) Atti 15:11 Ma crediamo di esser salvati per la grazia del Signor Gesù Cristo, come essi ancora. (I) Atti 15:12 E tutta la moltitudine si tacque, e stavano ad ascoltar Barnaba, e Paolo, che narravano quanti segni e prodigi Iddio avea fatti per loro fra i Gentili. (I) Atti 15:13 E dopo ch’essi si furon taciuti, Giacomo prese a dire: (I) Atti 15:14 Fratelli, ascoltatemi. Simeone ha narrato come Iddio ha primieramente visitati i Gentili, per di quelli prendere un popolo nel suo nome. (I) Atti 15:15 Ed a questo si accordano le parole de’ profeti, siccome egli è scritto: (I) Atti 15:16 Dopo queste cose, io edificherò di nuovo il tabernacolo di Davide, che è caduto; e ristorerò le sue ruine, e lo ridirizzerò. (I) Atti 15:17 Acciocchè il rimanente degli uomini, e tutte le genti che si chiamano del mio nome, ricerchino il Signore, dice il Signore, che fa tutte queste cose. (I) Atti 15:18 A Dio son note ab eterno tutte le opere sue. (I) Atti 15:19 Per la qual cosa io giudico che non si dia molestia a coloro che d’infra i Gentili si convertono a Dio. (I) Atti 15:20 Ma, che si mandi loro che si astengano dalle cose contaminate per gl’idoli, dalla fornicazione, dalle cose soffogate, e dal sangue. (I) Atti 15:21 Perciocchè, quant’è a Mosè, già dalle età antiche egli ha persone che lo predicano per ogni città, essendo ogni sabato letto nelle sinagoghe. (I) Atti 15:22 Allora parve bene agli apostoli, ed agli anziani, con tutta la chiesa, di mandare in Antiochia, con Paolo e Barnaba, certi uomini eletti d’infra loro, cioè: Giuda, soprannominato Barsaba, e Sila, uomini principali tra i fratelli; (I) Atti 15:23 scrivendo per lor mani queste cose: Gli apostoli, e gli anziani, e i fratelli, a’ fratelli d’infra i Gentili, che sono in Antiochia, in Siria, ed in Cilicia, salute. (I) Atti 15:24 Perciocchè abbiamo inteso che alcuni, partiti d’infra noi, vi hanno turbati con parole, sovvertendo le anime vostre, dicendo che conviene che siate circoncisi, ed osserviate la legge; a’ quali però non ne avevamo data alcuna commissione; (I) Atti 15:25 essendoci raunati, siamo di pari consentimento convenuti in questo parere, di mandarvi certi uomini eletti, insieme co’ cari nostri Barnaba, e Paolo; (I) Atti 15:26 uomini, che hanno esposte le vite loro per lo nome del Signor nostro Gesù Cristo. (I) Atti 15:27 Abbiamo adunque mandati Giuda, e Sila, i quali ancora a bocca vi faranno intendere le medesime cose. (I) Atti 15:28 Perciocchè è parso allo Spirito Santo, ed a noi, di non imporvi alcuno altro peso, se non quel ch’è necessario; che è di queste cose: (I) Atti 15:29 Che vi asteniate dalle cose sacrificate agl’idoli, dal sangue, dalle cose soffogate, e dalla fornicazione; dalle quali cose farete ben di guardarvi. State sani. (I) Atti 15:30 Essi adunque, essendo stati accommiatati, vennero in Antiochia; e, raunata la moltitudine, renderono la lettera. (I) Atti 15:31 E quando que’ di Antiochia l’ebber letta, si rallegrarono della consolazione. (I) Atti 15:32 E Giuda, e Sila, essendo anch’essi profeti, con molte parole confortarono i fratelli, e li confermarono. (I) Atti 15:33 E dopo che furono dimorati quivi alquanto tempo, furono da’ fratelli rimandati in pace agli apostoli. (I) Atti 15:34 Ma parve bene a Sila di dimorar quivi. (I) Atti 15:35 OR Paolo e Barnaba rimasero qualche tempo in Antiochia, insegnando, ed evangelizzando, con molti altri, la parola del Signore. (I) Atti 15:36 Ed alcuni giorni appresso, Paolo disse a Barnaba: Torniamo ora, e visitiamo i nostri fratelli in ogni città, dove abbiamo annunziata la parola del Signore, per veder come stanno. (I) Atti 15:37 Or Barnaba consigliava di prender con loro Giovanni detto Marco. (I) Atti 15:38 Ma Paolo giudicava che non dovessero prender con loro colui che si era dipartito da loro da Panfilia e non era andato con loro all’opera. (I) Atti 15:39 Laonde vi fu dell’acerbità, talchè si dipartirono l’un dall’altro; e Barnaba, preso Marco, navigò in Cipri. (I) Atti 15:40 MA Paolo, eletto per suo compagno Sila, se ne andò, raccomandato da’ fratelli alla grazia di Dio. (I) Atti 15:41 E andava attorno per la Siria, e Cilicia, confermando le chiese. (I) Atti 16:1 Or egli giunse in Derba, ed in Listra; ed ecco, quivi era un certo discepolo, chiamato per nome Timoteo, figliuol d’una donna Giudea fedele, ma di padre Greco; (I) Atti 16:2 del quale i fratelli, ch’erano in Listra, ed in Iconio, rendevan buona testimonianza. (I) Atti 16:3 Costui volle Paolo che andasse seco; e presolo, lo circoncise, per cagion de’ Giudei ch’erano in quei luoghi; perciocchè tutti sapevano che il padre d’esso era Greco. (I) Atti 16:4 E passando essi per le città, ordinavano loro d’osservar gli statuti determinati dagli apostoli, e dagli anziani, ch’erano in Gerusalemme. (I) Atti 16:5 Le chiese adunque erano confermate nella fede, e di giorno in giorno crescevano in numero. (I) Atti 16:6 Poi, avendo traversata la Frigia, e il paese della Galazia, essendo divietati dallo Spirito Santo d’annunziar la parola in Asia, (I) Atti 16:7 vennero in Misia, e tentavano d’andare in Bitinia; ma lo Spirito di Gesù nol permise loro. (I) Atti 16:8 E passata la Misia, discesero in Troas. (I) Atti 16:9 ED una visione apparve di notte a Paolo. Un uomo Macedone gli si presentò, pregandolo, e dicendo: Passa in Macedonia, e soccorrici. (I) Atti 16:10 E quando egli ebbe veduta quella visione, presto noi procacciammo di passare in Macedonia, tenendo per certo che il Signore ci avea chiamati là, per evangelizzare a que’ popoli. (I) Atti 16:11 E perciò, partendo di Troas, arrivammo per diritto corso in Samotracia, e il giorno seguente a Napoli; (I) Atti 16:12 e di là a Filippi, ch’è la prima città di quella parte di Macedonia, ed è colonia; e dimorammo in quella città alquanti giorni. (I) Atti 16:13 E nel giorno del sabato andammo fuor della città, presso del fiume, dove era il luogo ordinario dell’orazione; e postici a sedere, parlavamo alle donne ch’erano quivi raunate. (I) Atti 16:14 Ed una certa donna, chiamata per nome Lidia, mercatante di porpora, della città di Tiatiri, la qual serviva a Dio, stava ad ascoltare. E il Signore aperse il suo cuore, per attendere alle cose dette da Paolo. (I) Atti 16:15 E, dopo che fu battezzata ella e la sua famiglia, ci pregò dicendo: Se voi mi avete giudicata esser fedele al Signore, entrate in casa mia, e dimoratevi. E ci fece forza. (I) Atti 16:16 Or avvenne, come noi andavamo all’orazione, che noi incontrammo una fanticella, che avea uno spirito di Pitone, la quale con indovinare facea gran profitto a’ suoi padroni. (I) Atti 16:17 Costei, messasi a seguitar Paolo e noi, gridava, dicendo: Questi uomini son servitori dell’Iddio altissimo, e vi annunziano la via della salute. (I) Atti 16:18 E fece questo per molti giorni; ma, essendone Paolo annoiato, si rivoltò, e disse allo spirito: Io ti comando, nel nome di Gesù Cristo, che tu esca fuor di lei. Ed egli uscì in quello stante. (I) Atti 16:19 Or i padroni d’essa, veggendo che la speranza del lor guadagno era svanita, presero Paolo, e Sila, e li trassero alla corte a’ rettori. (I) Atti 16:20 E presentatili a’ pretori, dissero: Questi uomini turbano la nostra città; perciocchè son Giudei; (I) Atti 16:21 ed annunziano dei riti, i quali non è lecito a noi, che siam Romani, di ricevere, nè di osservare. (I) Atti 16:22 La moltitudine ancora si levò tutta insieme contro a loro; e i pretori, stracciate loro le vesti, comandarono che fosser frustati. (I) Atti 16:23 E dopo aver loro data una gran battitura, li misero in prigione, comandando al carceriere di guardarli sicuramente. (I) Atti 16:24 Il quale, ricevuto un tal comandamento, li mise nella prigione più addentro, e serrò loro i piedi ne’ ceppi. (I) Atti 16:25 Or in su la mezzanotte, Paolo e Sila, facendo orazione, cantavono inni a Dio; e i prigioni li udivano. (I) Atti 16:26 E di subito si fece un gran tremoto, talchè i fondamenti della prigione furono scrollati; e in quello stante tutte le porte si apersero, e i legami di tutti si sciolsero. (I) Atti 16:27 E il carceriere, destatosi, e vedute le porte della prigione aperte, trasse fuori la spada, ed era per uccidersi, pensando che i prigioni se ne fosser fuggiti. (I) Atti 16:28 Ma Paolo gridò ad alta voce, dicendo: Non farti male alcuno; perciocchè noi siam tutti qui. (I) Atti 16:29 Ed egli, chiesto un lume, saltò dentro; e tutto tremante, si gettò a’ piedi di Paolo e di Sila. (I) Atti 16:30 E menatili fuori, disse: Signori, che mi conviene egli fare per esser salvato? (I) Atti 16:31 Ed essi dissero: Credi nel Signor Gesù Cristo, e sarai salvato tu, e la casa tua. (I) Atti 16:32 Ed essi annunziarono la parola del Signore a lui, ed a tutti coloro ch’erano in casa sua. (I) Atti 16:33 Ed egli, presili in quell’istessa ora della notte, lavò loro le piaghe. Poi in quell’istante fu battezzato egli, e tutti i suoi. (I) Atti 16:34 Poi, menatili in casa sua, mise loro la tavola; e giubilava d’avere, con tutta la sua casa, creduto a Dio. (I) Atti 16:35 Ora, come fu giorno, i pretori mandarono i sergenti a dire al carceriere: Lascia andar quegli uomini. (I) Atti 16:36 E il carceriere rapportò a Paolo queste parole, dicendo: I pretori hanno mandato a dire che siate liberati; ora dunque uscite, e andatevene in pace. (I) Atti 16:37 Ma Paolo disse loro: Dopo averci pubblicamente battuti, senza essere stati condannati in giudicio, noi che siam Romani, ci hanno messi in prigione; ed ora celatamente ci mandano fuori! La cosa non andrà così; anzi, vengano eglino stessi, e ci menino fuori. (I) Atti 16:38 E i sergenti rapportarono queste parole a’ pretori; ed essi temettero, avendo inteso ch’erano Romani. (I) Atti 16:39 E vennero, e li pregarono di perdonar loro; e menatili fuori, li richiesero d’uscir della città. (I) Atti 16:40 Ed essi, usciti di prigione, entrarono in casa di Lidia; e, veduti i fratelli, li consolarono, e poi si dipartirono. (I) Atti 17:1 ED essendo passati per Anfipoli, e per Apollonia, vennero in Tessalonica, dove era la sinagoga de’ Giudei; (I) Atti 17:2 e Paolo, secondo la sua usanza, entrò da loro; e per tre sabati tenne loro ragionamenti tratti dalle scritture, (I) Atti 17:3 dichiarando, e proponendo loro, ch’era convenuto che il Cristo sofferisse, e risuscitasse da’ morti; e ch’esso il quale, disse egli, io vi annunzio era Gesù il Cristo. (I) Atti 17:4 Ed alcuni di loro credettero, e si aggiunsero con Paolo e Sila; come anche gran numero di Greci religiosi, e delle donne principali non poche. (I) Atti 17:5 Ma i Giudei, ch’erano increduli, mossi d’invidia, preser con loro certi uomini malvagi della gente di piazza; e, raccolta una turba, commossero a tumulto la città; ed avendo assalita la casa di Giasone, cercavano di trarli fuori al popolo. (I) Atti 17:6 Ma, non avendoli trovati, trassero Giasone, ed alcuni de’ fratelli, a’ rettori della città, gridando: Costoro che hanno messo sottosopra il mondo sono eziandio venuti qua. (I) Atti 17:7 E Giasone li ha raccolti; ed essi tutti fanno contro agli statuti di Cesare, dicendo esservi un altro re, cioè Gesù. (I) Atti 17:8 E commossero il popolo, e i rettori della città, che udivano queste cose. (I) Atti 17:9 Ma pure essi, ricevuta cauzione da Giasone e dagli altri, li lasciarono andare. (I) Atti 17:10 E i fratelli subito di notte mandarono via Paolo e Sila, in Berrea; ed essi, essendovi giunti, andarono nella sinagoga de’ Giudei. (I) Atti 17:11 Or costoro furon più generosi che gli altri ch’erano in Tessalonica; e con ogni prontezza ricevettero la parola, esaminando tuttodì le scritture, per vedere se queste cose stavano così. (I) Atti 17:12 Molti adunque di loro credettero, e non piccol numero di donne Greche onorate, e d’uomini. (I) Atti 17:13 Ma, quando i Giudei di Tessalonica ebbero inteso che la parola di Dio era da Paolo stata annunziata eziandio in Berrea, vennero anche là, commovendo le turbe. (I) Atti 17:14 Ma allora i fratelli mandarono prontamente fuori Paolo, acciocchè se ne andasse, facendo vista di andare al mare; e Sila, e Timoteo rimasero quivi. (I) Atti 17:15 E COLORO che aveano la cura di por Paolo in salvo, lo condussero sino in Atene; e, ricevuta da lui commission di dire a Sila, ed a Timoteo, che quanto prima venissero a lui, si partirono. (I) Atti 17:16 Ora, mentre Paolo li aspettava in Atene, lo spirito suo s’inacerbiva in lui, veggendo la città piena d’idoli. (I) Atti 17:17 Egli adunque ragionava nella sinagoga coi Giudei, e con le persone religiose, ed ogni dì in su la piazza con coloro che si scontravano. (I) Atti 17:18 Ed alcuni de’ filosofi Epicurei, e Stoici, conferivan con lui. Ed alcuni dicevano: Che vuol dire questo cianciatore? E gli altri: Egli pare essere annunziatore di dii stranieri; perciocchè egli evangelizzava loro Gesù, e la risurrezione. (I) Atti 17:19 E lo presero, e lo menarono nell’Areopago, dicendo: Potrem noi sapere qual sia questa nuova dottrina, la qual tu proponi? (I) Atti 17:20 Perciocchè tu ci rechi agli orecchi cose strane; noi vogliamo dunque sapere che cosa si vogliano coteste cose. (I) Atti 17:21 Or tutti gli Ateniesi, e i forestieri che dimoravano in quella città, non passavano il tempo ad altro, che a dire, o ad udire alcuna cosa di nuovo. (I) Atti 17:22 E Paolo, stando in piè in mezzo dell’Areopago, disse: Uomini Ateniesi, io vi veggo quasi troppo religiosi in ogni cosa. (I) Atti 17:23 Perciocchè, passando, e considerando le vostre deità, ho trovato eziandio un altare, sopra il quale era scritto: ALL’IDDIO SCONOSCIUTO. Quello adunque il qual voi servite, senza conoscerlo, io ve l’annunzio. (I) Atti 17:24 L’Iddio che ha fatto il mondo, e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in tempii fatti d’opera di mani. (I) Atti 17:25 E non è servito per mani d’uomini, come avendo bisogno d’alcuna cosa; egli che dà a tutti e la vita, e il fiato, ed ogni cosa. (I) Atti 17:26 Ed ha fatto d’un medesimo sangue tutta la generazion degli uomini, per abitar sopra tutta la faccia della terra, avendo determinati i tempi prefissi, ed i confini della loro abitazione; (I) Atti 17:27 acciocchè cerchino il Signore, se pur talora potessero, come a tastone, trovarlo: benchè egli non sia lungi da ciascun di noi. (I) Atti 17:28 Poichè in lui viviamo, e ci moviamo, e siamo; siccome ancora alcuni de’ vostri poeti hanno detto: Perciocchè noi siamo eziandio sua progenie. (I) Atti 17:29 Essendo noi adunque progenie di Dio, non dobbiamo stimar che la Deità sia simigliante ad oro, o ad argento, od a pietra; a scoltura d’arte, e d’invenzione umana. (I) Atti 17:30 Avendo Iddio adunque dissimulati i tempi dell’ignoranza, al presente dinunzia per tutto a tutti gli uomini che si ravveggano. (I) Atti 17:31 Perciocchè egli ha ordinato un giorno, nel quale egli giudicherà il mondo in giustizia, per quell’uomo, il quale egli ha stabilito; di che ha fatta fede a tutti, avendolo suscitato da’ morti. (I) Atti 17:32 Quando udirono mentovar la risurrezion de’ morti, altri se ne facevano beffe, altri dicevano: Noi ti udiremo un’altra volta intorno a ciò. (I) Atti 17:33 E così Paolo uscì del mezzo di loro. (I) Atti 17:34 Ed alcuni si aggiunsero con lui, e credettero; fra i quali fu anche Dionigio l’Areopagita, ed una donna chiamata per nome Damaris, ed altri con loro. (I) Atti 18:1 ORA, dopo queste cose, Paolo si partì d’Atene, e venne in Corinto. (I) Atti 18:2 E, trovato un certo Giudeo, chiamato per nome Aquila, di nazione Pontico, nuovamente venuto d’Italia, insieme con Priscilla, sua moglie perciocchè Claudio avea comandato che tutti i Giudei si partissero di Roma, si accostò a loro. (I) Atti 18:3 E perciocchè egli era della medesima arte, dimorava in casa loro, e lavorava; perciocchè l’arte loro era di far padiglioni. (I) Atti 18:4 Ed ogni sabato faceva un sermone nella sinagoga, e induceva alla fede Giudei e Greci. (I) Atti 18:5 Ora, quando Sila e Timoteo furon venuti di Macedonia, Paolo era sospinto dallo Spirito, testificando a’ Giudei che Gesù è il Cristo. (I) Atti 18:6 Ma, contrastando eglino, e bestemmiando, egli scosse i suoi vestimenti, e disse loro: Il sangue vostro sia sopra il vostro capo, io ne son netto; da ora innanzi io andrò a’ Gentili. (I) Atti 18:7 E partitosi di là, entrò in casa d’un certo chiamato per nome Giusto, il qual serviva a Dio; la cui casa era contigua alla sinagoga. (I) Atti 18:8 Or Crispo, capo della sinagoga, credette al Signore, con tutta la sua famiglia; molti ancora de’ Corinti, udendo Paolo, credevano, ed erano battezzati. (I) Atti 18:9 E il Signore disse di notte in visione a Paolo: Non temere; ma parla, e non tacere. (I) Atti 18:10 Perciocchè io son teco, e niuno metterà le mani sopra te, per offenderti; poichè io ho un gran popolo in questa città. (I) Atti 18:11 Egli adunque dimorò quivi un anno, e sei mesi, insegnando fra loro la parola di Dio. (I) Atti 18:12 Poi, quando Gallione fu proconsolo d’Acaia, i Giudei di pari consentimento si levarono contro a Paolo, e lo menarono al tribunale, dicendo: (I) Atti 18:13 Costui persuade agli uomini di servire a Dio contro alla legge. (I) Atti 18:14 E come Paolo era per aprir la bocca, Gallione disse a’ Giudei: Se si trattasse di alcuna ingiustizia o misfatto, o Giudei, io vi udirei pazientemente, secondo la ragione. (I) Atti 18:15 Ma, se la quistione è intorno a parole, e a nomi, e alla vostra legge, provvedeteci voi; perciocchè io non voglio esser giudice di coteste cose. (I) Atti 18:16 E li scacciò dal tribunale. (I) Atti 18:17 E tutti i Greci presero Sostene, capo della sinagoga, e lo battevano davanti al tribunale; e Gallione niente si curava di queste cose. (I) Atti 18:18 Ora, quando Paolo fu dimorato quivi ancora molti giorni, prese commiato dai fratelli, e navigò in Siria, con Priscilla, ed Aquila; essendosi fatto tondere il capo in Cencrea, perciocchè avea voto. (I) Atti 18:19 Ed essendo giunto in Efeso, li lasciò quivi. Or egli entrò nella sinagoga, e fece un sermone a’ Giudei. (I) Atti 18:20 Ed essi lo pregavano di dimorare appresso di loro più lungo tempo; ma egli non acconsentì; (I) Atti 18:21 anzi prese commiato da loro, dicendo: Del tutto mi conviene far la festa prossima in Gerusalemme; ma io ritornerò ancora a voi, se piace a Dio. Così si partì per mare da Efeso. (I) Atti 18:22 Ed essendo disceso in Cesarea, salì in Gerusalemme; poi, dopo aver salutata la chiesa, scese in Antiochia. (I) Atti 18:23 Ed essendo quivi dimorato alquanto tempo, si partì, andando attorno di luogo in luogo per lo paese di Galazia, e di Frigia, confermando tutti i discepoli. (I) Atti 18:24 OR un certo Giudeo, il cui nome era Apollo, di nazione Alessandrino, uomo eloquente, e potente nelle scritture, arrivò in Efeso. (I) Atti 18:25 Costui era ammaestrato ne’ principii della via del Signore; e, fervente di spirito, parlava, ed insegnava diligentemente le cose del Signore, avendo sol conoscenza del battesimo di Giovanni. (I) Atti 18:26 E prese a parlar francamente nella sinagoga. Ed Aquila, e Priscilla, uditolo, lo presero con loro, e gli esposero più appieno la via di Dio. (I) Atti 18:27 Poi, volendo egli passare in Acaia, i fratelli vel confortarono, e scrissero ai discepoli che l’accogliessero. Ed egli, essendo giunto là, conferì molto a coloro che avean creduto per la grazia. (I) Atti 18:28 Perciocchè con grande sforzo convinceva pubblicamente i Giudei, dimostrando per le scritture che Gesù è il Cristo. (I) Atti 19:1 OR avvenne, mentre Apollo era in Corinto, che Paolo, avendo traversate le provincie alte, venne in Efeso; e trovati quivi alcuni discepoli, disse loro: (I) Atti 19:2 Avete voi ricevuto lo Spirito Santo, dopo che avete creduto? Ed essi gli dissero: Anzi non pure abbiamo udito se vi è uno Spirito Santo. (I) Atti 19:3 E Paolo disse loro: In che dunque siete stati battezzati? Ed essi dissero: Nel battesimo di Giovanni. (I) Atti 19:4 E Paolo disse: Certo, Giovanni battezzò del battesimo del ravvedimento, dicendo al popolo che credessero in colui che veniva dopo lui, cioè in Cristo Gesù. (I) Atti 19:5 E, udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù. (I) Atti 19:6 E, dopo che Paolo ebbe loro imposte le mani, lo Spirito Santo venne sopra loro, e parlavano lingue strane, e profetizzavano. (I) Atti 19:7 Or tutti questi uomini erano intorno di dodici. (I) Atti 19:8 Poi egli entrò nella sinagoga, e parlava francamente, ragionando per lo spazio di tre mesi, e persuadendo le cose appartenenti al regno di Dio. (I) Atti 19:9 Ma, come alcuni s’induravano, ed erano increduli, dicendo male di quella professione, in presenza della moltitudine, egli, dipartitosi da loro, separò i discepoli, facendo ogni dì sermone nella scuola d’un certo Tiranno. (I) Atti 19:10 E questo continuò lo spazio di due anni; talchè tutti coloro che abitavano nell’Asia, Giudei e Greci, udirono la parola del Signor Gesù. (I) Atti 19:11 E Iddio faceva delle non volgari potenti operazioni per le mani di Paolo. (I) Atti 19:12 Talchè eziandio d’in sul suo corpo si portavano sopra gl’infermi degli sciugatoi, e de’ grembiuli; e le infermità si partivano da loro, e gli spiriti maligni uscivan di loro. (I) Atti 19:13 Or alcuni degli esorcisti Giudei, che andavano attorno, tentarono d’invocare il nome del Signor Gesù sopra coloro che aveano gli spiriti maligni, dicendo: Noi vi scongiuriamo per Gesù, il quale Paolo predica. (I) Atti 19:14 E coloro che facevano questo eran certi figliuoli di Sceva, Giudeo, principal sacerdote, in numero di sette. (I) Atti 19:15 Ma lo spirito maligno, rispondendo, disse: Io conosco Gesù, e so chi è Paolo; ma voi chi siete? (I) Atti 19:16 E l’uomo che avea lo spirito maligno si avventò a loro; e sopraffattili, fece loro forza; talchè se ne fuggiron di quella casa, nudi e feriti. (I) Atti 19:17 E questo venne a notizia a tutti i Giudei e Greci che abitavano in Efeso; e timore cadde sopra tutti loro, e il nome del Signor Gesù era magnificato. (I) Atti 19:18 E molti di coloro che aveano creduto venivano, confessando e dichiarando le cose che aveano fatte. (I) Atti 19:19 Molti ancora di coloro che aveano esercitate le arti curiose, portarono insieme i libri, e li arsero in presenza di tutti; e fatta ragion del prezzo di quelli, si trovò che ascendeva a cinquantamila denari d’argento. (I) Atti 19:20 Così la parola di Dio cresceva potentemente, e si rinforzava. (I) Atti 19:21 Ora, dopo che queste cose furono compiute, Paolo si mise nell’animo di andare in Gerusalemme, passando per la Macedonia, e per l’Acaia, dicendo: Dopo che io sarò stato quivi, mi conviene ancora veder Roma. (I) Atti 19:22 E mandati in Macedonia due di coloro che gli ministravano, cioè Timoteo ed Erasto, egli dimorò ancora alquanto tempo in Asia. (I) Atti 19:23 Or in quel tempo nacque non piccol turbamento a proposito della via del Signore. (I) Atti 19:24 Perciocchè un certo chiamato per nome Demetrio, intagliator d’argento, che faceva de’ piccoli tempii di Diana d’argento, portava gran profitto agli artefici. (I) Atti 19:25 Costui, raunati quelli, e tutti gli altri che lavoravano di cotali cose, disse: Uomini, voi sapete che dall’esercizio di quest’arte viene il nostro guadagno. (I) Atti 19:26 Or voi vedete ed udite, che questo Paolo, con le sue persuasioni, ha sviata gran moltitudine, non solo in Efeso, ma quasi in tutta l’Asia, dicendo che quelli non son dii, che son fatti di lavoro di mani. (I) Atti 19:27 E non vi è solo pericolo per noi, che quest’arte particolare sia discreditata; ma ancora che il tempio della gran dea Diana sia reputato per nulla; e che la maestà d’essa, la qual tutta l’Asia, anzi tutto il mondo adora, non sia abbattuta. (I) Atti 19:28 Ed essi, udite queste cose, ed essendo ripieni d’ira, gridarono, dicendo: Grande è la Diana degli Efesi. (I) Atti 19:29 E tutta la città fu ripiena di confusione; e tratti a forza Gaio, ed Aristarco, Macedoni, compagni del viaggio di Paolo, corsero di pari consentimento a furore nel teatro. (I) Atti 19:30 Or Paolo voleva presentarsi al popolo; ma i discepoli non gliel permisero. (I) Atti 19:31 Alcuni eziandio degli Asiarchi, che gli erano amici, mandarono a lui, pregandolo che non si presentasse nel teatro. (I) Atti 19:32 Gli uni adunque gridavano una cosa, gli altri un’altra; perciocchè la raunanza era confusa; ed i più non sapevano per qual cagione fosser raunati. (I) Atti 19:33 Ora, d’infra la moltitudine fu prodotto Alessandro, spingendolo i Giudei innanzi. Ed Alessandro, fatto cenno con la mano, voleva arringare al popolo a lor difesa. (I) Atti 19:34 Ma, quando ebber riconosciuto ch’egli era Giudeo, si fece un grido da tutti, che gridarono lo spazio d’intorno a due ore: Grande è la Diana degli Efesi. (I) Atti 19:35 Ma il cancelliere, avendo acquetata la turba, disse: Uomini Efesi, chi è pur l’uomo, che non sappia che la città degli Efesi è la sagrestana della gran dea Diana, e dell’immagine caduta da Giove? (I) Atti 19:36 Essendo adunque queste cose fuor di contradizione, conviene che voi vi acquetiate, e non facciate nulla di precipitato. (I) Atti 19:37 Poichè avete menati qua questi uomini, i quali non sono nè sacrileghi, nè bestemmiatori della vostra dea. (I) Atti 19:38 Se dunque Demetrio, e gli artefici che son con lui, hanno alcuna cosa contro ad alcuno, si tengono le corti, e vi sono i proconsoli; facciansi eglino citar gli uni gli altri. (I) Atti 19:39 E se richiedete alcuna cosa intorno ad altri affari, ciò si risolverà nella raunanza legittima. (I) Atti 19:40 Perciocchè noi siamo in pericolo d’essere accusati di sedizione per lo giorno d’oggi; non essendovi ragione alcuna, per la quale noi possiamo render conto di questo concorso. (I) Atti 19:41 (G19-40) E, dette queste cose, licenziò la raunanza. (I) Atti 20:1 ORA, dopo che fu cessato il tumulto, Paolo, chiamati a sè i discepoli, ed abbracciatili, si partì per andare in Macedonia. (I) Atti 20:2 E, dopo esser passato per quelle parti, ed averli con molte parole confortati, venne in Grecia. (I) Atti 20:3 Dove quando fu dimorato tre mesi, essendogli poste insidie da’ Giudei, se fosse navigato in Siria, il parer fu che ritornasse per la Macedonia. (I) Atti 20:4 Or Sopatro Berreese l’accompagnò fino in Asia; e de’ Tessalonicesi, Aristarco, e Secondo, e Gaio Derbese, e Timoteo; e di que’ d’Asia, Tichico, e Trofimo. (I) Atti 20:5 Costoro, andati innanzi, ci aspettarono in Troas. (I) Atti 20:6 E noi, dopo i giorni degli azzimi, partimmo da Filippi, e in capo di cinque giorni arrivammo a loro in Troas, dove dimorammo sette giorni. (I) Atti 20:7 E nel primo giorno della settimana, essendo i discepoli raunati per rompere il pane, Paolo, dovendo partire il giorno seguente, fece loro un sermone, e distese il ragionamento sino a mezzanotte. (I) Atti 20:8 Or nella sala, ove eravamo raunati, vi erano molte lampane. (I) Atti 20:9 Ed un certo giovanetto, chiamato per nome Eutico, sedendo sopra la finestra, sopraffatto da profondo sonno, mentre Paolo tirava il suo ragionamento in lungo, traboccato dal sonno, cadde giù dal terzo solaio, e fu levato morto. (I) Atti 20:10 Ma Paolo, sceso a basso, si gettò sopra lui, e l’abbracciò, e disse: Non tumultuate; perciocchè l’anima sua è in lui. (I) Atti 20:11 Poi, essendo risalito, ed avendo rotto il pane, e preso cibo, dopo avere ancora lungamente ragionato sino all’alba, si dipartì così. (I) Atti 20:12 Or menarono quivi il fanciullo vivente, onde furono fuor di modo consolati. (I) Atti 20:13 E noi, andati alla nave, navigammo in Asso, con intenzione di levar di là Paolo; perciocchè egli avea così determinato, volendo egli far quel cammino per terra. (I) Atti 20:14 Ed avendolo scontrato in Asso, lo levammo, e venimmo a Mitilene. (I) Atti 20:15 E, navigando di là, arrivammo il giorno seguente di rincontro a Chio; e il giorno appresso ammainammo verso Samo; e fermatici in Trogillio, il giorno seguente giungemmo a Mileto. (I) Atti 20:16 Perciocchè Paolo avea deliberato di navigare oltre ad Efeso, per non avere a consumar tempo in Asia; poichè egli si affrettava per essere, se gli era possibile, al giorno della Pentecosta in Gerusalemme. (I) Atti 20:17 E DA Mileto mandò in Efeso, a far chiamare gli anziani della chiesa. (I) Atti 20:18 E quando furono venuti a lui, egli disse loro: Voi sapete in qual maniera, dal primo giorno che io entrai nell’Asia, io sono stato con voi in tutto quel tempo; (I) Atti 20:19 servendo al Signore, con ogni umiltà e con molte lagrime, e prove, le quali mi sono avvenute nelle insidie de’ Giudei. (I) Atti 20:20 Come io non mi son ritratto d’annunziarvi, ed insegnarvi, in pubblico, e per le case, cosa alcuna di quelle che son giovevoli; (I) Atti 20:21 testificando a’ Giudei, ed a’ Greci, la conversione a Dio, e la fede nel Signor nostro Gesù Cristo. (I) Atti 20:22 Ed ora, ecco, io, cattivato dallo Spirito, vo in Gerusalemme, non sapendo le cose che mi avverranno in essa. (I) Atti 20:23 Se non che lo Spirito Santo mi testifica per ogni città, dicendo che legami e tribolazioni mi aspettano. (I) Atti 20:24 Ma io non fo conto di nulla; e la mia propria vita non mi è cara, purchè io adempia con allegrezza il mio corso, e il ministerio il quale ho ricevuto dal Signore Gesù, che è di testificar l’evangelo della grazia di Dio. (I) Atti 20:25 Ed ora, ecco, io so che voi tutti, fra i quali io sono andato e venuto, predicando il regno di Dio, non vedrete più la mia faccia. (I) Atti 20:26 Perciò ancora, io vi protesto oggi, che io son netto del sangue di tutti. (I) Atti 20:27 Perciocchè io non mi son tratto indietro da annunziarvi tutto il consiglio di Dio. (I) Atti 20:28 Attendete dunque a voi stessi, ed a tutta la greggia, nella quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascer la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue. (I) Atti 20:29 Perciocchè io so questo: che dopo la mia partita, entreranno fra voi de’ lupi rapaci, i quali non risparmieranno la greggia. (I) Atti 20:30 E che d’infra voi stessi sorgeranno degli uomini che proporrano cose perverse, per trarsi dietro i discepoli. (I) Atti 20:31 Perciò, vegliate, ricordandovi che per lo spazio di tre anni, giorno e notte, non son restato d’ammonir ciascuno con lagrime. (I) Atti 20:32 Ed al presente, fratelli, io vi raccomando a Dio, e alla parola della grazia di lui, il quale è potente da continuar d’edificarvi, e da darvi l’eredità con tutti i santificati. (I) Atti 20:33 Io non ho appetito l’argento, nè l’oro, nè il vestimento di alcuno. (I) Atti 20:34 E voi stessi sapete che queste mani hanno sovvenuto a’ bisogni miei, e di coloro ch’erano meco. (I) Atti 20:35 In ogni cosa vi ho mostrato che affaticandosi, si convengono così sopportar gl’infermi; e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il qual disse che più felice cosa è il dare che il ricevere. (I) Atti 20:36 E quando ebbe dette queste cose, si pose in ginocchioni, ed orò con tutti loro. (I) Atti 20:37 E si fece da tutti un gran pianto; e gettatisi al collo di Paolo, lo baciavano; (I) Atti 20:38 dolenti principalmente per la parola ch’egli avea detta, che non vedrebbero più la sua faccia. E l’accompagnarono alla nave. (I) Atti 21:1 ORA, dopo che ci fummo con gran pena separati da loro, navigammo, e per diritto corso arrivammo a Coo, e il giorno seguente a Rodi, e di là a Patara. (I) Atti 21:2 E trovata una nave che passava in Fenicia, vi montammo su, e facemmo vela. (I) Atti 21:3 E, scoperto Cipri, e lasciatolo a man sinistra, navigammo in Siria, ed arrivammo a Tiro; perciocchè quivi si dovea scaricar la nave. (I) Atti 21:4 E, trovati i discepoli, dimorammo quivi sette giorni; ed essi, per lo Spirito, dicevano a Paolo, che non salisse in Gerusalemme. (I) Atti 21:5 Ora, dopo che avemmo passati quivi que’ giorni, partimmo, e ci mettemmo in cammino, accompagnati da tutti loro, con le mogli, e figliuoli, fin fuor della città; e postici in ginocchioni in sul lito, facemmo orazione. (I) Atti 21:6 Poi, abbracciatici gli uni gli altri, montammo in su la nave; e quelli se ne tornarono alle case loro. (I) Atti 21:7 E noi, compiendo la navigazione, da Tiro arrivammo a Ptolemaida; e, salutati i fratelli, dimorammo un giorno appresso di loro. (I) Atti 21:8 E il giorno seguente, essendo partiti, arrivammo a Cesarea; ed entrati in casa di Filippo l’evangelista, ch’era l’uno de’ sette, dimorammo appresso di lui. (I) Atti 21:9 Or egli avea quattro figliuole vergini, le quali profetizzavano. (I) Atti 21:10 E, dimorando noi quivi molti giorni, un certo profeta, chiamato per nome Agabo, discese di Giudea. (I) Atti 21:11 Ed egli, essendo venuto a noi, e presa la cintura di Paolo, se ne legò le mani ed i piedi, e disse: Questo dice lo Spirito Santo: Così legheranno i Giudei in Gerusalemme l’uomo di cui è questa cintura, e lo metteranno nelle mani de’ Gentili. (I) Atti 21:12 Ora, quando udimmo queste cose, e noi, e que’ del luogo, lo pregavamo che non salisse in Gerusalemme. (I) Atti 21:13 Ma Paolo rispose: Che fate voi, piangendo, e macerandomi il cuore? poichè io sia tutto pronto, non solo ad esser legato, ma eziandio a morire in Gerusalemme, per lo nome del Signor Gesù. (I) Atti 21:14 E, non potendo egli esser persuaso, noi ci acquetammo, dicendo: La volontà del Signore sia fatta. (I) Atti 21:15 E, dopo que’ giorni, ci mettemmo in ordine, e salimmo in Gerusalemme. (I) Atti 21:16 E con noi vennero eziandio alcuni de’ discepoli di Cesarea, menando con loro un certo Mnason Cipriota, antico discepolo, presso il quale dovevamo albergare. (I) Atti 21:17 Ora, come fummo giunti in Gerusalemme, i fratelli ci accolsero lietamente. (I) Atti 21:18 E il giorno seguente, Paolo entrò con noi da Giacomo; e tutti gli anziani vi si trovarono. (I) Atti 21:19 E Paolo, salutatili, raccontò loro ad una ad una le cose che il Signore avea fatte fra i Gentili, per lo suo ministerio. (I) Atti 21:20 Ed essi, uditele, glorificavano Iddio; poi dissero a Paolo: Fratello, tu vedi quante migliaia vi sono de’ Giudei che hanno creduto; e tutti son zelanti della legge. (I) Atti 21:21 Or sono stati informati intorno a te, che tu insegni tutti i Giudei, che son fra i Gentili, di rivoltarsi da Mosè, dicendo che non circoncidano i figliuoli, e non camminino secondo i riti. (I) Atti 21:22 Che devesi adunque fare? del tutto conviene che la moltitudine si raduni, perciocchè udiranno che tu sei venuto. (I) Atti 21:23 Fa’ dunque questo che ti diciamo. Noi abbiamo quattro uomini, che hanno un voto sopra loro. (I) Atti 21:24 Prendili teco, e purificati con loro, e fa’ la spesa con loro; acciocchè si tondano il capo, e tutti conoscano che non è nulla di quelle cose delle quali sono stati informati intorno a te; ma che tu ancora procedi osservando la legge. (I) Atti 21:25 Ma, quant’è a’ Gentili che hanno creduto, noi ne abbiamo scritto, avendo statuito che non osservino alcuna cosa tale; ma solo che si guardino dalle cose sacrificate agl’idoli, e dal sangue, e dalle cose soffocate, e dalla fornicazione. (I) Atti 21:26 Allora Paolo, presi seco quegli uomini, il giorno seguente, dopo essersi con loro purificato, entrò con loro nel tempio, pubblicando i giorni della purificazione esser compiuti, infino a tanto che l’offerta fu presentata per ciascun di loro. (I) Atti 21:27 Ora, come i sette giorni erano presso che compiuti, i Giudei dell’Asia, vedutolo nel tempio, commossero tutta la moltitudine, e gli misero le mani addosso, (I) Atti 21:28 gridando: Uomini Israeliti, venite al soccorso; costui è quell’uomo, che insegna per tutto a tutti una dottrina che è contro al popolo, e contro alla legge, e contro a questo luogo; ed oltre a ciò, ha eziandio menati de’ Greci dentro al tempio, ed ha contaminato questo santo luogo. (I) Atti 21:29 Perciocchè dinanzi avean veduto Trofimo Efesio nella città con Paolo, e pensavano ch’egli l’avesse menato dentro al tempio. (I) Atti 21:30 E tutta la città fu commossa, e si fece un concorso di popolo; e, preso Paolo, lo trassero fuor del tempio; e subito le porte furon serrate. (I) Atti 21:31 Ora, com’essi cercavano d’ucciderlo, il grido salì al capitano della schiera, che tutta Gerusalemme era sottosopra. (I) Atti 21:32 Ed egli in quello stante prese de’ soldati, e de’ centurioni, e corse a’ Giudei. Ed essi, veduto il capitano, e i soldati, restarono di batter Paolo. (I) Atti 21:33 E il capitano, accostatosi, lo prese, e comandò che fosse legato di due catene; poi domandò chi egli era, e che cosa avea fatto. (I) Atti 21:34 E gli uni gridavano una cosa, e gli altri un’altra, nella moltitudine; laonde, non potendone egli saper la certezza, per lo tumulto, comandò ch’egli fosse menato nella rocca. (I) Atti 21:35 Ed avvenne, quando egli fu sopra i gradi, ch’egli fu portato da’ soldati, per lo sforzo della moltitudine. (I) Atti 21:36 Poichè la moltitudine del popolo lo seguitava, gridando: Toglilo. (I) Atti 21:37 OR Paolo, come egli era per esser menato dentro alla rocca, disse al capitano: Emmi egli lecito di dirti qualche cosa? Ed egli disse: Sai tu Greco? (I) Atti 21:38 Non sei tu quell’Egizio, il quale a’ dì passati suscitò, e menò nel deserto que’ quattromila ladroni? (I) Atti 21:39 E Paolo disse: Quant’è a me, io son uomo Giudeo, da Tarso, cittadino di quella non ignobile città di Cilicia; or io ti prego che tu mi permetta di parlare al popolo. (I) Atti 21:40 Ed avendoglielo egli permesso, Paolo, stando in piè sopra i gradi, fece cenno con la mano al popolo. E, fattosi gran silenzio, parlò loro in lingua ebrea, dicendo: (I) Atti 22:1 Uomini fratelli, e padri, ascoltate ciò che ora vi dico a mia difesa. (I) Atti 22:2 Ora, quando ebbero udito ch’egli parlava loro in lingua ebrea, tanto più fecero silenzio. Poi disse: (I) Atti 22:3 Io certo son uomo Giudeo, nato in Tarso di Cilicia, ed allevato in questa città a’ piedi di Gamaliele, ammaestrato secondo l’isquisita maniera della legge de’ padri, zelatore di Dio, come voi tutti siete oggi. (I) Atti 22:4 Ed ho perseguitata questa professione sino alla morte, mettendo ne’ legami, ed in prigione uomini e donne. (I) Atti 22:5 Come mi son testimoni il sommo sacerdote, e tutto il concistoro degli anziani; da cui eziandio avendo ricevute lettere a’ fratelli, io andava in Damasco, per menar prigioni in Gerusalemme quegli ancora ch’erano quivi, acciocchè fosser puniti. (I) Atti 22:6 Or avvenne che, mentre io era in cammino, e mi avvicinava a Damasco, in sul mezzodì, di subito una gran luce mi folgorò d’intorno dal cielo. (I) Atti 22:7 Ed io caddi in terra, ed udii una voce che mi disse: Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti? (I) Atti 22:8 Ed io risposi: Chi sei, Signore? Ed egli mi disse: Io son Gesù il Nazareo, il qual tu perseguiti. (I) Atti 22:9 Or coloro che eran meco videro ben la luce, e furono spaventati; ma non udiron la voce di colui che parlava meco. (I) Atti 22:10 Ed io dissi: Signore, che debbo io fare? E il Signor mi disse: Levati, e va’ in Damasco; e quivi ti sarà parlato di tutte le cose che ti sono ordinate di fare. (I) Atti 22:11 Ora, perciocchè io non vedeva nulla, per la gloria di quella luce, fui menato per la mano da coloro ch’erano meco; e così entrai in Damasco. (I) Atti 22:12 Or un certo Anania, uomo pio secondo la legge, al quale tutti i Giudei che abitavano in Damasco rendevano buona testimonianza, venne a me, (I) Atti 22:13 ed essendo appresso a me, disse: Fratello Saulo, ricovera la vista. E in quello stante io ricoverai la vista, e lo riguardai. (I) Atti 22:14 Ed egli mi disse: L’Iddio de’ nostri padri ti ha preordinato a conoscer la sua volontà, ed a vedere il Giusto, e ad udire una voce dalla sua bocca. (I) Atti 22:15 Perciocchè tu gli devi essere presso tutti gli uomini testimonio delle cose che tu hai vedute, ed udite. (I) Atti 22:16 Ed ora, che indugi? levati, e sii battezzato, e lavato de’ tuoi peccati, invocando il nome del Signore. (I) Atti 22:17 Or avvenne che, dopo che io fui ritornato in Gerusalemme, orando nel tempio, mi venne un ratto di mente. (I) Atti 22:18 E vidi esso Signore che mi diceva: Affrettati, ed esci prestamente di Gerusalemme; perciocchè essi non riceveranno la tua testimonianza intorno a me. (I) Atti 22:19 Ed io dissi: Signore, eglino stessi sanno che io incarcerava, e batteva per le raunanze coloro che credono in te. (I) Atti 22:20 E quando si spandeva il sangue di Stefano, tuo martire, io ancora era presente, e acconsentiva alla sua morte, e guardava i vestimenti di coloro che l’uccidevano. (I) Atti 22:21 Ed egli mi disse: Vattene, perciocchè io ti manderò lungi a’ Gentili. (I) Atti 22:22 Or essi l’ascoltarono fino a questa parola; ma poi alzarono la lor voce, dicendo: Togli via di terra un tal uomo; perciocchè ei non conviene ch’egli viva. (I) Atti 22:23 E, come essi gridavano, e gettavano i lor vestimenti, e mandavano la polvere in aria, (I) Atti 22:24 il capitano comandò che Paolo fosse menato dentro alla rocca, ordinando che si facesse inquisizion di lui per flagelli, per sapere per qual cagione gridavano così contro a lui. (I) Atti 22:25 Ma, come l’ebbero disteso con le coregge, Paolo disse al centurione ch’era quivi presente: Evvi egli lecito di flagellare un uomo Romano, e non condannato? (I) Atti 22:26 E il centurione, udito ciò, venne, e lo rapportò al capitano, dicendo: Guarda ciò che tu farai, perciocchè quest’uomo è Romano. (I) Atti 22:27 E il capitano venne a Paolo, e gli disse: Dimmi, sei tu Romano? (I) Atti 22:28 Ed egli disse: Sì, certo. E il capitano rispose: Io ho acquistata questa cittadinanza per gran somma di danari. E Paolo disse: Ma io l’ho anche di nascita. (I) Atti 22:29 Laonde coloro che doveano far l’inquisizion di lui si ritrassero subito da lui; e il capitano stesso ebbe paura, avendo saputo ch’egli era Romano; perciocchè egli l’avea legato. (I) Atti 22:30 E IL giorno seguente, volendo saper la certezza di ciò onde egli era accusato da’ Giudei, lo sciolse da’ legami, e comandò a’ principali sacerdoti, ed a tutto il lor concistoro, di venire. E, menato Paolo a basso, lo presentò davanti a loro. (I) Atti 23:1 E Paolo, affissati gli occhi nel concistoro, disse: Fratelli, io, fino a questo giorno, ho conversato presso Iddio con ogni buona coscienza. (I) Atti 23:2 E il sommo sacerdote Anania comandò a coloro ch’eran presso di lui di percuoterlo in su la bocca. (I) Atti 23:3 Allora Paolo gli disse: Iddio ti percoterà, parete scialbata; tu siedi per giudicarmi secondo la legge, e trapassando la legge, comandi ch’io sia percosso! (I) Atti 23:4 E coloro ch’erano quivi presenti dissero: Ingiurii tu il sommo sacerdote di Dio? (I) Atti 23:5 E Paolo disse: Fratelli, io non sapeva ch’egli fosse sommo sacerdote; perciocchè egli è scritto: Tu non dirai male del principe del tuo popolo. (I) Atti 23:6 Or Paolo, sapendo che l’una parte era di Sadducei, e l’altra di Farisei, sclamò nel concistoro: Uomini fratelli, io son Fariseo, figliuol di Fariseo; io son giudicato per la speranza, e per la risurrezione de’ morti. (I) Atti 23:7 E, come egli ebbe detto questo, nacque dissensione tra i Farisei, e i Sadducei; e la moltitudine si divise. (I) Atti 23:8 Perciocchè i Sadducei dicono che non vi è risurrezione, nè angelo, nè spirito; ma i Farisei confessano e l’uno e l’altro. (I) Atti 23:9 E si fece un gridar grande. E gli Scribi della parte de’ Farisei, levatisi, contendevano, dicendo: Noi non troviamo male alcuno in quest’uomo; che se uno spirito, o un angelo, ha parlato a lui, non combattiamo contro a Dio. (I) Atti 23:10 Ora, facendosi grande la dissensione, il capitano, temendo che Paolo non fosse da loro messo a pezzi, comandò a’ soldati che scendessero giù, e lo rapissero del mezzo di loro, e lo menassero nella rocca. (I) Atti 23:11 E la notte seguente, il Signore si presentò a lui, e gli disse: Paolo, sta’ di buon cuore, perciocchè, come tu hai resa testimonianza di me in Gerusalemme, così convienti renderla ancora a Roma. (I) Atti 23:12 E, QUANDO fu giorno, certi Giudei fecero raunata, e sotto esecrazione si votarono, promettendo di non mangiare, nè bere, finchè non avessero ucciso Paolo. (I) Atti 23:13 E coloro che avean fatta questa congiura erano più di quaranta; (I) Atti 23:14 i quali vennero a’ principali sacerdoti, ed agli anziani, e dissero: Noi ci siamo sotto esecrazione votati di non assaggiar cosa alcuna, finchè non abbiamo ucciso Paolo. (I) Atti 23:15 Or dunque, voi comparite davanti al capitano col concistoro, pregandolo che domani vel mani, come per conoscer più appieno del fatto suo; e noi, innanzi ch’egli giunga, siam pronti per ucciderlo. (I) Atti 23:16 Ma il figliuolo della sorella di Paolo, udite queste insidie, venne; ed entrato nella rocca, rapportò il fatto a Paolo. (I) Atti 23:17 E Paolo, chiamato a sè uno de’ centurioni, disse: Mena questo giovane al capitano, perciocchè egli ha alcuna cosa da rapportargli. (I) Atti 23:18 Egli adunque, presolo, lo menò al capitano, e disse: Paolo, quel prigione, mi ha chiamato, e mi ha pregato ch’io ti meni questo giovane, il quale ha alcuna cosa da dirti. (I) Atti 23:19 E il capitano, presolo per la mano, e ritrattosi in disparte, lo domandò: Che cosa hai da rapportarmi? (I) Atti 23:20 Ed egli disse: I Giudei si son convenuti insieme di pregarti che domani tu meni giù Paolo nel concistoro, come per informarsi più appieno del fatto suo. (I) Atti 23:21 Ma tu non prestar loro fede, perciocchè più di quarant’uomini di loro gli hanno poste insidie, essendosi sotto esecrazione votati di non mangiare, nè bere, finchè non l’abbiano ucciso; ed ora son presti, aspettando che tu lo prometta loro. (I) Atti 23:22 Il capitano adunque licenziò il giovane, ordinandogli di non palesare ad alcuno che gli avesse fatte assaper queste cose. (I) Atti 23:23 Poi, chiamati due de’ centurioni, disse loro: Tenete presti fin dalle tre ore della notte dugento soldati, e settanta cavalieri, e dugento sergenti, per andar fino in Cesarea. (I) Atti 23:24 Disse loro ancora che avessero delle cavalcature pronte, per farvi montar su Paolo, e condurlo salvamente al governatore Felice. (I) Atti 23:25 Al quale egli scrisse una lettera dell’infrascritto tenore: (I) Atti 23:26 Claudio Lisia, all’eccellente governatore Felice: salute. (I) Atti 23:27 Quest’uomo, essendo stato preso dai Giudei, ed essendo in sul punto d’esser da loro ucciso io son sopraggiunto coi soldati, e l’ho riscosso, avendo inteso ch’egli era Romano. (I) Atti 23:28 E, volendo sapere il maleficio del quale l’accusavano, l’ho menato nel lor concistoro. (I) Atti 23:29 Ed ho trovato ch’egli era accusato intorno alle quistioni della lor legge; e che non vi era in lui maleficio alcuno degno di morte, nè di prigione. (I) Atti 23:30 Ora, essendomi state significate le insidie, che sarebbero da’ Giudei poste a quest’uomo, in quello stante l’ho mandato a te, ordinando eziandio a’ suoi accusatori di dir davanti a te le cose che hanno contro a lui. Sta’ sano. (I) Atti 23:31 I soldati adunque, secondo ch’era loro stato ordinato, presero con loro Paolo, e lo condussero di notte in Antipatrida. (I) Atti 23:32 E il giorno seguente, lasciati i cavalieri per andar con lui, ritornarono alla rocca. (I) Atti 23:33 E quelli, giunti in Cesarea, e consegnata la lettera al governatore, gli presentarono ancora Paolo. (I) Atti 23:34 E il governatore, avendo letta la lettera, e domandato a Paolo di qual provincia egli era, e inteso ch’egli era di Cilicia, gli disse: (I) Atti 23:35 Io ti udirò, quando i tuoi accusatori saranno venuti anch’essi. E comandò che fosse guardato nel palazzo di Erode. (I) Atti 24:1 ORA, cinque giorni appresso, il sommo sacerdote Anania discese, insieme con gli anziani, e con un certo Tertullo, oratore; e comparvero davanti al governatore contro a Paolo. (I) Atti 24:2 Ed esso essendo stato chiamato, Tertullo cominciò ad accusarlo, dicendo: (I) Atti 24:3 Godendo per te di molta pace, ed essendo molti buoni ordini stati fatti da te a questa nazione, per lo tuo provvedimento, noi in tutto e per tutto lo riconosciamo con ogni ringraziamento, eccellentissimo Felice. (I) Atti 24:4 Or acciocchè io non ti dia più lungamente impaccio, io ti prego che secondo la tua equità, tu ascolti quello che abbiamo a dirti in breve. (I) Atti 24:5 Che è, che noi abbiam trovato quest’uomo essere una peste, e commuover sedizione fra tutti i Giudei che son per lo mondo, ed essere il capo della setta de’ Nazarei. (I) Atti 24:6 Il quale ha eziandio tentato di profanare il tempio; onde noi, presolo, lo volevam giudicare secondo la nostra legge. (I) Atti 24:7 Ma il capitano Lisia sopraggiunto, con grande sforzo, ce l’ha tratto delle mani, e l’ha mandato a te; (I) Atti 24:8 comandando eziandio che gli accusatori d’esso venissero a te; da lui potrai tu stesso, per l’esaminazione che tu ne farai, saper la verità di tutte le cose delle quali non l’accusiamo. (I) Atti 24:9 E i Giudei acconsentirono anch’essi a queste cose, dicendo che stavan così. (I) Atti 24:10 E Paolo, dopo che il governatore gli ebbe fatto cenno che parlasse, rispose: Sapendo che tu già da molti anni sei stato giudice di questa nazione, più animosamente parlo a mia difesa. (I) Atti 24:11 Poichè tu puoi venire in notizia che non vi son più di dodici giorni, che io salii in Gerusalemme per adorare. (I) Atti 24:12 Ed essi non mi hanno trovato nel tempio disputando con alcuno, nè facendo raunata di popolo nelle sinagoghe, nè per la città. (I) Atti 24:13 Nè anche possono provare le cose, delle quali ora mi accusano. (I) Atti 24:14 Ora, ben ti confesso io questo, che, secondo la professione, la quale essi chiamano setta, così servo all’Iddio de’ padri, credendo a tutte le cose che sono scritte nella legge, e ne’ profeti; (I) Atti 24:15 avendo speranza in Dio, che la risurrezione de’ morti, così giusti come ingiusti, la quale essi ancora aspettano, avverrà. (I) Atti 24:16 E intanto, io esercito me stesso in aver del continuo la coscienza senza offesa inverso Iddio, e inverso gli uomini. (I) Atti 24:17 Ora, in capo di molti anni, io son venuto per far limosine, ed offerte alla mia nazione. (I) Atti 24:18 Le quali facendo, alcuni Giudei dell’Asia mi hanno trovato purificato nel tempio, senza turba, e senza tumulto. (I) Atti 24:19 A loro conveniva di comparire davanti a te, e d’accusarmi, se aveano cosa alcuna contro a me. (I) Atti 24:20 Ovvero, dicano questi stessi, se hanno trovato alcun misfatto in me, quando io mi son presentato davanti al concistoro. (I) Atti 24:21 Se non è di questa sola parola, che io gridai, essendo in piè fra loro: Io sono oggi giudicato da voi intorno alla risurrezione de’ morti. (I) Atti 24:22 Or Felice, udite queste cose, li rimise ad un altro tempo, dicendo: Dopo che io sarò più appieno informato di questa professione, quando il capitano Lisia sarà venuto, io prenderò conoscenza dei fatti vostri. (I) Atti 24:23 E ordinò al centurione che Paolo fosse guardato, ma che fosse largheggiato, e ch’egli non divietasse ad alcun de’ suoi di servirlo, o di venire a lui. (I) Atti 24:24 Or alcuni giorni appresso, Felice, venuto con Drusilla, sua moglie, la quale era Giudea, mandò a chiamar Paolo, e l’ascoltò intorno alla fede in Cristo Gesù. (I) Atti 24:25 E, ragionando egli della giustizia, e della temperanza, e del giudizio a venire, Felice, tutto spaventato, rispose: Al presente vattene; ma un’altra volta, quando io avrò opportunità, io ti manderò a chiamare. (I) Atti 24:26 Sperando insieme ancora che gli sarebber dati danari da Paolo, acciocchè lo liberasse; per la qual cosa ancora, mandandolo spesso a chiamare, ragionava con lui. (I) Atti 24:27 ORA, in capo di due anni, Felice ebbe per successore Porcio Festo; e Felice volendo far cosa grata ai Giudei, lasciò Paolo prigione. (I) Atti 25:1 Festo adunque, essendo entrato nella provincia, tre giorni appresso salì di Cesarea in Gerusalemme. (I) Atti 25:2 E il sommo sacerdote, ed i principali de’ Giudei, comparvero dinanzi a lui, contro a Paolo. (I) Atti 25:3 E lo pregavano, chiedendo una grazia contro a lui, che egli lo facesse venire in Gerusalemme, ponendo insidie, per ucciderlo per lo cammino. (I) Atti 25:4 Ma Festo rispose, che Paolo era guardato in Cesarea; e che egli tosto vi andrebbe. (I) Atti 25:5 Quegli adunque di voi, disse egli, che potranno, scendano meco; e se vi è in quest’uomo alcun misfatto, accusinlo. (I) Atti 25:6 Ed essendo dimorato appresso di loro non più di otto o di dieci giorni discese in Cesarea; e il giorno seguente, postosi a sedere in sul tribunale, comandò che Paolo gli fosse menato davanti. (I) Atti 25:7 E, quando egli fu giunto, i Giudei che erano discesi di Gerusalemme, gli furono d’intorno, portando contro a Paolo molte e gravi accuse, le quali però essi non potevano provare. Dicendo lui a sua difesa: (I) Atti 25:8 Io non ho peccato nè contro alla legge de’ Giudei, nè contro al tempio, nè contro a Cesare. (I) Atti 25:9 Ma Festo, volendo far cosa grata ai Giudei, rispose a Paolo, e disse: Vuoi tu salire in Gerusalemme, ed ivi esser giudicato davanti a me intorno a queste cose? (I) Atti 25:10 Ma Paolo disse: Io comparisco davanti al tribunal di Cesare, ove mi conviene esser giudicato; io non ho fatto torto alcuno a’ Giudei, come tu stesso lo riconosci molto bene. (I) Atti 25:11 Perciocchè se pure ho misfatto, o commessa cosa alcuna degna di morte, non ricuso di morire; ma, se non è nulla di quelle cose, delle quali costoro mi accusano, niuno può donarmi loro nelle mani; io mi richiamo a Cesare. (I) Atti 25:12 Allora Festo, tenuto parlamento col consiglio, rispose: Tu ti sei richiamato a Cesare? a Cesare andrai. (I) Atti 25:13 E DOPO alquanti giorni, il re Agrippa, e Bernice, arrivarono in Cesarea, per salutar Festo. (I) Atti 25:14 E, facendo quivi dimora per molti giorni, Festo raccontò al re l’affare di Paolo, dicendo: Un certo uomo è stato lasciato prigione da Felice. (I) Atti 25:15 Per lo quale, quando io fui in Gerusalemme, comparvero davanti a me i principali sacerdoti, e gli anziani de’ Giudei, chiedendo sentenza di condannazione contro a lui. (I) Atti 25:16 A’ quali risposi che non è l’usanza de’ Romani di donare alcuno, per farlo morire, avanti che l’accusato abbia gli accusatori in faccia e gli sia stato dato luogo di purgarsi dell’accusa. (I) Atti 25:17 Essendo eglino adunque venuti qua, io, senza indugio, il giorno seguente, sedendo in sul tribunale, comandai che quell’uomo mi fosse menato davanti. (I) Atti 25:18 Contro al quale gli accusatori, essendo compariti, non proposero alcuna accusa delle cose che io sospettava. (I) Atti 25:19 Ma aveano contro a lui certe quistioni intorno alla lor superstizione, ed intorno ad un certo Gesù morto, il qual Paolo dicea esser vivente. (I) Atti 25:20 Ora, stando io in dubbio come io procederei nell’inquisizion di questo fatto, gli dissi se voleva andare in Gerusalemme, e quivi esser giudicato intorno a queste cose. (I) Atti 25:21 Ma, essendosi Paolo richiamato ad Augusto, per esser riserbato al giudicio d’esso, io comandai ch’egli fosse guardato, finchè io lo mandassi a Cesare. (I) Atti 25:22 Ed Agrippa disse a Festo: Ben vorrei ancor io udir cotest’uomo. Ed egli disse: Domani l’udirai. (I) Atti 25:23 Il giorno seguente adunque, essendo venuti Agrippa e Bernice, con molta pompa, ed entrati nella sala dell’udienza, co’ capitani, e co’ principali della città, per comandamento di Festo, Paolo fu menato quivi. (I) Atti 25:24 E Festo disse: Re Agrippa, e voi tutti che siete qui presenti con noi, voi vedete costui, al quale tutta la moltitudine de’ Giudei ha dato querela davanti a me, ed in Gerusalemme, e qui, gridando che non convien che egli viva più. (I) Atti 25:25 Ma io, avendo trovato ch’egli non ha fatta cosa alcuna degna di morte, ed egli stesso essendosi richiamato ad Augusto, io son deliberato di mandarglielo. (I) Atti 25:26 E, perciocchè io non ho nulla di certo da scriverne al mio signore, l’ho menato qui davanti a voi, e principalmente davanti a te, o re Agrippa, acciocchè, fattane l’inquisizione, io abbia che scrivere. (I) Atti 25:27 Perciocchè mi par cosa fuor di ragione di mandare un prigione, e non significar le accuse che son contro a lui. (I) Atti 26:1 Ed Agrippa disse a Paolo: Ei ti si permette di parlar per te medesimo. Allora Paolo, distesa la mano, parlò a sua difesa in questa maniera: (I) Atti 26:2 Re Agrippa, io mi reputo felice di dover oggi purgarmi davanti a te di tutte le cose, delle quali sono accusato da’ Giudei. (I) Atti 26:3 Principalmente, sapendo che tu hai conoscenza di tutti i riti, e quistioni, che son fra i Giudei; perciò ti prego che mi ascolti pazientemente. (I) Atti 26:4 Quale adunque sia stata, dalla mia giovanezza, la mia maniera di vivere, fin dal principio, per mezzo la mia nazione in Gerusalemme, tutti i Giudei lo sanno. (I) Atti 26:5 Poichè mi hanno innanzi conosciuto fin dalla mia prima età, e sanno se voglion renderne testimonianza, che secondo la più squisita setta della nostra religione, son vissuto Fariseo. (I) Atti 26:6 Ed ora, io sto a giudicio per la speranza della promessa fatta da Dio a’ padri. (I) Atti 26:7 Alla quale le nostre dodici tribù, servendo del continuo a Dio, giorno e notte, sperano di pervenire; per quella speranza sono io, o re Agrippa, accusato da’ Giudei. (I) Atti 26:8 Che? è egli da voi giudicato incredibile che Iddio risusciti i morti? (I) Atti 26:9 Ora dunque, quant’è a me, ben avea pensato che mi conveniva far molte cose contro al nome di Gesù il Nazareo. (I) Atti 26:10 Il che eziandio feci in Gerusalemme; ed avendone ricevuta la podestà da’ principali sacerdoti, io serrai nelle prigioni molti de’ santi; e, quando erano fatti morire, io vi diedi la mia voce. (I) Atti 26:11 E spesse volte, per tutte le sinagoghe, con pene li costrinsi a bestemmiare; ed infuriato oltre modo contro a loro, li perseguitai fin nelle città straniere. (I) Atti 26:12 Il che facendo, come io andava eziandio in Damasco, con la podestà, e commissione da parte de’ principali sacerdoti, io vidi, o re, per lo cammino, di mezzo giorno, (I) Atti 26:13 una luce maggiore dello splendor del sole, la quale dal cielo lampeggiò intorno a me, ed a coloro che facevano il viaggio meco. (I) Atti 26:14 Ed essendo noi tutti caduti in terra, io udii una voce che mi parlò, e disse in lingua ebrea: Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti? ei ti è duro di ricalcitrar contro agli stimoli. (I) Atti 26:15 Ed io dissi: Chi sei tu, Signore? Ed egli disse: Io son Gesù, il qual tu perseguiti. (I) Atti 26:16 Ma levati, e sta’ in piedi; perciocchè per questo ti sono apparito, per ordinarti ministro, e testimonio delle cose, le quali tu hai vedute; e di quelle ancora, per le quali io ti apparirò, (I) Atti 26:17 riscotendoti dal popolo, e dai Gentili, a’ quali ora ti mando; (I) Atti 26:18 per aprir loro gli occhi, e convertirli dalle tenebre alla luce, e dalla podestà di Satana a Dio; acciocchè ricevano, per la fede in me, remission de’ peccati, e sorte fra i santificati. (I) Atti 26:19 Perciò, o re Agrippa, io non sono stato disubbidiente alla celeste apparizione. (I) Atti 26:20 Anzi, prima a que’ di Damasco, e poi in Gerusalemme, e per tutto il paese della Giudea, ed a’ Gentili, ho annunziato che si ravveggano, e si convertano a Dio, facendo opere convenevoli al ravvedimento. (I) Atti 26:21 Per queste cose i Giudei, avendomi preso nel tempio, tentarono d’uccidermi. (I) Atti 26:22 Ma, per l’aiuto di Dio, son durato fino a questo giorno, testificando a piccoli ed a grandi; non dicendo nulla, dalle cose infuori che i profeti e Mosè hanno dette dovere avvenire. (I) Atti 26:23 Cioè: che il Cristo sofferirebbe; e ch’egli, ch’è il primo della risurrezion de’ morti, annunzierebbe luce al popolo, ed a’ Gentili. (I) Atti 26:24 Ora, mentre Paolo diceva queste cose a sua difesa, Festo disse ad alta voce: Paolo, tu farnetichi; le molte lettere ti mettono fuor del senno. (I) Atti 26:25 Ma egli disse: Io non farnetico, eccellentissimo Festo; anzi ragiono parole di verità, e di senno ben composto. (I) Atti 26:26 Perciocchè il re, al quale ancora parlo francamente, sa bene la verità di queste cose; imperocchè io non posso credere che alcuna di queste cose gli sia occulta; poichè questo non è stato fatto in un cantone. (I) Atti 26:27 O re Agrippa, credi tu a’ profeti? io so che tu ci credi. (I) Atti 26:28 Ed Agrippa disse a Paolo: Per poco che tu mi persuadi di divenir Cristiano. (I) Atti 26:29 E Paolo disse: Piacesse a Dio che, e per poco, ed affatto, non solamente tu, ma ancora tutti coloro che oggi mi ascoltano, divenissero tali quali son io, da questi legami infuori. (I) Atti 26:30 E dopo ch’egli ebbe dette queste cose, il re si levò, e insieme il governatore, e Bernice, e quelli che sedevano con loro. (I) Atti 26:31 E ritrattisi in disparte, parlavano gli uni agli altri, dicendo: Quest’uomo non ha fatto nulla che meriti morte, o prigione. (I) Atti 26:32 Ed Agrippa disse a Festo: Quest’uomo poteva esser liberato, se non si fosse richiamato a Cesare. (I) Atti 27:1 ORA, dopo che fu determinato che noi navigheremmo in Italia, Paolo, e certi altri prigioni, furono consegnati ad un centurione, chiamato per nome Giulio, della schiera Augusta. (I) Atti 27:2 E, montati sopra una nave Adramittina, noi partimmo, con intenzion di costeggiare i luoghi dell’Asia, avendo con noi Aristarco Macedone Tessalonicese. (I) Atti 27:3 E il giorno seguente arrivammo a Sidon; e Giulio, usando umanità inverso Paolo, gli permise di andare a’ suoi amici, perchè avesser cura di lui. (I) Atti 27:4 Poi, essendo partiti di là, navigammo sotto Cipri; perciocchè i venti erano contrari. (I) Atti 27:5 E, passato il mar di Cilicia, e di Panfilia, arrivammo a Mira di Licia. (I) Atti 27:6 E il centurione, trovata qui una nave Alessandrina che faceva vela in Italia, ci fece montar sopra. (I) Atti 27:7 E, navigando per molti giorni lentamente, ed appena pervenuti di rincontro a Gnido, per l’impedimento che ci dava il vento, navigammo sotto Creti, di rincontro a Salmona. (I) Atti 27:8 E, costeggiando quella con gran difficoltà, venimmo in un certo luogo, detto Belli porti, vicin del quale era la città di Lasea. (I) Atti 27:9 Ora, essendo già passato molto tempo, ed essendo la navigazione omai pericolosa; poichè anche il digiuno era già passato, Paolo ammonì que’ della nave, dicendo loro: (I) Atti 27:10 Uomini, io veggo che la navigazione sarà con offesa, e grave danno, non solo del carico, e della nave, ma anche delle nostre proprie persone. (I) Atti 27:11 Ma il centurione prestava più fede al padron della nave, ed al nocchiero, che alle cose dette da Paolo. (I) Atti 27:12 E, perchè il porto non era ben posto da vernare, i più furono di parere di partirsi di là, per vernare in Fenice, porto di Creti, che riguarda verso il vento Libeccio, e Maestro; se pure in alcun modo potevano arrivarvi. (I) Atti 27:13 Ora, messosi a soffiar l’Austro, pensando esser venuti a capo del lor proponimento, levate le ancore, costeggiavano Creti più da presso. (I) Atti 27:14 Ma, poco stante, un vento turbinoso, che si domanda Euroclidone percosse l’isola. (I) Atti 27:15 Ed essendo la nave portata via, e non potendo reggere al vento, noi la lasciammo in abbandono; e così eravamo portati. (I) Atti 27:16 E scorsi sotto una isoletta, chiamata Clauda, appena potemmo avere in nostro potere lo schifo. (I) Atti 27:17 Il quale avendo pur tratto sopra la nave, i marinari usavano tutti i ripari, cingendo la nave di sotto; e, temendo di percuoter nella secca, calarono le vele, ed erano così portati. (I) Atti 27:18 Ed essendo noi fieramente travagliati dalla tempesta, il giorno seguente fecero il getto. (I) Atti 27:19 E tre giorni appresso, con le nostre proprie mani gettammo in mare gli arredi della nave. (I) Atti 27:20 E non apparendo nè sole, nè stelle, già per molti giorni, e soprastando non piccola tempesta, omai era tolta ogni speranza di scampare. (I) Atti 27:21 Ora, dopo che furono stati lungamente senza prender pasto, Paolo si levò in mezzo di loro, e disse: Uomini, ben conveniva credermi, e non partir di Creti; e risparmiar quest’offesa, e questa perdita. (I) Atti 27:22 Ma pure, al presente vi conforto a star di buon cuore, perciocchè non vi sarà perdita della vita d’alcun di voi, ma sol della nave. (I) Atti 27:23 Perciocchè un angelo dell’Iddio, di cui sono, ed al qual servo, mi è apparito questa notte, dicendo: (I) Atti 27:24 Paolo, non temere; ei ti conviene comparir davanti a Cesare; ed ecco, Iddio ti ha donati tutti coloro che navigan teco. (I) Atti 27:25 Perciò, o uomini, state di buon cuore, perciocchè io ho fede in Dio che così avverrà, come mi è stato detto. (I) Atti 27:26 Or ci bisogna percuotere in un’isola. (I) Atti 27:27 E la quartadecima notte essendo venuta, mentre eravamo portati qua e là nel mare Adriatico, in su la mezzanotte i marinari ebbero opinione ch’erano vicini di qualche terra. (I) Atti 27:28 E, calato lo scandaglio, trovarono venti braccia; ed essendo passati un poco più oltre, ed avendo scandagliato di nuovo, trovarono quindici braccia. (I) Atti 27:29 E temendo di percuotere in luoghi scogliosi, gettarono dalla poppa quattro ancore, aspettando con desiderio che si facesse giorno. (I) Atti 27:30 Ora, cercando i marinari di fuggir dalla nave, ed avendo calato lo schifo in mare, sotto specie di voler calare le ancore dalla proda. (I) Atti 27:31 Paolo disse al centurione, ed a’ soldati: Se costoro non restano nella nave, voi non potete scampare. (I) Atti 27:32 Allora i soldati tagliarono le funi dello schifo, e lo lasciarono cadere. (I) Atti 27:33 Ed aspettando che si facesse giorno, Paolo confortava tutti a prender cibo, dicendo: Oggi sono quattordici giorni che voi dimorate digiuni, aspettando, senza prender nulla. (I) Atti 27:34 Perciò, io vi esorto di prender cibo: perciocchè, questo farà la vostra salute; imperocchè non caderà pur un capello dal capo d’alcun di voi. (I) Atti 27:35 E, dette queste cose, prese del pane, e rendè grazie a Dio, in presenza di tutti; poi rottolo, cominciò a mangiare. (I) Atti 27:36 E tutti, fatto buon animo, presero anch’essi cibo. (I) Atti 27:37 Or noi eravamo in su la nave fra tutti dugensettantasei persone. (I) Atti 27:38 E quando furono saziati di cibo, alleviarono la nave, gittando il frumento in mare. (I) Atti 27:39 E, quando fu giorno, non riconoscevano il paese; ma scorsero un certo seno che avea lito, nel qual presero consiglio di spinger la nave, se potevano. (I) Atti 27:40 Ed avendo ritratte le ancore, ed insieme sciolti i legami de’ timoni, si rimisero alla mercè del mare; ed alzata la vela maestra al vento, traevano al lito. (I) Atti 27:41 Ma, incorsi in una piaggia, che avea il mare da amendue i lati, vi percossero la nave; e la proda, ficcatasi in quella, dimorava immobile; ma la poppa si sdruciva per lo sforzo delle onde. (I) Atti 27:42 Or il parer de’ soldati era d’uccidere i prigioni, acciocchè niuno se ne fuggisse a nuoto. (I) Atti 27:43 Ma il centurione, volendo salvar Paolo, li stolse da quel consiglio, e comandò che coloro che potevano nuotare si gettassero i primi, e scampassero in terra. (I) Atti 27:44 E gli altri, chi sopra tavole, chi sopra alcuni pezzi della nave; e così avvenne che tutti si salvarono in terra. (I) Atti 28:1 E, DOPO che furono scampati, allora conobbero che l’isola si chiamava Malta. (I) Atti 28:2 E i Barbari usarono inverso noi non volgare umanità; perciocchè, acceso un gran fuoco, ci accolsero tutti, per la pioggia che faceva, e per lo freddo. (I) Atti 28:3 Or Paolo, avendo adunata una quantità di sermenti, e postala in sul fuoco, una vipera uscì fuori per lo caldo, e gli si avventò alla mano. (I) Atti 28:4 E, quando i Barbari videro la bestia che gli pendeva dalla mano, dissero gli uni agli altri: Quest’uomo del tutto è micidiale, poichè essendo scampato dal mare, pur la vendetta divina non lo lascia vivere. (I) Atti 28:5 Ma Paolo, scossa la bestia nel fuoco, non ne sofferse male alcuno. (I) Atti 28:6 Or essi aspettavano ch’egli enfierebbe, o caderebbe di subito morto; ma, poichè ebbero lungamente aspettato, ed ebber veduto che non gliene avveniva alcuno inconveniente, mutarono parere, e dissero ch’egli era un dio. (I) Atti 28:7 Or il principale dell’isola, chiamato per nome Publio, avea le sue possessioni in que’ contorni; ed esso ci accolse, e ci albergò tre giorni amichevolmente. (I) Atti 28:8 E s’imbattè che il padre di Publio giacea in letto, malato di febbre, e di dissenteria; e Paolo andò a trovarlo; ed avendo fatta l’orazione, ed impostegli le mani, lo guarì. (I) Atti 28:9 Essendo adunque avvenuto questo, ancora gli altri che aveano delle infermità nell’isola venivano, ed eran guariti. (I) Atti 28:10 I quali ancora ci fecero grandi onori; e, quando ci partimmo, ci fornirono delle cose necessarie. (I) Atti 28:11 E, TRE mesi appresso, noi ci partimmo sopra una nave Alessandrina, che avea per insegna Castore e Polluce, la quale era vernata nell’isola. (I) Atti 28:12 Ed arrivati a Siracusa, vi dimorammo tre giorni. (I) Atti 28:13 E di là girammo, ed arrivammo a Reggio. Ed un giorno appresso, levatosi l’Austro, in due giorni arrivammo a Pozzuoli. (I) Atti 28:14 Ed avendo quivi trovati de’ fratelli, fummo pregati di dimorare presso a loro sette giorni. E così venimmo a Roma. (I) Atti 28:15 Or i fratelli di là, avendo udite le novelle di noi, ci vennero incontro fino al Foro Appio, ed alle Tre Taverne; e Paolo, quando li ebbe veduti, rendè grazie a Dio, e prese animo. (I) Atti 28:16 E, quando fummo giunti a Roma, il centurione mise i prigioni in man del capitan maggiore della guardia; ma a Paolo fu conceduto d’abitar da sè, col soldato che lo guardava. (I) Atti 28:17 E, tre giorni appresso, Paolo chiamò i principali de’ Giudei; e, quando furono raunati, disse loro: Uomini fratelli, senza che io abbia fatta cosa alcuna contro al popolo, nè contro a’ riti de’ padri, sono stato da Gerusalemme fatto prigione, e dato in man de’ Romani. (I) Atti 28:18 I quali avendomi esaminato, volevano liberarmi; perciocchè non vi era in me alcuna colpa degna di morte. (I) Atti 28:19 Ma, opponendosi i Giudei, io fui costretto di richiamarmi a Cesare; non già come se io avessi da accusar la mia nazione d’alcuna cosa. (I) Atti 28:20 Per questa cagione adunque vi ho chiamati, per vedervi, e per parlarvi; perciocchè per la speranza d’Israele son circondato di questa catena. (I) Atti 28:21 Ma essi gli dissero: Noi non abbiam ricevute alcune lettere di Giudea intorno a te; nè pure è venuto alcun de’ fratelli, che abbia rapportato, o detto alcun male di te. (I) Atti 28:22 Ben chiediamo intender da te ciò che tu senti, perciocchè, quant’è a cotesta setta, ci è noto che per tutto è contradetta. (I) Atti 28:23 Ed avendogli dato un giorno, vennero a lui nell’albergo in gran numero; ed egli esponeva, e testificava loro il regno di Dio; e per la legge di Mosè, e per li profeti, dalla mattina fino alla sera, persuadeva loro le cose di Gesù. (I) Atti 28:24 Ed alcuni credettero alle cose da lui dette, ma gli altri non credevano. (I) Atti 28:25 Ed essendo in discordia gli uni con gli altri, si dipartirono, avendo loro Paolo detta questa unica parola: Ben parlò lo Spirito Santo a’ nostri padri per lo profeta Isaia, dicendo: (I) Atti 28:26 Va’ a questo popolo, e digli: Voi udirete bene, ma non intenderete; voi riguarderete bene, ma non vedrete. (I) Atti 28:27 Perciocchè il cuor di questo popolo è ingrassato, ed odono gravemente con gli orecchi, e chiudono gli occhi; che talora non veggano con gli occhi, e non odano con gli orecchi, e non intendano col cuore, e non si convertano, ed io li sani. (I) Atti 28:28 Sappiate adunque che questa salute di Dio è mandata a’ Gentili, i quali ancora l’ascolteranno. (I) Atti 28:29 E, quando egli ebbe dette queste cose, i Giudei se ne andarono, avendo gran quistione fra loro stessi. (I) Atti 28:30 E Paolo dimorò due anni intieri in una sua casa tolta a fitto, ed accoglieva tutti coloro che venivano a lui; (I) Atti 28:31 predicando il regno di Dio, ed insegnando le cose di Gesù Cristo, con ogni franchezza, senza divieto. (I) Romani 1:1 PAOLO, servo di Gesù Cristo, chiamato ad essere apostolo, (I) Romani 1:2 appartato per l’Evangelo di Dio, il quale egli avea innanzi promesso, per li suoi profeti, nelle scritture sante, (I) Romani 1:3 intorno al suo Figliuolo, Gesù Cristo, nostro Signore; (I) Romani 1:4 fatto del seme di Davide, secondo la carne; dichiarato Figliuol di Dio in potenza, secondo lo Spirito della santità, per la risurrezione da’ morti; (I) Romani 1:5 per lo quale noi abbiam ricevuta grazia ed apostolato, all’ubbidienza di fede fra tutte le genti, per lo suo nome; (I) Romani 1:6 fra le quali siete ancora voi, chiamati da Gesù Cristo; (I) Romani 1:7 a voi tutti che siete in Roma, amati da Dio, santi chiamati: grazia, e pace da Dio, nostro Padre, e dal Signor Gesù Cristo. (I) Romani 1:8 IMPRIMA io rendo grazie all’Iddio mio per Gesù Cristo, per tutti voi, che la vostra fede è pubblicata per tutto il mondo. (I) Romani 1:9 Perciocchè Iddio, al quale io servo nello spirito mio, nell’evangelo del suo Figliuolo, mi è testimonio, ch’io non resto mai di far menzione di voi; (I) Romani 1:10 pregando del continuo nelle mie orazioni di poter venire a voi; se pure, per la volontà di Dio, in fine una volta mi sarà porta la comodità di fare il viaggio. (I) Romani 1:11 Perciocchè io desidero sommamente di vedervi, per comunicarvi alcun dono spirituale, acciocchè siate confermati. (I) Romani 1:12 E questo è, per esser congiuntamente consolato in voi, per la fede comune fra noi, vostra e mia. (I) Romani 1:13 Ora, fratelli, io non voglio che ignoriate che molte volte io ho proposto di venire a voi, acciocchè io abbia alcun frutto fra voi, come ancora fra le altre genti; ma sono stato impedito infino ad ora. (I) Romani 1:14 Io son debitore a’ Greci, ed ai Barbari; a’ savi, ed a’ pazzi. (I) Romani 1:15 Così, quant’è a me, io son pronto ad evangelizzare eziandio a voi che siete in Roma. (I) Romani 1:16 PERCIOCCHÈ io non mi vergogno dell’evangelo di Cristo; poichè esso è la potenza di Dio in salute ad ogni credente; al Giudeo imprima, poi anche al Greco. (I) Romani 1:17 Perciocchè la giustizia di Dio è rivelata in esso, di fede in fede; secondo ch’egli è scritto: E il giusto viverà per fede. (I) Romani 1:18 POICHÈ l’ira di Dio si palesa dal cielo sopra ogni empietà, ed ingiustizia degli uomini, i quali ritengono la verità in ingiustizia. (I) Romani 1:19 Imperocchè, ciò che si può conoscer dì Dio è manifesto in loro, perciocchè Iddio l’ha manifestato loro. (I) Romani 1:20 Poichè le cose invisibili d’esso, la sua eterna potenza, e deità, essendo fin dalla creazion del mondo intese per le opere sue, si veggono chiaramente, talchè sono inescusabili. (I) Romani 1:21 Perciocchè, avendo conosciuto Iddio, non però l’hanno glorificato, nè ringraziato, come Dio; anzi sono invaniti nei lor ragionamenti, e l’insensato lor cuore è stato intenebrato. (I) Romani 1:22 Dicendosi esser savi, son divenuti pazzi. (I) Romani 1:23 Ed hanno mutata la gloria dell’incorruttibile Iddio nella simiglianza dell’immagine dell’uomo corruttibile, e degli uccelli, e delle bestie a quattro piedi, e de’ rettili. (I) Romani 1:24 Perciò ancora Iddio li ha abbandonati a bruttura, nelle concupiscenze de’ lor cuori, da vituperare i corpi loro gli uni con gli altri. (I) Romani 1:25 Essi, che hanno mutata la verità di Dio in menzogna, ed hanno adorata e servita la creatura, lasciato il Creatore, che è benedetto in eterno. Amen. (I) Romani 1:26 Perciò, Iddio li ha abbandonati ad affetti infami; poichè anche le lor femmine hanno mutato l’uso naturale in quello che è contro a natura. (I) Romani 1:27 E simigliantemente i maschi, lasciato l’uso natural della femmina, si sono accesi nella lor libidine gli uni inverso gli altri, commettendo maschi con maschi la disonestà, ricevendo in loro stessi il pagamento del loro errore qual si conveniva. (I) Romani 1:28 E, siccome non hanno fatta stima di riconoscere Iddio, così li ha Iddio abbandonati ad una mente reproba, da far le cose che non si convengono; (I) Romani 1:29 essendo ripieni d’ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, d’omicidio, di contesa, di frode, di malignità; (I) Romani 1:30 cavillatori, maldicenti, nemici di Dio, ingiuriosi, superbi, vanagloriosi, inventori di mali, disubbidienti a padri ed a madri; (I) Romani 1:31 insensati, senza fede ne’ patti, senza affezion naturale, implacabili, spietati. (I) Romani 1:32 I quali, avendo riconosciuto il diritto di Dio, che coloro che fanno cotali cose son degni di morte, non solo le fanno, ma ancora acconsentono a coloro che le commettono. (I) Romani 2:1 PERCIÒ, o uomo, chiunque tu sii, che giudichi, tu sei inescusabile; perciocchè, in ciò che giudichi altrui, tu condanni te stesso; poichè tu che giudichi fai le medesime cose. (I) Romani 2:2 Or noi sappiamo che il giudicio di Dio è, secondo verità, sopra coloro che fanno cotali cose. (I) Romani 2:3 E stimi tu questo, o uomo, che giudichi coloro che fanno cotali cose, e le fai, che tu scamperai il giudicio di Dio? (I) Romani 2:4 Ovvero, sprezzi tu le ricchezze della sua benignità, e della sua pazienza, e lentezza ad adirarsi; non conoscendo che la benignità di Dio ti trae a ravvedimento? (I) Romani 2:5 Là dove tu, per la tua durezza, e cuore che non sa ravvedersi, ti ammassi a guisa di tesoro ira, nel giorno dell’ira, e della manifestazione del giusto giudicio di Dio. (I) Romani 2:6 Il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere; (I) Romani 2:7 cioè: la vita eterna a coloro che, con perseveranza in buone opere, procaccian gloria, onore, ed immortalità. (I) Romani 2:8 Ma a coloro che son contenziosi, e non ubbidiscono alla verità, anzi ubbidiscono all’ingiustizia, soprastà indegnazione ed ira. (I) Romani 2:9 Tribolazione, ed angoscia soprastà ad ogni anima d’uomo che fa il male; del Giudeo primieramente, e poi anche del Greco. (I) Romani 2:10 Ma gloria, ed onore, e pace, sarà a chiunque fa il bene; al Giudeo primieramente, poi anche al Greco. (I) Romani 2:11 Perciocchè presso a Dio non v’è riguardo alla qualità delle persone. (I) Romani 2:12 Imperocchè tutti coloro che avranno peccato, senza la legge, periranno senza la legge; e tutti coloro che avranno peccato, avendo la legge, saranno giudicati per la legge. (I) Romani 2:13 Perciocchè, non gli uditori della legge son giusti presso a Dio, ma coloro che mettono ad effetto la legge saranno giustificati. (I) Romani 2:14 Perciocchè, poichè i Gentili, che non hanno la legge, fanno di natura le cose della legge, essi, non avendo legge, son legge a sè stessi; (I) Romani 2:15 i quali mostrano, che l’opera della legge è scritta ne’ lor cuori per la testimonianza che rende loro la lor coscienza; e perciocchè i lor pensieri infra sè stessi si scusano, od anche si accusano. (I) Romani 2:16 Ciò si vedrà nel giorno che Iddio giudicherà i segreti degli uomini, per Gesù Cristo, secondo il mio evangelo. (I) Romani 2:17 ECCO, tu sei nominato Giudeo, e ti riposi in su la legge, e ti glorii in Dio; (I) Romani 2:18 e conosci la sua volontà, e discerni le cose contrarie, essendo ammaestrato dalla legge; (I) Romani 2:19 e ti dài a credere d’esser guida de’ ciechi, lume di coloro che son nelle tenebre; (I) Romani 2:20 educator degli scempi, maestro de’ fanciulli, e d’avere la forma della conoscenza, e della verità nella legge. (I) Romani 2:21 Tu adunque, che ammaestri gli altri, non ammaestri te stesso? tu, che predichi che non convien rubare, rubi? (I) Romani 2:22 Tu, che dici che non convien commettere adulterio, commetti adulterio? tu, che abbomini gl’idoli, commetti sacrilegio? (I) Romani 2:23 Tu, che ti glorii nella legge, disonori Iddio per la trasgression della legge? (I) Romani 2:24 Poichè il nome di Dio è per voi bestemmiato fra i Gentili, siccome è scritto. (I) Romani 2:25 Perciocchè ben giova la circoncisione, se tu osservi la legge; ma, se tu sei trasgreditor della legge, la tua circoncisione divien incirconcisione. (I) Romani 2:26 Se dunque gl’incirconcisi osservano gli statuti della legge, non sarà la loro incirconcisione reputata circoncisione? (I) Romani 2:27 E se la incirconcisione ch’è di natura, adempie la legge, non giudicherà egli te, che, con la lettera e con la circoncisione, sei trasgreditor della legge? (I) Romani 2:28 Perciocchè non è Giudeo colui che l’è in palese; e non è circoncisione quella che è in palese nella carne. (I) Romani 2:29 Ma Giudeo è colui che l’è in occulto; e la circoncisione è quella del cuore in ispirito, non in lettera; e d’un tal Giudeo la lode non è dagli uomini, ma da Dio. (I) Romani 3:1 QUALE è dunque il vantaggio del Giudeo? o quale è l’utilità della circoncisione? (I) Romani 3:2 Grande per ogni maniera; imprima invero, in ciò che gli oracoli di Dio furon loro fidati. (I) Romani 3:3 Perciocchè, che è egli, se alcuni sono stati increduli? la loro incredulità annullerà essa la fedeltà di Dio? (I) Romani 3:4 Così non sia; anzi, sia Iddio verace, ed ogni uomo bugiardo; siccome è scritto: Acciocchè tu sii giustificato nelle tue parole, e vinca quando sei giudicato. (I) Romani 3:5 Ora, se la nostra ingiustizia commenda la giustizia di Dio, che diremo? Iddio è egli ingiusto, quando egli impone punizione? Io parlo umanamente. (I) Romani 3:6 Così non sia; altrimenti, come giudicherebbe Iddio il mondo? (I) Romani 3:7 Imperocchè, se la verità di Dio per la mia menzogna è soprabbondata alla sua gloria, perchè sono io ancor condannato come peccatore? (I) Romani 3:8 E non dirassi come siamo infamati, e come alcuni dicono che noi diciamo: Facciamo i mali, acciocchè ne avvengano i beni? de’ quali la condannazione è giusta. (I) Romani 3:9 CHE dunque? abbiamo noi qualche eccellenza? del tutto no; poichè innanzi abbiamo convinti tutti, così Giudei, come Greci, ch’essi sono sotto peccato; (I) Romani 3:10 siccome è scritto: Non v’è alcun giusto, non pure uno. (I) Romani 3:11 Non v’è alcuno che abbia intendimento, non v’è alcuno che ricerchi Iddio. (I) Romani 3:12 Tutti son deviati, tutti quanti son divenuti da nulla; non v’è alcuno che faccia bene, non pure uno. (I) Romani 3:13 La lor gola è un sepolcro aperto; hanno usata frode con le lor lingue; v’è un veleno d’aspidi sotto alle lor labbra; (I) Romani 3:14 la lor bocca è piena di maledizione e d’amaritudine; (I) Romani 3:15 i lor piedi son veloci a spandere il sangue; (I) Romani 3:16 nelle lor vie v’è ruina e calamità; (I) Romani 3:17 e non hanno conosciuta la via della pace; (I) Romani 3:18 il timor di Dio non è davanti agli occhi loro. (I) Romani 3:19 Or noi sappiamo che, qualunque cosa dica la legge, parla a coloro che son nella legge, acciocchè ogni bocca sia turata, e tutto il mondo sia sottoposto al giudicio di Dio. (I) Romani 3:20 Perciocchè niuna carne sarà giustificata dinanzi a lui per le opere della legge; poichè per la legge è data conoscenza del peccato. (I) Romani 3:21 MA ora, senza la legge, la giustizia di Dio è manifestata, alla quale rendon testimonianza la legge ed i profeti; (I) Romani 3:22 la giustizia, dico, di Dio, per la fede in Gesù Cristo, inverso tutti, e sopra tutti i credenti, perciocchè non v’è distinzione. (I) Romani 3:23 Poichè tutti hanno peccato, e son privi della gloria di Dio. (I) Romani 3:24 Essendo gratuitamente giustificati per la grazia d’esso, per la redenzione ch’è in Cristo Gesù. (I) Romani 3:25 Il quale Iddio ha innanzi ordinato, per purgamento col suo sangue, mediante la fede; per mostrar la sua giustizia, per la remission de’ peccati, che sono stati innanzi, nel tempo della pazienza di Dio. (I) Romani 3:26 Per mostrare, dico, la sua giustizia nel tempo presente, acciocchè egli sia giusto e giustificante colui che è della fede di Gesù. (I) Romani 3:27 Dov’è adunque il vanto? Egli è escluso. Per qual legge? Delle opere? No; anzi, per la legge della fede. (I) Romani 3:28 Noi adunque conchiudiamo che l’uomo è giustificato per fede senza le opere della legge. (I) Romani 3:29 Iddio è egli Dio solo de’ Giudei? non lo è egli eziandio de’ Gentili? certo, egli lo è eziandio de’ Gentili. (I) Romani 3:30 Poichè v’è un solo Iddio, il quale giustificherà la circoncisione dalla fede, e l’incirconcisione per la fede. (I) Romani 3:31 Annulliamo noi dunque la legge per la fede? Così non sia; anzi stabiliamo la legge. (I) Romani 4:1 CHE diremo adunque che il padre nostro Abrahamo abbia ottenuto secondo la carne? (I) Romani 4:2 Perciocchè, se Abrahamo è stato giustificato per le opere, egli ha di che gloriarsi; ma egli non ha nulla di che gloriarsi appo Iddio. (I) Romani 4:3 Imperocchè, che dice la scrittura? Or Abrahamo credette a Dio, e ciò gli fu imputato a giustizia. (I) Romani 4:4 Ora, a colui che opera, il premio non è messo in conto per grazia, ma per debito. (I) Romani 4:5 Ma, a colui che non opera, anzi crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede gli è imputata a giustizia. (I) Romani 4:6 Come ancora Davide dice la beatitudine esser dell’uomo, a cui Iddio imputa la giustizia, senza opere, dicendo: (I) Romani 4:7 Beati coloro, le cui iniquità son rimesse, e i cui peccati son coperti. (I) Romani 4:8 Beato l’uomo, a cui il Signore non avrà imputato peccato. (I) Romani 4:9 Ora dunque, questa beatitudine cade ella sol nella circoncisione, ovvero anche nell’incirconcisine? poichè noi diciamo che la fede fu imputata ad Abrahamo a giustizia. (I) Romani 4:10 In che modo dunque gli fu ella imputata? mentre egli era nella circoncisione, o mentre era nell’incirconcisione? non mentre era nella circoncisione, anzi nell’incirconcisione. (I) Romani 4:11 Poi ricevette il segno della circoncisione, suggello della giustizia della fede, la quale egli avea avuta, mentre egli era nell’incirconcisione, affin d’esser padre di tutti coloro che credono, essendo nell’incirconcisione, acciocchè ancora a loro sia imputata la giustizia; (I) Romani 4:12 e padre della circoncisione, a rispetto di coloro che non solo son della circoncisione, ma eziandio seguono le pedate della fede del padre nostro Abrahamo, la quale egli ebbe mentre era nell’incirconcisione. (I) Romani 4:13 Perciocchè la promessa d’essere erede del mondo non fu fatta ad Abrahamo, od alla sua progenie per la legge, ma per la giustizia della fede. (I) Romani 4:14 Poichè, se coloro che son della legge sono eredi, la fede è svanita, e la promessa annullata; (I) Romani 4:15 perciocchè la legge opera ira; ma dove non è legge, eziandio non vi è trasgressione. (I) Romani 4:16 Perciò, è per fede affin d’esser per grazia; acciocchè la promessa sia ferma a tutta la progenie; non a quella solamente ch’è della legge, ma eziandio a quella ch’è della fede d’Abrahamo; il quale secondo che è scritto: (I) Romani 4:17 Io ti ho costituito padre di molte nazioni, è padre di tutti noi davanti a Dio, a cui egli credette, il qual fa vivere i morti, e chiama le cose che non sono, come se fossero. (I) Romani 4:18 Il quale contro a speranza in isperanza credette; per divenir padre di molte nazioni, secondo che gli era stato detto: Così sarà la tua progenie. (I) Romani 4:19 E, non essendo punto debole nella fede, non riguardò al suo corpo già ammortito, essendo egli d’età presso di cent’anni; nè all’ammortimento della matrice di Sara. (I) Romani 4:20 E non istette in dubbio per incredulità intorno alla promessa di Dio; anzi fu fortificato per la fede, dando gloria a Dio. (I) Romani 4:21 Ed essendo pienamente accertato che ciò ch’egli avea promesso, era anche potente da farlo. (I) Romani 4:22 Laonde ancora ciò gli fu imputato a giustizia. (I) Romani 4:23 Ora, non per lui solo è scritto che gli fu imputato. (I) Romani 4:24 Ma ancora per noi, ai quali sarà imputato; i quali crediamo in colui che ha suscitato da’ morti Gesù, nostro Signore. (I) Romani 4:25 Il quale è stato dato per le nostre offese, ed è risuscitato per la nostra giustificazione. (I) Romani 5:1 GIUSTIFICATI adunque per fede, abbiam pace presso Iddio, per Gesù Cristo, nostro Signore. (I) Romani 5:2 Per lo quale ancora abbiamo avuta, per la fede, introduzione in questa grazia, nella quale sussistiamo, e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio. (I) Romani 5:3 E non sol questo, ma ancora ci gloriamo nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione opera pazienza; (I) Romani 5:4 e la pazienza sperienza, e la sperienza speranza. (I) Romani 5:5 Or la speranza non confonde, perciocchè l’amor di Dio è sparso ne’ cuori nostri per lo Spirito Santo che ci è stato dato. (I) Romani 5:6 Perchè, mentre eravamo ancor senza forza, Cristo è morto per gli empi, nel suo tempo. (I) Romani 5:7 Perciocchè, appena muore alcuno per un giusto; ma pur per un uomo da bene forse ardirebbe alcuno morire. (I) Romani 5:8 Ma Iddio commenda l’amor suo verso noi, in ciò che mentre eravamo ancor peccatori, Cristo è morto per noi. (I) Romani 5:9 Molto maggiormente adunque, essendo ora giustificati nel suo sangue, saremo per lui salvati dall’ira. (I) Romani 5:10 Perciocchè se, mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per la morte del suo Figliuolo; molto maggiormente, essendo riconciliati, sarem salvati per la vita d’esso. (I) Romani 5:11 E non sol questo, ma ancora ci gloriamo in Dio, per lo Signor nostro Gesù Cristo, per lo quale ora abbiam ricevuta la riconciliazione. (I) Romani 5:12 PERCIÒ, siccome per un uomo il peccato è entrato nel mondo, e per il peccato la morte; ed in questo modo la morte è trapassata in tutti gli uomini, perchè tutti hanno peccato; (I) Romani 5:13 perciocchè fino alla legge il peccato era nel mondo; or il peccato non è imputato, se non vi è legge; (I) Romani 5:14 nondimeno la morte regnò da Adamo infino a Mosè, eziandio sopra coloro che non aveano peccato alla somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che dovea venire. (I) Romani 5:15 Ma pure la grazia non è come l’offesa; perciocchè, se per l’offesa dell’uno que’ molti son morti, molto più è abbondata inverso quegli altri molti la grazia di Dio, e il dono, per la grazia dell’un uomo Gesù Cristo. (I) Romani 5:16 Ed anche non è il dono come ciò ch’è venuto per l’uno che ha peccato; perciocchè il giudicio è di una offesa a condannazione; ma la grazia è di molte offese a giustizia. (I) Romani 5:17 Perciocchè, se, per l’offesa di quell’uno, la morte ha regnato per esso uno; molto maggiormente coloro che ricevono l’abbondanza della grazia, e del dono della giustizia, regneranno in vita, per l’uno, che è Gesù Cristo. (I) Romani 5:18 Siccome adunque per una offesa il giudicio è passato a tutti gli uomini, in condannazione, così ancora per un atto di giustizia la grazia è passata a tutti gli uomini, in giustificazione di vita. (I) Romani 5:19 Perciocchè, siccome per la disubbidienza dell’un uomo que’ molti sono stati costituiti peccatori, così ancora per l’ubbidienza dell’uno quegli altri molti saranno costituiti giusti. (I) Romani 5:20 Or la legge intervenne, acciocchè l’offesa abbondasse; ma, dove il peccato è abbondato, la grazia è soprabbondata; (I) Romani 5:21 acciocchè, siccome il peccato ha regnato nella morte, così ancora la grazia regni per la giustizia, a vita eterna, per Gesù Cristo, nostro Signore. (I) Romani 6:1 CHE diremo adunque? rimarremo noi nel peccato, acciocchè la grazia abbondi? (I) Romani 6:2 Così non sia: noi, che siam morti al peccato, come viveremo ancora in esso? (I) Romani 6:3 Ignorate voi, che noi tutti, che siamo stati battezzati in Gesù Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte? (I) Romani 6:4 Noi siamo adunque stati con lui seppelliti per lo battesimo, a morte; acciocchè, siccome Cristo è risuscitato da’ morti per la gloria del Padre, noi ancora simigliantemente camminiamo in novità di vita. (I) Romani 6:5 Perciocchè, se siamo stati innestati con Cristo alla conformità della sua morte, certo lo saremo ancora a quella della sua risurrezione. (I) Romani 6:6 Sapendo questo: che il nostro vecchio uomo è stato con lui crocifisso, acciocchè il corpo del peccato sia annullato, affinchè noi non serviamo più al peccato. (I) Romani 6:7 Poichè colui che è morto è sciolto dal peccato. (I) Romani 6:8 Ora, se siam morti con Cristo, noi crediamo che altresì viveremo con lui. (I) Romani 6:9 Sapendo che Cristo, essendo risuscitato da’ morti, non muore più; la morte non signoreggia più sopra lui. (I) Romani 6:10 Perciocchè, in quanto egli è morto, è morto al peccato una volta; ma in quanto egli vive, vive a Dio. (I) Romani 6:11 Così ancora voi reputate che ben siete morti al peccato; ma che vivete a Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. (I) Romani 6:12 Non regni adunque il peccato nel vostro corpo mortale, per ubbidirgli nelle sue concupiscenze. (I) Romani 6:13 E non prestate le vostre membra ad essere armi d’iniquità al peccato; anzi presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi; e le vostre membra ad essere armi di giustizia a Dio. (I) Romani 6:14 Perciocchè il peccato non vi signoreggerà; poichè non siete sotto la legge, ma sotto la grazia. (I) Romani 6:15 Che dunque? peccheremo noi, perciocchè non siamo sotto la legge, ma sotto la grazia? Così non sia. (I) Romani 6:16 Non sapete voi, che a chiunque vi rendete servi per ubbidirgli, siete servi a colui a cui ubbidite, o di peccato a morte, o d’ubbidienza a giustizia? (I) Romani 6:17 Ora, ringraziato sia Iddio, ch’eravate servi del peccato; ma avete di cuore ubbidito alla forma della dottrina, nella quale siete stati tramutati. (I) Romani 6:18 Ora, essendo stati francati dal peccato, voi siete stati fatti servi della giustizia. (I) Romani 6:19 Io parlo nella maniera degli uomini, per la debolezza della vostra carne. Perciocchè, siccome già prestaste le vostre membra ad esser serve alla bruttura, ed all’iniquità, per commetter l’iniquità; così ora dovete prestare le vostre membra ad esser serve alla giustizia, a santificazione. (I) Romani 6:20 Perciocchè, allora che voi eravate servi del peccato, voi eravate franchi della giustizia. (I) Romani 6:21 Qual frutto adunque avevate allora nelle cose, delle quali ora vi vergognate? poichè la fin d’esse è la morte. (I) Romani 6:22 Ma ora, essendo stati francati dal peccato, e fatti servi a Dio, voi avete il vostro frutto a santificazione, ed alla fine vita eterna. (I) Romani 6:23 Perciocchè il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna, in Cristo Gesù, nostro Signore. (I) Romani 7:1 IGNORATE voi, fratelli perciocchè io parlo a persone che hanno conoscenza della legge, che la legge signoreggia l’uomo per tutto il tempo ch’egli è in vita? (I) Romani 7:2 Poichè la donna maritata è, per la legge, obbligata al marito, mentre egli vive; ma, se il marito muore, ella è sciolta dalla legge del marito. (I) Romani 7:3 Perciò, mentre vive il marito, ella sarà chiamata adultera, se divien moglie di un altro marito; ma, quando il marito è morto, ella è liberata da quella legge; talchè non è adultera, se divien moglie di un altro marito. (I) Romani 7:4 Così adunque, fratelli miei, ancora voi siete divenuti morti alla legge, per lo corpo di Cristo, per essere ad un altro, che è risuscitato da’ morti, acciocchè noi fruttifichiamo a Dio. (I) Romani 7:5 Perciocchè, mentre eravam nella carne, le passioni de’ peccati, le quali erano mosse per la legge, operavano nelle nostre membra, per fruttificare alla morte. (I) Romani 7:6 Ma ora siamo sciolti della legge, essendo morti a quello, nel quale eravam ritenuti; talchè serviamo in novità di spirito, e non in vecchiezza di lettera. (I) Romani 7:7 Che diremo adunque? che la legge sia peccato? Così non sia; anzi, io non avrei conosciuto il peccato, se non per la legge; perciocchè io non avrei conosciuta la concupiscenza, se la legge non dicesse: Non concupire. (I) Romani 7:8 Ma il peccato, presa occasione per questo comandamento, ha operata in me ogni concupiscenza. (I) Romani 7:9 Perciocchè, senza la legge, il peccato è morto. E tempo fu, che io, senza la legge, era vivente; ma, essendo venuto il comandamento, il peccato rivisse, ed io morii. (I) Romani 7:10 Ed io trovai che il comandamento, che è a vita, esso mi tornava a morte. (I) Romani 7:11 Perciocchè il peccato, presa occasione per lo comandamento, m’ingannò, e per quello mi uccise. (I) Romani 7:12 Talchè, ben è la legge santa, e il comandamento santo, e giusto, e buono. (I) Romani 7:13 Mi è dunque ciò che è buono divenuto morte? Così non sia; anzi il peccato mi è divenuto morte, acciocchè apparisse esser peccato, operandomi la morte per quello che è buono; affinchè, per lo comandamento, il peccato sia reso estremamente peccante. (I) Romani 7:14 Perciocchè noi sappiamo che la legge è spirituale; ma io son carnale, venduto ad esser sottoposto al peccato. (I) Romani 7:15 Poichè io non riconosco ciò che io opero; perciocchè, non ciò che io voglio quello fo, ma, ciò che io odio quello fo. (I) Romani 7:16 Ora, se ciò che io non voglio, quello pur fo, io acconsento alla legge ch’ella è buona. (I) Romani 7:17 Ed ora non più io opero quello, anzi l’opera il peccato che abita in me. (I) Romani 7:18 Perciocchè io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poichè ben è in me il volere, ma di compiere il bene, io non ne trovo il modo. (I) Romani 7:19 Perciocchè, il bene che io voglio, io nol fo; ma il male che io non voglio, quello fo. (I) Romani 7:20 Ora, se ciò che io non voglio quello fo, non più io opero quello, anzi l’opera il peccato che abita in me. (I) Romani 7:21 Io mi trovo adunque sotto questa legge: che volendo fare il bene, il male è presso a me. (I) Romani 7:22 Perciocchè io mi diletto nella legge di Dio, secondo l’uomo di dentro. (I) Romani 7:23 Ma io veggo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro alla legge della mia mente, e mi trae in cattività sotto alla legge del peccato, che è nelle mie membra. (I) Romani 7:24 Misero me uomo! chi mi trarrà di questo corpo di morte? (I) Romani 7:25 Io rendo grazie a Dio, per Gesù Cristo, nostro Signore. Io stesso adunque, con la mente, servo alla legge di Dio; ma, con la carne, alla legge del peccato. (I) Romani 8:1 ORA dunque non vi è alcuna condannazione per coloro che sono in Cristo Gesù, i quali non camminano secondo la carne, ma secondo lo Spirito. (I) Romani 8:2 Perciocchè la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù, mi ha francato dalla legge del peccato, e della morte. (I) Romani 8:3 Imperocchè ciò che era impossibile alla legge in quanto che per la carne era senza forza, Iddio, avendo mandato il suo proprio Figliuolo, in forma simigliante alla carne del peccato, ed a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne. (I) Romani 8:4 Acciocchè la giustizia della legge si adempia in noi, i quali non camminiamo secondo la carne, ma secondo lo Spirito. (I) Romani 8:5 Perciocchè coloro che son secondo la carne, pensano, ed hanno l’animo alle cose della carne; ma coloro che son secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. (I) Romani 8:6 Imperocchè ciò a che la carne pensa, ed ha l’animo, è morte; ma ciò a che lo Spirito pensa, ed ha l’animo, è vita e pace. (I) Romani 8:7 Poichè il pensiero, e l’affezion della carne è inimicizia contro a Dio; perciocchè ella non si sottomette alla legge di Dio; imperocchè non pure anche può. (I) Romani 8:8 E coloro che son nella carne non possono piacere a Dio. (I) Romani 8:9 Or voi non siete nella carne, anzi nello Spirito, se pur lo Spirito di Dio abita in voi; ma, se alcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non è di lui. (I) Romani 8:10 E se Cristo è in voi, ben è il corpo morto per lo peccato; ma lo Spirito è vita per la giustizia. (I) Romani 8:11 E, se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù da’ morti abita in voi, colui che risuscitò Cristo da’ morti vivificherà ancora i vostri corpi mortali, per lo suo Spirito, che abita in voi. (I) Romani 8:12 Perciò, fratelli, noi siamo debitori, non alla carne, per viver secondo la carne. (I) Romani 8:13 Perciocchè, se voi vivete secondo la carne, voi morrete; ma, se per lo Spirito mortificate gli atti del corpo, voi viverete. (I) Romani 8:14 Poichè, tutti coloro che son condotti per lo Spirito di Dio, sono figliuoli di Dio. (I) Romani 8:15 Perciocchè voi non avete di nuovo ricevuto lo spirito di servitù, a timore; anzi avete ricevuto lo Spirito d’adottazione, per lo quale gridiamo: Abba, Padre. (I) Romani 8:16 Quel medesimo Spirito rende testimonianza allo spirito nostro, che noi siam figliuoli di Dio. (I) Romani 8:17 E se siam figliuoli, siamo ancora eredi, eredi di Dio, e coeredi di Cristo; se pur sofferiamo con lui, acciocchè ancora con lui siamo glorificati. (I) Romani 8:18 PERCIOCCHÈ io fo ragione che le sofferenze del tempo presente non son punto da agguagliare alla gloria che sarà manifestata inverso noi. (I) Romani 8:19 Poichè l’intento, e il desiderio del mondo creato aspetta la manifestazione dei figliuoli di Dio. (I) Romani 8:20 Perciocchè il mondo creato è stato sottoposto alla vanità non di sua propria inclinazione, ma per colui che l’ha sottoposto ad essa, (I) Romani 8:21 con la speranza che il mondo creato ancora sarà liberato dalla servitù della corruzione, e messo nella libertà della gloria de’ figliuoli di Dio. (I) Romani 8:22 Perciocchè noi sappiamo che fino ad ora tutto il mondo creato geme insieme, e travaglia. (I) Romani 8:23 E non solo esso, ma ancora noi stessi, che abbiamo le primizie dello Spirito; noi stessi, dico, gemiamo, in noi medesimi, aspettando l’adottazione, la redenzion del nostro corpo. (I) Romani 8:24 Perciocchè noi siamo salvati per isperanza; or la speranza la qual si vede non è speranza; perciocchè, perchè spererebbe altri ancora ciò ch’egli vede? (I) Romani 8:25 E se speriamo quello che non veggiamo, noi l’aspettiamo con pazienza. (I) Romani 8:26 Parimente ancora lo Spirito solleva le nostre debolezze; perciocchè noi non sappiamo ciò che dobbiam pregare, come si conviene; ma lo Spirito interviene egli stesso per noi con sospiri ineffabili. (I) Romani 8:27 E colui che investiga i cuori conosce qual sia il sentimento, e l’affetto dello Spirito; poichè esso interviene per li santi, secondo Iddio. (I) Romani 8:28 Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene, a coloro che amano Iddio; i quali son chiamati secondo il suo proponimento. (I) Romani 8:29 Perciocchè coloro che egli ha innanzi conosciuti, li ha eziandio predestinati ad esser conformi all’immagine del suo Figliuolo; acciocchè egli sia il primogenito fra molti fratelli. (I) Romani 8:30 E coloro ch’egli ha predestinati, essi ha eziandio chiamati; e coloro ch’egli ha chiamati, essi ha eziandio giustificati; e coloro ch’egli ha giustificati, essi ha eziandio glorificati. (I) Romani 8:31 CHE diremo noi adunque a queste cose? Se Iddio è per noi, chi sarà contro a noi? (I) Romani 8:32 Colui certo, che non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, anzi l’ha dato per tutti noi, come non ci donerebbe egli ancora tutte le cose con lui? (I) Romani 8:33 Chi farà accusa contro agli eletti di Dio? Iddio è quel che giustifica. (I) Romani 8:34 Chi sarà quel che li condanni? Cristo è quel che è morto, ed oltre a ciò ancora è risuscitato; il quale eziandio è alla destra di Dio, il quale eziandio intercede per noi. (I) Romani 8:35 Chi ci separerà dall’amor di Cristo? sarà egli afflizione, o distretta, o persecuzione, o fame, o nudità, o pericolo, o spada? (I) Romani 8:36 Siccome è scritto: Per amor di te tuttodì siamo fatti morire; noi siamo stati reputati come pecore del macello. (I) Romani 8:37 Anzi, in tutte queste cose noi siam di gran lunga vincitori per colui che ci ha amati. (I) Romani 8:38 Perciocchè io son persuaso, che nè morte, nè vita, nè angeli, nè principati, nè podestà, nè cose presenti, nè cose future; (I) Romani 8:39 nè altezza, nè profondità, nè alcuna altra creatura, non potrà separarci dall’amor di Dio, ch’è in Cristo Gesù, nostro Signore. (I) Romani 9:1 IO dico verità in Cristo, io non mento, rendendomene insieme testimonianza la mia coscienza per lo Spirito Santo: (I) Romani 9:2 che io ho gran tristezza, e continuo dolore nel cuor mio. (I) Romani 9:3 Perciocchè desidererei d’essere io stesso anatema, riciso da Cristo, per li miei fratelli, miei parenti secondo la carne; (I) Romani 9:4 i quali sono Israeliti, de’ quali è l’adottazione, e la gloria, e i patti, e la costituzion della legge, e il servigio divino, e le promesse; (I) Romani 9:5 de’ quali sono i padri, e de’ quali è uscito, secondo la carne, il Cristo, il quale è sopra tutti Iddio benedetto in eterno. Amen. (I) Romani 9:6 TUTTAVIA non è che la parola di Dio sia caduta a terra; poichè non tutti coloro che son d’Israele, sono Israele. (I) Romani 9:7 Ed anche, perchè son progenie d’Abrahamo, non sono però tutti figliuoli; anzi: In Isacco ti sarà nominata progenie. (I) Romani 9:8 Cioè: non quelli che sono i figliuoli della carne, son figliuoli di Dio; ma i figliuoli della promessa son reputati per progenie. (I) Romani 9:9 Perciocchè questa fu la parola della promessa: In questa medesima stagione io verrò, e Sara avrà un figliuolo. (I) Romani 9:10 E non solo Abrahamo, ma ancora Rebecca, avendo conceputo d’un medesimo, cioè d’Isacco nostro padre, udì questo. (I) Romani 9:11 Perciocchè, non essendo ancor nati i figliuoli, e non avendo fatto bene o male alcuno acciocchè il proponimento di Dio secondo l’elezione dimorasse fermo, non per le opere, ma per colui che chiama, le fu detto: (I) Romani 9:12 Il maggiore servirà al minore, (I) Romani 9:13 secondo ch’egli è scritto: Io ho amato Giacobbe, ed ho odiato Esaù. (I) Romani 9:14 Che diremo adunque? Evvi egli iniquità in Dio? Così non sia. (I) Romani 9:15 Perciocchè egli dice a Mosè: Io avrò mercè di chi avrò mercè, e farò misericordia a chi farò misericordia. (I) Romani 9:16 Egli non è adunque di chi vuole, nè di chi corre, ma di Dio che fa misericordia. (I) Romani 9:17 Poichè la scrittura dice a Faraone: Per questo stesso ti ho suscitato, per mostrare in te la mia potenza, ed acciocchè il mio nome sia predicato per tutta la terra. (I) Romani 9:18 Così, egli fa misericordia a chi egli vuole, e indura chi egli vuole. (I) Romani 9:19 Tu mi dirai adunque: Perchè si cruccia egli ancora? perciocchè, chi può resistere alla sua volontà? (I) Romani 9:20 Anzi, o uomo, chi sei tu, che replichi a Dio? la cosa formata dirà ella al formatore: Perchè mi hai fatta così? (I) Romani 9:21 Non ha il vasellaio la podestà sopra l’argilla, da fare d’una medesima massa un vaso ad onore, ed un altro a disonore? (I) Romani 9:22 Quanto meno se, volendo Iddio mostrar la sua ira, e far conoscere il suo potere, pure ha comportati con molta pazienza i vasi dell’ira, composti a perdizione? (I) Romani 9:23 Acciocchè ancora facesse conoscere le ricchezze della sua gloria sopra i vasi della misericordia, i quali egli ha innanzi preparati a gloria? (I) Romani 9:24 I quali eziandio ha chiamati, cioè noi, non sol d’infra i Giudei, ma anche d’infra i Gentili. (I) Romani 9:25 Siccome ancora egli dice in Osea: Io chiamerò Mio popolo, quel che non è mio popolo; ed Amata, quella che non è amata. (I) Romani 9:26 Ed avverrà che là dove era loro stato detto: Voi non siete mio popolo, saranno chiamati Figliuoli dell’Iddio vivente. (I) Romani 9:27 Ma Isaia sclama intorno ad Israele: Avvegnachè il numero de’ figliuoli d’Israele fosse come la rena del mare, il rimanente solo sarà salvato. (I) Romani 9:28 Perciocchè il Signore definisce e decide il fatto con giustizia; il Signore farà una decisione sopra la terra. (I) Romani 9:29 E come Isaia avea innanzi detto: Se il Signor degli eserciti non ci avesse lasciato qualche seme, saremmo divenuti come Sodoma, e simili a Gomorra. (I) Romani 9:30 Che diremo adunque? Che i Gentili, che non procacciavano la giustizia, hanno ottenuta la giustizia; anzi la giustizia che è per la fede. (I) Romani 9:31 Ma che Israele, che procacciava la legge della giustizia non è pervenuto alla legge della giustizia. (I) Romani 9:32 Perchè? perciocchè egli non l’ha procacciata per la fede, ma come per le opere della legge; perciocchè si sono intoppati nella pietra dell’intoppo. (I) Romani 9:33 Siccome è scritto: Ecco, io pongo in Sion una pietra d’intoppo, ed un sasso d’incappo; ma chiunque crede in esso non sarà svergognato. (I) Romani 10:1 FRATELLI, l’affezion del mio cuore, e la preghiera che io fo a Dio per Israele, è a sua salute. (I) Romani 10:2 Perciocchè io rendo loro testimonianza che hanno lo zelo di Dio, ma non secondo conoscenza. (I) Romani 10:3 Poichè, ignorando la giustizia di Dio, e cercando di stabilir la lor propria giustizia, non si sono sottoposti alla giustizia di Dio. (I) Romani 10:4 Perciocchè il fin della legge è Cristo, in giustizia ad ogni credente. (I) Romani 10:5 Poichè Mosè descrive così la giustizia che è per la legge: Che l’uomo, che avrà fatte quelle cose, vivrà per esse. (I) Romani 10:6 Ma la giustizia, che è per la fede, dice così: Non dir nel cuor tuo: Chi salirà in cielo? Quest’è trarre Cristo a basso. (I) Romani 10:7 Ovvero: Chi scenderà nell’abisso? Quest’è ritrarre Cristo da’ morti. (I) Romani 10:8 Ma, che dice ella? La parola è presso di te, nella tua bocca, e nel tuo cuore. Quest’è la parola della fede, la qual noi predichiamo. (I) Romani 10:9 Che se tu confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Iddio l’ha risuscitato da’ morti, sarai salvato. (I) Romani 10:10 Poichè col cuore si crede a giustizia, e con la bocca si fa confessione a salute. (I) Romani 10:11 Perciocchè la scrittura dice: Chiunque crede in lui non sarà svergognato. (I) Romani 10:12 Poichè non vi è distinzione di Giudeo, e di Greco; perciocchè uno stesso è il Signor di tutti, ricco inverso tutti quelli che l’invocano. (I) Romani 10:13 Imperocchè, chiunque avrà invocato il nome del Signore, sarà salvato. (I) Romani 10:14 Come adunque invocheranno essi colui, nel quale non hanno creduto? e come crederanno in colui, del quale non hanno udito parlare? e come udiranno, se non v’è chi predichi? (I) Romani 10:15 E come predicherà altri, se non è mandato? Siccome è scritto: Quanto son belli i piedi di coloro che evangelizzano la pace, che evangelizzano le cose buone! (I) Romani 10:16 Ma tutti non hanno ubbidito all’evangelo; perciocchè Isaia dice: Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione? (I) Romani 10:17 La fede adunque è dall’udito, e l’udito è per la parola di Dio. (I) Romani 10:18 Ma io dico: Non hanno eglino udito? Anzi, il lor suono è uscito per tutta la terra; e le lor parole fino agli estremi termini del mondo. (I) Romani 10:19 Ma io dico: Israele non ha egli avuto alcun conoscimento? Mosè dice il primo: Io vi moverò a gelosia per una nazione che non è nazione; io vi provocherò a sdegno per una gente stolta. (I) Romani 10:20 E Isaia arditamente dice: Io sono stato trovato da coloro che non mi cercavano; son chiaramente apparito a coloro che non mi domandavano. (I) Romani 10:21 Ma, intorno ad Israele, dice: Io ho tutto il dì stese le mani verso un popolo disubbidiente e contradicente. (I) Romani 11:1 IO dico adunque: Ha Iddio rigettato il suo popolo? Così non sia; perciocchè io ancora sono Israelita, della progenie d’Abrahamo, della tribù di Beniamino. (I) Romani 11:2 Iddio non ha rigettato il suo popolo, il quale egli ha innanzi conosciuto. Non sapete voi ciò che la scrittura dice nella storia di Elia? come egli si richiama a Dio contro ad Israele, dicendo: (I) Romani 11:3 Signore, hanno uccisi i tuoi profeti, ed hanno distrutti i tuoi altari, ed io son rimasto solo; ed anche cercano l’anima mia? (I) Romani 11:4 Ma, che gli disse la voce divina? Io mi son riserbato settemila uomini, che non han piegato il ginocchio all’idolo di Baal. (I) Romani 11:5 Così adunque ancora nel tempo presente è stato lasciato alcun rimanente, secondo l’elezion della grazia. (I) Romani 11:6 E se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, grazia non è più grazia; ma, se è per opere, non è più grazia; altrimenti, opera non è più opera. (I) Romani 11:7 Che dunque? Israele non ha ottenuto quel ch’egli cerca; ma l’elezione l’ha ottenuto, e gli altri sono stati indurati, infino a questo giorno. (I) Romani 11:8 Secondo ch’egli è scritto: Iddio ha loro dato uno spirito di stordimento, occhi da non vedere, ed orecchi da non udire. (I) Romani 11:9 E Davide dice: Sia la lor mensa loro in laccio, ed in rete, ed in intoppo, ed in retribuzione. (I) Romani 11:10 Sieno i loro occhi oscurati da non vedere, e piega loro del continuo il dosso. (I) Romani 11:11 Io dico adunque: Si son eglino intoppati acciocchè cadessero? Così non sia; anzi, per la lor caduta è avvenuta la salute a’ Gentili, per provocarli a gelosia. (I) Romani 11:12 Ora, se la lor caduta è la ricchezza del mondo, e la lor diminuzione la ricchezza de’ Gentili, quanto più lo sarà la lor pienezza? (I) Romani 11:13 Perciocchè io parlo a voi Gentili; in quanto certo sono apostolo de’ Gentili, io onoro il mio ministerio; (I) Romani 11:14 per provare se in alcuna maniera posso provocare a gelosia que’ della mia carne, e salvare alcuni di loro. (I) Romani 11:15 Perciocchè, se il lor rigettamento è la riconciliazione del mondo, qual sarà la loro ammissione, se non vita da’ morti? (I) Romani 11:16 Ora, se le primizie son sante, la massa ancora è santa; e se la radice è santa, i rami ancora son santi. (I) Romani 11:17 E se pure alcuni de’ rami sono stati troncati, e tu, essendo ulivastro, sei stato innestato in luogo loro, e fatto partecipe della radice, e della grassezza dell’ulivo; (I) Romani 11:18 non gloriarti contro a’ rami; e se pur tu ti glorii contro a loro, tu non porti la radice, ma la radice porta te. (I) Romani 11:19 Forse adunque dirai: I rami sono stati troncati, acciocchè io fossi innestato. (I) Romani 11:20 Bene; sono stati troncati per l’incredulità, e tu stai ritto per la fede; non superbir nell’animo tuo, ma temi. (I) Romani 11:21 Perciocchè, se Iddio non ha risparmiati i rami naturali, guarda che talora te ancora non risparmi. (I) Romani 11:22 Vedi adunque la benignità, e la severità di Dio: la severità, sopra coloro che son caduti; e la benignità, inverso te, se pur tu perseveri nella benignità; altrimenti, tu ancora sarai reciso. (I) Romani 11:23 E quelli ancora, se non perseverano nell’incredulità, saranno innestati; perciocchè Iddio è potente da innestarli di nuovo. (I) Romani 11:24 Imperocchè, se tu sei stato tagliato dall’ulivo che di natura era salvatico, e sei fuor di natura stato innestato nell’ulivo domestico; quanto più costoro, che son rami naturali, saranno innestati nel proprio ulivo? (I) Romani 11:25 Perciocchè io non voglio, fratelli, che ignoriate questo misterio acciocchè non siate presuntuosi in voi stessi, che induramento è avvenuto in parte ad Israele, finchè la pienezza de’ Gentili sia entrata. (I) Romani 11:26 E così tutto Israele sarà salvato, secondo ch’egli è scritto: Il Liberatore verrà di Sion, e torrà d’innanzi a sè l’empietà di Giacobbe. (I) Romani 11:27 E questo sarà il patto che avranno da me, quando io avrò tolti via i lor peccati. (I) Romani 11:28 Ben son essi nemici, quant’è all’evangelo, per voi; ma quant’è all’elezione, sono amati per i padri. (I) Romani 11:29 Perciocchè i doni, e la vocazione di Dio son senza pentimento. (I) Romani 11:30 Imperocchè, siccome ancora voi già eravate disubbidienti a Dio; ma ora avete ottenuta misericordia, per la disubbidienza di costoro; (I) Romani 11:31 così ancora costoro al presente sono stati disubbidienti; acciocchè, per la misericordia che vi è stata fatta, essi ancora ottengano misericordia. (I) Romani 11:32 Perciocchè Iddio ha rinchiusi tutti in disubbidienza, acciocchè faccia misericordia a tutti. (I) Romani 11:33 O PROFONDITÀ di ricchezze, e di sapienza, e di conoscimento di Dio! quanto è impossibile di rinvenire i suoi giudicii, e d’investigar le sue vie! (I) Romani 11:34 Perciocchè chi ha conosciuta la mente del Signore? o chi è stato suo consigliere? (I) Romani 11:35 O chi gli ha dato il primiero, e gliene sarà fatta retribuzione? (I) Romani 11:36 Poichè da lui, e per lui, e per amor di lui, sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen. (I) Romani 12:1 IO vi esorto adunque, fratelli, per le compassioni di Dio, che voi presentiate i vostri corpi, il vostro razional servigio, in ostia vivente, santa, accettevole a Dio. (I) Romani 12:2 E non vi conformiate a questo secolo, anzi siate trasformati per la rinnovazion della vostra mente; acciocchè proviate qual sia la buona, accettevole, e perfetta volontà di Dio. (I) Romani 12:3 Perciocchè io, per la grazia che mi è stata data, dico a ciascuno che è fra voi: che non abbia alcun sentimento sopra ciò che conviene avere; anzi senta a sobrietà, secondo che Iddio ha distribuita a ciascuno la misura della fede. (I) Romani 12:4 Perciocchè, siccome in uno stesso corpo abbiam molte membra, e tutte le membra non hanno una medesima operazione, (I) Romani 12:5 così noi, che siam molti, siamo un medesimo corpo in Cristo; e ciascun di noi è membro l’uno dell’altro. (I) Romani 12:6 Ora, avendo noi doni differenti, secondo la grazia che ci è stata data, se abbiam profezia, profetizziamo secondo la proporzion della fede; (I) Romani 12:7 se ministerio, attendiamo al ministerio; parimente il dottore attenda all’insegnare; (I) Romani 12:8 e colui che esorta, attenda all’esortare; colui che distribuisce, faccialo in semplicità; colui che presiede, con diligenza; colui che fa opere pietose, con allegrezza. (I) Romani 12:9 LA carità sia senza simulazione; abborrite il male, ed attenetevi fermamente al bene. (I) Romani 12:10 Siate inclinati ed avervi gli uni agli altri affezione per amor fraterno; prevenite gli uni gli altri nell’onore. (I) Romani 12:11 Non siate pigri nello zelo; siate ferventi nello Spirito, serventi al Signore; (I) Romani 12:12 allegri nella speranza, pazienti nell’afflizione, perseveranti nell’orazione; (I) Romani 12:13 comunicanti a’ bisogni de’ santi, procaccianti l’ospitalità. (I) Romani 12:14 Benedite quelli che vi perseguitano; benediteli, e non li maledite. (I) Romani 12:15 Rallegratevi con quelli che sono allegri, piangete con quelli che piangono. (I) Romani 12:16 Abbiate fra voi un medesimo sentimento; non abbiate l’animo alle cose alte, ma accomodatevi alle basse; non siate savi secondo voi stessi. (I) Romani 12:17 Non rendete ad alcuno male per male; procurate cose oneste nel cospetto di tutti gli uomini. (I) Romani 12:18 S’egli è possibile, e quanto è in voi, vivete in pace con tutti gli uomini. (I) Romani 12:19 Non fate le vostre vendette, cari miei; anzi date luogo all’ira di Dio; perciocchè egli è scritto: A me la vendetta, io renderò la retribuzione, dice il Signore. (I) Romani 12:20 Se dunque il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; perciocchè, facendo questo, tu raunerai de’ carboni accesi sopra il suo capo. (I) Romani 12:21 Non esser vinto dal male, anzi vinci il male per il bene. (I) Romani 13:1 OGNI persona sia sottoposta alle podestà superiori; perciocchè non vi è podestà se non da Dio; e le podestà che sono, son da Dio ordinate. (I) Romani 13:2 Talchè chi resiste alla podestà, resiste all’ordine di Dio; e quelli che vi resistono ne riceveranno giudicio sopra loro. (I) Romani 13:3 Poichè i magistrati non sono di spavento alle buone opere, ma alle malvage; ora, vuoi tu non temer della podestà? fa’ ciò che è bene, e tu avrai lode da essa. (I) Romani 13:4 Perciocchè il magistrato è ministro di Dio per te, nel bene; ma, se tu fai male, temi, perciocchè egli non porta indarno la spada; poichè egli è ministro di Dio, vendicatore in ira contro a colui che fa ciò che è male. (I) Romani 13:5 Perciò convien di necessità essergli soggetto, non solo per l’ira, ma ancora per la coscienza. (I) Romani 13:6 Poichè per questa cagione ancora pagate i tributi; perciocchè essi son ministri di Dio, vacando del continuo a questo stesso. (I) Romani 13:7 Rendete adunque a ciascuno il debito; il tributo, a chi dovete il tributo; la gabella, a chi la gabella; il timore, a chi il timore; l’onore, a chi l’onore. (I) Romani 13:8 NON dobbiate nulla ad alcuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perciocchè, chi ama altrui ha adempiuta la legge. (I) Romani 13:9 Poichè questi comandamenti: Non commettere adulterio, Non uccidere, Non rubare, Non dir falsa testimonianza, Non concupire, e se v’è alcun altro comandamento, sono sommariamente compresi in questo detto: Ama il tuo prossimo come te stesso. (I) Romani 13:10 La carità non opera male alcuno contro al prossimo; l’adempimento adunque della legge è la carità. (I) Romani 13:11 E questo vie più dobbiam fare, veggendo il tempo; perciocchè egli è ora che noi ci risvegliamo omai dal sonno; poichè la salute è ora più presso di noi, che quando credemmo. (I) Romani 13:12 La notte è avanzata, e il giorno è vicino; gettiamo adunque via le opere delle tenebre, e siam vestiti degli arnesi della luce. (I) Romani 13:13 Camminiamo onestamente, come di giorno; non in pasti, ed ebbrezze; non in letti, e lascivie; non in contesa, ed invidia. (I) Romani 13:14 Anzi siate rivestiti del Signor Gesù Cristo, e non abbiate cura della carne a concupiscenze. (I) Romani 14:1 OR accogliete quel che è debole in fede; ma non già a quistioni di dispute. (I) Romani 14:2 L’uno crede di poter mangiar d’ogni cosa; ma l’altro, che è debole, mangia dell’erbe. (I) Romani 14:3 Colui che mangia non isprezzi colui che non mangia, e colui che non mangia non giudichi colui che mangia; poichè Iddio l’ha preso a sè. (I) Romani 14:4 Chi sei tu, che giudichi il famiglio altrui? egli sta ritto, o cade, al suo proprio Signore, ma sarà raffermato, perciocchè Iddio è potente da raffermarlo. (I) Romani 14:5 L’uno stima un giorno più che l’altro; e l’altro stima tutti i giorni pari; ciascuno sia appieno accertato nella sua mente. (I) Romani 14:6 Chi ha divozione al giorno ve l’ha al Signore; e chi non ha alcuna divozione al giorno non ve l’ha al Signore. E chi mangia, mangia al Signore; perciocchè egli rende grazie a Dio; e chi non mangia non mangia al Signore, e pur rende grazie a Dio. (I) Romani 14:7 Poichè niun di noi vive a sè stesso, nè muore a sè stesso. (I) Romani 14:8 Perciocchè, se pur viviamo, viviamo al Signore; e se moriamo, moriamo al Signore; dunque, o che viviamo, o che moriamo, siamo del Signore. (I) Romani 14:9 Imperocchè a questo fine Cristo è morto, e risuscitato, e tornato a vita, acciocchè egli signoreggi e sopra i morti, e sopra e vivi. (I) Romani 14:10 Or tu, perchè giudichi il tuo fratello? ovvero tu ancora, perchè sprezzi il tuo fratello? poichè tutti abbiamo a comparire davanti al tribunal di Cristo. (I) Romani 14:11 Perciocchè egli è scritto: Come io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me, ed ogni lingua darà gloria a Dio. (I) Romani 14:12 Così adunque ciascun di noi renderà ragion di sè stesso a Dio. (I) Romani 14:13 PERCIÒ, non giudichiamo più gli uni gli altri; ma più tosto giudicate questo, di non porre intoppo, o scandalo al fratello. (I) Romani 14:14 Io so, e son persuaso nel Signor Gesù, che niuna cosa per sè stessa è immonda; ma, a chi stima alcuna cosa essere immonda, ad esso è immonda. (I) Romani 14:15 Ma, se il tuo fratello è contristato per lo cibo, tu non cammini più secondo carità; non far, col tuo cibo, perir colui per cui Cristo è morto. (I) Romani 14:16 Il vostro bene adunque non sia bestemmiato. (I) Romani 14:17 Perciocchè il regno di Dio non è vivanda, nè bevanda; ma giustizia, e pace, e letizia nello Spirito Santo. (I) Romani 14:18 Perciocchè, chi in queste cose serve a Cristo è grato a Dio, ed approvato dagli uomini. (I) Romani 14:19 Procacciamo adunque le cose che son della pace, e della scambievole edificazione. (I) Romani 14:20 Non disfar l’opera di Dio per la vivanda; ben sono tutte le cose pure; ma vi è male per l’uomo che mangia con intoppo. (I) Romani 14:21 Egli è bene non mangiar carne, e non ber vino, e non far cosa alcuna, nella quale il tuo fratello s’intoppa, o è scandalezzato, o è debole. (I) Romani 14:22 Tu, hai tu fede? abbila in te stesso, davanti a Dio; beato chi non condanna sè stesso in ciò ch’egli discerne. (I) Romani 14:23 Ma colui che sta in dubbio, se mangia, è condannato; perciocchè non mangia con fede; or tutto ciò che non è di fede è peccato. (I) Romani 15:1 OR noi, che siam forti, dobbiam comportare le debolezze de’ deboli, e non compiacere a noi stessi. (I) Romani 15:2 Ciascun di noi compiaccia al prossimo, nel bene, ad edificazione. (I) Romani 15:3 Poichè Cristo ancora non ha compiaciuto a sè stesso, anzi ha fatto come è scritto: Gli oltraggi di coloro che ti oltraggiano son caduti sopra me. (I) Romani 15:4 Perciocchè tutte le cose, che furono già innanzi scritte, furono scritte per nostro ammaestramento; acciocchè, per la pazienza, e per la consolazione delle scritture, noi riteniamo la speranza. (I) Romani 15:5 Or l’Iddio della pazienza, e della consolazione, vi dia d’avere un medesimo sentimento fra voi, secondo Cristo Gesù. (I) Romani 15:6 Acciocchè, di pari consentimento, d’una stessa bocca, glorifichiate Iddio, che è Padre del nostro Signor Gesù Cristo. (I) Romani 15:7 Perciò, accoglietevi gli uni gli altri, siccome ancora Cristo ci ha accolti nella gloria di Dio. (I) Romani 15:8 Or io dico, che Cristo è stato ministro della circoncisione, per dimostrar la verità di Dio, compiendo le promesse fatte a’ padri. (I) Romani 15:9 E perchè i Gentili glorifichino Iddio per la sua misericordia, siccome è scritto: Per questo io ti celebrerò fra le Genti, e salmeggerò al tuo nome. (I) Romani 15:10 Ed altrove la scrittura dice: Rallegratevi, o Genti, col suo popolo. (I) Romani 15:11 Ed altrove: Tutte le Genti, lodate il Signore; e voi, popoli tutti, celebratelo. (I) Romani 15:12 Ed altrove Isaia dice: Vi sarà la radice di Iesse, e colui che sorgerà per regger le Genti; le nazioni spereranno in lui. (I) Romani 15:13 Or l’Iddio della speranza vi riempia d’ogni allegrezza e pace, credendo; acciocchè abbondiate nella speranza, per la forza dello Spirito Santo. (I) Romani 15:14 ORA, fratelli miei, io stesso son persuaso di voi, che voi ancora siete pieni di bontà, ripieni d’ogni conoscenza, sufficienti eziandio ad ammonirvi gli uni gli altri. (I) Romani 15:15 Ma, fratelli, io vi ho scritto alquanto più arditamente, come per ricordo, per la grazia che mi è stata data da Dio, (I) Romani 15:16 per esser ministro di Gesù Cristo presso i Gentili, adoperandomi nel sacro servigio dell’evangelo di Dio, acciocchè l’offerta de’ Gentili sia accettevole, santificata per lo Spirito Santo. (I) Romani 15:17 Io ho adunque di che gloriarmi in Cristo Gesù, nelle cose che appartengono al servigio di Dio. (I) Romani 15:18 Perciocchè io non saprei dir cosa che Cristo non abbia operata per me, per l’ubbidienza de’ Gentili, per parola e per opera; (I) Romani 15:19 con potenza di segni e di prodigi; con la virtù dello Spirito di Dio; talchè, da Gerusalemme, e da’ luoghi d’intorno infino all’Illirico, io ho compiuto il servigio dell’evangelo di Cristo. (I) Romani 15:20 Avendo ancora in certo modo l’ambizione di evangelizzare, non dove fosse già stata fatta menzion di Cristo; per non edificar sopra il fondamento altrui. (I) Romani 15:21 Ma, come è scritto: Coloro a’ quali non è stato annunziato nulla di lui lo vedranno; e coloro che non ne hanno udito parlare l’intenderanno. (I) Romani 15:22 Per la qual cagione ancora sono spesse volte stato impedito di venire a voi. (I) Romani 15:23 Ma ora, non avendo più luogo in queste contrade, ed avendo già da molti anni gran desiderio di venire a voi, (I) Romani 15:24 quando andrò in Ispagna, verrò a voi; perciocchè io spero, passando, di vedervi, e d’esser da voi accompagnato fin là, dopo che prima mi sarò in parte saziato di voi. (I) Romani 15:25 Ora al presente io vo in Gerusalemme, per sovvenire a’ santi. (I) Romani 15:26 Perciocchè a que’ di Macedonia, e d’Acaia, è piaciuto di far qualche contribuzione per li poveri d’infra i santi, che sono in Gerusalemme. (I) Romani 15:27 È, dico, lor piaciuto di farlo; ed anche son loro debitori, perciocchè, se i Gentili hanno partecipato ai lor beni spirituali, debbono altresì sovvenir loro ne’ carnali. (I) Romani 15:28 Appresso adunque che io avrò compiuto questo, ed avrò lor consegnato questo frutto, io andrò in Ispagna, passando da voi. (I) Romani 15:29 Or io so che, venendo a voi, verrò con pienezza di benedizione dell’evangelo di Cristo. (I) Romani 15:30 Or io vi prego, fratelli, per lo Signor nostro Gesù Cristo, e per la carità dello Spirito, che combattiate meco presso Iddio per me, nelle vostre orazioni; (I) Romani 15:31 acciocchè io sia liberato da’ ribelli, che son nella Giudea; e che il mio ministerio, che è per Gerusalemme, sia accettevole a’ santi. (I) Romani 15:32 Acciocchè se piace a Dio, io venga con allegrezza a voi, e sia ricreato con voi. (I) Romani 15:33 Or l’Iddio della pace sia con tutti voi. Amen. (I) Romani 16:1 OR io vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa che è in Cencrea. (I) Romani 16:2 Acciocchè voi l’accogliate nel Signore, come si conviene a’ santi, e le sovveniate in qualunque cosa avrà bisogno di voi; perciocchè ella è stata protettrice di molti, e di me stesso ancora. (I) Romani 16:3 Salutate Priscilla, ed Aquila, miei compagni d’opera in Cristo Gesù. (I) Romani 16:4 I quali hanno, per la vita mia, esposto il lor proprio collo; a’ quali non io solo, ma ancora tutte le chiese de’ Gentili, rendono grazie. (I) Romani 16:5 Salutate ancora la chiesa che è nella lor casa, salutate il mio caro Epeneto, il quale è le primizie dell’Acaia in Cristo. (I) Romani 16:6 Salutate Maria, la quale si è molto affaticata per noi. (I) Romani 16:7 Salutate Andronico e Giunia, miei parenti, e miei compagni di prigione, i quali son segnalati fra gli apostoli, ed anche sono stati innanzi a me in Cristo. (I) Romani 16:8 Salutate Amplia, caro mio nel Signore. (I) Romani 16:9 Salutate Urbano, nostro compagno d’opera in Cristo; e il mio caro Stachi. (I) Romani 16:10 Salutate Apelle, che è approvato in Cristo. Salutate que’ di casa di Aristobulo. (I) Romani 16:11 Salutate Erodione, mio parente. Salutate que’ di casa di Narcisso che son nel Signore. (I) Romani 16:12 Salutate Trifena, e Trifosa, le quali si affaticano nel Signore. Salutate la cara Perside, la quale si è molto affaticata nel Signore. (I) Romani 16:13 Salutate Rufo, che è eletto nel Signore, e la madre sua, e mia. (I) Romani 16:14 Salutate Asincrito, Flegonte, Erma, Patroba, Erme, e i fratelli che son con loro. (I) Romani 16:15 Salutate Filologo, e Giulia, e Nereo, e la sua sorella; ed Olimpa, e tutti i santi che son con loro. (I) Romani 16:16 Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio; le chiese di Cristo vi salutano. (I) Romani 16:17 Or io vi esorto, fratelli, che prendiate guardia a coloro che commettono le dissensioni, e gli scandali, contro alla dottrina, la quale avete imparata; e che vi ritiriate da essi. (I) Romani 16:18 Perciocchè tali non servono al nostro Signor Gesù Cristo, ma al proprio ventre; e con dolce e lusinghevol parlare, seducono i cuori de’ semplici. (I) Romani 16:19 Poichè la vostra ubbidienza è divolgata fra tutti; laonde io mi rallegro per cagion vostra; or io desidero che siate savi al bene; e semplici al male. (I) Romani 16:20 Or l’Iddio della pace triterà tosto Satana sotto a’ vostri piedi. La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con voi. Amen. (I) Romani 16:21 Timoteo, mio compagno d’opera, e Lucio, e Giason, e Sosipatro, miei parenti, vi salutano. (I) Romani 16:22 Io Terzio, che ho scritta questa epistola, vi saluto nel Signore. (I) Romani 16:23 Gaio, albergator mio, e di tutta la chiesa, vi saluta. Erasto, il camarlingo della città, e il fratello Quarto, vi salutano. (I) Romani 16:24 La grazia del nostro Signor Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen. (I) Romani 16:25 Or a colui che vi può raffermare, secondo il mio evangelo, e la predicazione di Gesù Cristo, secondo la rivelazion del misterio, celato per molti secoli addietro, (I) Romani 16:26 ed ora manifestato, e dato a conoscere fra tutte le Genti, per le scritture profetiche, secondo il comandamento dell’eterno Dio, all’ubbidienza della fede; (I) Romani 16:27 a Dio, sol savio, sia la gloria in eterno, per Gesù Cristo. Amen. (I) 1 Corinzi 1:1 PAOLO, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo, per la volontà di Dio, e il fratello Sostene; (I) 1 Corinzi 1:2 alla chiesa di Dio, la quale è in Corinto, a’ santificati in Gesù Cristo, chiamati santi; insieme con tutti coloro, i quali in qualunque luogo invocano il nome di Gesù Cristo, Signor di loro, e di noi; (I) 1 Corinzi 1:3 grazia, e pace a voi, da Dio, nostro Padre, e dal Signor Gesù Cristo. (I) 1 Corinzi 1:4 Io del continuo rendo grazie di voi all’Iddio mio, per la grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù. (I) 1 Corinzi 1:5 Perciocchè in lui siete stati arricchiti in ogni cosa, in ogni dono di parola, e in ogni conoscenza; (I) 1 Corinzi 1:6 secondo che la testimonianza di Cristo è stata confermata fra voi. (I) 1 Corinzi 1:7 Talchè non vi manca dono alcuno, aspettando la manifestazione del Signor nostro Gesù Cristo; (I) 1 Corinzi 1:8 il quale eziandio vi confermerà infino al fine, acciocchè siate senza colpa nel giorno del nostro Signor Gesù Cristo. (I) 1 Corinzi 1:9 Fedele è Iddio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del suo Figliuolo Gesù Cristo, nostro Signore. (I) 1 Corinzi 1:10 ORA, fratelli, io vi esorto, per lo nome del nostro Signor Gesù Cristo, che abbiate tutti un medesimo parlare, e che non vi sieno fra voi scismi; anzi che siate uniti insieme in una medesima mente, e in un medesimo sentire. (I) 1 Corinzi 1:11 Perciocchè, fratelli miei, mi è stato di voi significato da que’ di casa Cloe, che vi son fra voi delle contenzioni. (I) 1 Corinzi 1:12 Or questo voglio dire, che ciascun di voi dice: Io son di Paolo, ed io di Apollo, ed io di Cefa ed io di Cristo. (I) 1 Corinzi 1:13 Cristo è egli diviso? Paolo è egli stato crocifisso per voi? ovvero siete voi stati battezzati nel nome di Paolo? (I) 1 Corinzi 1:14 Io ringrazio Iddio, che io non ho battezzato alcun di voi, fuori che Crispo e Gaio; (I) 1 Corinzi 1:15 acciocchè alcuno non dica ch’io abbia battezzato nel mio nome. (I) 1 Corinzi 1:16 Ho battezzata ancora la famiglia di Stefana; nel rimanente, non so se ho battezzato alcun altro. (I) 1 Corinzi 1:17 PERCIOCCHÈ Cristo non mi ha mandato per battezzare, ma per evangelizzare; non in sapienza di parlare, acciocchè la croce di Cristo non sia resa vana. (I) 1 Corinzi 1:18 Perciocchè la parola della croce è ben pazzia a coloro che periscono; ma a noi, che siam salvati, è la potenza di Dio. (I) 1 Corinzi 1:19 Poichè egli è scritto: Io farò perir la sapienza dei savi, ed annullerò l’intendimento degl’intendenti. (I) 1 Corinzi 1:20 Dov’è alcun savio? dov’è alcuno scriba? dov’è alcun ricercatore di questo secolo? non ha Iddio resa pazza la sapienza di questo mondo? (I) 1 Corinzi 1:21 Perciocchè, poichè nella sapienza di Dio, il mondo non ha conosciuto Iddio per la sapienza, è piaciuto a Dio di salvare i credenti per la pazzia della predicazione. (I) 1 Corinzi 1:22 Poichè e i Giudei chieggono segno, e i Greci cercano sapienza. (I) 1 Corinzi 1:23 Ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che è scandalo a’ Giudei, e pazzia a’ Greci. (I) 1 Corinzi 1:24 Ma a coloro che son chiamati, Giudei e Greci, noi predichiam Cristo, potenza di Dio, e sapienza di Dio. (I) 1 Corinzi 1:25 Poichè la pazzia di Dio è più savia che gli uomini, e la debolezza di Dio più forte che gli uomini. (I) 1 Corinzi 1:26 Perciocchè, fratelli, vedete la vostra vocazione; che non siete molti savi secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. (I) 1 Corinzi 1:27 Anzi Iddio ha scelte le cose pazze del mondo, per isvergognare le savie. E Iddio ha scelte le cose deboli del mondo, per isvergognare le forti. (I) 1 Corinzi 1:28 E Iddio ha scelte le cose ignobili del mondo, e le cose spregevoli, e le cose che non sono, per ridurre al niente quelle che sono. (I) 1 Corinzi 1:29 Acciocchè niuna carne si glorii nel cospetto di Dio. (I) 1 Corinzi 1:30 Or da lui voi siete in Cristo Gesù, il quale ci è stato fatto da Dio sapienza, e giustizia, e santificazione, e redenzione; (I) 1 Corinzi 1:31 acciocchè, siccome è scritto: Chi si gloria, si glorii nel Signore. (I) 1 Corinzi 2:1 ED io, fratelli, quando venni a voi, venni, non con eccellenza di parlare, o di sapienza, annunziandovi la testimonianza di Dio. (I) 1 Corinzi 2:2 Perciocchè io non mi era proposto di sapere altro fra voi, se non Gesù Cristo, ed esso crocifisso. (I) 1 Corinzi 2:3 Ed io sono stato presso di voi con debolezza, e con timore, e gran tremore. (I) 1 Corinzi 2:4 E la mia parola, e la mia predicazione non è stata con parole persuasive dell’umana sapienza; ma con dimostrazione di Spirito e di potenza. (I) 1 Corinzi 2:5 Acciocchè la vostra fede non sia in sapienza d’uomini, ma in potenza di Dio. (I) 1 Corinzi 2:6 Or noi ragioniamo sapienza fra gli uomini compiuti; ed una sapienza, che non è di questo secolo, nè de’ principi di questo secolo, i quali son ridotti al niente. (I) 1 Corinzi 2:7 Ma ragioniamo in misterio la sapienza di Dio occulta, la quale Iddio ha innanzi i secoli determinata a nostra gloria. (I) 1 Corinzi 2:8 La quale niuno de’ principi di questo secolo ha conosciuta; perciocchè, se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signor della gloria. (I) 1 Corinzi 2:9 Ma egli è come è scritto: Le cose che occhio non ha vedute, ed orecchio non ha udite, e non son salite in cuor d’uomo, son quelle che Iddio ha preparate a quelli che l’amano. (I) 1 Corinzi 2:10 Ma Iddio le ha rivelate a noi per lo suo Spirito; perciocchè lo Spirito investiga ogni cosa, eziandio le cose profonde di Dio. (I) 1 Corinzi 2:11 Perciocchè, fra gli uomini, chi conosce le cose dell’uomo, se non lo spirito dell’uomo, che’ è in lui? così ancora, niuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio. (I) 1 Corinzi 2:12 Or noi abbiam ricevuto, non lo spirito del mondo, ma lo Spirito, il quale è da Dio; acciocchè conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio. (I) 1 Corinzi 2:13 Le quali ancora ragioniamo, non con parole insegnate della sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito Santo; adattando cose spirituali a cose spirituali. (I) 1 Corinzi 2:14 Or l’uomo animale non comprende le cose dello Spirito di Dio, perciocchè gli sono pazzia, e non le può conoscere; perchè si giudicano spiritualmente. (I) 1 Corinzi 2:15 Ma lo spirituale giudica d’ogni cosa, ed egli non è giudicato da alcuno. (I) 1 Corinzi 2:16 Perciocchè, chi ha conosciuto la mente del Signore, per poterlo ammaestrare? or noi abbiamo la mente di Cristo. (I) 1 Corinzi 3:1 OR io, fratelli, non ho potuto parlare a voi, come a spirituali, anzi vi ho parlato come a carnali, come a fanciulli in Cristo. (I) 1 Corinzi 3:2 Io vi ho dato a bere del latte, e non vi ho dato del cibo, perciocchè voi non potevate ancora portarlo; anzi neppure ora potete, perchè siete carnali. (I) 1 Corinzi 3:3 Imperocchè, poichè fra voi vi è invidia, e contenzione, e divisioni, non siete voi carnali, e non camminate voi secondo l’uomo? (I) 1 Corinzi 3:4 Perciocchè, quando l’uno dice: Quant’è a me, io son di Paolo; e l’altro: Ed io d’Apollo; non siete voi carnali? (I) 1 Corinzi 3:5 Chi è adunque Paolo? e chi è Apollo? se non ministri, per i quali voi avete creduto, e ciò secondo che il Signore ha dato a ciascuno? (I) 1 Corinzi 3:6 Io ho piantato, Apollo ha adacquato, ma Iddio ha fatto crescere. (I) 1 Corinzi 3:7 Talchè, nè colui che pianta, nè colui che adacqua, non è nulla; ma non vi è altri che Iddio, il quale fa crescere. (I) 1 Corinzi 3:8 Ora, e colui che pianta, e colui che adacqua, sono una medesima cosa; e ciascuno riceverà il suo proprio premio, secondo la sua fatica. (I) 1 Corinzi 3:9 POICHÈ noi siamo operai nell’opera di Dio; voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio. (I) 1 Corinzi 3:10 Io, secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come savio architetto, ho posto il fondamento, ed altri edifica sopra; ora ciascun riguardi come egli edifica sopra. (I) 1 Corinzi 3:11 Perciocchè niuno può porre altro fondamento che quello ch’è stato posto, il quale è Gesù Cristo. (I) 1 Corinzi 3:12 Ora, se alcuno edifica sopra questo fondamento oro, argento, pietre preziose, ovvero legno, fieno, stoppia, (I) 1 Corinzi 3:13 l’opera di ciascuno sarà manifestata; perciocchè il giorno la paleserà; poichè ha da esser manifestata per fuoco; e il fuoco farà la prova qual sia l’opera di ciascuno. (I) 1 Corinzi 3:14 Se l’opera d’alcuno, la quale egli abbia edificata sopra il fondamento, dimora, egli ne riceverà premio. (I) 1 Corinzi 3:15 Se l’opera d’alcuno è arsa, egli farà perdita; ma egli sarà salvato, per modo però, che sarà come per fuoco. (I) 1 Corinzi 3:16 Non sapete voi che siete il tempio di Dio, e che lo Spirito di Dio abita in voi? (I) 1 Corinzi 3:17 Se alcuno guasta il tempio di Dio, Iddio guasterà lui; perciocchè il tempio del Signore è santo, il quale siete voi. (I) 1 Corinzi 3:18 Niuno inganni sè stesso; se alcuno fra voi si pensa esser savio in questo secolo, divenga pazzo, acciocchè diventi savio. (I) 1 Corinzi 3:19 Perciocchè la sapienza di questo mondo è pazzia presso Iddio; poichè è scritto: Egli è quel che prende i savi nella loro astuzia. (I) 1 Corinzi 3:20 Ed altrove: Il Signore conosce i pensieri de’ savi, e sa che son vani. (I) 1 Corinzi 3:21 Perciò, niuno si glorii negli uomini, perciocchè ogni cosa è vostra. (I) 1 Corinzi 3:22 E Paolo, ed Apollo, e Cefa, e il mondo, e la vita, e la morte, e le cose presenti, e le cose future; ogni cosa è vostra. (I) 1 Corinzi 3:23 E voi siete di Cristo, e Cristo è di Dio. (I) 1 Corinzi 4:1 COSÌ faccia l’uomo stima di noi, come di ministri di Cristo, e di dispensatori de’ misteri di Dio. (I) 1 Corinzi 4:2 Ma nel resto ei si richiede ne’ dispensatori, che ciascuno sia trovato fedele. (I) 1 Corinzi 4:3 Ora, quant’è a me, io tengo per cosa minima d’esser giudicato da voi, o da alcun giudicio umano; anzi, non pur mi giudico me stesso. (I) 1 Corinzi 4:4 Perciocchè non mi sento nella coscienza colpevole di cosa alcuna; tuttavolta, non per questo sono giustificato; ma il Signore è quel che mi giudica. (I) 1 Corinzi 4:5 Perciò, non giudicate di nulla innanzi al tempo, finchè sia venuto il Signore, il quale metterà in luce le cose occulte delle tenebre, e manifesterà i consigli de’ cuori; e allora ciascuno avrà la sua lode da Dio. (I) 1 Corinzi 4:6 ORA, fratelli, io ho rivolte queste cose, per una cotal maniera di parlare, in me, e in Apollo, per amor vostro, acciocchè impariate in noi a non esser savi sopra ciò ch’è scritto; affin di non gonfiarvi l’un per l’altro contro ad altrui. (I) 1 Corinzi 4:7 Perciocchè, chi ti discerne? e che hai tu che tu non lo abbi ricevuto? e se pur tu l’hai ricevuto, perchè ti glorii, come non avendolo ricevuto? (I) 1 Corinzi 4:8 Già siete saziati, già siete arricchiti, già siete divenuti re senza noi; e fosse pur così, che voi foste divenuti re, acciocchè noi ancora regnassimo con voi. (I) 1 Corinzi 4:9 Perciocchè io stimo che Iddio ci ha menati in mostra, noi gli ultimi apostoli, come uomini dannati a morte; poichè noi siamo stati fatti un pubblico spettacolo al mondo, agli angeli, ed agli uomini. (I) 1 Corinzi 4:10 Noi siam pazzi per Cristo, e voi siete savi in Cristo; noi siam deboli, e voi forti; voi siete gloriosi, e noi disonorati. (I) 1 Corinzi 4:11 Infino ad ora sofferiamo fame, e sete, e nudità; e siam battuti di guanciate, e non abbiamo alcuna stanza ferma. (I) 1 Corinzi 4:12 E ci affatichiamo, lavorando con le proprie mani; ingiuriati, benediciamo, perseguitati, comportiamo; (I) 1 Corinzi 4:13 biasimati, supplichiamo; noi siamo divenuti come le spazzature del mondo, e come la lordura di tutti infino ad ora. (I) 1 Corinzi 4:14 Io non scrivo queste cose per farvi vergogna, ma vi ammonisco come miei cari figli. (I) 1 Corinzi 4:15 Perciocchè, avvegnachè voi aveste diecimila pedagoghi in Cristo, non però avreste molti padri; poichè io vi ho generati in Cristo Gesù, per l’evangelo. (I) 1 Corinzi 4:16 Io vi esorto adunque che siate miei imitatori. (I) 1 Corinzi 4:17 Per questo vi ho mandato Timoteo, che è mio figliuol diletto, e fedele nel Signore, il qual vi rammemorerà quali son le mie vie in Cristo, come io insegno per tutto in ogni chiesa. (I) 1 Corinzi 4:18 Or alcuni si son gonfiati, come se io non dovessi venire a voi. (I) 1 Corinzi 4:19 Ma tosto verrò a voi, se piace al Signore; e conoscerò, non il parlar di coloro che si son gonfiati, ma la potenza. (I) 1 Corinzi 4:20 Perciocchè il regno di Dio non consiste in parlare, ma in potenza. (I) 1 Corinzi 4:21 Che volete? verrò io a voi con la verga? ovvero con amore, e con ispirito di mansuetudine? (I) 1 Corinzi 5:1 DEL tutto si ode che vi è fra voi fornicazione; e tal fornicazione, che non pur fra i Gentili è nominata, cioè, che alcuno si tien la moglie del padre. (I) 1 Corinzi 5:2 E pure ancora voi siete gonfi, e più tosto non avete fatto cordoglio, acciocchè colui che ha commesso questo fatto fosse tolto del mezzo di voi. (I) 1 Corinzi 5:3 Poichè io, come assente del corpo, ma presente dello spirito, ho già giudicato, come presente, che colui che ha commesso ciò in questa maniera (I) 1 Corinzi 5:4 voi, e lo spirito mio essendo raunati nel nome del nostro Signor Gesù Cristo, con la podestà del Signor nostro Gesù Cristo; (I) 1 Corinzi 5:5 che il tale, dico, sia dato in mano di Satana, alla perdizion della carne, acciocchè lo spirito sia salvato nel giorno del Signor Gesù. (I) 1 Corinzi 5:6 Il vostro vanto non è buono; non sapete voi che un poco di lievito levita tutta la pasta? (I) 1 Corinzi 5:7 Purgate adunque il vecchio lievito, acciocchè siate nuova pasta, secondo che siete senza lievito; poichè la nostra pasqua, cioè Cristo, è stata immolata per noi. (I) 1 Corinzi 5:8 Perciò facciam la festa, non con vecchio lievito, nè con lievito di malvagità, e di nequizia, ma con azzimi di sincerità, e di verità. (I) 1 Corinzi 5:9 Io vi ho scritto in quell’epistola che voi non vi mescoliate co’ fornicatori; (I) 1 Corinzi 5:10 non però del tutto co’ fornicatori di questo secolo, o con gli avari, o co’ rapaci, o con gl’idolatri; perciocchè altrimenti vi converrebbe uscire del mondo. (I) 1 Corinzi 5:11 Ma ora, ecco coloro co’ quali vi ho scritto che non vi mescoliate, cioè, che se alcuno, che si nomina fratello, è o fornicatore, o avaro, o idolatra, o ubbriaco, o maldicente, o rapace, non pur mangiate con un tale. (I) 1 Corinzi 5:12 Perciocchè che ho io da far di giudicar que’ di fuori? non giudicate voi que’ di dentro? (I) 1 Corinzi 5:13 Or Iddio giudica que’ di fuori; ma togliete il malvagio d’infra voi stessi. (I) 1 Corinzi 6:1 ARDISCE alcun di voi, avendo qualche affare con un altro, chiamarlo in giudizio davanti agl’iniqui, e non davanti a’ santi? (I) 1 Corinzi 6:2 Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo? e se il mondo è giudicato per voi, siete voi indegni de’ minimi giudicii? (I) 1 Corinzi 6:3 Non sapete voi che noi giudicheremo gli angeli? quanto più possiamo giudicar delle cose di questa vita? (I) 1 Corinzi 6:4 Dunque, se avete delle liti per cose di questa vita, fate seder per giudici quelli che nella chiesa sono i più dispregevoli. (I) 1 Corinzi 6:5 Io lo dico per farvi vergogna. Così non vi è egli pur un savio fra voi, il qual possa dar giudicio fra l’uno de’ suoi fratelli e l’altro? (I) 1 Corinzi 6:6 Ma fratello con fratello litiga, e ciò davanti agl’infedeli. (I) 1 Corinzi 6:7 Certo adunque già vi è del tutto del difetto in voi, in ciò che voi avete delle liti gli uni con gli altri; perchè non sofferite voi più tosto che torto vi sia fatto? perchè non vi lasciate più tosto far qualche danno? (I) 1 Corinzi 6:8 Ma voi fate torto, e danno; e ciò a’ fratelli. (I) 1 Corinzi 6:9 Non sapete voi che gl’ingiusti non erederanno il regno di Dio? Non v’ingannate; nè i fornicatori, nè gl’idolatri, nè gli adulteri, nè i molli, nè quelli che usano co’ maschi; (I) 1 Corinzi 6:10 nè i ladri, nè gli avari, nè gli ubbriachi, nè gli oltraggiosi, nè i rapaci, non erederanno il regno di Dio. (I) 1 Corinzi 6:11 Or tali eravate già alcuni; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati, nel nome del Signore Gesù, e per lo Spirito dell’Iddio nostro. (I) 1 Corinzi 6:12 OGNI cosa mi è lecita, ma ogni cosa non è utile; ogni cosa mi è lecita, ma non però sarò per cosa alcuna reso soggetto. (I) 1 Corinzi 6:13 Le vivande son per il ventre, ed il ventre per le vivande; e Iddio distruggerà e quello, e queste; ma il corpo non è per la fornicazione, anzi per lo Signore, e il Signore per lo corpo. (I) 1 Corinzi 6:14 Or Iddio, come egli ha risuscitato il Signore, così ancora risusciterà noi, per la sua potenza. (I) 1 Corinzi 6:15 Non sapete voi che i vostri corpi son membra di Cristo? torrò io adunque le membra di Cristo, e faronne membra d’una meretrice? Così non sia. (I) 1 Corinzi 6:16 Non sapete voi che chi si congiunge con una meretrice è uno stesso corpo con essa? perciocchè i due, dice il Signore, diverranno una stessa carne. (I) 1 Corinzi 6:17 Ma chi è congiunto col Signore è uno stesso spirito con lui. (I) 1 Corinzi 6:18 Fuggite la fornicazione; ogni altro peccato che l’uomo commette è fuor del corpo; ma chi fornica, pecca contro al suo proprio corpo. (I) 1 Corinzi 6:19 Non sapete voi che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo ch’è in voi, il quale avete da Dio? e che non siete a voi stessi? (I) 1 Corinzi 6:20 Poichè siete stati comperati con prezzo; glorificate adunque Iddio col vostro corpo, e col vostro spirito, i quali sono di Dio. (I) 1 Corinzi 7:1 ORA, quant’è alle cose delle quali mi avete scritto, egli sarebbe bene per l’uomo di non toccar donna. (I) 1 Corinzi 7:2 Ma, per le fornicazioni, ogni uomo abbia la sua moglie, ed ogni donna il suo proprio marito. (I) 1 Corinzi 7:3 Il marito renda alla moglie la dovuta benivoglienza; e parimente la moglie al marito. (I) 1 Corinzi 7:4 La moglie non ha podestà sopra il suo proprio corpo, ma il marito; parimente ancora il marito non ha podestà sopra il suo proprio corpo, ma la moglie. (I) 1 Corinzi 7:5 Non frodate l’un l’altro, se pur non è di consentimento, per un tempo, per vacare a digiuno, e ad orazione; poi di nuovo tornate a stare insieme, acciocchè Satana non vi tenti per la vostra incontinenza. (I) 1 Corinzi 7:6 Or io dico questo per concessione, non per comandamento. (I) 1 Corinzi 7:7 Perciocchè io vorrei che tutti gli uomini fossero come son io; ma ciascuno ha il suo proprio dono da Dio: l’uno in una maniera, l’altro in un’altra. (I) 1 Corinzi 7:8 Or io dico a quelli che non son maritati, ed alle vedove, ch’egli è bene per loro che se ne stieno come me ne sto io ancora. (I) 1 Corinzi 7:9 Ma, se non si contengono, maritinsi, perciocchè meglio è maritarsi, che ardere. (I) 1 Corinzi 7:10 Ma a’ maritati ordino, non io, ma il Signore, che la moglie non si separi dal marito. (I) 1 Corinzi 7:11 E se pure ella si separa, rimanga senza maritarsi, o si riconcilii col marito. Il marito altresì non lasci la moglie. (I) 1 Corinzi 7:12 Ma agli altri dico io, non il Signore: Se alcun fratello ha moglie infedele, ed ella consente d’abitar con lui, non la lasci. (I) 1 Corinzi 7:13 Parimente ancora la donna che ha un marito infedele, se egli consente d’abitar con lei, non lo lasci. (I) 1 Corinzi 7:14 Perciocchè il marito infedele è santificato nella moglie, e la moglie infedele è santificata nel marito; altrimenti, i vostri figliuoli sarebbero immondi; ma ora son santi. (I) 1 Corinzi 7:15 Che se l’infedele si separa, separisi; in tal caso il fratello, o la sorella, non son sottoposti a servitù; ma Iddio ci ha chiamati a pace. (I) 1 Corinzi 7:16 Perciocchè, che sai tu, moglie, se tu salverai il marito? ovvero tu, marito, che sai se tu salverai la moglie? (I) 1 Corinzi 7:17 Ad ogni modo, secondo che Iddio ha distribuito a ciascuno, secondo che il Signore ha chiamato ciascuno, così cammini; e così ordino in tutte le chiese. (I) 1 Corinzi 7:18 Alcuno è egli stato chiamato, essendo circonciso? non voglia sembrare incirconciso; alcuno è egli stato chiamato, essendo incirconciso? non circoncidasi. (I) 1 Corinzi 7:19 La circoncisione è nulla, e l’incirconcisione è nulla; ma il tutto è l’osservanza dei comandamenti a Dio. (I) 1 Corinzi 7:20 Ciascuno rimanga nella vocazione, nella quale è stato chiamato. (I) 1 Corinzi 7:21 Sei tu stato chiamato, essendo servo? non curartene; ma se pur puoi divenir libero, usa più tosto quella comodità. (I) 1 Corinzi 7:22 Perciocchè colui che è chiamato nel Signore, essendo servo, è servo francato del Signore; parimente ancora colui ch’è chiamato, essendo libero, è servo di Cristo. (I) 1 Corinzi 7:23 Voi siete stati comperati con prezzo, non divenite servi degli uomini. (I) 1 Corinzi 7:24 Fratelli, ognun rimanga dinnanzi a Dio nella condizione, nella quale egli è stato chiamato. (I) 1 Corinzi 7:25 Or intorno alle vergini, io non ne ho comandamento dal Signore; ma ne do avviso, come avendo ottenuta misericordia dal Signore d’esser fedele. (I) 1 Corinzi 7:26 Io stimo adunque ciò esser bene per la soprastante necessità; perciocchè egli è bene per l’uomo di starsene così. (I) 1 Corinzi 7:27 Sei tu legato a moglie? non cercar d’essere sciolto; sei tu sciolto da moglie? non cercar moglie. (I) 1 Corinzi 7:28 Che se pure ancora prendi moglie, tu non pecchi; e se la vergine si marita, non pecca; ma tali persone avranno tribolazione nella carne; or io vi risparmio. (I) 1 Corinzi 7:29 Ma questo dico, fratelli, che il tempo è omai abbreviato; acciocchè, e coloro che hanno mogli sieno come se non l’avessero; (I) 1 Corinzi 7:30 e coloro che piangono, come se non piangessero; e coloro che si rallegrano, come se non si rallegrassero; e coloro che comperano, come se non dovessero possedere; (I) 1 Corinzi 7:31 e coloro che usano questo mondo, come non abusandolo; perciocchè la figura di questo mondo passa. (I) 1 Corinzi 7:32 Or io desidero che voi siate senza sollecitudine. Chi non è maritato, ha cura delle cose del Signore, come egli sia per piacere al Signore; (I) 1 Corinzi 7:33 ma colui che è maritato ha cura delle cose del mondo, come egli sia per piacere alla sua moglie. (I) 1 Corinzi 7:34 Vi è differenza tra la donna e la vergine; quella che non è maritata ha cura delle cose del Signore, acciocchè sia santa di corpo e di spirito; ma la maritata ha cura delle cose del mondo, come ella sia per piacere al marito. (I) 1 Corinzi 7:35 Ora, questo dico io per la vostra propria comodità; non per mettervi addosso un laccio, ma per ciò che è decente, e convenevole da attenervi costantemente al Signore, senza esser distratti. (I) 1 Corinzi 7:36 Ma, se alcuno stima far cosa disonorevole inverso la sua vergine, se ella trapassa il fior dell’età, e che così pur si debba fare, faccia ciò ch’egli vuole, egli non pecca; sieno maritate. (I) 1 Corinzi 7:37 Ma chi sta fermo nel suo cuore, e non ha necessità, ed è padrone della sua volontà, ed ha determinato questo nel cuor suo, di guardar la sua vergine, fa bene. (I) 1 Corinzi 7:38 Perciò, chi marita la sua vergine fa bene, e chi non la marita, fa meglio. (I) 1 Corinzi 7:39 La moglie è legata per la legge, tutto il tempo che il suo marito vive; ma, se il marito muore, ella è libera di maritarsi a cui vuole, purchè nel Signore. (I) 1 Corinzi 7:40 Nondimeno, ella è più felice, secondo il mio avviso, se rimane così; or penso d’avere anch’io lo Spirito di Dio. (I) 1 Corinzi 8:1 ORA, quant’è alle cose sacrificate agl’idoli, noi sappiamo che tutti abbiam conoscenza; la conoscenza gonfia, ma la carità edifica. (I) 1 Corinzi 8:2 Ora, se alcuno si pensa saper qualche cosa, non sa ancora nulla, come si convien sapere. (I) 1 Corinzi 8:3 Ma, se alcuno ama Iddio, esso è da lui conosciuto. (I) 1 Corinzi 8:4 Perciò, quant’è al mangiar delle cose sacrificate agl’idoli, noi sappiamo che l’idolo non è nulla nel mondo, e che non vi è alcun altro Dio, se non uno. (I) 1 Corinzi 8:5 Perciocchè, benchè ve ne sieno, ed in cielo, ed in terra, di quelli che son nominati dii secondo che vi son molti dii, e molti signori, (I) 1 Corinzi 8:6 nondimeno, quant’è a noi, abbiamo un solo Iddio, il Padre; dal quale son tutte le cose, e noi in lui; ed un sol Signor Gesù Cristo, per lo quale son tutte le cose, e noi per lui. (I) 1 Corinzi 8:7 Ma la conoscenza non è in tutti; anzi alcuni mangiano quelle cose infino ad ora, con coscienza dell’idolo, come cosa sacrificata all’idolo; e la lor coscienza, essendo debole, è contaminata. (I) 1 Corinzi 8:8 Ora il mangiare non ci commenda a Dio; perciocchè, avvegnachè noi mangiamo, non abbiamo però nulla di più; e avvegnachè non mangiamo, non abbiamo però nulla di meno. (I) 1 Corinzi 8:9 Ma, guardate che talora questa vostra podestà non divenga intoppo a’ deboli. (I) 1 Corinzi 8:10 Perciocchè, se alcuno vede te, che hai conoscenza, essere a tavola nel tempio degl’idoli, non sarà la coscienza d’esso, che è debole, edificata a mangiar delle cose sacrificate agl’idoli? (I) 1 Corinzi 8:11 E così, per la tua conoscenza, perirà il fratello debole, per cui Cristo è morto? (I) 1 Corinzi 8:12 Ora, peccando così contro a’ fratelli, e ferendo la lor coscienza debole, voi peccate contro a Cristo. (I) 1 Corinzi 8:13 Per la qual cosa, se il mangiare dà intoppo al mio fratello, giammai in perpetuo non mangerò carne, acciocchè io non dia intoppo al mio fratello. (I) 1 Corinzi 9:1 NON sono io apostolo? non sono io libero? non ho io veduto il nostro Signor Gesù Cristo? non siete voi l’opera mia nel Signore? (I) 1 Corinzi 9:2 Se io non sono apostolo agli altri, pur lo sono a voi; poichè voi siete il suggello del mio apostolato nel Signore. (I) 1 Corinzi 9:3 Quest’è quel ch’io dico a mia difesa a coloro che mi accusano. (I) 1 Corinzi 9:4 Non abbiamo noi podestà di mangiare e di bere? (I) 1 Corinzi 9:5 Non abbiamo noi podestà di menare attorno una donna sorella, come ancora gli altri apostoli, e i fratelli del Signore, e Cefa? (I) 1 Corinzi 9:6 Ovvero, io solo, e Barnaba, non abbiam noi podestà di non lavorare? (I) 1 Corinzi 9:7 Chi guerreggia mai al suo proprio soldo? chi pianta una vigna, e non ne mangia del frutto? o chi pastura una greggia, e non mangia del latte della greggia? (I) 1 Corinzi 9:8 Dico io queste cose secondo l’uomo? la legge non dice ella eziandio queste cose? (I) 1 Corinzi 9:9 Poichè nella legge di Mosè è scritto: Non metter la museruola in bocca al bue che trebbia. Ha Iddio cura dei buoi? (I) 1 Corinzi 9:10 Ovvero, dice egli del tutto ciò per noi? certo, queste cose sono scritte per noi, perciocchè, chi ara deve arare con isperanza, e chi trebbia deve trebbiare con isperanza d’esser fatto partecipe di ciò ch’egli spera. (I) 1 Corinzi 9:11 Se noi vi abbiam seminate le cose spirituali, è egli gran cosa se mietiamo le vostre carnali? (I) 1 Corinzi 9:12 Se gli altri hanno parte a questa podestà sopra voi, non l’avremmo noi molto più? ma noi non abbiamo usata questa podestà; anzi sofferiamo ogni cosa, per non dare alcuno sturbo all’evangelo di Cristo. (I) 1 Corinzi 9:13 Non sapete voi che coloro che fanno il servigio sacro mangiano delle cose del tempio? e che coloro che vacano all’altare partecipano con l’altare? (I) 1 Corinzi 9:14 Così ancora il Signore ha ordinato a coloro che annunziano l’evangelo, che vivano dell’evangelo. (I) 1 Corinzi 9:15 MA pure io non ho usata alcuna di queste cose; ed anche non ho scritto questo, acciocchè così sia fatto inverso me; perciocchè, meglio è per me morire, che non che alcuno renda vano il mio vanto. (I) 1 Corinzi 9:16 Perciocchè, avvegnachè io evangelizzi, non ho però da gloriarmi; poichè necessità me ne è imposta; e guai a me, se io non evangelizzo! (I) 1 Corinzi 9:17 Perciocchè, se io lo facessi volontariamente, meriterei un premio; ma, se lo fo non di mia volontà, è un ministerio che m’è stato confidato. (I) 1 Corinzi 9:18 Qual premio ne ho io adunque? questo, che, predicando l’evangelo, io faccia che l’evangelo di Cristo non costi nulla; e non usi della podestà che ho dall’evangelo. (I) 1 Corinzi 9:19 Perciocchè, benchè io sia libero da tutti, pur mi son fatto servo a tutti, per guadagnarne il maggior numero. (I) 1 Corinzi 9:20 E sono stato a’ Giudei come Giudeo, per guadagnare i Giudei; a coloro che son sotto la legge, come se io fossi sotto la legge, per guadagnare quei che son sotto la legge; (I) 1 Corinzi 9:21 a quanti son senza la legge, come se io fossi senza la legge benchè io non sia a Dio senza la legge, ma a Cristo sotto la legge, per guadagnar quanti sono senza la legge. (I) 1 Corinzi 9:22 Io sono stato come debole a’ deboli, per guadagnare i deboli; a tutti sono stato ogni cosa, per salvarne del tutto alcuni. (I) 1 Corinzi 9:23 Or io fo questo per l’evangelo, acciocchè ne sia partecipe io ancora. (I) 1 Corinzi 9:24 Non sapete voi che coloro che corrono nell’arringo, corrono ben tutti, ma un solo ne porta il palio? correte per modo, che ne portiate il palio. (I) 1 Corinzi 9:25 Ora, chiunque si esercita ne’ combattimenti è temperato in ogni cosa; e que’ tali fanno ciò, per ricevere una corona corruttibile; ma noi dobbiam farlo per riceverne una incorruttibile. (I) 1 Corinzi 9:26 Io dunque corro per modo, che non corra all’incerto; così schermisco, come non battendo l’aria; (I) 1 Corinzi 9:27 anzi, macero il mio corpo, e lo riduco in servitù; acciocchè talora, avendo predicato agli altri, io stesso non sia riprovato. (I) 1 Corinzi 10:1 ORA, fratelli, io non voglio che ignoriate che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, e che tutti passarono per lo mare; (I) 1 Corinzi 10:2 e che tutti furono battezzati in Mosè, nella nuvola, e nel mare; (I) 1 Corinzi 10:3 e che tutti mangiarono il medesimo cibo spirituale; (I) 1 Corinzi 10:4 e che tutti bevvero la medesima bevanda spirituale; perciocchè bevevano della pietra spirituale, che li seguitava; or quella pietra era Cristo. (I) 1 Corinzi 10:5 Ma Iddio non gradì la maggior parte di loro; perciocchè furono abbattuti nel deserto. (I) 1 Corinzi 10:6 Or queste cose furon figure a noi; acciocchè noi non appetiamo cose malvage, siccome anch’essi le appetirono. (I) 1 Corinzi 10:7 E che non diveniate idolatri, come alcuni di loro; secondo ch’egli è scritto: Il popolo si assettò per mangiare, e per bere, poi si levò per sollazzare. (I) 1 Corinzi 10:8 E non fornichiamo, come alcuni di loro fornicarono, onde ne caddero in un giorno ventitremila. (I) 1 Corinzi 10:9 E non tentiamo Cristo, come ancora alcuni di loro lo tentarono, onde perirono per li serpenti. (I) 1 Corinzi 10:10 E non mormoriate, come ancora alcuni di loro mormorarono, onde perirono per lo distruttore. (I) 1 Corinzi 10:11 Or tutte queste cose avvennero loro per servir di figure; e sono scritte per ammonizion di noi, ne’ quali si sono scontrati gli ultimi termini de’ secoli. (I) 1 Corinzi 10:12 Perciò, chi si pensa star ritto, riguardi che non cada. (I) 1 Corinzi 10:13 Tentazione non vi ha ancora colti, se non umana; or Iddio è fedele, il qual non lascerà che siate tentati sopra le vostre forze; ma con la tentazione darà l’uscita, acciocchè la possiate sostenere. (I) 1 Corinzi 10:14 PERCIÒ, cari miei, fuggite dall’idolatria. (I) 1 Corinzi 10:15 Io parlo come ad intendenti; giudicate voi ciò che io dico. (I) 1 Corinzi 10:16 Il calice della benedizione, il qual noi benediciamo, non è egli la comunione del sangue di Cristo? il pane, che noi rompiamo, non è egli la comunione del corpo di Cristo? (I) 1 Corinzi 10:17 Perciocchè vi è un medesimo pane, noi, benchè molti, siamo un medesimo corpo; poichè partecipiamo tutti un medesimo pane. (I) 1 Corinzi 10:18 Vedete l’Israele secondo la carne; non hanno coloro che mangiano i sacrificii comunione con l’altare? (I) 1 Corinzi 10:19 Che dico io adunque? che l’idolo sia qualche cosa? o che ciò che è sacrificato agl’idoli sia qualche cosa? (I) 1 Corinzi 10:20 Anzi dico, che le cose che i Gentili sacrificano, le sacrificano a’ demoni, e non a Dio; or io non voglio che voi abbiate comunione co’ demoni. (I) 1 Corinzi 10:21 Voi non potete bere il calice del Signore, e il calice de’ demoni; voi non potete partecipar la mensa del Signore, e la mensa de’ demoni. (I) 1 Corinzi 10:22 Vogliamo noi provocare il Signore a gelosia? siamo noi più forti di lui? (I) 1 Corinzi 10:23 OGNI cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile; ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa edifica. (I) 1 Corinzi 10:24 Niuno cerchi il suo proprio, ma ciascuno cerchi ciò che è per altrui. (I) 1 Corinzi 10:25 Mangiate di tutto ciò che si vende nel macello, senza farne scrupolo alcuno per la coscienza; (I) 1 Corinzi 10:26 perciocchè del Signore è la terra, e tutto ciò che ella contiene. (I) 1 Corinzi 10:27 E se alcuno degl’infedeli vi chiama, e volete andarvi, mangiate di tutto ciò che vi è posto davanti, senza farne scrupolo alcuno per la coscienza. (I) 1 Corinzi 10:28 Ma, se alcuno vi dice: Questo è delle cose sacrificate agl’idoli, non ne mangiate, per cagion di colui che ve l’ha significato, e per la coscienza. (I) 1 Corinzi 10:29 Or io dico coscienza, non la tua propria, ma quella d’altrui; perciocchè, perchè sarebbe la mia libertà giudicata dalla coscienza altrui? (I) 1 Corinzi 10:30 Che se per grazia io posso usar le vivande, perchè sarei biasimato per ciò di che io rendo grazie? (I) 1 Corinzi 10:31 Così adunque, o che mangiate, o che beviate, o che facciate alcun’altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio. (I) 1 Corinzi 10:32 Siate senza dare intoppo nè a’ Giudei, nè a’ Greci, nè alla chiesa di Dio. (I) 1 Corinzi 10:33 Siccome io ancora compiaccio a tutti in ogni cosa, non cercando la mia propria utilità, ma quella di molti, acciocchè sieno salvati. (I) 1 Corinzi 11:1 Siate miei imitatori, siccome io ancora lo son di Cristo. (I) 1 Corinzi 11:2 OR io vi lodo, fratelli, di ciò che vi ricordate di me in ogni cosa; e che ritenete gli ordinamenti, secondo che io ve li ho dati. (I) 1 Corinzi 11:3 Ma io voglio che sappiate, che il capo d’ogni uomo è Cristo, e che il capo della donna è l’uomo, e che il capo di Cristo è Iddio. (I) 1 Corinzi 11:4 Ogni uomo, orando, o profetizzando, col capo coperto, fa vergogna al suo capo. (I) 1 Corinzi 11:5 Ma ogni donna, orando, o profetizzando, col capo scoperto, fa vergogna al suo capo; perciocchè egli è una medesima cosa che se fosse rasa. (I) 1 Corinzi 11:6 Imperocchè, se la donna non si vela, si tagli anche i capelli! Ora se è cosa disonesta per la donna il tagliarsi i capelli, o il radersi il capo, si veli. (I) 1 Corinzi 11:7 Poichè, quant’è all’uomo, egli non deve velarsi il capo, essendo l’immagine, e la gloria di Dio; ma la donna è la gloria dell’uomo. (I) 1 Corinzi 11:8 Perciocchè l’uomo non è dalla donna, ma la donna dall’uomo. (I) 1 Corinzi 11:9 Imperocchè ancora l’uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. (I) 1 Corinzi 11:10 Perciò, la donna deve, per cagion degli angeli, aver sul capo un segno della podestà da cui dipende. (I) 1 Corinzi 11:11 Nondimeno, nè l’uomo è senza la donna, nè la donna senza l’uomo, nel Signore. (I) 1 Corinzi 11:12 Perciocchè, siccome la donna è dall’uomo, così ancora l’uomo è per la donna; ed ogni cosa è da Dio. (I) 1 Corinzi 11:13 Giudicate fra voi stessi: è egli convenevole che la donna faccia orazione a Dio, senza esser velata? (I) 1 Corinzi 11:14 La natura stessa non v’insegna ella ch’egli è disonore all’uomo se egli porta chioma? (I) 1 Corinzi 11:15 Ma, se la donna porta chioma, che ciò le è onore? poichè la chioma le è data per velo. (I) 1 Corinzi 11:16 Ora, se alcuno vuol parer contenzioso, noi, nè le chiese di Dio, non abbiamo una tale usanza. (I) 1 Corinzi 11:17 OR io non vi lodo in questo, ch’io vi dichiaro, cioè, che voi vi raunate non in meglio, ma in peggio. (I) 1 Corinzi 11:18 Perciocchè prima, intendo che quando vi raunate nella chiesa, vi son fra voi delle divisioni; e ne credo qualche parte. (I) 1 Corinzi 11:19 Poichè bisogna che vi sieno eziandio delle sette fra voi, acciocchè coloro che sono accettevoli, sien manifestati fra voi. (I) 1 Corinzi 11:20 Quando adunque voi vi raunate insieme, ciò che fate non è mangiar la Cena del Signore. (I) 1 Corinzi 11:21 Perciocchè, nel mangiare, ciascuno prende innanzi la sua propria cena; e l’uno ha fame, e l’altro è ebbro. (I) 1 Corinzi 11:22 Perciocchè, non avete voi delle case per mangiare, e per bere? ovvero, sprezzate voi la chiesa di Dio, e fate vergogna a quelli che non hanno? che dirovvi? loderovvi in ciò? io non vi lodo. (I) 1 Corinzi 11:23 Poichè io ho dal Signore ricevuto ciò che ancora ho dato a voi, cioè: che il Signore Gesù, nella notte ch’egli fu tradito, prese del pane; (I) 1 Corinzi 11:24 e dopo aver rese grazie, lo ruppe, e disse: Pigliate, mangiate; quest’è il mio corpo, il qual per voi è rotto; fate questo in rammemorazione di me. (I) 1 Corinzi 11:25 Parimente ancora prese il calice, dopo aver cenato, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel sangue mio; fate questo, ogni volta che voi ne berrete, in rammemorazione di me. (I) 1 Corinzi 11:26 Perciocchè, ogni volta che voi avrete mangiato di questo pane, o bevuto di questo calice, voi annunzierete la morte del Signore, finchè egli venga. (I) 1 Corinzi 11:27 Perciò, chiunque avrà mangiato questo pane, o bevuto il calice del Signore, indegnamente, sarà colpevole del corpo, e del sangue del Signore. (I) 1 Corinzi 11:28 Or provi l’uomo sè stesso, e così mangi di questo pane, e beva di questo calice. (I) 1 Corinzi 11:29 Poichè chi ne mangia, e beve indegnamente, mangia e beve giudicio a sè stesso, non discernendo il corpo del Signore. (I) 1 Corinzi 11:30 Perciò fra voi vi son molti infermi, e malati; e molti dormono. (I) 1 Corinzi 11:31 Perciocchè, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati. (I) 1 Corinzi 11:32 Ora, essendo giudicati, siamo dal Signore corretti, acciocchè non siamo condannati col mondo. (I) 1 Corinzi 11:33 Per tanto, fratelli miei, raunandovi per mangiare, aspettatevi gli uni gli altri. (I) 1 Corinzi 11:34 E se alcuno ha fame, mangi in casa; acciocchè non vi rauniate in giudicio. Or quant’è alle altre cose, io ne disporrò, quando sarà venuto. (I) 1 Corinzi 12:1 ORA, intorno a’ doni spirituali, fratelli, io non voglio che siate in ignoranza. (I) 1 Corinzi 12:2 Voi sapete che eravate Gentili, trasportati dietro agl’idoli mutoli, secondo che eravate menati. (I) 1 Corinzi 12:3 Perciò, io vi fo assapere che niuno, parlando per lo Spirito di Dio, dice Gesù essere anatema; e che altresì niuno può dire Gesù esser il Signore, se non per lo Spirito Santo. (I) 1 Corinzi 12:4 Or vi sono diversità di doni; ma non vi è se non un medesimo Spirito. (I) 1 Corinzi 12:5 Vi sono ancora diversità di ministeri; ma non vi è se non un medesimo Signore. (I) 1 Corinzi 12:6 Vi son parimente diversità d’operazioni; ma non vi è se non un medesimo Iddio, il quale opera tutte le cose in tutti. (I) 1 Corinzi 12:7 Ora a ciascuno è data la manifestazion dello Spirito per ciò che è utile e spediente. (I) 1 Corinzi 12:8 Poichè ad uno è data, per lo Spirito, parola di Sapienza; e ad un altro, secondo il medesimo Spirito, parola di scienza; (I) 1 Corinzi 12:9 e ad un altro fede, nel medesimo Spirito; e ad un altro doni delle guarigioni, per lo medesimo Spirito; e ad un altro l’operar potenti operazioni; e ad un altro profezia; e ad un altro discernere gli spiriti; (I) 1 Corinzi 12:10 e ad un altro diversità di lingue; e ad un altro l’interpretazion delle lingue. (I) 1 Corinzi 12:11 Or tutte queste cose opera quell’uno e medesimo Spirito, distribuendo particolarmente i suoi doni a ciascuno, come egli vuole. (I) 1 Corinzi 12:12 PERCIOCCHÈ, siccome il corpo è un solo corpo, ed ha molte membra, e tutte le membra di quel corpo, che è un solo, benchè sieno molte, sono uno stesso corpo, così ancora è Cristo. (I) 1 Corinzi 12:13 Poichè in uno stesso Spirito noi tutti siamo stati battezzati, per essere un medesimo corpo; e Giudei, e Greci; e servi, e franchi; e tutti siamo stati abbeverati in un medesimo Spirito. (I) 1 Corinzi 12:14 Perciocchè ancora il corpo non è un sol membro, ma molti. (I) 1 Corinzi 12:15 Se il piè dice: Perciocchè io non son mano, io non son del corpo, non è egli però del corpo? (I) 1 Corinzi 12:16 E se l’orecchio dice: Perciocchè io non son occhio, io non son del corpo; non è egli però del corpo? (I) 1 Corinzi 12:17 Se tutto il corpo fosse occhio, ove sarebbe l’udito? se tutto fosse udito, ove sarebbe l’odorato? (I) 1 Corinzi 12:18 Ma ora Iddio ha posto ciascun de’ membri nel corpo, siccome egli ha voluto. (I) 1 Corinzi 12:19 Che se tutte le membra fossero un sol membro, dove sarebbe il corpo? (I) 1 Corinzi 12:20 Ma ora, ben vi son molte membra, ma vi è un sol corpo. (I) 1 Corinzi 12:21 E l’occhio non può dire alla mano: Io non ho bisogno di te; nè parimente il capo dire a’ piedi: Io non ho bisogno di voi. (I) 1 Corinzi 12:22 Anzi, molto più necessarie che le altre son le membra del corpo, che paiono essere le più deboli. (I) 1 Corinzi 12:23 Ed a quelle, che noi stimiamo esser le mano onorevoli del corpo, mettiamo attorno più onore, e le parti nostre meno oneste son più onestamente adorne. (I) 1 Corinzi 12:24 Ma le parti nostre oneste non ne hanno bisogno; anzi Iddio ha temperato il corpo, dando maggiore onore alla parte che ne avea mancamento; (I) 1 Corinzi 12:25 acciocchè non vi sia dissensione nel corpo, anzi le membra abbiano tutte una medesima cura le une per le altre. (I) 1 Corinzi 12:26 E se pure un membro patisce, tutte le membra patiscono con lui; e se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono insieme. (I) 1 Corinzi 12:27 Or voi siete il corpo di Cristo, e membra di esso, ciascuno per parte sua. (I) 1 Corinzi 12:28 E Iddio ne ha costituiti nella chiesa alcuni, prima apostoli, secondamente profeti, terzamente dottori; poi ha ordinate le potenti operazioni; poi i doni delle guarigioni, i sussidii, i governi, le diversità delle lingue. (I) 1 Corinzi 12:29 Tutti sono eglino apostoli? tutti sono eglino profeti? tutti sono eglino dottori? (I) 1 Corinzi 12:30 Tutti hanno eglino il dono delle potenti operazioni? tutti hanno eglino i doni delle guarigioni? parlano tutti diverse lingue? tutti sono eglino interpreti? (I) 1 Corinzi 12:31 Or appetite, come a gara, i doni migliori; e ancora io ve ne mostrerò una via eccellentissima. (I) 1 Corinzi 13:1 QUAND’anche io parlassi tutti i linguaggi degli uomini e degli angeli se non ho carità, divengo un rame risonante, ed un tintinnante cembalo. (I) 1 Corinzi 13:2 E quantunque io avessi profezia, e intendessi tutti i misteri, e tutta la scienza; e benchè io avessi tutta la fede, talchè io trasportassi i monti, se non ho carità, non son nulla. (I) 1 Corinzi 13:3 E quand’anche io spendessi in nudrire i poveri tutte le mie facoltà, e dessi il mio corpo ad essere arso; se non ho carità, quello niente mi giova. (I) 1 Corinzi 13:4 La carità è lenta all’ira, è benigna; la carità non invidia, non procede perversamente, non si gonfia. (I) 1 Corinzi 13:5 Non opera disonestamente, non cerca le cose sue proprie, non s’inasprisce, non divisa il male. (I) 1 Corinzi 13:6 Non si rallegra dell’ingiustizia, ma congioisce della verità. (I) 1 Corinzi 13:7 Scusa ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa. (I) 1 Corinzi 13:8 La carità non iscade giammai; ma le profezie saranno annullate, e le lingue cesseranno, e la scienza sarà annullata. (I) 1 Corinzi 13:9 Poichè noi conosciamo in parte, ed in parte profetizziamo. (I) 1 Corinzi 13:10 Ma, quando la perfezione sarà venuta, allora quello che è solo in parte sarà annullato. (I) 1 Corinzi 13:11 Quando io era fanciullo, io parlava come fanciullo, io avea senno da fanciullo, io ragionava come fanciullo; ma, quando son divenuto uomo, io ho dismesse le cose da fanciullo, come non essendo più d’alcuno uso. (I) 1 Corinzi 13:12 Perciocchè noi veggiamo ora per ispecchio, in enimma; ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò come ancora sono stato conosciuto. (I) 1 Corinzi 13:13 Or queste tre cose durano al presente; fede, speranza, e carità; ma la maggiore di esse è la carità. (I) 1 Corinzi 14:1 PROCACCIATE la carità, ed appetite, come a gara, i doni spirituali; ma principalmente che voi profetizziate. (I) 1 Corinzi 14:2 Perciocchè, chi parla in linguaggio strano non parla agli uomini, ma a Dio; poichè niuno l’intende, ma egli ragiona misteri in ispirito. (I) 1 Corinzi 14:3 Ma chi profetizza ragiona agli uomini, in edificazione, ed esortazione, e consolazione. (I) 1 Corinzi 14:4 Chi parla in linguaggio strano edifica sè stesso; ma chi profetizza edifica la chiesa. (I) 1 Corinzi 14:5 Or io voglio bene che voi tutti parliate linguaggi; ma molto più che profetizziate; perciocchè maggiore è chi profetizza che chi parla linguaggi, se non ch’egli interpreti, acciocchè la chiesa ne riceva edificazione. (I) 1 Corinzi 14:6 Ed ora, fratelli, se io venissi a voi parlando in linguaggi strani, che vi gioverei, se non che io vi parlassi o in rivelazione, o in scienza, o in profezia, o in dottrina? (I) 1 Corinzi 14:7 Le cose inanimate stesse che rendono suono, o flauto, o cetera, se non dànno distinzione a’ suoni, come si riconoscerà ciò che è sonato in sul flauto, o in su la cetera? (I) 1 Corinzi 14:8 Perciocchè, se la tromba dà un suono sconosciuto, chi si apparecchierà alla battaglia? (I) 1 Corinzi 14:9 Così ancor voi, se per lo linguaggio non proferite un parlare intelligibile, come s’intenderà ciò che sarà detto? perciocchè voi sarete come se parlaste in aria. (I) 1 Corinzi 14:10 Vi sono, per esempio, cotante maniere di favelle nel mondo, e niuna nazione fra gli uomini è mutola. (I) 1 Corinzi 14:11 Se dunque io non intendo ciò che vuol dir la favella, io sarò barbaro a chi parla, e chi parla sarà barbaro a me. (I) 1 Corinzi 14:12 Così ancor voi, poichè siete desiderosi de’ doni spirituali, cercate d’abbondarne, per l’edificazion della chiesa. (I) 1 Corinzi 14:13 Perciò, chi parla linguaggio strano, preghi di potere interpretare. (I) 1 Corinzi 14:14 Perciocchè, se io fo orazione in linguaggio strano, ben fa lo spirito mio orazione, ma la mia mente è infruttuosa. (I) 1 Corinzi 14:15 Che si deve adunque fare? io farò orazione con lo spirito, ma la farò ancora con la mente; salmeggerò con lo spirito, ma salmeggerò ancora con la mente. (I) 1 Corinzi 14:16 Poichè, se tu benedici con lo spirito, come dirà colui che occupa il luogo dell’idiota Amen al tuo ringraziamento, poichè egli non intende ciò che tu dici? (I) 1 Corinzi 14:17 Perciocchè tu rendi ben grazie, ma altri non è edificato. (I) 1 Corinzi 14:18 Io ringrazio l’Iddio mio, che io ho più di questo dono di parlar diverse lingue che tutti voi. (I) 1 Corinzi 14:19 Ma nella chiesa io amo meglio dir cinque parole per la mia mente, acciocchè io ammaestri ancora gli altri, che diecimila in lingua strana. (I) 1 Corinzi 14:20 Fratelli, non siate fanciulli di senno; ma siate bambini in malizia, e uomini compiuti in senno. (I) 1 Corinzi 14:21 Egli è scritto nella legge: Io parlerò a questo popolo per genti di lingua strana, e per labbra straniere; e non pur così mi ascolteranno, dice il Signore. (I) 1 Corinzi 14:22 Per tanto, i linguaggi son per segno, non a’ credenti, anzi agli infedeli; ma la profezia non è per gl’infedeli, anzi per li credenti. (I) 1 Corinzi 14:23 Se dunque, quando tutta la chiesa è raunata insieme, tutti parlano linguaggi strani, ed entrano degl’idioti, o degl’infedeli, non diranno essi che voi siete fuori del senno? (I) 1 Corinzi 14:24 Ma, se tutti profetizzano, ed entra alcun infedele, o idiota, egli è convinto da tutti, è giudicato da tutti. (I) 1 Corinzi 14:25 E così i segreti del suo cuore son palesati; e così, gettandosi in terra sopra la sua faccia, egli adorerà Iddio, pubblicando che veramente Iddio è fra voi. (I) 1 Corinzi 14:26 CHE convien dunque fare, fratelli? Quando voi vi raunate, avendo ciascun di voi, chi salmo, chi dottrina, chi linguaggio, chi rivelazione, chi interpretazione, facciasi ogni cosa ad edificazione. (I) 1 Corinzi 14:27 Se alcuno parla linguaggio strano, facciasi questo da due, o da tre al più; e l’un dopo l’altro; ed uno interpreti. (I) 1 Corinzi 14:28 Ma, se non vi è alcuno che interpreti, tacciasi nella chiesa colui che parla linguaggi strani; e parli a sè stesso, e a Dio. (I) 1 Corinzi 14:29 Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino. (I) 1 Corinzi 14:30 E se ad un altro che siede è rivelata alcuna cosa, tacciasi il precedente. (I) 1 Corinzi 14:31 Poichè tutti ad uno ad uno potete profetizzare; acciocchè tutti imparino, e tutti sieno consolati. (I) 1 Corinzi 14:32 E gli spiriti de’ profeti son sottoposti a’ profeti. (I) 1 Corinzi 14:33 Perciocchè Iddio non è Dio di confusione, ma di pace; e così si fa in tutte le chiese de’ santi. (I) 1 Corinzi 14:34 Tacciansi le vostre donne nelle raunanze della chiesa, perciocchè non è loro permesso di parlare, ma debbono esser soggette, come ancora la legge dice. (I) 1 Corinzi 14:35 E se pur vogliono imparar qualche cosa, domandino i lor propri mariti in casa; perciocchè è cosa disonesta alle donne di parlare in chiesa. (I) 1 Corinzi 14:36 La parola di Dio è ella proceduta da voi? ovvero è ella pervenuta a voi soli? (I) 1 Corinzi 14:37 Se alcuno si stima esser profeta, o spirituale, riconosca che le cose che io vi scrivo son comandamenti del Signore. (I) 1 Corinzi 14:38 E se alcuno è ignorante, sialo. (I) 1 Corinzi 14:39 Così dunque, fratelli miei, appetite, come a gara, il profetizzare, e non divietate il parlar linguaggi. (I) 1 Corinzi 14:40 Facciasi ogni cosa onestamente, e per ordine. (I) 1 Corinzi 15:1 ORA, fratelli, io vi dichiaro l’evangelo, il quale io vi ho evangelizzato, il quale ancora avete ricevuto, e nel quale state ritti. (I) 1 Corinzi 15:2 Per lo quale ancora siete salvati, se lo ritenete nella maniera, che io ve l’ho evangelizzato; se non che abbiate creduto in vano. (I) 1 Corinzi 15:3 Poichè imprima io vi ho dato ciò che ancora ho ricevuto: che Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le scritture. (I) 1 Corinzi 15:4 E ch’egli fu seppellito, e che risuscitò al terzo giorno, secondo le scritture. (I) 1 Corinzi 15:5 E ch’egli apparve a Cefa, e dipoi a’ dodici. (I) 1 Corinzi 15:6 Appresso apparve ad una volta a più di cinquecento fratelli, dei quali la maggior parte resta infino ad ora; ed alcuni ancora dormono. (I) 1 Corinzi 15:7 Poi apparve a Giacomo, e poi a tutti gli apostoli insieme. (I) 1 Corinzi 15:8 E dopo tutti, è apparito ancora a me, come all’abortivo. (I) 1 Corinzi 15:9 Perciocchè io sono il minimo degli apostoli, e non son pur degno d’esser chiamato apostolo, perciocchè io ho perseguitata la chiesa di Dio. (I) 1 Corinzi 15:10 Ma, per la grazia di Dio, io son quel che sono; e la grazia sua, ch’è stata verso me, non è stata vana; anzi ho vie più faticato che essi tutti; or non già io, ma la grazia di Dio, la quale è meco. (I) 1 Corinzi 15:11 Ed io adunque, ed essi, così predichiamo, e così avete creduto. (I) 1 Corinzi 15:12 Ora, se si predica che Cristo è risuscitato da’ morti, come dicono alcuni fra voi che non vi è risurrezione de’ morti? (I) 1 Corinzi 15:13 Ora, se non vi è risurrezione de’ morti, Cristo ancora non è risuscitato. (I) 1 Corinzi 15:14 E se Cristo non è risuscitato, vana è adunque la nostra predicazione, vana è ancora la vostra fede. (I) 1 Corinzi 15:15 E noi ancora siamo trovati falsi testimoni di Dio; poichè abbiamo testimoniato di Dio, ch’egli ha risuscitato Cristo; il quale egli non ha risuscitato, se pure i morti non risuscitano. (I) 1 Corinzi 15:16 Perciocchè, se i morti non risuscitano, Cristo ancora non è risuscitato. (I) 1 Corinzi 15:17 E se Cristo non è risuscitato, vana è la vostra fede, voi siete ancora ne’ vostri peccati. (I) 1 Corinzi 15:18 Quelli adunque ancora che dormono in Cristo son periti. (I) 1 Corinzi 15:19 Se noi speriamo in Cristo solo in questa vita, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini. (I) 1 Corinzi 15:20 Ma ora Cristo è risuscitato da’ morti; egli è stato fatto le primizie di coloro che dormono. (I) 1 Corinzi 15:21 Perciocchè, poichè per un uomo è la morte, per un uomo altresì è la risurrezione de’ morti. (I) 1 Corinzi 15:22 Imperocchè, siccome in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti saranno vivificati. (I) 1 Corinzi 15:23 Ma ciascuno nel suo proprio ordine: Cristo è le primizie; poi, nel suo avvenimento, saranno vivificati coloro che son di Cristo. (I) 1 Corinzi 15:24 Poi sarà la fine, quando egli avrà rimesso il regno in man di Dio Padre; dopo ch’egli avrà ridotta al niente ogni signoria, ed ogni podestà, e potenza. (I) 1 Corinzi 15:25 Poichè conviene ch’egli regni, finchè egli abbia messi tutti i nemici sotto i suoi piedi. (I) 1 Corinzi 15:26 Il nemico, che sarà distrutto l’ultimo, è la morte. (I) 1 Corinzi 15:27 Perciocchè Iddio ha posta ogni cosa sotto i piedi di esso; ora, quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è cosa chiara che ciò è detto da colui infuori, che gli ha sottoposta ogni cosa. (I) 1 Corinzi 15:28 Ora, dopo che ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora il Figliuolo sarà anch’egli sottoposto a colui che gli ha sottoposta ogni cosa, acciocchè Iddio sia ogni cosa in tutti. (I) 1 Corinzi 15:29 Altrimenti, che faranno coloro che son battezzati per li morti? se del tutto i morti non risuscitano, perchè son eglino ancora battezzati per li morti? (I) 1 Corinzi 15:30 Perchè siamo noi ancora ad ogni ora in pericolo? (I) 1 Corinzi 15:31 Io muoio tuttodì; sì, per la gloria di voi, ch’io ho in Cristo Gesù, nostro Signore. (I) 1 Corinzi 15:32 Se, secondo l’uomo, io ho combattuto con le fiere in Efeso, che utile ne ho io? se i morti non risuscitano, mangiamo e beviamo, perciocchè domani morremo. (I) 1 Corinzi 15:33 Non errate: cattive compagnie corrompono i buoni costumi. (I) 1 Corinzi 15:34 Svegliatevi giustamente, e non peccate; perciocchè alcuni sono ignoranti di Dio; io lo dico per farvi vergogna. (I) 1 Corinzi 15:35 Ma dirà alcuno: Come risuscitano i morti, e con qual corpo verranno? (I) 1 Corinzi 15:36 Pazzo! quel che tu semini non è vivificato, se prima non muore. (I) 1 Corinzi 15:37 E quant’è a quel che tu semini, tu non semini il corpo che ha da nascere; ma un granello ignudo, secondo che accade, o di frumento, o d’alcun altro seme. (I) 1 Corinzi 15:38 E Iddio, secondo che ha voluto, gli dà il corpo; a ciascuno de’ semi il suo proprio corpo. (I) 1 Corinzi 15:39 Non ogni carne è la stessa carne; anzi, altra è la carne degli uomini, altra la carne delle bestie, altra la carne de’ pesci, altra la carne degli uccelli. (I) 1 Corinzi 15:40 Vi sono ancora de’ corpi celesti, e de’ corpi terrestri; ma altra è la gloria de’ celesti, altra quella de’ terrestri. (I) 1 Corinzi 15:41 Altro è lo splendore del sole, ed altro lo splendor della luna, ed altro lo splendor delle stelle; perciocchè un astro è differente dall’altro astro in isplendore. (I) 1 Corinzi 15:42 Così ancora sarà la risurrezione dei morti; il corpo è seminato in corruzione, e risusciterà in incorruttibilità. (I) 1 Corinzi 15:43 Egli è seminato in disonore, e risusciterà in gloria; egli è seminato in debolezza, e risusciterà in forza; egli è seminato corpo animale, e risusciterà corpo spirituale. (I) 1 Corinzi 15:44 Vi è corpo animale, e vi è corpo spirituale. (I) 1 Corinzi 15:45 Così ancora è scritto: Il primo uomo Adamo fu fatto in anima vivente; ma l’ultimo Adamo in ispirito vivificante. (I) 1 Corinzi 15:46 Ma lo spirituale non è prima; ma prima è l’animale, poi lo spirituale. (I) 1 Corinzi 15:47 Il primiero uomo, essendo di terra, fu terreno; il secondo uomo, che è il Signore, è dal cielo. (I) 1 Corinzi 15:48 Qual fu il terreno, tali sono ancora i terreni; e quale è il celeste, tali ancora saranno i celesti. (I) 1 Corinzi 15:49 E come noi abbiam portata l’immagine del terreno, porteremo ancora l’immagine del celeste. (I) 1 Corinzi 15:50 Or questo dico, fratelli, che la carne e il sangue, non possono eredare il regno di Dio; parimente, la corruzione non ereda l’incorruttibilità. (I) 1 Corinzi 15:51 Ecco, io vi dico un misterio: non già tutti morremo, ma ben tutti saremo mutati; in un momento, in un batter d’occhio, al sonar dell’ultima tromba. (I) 1 Corinzi 15:52 Perciocchè la tromba sonerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo mutati. (I) 1 Corinzi 15:53 Poichè conviene che questo corruttibile rivesta incorruttibilità, e che questo mortale rivesta immortalità. (I) 1 Corinzi 15:54 E quando questo corruttibile avrà rivestita incorruttibilità, e che questo mortale avrà rivestita immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta: La morte è stata abissata in vittoria. (I) 1 Corinzi 15:55 O morte, ov’è il tuo dardo? o inferno, ov’è la tua vittoria? (I) 1 Corinzi 15:56 Or il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge. (I) 1 Corinzi 15:57 Ma ringraziato sia Iddio, il qual ci dà la vittoria per lo Signor nostro Gesù Cristo. (I) 1 Corinzi 15:58 Perciò, fratelli miei diletti, state saldi, immobili, abbondanti del continuo nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore. (I) 1 Corinzi 16:1 ORA, quant’è alla colletta che si fa per i santi, come ne ho ordinato alle chiese della Galazia, così ancor fate voi. (I) 1 Corinzi 16:2 Ogni primo giorno della settimana ciascun di voi riponga appresso di sè ciò che gli sarà comodo; acciocchè, quando io sarò venuto, le collette non si abbiano più a fare. (I) 1 Corinzi 16:3 E quando io sarò giunto, io manderò coloro che voi avrete approvati per lettere a portar la vostra liberalità in Gerusalemme. (I) 1 Corinzi 16:4 E se converrà ch’io stesso ci vada, essi verranno meco. (I) 1 Corinzi 16:5 OR io verrò a voi, dopo che sarò passato per la Macedonia, perciocchè io passerò per la Macedonia. (I) 1 Corinzi 16:6 E forse farò qualche dimora appresso di voi, ovvero ancora ci vernerò; acciocchè voi mi accompagniate dovunque io andrò. (I) 1 Corinzi 16:7 Perciocchè io non voglio questa volta vedervi di passaggio; ma spero dimorar qualche tempo appresso di voi, se il Signore lo permette. (I) 1 Corinzi 16:8 Or io resterò in Efeso fino alla Pentecosta. (I) 1 Corinzi 16:9 Perciocchè una grande ed efficace porta mi è aperta; e vi son molti avversari. (I) 1 Corinzi 16:10 Ora, se Timoteo viene, vedete ch’egli stia sicuramente appresso di voi; perciocchè egli si adopera nell’opera del Signore, come io stesso. (I) 1 Corinzi 16:11 Niuno adunque lo sprezzi, anzi accompagnatelo in pace, acciocchè egli venga a me; perciocchè io l’aspetto co’ fratelli. (I) 1 Corinzi 16:12 Ora, quant’è al fratello Apollo, io l’ho molto confortato di andare a voi co’ fratelli; ma egli del tutto non ha avuta volontà di andarvi ora; ma pur vi andrà, quando avrà l’opportunità. (I) 1 Corinzi 16:13 Vegliate, state fermi nella fede, portatevi virilmente, fortificatevi. (I) 1 Corinzi 16:14 Tutte le cose vostre facciansi con carità. (I) 1 Corinzi 16:15 Ora, fratelli, io vi esorto che voi conoscete la famiglia di Stefana, e sapete che è le primizie dell’Acaia e che si son dedicati al servigio de’ santi (I) 1 Corinzi 16:16 voi ancora vi sottomettiate a tali, ed a chiunque si adopera, e s’affatica nell’opera comune. (I) 1 Corinzi 16:17 Or io mi rallegro della venuta di Stefana, e di Fortunato, e d’Acaico; poichè hanno supplito alla vostra assenza. (I) 1 Corinzi 16:18 Perciocchè hanno ricreato lo spirito mio, ed il vostro; riconoscete adunque coloro che son tali. (I) 1 Corinzi 16:19 Le chiese dell’Asia vi salutano; Aquila, e Priscilla, insieme con la chiesa che è nella lor casa, vi salutano molto nel Signore. (I) 1 Corinzi 16:20 Tutti i fratelli vi salutano; salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio. (I) 1 Corinzi 16:21 Il saluto di man propria di me Paolo. (I) 1 Corinzi 16:22 Se alcuno non ama il Signor Gesù Cristo, sia anatema! Maranata. (I) 1 Corinzi 16:23 La grazia del Signor Gesù Cristo sia con voi. (I) 1 Corinzi 16:24 La mia carità sia con tutti voi, in Cristo Gesù. Amen. (I) 2 Corinzi 1:1 PAOLO, apostolo di Gesù Cristo, per la volontà di Dio; e il fratello Timoteo; alla chiesa di Dio, ch’è in Corinto, con tutti i santi, che sono in tutta l’Acaia; (I) 2 Corinzi 1:2 grazia, e pace a voi, da Dio nostro Padre, e dal Signor Gesù Cristo. (I) 2 Corinzi 1:3 BENEDETTO sia Iddio, e Padre del nostro Signor Gesù Cristo, il Padre delle misericordie, e l’Iddio d’ogni consolazione, (I) 2 Corinzi 1:4 il qual ci consola in ogni nostra afflizione; acciocchè, per la consolazione, con la quale noi stessi siamo da Dio consolati, possiamo consolar coloro che sono in qualunque afflizione. (I) 2 Corinzi 1:5 Perciocchè, come le sofferenze di Cristo abbondano in noi, così ancora per Cristo abbonda la nostra consolazione. (I) 2 Corinzi 1:6 Ora, sia che siamo afflitti, ciò è per la vostra consolazione e salute; sia che altresì siamo consolati, ciò è per la vostra consolazione, la quale opera efficiacemente nel vostro sostenere le medesime sofferenze, le quali ancora noi patiamo. (I) 2 Corinzi 1:7 E la nostra speranza di voi è ferma, sapendo che come siete partecipi delle sofferenze, così ancora sarete partecipi della consolazione. (I) 2 Corinzi 1:8 Perciocchè, fratelli, non vogliamo che ignoriate la nostra afflizione, che ci è avvenuta in Asia: come siamo stati sommamente gravati sopra le nostre forze; talchè siamo stati in gran dubbio, eziandio della vita. (I) 2 Corinzi 1:9 Anzi avevamo già in noi stessi la sentenza della morte; acciocchè noi non ci confidiamo in noi stessi, ma in Dio, il qual risuscita i morti; (I) 2 Corinzi 1:10 il qual ci ha liberati, e libera da un sì gran pericolo di morte; nel quale speriamo che ancora per l’avvenire ce ne libererà; (I) 2 Corinzi 1:11 sovvenendoci ancora voi congiuntamente con l’orazione; acciocchè del beneficio che ci sarà avvenuto per l’orazione di molte persone, grazie sieno rese da molti per noi. (I) 2 Corinzi 1:12 PERCIOCCHÈ questo è il nostro vanto, cioè la testimonianza della nostra coscienza, che in semplicità, e sincerità di Dio, non in sapienza carnale, ma nella grazia di Dio, siam conversati nel mondo, e vie più ancora fra voi. (I) 2 Corinzi 1:13 Perciocchè noi non vi scriviamo altre cose, se non quelle che discernete, ovvero ancora riconoscete; (I) 2 Corinzi 1:14 ed io spero che le riconscerete eziandio infino al fine. Siccome ancora ci avete in parte riconosciuti, che noi siamo il vostro vanto, come altresì voi siete il nostro, il quale avremo nel giorno del Signor nostro Gesù Cristo. (I) 2 Corinzi 1:15 Ed in questa confidanza io voleva innanzi venire a voi, acciocchè aveste una seconda grazia. (I) 2 Corinzi 1:16 E passando da voi, venire in Macedonia; e poi di nuovo di Macedonia venire a voi, e da voi essere accompagnato in Giudea. (I) 2 Corinzi 1:17 Facendo adunque questa deliberazione, ho io usata leggerezza? ovvero, le cose che io delibero, le delibero io secondo la carne, talchè vi sia in me sì, sì; e no, no? (I) 2 Corinzi 1:18 Ora, come Iddio è fedele, la nostra parola inverso voi non è stata sì, e no. (I) 2 Corinzi 1:19 Perciocchè il Figliuol di Dio, Gesù Cristo, che è stato fra voi predicato da noi, cioè da me, da Silvano, e da Timoteo, non è stato sì, e no; ma è stato sì in lui. (I) 2 Corinzi 1:20 Poichè tutte le promesse di Dio sono in lui sì ed Amen; alla gloria di Dio, per noi. (I) 2 Corinzi 1:21 Or colui, che ci conferma con voi in Cristo, e il quale ci ha unti, è Iddio; (I) 2 Corinzi 1:22 il quale ancora ci ha suggellati, e ci ha data l’arra dello Spirito nei cuori nostri. (I) 2 Corinzi 1:23 Or io chiamo Iddio per testimonio sopra l’anima mia, che per risparmiarvi, non sono ancora venuto a Corinto. (I) 2 Corinzi 1:24 (G1-23) Non già che noi signoreggiamo la vostra fede, ma siamo aiutatori della vostra allegrezza: perchè voi state ritti per la fede. (I) 2 Corinzi 2:1 Or io avea determinato in me stesso di non venir di nuovo a voi con tristizia. (I) 2 Corinzi 2:2 Perciocchè, se io vi contristo, chi sarà dunque colui che mi rallegrerà, se non colui stesso che sarà stato da me contristato? (I) 2 Corinzi 2:3 E quello stesso vi ho io scritto, acciocchè quando verrò, io non abbia tristezza sopra tristezza da coloro, dai quali io dovea avere allegrezza; confidandomi di tutti voi, che la mia allegrezza è quella di tutti voi. (I) 2 Corinzi 2:4 Perciocchè di grande afflizione, e distretta di cuore, io vi scrissi con molte lagrime; non acciocchè foste contristati, ma acciocchè conosceste la carità, che io ho abbondantissima inverso voi. (I) 2 Corinzi 2:5 E se alcuno ha contristato, non ha contristato me, anzi in parte, per non aggravarlo, voi tutti. (I) 2 Corinzi 2:6 Al tale basta quella riprensione, che gli è stata fatta dalla raunanza. (I) 2 Corinzi 2:7 Talchè, in contrario, più tosto vi convien perdonargli, e consolarlo; che talora quell’uomo non sia assorto dalla troppa tristezza. (I) 2 Corinzi 2:8 Perciò, io vi prego di ratificare inverso lui la carità. (I) 2 Corinzi 2:9 Perciocchè a questo fine ancora vi ho scritto, acciocchè io conosca la prova di voi, se siete ubbidienti ad ogni cosa. (I) 2 Corinzi 2:10 Or a chi voi perdonate alcuna cosa, perdono io ancora; perciocchè io altresì, se ho perdonata cosa alcuna, a chi l’ho perdonata, l’ho fatto per amor vostro, nel cospetto di Cristo, acciocchè noi non siamo soverchiati da Satana. (I) 2 Corinzi 2:11 Perciocchè noi non ignoriamo le sue macchinazioni. (I) 2 Corinzi 2:12 Ora, essendo venuto in Troas per l’Evangelo di Cristo, ed essendomi aperta una porta nel Signore, non ho avuta alcuna requie nello spirito mio, per non avervi trovato Tito, mio fratello. (I) 2 Corinzi 2:13 Anzi, essendomi da loro accommiatato, me ne sono andato in Macedonia. (I) 2 Corinzi 2:14 OR ringraziato sia Iddio, il qual fa che sempre trionfiamo in Cristo, e manifesta per noi in ogni luogo l’odor della sua conoscenza. (I) 2 Corinzi 2:15 Perciocchè noi siamo il buono odore di Cristo a Dio, fra coloro che son salvati, e fra coloro che periscono; (I) 2 Corinzi 2:16 a questi veramente, odor di morte a morte; ma a quelli, odor di vita a vita. E chi è sufficiente a queste cose? (I) 2 Corinzi 2:17 Poichè noi non falsifichiamo la parola di Dio, come molti altri; ma come di sincerità, ma come da parte di Dio, parliamo in Cristo, nel cospetto di Dio. (I) 2 Corinzi 3:1 Cominciamo noi di nuovo a raccomandar noi stessi? ovvero, abbiam noi bisogno, come alcuni, di lettere raccomandatorie a voi, o di raccomandatorie da voi? (I) 2 Corinzi 3:2 Voi siete la nostra lettera, scritta ne’ cuori nostri, intesa e letta da tutti gli uomini; (I) 2 Corinzi 3:3 essendo manifesto che voi siete la lettera di Cristo, amministrata da noi; scritta, non con inchiostro, ma con lo Spirito dell’Iddio vivente; non in tavole di pietra, ma nelle tavole di carne del cuore. (I) 2 Corinzi 3:4 Or una tal confidanza abbiamo noi per Cristo presso Iddio. (I) 2 Corinzi 3:5 Non già che siamo da noi stessi sufficienti pure a pensar cosa alcuna, come da noi stessi; ma la nostra sufficienza è da Dio; (I) 2 Corinzi 3:6 il quale ancora ci ha resi sufficienti ad esser ministri del nuovo patto, non di lettera, ma di spirito; poichè la lettera uccide, ma lo spirito vivifica. (I) 2 Corinzi 3:7 Ora, se il ministerio della morte, che non era se non in lettere, scolpito in pietre, fu glorioso, talchè i figliuoli d’Israele non potevano riguardar fiso nel volto di Mosè, per la gloria del suo volto la qual però dovea essere annullata, (I) 2 Corinzi 3:8 come non sarà più tosto con gloria il ministerio dello Spirito? (I) 2 Corinzi 3:9 Perciocchè, se il ministerio della condannazione fu con gloria, molto più abbonderà in gloria il ministerio della giustizia. (I) 2 Corinzi 3:10 Per questo rispetto, ciò che fu glorificato non fu reso glorioso a cagione di questa che è gloria più eccellente. (I) 2 Corinzi 3:11 Perciocchè, se quel che ha da essere annullato fu per gloria; molto maggiormente ha da essere in gloria ciò che ha da durare. (I) 2 Corinzi 3:12 Avendo adunque questa speranza, usiamo gran libertà di parlare. (I) 2 Corinzi 3:13 E non facciamo come Mosè, il quale si metteva un velo su la faccia; acciocchè i figliuoli d’Israele non riguardassero fiso nella fine di quello che avea ad essere annullato. (I) 2 Corinzi 3:14 Ma le lor menti son divenute stupide; poichè sino ad oggi, nella lettura del vecchio testamento, lo stesso velo dimora senza esser rimosso; il quale è annullato in Cristo. (I) 2 Corinzi 3:15 Anzi, infino al dì d’oggi, quando si legge Mosè, il velo è posto sopra il cuor loro. (I) 2 Corinzi 3:16 Ma, quando Israele si sarà convertito al Signore; il velo sarà rimosso. (I) 2 Corinzi 3:17 Or il Signore è quello Spirito; e dove è lo Spirito del Signore, ivi è libertà. (I) 2 Corinzi 3:18 E noi tutti, contemplando a faccia scoperta, come in uno specchio, la gloria del Signore, siam trasformati nella stessa immagine, di gloria, come per lo Spirito del Signore. (I) 2 Corinzi 4:1 PERCIÒ, avendo questo ministerio, secondo che ci è stata fatta misericordia, noi non veniam meno dell’animo. (I) 2 Corinzi 4:2 Anzi abbiam rinunziato a’ nascondimenti della vergogna, non camminando con astuzia, e non falsando la parola di Dio; anzi rendendoci approvati noi stessi da ogni coscienza degli uomini, davanti a Dio, per la manifestazion della verità. (I) 2 Corinzi 4:3 Che se il nostro evangelo ancora è coperto, egli è coperto fra coloro che periscono; (I) 2 Corinzi 4:4 fra i quali l’Iddio di questo secolo ha accecate le menti degl’increduli, acciocchè la luce dell’evangelo della gloria di Cristo, il quale è l’immagine dell’invisibile Iddio, non risplenda loro. (I) 2 Corinzi 4:5 Poichè non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù, il Signore; e noi siamo vostri servitori, per Gesù. (I) 2 Corinzi 4:6 Perciocchè Iddio, che disse che la luce risplendesse dalle tenebre, è quel che ha fatto schiarire il suo splendore ne’ cuori nostri, per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che splende sul volto di Gesù Cristo. (I) 2 Corinzi 4:7 Or noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, acciocchè l’eccellenza di questa potenza sia di Dio, e non da noi. (I) 2 Corinzi 4:8 Essendo per ogni maniera afflitti, ma non però ridotti ad estreme distrette; perplessi, ma non però disperati; (I) 2 Corinzi 4:9 perseguiti, ma non però abbandonati; abbattuti, ma non però perduti. (I) 2 Corinzi 4:10 Portando del continuo nel nostro corpo la mortificazione del Signor Gesù; acciocchè ancora si manifesti la vita di Gesù nel nostro corpo. (I) 2 Corinzi 4:11 Poichè noi che viviamo siamo del continuo esposti alla morte per Gesù; acciocchè ancora la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. (I) 2 Corinzi 4:12 Talchè la morte opera in noi, ma la vita in voi. (I) 2 Corinzi 4:13 Ma pure, avendo noi lo stesso spirito della fede, secondo che è scritto: Io ho creduto, perciò ho parlato; noi ancora crediamo, perciò eziandio parliamo. (I) 2 Corinzi 4:14 Sapendo che colui che ha risuscitato il Signor Gesù, risusciterà ancora noi per Gesù, e ci farà comparire con voi. (I) 2 Corinzi 4:15 Perciocchè tutte queste cose son per voi; acciocchè la grazia, essendo abbondata, soprabbondi, per lo ringraziamento di molti, alla gloria di Dio. (I) 2 Corinzi 4:16 PERCIÒ noi non veniam meno dell’animo; ma, benchè il nostro uomo esterno si disfaccia, pur si rinnova l’interno di giorno in giorno. (I) 2 Corinzi 4:17 Perciocchè la leggiera nostra afflizione, che è sol per un momento, ci produce un sopra modo eccellente peso eterno di gloria; (I) 2 Corinzi 4:18 mentre non abbiamo il riguardo fisso alle cose che si veggono, ma a quelle che non si veggono; poichè le cose che si veggono sono sol per un tempo; ma quelle che non si veggono sono eterne. (I) 2 Corinzi 5:1 Perciocchè noi sappiamo che, se il nostro terrestre albergo di questa tenda è disfatto, noi abbiamo da Dio un edificio, che è una casa fatta senza opera di mano, eterna ne’ cieli. (I) 2 Corinzi 5:2 Poichè in questa tenda ancora sospiriamo, desiderando d’esser sopravvestiti della nostra abitazione, che è celeste. (I) 2 Corinzi 5:3 Se pur saremo trovati vestiti, e non ignudi. (I) 2 Corinzi 5:4 Perciocchè noi, che siamo in questa tenda, sospiriamo, essendo aggravati; e perciò non desideriamo già d’essere spogliati, ma sopravvestiti; acciocchè ciò che è mortale sia assorbito dalla vita. (I) 2 Corinzi 5:5 Or colui che ci ha formati a questo stesso, è Iddio, il quale ancora ci ha data l’arra dello Spirito. (I) 2 Corinzi 5:6 Noi adunque abbiamo sempre confidanza; e sappiamo che, mentre dimoriamo come forestieri nel corpo, siamo in pellegrinaggio, assenti dal Signore. (I) 2 Corinzi 5:7 Poichè camminiamo per fede, e non per aspetto. (I) 2 Corinzi 5:8 Ma noi abbiamo confidanza, ed abbiamo molto più caro di partire dal corpo, e di andare ad abitar col Signore. (I) 2 Corinzi 5:9 Perciò ancora ci studiamo, e dimorando come forestieri nel corpo, e partendone, d’essergli grati. (I) 2 Corinzi 5:10 Poichè bisogna che noi tutti compariamo davanti al tribunal di Cristo, acciocchè ciascuno riceva la propria retribuzione delle cose ch’egli avrà fatte quand’era nel corpo; secondo ch’egli avrà operato, o bene, o male. (I) 2 Corinzi 5:11 SAPENDO adunque lo spavento del Signore, noi persuadiamo gli uomini, e siamo manifesti a Dio; or io spero che siamo manifesti eziandio alle vostre coscienze. (I) 2 Corinzi 5:12 Perciocchè noi non ci raccomandiamo di nuovo a voi, ma vi diamo cagione di gloriarvi di noi; acciocchè abbiate di che gloriarvi inverso coloro che si gloriano di faccia, e non di cuore. (I) 2 Corinzi 5:13 Imperocchè, se noi siam fuori del senno, lo siamo a Dio; se altresì siamo in buon senno, lo siamo a voi. (I) 2 Corinzi 5:14 Poichè l’amor di Cristo ci possiede. (I) 2 Corinzi 5:15 Avendo fatta questa determinazione: che, se uno è morto per tutti, tutti adunque erano morti; e ch’egli è morto per tutti, acciocchè coloro che vivono non vivano più per l’innanzi a sè stessi, ma a colui che è morto, e risuscitato per loro. (I) 2 Corinzi 5:16 Talchè noi da quest’ora non conosciamo alcuno secondo la carne; e se abbiam conosciuto Cristo secondo la carne, pur ora non lo conosciamo più. (I) 2 Corinzi 5:17 Se adunque alcuno è in Cristo, egli è nuova creatura; le cose vecchie son passate; ecco, tutte le cose son fatte nuove. (I) 2 Corinzi 5:18 Or il tutto è da Dio, che ci ha riconciliati a sè, per Gesù Cristo; e ha dato a noi il ministerio della riconciliazione. (I) 2 Corinzi 5:19 Poichè Iddio ha riconciliato il mondo a sè in Cristo, non imputando agli uomini i lor falli; ed ha posta in noi la parola della riconciliazione. (I) 2 Corinzi 5:20 Noi adunque facciam l’ambasciata per Cristo, come se Iddio esortasse per noi; e vi esortiamo per Cristo: Siate riconciliati a Dio. (I) 2 Corinzi 5:21 Perciocchè egli ha fatto esser peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato; acciocchè noi fossimo fatti giustizia di Dio in lui. (I) 2 Corinzi 6:1 OR essendo operai nell’opera sua, vi esortiamo ancora che non abbiate ricevuta la grazia di Dio in vano (I) 2 Corinzi 6:2 perciocchè egli dice: Io ti ho esaudito nel tempo accettevole, e ti ho aiutato nel giorno della salute. Ecco ora il tempo accettevole, ecco ora il giorno della salute; (I) 2 Corinzi 6:3 non dando intoppo alcuno in cosa veruna, acciocchè il ministerio non sia vituperato. (I) 2 Corinzi 6:4 Anzi, rendendoci noi stessi approvati in ogni cosa, come ministri di Dio, in molta sofferenza, in afflizioni, in necessità, in distrette, (I) 2 Corinzi 6:5 in battiture, in prigioni, in turbamenti, in travagli, in vigilie, in digiuni; (I) 2 Corinzi 6:6 in purità, in conoscenza, in pazienza, in benignità, in Ispirito Santo, in carità non finta; (I) 2 Corinzi 6:7 in parola di verità, in virtù di Dio, con le armi di giustizia a destra ed a sinistra; (I) 2 Corinzi 6:8 per gloria, e per ignominia; per buona fama, e per infamia; (I) 2 Corinzi 6:9 come seduttori, e pur veraci; come sconosciuti, e pur riconosciuti; come morenti, e pure ecco viviamo; come castigati, ma pure non messi a morte; (I) 2 Corinzi 6:10 come contristati, e pur sempre allegri; come poveri, e pure arricchendo molti; come non avendo nulla, e pur possedendo ogni cosa. (I) 2 Corinzi 6:11 LA nostra bocca è aperta inverso voi, o Corinti; il cuor nostro è allargato. (I) 2 Corinzi 6:12 Voi non siete allo stretto in noi, ma ben siete stretti nelle vostre viscere. (I) 2 Corinzi 6:13 Ora, per far par pari, io parlo come a figliuoli, allargatevi ancora voi. (I) 2 Corinzi 6:14 Non vi accoppiate con gl’infedeli; perciocchè, che partecipazione vi è egli tra la giustizia e l’iniquità? e che comunione vi è egli della luce con le tenebre? (I) 2 Corinzi 6:15 E che armonia vi è egli di Cristo con Belial? o che parte ha il fedele con l’infedele? (I) 2 Corinzi 6:16 E che accordo vi è egli del tempio di Dio con gl’idoli? poichè voi siete il tempio dell’Iddio vivente; siccome Iddio disse: Io abiterò nel mezzo di loro, e camminerò fra loro; e sarò lor Dio, ed essi mi saranno popolo. (I) 2 Corinzi 6:17 Perciò, dipartitevi del mezzo di loro, e separatevene, dice il Signore; e non toccate nulla d’immondo, ed io vi accoglierò; (I) 2 Corinzi 6:18 e vi sarò per padre, e voi mi sarete per figliuoli e per figliuole, dice il Signore Onnipotente. (I) 2 Corinzi 7:1 Avendo adunque queste promesse, cari miei, purghiamoci d’ogni contaminazione di carne, e di spirito, compiendo la nostra santificazione nel timor di Dio. (I) 2 Corinzi 7:2 DATECI luogo in voi; noi non abbiam fatto torto ad alcuno, non abbiamo corrotto alcuno, non abbiamo frodato alcuno. (I) 2 Corinzi 7:3 Io non lo dico a vostra condannazione; perciocchè già innanzi ho detto che voi siete ne’ cuori nostri, da morire insieme, e da vivere insieme. (I) 2 Corinzi 7:4 Io ho gran libertà di parlare inverso voi, io ho molto di che gloriarmi di voi; io son ripieno di consolazione, io soprabbondo di letizia in tutta la nostra afflizione. (I) 2 Corinzi 7:5 Perciocchè, essendo noi venuti in Macedonia, la nostra carne non ha avuta requie alcuna; ma siamo stati afflitti in ogni maniera: combattimenti di fuori, spaventi di dentro. (I) 2 Corinzi 7:6 Ma Iddio, che consola gli umiliati, ci ha consolati per la venuta di Tito. (I) 2 Corinzi 7:7 E non sol per la venuta d’esso, ma ancora per la consolazione della quale è stato consolato appresso di voi; rapportandoci la vostra grande affezione, il vostro pianto, il vostro zelo per me; talchè io me ne son molto maggiormente rallegrato. (I) 2 Corinzi 7:8 Perciocchè, benchè io vi abbia contristati per quell’epistola, ora non me ne pento, benchè io me ne fossi pentito; poichè io vedo che quell’epistola, quantunque per un breve tempo, vi ha contristati. (I) 2 Corinzi 7:9 Or mi rallegro, non perchè siate stati contristati, ma perchè siete stati contristati a ravvedimento; perciocchè voi siete stati contristati secondo Iddio, acciocchè in cosa alcuna voi non riceveste alcun danno da noi. (I) 2 Corinzi 7:10 Poichè la tristizia secondo Iddio produce ravvedimento a salute, del quale l’uomo non si pente mai; ma la tristizia del mondo produce la morte. (I) 2 Corinzi 7:11 Perciocchè, ecco, questo stesso fatto che voi siete stati contristati secondo Iddio, quanta premura ha prodotta in voi, qual giustificazione, quale indegnazione, qual timore, qual grande affezione, quale zelo, qual punizione! per ogni maniera voi avete dimostrato che siete puri in quest’affare. (I) 2 Corinzi 7:12 Benchè adunque io vi abbia scritto, io non l’ho fatto, nè per colui che ha fatta l’ingiuria, nè per colui a cui è stata fatta; ma, acciocchè fosse manifestato fra voi, davanti a Dio, lo studio nostro, che noi abbiamo per voi. (I) 2 Corinzi 7:13 Perciò, noi siamo stati consolati; ed oltre alla consolazione che noi abbiamo avuta di voi, vie più ci siam rallegrati per l’allegrezza di Tito, perciocchè il suo spirito è stato ricreato da voi tutti. (I) 2 Corinzi 7:14 Perciocchè, se mi sono presso lui gloriato di voi in cosa alcuna, non sono stato confuso; ma, come vi abbiam parlato in tutte le cose in verità, così ancora ciò di che ci eravamo gloriati a Tito si è trovato verità. (I) 2 Corinzi 7:15 Laonde ancora egli è vie più sviscerato inverso voi, quando si ricorda dell’ubbidienza di voi tutti, come l’avete ricevuto con timore, e tremore. (I) 2 Corinzi 7:16 Io mi rallegro adunque che in ogni cosa io mi posso confidar di voi. (I) 2 Corinzi 8:1 ORA, fratelli, noi vi facciamo assapere la grazia di Dio, ch’è stata data nelle chiese della Macedonia; (I) 2 Corinzi 8:2 cioè: che in molta prova d’afflizione, l’abbondanza della loro allegrezza, e la lor profonda povertà è abbondata nelle ricchezze della loro liberalità. (I) 2 Corinzi 8:3 Poichè, secondo il poter loro, io ne rendo testimonianza, anzi, sopra il poter loro, sono stati volonterosi. (I) 2 Corinzi 8:4 Pregandoci, con molti conforti, d’accettar la grazia, e la comunione di questa sovvenzione che è per li santi. (I) 2 Corinzi 8:5 Ed hanno fatto, non solo come speravamo; ma imprima si son donati loro stessi al Signore; ed a noi, per la volontà di Dio. (I) 2 Corinzi 8:6 Talchè noi abbiamo esortato Tito che, come innanzi ha cominciato, così ancora compia eziandio presso voi questa grazia. (I) 2 Corinzi 8:7 Ma, come voi abbondate in ogni cosa, in fede, e in parola, ed in conoscenza, e in ogni studio, e nella carità vostra inverso noi; fate che abbondiate ancora in questa grazia. (I) 2 Corinzi 8:8 Io non lo dico per comandamento; ma per lo studio degli altri, facendo prova ancora della schiettezza della vostra carità. (I) 2 Corinzi 8:9 Perciocchè voi sapete la grazia del Signor nostro Gesù Cristo, come, essendo ricco, si è fatto povero per voi; acciocchè voi arricchiste per la sua povertà. (I) 2 Corinzi 8:10 E do consiglio in questo; perciocchè questo è utile a voi, i quali non soltanto avete cominciato a fare, ma già ne avevate l’intenzione, fin dall’anno passato. (I) 2 Corinzi 8:11 Ora, compiete dunque eziandio il fare; acciocchè, come vi è stata la prontezza del volere, così ancora vi sia il compiere secondo il vostro avere. (I) 2 Corinzi 8:12 Perciocchè, se vi è la prontezza dell’animo, uno è accettevole secondo ciò ch’egli ha, e non secondo ciò ch’egli non ha. (I) 2 Corinzi 8:13 Poichè questo non si fa acciocchè vi sia alleggiamento per altri, ed aggravio per voi; ma, per far par pari, al tempo presente le vostra abbondanza sarà impiegata a sovvenire alla loro inopia. (I) 2 Corinzi 8:14 Acciocchè altresì la loro abbondanza sia impiegata a sovvenire alla vostra inopia; affinchè vi sia ugualità; secondo che è scritto: (I) 2 Corinzi 8:15 Chi ne avea raccolto assai, non n’ebbe di soverchio; e chi poco, non n’ebbe mancamento. (I) 2 Corinzi 8:16 Ora, ringraziato sia Iddio, che ha messo nel cuor di Tito lo stesso studio per voi. (I) 2 Corinzi 8:17 Poichè egli ha accettata l’esortazione; e in gran diligenza si è volonterosamente messo in cammino, per andare a voi. (I) 2 Corinzi 8:18 Or noi abbiam mandato con lui questo fratello, la cui lode nell’evangelo è per tutte le chiese. (I) 2 Corinzi 8:19 E non sol questo; ma ancora è stato dalle chiese eletto, per esser nostro compagno di viaggio con questa sovvenzione, ch’è da noi amministrata alla gloria del Signore stesso, ed al servigio della prontezza dell’animo vostro; (I) 2 Corinzi 8:20 schivando noi questo: che niuno ci biasimi in quest’abbondanza, che è da noi amministrata; (I) 2 Corinzi 8:21 procurando cose oneste, non solo nel cospetto del Signore, ma ancora nel cospetto degli uomini. (I) 2 Corinzi 8:22 Or noi abbiam mandato con loro questo nostro fratello, il quale abbiamo spesse volte, in molte cose, sperimentato esser diligente, ed ora lo è molto più, per la molta confidanza che si ha di voi. (I) 2 Corinzi 8:23 Quant’è a Tito, egli è mio consorte, e compagno d’opera inverso voi; quant’è a’ fratelli, sono apostoli delle chiese, gloria di Cristo. (I) 2 Corinzi 8:24 Dimostrate adunque inverso loro, nel cospetto delle chiese, la prova della vostra carità, e di ciò che ci gloriamo di voi. (I) 2 Corinzi 9:1 Perciocchè della sovvenzione, che è per i santi, mi è soverchio scrivervene. (I) 2 Corinzi 9:2 Poichè io conosco la prontezza dell’animo vostro, per la quale io mi glorio di voi presso i Macedoni, dicendo che l’Acaia è pronta fin dall’anno passato; e lo zelo da parte vostra ne ha provocati molti. (I) 2 Corinzi 9:3 Or io ho mandati questi fratelli, acciocchè il nostro vanto di voi non riesca vano in questa parte; affinchè, come io dissi, siate presti. (I) 2 Corinzi 9:4 Che talora, se, quando i Macedoni saranno venuti meco, non vi trovano presti, non siamo svergognati noi per non dir voi, in questa ferma confidanza del nostro vanto. (I) 2 Corinzi 9:5 Perciò ho reputato necessario d’esortare i fratelli, che vadano innanzi a voi, e prima dieno compimento alla già significata vostra benedizione; acciocchè sia presta, pur come benedizione, e non avarizia. (I) 2 Corinzi 9:6 Or questo è ciò che è detto: Chi semina scarsamente, mieterà altresì scarsamente; e chi semina liberalmente, mieterà altresì in benedizione. (I) 2 Corinzi 9:7 Ciascuno faccia come è deliberato nel cuor suo, non di mala voglia, nè per necessità; perciocchè Iddio ama un donatore allegro. (I) 2 Corinzi 9:8 Or Iddio è potente, da fare abbondare in voi ogni grazia; acciocchè, avendo sempre ogni sufficienza in ogni cosa, voi abbondiate in ogni buona opera; (I) 2 Corinzi 9:9 siccome è scritto: Egli ha sparso, egli ha donato a’ poveri; la sua giustizia dimora in eterno. (I) 2 Corinzi 9:10 Or colui che fornisce di semenza il seminatore, e di pane da mangiare, ve ne fornisca altresì, e moltiplichi la vostra semenza, ed accresca i frutti della vostra giustizia; (I) 2 Corinzi 9:11 in maniera che del tutto siate arricchiti ad ogni liberalità, la quale per noi produce rendimento di grazie a Dio. (I) 2 Corinzi 9:12 Poichè l’amministrazione di questo servigio sacro non solo supplisce le necessità de’ santi, ma ancora ridonda inverso Iddio per molti ringraziamenti. (I) 2 Corinzi 9:13 In quanto che, per la prova di questa somministrazione, glorificano Iddio, di ciò che vi sottoponete alla confessione dell’evangelo di Cristo, e comunicate liberalmente con loro, e con tutti. (I) 2 Corinzi 9:14 E con le loro orazioni per voi vi dimostrano singolare affezione per l’eccellente grazia di Dio sopra voi. (I) 2 Corinzi 9:15 Or ringraziato sia Iddio del suo ineffabile dono. (I) 2 Corinzi 10:1 OR io Paolo vi esorto per la benignità, e mansuetudine di Cristo; io dico, che fra voi presente in persona ben sono umile; ma, assente, sono ardito inverso voi. (I) 2 Corinzi 10:2 E vi prego che, essendo presente, non mi convenga procedere animosamente con quella confidanza, per la quale son reputato audace, contro ad alcuni che fanno stima di noi, come se camminassimo secondo la carne. (I) 2 Corinzi 10:3 Poichè, camminando nella carne, non guerreggiamo secondo la carne (I) 2 Corinzi 10:4 perciocchè le armi della nostra guerra non son carnali, ma potenti a Dio alla distruzione delle fortezze, (I) 2 Corinzi 10:5 sovvertendo i discorsi, ed ogni altezza che si eleva contro alla conoscenza di Dio; e cattivando ogni mente all’ubbidienza di Cristo. (I) 2 Corinzi 10:6 Ed avendo presta in mano la punizione d’ogni disubbidienza, quando la vostra ubbidienza sarà compiuta. (I) 2 Corinzi 10:7 Riguardate voi alle cose che sono in apparenza? se alcuno si confida in sè stesso d’esser di Cristo, reputi altresì da sè medesimo questo: che, siccome egli è di Cristo, così ancora noi siam di Cristo. (I) 2 Corinzi 10:8 Perciocchè, benchè io mi gloriassi ancora alquanto più della nostra podestà, che il Signore ci ha data, ed edificazione, e non a distruzion vostra, io non ne sarei svergognato. (I) 2 Corinzi 10:9 Ora, non facciasi stima di me, come se vi spaventassi per lettere. (I) 2 Corinzi 10:10 Perciocchè, ben sono, dice alcuno, le lettere gravi e forti; ma la presenza del corpo è debole, e la parola dispregevole. (I) 2 Corinzi 10:11 Il tale reputi questo: che, quali siamo assenti, in parola, per lettere; tali saremo ancora presenti, in fatti. (I) 2 Corinzi 10:12 Perciocchè noi non osiamo aggiungerci, nè paragonarci con alcuni di coloro che si raccomandano loro stessi; ma essi, misurandosi per sè stessi, e paragonandosi con sè stessi, non hanno alcuno intendimento. (I) 2 Corinzi 10:13 Ma, quant’è a noi, non ci glorieremo all’infinito; anzi, secondo la misura del limite che Iddio ci ha spartito come misura del nostro lavoro, ci glorieremo d’esser pervenuti infino a voi. (I) 2 Corinzi 10:14 Perciocchè noi non ci distendiamo oltre il convenevole, come se non fossimo pervenuti infino a voi; poichè siam pervenuti eziandio fino a voi nella predicazione dell’evangelo di Cristo; (I) 2 Corinzi 10:15 non gloriandoci all’infinito delle fatiche altrui; ma avendo speranza, che crescendo la fede vostra, saremo in voi abbondantemente magnificati, secondo i limiti assegnatici. (I) 2 Corinzi 10:16 Ed anche che noi evangelizzeremo ne’ luoghi, che son di là da voi; e non ci glorieremo nei limiti assegnati ad altrui, di cose preparate per altri. (I) 2 Corinzi 10:17 Ora, chi si gloria, gloriisi nel Signore. (I) 2 Corinzi 10:18 Poichè, non colui che raccomanda sè stesso è approvato, ma colui che il Signore raccomanda. (I) 2 Corinzi 11:1 OH quanto desidererei che voi comportaste un poco la mia follia! ma sì, comportatemi. (I) 2 Corinzi 11:2 Poichè io son geloso di voi d’una gelosia di Dio; perciocchè io vi ho sposati ad un marito, per presentare una casta vergine a Cristo. (I) 2 Corinzi 11:3 Ma io temo che come il serpente sedusse Eva, con la sua astuzia; così talora le vostre menti non sieno corrotte, e sviate dalla semplicità che deve essere inverso Cristo. (I) 2 Corinzi 11:4 Perciocchè se uno viene a voi a predicarvi un altro Gesù che noi non abbiam predicato, o se voi da esso ricevete un altro Spirito che non avete ricevuto, o un vangelo diverso da quello che avete accettato; voi lo tollerate. (I) 2 Corinzi 11:5 Or io stimo di non essere stato da niente meno di cotesti apostoli sommi. (I) 2 Corinzi 11:6 Che se pur sono idiota nel parlare, non lo son già nella conoscenza; anzi, del tutto siamo stati manifestati presso voi in ogni cosa. (I) 2 Corinzi 11:7 Ho io commesso peccato, in ciò che mi sono abbassato me stesso, acciocchè voi foste innalzati? inquanto che gratuitamente vi ho evangelizzato l’evangelo di Dio? (I) 2 Corinzi 11:8 Io ho predate le altre chiese, prendendo salario per servire a voi. (I) 2 Corinzi 11:9 Ed anche, essendo appresso di voi, ed avendo bisogno, non sono stato grave ad alcuno; perciocchè i fratelli, venuti di Macedonia, hanno supplito al mio bisogno; ed in ogni cosa mi son conservato senza esservi grave, ed anche per l’avvenire mi conserverò. (I) 2 Corinzi 11:10 La verità di Cristo è in me, che questo vanto non sarà turato in me nelle contrade dell’Acaia. (I) 2 Corinzi 11:11 Perchè? forse perciocchè io non v’amo? Iddio lo sa. (I) 2 Corinzi 11:12 Anzi ciò che io fo, lo farò ancora, per toglier l’occasione a coloro che desiderano occasione; acciocchè in ciò che si gloriano sieno trovati quali noi ancora. (I) 2 Corinzi 11:13 Perciocchè tali falsi apostoli sono operai frodolenti, trasformandosi in apostoli di Cristo. (I) 2 Corinzi 11:14 E non è maraviglia; perciocchè Satana stesso si trasforma in angelo di luce. (I) 2 Corinzi 11:15 Ei non è dunque gran cosa, se i suoi ministri ancora si trasformano in ministri di giustizia; de’ quali la fine sarà secondo le loro opere. (I) 2 Corinzi 11:16 IO lo dico di nuovo: Niuno mi stimi esser pazzo; se no, ricevetemi eziandio come pazzo; acciocchè io ancora mi glorii un poco. (I) 2 Corinzi 11:17 Ciò ch’io ragiono in questa ferma confidanza di vanto, non lo ragiono secondo il Signore, ma come in pazzia. (I) 2 Corinzi 11:18 Poichè molti si gloriano secondo la carne, io ancora mi glorierò. (I) 2 Corinzi 11:19 Poichè voi, così savi, volentieri comportate i pazzi. (I) 2 Corinzi 11:20 Perciocchè, se alcuno vi riduce in servitù, se alcuno vi divora, se alcuno prende, se alcuno s’innalza, se alcuno vi percuote in sul volto, voi lo tollerate. (I) 2 Corinzi 11:21 Io lo dico a nostro vituperio, noi siamo stati deboli; e pure, in qualunque cosa alcuno si vanta, io lo dico in pazzia, mi vanto io ancora. (I) 2 Corinzi 11:22 Sono eglino Ebrei? io ancora; sono eglino Israeliti? io ancora; sono eglino progenie di Abrahamo? io ancora. (I) 2 Corinzi 11:23 Sono eglino ministri di Cristo? io parlo da pazzo, io lo son più di loro; in travagli molto più; in battiture senza comparazione più; in prigioni molto più; in morti molte volte più. (I) 2 Corinzi 11:24 Da’ Giudei ho ricevute cinque volte quaranta battiture meno una. (I) 2 Corinzi 11:25 Io sono stato battuto di verghe tre volte, sono stato lapidato una volta, tre volte ho rotto in mare, ho passato un giorno ed una notte nell’abisso. (I) 2 Corinzi 11:26 Spesse volte sono stato in viaggi, in pericoli di fiumi, in pericoli di ladroni, in pericoli della mia nazione, in pericoli da’ Gentili, in pericoli in città, in pericoli in solitudine, in pericoli in mare, in pericoli fra falsi fratelli; (I) 2 Corinzi 11:27 in fatica, e travaglio; sovente in veglie, in fame, ed in sete; in digiuni spesse volte; in freddo, e nudità. (I) 2 Corinzi 11:28 Oltre alle cose che son di fuori, ciò che si solleva tuttodì contro a me, è la sollecitudine per tutte le chiese. (I) 2 Corinzi 11:29 Chi è debole, ch’io ancora non sia debole? chi è scandalezzato, ch’io non arda? (I) 2 Corinzi 11:30 Se convien gloriarsi, io mi glorierò delle cose della mia debolezza. (I) 2 Corinzi 11:31 Iddio e Padre del nostro Signor Gesù Cristo, il quale è benedetto in eterno, sa ch’io non mento. (I) 2 Corinzi 11:32 In Damasco, il governatore del re Areta avea poste guardie nella città de’ Damasceni, volendomi pigliare; (I) 2 Corinzi 11:33 ma io fui calato dal muro per una finestra, in una sporta; e così scampai dalle sue mani. (I) 2 Corinzi 12:1 CERTO, il gloriarmi non mi è spediente; nondimeno io verrò alle visioni e rivelazioni del Signore. (I) 2 Corinzi 12:2 Io conosco un uomo in Cristo, il quale, son già passati quattordici anni, fu rapito se fu col corpo, o senza il corpo, io nol so, Iddio il sa fino al terzo cielo. (I) 2 Corinzi 12:3 E so che quel tal uomo se fu col corpo, o senza il corpo, io nol so, Iddio il sa (I) 2 Corinzi 12:4 fu rapito in paradiso, e udì parole ineffabili, le quali non è lecito ad uomo alcuno di proferire. (I) 2 Corinzi 12:5 Io mi glorierò di quel tale; ma non mi glorierò di me stesso, se non nelle mie debolezze. (I) 2 Corinzi 12:6 Perciocchè, benchè io volessi gloriarmi, non però sarei pazzo; poichè direi verità; ma io me ne rimango, acciocchè niuno stimi di me sopra ciò ch’egli mi vede essere, ovvero ode da me. (I) 2 Corinzi 12:7 Ed anche, acciocchè io non m’innalzi sopra modo per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stato dato uno stecco nella carne, un angelo di Satana, per darmi delle guanciate; acciocchè io non m’innalzi sopra modo. (I) 2 Corinzi 12:8 Per la qual cosa ho pregato tre volte il Signore, che quello si dipartisse da me. (I) 2 Corinzi 12:9 Ma egli mi ha detto: La mia grazia ti basta; perciocchè la mia virtù si adempie in debolezza. Perciò molto volentieri mi glorierò più tosto nelle mie debolezze, acciocchè la virtù di Cristo mi ripari. (I) 2 Corinzi 12:10 Perciò, io mi diletto in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in distrette per Cristo; perciocchè, quando io sono debole, allora son forte. (I) 2 Corinzi 12:11 IO son divenuto pazzo, gloriandomi; voi mi ci avete costretto; poichè da voi doveva io essere commendato; perciocchè io non sono stato da nulla meno di cotesti apostoli sommi, benchè io non sia niente. (I) 2 Corinzi 12:12 Certo i segni dell’apostolo sono stati messi in opera fra voi, in ogni sofferenza; in segni, e prodigi, e potenti operazioni. (I) 2 Corinzi 12:13 Perciocchè, in che siete voi stati da meno delle altre chiese, se non ch’io non vi sono stato grave? perdonatemi questo torto. (I) 2 Corinzi 12:14 Ecco, questa è la terza volta ch’io son pronto a venire a voi, e non vi sarò grave; perchè io non cerco i vostri beni, ma voi; perciocchè i figliuoli non debbono far tesoro a’ padri ed alle madri, ma i padri e le madri ai figliuoli. (I) 2 Corinzi 12:15 E quant’è a me, molto volentieri spenderò, anzi sarò speso per le anime vostre; quantunque, amandovi io sommamente, sia meno amato. (I) 2 Corinzi 12:16 Ora, sia pur così ch’io non vi abbia gravati; ma forse, essendo astuto, vi ho presi per frode. (I) 2 Corinzi 12:17 Ho io, per alcun di coloro che ho mandati a voi, fatto profitto di voi? (I) 2 Corinzi 12:18 Io ho pregato Tito, ed ho con lui mandato questo fratello. Tito ha egli fatto profitto di voi? non siamo noi camminati d’un medesimo spirito, per medesime pedate? (I) 2 Corinzi 12:19 PENSATE voi di nuovo, che noi ci giustifichiamo presso a voi? noi parliamo davanti a Dio, in Cristo; e tutto ciò, diletti, per la vostra edificazione. (I) 2 Corinzi 12:20 Perciocchè io temo che talora, quando io verrò, io non vi trovi quali io vorrei; e ch’io altresì sia da voi ritrovato quale voi non vorreste; che talora, non vi sieno contese, gelosie, ire, risse, detrazioni, bisbigli, gonfiamenti, tumulti. (I) 2 Corinzi 12:21 E che, essendo di nuovo venuto, l’Iddio mio non m’umilii presso voi; e ch’io non pianga molti di coloro che innanzi hanno peccato, e non si son ravveduti dell’immondizia, e della fornicazione, e della dissoluzione che hanno commessa. (I) 2 Corinzi 13:1 Ecco, questa è la terza volta ch’io vengo a voi; ogni parola è confermata per la bocca di due, o di tre testimoni. (I) 2 Corinzi 13:2 Già l’ho detto innanzi tratto, e lo dico ancora, come presente; anzi, essendo assente, ora scrivo a coloro che hanno innanzi peccato, e tutti gli altri: che se io vengo di nuovo, non risparmierò alcuno. (I) 2 Corinzi 13:3 Poichè voi cercate la prova di Cristo che parla in me, il quale inverso voi non è debole, ma è potente in voi. (I) 2 Corinzi 13:4 Perciocchè, se egli è stato crocifisso per debolezza, pur vive egli per la potenza di Dio; perciocchè ancora noi siam deboli in lui, ma viveremo con lui, per la potenza di Dio, inverso voi. (I) 2 Corinzi 13:5 Provate voi stessi, se siete nella fede; fate sperienza di voi stessi; non vi riconoscete voi stessi, che Gesù Cristo è in voi? se già non siete riprovati. (I) 2 Corinzi 13:6 Ed io spero che voi riconoscerete che noi non siam riprovati. (I) 2 Corinzi 13:7 Or io prego Iddio che voi non facciate alcun male; non acciocchè noi appaiamo approvati, ma acciocchè voi facciate quel che è bene, e noi siamo come riprovati. (I) 2 Corinzi 13:8 Perciocchè noi non possiam nulla contro alla verità, ma tutto ciò che possiamo è per la verità. (I) 2 Corinzi 13:9 Poichè ci rallegriamo quando siam deboli, e voi siete forti; ma ben desideriamo ancora questo, cioè il vostro intiero ristoramento. (I) 2 Corinzi 13:10 Perciò, io scrivo queste cose, essendo assente; acciocchè, essendo presente, io non proceda rigidamente, secondo la podestà, la quale il Signore mi ha data, a edificazione, e non a distruzione. (I) 2 Corinzi 13:11 Nel rimanente, fratelli, rallegratevi, siate ristorati, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, e state in pace; (I) 2 Corinzi 13:12 (G13-11) e l’Iddio della carità, e della pace sarà con voi. (I) 2 Corinzi 13:13 (G13-12) Salutatevi gli uni gli altri con un santo bacio; tutti i santi vi salutano. (I) 2 Corinzi 13:14 (G13-13) La grazia del Signor Gesù Cristo, e la carità di Dio, e la comunione dello Spirito Santo, sia con tutti voi. Amen. (I) Galati 1:1 PAOLO apostolo non dagli uomini, nè per alcun uomo, ma per Gesù Cristo, e Iddio Padre, che l’ha suscitato da’ morti, (I) Galati 1:2 e tutti i fratelli, che sono meco, alle chiese della Galazia. (I) Galati 1:3 Grazia a voi, e pace, da Dio Padre, e dal Signor nostro Gesù Cristo. (I) Galati 1:4 Il quale ha dato sè stesso per i nostri peccati, per ritrarci dal presente malvagio secolo, secondo la volontà di Dio, nostro Padre. (I) Galati 1:5 Al quale sia la gloria ne’ secoli de’ secoli. Amen. (I) Galati 1:6 IO mi maraviglio che, sì tosto, da Cristo che vi ha chiamati in grazia, voi siate trasportati ad un altro evangelo. (I) Galati 1:7 Non che ce ne sia un altro; ma vi sono alcuni che vi turbano, e vogliono pervertir l’evangelo di Cristo. (I) Galati 1:8 Ma, quand’anche noi, od un angelo del cielo, vi evangelizzassimo oltre a ciò che vi abbiamo evangelizzato, sia anatema. (I) Galati 1:9 Come già abbiam detto, da capo ancora dico al presente: Se alcuno vi evangelizza oltre a ciò che avete ricevuto, sia anatema. (I) Galati 1:10 Perciocchè, induco io ora a credere agli uomini, ovvero a Dio? o cerco io di compiacere agli uomini? poichè, se compiacessi ancora agli uomini, io non sarei servitor di Cristo. (I) Galati 1:11 Ora, fratelli, io vi fo assapere, che l’evangelo, che è stato da me evangelizzato, non è secondo l’uomo. (I) Galati 1:12 Perciocchè ancora io non l’ho ricevuto, nè imparato da alcun uomo; ma per la rivelazione di Gesù Cristo. (I) Galati 1:13 Imperocchè voi avete udita qual fu già la mia condotta nel Giudaesimo: come io perseguiva a tutto potere la chiesa di Dio, e la disertava. (I) Galati 1:14 Ed avanzava nel Giudaesimo, sopra molti di pari età nella mia nazione, essendo stremamente zelante delle tradizioni dei miei padri. (I) Galati 1:15 Ma, quando piacque a Dio il qual mi ha appartato fin dal seno di mia madre, e mi ha chiamato per la sua grazia, (I) Galati 1:16 di rivelare in me il suo Figliuolo, acciocchè io l’evangelizzassi fra i Gentili; subito, senza conferir più innanzi con carne, e sangue; (I) Galati 1:17 anzi, senza salire in Gerusalemme a quelli ch’erano stati apostoli davanti a me, me ne andai in Arabia, e di nuovo ritornai in Damasco. (I) Galati 1:18 Poi, in capo a tre anni, salii in Gerusalemme, per visitar Pietro; e dimorai appresso di lui quindici giorni. (I) Galati 1:19 E non vidi alcun altro degli apostoli, se non Giacomo, fratello del Signore. (I) Galati 1:20 Ora, quant’è alle cose che io vi scrivo, ecco, nel cospetto di Dio, io non mento. (I) Galati 1:21 Poi venni nelle contrade della Siria, e della Cilicia. (I) Galati 1:22 Or io era sconosciuto di faccia alle chiese della Giudea, che sono in Cristo; (I) Galati 1:23 ma solo aveano udito: Colui, che già ci perseguiva, ora evangelizza la fede, la quale egli già disertava. (I) Galati 1:24 E glorificavano Iddio in me. (I) Galati 2:1 Poi, in capo a quattordici anni, io salii di nuovo in Gerusalemme, con Barnaba, avendo preso meco ancora Tito. (I) Galati 2:2 Or vi salii per rivelazione; e narrai a que’ di Gerusalemme l’evangelo che io predico fra i Gentili; e in particolare, a coloro che sono in maggiore stima; acciocchè in alcuna maniera io non corressi, o non fossi corso in vano. (I) Galati 2:3 Ma, non pur Tito, ch’era meco, essendo Greco, fu costretto d’essere circonciso. (I) Galati 2:4 E ciò, per i falsi fratelli, intromessi sotto mano, i quali erano sottentrati per ispiar la nostra libertà, che noi abbiamo in Cristo Gesù, affin di metterci in servitù. (I) Galati 2:5 A’ quali non cedemmo per soggezione pur un momento; acciocchè la verità dell’evangelo dimorasse ferma fra voi. (I) Galati 2:6 Ma non ricevei nulla da coloro che son reputati essere qualche cosa; quali già sieno stati niente m’importa; Iddio non ha riguardo alla qualità d’alcun uomo; perciocchè quelli che sono in maggiore stima non mi sopraggiunsero nulla. (I) Galati 2:7 Anzi, in contrario, avendo veduto che m’era stato commesso l’evangelo dell’incirconcisione, come a Pietro quel della circoncisione (I) Galati 2:8 perciocchè colui che avea potentemente operato in Pietro per l’apostolato della circoncisione, avea eziandio potentemente operato in me inverso i Gentili, (I) Galati 2:9 e Giacomo, e Cefa, e Giovanni, che son reputati esser colonne, avendo conosciuta la grazia che m’era stata data, diedero a me, ed a Barnaba, la mano di società; acciocchè noi andassimo a’ Gentili, ed essi alla circoncisione. (I) Galati 2:10 Sol ci raccomandarono che ci ricordassimo de’ poveri; e ciò eziandio mi sono studiato di fare. (I) Galati 2:11 Ora, quando Pietro fu venuto in Antiochia, io gli resistei in faccia; poichè egli era da riprendere. (I) Galati 2:12 Perciocchè, avanti che certi fosser venuti d’appresso a Giacomo, egli mangiava co’ Gentili; ma, quando coloro furon venuti, si sottrasse, e si separò, temendo quei della circoncisione. (I) Galati 2:13 E gli altri Giudei s’infingevano anch’essi con lui; talchè eziandio Barnaba era insieme trasportato per la loro simulazione. (I) Galati 2:14 Ma, quando io vidi che non camminavano di piè diritto, secondo la verità dell’evangelo, io dissi a Pietro, in presenza di tutti: Se tu, essendo Giudeo, vivi alla gentile, e non alla giudaica, perchè costringi i Gentili a giudaizzare? (I) Galati 2:15 Noi, di nascita Giudei, e non peccatori d’infra i Gentili, (I) Galati 2:16 sapendo che l’uomo non è giustificato per le opere della legge, ma per la fede di Gesù Cristo, abbiamo ancora noi creduto in Cristo Gesù, acciocchè fossimo giustificati per la fede di Cristo, e non per le opere della legge; perciocchè niuna carne sarà giustificata per le opere della legge. (I) Galati 2:17 Or se, cercando d’esser giustificati in Cristo, siam trovati ancor noi peccatori, è pur Cristo ministro del peccato? Così non sia. (I) Galati 2:18 Perciocchè, se io edifico di nuovo le cose che ho distrutte, io costituisco me stesso trasgressore. (I) Galati 2:19 Poichè per una legge io son morto ad un’altra legge, acciocchè io viva a Dio. (I) Galati 2:20 Io son crocifisso con Cristo; e vivo, non più io, ma Cristo vive in me; e ciò che ora vivo nella carne, vivo nella fede del Figliuol di Dio, che mi ha amato, e ha dato sè stesso per me. (I) Galati 2:21 Io non annullo la grazia di Dio; perciocchè, se la giustizia è per la legge, Cristo dunque è morto in vano. (I) Galati 3:1 O GALATI insensati! chi vi ha ammaliati per non ubbidire alla verità, voi, a’ quali Gesù Cristo è stato prima ritratto davanti agli occhi come se fosse stato crocifisso fra voi? (I) Galati 3:2 Questo solo desidero saper da voi: avete voi ricevuto lo Spirito per le opere della legge, o per la predicazion della fede? (I) Galati 3:3 Siete voi così insensati, che, avendo cominciato per lo Spirito, vogliate finire ora per la carne? (I) Galati 3:4 Avete voi sofferte cotante cose in vano? se pure ancora in vano. (I) Galati 3:5 Colui adunque che vi dispensa lo Spirito, ed opera fra voi potenti operazioni, lo fa egli per le opere della legge, o per la predicazion della fede? (I) Galati 3:6 Siccome Abrahamo credette a Dio, e ciò gli fu imputato a giustizia; (I) Galati 3:7 voi sapete pure, che coloro che son della fede son figliuoli di Abrahamo. (I) Galati 3:8 E la scrittura, antivedendo che Iddio giustifica le nazioni per la fede, evangelizzò innanzi ad Abrahamo: Tutte le nazioni saranno benedette in te. (I) Galati 3:9 Talchè coloro che son della fede son benedetti col fedele Abrahamo. (I) Galati 3:10 Poichè tutti coloro che son delle opere della legge, sono sotto maledizione; perciocchè egli è scritto: Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge, per farle. (I) Galati 3:11 Ora, che per la legge niuno sia giustificato presso Iddio, è manifesto, perciocchè: Il giusto viverà di fede. (I) Galati 3:12 Ma la legge non è di fede; anzi: L’uomo che avrà fatte queste cose viverà per esse. (I) Galati 3:13 Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo per noi fatto maledizione perciocchè egli è scritto: Maledetto è chiunque è appiccato al legno; (I) Galati 3:14 acciocchè la benedizione di Abrahamo avvenga alle nazioni in Cristo Gesù; affinchè per la fede riceviamo la promessa dello Spirito. (I) Galati 3:15 Fratelli, io parlo nella maniera degli nomini: se un patto è fermato, benchè sia un patto d’uomo, niuno l’annulla, o vi sopraggiunge cosa alcuna. (I) Galati 3:16 Or le promesse furono fatte ad Abrahamo, ed alla sua progenie; non dice: Ed alle progenie, come parlando di molte; ma come d’una: Ed alla tua progenie, che è Cristo. (I) Galati 3:17 Or questo dico io: La legge, venuta quattrocentrent’anni appresso, non annulla il patto fermato prima da Dio in Cristo, per ridurre al niente la promessa. (I) Galati 3:18 Perciocchè, se l’eredità è per la legge, non è più per la promessa. Or Iddio donò quella ad Abrahamo per la promessa. (I) Galati 3:19 Perchè dunque fu data la legge? fu aggiunta per le trasgressioni, finchè fosse venuta la progenie, alla quale era stata fatta la promessa; essendo pubblicata dagli angeli, per mano d’un mediatore. (I) Galati 3:20 Or il mediatore non è d’uno; ma Iddio è uno. (I) Galati 3:21 La legge è ella dunque stata data contro alle promesse di Dio? Così non sia; perciocchè, se fosse stata data la legge, che potesse vivificare, veramente la giustizia sarebbe per la legge. (I) Galati 3:22 Ma la scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto peccato, acciocchè la promessa fosse data a’ credenti per la fede di Gesù Cristo. (I) Galati 3:23 Ora, avanti che fosse venuta la fede, noi eravamo guardati sotto la legge, essendo rinchiusi, aspettando la fede che dovea essere rivelata. (I) Galati 3:24 Talchè la legge è stata nostro pedagogo, aspettando Cristo, acciocchè fossimo giustificati per fede. (I) Galati 3:25 Ma, la fede essendo venuta, noi non siam più sotto pedagogo. (I) Galati 3:26 Perciocchè tutti siete figliuoli di Dio per la fede in Cristo Gesù. (I) Galati 3:27 Poichè voi tutti, che siete stati battezzati in Cristo, avete vestito Cristo. (I) Galati 3:28 Non vi è nè Giudeo, nè Greco; non vi è nè servo, nè libero; non vi è nè maschio, nè femmina. (I) Galati 3:29 Perciocchè voi tutti siete uno in Cristo Gesù. (G3-30) Ora, se siete di Cristo, siete adunque progenie d’Abrahamo, ed eredi secondo la promessa. (I) Galati 4:1 ORA, io dico che in tutto il tempo che l’erede è fanciullo, non è punto differente dal servo, benchè egli sia signore di tutto. (I) Galati 4:2 Anzi egli è sotto tutori e curatori, fino al tempo ordinato innanzi dal padre. (I) Galati 4:3 Così ancora noi, mentre eravamo fanciulli, eravamo tenuti in servitù sotto gli elementi del mondo. (I) Galati 4:4 Ma, quando è venuto il compimento del tempo, Iddio ha mandato il suo Figliuolo, fatto di donna, sottoposto alla legge; (I) Galati 4:5 affinchè riscattasse coloro ch’eran sotto la legge, acciocchè noi ricevessimo l’adottazione. (I) Galati 4:6 Ora, perciocchè voi siete figliuoli, Iddio ha mandato lo Spirito del suo Figliuolo ne’ cuori vostri, che grida: Abba, Padre. (I) Galati 4:7 Talchè tu non sei più servo, ma figliuolo; e se tu sei figliuolo, sei ancora erede di Dio, per Cristo. (I) Galati 4:8 Ma allora voi, non conoscendo Iddio, servivate a coloro che di natura non sono dii. (I) Galati 4:9 Ed ora, avendo conosciuto Iddio; anzi più tosto essendo stati conosciuti da Dio, come vi rivolgete di nuovo a’ deboli e poveri elementi, a’ quali, tornando addietro, volete di nuovo servire? (I) Galati 4:10 Voi osservate giorni, e mesi, e stagioni, ed anni. (I) Galati 4:11 Io temo di voi, ch’io non abbia faticato invano inverso voi. (I) Galati 4:12 Siate come sono io, perciocchè io ancora son come voi; fratelli, io ve ne prego, voi non mi avete fatto alcun torto. (I) Galati 4:13 Ora, voi sapete come per l’addietro io vi evangelizzai con infermità della carne. (I) Galati 4:14 E voi non isprezzaste, nè schifaste la mia prova, che era nella mia carne; anzi mi accoglieste come un angelo di Dio, come Cristo Gesù stesso. (I) Galati 4:15 Che cosa adunque vi faceva così predicar beati? poichè io vi rendo testimonianza che se fosse stato possibile, voi vi sareste cavati gli occhi, e me li avreste dati. (I) Galati 4:16 Son io dunque divenuto vostro nemico, proponendovi la verità? (I) Galati 4:17 Coloro sono zelanti per voi, non onestamente; anzi vi vogliono distaccare da noi, acciocchè siate zelanti per loro. (I) Galati 4:18 Or egli è bene d’esser sempre zelanti in bene, e non solo quando io son presente fra voi. (I) Galati 4:19 Deh! figlioletti miei, i quali io partorisco di nuovo, finchè Cristo sia formato in voi! (I) Galati 4:20 Or io desidererei ora esser presente fra voi, e mutar la mia voce, perciocchè io son perplesso di voi. (I) Galati 4:21 DITEMI, voi che volete essere sotto la legge, non udite voi la legge? (I) Galati 4:22 Poichè egli è scritto, che Abrahamo ebbe due figliuoli: uno della serva, e uno della franca. (I) Galati 4:23 Or quel che era della serva fu generato secondo la carne; ma quel che era della franca fu generato per la promessa. (I) Galati 4:24 Le quali cose hanno un senso allegorico; poichè quelle due donne sono i due patti: l’uno dal monte Sina, che genera a servitù, il quale è Agar. (I) Galati 4:25 Perciocchè Agar è Sina, monte in Arabia; e corrisponde alla Gerusalemme del tempo presente; ed è serva, co’ suoi figliuoli. (I) Galati 4:26 Ma la Gerusalemme di sopra è franca; la quale è madre di tutti noi. (I) Galati 4:27 Poichè egli è scritto: Rallegrati, o sterile che non partorivi; prorompi, e grida, tu che non sentivi doglie di parto; perciocchè più saranno i figliuoli della lasciata, che di colei che avea il marito. (I) Galati 4:28 Or noi, fratelli, nella maniera d’Isacco, siamo figliuoli della promessa. (I) Galati 4:29 Ma come allora quel che era generato secondo la carne, perseguiva quel che era generato secondo lo spirito, così ancora avviene al presente. (I) Galati 4:30 Ma, che dice la scrittura? Caccia fuori la serva, e il suo figliuolo; perciocchè il figliuol della serva non sarà erede col figliuol della franca. (I) Galati 4:31 Così adunque, fratelli, noi non siamo figliuoli della serva, ma della franca. (I) Galati 5:1 STATE adunque fermi nella libertà, della quale Cristo ci ha francati, e non siate di nuovo ristretti sotto il giogo della servitù. (I) Galati 5:2 Ecco, io Paolo vi dico che se siete circoncisi, Cristo non vi gioverà nulla. (I) Galati 5:3 E da capo testifico ad ogni uomo che si circoncide, ch’egli è obbligato ad osservar tutta la legge. (I) Galati 5:4 O voi, che siete giustificati per la legge, Cristo non ha più alcuna virtù in voi; voi siete scaduti dalla grazia. (I) Galati 5:5 Perciocchè noi, in Ispirito, per fede, aspettiamo la speranza della giustizia. (I) Galati 5:6 Poichè in Cristo Gesù nè la circoncisione, nè l’incirconcisione non è d’alcun valore; ma la fede operante per carità. (I) Galati 5:7 Voi correvate bene; chi vi ha dato sturbo per non prestar fede alla verità? (I) Galati 5:8 Questa persuasione non è da colui che vi chiama. (I) Galati 5:9 Un poco di lievito lievita tutta la pasta. (I) Galati 5:10 Io mi confido di voi nel Signore, che non avrete altro sentimento; ma colui che vi turba ne porterà la pena, chiunque egli si sia. (I) Galati 5:11 Ora, quant’è a me, fratelli, se io predico ancora la circoncisione, perchè sono ancora perseguito? lo scandalo della croce è pur tolto via. (I) Galati 5:12 Oh! fosser pur eziandio ricisi coloro che vi turbano! (I) Galati 5:13 Poichè voi siete stati chiamati a libertà, fratelli; sol non prendete questa libertà per un’occasione alla carne; ma servite gli uni agli altri per la carità. (I) Galati 5:14 Perciocchè tutta la legge si adempie in questa unica parola: Ama il tuo prossimo, come te stesso. (I) Galati 5:15 Che se voi vi mordete, e divorate gli uni gli altri, guardate che non siate consumati gli uni dagli altri. (I) Galati 5:16 OR io dico: Camminate secondo lo Spirito, e non adempiete la concupiscenza della carne. (I) Galati 5:17 Poichè la carne appetisce contro allo Spirito, e lo Spirito contro alla carne; e queste cose son ripugnanti l’una all’altra; acciocchè non facciate qualunque cosa volete. (I) Galati 5:18 Che se siete condotti per lo Spirito, voi non siete sotto la legge. (I) Galati 5:19 Ora, manifeste son le opere della carne, che sono: adulterio, fornicazione, immondizia, dissoluzione, (I) Galati 5:20 idolatria, avvelenamento, inimicizie, contese, gelosie, ire, risse, dissensioni, (I) Galati 5:21 sette, invidie, omicidii, ebbrezze, ghiottonerie, e cose a queste simiglianti; delle quali cose vi predico, come ancora già ho predetto, che coloro che fanno cotali cose non erederanno il regno di Dio. (I) Galati 5:22 Ma il frutto dello Spirito è: carità, allegrezza, pace, lentezza all’ira, benignità, bontà, fedeltà, mansuetudine, continenza. (I) Galati 5:23 Contro a cotali cose non vi è legge. (I) Galati 5:24 Or coloro che son di Cristo hanno crocifissa la carne con gli affetti, e con le concupiscenze. (I) Galati 5:25 Se noi viviamo per lo Spirito, camminiamo altresì per lo Spirito. (I) Galati 5:26 Non siamo vanagloriosi, provocandoci gli uni gli altri, invidiandoci gli uni gli altri. (I) Galati 6:1 FRATELLI, benchè alcuno sia soprappreso in alcun fallo, voi, gli spirituali, ristorate un tale con ispirito di mansuetudine; prendendo guardia a te stesso, che ancora tu non sii tentato. (I) Galati 6:2 Portate i carichi gli uni degli altri, e così adempiete la legge di Cristo. (I) Galati 6:3 Perciocchè, se alcuno si stima esser qualche cosa, non essendo nulla, inganna sè stesso nell’animo suo. (I) Galati 6:4 Ora provi ciascuno l’opera sua, ed allora avrà il vanto per riguardo di sè stesso solo, e non per riguardo d’altri. (I) Galati 6:5 Perciocchè ciascuno porterà il suo proprio peso. (I) Galati 6:6 Or colui che è ammaestrato nella parola, faccia parte d’ogni suo bene a colui che lo ammaestra. (I) Galati 6:7 Non v’ingannate: Iddio non si può beffare; perciocchè ciò che l’uomo avrà seminato, quello ancora mieterà. (I) Galati 6:8 Imperocchè colui che semina alla sua carne, mieterà della carne corruzione; ma, chi semina allo Spirito, mieterà dello Spirito vita eterna. (I) Galati 6:9 Or non veniam meno dell’animo facendo bene; perciocchè, se non ci stanchiamo, noi mieteremo nella sua propria stagione. (I) Galati 6:10 Mentre adunque abbiam tempo, facciam bene a tutti; ma principalmente a’ domestici della fede. (I) Galati 6:11 Voi vedete quanto gran lettere vi ho scritte di mia propria mano. (I) Galati 6:12 Tutti coloro che voglion piacere nella carne, per bel sembiante, vi costringono d’essere circoncisi; solo acciocchè non sieno perseguiti per la croce di Cristo. (I) Galati 6:13 Poichè eglino stessi, che son circoncisi, non osservano la legge; ma vogliono che siate circoncisi, acciocchè si gloriino della vostra carne. (I) Galati 6:14 Ma, quant’è a me, tolga Iddio ch’io mi glorii in altro che nella croce del Signor nostro Gesù Cristo, per la quale il mondo è crocifisso a me, ed io al mondo. (I) Galati 6:15 Perciocchè in Cristo Gesù nè la circoncisione, nè l’incirconcisione non è di alcun valore; ma la nuova creatura. (I) Galati 6:16 E sopra tutti coloro che cammineranno secondo questa regola sia pace, e misericordia; e sopra l’Israele di Dio. (I) Galati 6:17 Nel rimanente, niuno mi dia molestia, perciocchè io porto nel mio corpo le stimmate del Signor Gesù. (I) Galati 6:18 Fratelli, sia la grazia del Signor nostro Gesù Cristo con lo spirito vostro. Amen. (I) Efesini 1:1 PAOLO, apostolo di Gesù Cristo, per la volontà di Dio, a’ santi che sono in Efeso, e fedeli in Cristo Gesù. (I) Efesini 1:2 Grazia a voi, e pace, da Dio, Padre nostro, e dal Signor Gesù Cristo. (I) Efesini 1:3 BENEDETTO sia Iddio, Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il qual ci ha benedetti d’ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo. (I) Efesini 1:4 In lui ci ha Dio eletti avanti la fondazione del mondo, acciocchè siamo santi, ed irreprensibili nel suo cospetto, in carità; (I) Efesini 1:5 avendoci predestinati ad adottarci per Gesù Cristo, a sè stesso, secondo il beneplacito della sua volontà, (I) Efesini 1:6 alla lode della gloria della sua grazia, per la quale egli ci ha resi graditi a sè, in colui che è l’amato. (I) Efesini 1:7 In cui noi abbiamo la redenzione per lo suo sangue, la remission de’ peccati, secondo le ricchezze della sua grazia. (I) Efesini 1:8 Della quale egli è stato abbondante inverso noi in ogni sapienza, ed intelligenza; (I) Efesini 1:9 avendoci dato a conoscere il misterio della sua volontà secondo il suo beneplacito, il quale egli avea determinato in sè stesso. (I) Efesini 1:10 Che è di raccogliere, nella dispensazione del compimento de’ tempi, sotto un capo, in Cristo, tutte le cose, così quelle che son nei cieli, come quelle che son sopra la terra. (I) Efesini 1:11 In lui siamo stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proponimento di colui che opera tutte le cose secondo il consiglio della sua volontà; (I) Efesini 1:12 acciocchè siamo alla lode della sua gloria, noi che prima abbiamo sperato in Cristo. (I) Efesini 1:13 In lui anche voi, avendo udita la parola della verità, l’evangelo della vostra salute; in lui dico anche voi, avendo creduto, siete stati suggellati con lo Spirito Santo della promessa. (I) Efesini 1:14 Il quale è l’arra della nostra eredità, mentre aspettiamo la redenzione di quelli che Dio si è acquistati, alla lode della gloria d’esso. (I) Efesini 1:15 Perciò, io ancora, udita la fede vostra nel Signor Gesù, e la carità vostra inverso tutti i santi, (I) Efesini 1:16 non resto mai di render grazie per voi, facendo di voi memoria nelle mie orazioni. (I) Efesini 1:17 Acciocchè l’Iddio del Signor nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia lo Spirito di sapienza, e di rivelazione, per la conoscenza d’esso. (I) Efesini 1:18 Ed illumini gli occhi della mente vostra, acciocchè sappiate quale è la speranza della sua vocazione, e quali son le ricchezze della gloria della sua eredità, nè luoghi santi. (I) Efesini 1:19 E quale è, inverso noi che crediamo, l’eccellente grandezza della sua potenza; secondo la virtù della forza della sua possanza. (I) Efesini 1:20 La quale egli ha adoperata in Cristo, avendolo suscitato da’ morti, e fattolo sedere alla sua destra ne’ luoghi celesti; (I) Efesini 1:21 di sopra ad ogni principato, e podestà, e potenza, e signoria, ed ogni nome che si nomina non solo in questo secolo, ma ancora nel secolo avvenire; (I) Efesini 1:22 avendogli posta ogni cosa sotto a’ piedi, ed avendolo dato per capo sopra ogni cosa, alla Chiesa; (I) Efesini 1:23 la quale è il corpo d’esso, il compimento di colui che compie tutte le cose in tutti. (I) Efesini 2:1 E V’HA risuscitati ancor voi, che eravate morti ne’ falli, e ne’ peccati. (I) Efesini 2:2 Ne’ quali già camminaste, seguendo il secolo di questo mondo, secondo il principe della podestà dell’aria, dello spirito che opera al presente ne’ figliuoli della disubbidienza. (I) Efesini 2:3 Fra i quali ancora noi tutti vivemmo già nelle concupiscenze della nostra carne, adempiendo le voglie della carne, e de’ pensieri; ed eravam di natura figliuoli d’ira, come ancora gli altri. (I) Efesini 2:4 Ma Iddio, che è ricco in misericordia, per la sua molta carità, della quale ci ha amati; (I) Efesini 2:5 eziandio mentre eravamo morti ne’ falli, ci ha vivificati in Cristo voi siete salvati per grazia; (I) Efesini 2:6 e ci ha risuscitati con lui, e con lui ci ha fatti sedere ne’ luoghi celesti, in Cristo Gesù. (I) Efesini 2:7 Acciocchè mostrasse ne’ secoli avvenire l’eccellenti ricchezze della sua grazia, in benignità inverso noi, in Cristo Gesù. (I) Efesini 2:8 Perciocchè voi siete salvati per la grazia, mediante la fede, e ciò non è da voi, è il dono di Dio. (I) Efesini 2:9 Non per opere, acciocchè niuno si glorii. (I) Efesini 2:10 Poichè noi siamo la fattura d’esso, essendo creati in Cristo Gesù a buone opere, le quali Iddio ha preparate, acciocchè camminiamo in esse. (I) Efesini 2:11 PERCIÒ, ricordatevi che già voi Gentili nella carne, che siete chiamati Incirconcisione da quella che è chiamata Circoncisione nella carne, fatta con la mano; (I) Efesini 2:12 in quel tempo eravate senza Cristo, alieni dalla repubblica d’Israele, e stranieri de’ patti della promessa, non avendo speranza, ed essendo senza Dio nel mondo. (I) Efesini 2:13 Ma ora, in Cristo Gesù, voi, che già eravate lontani, siete stati approssimati per il sangue di Cristo. (I) Efesini 2:14 Perciocchè egli è la nostra pace, il quale ha fatto de’ due popoli uno; e avendo disfatta la parete di mezzo che facea la separazione, (I) Efesini 2:15 ha nella sua carne annullata l’inimicizia, la legge de’ comandamenti, posta in ordinamenti; acciocchè creasse in sè stesso i due in un uomo nuovo, facendo la pace; (I) Efesini 2:16 e li riconciliasse amendue in un corpo a Dio, per la croce, avendo uccisa l’inimicizia in sè stesso. (I) Efesini 2:17 Ed essendo venuto, ha evangelizzato pace a voi che eravate lontani, e a quelli che eran vicini. (I) Efesini 2:18 Perciocchè per esso abbiamo gli uni e gli altri introduzione al Padre, in uno Spirito. (I) Efesini 2:19 Voi dunque non siete più forestieri, nè avveniticci; ma concittadini de’ santi, e membri della famiglia di Dio. (I) Efesini 2:20 Essendo edificati sopra il fondamento degli apostoli e de’ profeti, essendo Gesù Cristo stesso la pietra del capo del cantone; (I) Efesini 2:21 in cui tutto l’edificio ben composto cresce in tempio santo nel Signore. (I) Efesini 2:22 Nel quale ancor voi siete insieme edificati, per essere un abitacolo di Dio, in Ispirito. (I) Efesini 3:1 PER questa cagione io Paolo, il prigione di Cristo Gesù per voi Gentili; (I) Efesini 3:2 Se pure avete udita la dispensazion della grazia di Dio, che mi è stata data inverso voi. (I) Efesini 3:3 Come per rivelazione egli mi ha fatto conoscere il misterio; siccome avanti in breve scrissi. (I) Efesini 3:4 A che potete, leggendo, conoscere qual sia la mia intelligenza nel misterio di Cristo. (I) Efesini 3:5 Il quale non fu dato a conoscere nell’altre età a’ figliuoli degli uomini, come ora è stato rivelato a’ santi apostoli, e profeti d’esso, in Ispirito; (I) Efesini 3:6 acciocchè i Gentili sieno coeredi, e d’un medesimo corpo, e partecipi della promessa d’esso in Cristo, per l’evangelo. (I) Efesini 3:7 Del quale io sono stato fatto ministro, secondo il dono della grazia di Dio, che mi è stata data, secondo la virtù della sua potenza. (I) Efesini 3:8 A me, dico, il minimo di tutti i santi, è stata data questa grazia d’evangelizzar fra i Gentili le non investigabili ricchezze di Cristo; (I) Efesini 3:9 e di manifestare a tutti, quale è la dispensazion del misterio, il quale da’ secoli è stato occulto in Dio, che ha create tutte le cose per Gesù Cristo; (I) Efesini 3:10 acciocchè nel tempo presente sia data a conoscere ai principati, e alle podestà, ne’ luoghi celesti, per la chiesa, la molto varia sapienza di Dio, (I) Efesini 3:11 secondo il proponimento eterno, il quale egli ha fatto in Cristo Gesù, nostro Signore. (I) Efesini 3:12 In cui noi abbiamo la libertà, e l’introduzione in confidanza, per la fede d’esso. (I) Efesini 3:13 Per la qual cosa io richieggo che non veniate meno dell’animo per le mie tribolazioni, che soffro per voi; il che è la vostra gloria. (I) Efesini 3:14 Per questa cagione, dico, io piego le mie ginocchia al Padre del Signor nostro Gesù Cristo; (I) Efesini 3:15 dal quale è nominata tutta la famiglia, ne’ cieli, e sopra la terra; (I) Efesini 3:16 ch’egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, d’esser fortificati in virtù, per lo suo Spirito, nell’uomo interno; (I) Efesini 3:17 e che Cristo abiti ne’ vostri cuori per la fede. (I) Efesini 3:18 Acciocchè, essendo radicati, e fondati in carità, possiate comprendere, con tutti i santi, qual sia la larghezza, e la lunghezza, e la profondità, e l’altezza, (I) Efesini 3:19 e conoscer la carità di Cristo, che sopravanza ogni conoscenza; acciocchè siate ripieni fino a tutta la pienezza di Dio. (I) Efesini 3:20 Or a colui che può, secondo la potenza che opera in noi, fare infinitamente sopra ciò che noi chieggiamo, o pensiamo; (I) Efesini 3:21 a lui sia la gloria nella Chiesa, in Cristo Gesù, per tutte le generazioni del secolo de’ secoli. Amen. (I) Efesini 4:1 IO adunque, il prigione, vi esorto nel Signore, che camminiate condegnamente alla vocazione, della quale siete stati chiamati; (I) Efesini 4:2 con ogni umiltà, e mansuetudine; con pazienza, comportandovi gli uni gli altri in carità; (I) Efesini 4:3 studiandovi di serbar l’unità dello Spirito per il legame della pace. (I) Efesini 4:4 V’è un corpo unico, e un unico Spirito; come ancora voi siete stati chiamati in un’unica speranza della vostra vocazione. (I) Efesini 4:5 V’è un unico Signore, una fede, un battesimo; (I) Efesini 4:6 un Dio unico, e Padre di tutti, il quale è sopra tutte le cose, e fra tutte le cose, e in tutti voi. (I) Efesini 4:7 Ma a ciascun di noi è stata data la grazia, secondo la misura del dono di Cristo. (I) Efesini 4:8 Per la qual cosa dice: Essendo salito in alto, egli ha menata in cattività moltitudine di prigioni, e ha dati de’ doni agli uomini. (I) Efesini 4:9 Or quello: È salito, che cosa è altro, se non che prima ancora era disceso nelle parti più basse della terra? (I) Efesini 4:10 Colui che è disceso è quello stesso, il quale ancora è salito di sopra a tutti i cieli, acciocchè empia tutte le cose. (I) Efesini 4:11 Ed egli stesso ha dati gli uni apostoli, e gli altri profeti, e gli altri evangelisti, e gli altri pastori, e dottori; (I) Efesini 4:12 per lo perfetto adunamento de’ santi, per l’opera del ministerio, per l’edificazione del corpo di Cristo; (I) Efesini 4:13 finchè ci scontriamo tutti nell’unità della fede, e della conoscenza del Figliuol di Dio, in uomo compiuto, alla misura della statura perfetta del corpo di Cristo. (I) Efesini 4:14 Acciocchè non siam più bambini, fiottando e trasportati da ogni vento di dottrina, per la baratteria degli uomini, per la loro astuzia all’artificio, ed insidie dell’inganno. (I) Efesini 4:15 Ma che, seguitando verità in carità, cresciamo in ogni cosa in colui che è il capo, cioè in Cristo. (I) Efesini 4:16 Dal quale tutto il corpo ben composto, e commesso insieme per tutte le giunture di cui è fornito, secondo la virtù che è nella misura di ciascun membro, prende il suo accrescimento alla propria edificazione in carità. (I) Efesini 4:17 QUESTO dico adunque, e protesto nel Signore, che voi non camminiate più come camminano ancora gli altri Gentili, nella vanità della lor mente; (I) Efesini 4:18 intenebrati nell’intelletto, alieni dalla vita di Dio, per l’ignoranza che è in loro, per l’induramento del cuor loro. (I) Efesini 4:19 I quali, essendo divenuti insensibili ad ogni dolore, si sono abbandonati alla dissoluzione, da operare ogni immondizia, con insaziabile cupidità. (I) Efesini 4:20 Ma voi non avete così imparato Cristo; (I) Efesini 4:21 se pur l’avete udito, e siete stati in lui ammaestrati, secondo che la verità è in Gesù: (I) Efesini 4:22 di spogliare, quant’è alla primiera condotta, l’uomo vecchio, il qual si corrompe nelle concupiscenze della seduzione; (I) Efesini 4:23 e d’essere rinnovati per lo Spirito della vostra mente; (I) Efesini 4:24 e d’esser vestiti dell’uomo nuovo, creato, secondo Iddio, in giustizia, e santità di verità. (I) Efesini 4:25 Perciò, deposta la menzogna, parlate in verità ciascuno col suo prossimo; poichè noi siam membra gli uni degli altri. (I) Efesini 4:26 Adiratevi, e non peccate; il sole non tramonti sopra il vostro cruccio. (I) Efesini 4:27 E non date luogo al diavolo. (I) Efesini 4:28 Chi rubava non rubi più; anzi più tosto fatichi, facendo qualche buona opera con le proprie mani, acciocchè abbia di che far parte a colui che ha bisogno. (I) Efesini 4:29 Niuna parola malvagia esca dalla vostra bocca; ma, se ve n’è alcuna buona ad edificazione, secondo il bisogno; acciocchè conferisca grazia agli ascoltanti. (I) Efesini 4:30 E non contristate lo Spirito Santo di Dio, col quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione. (I) Efesini 4:31 Sia tolta via da voi ogni amaritudine, ed ira, e cruccio, e grido, e maldicenza, con ogni malizia. (I) Efesini 4:32 Ma siate gli uni inverso gli altri benigni, misericordiosi, perdonandovi gli uni gli altri, siccome ancora Iddio vi ha perdonati in Cristo. (I) Efesini 5:1 Siate adunque imitatori di Dio, come figliuoli diletti. (I) Efesini 5:2 E camminate in carità, siccome ancora Cristo ci ha amati, e ha dato sè stesso per noi, in offerta e sacrificio a Dio, in odor soave. (I) Efesini 5:3 E come si conviene a santi, fornicazione, e niuna immondizia, ed avarizia, non sia pur nominata fra voi; (I) Efesini 5:4 nè disonestà, nè stolto parlare, o buffoneria, le quali cose non si convengono; ma più tosto, ringraziamento. (I) Efesini 5:5 Poichè voi sapete questo: che niun fornicatore, nè immondo, nè avaro, il quale è idolatra, ha eredità nel regno di Cristo, e di Dio. (I) Efesini 5:6 Niuno vi seduca con vani ragionamenti; perciocchè per queste cose vien l’ira di Dio, sopra i figliuoli della disubbidienza. (I) Efesini 5:7 Non siate adunque loro compagni. (I) Efesini 5:8 Perciocchè già eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore; camminate come figliuoli di luce (I) Efesini 5:9 poichè il frutto dello Spirito è in ogni bontà, e giustizia, e verità, (I) Efesini 5:10 provando ciò che è accettevole al Signore. (I) Efesini 5:11 E non partecipate le opere infruttuose delle tenebre, anzi più tosto ancora riprendetele. (I) Efesini 5:12 Perciocchè egli è disonesto pur di dire le cose che si fanno da coloro in occulto. (I) Efesini 5:13 Ma tutte le cose, che sono condannate sono manifestate dalla luce; perciocchè tutto ciò che è manifestato è luce. (I) Efesini 5:14 Perciò dice: Risvegliati, tu che dormi, e risorgi da’ morti, e Cristo ti risplenderà. (I) Efesini 5:15 Riguardate adunque come voi camminate con diligente circospezione; non come stolti, ma come savi; (I) Efesini 5:16 ricomperando il tempo, perciocchè i giorni sono malvagi. (I) Efesini 5:17 Perciocchè, non siate disavveduti, ma intendenti qual sia la volontà del Signore. (I) Efesini 5:18 E non v’inebbriate di vino, nel quale vi è dissoluzione; ma siate ripieni dello Spirito; (I) Efesini 5:19 parlando a voi stessi con salmi, ed inni, e canzoni spirituali, cantando, e salmeggiando col cuor vostro al Signore. (I) Efesini 5:20 Rendendo del continuo grazie d’ogni cosa a Dio e Padre, nel nome del Signor nostro Gesù Cristo. (I) Efesini 5:21 Sottoponendovi gli uni agli altri nel timor di Cristo. (I) Efesini 5:22 MOGLI, siate soggette a’ vostri mariti, come al Signore. (I) Efesini 5:23 Poichè il marito è capo della donna, siccome ancora Cristo è capo della Chiesa, ed egli stesso è Salvatore del corpo. (I) Efesini 5:24 Ma altresì, come la Chiesa è soggetta a Cristo, così le mogli debbono esser soggette a’ lor mariti in ogni cosa. (I) Efesini 5:25 Mariti, amate le vostre mogli, siccome ancora Cristo ha amata la Chiesa, e ha dato sè stesso per lei; (I) Efesini 5:26 acciocchè, avendola purgata col lavacro dell’acqua, la santificasse per la parola; (I) Efesini 5:27 per farla comparire davanti a sè, gloriosa, non avendo macchia, nè crespa, nè cosa alcuna tale; ma santa ed irreprensibile. (I) Efesini 5:28 Così debbono i mariti amare le loro mogli, come i lor propri corpi: chi ama la sua moglie ama sè stesso. (I) Efesini 5:29 Perciocchè niuno giammai ebbe in odio la sua carne, anzi la nudrisce, e la cura teneramente, siccome ancora il Signore la Chiesa. (I) Efesini 5:30 Poichè noi siamo membra del suo corpo, della sua carne, e delle sue ossa. (I) Efesini 5:31 Perciò, l’uomo lascerà suo padre, e sua madre, e si congiungerà con la sua moglie, e i due diverranno una stessa carne. (I) Efesini 5:32 Questo mistero è grande; or io dico, a riguardo di Cristo, e della Chiesa. (I) Efesini 5:33 Ma ciascun di voi così ami la sua moglie, come sè stesso; ed altresì la moglie riverisca il marito. (I) Efesini 6:1 Figliuoli, ubbidite nel Signore a’ vostri padri e madri, perciocchè ciò è giusto. (I) Efesini 6:2 Onora tuo padre, e tua madre che è il primo comandamento con promessa, (I) Efesini 6:3 acciocchè ti sia bene, e tu sii di lunga vita sopra la terra. (I) Efesini 6:4 E voi, padri, non provocate ad ira i vostri figliuoli; ma allevateli in disciplina, ed ammonizion del Signore. (I) Efesini 6:5 Servi, ubbidite a’ vostri signori secondo la carne, con timore, e tremore, nella semplicità del cuor vostro, come a Cristo. (I) Efesini 6:6 Non servendo all’occhio, come per piacere agli uomini; ma, come servi di Cristo, facendo il voler di Dio d’animo; (I) Efesini 6:7 servendo con benivoglienza, come a Cristo, e non come agli uomini; (I) Efesini 6:8 sapendo che del bene che ciascuno, o servo o franco ch’egli sia, avrà fatto, egli ne riceverà la retribuzion dal Signore. (I) Efesini 6:9 E voi, signori, fate par pari inverso loro, rallentando le minacce; sapendo che il Signore, e vostro, e loro, è ne’ cieli; e che dinanzi a lui non v’è riguardo alla qualità delle persone. (I) Efesini 6:10 NEL rimanente, fratelli miei, fortificatevi nel Signore, e nella forza della sua possanza. (I) Efesini 6:11 Vestite tutta l’armatura di Dio, per poter dimorar ritti, e fermi contro alle insidie del diavolo. (I) Efesini 6:12 Poichè noi non abbiamo il combattimento contro a sangue e carne; ma contro a’ principati, contro alle podestà, contro a’ rettori del mondo, e delle tenebre di questo secolo, contro agli spiriti maligni, ne’ luoghi celesti. (I) Efesini 6:13 Perciò, prendete tutta l’armatura di Dio, acciocchè possiate contrastare nel giorno malvagio; e dopo aver compiuta ogni cosa, restar ritti in piè. (I) Efesini 6:14 Presentatevi adunque al combattimento, cinti di verità intorno a’ lombi, e vestiti dell’usbergo della giustizia; (I) Efesini 6:15 ed avendo i piedi calzati della preparazione dell’evangelo della pace. (I) Efesini 6:16 Sopra tutto, prendendo lo scudo della fede, col quale possiate spegnere tutti i dardi infocati del maligno. (I) Efesini 6:17 Pigliate ancora l’elmo della salute; e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. (I) Efesini 6:18 Orando in ogni tempo, con ogni maniera di preghiera, e supplicazione, in Ispirito; ed a questo stesso vegliando, con ogni perseveranza, ed orazione per tutti i santi. (I) Efesini 6:19 E per me ancora, acciocchè mi sia data parola con apertura di bocca, per far conoscere con libertà il misterio dell’evangelo. (I) Efesini 6:20 Per lo quale io sono ambasciatore in catena; acciocchè io l’annunzii francamente, come mi convien parlare. (I) Efesini 6:21 OR acciocchè ancora voi sappiate lo stato mio, e ciò che io fo, Tichico, il caro fratello, e fedel ministro nel Signore, vi farà assapere il tutto. (I) Efesini 6:22 Il quale io ho mandato a voi a questo stesso fine, acciocchè voi sappiate lo stato nostro, e ch’egli consoli i cuori vostri. (I) Efesini 6:23 Pace a’ fratelli, e carità con fede, da Dio Padre, e dal Signor Gesù Cristo. (I) Efesini 6:24 La grazia sia con tutti quelli che amano il Signor nostro Gesù Cristo, in purità incorruttibile. Amen. (I) Filippesi 1:1 PAOLO, e Timoteo, servitori di Gesù Cristo, a tutti i santi in Cristo Gesù, che sono in Filippi, co’ vescovi e diaconi. (I) Filippesi 1:2 Grazia a voi e pace, da Dio nostro Padre, e dal Signor Gesù Cristo. (I) Filippesi 1:3 IO rendo grazie all’Iddio mio, di tutta la memoria che io ho di voi (I) Filippesi 1:4 facendo sempre, con allegrezza, preghiera per tutti voi, in ogni mia orazione; (I) Filippesi 1:5 per la vostra comunione nell’evangelo, dal primo dì infino ad ora. (I) Filippesi 1:6 Avendo di questo stesso fidanza: che colui che ha cominciata in voi l’opera buona, la compierà fino al giorno di Cristo Gesù. (I) Filippesi 1:7 Siccome è ragionevole che io senta questo di tutti voi; perciocchè io vi ho nel cuore, voi tutti che siete miei consorti nella grazia, così ne’ miei legami, come nella difesa, e confermazione dell’evangelo. (I) Filippesi 1:8 Perciocchè Iddio m’è testimonio, come io vi amo tutti affettuosamente con la tenerezza di Gesù Cristo. (I) Filippesi 1:9 E di questo prego che la vostra carità abbondi sempre di più in più in conoscenza, ed in ogni intendimento. (I) Filippesi 1:10 Affinchè discerniate le cose migliori; acciocchè siate sinceri, e senza intoppo, per lo giorno di Cristo; (I) Filippesi 1:11 ripieni di frutti di giustizia, che son per Gesù Cristo; alla gloria, e lode di Dio. (I) Filippesi 1:12 ORA, fratelli, io voglio che sappiate che i fatti miei son riusciti a maggiore avanzamento dell’evangelo; (I) Filippesi 1:13 talchè i miei legami son divenuti palesi in Cristo, in tutto il pretorio, e a tutti gli altri. (I) Filippesi 1:14 E molti de’ fratelli nel Signore, rassicurati per i miei legami, hanno preso vie maggiore ardire di proporre la parola di Dio senza paura. (I) Filippesi 1:15 Vero è, che ve ne sono alcuni che predicano anche Cristo per invidia e per contenzione, ma pure ancora altri che lo predicano per buona affezione. (I) Filippesi 1:16 Quelli certo annunziano Cristo per contenzione, non puramente; pensando aggiungere afflizione a’ miei legami. (I) Filippesi 1:17 Ma questi lo fanno per carità, sapendo che io son posto per la difesa dell’evangelo. (I) Filippesi 1:18 Ma che? pure è ad ogni modo, o per pretesto o in verità, Cristo annunziato; e di questo mi rallegro, anzi ancora me ne rallegrerò per l’avvenire. (I) Filippesi 1:19 Poichè io so che ciò mi riuscirà a salute, per la vostra orazione, e per la somministrazione dello Spirito di Gesù Cristo; (I) Filippesi 1:20 secondo l’intento e la speranza mia, che io non sarò svergognato in cosa alcuna; ma che, con ogni franchezza, come sempre, così ancora al presente, Cristo sarà magnificato nel mio corpo, o per vita, o per morte. (I) Filippesi 1:21 Perciocchè a me il vivere è Cristo, e il morire guadagno. (I) Filippesi 1:22 Or io non so se il vivere in carne mi è vantaggio, nè ciò che io debbo eleggere. (I) Filippesi 1:23 Perciocchè io son distretto da’ due lati; avendo il desiderio di partire di quest’albergo, e di esser con Cristo, il che mi sarebbe di gran lunga migliore; (I) Filippesi 1:24 ma il rimanere nella carne è più necessario per voi. (I) Filippesi 1:25 E questo so io sicuramente: che io rimarrò, e dimorerò appresso di voi tutti, all’avanzamento vostro, e all’allegrezza della vostra fede. (I) Filippesi 1:26 Acciocchè il vostro vanto abbondi in Cristo Gesù, per me, per la mia presenza di nuovo fra voi. (I) Filippesi 1:27 SOL conversate condegnamente all’evangelo di Cristo; acciocchè, o ch’io venga, e vi vegga, o ch’io sia assente, io oda de’ fatti vostri, che voi state fermi in uno Spirito, combattendo insieme d’un medesimo animo per la fede dell’evangelo; (I) Filippesi 1:28 e non essendo in cosa alcuna spaventati dagli avversari; il che a loro è una dimostrazione di perdizione, ma a voi di salute; e ciò da Dio. (I) Filippesi 1:29 Poichè a voi è stato di grazia dato per Cristo, non sol di credere in lui, ma ancora di patir per lui; (I) Filippesi 1:30 avendo lo stesso combattimento, il quale avete veduto in me, ed ora udite essere in me. (I) Filippesi 2:1 Se dunque vi è alcuna consolazione in Cristo, se alcun conforto di carità, se alcuna comunione di Spirito, se alcune viscere e misericordie, (I) Filippesi 2:2 rendete compiuta la mia allegrezza, avendo un medesimo sentimento, ed una medesima carità; essendo d’un animo, sentendo una stessa cosa; (I) Filippesi 2:3 non facendo nulla per contenzione, o vanagloria; ma per umiltà, ciascun di voi pregiando altrui più che sè stesso. (I) Filippesi 2:4 Non riguardate ciascuno al suo proprio, ma ciascuno riguardi eziandio all’altrui. (I) Filippesi 2:5 Perciocchè conviene che in voi sia il medesimo sentimento, il quale ancora è stato in Cristo Gesù. (I) Filippesi 2:6 Il quale, essendo in forma di Dio, non reputò rapina l’essere uguale a Dio. (I) Filippesi 2:7 E pure annichilò sè stesso, presa forma di servo, fatto alla somiglianza degli uomini; (I) Filippesi 2:8 e trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò sè stesso, essendosi fatto ubbidiente infino alla morte, e la morte della croce. (I) Filippesi 2:9 Per la qual cosa ancora Iddio lo ha sovranamente innalzato, e gli ha donato un nome, che è sopra ogni nome; (I) Filippesi 2:10 acciocchè nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature celesti, e terrestri, e sotterranee; (I) Filippesi 2:11 e che ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre. (I) Filippesi 2:12 Perciò, cari miei, come sempre mi avete ubbidito, non sol come nella mia presenza, ma ancora molto più al presente nella mia assenza, compiete la vostra salute con timore, e tremore. (I) Filippesi 2:13 Poichè Iddio è quel che opera in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito. (I) Filippesi 2:14 Fate ogni cosa senza mormorii, e quistioni; (I) Filippesi 2:15 acciocchè siate irreprensibili, e sinceri, figliuoli di Dio senza biasimo, in mezzo della perversa e storta generazione, fra la quale risplendete come luminari nel mondo, portando innanzi a quella la parola della vita; (I) Filippesi 2:16 acciocchè io abbia di che gloriarmi nel giorno di Cristo, ch’io non son corso in vano, nè in vano ho faticato. (I) Filippesi 2:17 E se pure anche sono, a guisa d’offerta da spandere, sparso sopra l’ostia e il sacrificio della fede vostra, io ne gioisco, e ne congioisco con tutti voi. (I) Filippesi 2:18 Gioitene parimente voi, e congioitene meco. (I) Filippesi 2:19 OR io spero nel Signore Gesù di mandarvi tosto Timoteo, acciocchè io ancora, avendo saputo lo stato vostro, sia inanimato. (I) Filippesi 2:20 Perciocchè io non ho alcuno d’animo pari a lui, il quale sinceramente abbia cura de’ fatti vostri. (I) Filippesi 2:21 Poichè tutti cercano il lor proprio, non ciò che è di Cristo Gesù. (I) Filippesi 2:22 Ma voi conoscete la prova d’esso; come egli ha servito meco nell’evangelo, nella maniera che un figliuolo serve al padre. (I) Filippesi 2:23 Io spero adunque mandarlo, subito che avrò veduto come andranno i fatti miei. (I) Filippesi 2:24 Or io ho fidanza nel Signore ch’io ancora tosto verrò. (I) Filippesi 2:25 Ma ho stimato necessario di mandarvi Epafrodito, mio fratello, e compagno d’opera, e di milizia, e vostro apostolo, e ministro de’ miei bisogni. (I) Filippesi 2:26 Perciocchè egli desiderava molto vedervi tutti; ed era angosciato per ciò che avevate udito ch’egli era stato infermo. (I) Filippesi 2:27 Perciocchè certo egli è stato infermo, ben vicin della morte; ma Iddio ha avuta pietà di lui; e non solo di lui, ma di me ancora, acciocchè io non avessi tristizia sopra tristizia. (I) Filippesi 2:28 Perciò vie più diligentemente l’ho mandato, acciocchè, veggendolo, voi vi rallegriate di nuovo, e ch’io stesso sia men contristato. (I) Filippesi 2:29 Accoglietelo adunque nel Signore con ogni allegrezza, ed abbiate tali in istima. (I) Filippesi 2:30 Perciocchè egli è stato ben presso della morte per l’opera di Cristo, avendo esposta a rischio la propria vita, per supplire alla mancanza del vostro servigio inverso me. (I) Filippesi 3:1 QUANT’è al rimanente, fratelli miei, rallegratevi nel Signore. A me certo non è grave scrivervi le medesime cose, e per voi è sicuro. (I) Filippesi 3:2 Guardatevi da’ cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi dal ricidimento. (I) Filippesi 3:3 Poichè la circoncisione siam noi, noi che serviamo in Ispirito a Dio, e ci gloriamo in Cristo Gesù, e non ci confidiamo nella carne. (I) Filippesi 3:4 Benchè eziandio nella carne io avrei di che confidarmi; se alcun altro si pensa aver di che confidarsi nella carne, io l’ho molto più. (I) Filippesi 3:5 Io, che sono stato circonciso l’ottavo giorno, che sono della nazione d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo di Ebrei; quant’è alla legge, Fariseo; (I) Filippesi 3:6 quant’è alla zelo, essendo stato persecutor della chiesa; quant’è alla giustizia, che è nella legge, essendo stato irreprensibile. (I) Filippesi 3:7 Ma le cose che mi eran guadagni, quelle ho reputate danno, per Cristo. (I) Filippesi 3:8 Anzi pure ancora reputo tutte queste cose esser danno, per l’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale io ho fatta perdita di tutte queste cose, e le reputo tanti sterchi, acciocchè io guadagni Cristo. (I) Filippesi 3:9 E sia trovato in lui, non già avendo la mia giustizia, che è dalla legge; ma quella che è per la fede di Cristo: la giustizia che è da Dio, mediante la fede; (I) Filippesi 3:10 per conoscere esso Cristo, e la virtù della sua risurrezione, e la comunione delle sue sofferenze, essendo reso conforme alla sua morte; (I) Filippesi 3:11 per provare se una volta perverrò alla risurrezione de’ morti. (I) Filippesi 3:12 Non già ch’io abbia ottenuto il premio, o che già sia pervenuto alla perfezione; anzi proseguo, per procacciar di ottenere il premio; per la qual cagione ancora sono stato preso da Gesù Cristo. (I) Filippesi 3:13 Fratelli, io non reputo d’avere ancora ottenuto il premio; (I) Filippesi 3:14 ma una cosa fo: dimenticando le cose che sono dietro, e distendendomi alle cose che son davanti, proseguo il corso verso il segno, al palio della superna vocazione di Dio, in Cristo Gesù. (I) Filippesi 3:15 Perciò, quanti siamo compiuti, abbiam questo sentimento; e se voi sentite altrimenti in alcuna cosa, Iddio vi rivelerà quello ancora. (I) Filippesi 3:16 Ma pur camminiamo d’una stessa regola, e sentiamo una stessa cosa, in ciò a che siam pervenuti. (I) Filippesi 3:17 Siate miei imitatori, fratelli; e considerate coloro che camminano così, come avete noi per esempio. (I) Filippesi 3:18 Percioccchè molti camminano, de’ quali molte volte vi ho detto, ed ancora al presente lo dico piangendo, che sono i nemici della croce di Cristo, (I) Filippesi 3:19 il cui fine è perdizione, il cui Dio è il ventre, e la cui gloria è in ciò che torna alla confusione loro; i quali hanno il pensiero, e l’affetto alle cose terrestri. (I) Filippesi 3:20 Poichè noi viviamo ne’ cieli, come nella nostra città: onde ancora aspettiamo il Salvatore, il Signor Gesù Cristo. (I) Filippesi 3:21 Il quale trasformerà il nostro corpo vile, acciocchè sia reso conforme al suo corpo glorioso, secondo la virtù per la quale può eziandio sottoporsi ogni cosa. (I) Filippesi 4:1 Perciò fratelli miei cari e desideratissimi, allegrezza e corona mia, state in questa maniera fermi nel Signore, diletti. (I) Filippesi 4:2 Io esorto Evodia, esorto parimente Sintiche, d’avere un medesimo sentimento nel Signore. (I) Filippesi 4:3 Io prego te ancora, leal consorte, sovvieni a queste donne, le quali hanno combattuto meco nell’evangelo, insieme con Clemente, e gli altri miei compagni d’opera, i cui nomi sono nel libro della vita. (I) Filippesi 4:4 Rallegratevi del continuo nel Signore; da capo dico, rallegratevi. (I) Filippesi 4:5 La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini, il Signore è vicino. (I) Filippesi 4:6 Non siate con ansietà solleciti di cosa alcuna; ma sieno in ogni cosa le vostre richieste notificate a Dio, per l’orazione e per la preghiera, con ringraziamento. (I) Filippesi 4:7 E la pace di Dio, la qual sopravanza ogni intelletto, guarderà i vostri cuori, e le vostre menti, in Cristo Gesù. (I) Filippesi 4:8 Quant’è al rimanente, fratelli, tutte le cose che son veraci, tutte le cose che sono oneste, tutte le cose che son giuste, tutte le cose che sono pure, tutte le cose che sono amabili, tutte le cose che son di buona fama, se vi è alcuna virtù, e se vi è alcuna lode, a queste cose pensate. (I) Filippesi 4:9 Le quali ancora avete imparate, e ricevute, e udite da me, e vedute in me; fate queste cose, e l’Iddio della pace sarà con voi. (I) Filippesi 4:10 OR io mi son grandemente rallegrato nel Signore, che omai voi siete rinverditi ad aver cura di me; di cui ancora avevate cura, ma vi mancava l’opportunità. (I) Filippesi 4:11 Io nol dico, perchè io abbia mancamento; perciocchè io ho imparato ad esser contento nello stato nel qual mi trovo. (I) Filippesi 4:12 Io so essere abbassato, so altresì abbondare; in tutto, e per tutto sono ammaestrato ad esser saziato, e ad aver fame; ad abbondare, ed a sofferir mancamento. (I) Filippesi 4:13 Io posso ogni cosa in Cristo, che mi fortifica. (I) Filippesi 4:14 Tuttavolta, voi avete fatto bene d’aver dal canto vostro preso parte alla mia afflizione. (I) Filippesi 4:15 Or voi ancora, o Filippesi, sapete che nel principio dell’evangelo, quando io partii di Macedonia, niuna chiesa mi comunicò nulla, per conto del dare e dell’avere, se non voi soli. (I) Filippesi 4:16 Poichè ancora in Tessalonica mi avete mandato, una e due volte, quel che mi era bisogno. (I) Filippesi 4:17 Non già ch’io ricerchi i doni, anzi ricerco il frutto che abbondi a vostra ragione. (I) Filippesi 4:18 Or io ho ricevuto il tutto, ed abbondo; io son ripieno, avendo ricevuto da Epafrodito ciò che mi è stato mandato da voi, che è un odor soave, un sacrificio accettevole, piacevole a Dio. (I) Filippesi 4:19 Or l’Iddio mio supplirà ogni vostro bisogno, secondo le ricchezze sue in gloria, in Cristo Gesù. (I) Filippesi 4:20 Or all’Iddio, e Padre nostro, sia la gloria ne’ secoli de’ secoli. Amen. (I) Filippesi 4:21 Salutate tutti i santi in Cristo Gesù. (I) Filippesi 4:22 I fratelli che son meco vi salutano; tutti i santi vi salutano, e massimamente quei della casa di Cesare. (I) Filippesi 4:23 La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen. (I) Colossesi 1:1 PAOLO, apostolo di Gesù Cristo, per la volontà di Dio, e il fratello Timoteo; (I) Colossesi 1:2 a’ santi, e fedeli fratelli in Cristo, che sono in Colosse. Grazia a voi, e pace, da Dio nostro Padre, e dal Signor Gesù Cristo. (I) Colossesi 1:3 NOI rendiam grazie a Dio, e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, facendo del continuo orazione per voi; (I) Colossesi 1:4 avendo udita la fede vostra in Cristo Gesù, e la vostra carità inverso tutti i santi; (I) Colossesi 1:5 per la speranza che vi è riposta ne’ cieli, la quale innanzi avete udita nella parola della verità dell’evangelo. (I) Colossesi 1:6 Il quale è pervenuto a voi, come ancora per tutto il mondo; e fruttifica, e cresce, siccome ancora fra voi, dal dì che voi udiste, e conosceste la grazia di Dio in verità. (I) Colossesi 1:7 Come ancora avete imparato da Epafra, nostro caro conservo, il quale è fedel ministro di Cristo per voi. (I) Colossesi 1:8 Il quale ancora ci ha dichiarata la vostra carità in Ispirito. (I) Colossesi 1:9 Perciò ancora noi, dal dì che abbiamo ciò udito, non restiamo di fare orazione per voi e di richiedere che siate ripieni della conoscenza della volontà d’esso in ogni sapienza, ed intelligenza spirituale. (I) Colossesi 1:10 Acciocchè camminiate condegnamente al Signore, per compiacergli in ogni cosa, fruttificando in ogni opera buona, e crescendo nella conoscenza di Dio; (I) Colossesi 1:11 essendo fortificati in ogni forza, secondo la possanza della sua gloria, ad ogni sofferenza e pazienza, con allegrezza; (I) Colossesi 1:12 rendendo grazie a Dio, e Padre, che ci ha fatti degni di partecipar la sorte de’ santi nella luce. (I) Colossesi 1:13 Il quale ci ha riscossi dalla podestà delle tenebre, e ci ha trasportati nel regno del Figliuolo dell’amor suo. (I) Colossesi 1:14 In cui abbiamo la redenzione per lo suo sangue, la remission de’ peccati. (I) Colossesi 1:15 EGLI è l’immagine dell’Iddio invisibile, il primogenito d’ogni creatura. (I) Colossesi 1:16 Poichè in lui sono state create tutte le cose, quelle che son ne’ cieli, e quelle che son sopra la terra; le cose visibili e le invisibili; e troni, e signorie, e principati, e podestà; tutte le cose sono state create per lui, e per cagione di lui. (I) Colossesi 1:17 Ed egli è avanti ogni cosa, e tutte le cose consistono in lui. (I) Colossesi 1:18 Ed egli stesso è il capo del corpo della chiesa; egli, dico, che è il principio, il primogenito da’ morti; acciocchè in ogni cosa tenga il primo grado. (I) Colossesi 1:19 Perciocchè è piaciuto al Padre che tutta la pienezza abiti in lui; (I) Colossesi 1:20 ed avendo fatta la pace per il sangue della croce d’esso, riconciliarsi per lui tutte le cose; così quelle che sono sopra la terra, come quelle che sono ne’ cieli. (I) Colossesi 1:21 E voi stessi, che già eravate alieni, e nemici con la mente, nelle opere malvage; (I) Colossesi 1:22 pure ora vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, per la morte, per farvi comparire davanti a sè santi, ed irreprensibili, e senza colpa. (I) Colossesi 1:23 Se pure perseverate nella fede, essendo fondati e fermi; e non essendo smossi dalla speranza dell’evangelo che voi avete udito, il quale è stato predicato fra ogni creatura che è sotto il cielo; del quale io Paolo sono stato fatto ministro. (I) Colossesi 1:24 ORA mi rallegro nelle mie sofferenza per voi, e per mia vicenda compio nella mia carne ciò che resta ancora a compiere delle afflizioni di Cristo, per lo corpo d’esso, che è la chiesa. (I) Colossesi 1:25 Della quale io sono stato fatto ministro, secondo la dispensazione di Dio, che mi è stata data inverso voi, per compiere il servigio della parola di Dio. (I) Colossesi 1:26 Il misterio, che è stato occulto da secoli ed età; ed ora è stato manifestato a’ santi d’esso. (I) Colossesi 1:27 A’ quali Iddio ha voluto far conoscere quali sieno le ricchezze della gloria di questo misterio inverso i Gentili, che è Cristo in voi, speranza di gloria. (I) Colossesi 1:28 Il quale noi annunziamo, ammondendo, ed ammaestrando ogni uomo in ogni sapienza; acciocchè presentiamo ogni uomo compiuto in Cristo Gesù. (I) Colossesi 1:29 A che ancora io fatico, combattendo secondo la virtù d’esso, la quale opera in me con potenza. (I) Colossesi 2:1 PERCIOCCHÈ io voglio che sappiate quanto gran combattimento io ho per voi, e per quelli che sono in Laodicea, e per tutti quelli che non hanno veduta la mia faccia in carne. (I) Colossesi 2:2 Acciocchè i lor cuori sieno consolati, essendo eglino congiunti in carità, ed in tutte le ricchezze del pieno accertamento dell’intelligenza, alla conoscenza del misterio di Dio e Padre, e di Cristo. In cui son nascosti tutti i tesori della sapienza, (I) Colossesi 2:3 e della conoscenza. (I) Colossesi 2:4 Or questo dico, acciocchè niuno v’inganni per parlare acconcio a persuadere. (I) Colossesi 2:5 Perciocchè, benchè di carne io sia assente, pur son con voi di spirito, rallegrandomi, e veggendo il vostro ordine, e la fermezza della vostra fede in Cristo. (I) Colossesi 2:6 Come dunque voi avete ricevuto il Signor Cristo Gesù, così camminate in esso, (I) Colossesi 2:7 essendo radicati, ed edificati in lui, e confermati nella fede; siccome siete stati insegnati, abbondando in essa con ringraziamento. (I) Colossesi 2:8 Guardate che non vi sia alcuno che vi tragga in preda per la filosofia, e vano inganno, secondo la tradizione degli uomini, secondo gli elementi del mondo, e non secondo Cristo. (I) Colossesi 2:9 Poichè in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità. (I) Colossesi 2:10 E voi siete ripieni in lui, che è il capo d’ogni principato, e podestà. (I) Colossesi 2:11 Nel quale ancora siete stati circoncisi d’una circoncisione fatta senza mano, nello spogliamento del corpo de’ peccati della carne, nella circoncisione di Cristo. (I) Colossesi 2:12 Essendo stati con lui seppelliti nel battesimo; in cui ancora siete insieme risuscitati, per la fede della virtù di Dio, che ha risuscitato lui da’ morti. (I) Colossesi 2:13 Ed ha con lui vivificati voi, che eravate morti ne’ peccati, e nell’incirconcisione della vostra carne; avendovi perdonati tutti i peccati; (I) Colossesi 2:14 avendo cancellata l’obbligazione che era contro a noi negli ordinamenti, la quale ci era contraria; e quella ha tolta via, avendola confitta nella croce. (I) Colossesi 2:15 Ed avendo spogliate le podestà, e i principati, li ha pubblicamente menati in ispettacolo, trionfando d’essi in esso. (I) Colossesi 2:16 Niuno adunque vi giudichi in mangiare, od in bere, o per rispetto di festa, o di calendi, o di sabati. (I) Colossesi 2:17 Le quali cose son ombra di quelle che dovevano avvenire; ma il corpo è di Cristo. (I) Colossesi 2:18 Niuno vi condanni a suo arbitrio, in umiltà, e servigio degli angeli, ponendo il piè nelle cose che non ha vedute, essendo temerariamente gonfio dalla mente della sua carne. (I) Colossesi 2:19 E non attenendosi al Capo, dal quale tutto il corpo, fornito, e ben commesso insieme per le giunture, ed i legami, prende l’accrescimento di Dio. (I) Colossesi 2:20 Se dunque, essendo morti con Cristo, siete sciolti dagli elementi del mondo, perchè, come se viveste nel mondo, vi s’impongono ordinamenti? (I) Colossesi 2:21 Non toccare, non assaggiare, non maneggiare (I) Colossesi 2:22 le quali cose tutte periscono per l’uso, secondo i comandamenti, e le dottrine degli uomini? (I) Colossesi 2:23 Le quali cose hanno bene alcuna apparenza di sapienza, in religion volontaria, ed in umiltà, e in non risparmiare il corpo in ciò che è per satollar la carne; non in onore alcuno. (I) Colossesi 3:1 SE dunque voi siete risuscitati con Cristo, cercate le cose di sopra, dove Cristo è a sedere alla destra di Dio. (I) Colossesi 3:2 Pensate alle cose di sopra, non a quelle che son sopra la terra. (I) Colossesi 3:3 Perciocchè voi siete morti, e la vita vostra è nascosta con Cristo in Dio. (I) Colossesi 3:4 Quando Cristo, che è la vita vostra, apparirà, allora ancor voi apparirete con lui in gloria. (I) Colossesi 3:5 Mortificate adunque le vostre membra che son sopra la terra; fornicazione, immondizia, lussuria nefanda, mala concupiscenza, ed avarizia, che è idolatria. (I) Colossesi 3:6 Per le quali cose viene l’ira di Dio sopra i figliuoli della disubbidienza. (I) Colossesi 3:7 Nelle quali già camminaste ancor voi, quando vivevate in esse. (I) Colossesi 3:8 Ma ora deponete ancora voi tutte queste cose: ira, cruccio, malizia, e fuor della vostra bocca maldicenza, e parlar disonesto. (I) Colossesi 3:9 Non mentite gli uni agli altri, avendo spogliato l’uomo vecchio co’ suoi atti; (I) Colossesi 3:10 e vestito il nuovo, che si rinnova a conoscenza, secondo l’immagine di colui che l’ha creato. (I) Colossesi 3:11 Dove non vi è Greco e Giudeo, circoncisione e incirconcisione, Barbaro e Scita, servo e franco; ma Cristo è ogni cosa, ed in tutti. (I) Colossesi 3:12 Vestitevi adunque, come eletti di Dio, santi, e diletti, di viscere di misericordia, di benignità, d’umiltà, di mansuetudine, di pazienza; (I) Colossesi 3:13 comportandovi gli uni gli altri, e perdonandovi, se alcuno ha qualche querela contro ad un altro; come Cristo ancora vi ha perdonati, fate voi altresì il simigliante. (I) Colossesi 3:14 E per tutte queste cose, vestitevi di carità, che è il legame della perfezione. (I) Colossesi 3:15 Ed abbia la presidenza ne’ cuori vostri la pace di Dio, alla quale ancora siete stati chiamati in un corpo; e siate riconoscenti. (I) Colossesi 3:16 La parola di Cristo abiti in voi doviziosamente, in ogni sapienza; ammaestrandovi, ed ammonendovi gli uni gli altri, con salmi, ed inni, e canzoni spirituali; cantando con grazia del cuor vostro al Signore. (I) Colossesi 3:17 E qualunque cosa facciate, in parola, o in opera, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio, e Padre, per lui. (I) Colossesi 3:18 MOGLI, siate soggette a’ mariti, come si conviene nel Signore. (I) Colossesi 3:19 Mariti, amate le mogli, e non v’inasprite contro a loro. (I) Colossesi 3:20 Figliuoli, ubbidite a’ padri e madri, in ogni cosa; poichè questo è accettevole al Signore. (I) Colossesi 3:21 Padri, non provocate ad ira i vostri figliuoli, acciocchè non vengan meno dell’animo. (I) Colossesi 3:22 Servi, ubbidite in ogni cosa a quelli che son vostri signori secondo la carne; non servendo all’occhio, come per piacere agli uomini; ma in semplicità di cuore, temendo Iddio. (I) Colossesi 3:23 E qualunque cosa facciate, operate d’animo, facendolo come al Signore, e non agli uomini; (I) Colossesi 3:24 sapendo che dal Signore riceverete la retribuzione dell’eredità; poichè voi servite a Cristo, il Signore. (I) Colossesi 3:25 Ma chi fa torto riceverà la retribuzione del torto ch’egli avrà fatto, e non vi è riguardo a qualità di persona. (I) Colossesi 4:1 (G3-26) Signori, fate ciò che è giusto, e ragionevole inverso i servi, sapendo che ancora voi avete un Signore ne’ cieli. (I) Colossesi 4:2 (G4-1) PERSEVERATE nell’orazione, vegliando in essa con ringraziamento. (I) Colossesi 4:3 (G4-2) Pregando insieme ancora per noi, acciocchè Iddio apra eziandio a noi la porta della parola, per annunziare il misterio di Cristo, per lo quale anche sono prigione; (I) Colossesi 4:4 (G4-3) acciocchè io lo manifesti, come mi convien parlare. (I) Colossesi 4:5 (G4-4) Procedete con sapienza inverso quei di fuori; ricomperando il tempo. (I) Colossesi 4:6 (G4-5) Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito con sale; per sapere come vi si convien rispondere a ciascuno. (I) Colossesi 4:7 (G4-6) TICHICO, il caro fratello, e fedel ministro, e mio conservo nel Signore, vi farà assapere tutto lo stato mio. (I) Colossesi 4:8 (G4-7) Il quale io ho mandato a voi a questo stesso fine, acciocchè sappia lo stato vostro, e consoli i cuori vostri, (I) Colossesi 4:9 (G4-8) insieme col fedele, e caro fratello Onesimo, il quale è de’ vostri; essi vi faranno assaper tutte le cose di qua. (I) Colossesi 4:10 (G4-9) Aristarco, prigione meco, vi saluta; così ancora Marco, il cugino di Barnaba; intorno al quale avete ricevuto ordine; se viene a voi, accoglietelo. (I) Colossesi 4:11 (G4-10) E Gesù, detto Giusto, i quali son della circoncisione; questi soli son gli operai nell’opera del regno di Dio, i quali mi sono stati di conforto. (I) Colossesi 4:12 (G4-11) Epafra, che è de’ vostri, servo di Cristo, vi saluta; combattendo sempre per voi nelle orazioni, acciocchè stiate fermi, perfetti, e compiuti in tutta la volontà di Dio. (I) Colossesi 4:13 (G4-12) Perciocchè io gli rendo testimonianza, ch’egli ha un gran zelo per voi, e per quelli che sono in Laodicea, e per quelli che sono in Ierapoli. (I) Colossesi 4:14 (G4-13) Il diletto Luca, il medico, e Dema, vi salutano. (I) Colossesi 4:15 (G4-14) Salutate i fratelli che sono in Laodicea, e Ninfa, e la chiesa che è in casa sua. (I) Colossesi 4:16 (G4-15) E quando quest’epistola sarà stata letta fra voi, fate che sia ancor letta nella chiesa de’ Laodicesi; e che ancora voi leggiate quella che vi sarà mandata da Laodicea. (I) Colossesi 4:17 (G4-16) E dite ad Archippo: Guarda al ministerio che tu hai ricevuto nel Signore, acciocchè tu l’adempia. (I) Colossesi 4:18 (G4-17) Il saluto, scritto di mano propria di me Paolo. Ricordatevi de’ miei legami. La grazia sia con voi. Amen. (I) 1 Tessalonicesi 1:1 PAOLO, e Silvano, e Timoteo, alla chiesa de’ Tessalonicesi, che è in Dio Padre, e nel Signor Gesù Cristo. Grazia a voi e pace, da Dio nostro Padre, e dal Signor Gesù Cristo. (I) 1 Tessalonicesi 1:2 NOI rendiamo del continuo grazie a Dio per tutti voi, facendo di voi menzione nelle nostre orazioni; (I) 1 Tessalonicesi 1:3 rammemorandoci continuamente l’opera della vostra fede, e la fatica della vostra carità, e la sofferenza della speranza che voi avete nel Signor nostro Gesù Cristo; nel cospetto di Dio, nostro Padre; (I) 1 Tessalonicesi 1:4 sapendo, fratelli amati di Dio, la vostra elezione. (I) 1 Tessalonicesi 1:5 Poichè il nostro evangelo non è stato inverso voi in parola solamente, ma ancora in virtù, e in Ispirito Santo, e in molto accertamento; siccome voi sapete quali siamo stati fra voi per amor vostro. (I) 1 Tessalonicesi 1:6 E voi siete stati imitatori nostri, e del Signore, avendo ricevuta la parola in molta afflizione, con allegrezza dello Spirito Santo. (I) 1 Tessalonicesi 1:7 Talchè siete stati esempi a tutti i credenti in Macedonia, ed in Acaia. (I) 1 Tessalonicesi 1:8 Perciocchè non sol da voi è risonata la parola del Signore nella Macedonia, e nell’Acaia; ma ancora la fede vostra, la quale avete inverso Iddio, è stata divolgata in ogni luogo; talchè non abbiam bisogno di dirne cosa alcuna. (I) 1 Tessalonicesi 1:9 Poichè eglino stessi raccontano di noi, quale entrata noi abbiamo avuta tra voi, e come vi siete convertiti dagl’idoli a Dio, per servire all’Iddio vivente, e vero; (I) 1 Tessalonicesi 1:10 e per aspettar da’ cieli il suo Figliuolo, il quale egli ha risuscitato da’ morti, cioè Gesù, che ci libera dall’ira a venire. (I) 1 Tessalonicesi 2:1 PERCIOCCHÈ voi stessi sapete, fratelli, che la nostra entrata fra voi non è stata vana. (I) 1 Tessalonicesi 2:2 Anzi, benchè prima avessimo, come sapete, patito, e fossimo stati ingiuriati in Filippi, pur ci siamo francamente inanimati nell’Iddio nostro, da annunziarvi l’evangelo di Dio, con molto combattimento. (I) 1 Tessalonicesi 2:3 Poichè la nostra esortazione non procede da inganno, nè da impurità; e non è con frode. (I) 1 Tessalonicesi 2:4 Anzi, come siamo stati approvati da Dio, per fidarci l’Evangelo; così parliamo, non come per piacere agli uomini, ma a Dio che prova i nostri cuori. (I) 1 Tessalonicesi 2:5 Perciocchè ancora noi non abbiamo giammai usato parlar lusinghevole, come voi sapete, nè occasione d’avarizia; Iddio ne è testimonio. (I) 1 Tessalonicesi 2:6 Nè abbiamo cercato gloria dagli uomini, nè da voi, nè da altri, benchè potessimo usar gravità, come apostoli di Cristo. (I) 1 Tessalonicesi 2:7 Ma siamo stati mansueti fra voi, come una balia, che alleva teneramente i suoi propri figliuoli. (I) 1 Tessalonicesi 2:8 In questa maniera, avendovi sommamente cari, eravamo mossi di buona volontà a comunicarvi, non sol l’evangelo di Dio, ma ancora le nostre proprie anime; perchè ci eravate diletti. (I) 1 Tessalonicesi 2:9 Perciocchè, fratelli, voi vi ricordate della nostra fatica, e travaglio; poichè, lavorando giorno e notte, per non gravare alcun di voi, abbiam predicato in mezzo a voi l’Evangelo di Dio. (I) 1 Tessalonicesi 2:10 Voi siete testimoni, e Dio ancora, come ci siam portati santamente, e giustamente, e senza biasimo, inverso voi che credete. (I) 1 Tessalonicesi 2:11 Siccome voi sapete che, come un padre i suoi figliuoli, noi abbiamo esortato, e consolato ciascun di voi; (I) 1 Tessalonicesi 2:12 e protestato che camminiate condegnamente a Dio, che vi chiama al suo regno e gloria. (I) 1 Tessalonicesi 2:13 Perciò ancora, noi non restiamo di render grazie a Dio, di ciò che, avendo ricevuta da noi la parola della predicazione di Dio, voi l’avete raccolta, non come parola d’uomini; ma, siccome è veramente, come parola di Dio, la quale ancora opera efficacemente in voi che credete. (I) 1 Tessalonicesi 2:14 Poichè voi, fratelli, siete divenuti imitatori delle chiese di Dio, che son nella Giudea, in Cristo Gesù; perciocchè ancora voi avete sofferte da quei della vostra nazione le medesime cose ch’essi da’ Giudei. (I) 1 Tessalonicesi 2:15 I quali ed hanno ucciso il Signor Gesù, e i lor propri profeti; e ci hanno scacciati, e non piacciono a Dio, e son contrari a tutti gli uomini; (I) 1 Tessalonicesi 2:16 divietandoci di parlare a’ Gentili, acciocchè sieno salvati; affin di colmar sempre la misura de ‘lor peccati; or l’ira è venuta sopra loro fino all’estremo. (I) 1 Tessalonicesi 2:17 OR noi, fratelli, orbati di voi per un momento di tempo, di faccia, e non di cuore, ci siam vie più studiati di veder la vostra faccia, con molto desiderio. (I) 1 Tessalonicesi 2:18 Perciò, siam voluti, io Paolo almeno, una e due volte, venire a voi; ma Satana ci ha impediti. (I) 1 Tessalonicesi 2:19 Perciocchè, quale è la nostra speranza, o allegrezza, o corona di gloria? non siete dessa ancora voi, nel cospetto del Signor nostro Gesù Cristo, nel suo avvenimento? (I) 1 Tessalonicesi 2:20 Poichè voi siete la nostra gloria ed allegrezza. (I) 1 Tessalonicesi 3:1 Perciò, non potendo più sofferire, avemmo a grado d’esser lasciati soli in Atene; (I) 1 Tessalonicesi 3:2 E mandammo Timoteo, nostro fratello, e ministro di Dio, e nostro compagno d’opera nell’evangelo di Cristo, per confermarvi, e confortarvi intorno alla vostra fede. (I) 1 Tessalonicesi 3:3 Acciocchè niuno fosse commosso in queste afflizioni; poichè voi stessi sapete che noi siam posti a questo. (I) 1 Tessalonicesi 3:4 Perciocchè, eziandio quando eravamo fra voi, vi predicevamo, che saremmo afflitti; siccome ancora è avvenuto, e voi il sapete. (I) 1 Tessalonicesi 3:5 Perciò ancora, non potendo più sofferire, io lo mandai, per conoscer la fede vostra; che talora il tentatore non vi avesse tentati, e la nostra fatica non fosse riuscita vana. (I) 1 Tessalonicesi 3:6 Or al presente, essendo Timoteo venuto da voi a noi, ed avendoci rapportate liete novelle della vostra fede, e carità; e che voi avete del continuo buona ricordanza di noi, desiderando grandemente di vederci, siccome ancora noi voi; (I) 1 Tessalonicesi 3:7 perciò, fratelli, noi siamo stati consolati di voi, in tutta la nostra afflizione, e necessità, per la vostra fede. (I) 1 Tessalonicesi 3:8 Poichè ora viviamo, se voi state fermi nel Signore. (I) 1 Tessalonicesi 3:9 Perciocchè, quali grazie possiam noi render di voi a Dio, per tutta l’allegrezza, della quale ci rallegriamo per voi, nel cospetto dell’Iddio nostro? (I) 1 Tessalonicesi 3:10 Pregando intentissimamente, notte e giorno, di poter vedere la vostra faccia, e compier le cose che mancano ancora alla fede vostra. (I) 1 Tessalonicesi 3:11 Or Iddio stesso, Padre nostro, e il Signor nostro Gesù Cristo, addirizzi il nostro cammino a voi. (I) 1 Tessalonicesi 3:12 E il Signore vi accresca, e faccia abbondare in carità gli uni inverso gli altri, e inverso tutti; come noi ancora abbondiamo inverso voi; (I) 1 Tessalonicesi 3:13 per raffermare i vostri cuori, acciocchè sieno irreprensibili in santità, nel cospetto di Dio, Padre nostro, all’avvenimento del Signor nostro Gesù Cristo, con tutti i suoi santi. Amen. (I) 1 Tessalonicesi 4:1 NEL rimanente adunque, fratelli, noi vi preghiamo, ed esortiamo nel Signore Gesù, che, come avete da noi ricevuto come vi convien camminare, e piacere a Dio, in ciò vie più abbondiate. (I) 1 Tessalonicesi 4:2 Perciocchè voi sapete quali comandamenti vi abbiamo dati per lo Signore Gesù. (I) 1 Tessalonicesi 4:3 Poichè questa è la volontà di Dio, cioè: la vostra santificazione; acciocchè vi asteniate dalla fornicazione; (I) 1 Tessalonicesi 4:4 e che ciascun di voi sappia possedere il suo vaso in santificazione, ed onore; (I) 1 Tessalonicesi 4:5 non in passione di concupiscenza, come i Gentili, i quali non conoscono Iddio. (I) 1 Tessalonicesi 4:6 E che niuno oppressi il suo prossimo, nè gli faccia frode negli affari di questa vita; perciocchè il Signore è il vendicator di tutte queste cose; siccome ancora vi abbiamo innanzi detto, e protestato. (I) 1 Tessalonicesi 4:7 Poichè Iddio non ci ha chiamati ad immondizia, ma a santificazione. (I) 1 Tessalonicesi 4:8 Perciò chi sprezza queste cose non isprezza un uomo, ma Iddio, il quale ancora ha messo il suo Spirito Santo in noi. (I) 1 Tessalonicesi 4:9 Ora, quant’è all’amor fraterno, voi non avete bisogno ch’io ve ne scriva; perciocchè voi stessi siete insegnati da Dio ad amarvi gli uni gli altri. (I) 1 Tessalonicesi 4:10 Perciocchè lo stesso fate voi ancora inverso tutti i fratelli, che sono in tutta la Macedonia; or vi esortiamo, fratelli, che in ciò vie più abbondiate. (I) 1 Tessalonicesi 4:11 E procacciate studiosamente di vivere in quiete, e di fare i fatti vostri, e di lavorar colle proprie mani, siccome vi abbiamo ordinato. (I) 1 Tessalonicesi 4:12 Acciocchè camminiate onestamente inverso que’ di fuori, e non abbiate bisogno di cosa alcuna. (I) 1 Tessalonicesi 4:13 ORA, fratelli, noi non vogliamo che siate in ignoranza intorno a quelli che dormono; acciocchè non siate contristati, come gli altri che non hanno speranza. (I) 1 Tessalonicesi 4:14 Poichè, se crediamo che Gesù è morto, ed è risuscitato, Iddio ancora addurrà con lui quelli che dormono in Gesù. (I) 1 Tessalonicesi 4:15 Perciocchè noi vi diciamo questo per parola del Signore: che noi viventi, che sarem rimasti fino alla venuta del Signore, non andremo innanzi a coloro che dormono. (I) 1 Tessalonicesi 4:16 Perciocchè il Signore stesso, con acclamazion di conforto, con voce di arcangelo, e con tromba di Dio, discenderà dal cielo; e quelli che son morti in Cristo risusciteranno primieramente. (I) 1 Tessalonicesi 4:17 Poi noi viventi, che saremo rimasti, saremo insieme con loro rapiti nelle nuvole, a scontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre col Signore. (I) 1 Tessalonicesi 4:18 Consolatevi adunque gli uni gli altri con queste parole. (I) 1 Tessalonicesi 5:1 Ora, quant’è a’ tempi, ed alle stagioni, fratelli, voi non avete bisogno che ve ne sia scritto. (I) 1 Tessalonicesi 5:2 Poichè voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. (I) 1 Tessalonicesi 5:3 Perciocchè, quando diranno: Pace e sicurtà, allora di subito sopraggiungerà loro perdizione, come i dolori del parto alla donna gravida; e non iscamperanno punto. (I) 1 Tessalonicesi 5:4 Ma voi, fratelli, non siete in tenebre, sì che quel giorno vi colga, a guisa di ladro. (I) 1 Tessalonicesi 5:5 Voi tutti siete figliuoli di luce, e figliuoli di giorno; noi non siam della notte, nè delle tenebre. (I) 1 Tessalonicesi 5:6 Perciò, non dormiamo, come gli altri; ma vegliamo, e siamo sobri. (I) 1 Tessalonicesi 5:7 Perciocchè coloro che dormono, dormono di notte, e coloro che s’inebbriano, s’inebbriano di notte. (I) 1 Tessalonicesi 5:8 Ma noi, essendo figliuoli del giorno, siamo sobri, vestiti dell’usbergo della fede, e della carità; e per elmo, della speranza della salute. (I) 1 Tessalonicesi 5:9 Poichè Iddio non ci ha posti ad ira, ma ad acquisto di salute, per lo Signor nostro Gesù Cristo; (I) 1 Tessalonicesi 5:10 il quale è morto per noi, acciocchè, o che vegliamo, o che dormiamo, viviamo insieme con lui. (I) 1 Tessalonicesi 5:11 Perciò, consolatevi gli uni gli altri, ed edificate l’un l’altro, come ancora fate. (I) 1 Tessalonicesi 5:12 ORA, fratelli, non vi preghiamo di riconoscer coloro che fra voi faticano, e che vi son preposti nel Signore, e che vi ammoniscono; (I) 1 Tessalonicesi 5:13 e d’averli in somma stima in carità, per l’opera loro. Vivete in pace fra voi. (I) 1 Tessalonicesi 5:14 Ora, fratelli, noi vi esortiamo che ammoniate i disordinati, confortiate i pusillanimi, sostentiate i deboli, siate pazienti inverso tutti. (I) 1 Tessalonicesi 5:15 Guardate che niuno renda male per male ad alcuno; anzi procacciate sempre il bene, così gli uni inverso gli altri, come inverso tutti. (I) 1 Tessalonicesi 5:16 Siate sempre allegri. (I) 1 Tessalonicesi 5:17 Non restate mai d’orare. (I) 1 Tessalonicesi 5:18 In ogni cosa rendete grazie, perciocchè tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù inverso voi. (I) 1 Tessalonicesi 5:19 Non ispegnete lo Spirito. (I) 1 Tessalonicesi 5:20 Non isprezzate le profezie. (I) 1 Tessalonicesi 5:21 Provate ogni cosa, ritenete il bene. (I) 1 Tessalonicesi 5:22 Astenetevi da ogni apparenza di male. (I) 1 Tessalonicesi 5:23 Or l’Iddio della pace vi santifichi egli stesso tutti intieri; e sia conservato intiero il vostro spirito, e l’anima, e il corpo, senza biasimo, all’avvenimento del Signor nostro Gesù Cristo. (I) 1 Tessalonicesi 5:24 Fedele è colui che vi chiama, il quale ancora lo farà. (I) 1 Tessalonicesi 5:25 Fratelli, pregate per noi. (I) 1 Tessalonicesi 5:26 Salutate tutti i fratelli con un santo bacio. (I) 1 Tessalonicesi 5:27 Io vi scongiuro per lo Signore, che questa epistola sia letta a tutti i santi fratelli. (I) 1 Tessalonicesi 5:28 La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con voi. Amen. (I) 2 Tessalonicesi 1:1 PAOLO, e Silvano, e Timoteo, alla chiesa de’ Tessalonicesi, che è in Dio, nostro Padre; e nel Signor Gesù Cristo. (I) 2 Tessalonicesi 1:2 Grazia a voi, e pace, da Dio nostro Padre, e dal Signor Gesù Cristo. (I) 2 Tessalonicesi 1:3 NOI siamo obbligati di render sempre grazie di voi a Dio, fratelli, come egli è ben convenevole; perciocchè la vostra fede cresce sommamente, e la carità di ciascun di tutti voi abbonda fra voi scambievolmente. (I) 2 Tessalonicesi 1:4 Talchè noi stessi ci gloriamo di voi, nelle chiese di Dio, per la vostra sofferenza, e fede, in tutte le vostre persecuzioni, ed afflizioni, che voi sostenete. (I) 2 Tessalonicesi 1:5 Il che è una dimostrazione del giusto giudizio di Dio, acciocchè siate reputati degni del regno di Dio, per lo quale ancora patite. (I) 2 Tessalonicesi 1:6 Poichè è cosa giusta dinnanzi a Dio, di rendere afflizione a coloro che vi affliggono; (I) 2 Tessalonicesi 1:7 ed a voi, che siete afflitti, requie con noi, quando il Signor Gesù Cristo apparirà dal cielo, con gli angeli della sua potenza; (I) 2 Tessalonicesi 1:8 con fuoco fiammeggiante, prendendo vendetta di coloro che non conoscono Iddio, e di coloro che non ubbidiscono all’evangelo del Signor nostro Gesù Cristo. (I) 2 Tessalonicesi 1:9 I quali porteranno la pena, la perdizione eterna, dalla faccia del Signore, e dalla gloria della sua possanza; (I) 2 Tessalonicesi 1:10 quando egli sarà venuto per esser glorificato ne’ suoi santi, e reso maraviglioso in tutti i credenti poichè alla nostra testimonianza presso voi è stata prestata fede, in quel giorno. (I) 2 Tessalonicesi 1:11 Per la qual cosa ancora noi preghiamo del continuo per voi, che l’Iddio nostro vi faccia degni di questa vocazione, e compia tutto il beneplacito della sua bontà, e l’opera della fede, con potenza. (I) 2 Tessalonicesi 1:12 Acciocchè sia glorificato il nome del Signor nostro Gesù Cristo in voi, e voi in lui; secondo la grazia dell’Iddio nostro e del Signor Gesù Cristo. (I) 2 Tessalonicesi 2:1 OR noi vi preghiamo, fratelli, riguardo all’avvenimento del Signor nostro Gesù Cristo, ed al nostro adunamento in lui, (I) 2 Tessalonicesi 2:2 che non siate tosto smossi della mente, nè turbati, per ispirito, nè per parola, nè per epistola, come da parte nostra, quasi che il giorno di Cristo soprastia vicino. (I) 2 Tessalonicesi 2:3 Niuno v’inganni per alcuna maniera; perciocchè quel giorno non verrà, che prima non sia venuta l’apostasia, e non sia manifestato l’uomo del peccato, il figliuol della perdizione. (I) 2 Tessalonicesi 2:4 L’avversario, che s’innalza sopra chiunque è chiamato dio, o divinità; talchè siede nel tempio di Dio, come Dio; mostrando sè stesso, e dicendo, ch’egli è Dio. (I) 2 Tessalonicesi 2:5 Non vi ricordate voi che, essendo ancora fra voi, io vi diceva queste cose? (I) 2 Tessalonicesi 2:6 Ed ora voi sapete ciò che lo ritiene, acciocchè egli sia manifestato al suo tempo. (I) 2 Tessalonicesi 2:7 Perciocchè già fin da ora opera il misterio dell’iniquità; soltanto colui che lo ritiene al presente dev’esser tolto di mezzo. (I) 2 Tessalonicesi 2:8 Ed allora sarà manifestato quell’empio, il quale il Signore distruggerà per lo spirito della sua bocca, e ridurrà al niente per l’apparizion del suo avvenimento. (I) 2 Tessalonicesi 2:9 Del quale empio l’avvenimento sarà, secondo l’operazione di Satana, con ogni potenza, e prodigi, e miracoli di menzogna; (I) 2 Tessalonicesi 2:10 e con ogni inganno d’iniquità, in coloro che periscono, perciocchè non hanno dato luogo all’amor della verità, per esser salvati. (I) 2 Tessalonicesi 2:11 E però Iddio manderà loro efficacia d’errore, affin che credano alla menzogna; (I) 2 Tessalonicesi 2:12 acciocchè sieno giudicati tutti coloro che non hanno creduto alla verità, ma si non compiaciuti nell’iniquità. (I) 2 Tessalonicesi 2:13 Ma noi siamo obbligati di render del continuo grazie di voi a Dio, fratelli amati dal Signore, di ciò che Iddio vi ha eletti dal principio a salute, in santificazion di Spirito, e fede alla verità. (I) 2 Tessalonicesi 2:14 A che egli vi ha chiamati per il nostro evangelo, all’acquisto della gloria del Signor nostro Gesù Cristo. (I) 2 Tessalonicesi 2:15 Perciò, fratelli, state saldi, e ritenete gl’insegnamenti che avete imparati per parola, o per epistola nostra. (I) 2 Tessalonicesi 2:16 Ora, il Signor nostro Gesù Cristo stesso, e l’Iddio e Padre nostro, il qual ci ha amati, e ci ha data eterna consolazione, e buona speranza in grazia, (I) 2 Tessalonicesi 2:17 consoli i cuori vostri, e vi confermi in ogni buona parola, ed opera. (I) 2 Tessalonicesi 3:1 NEL rimanente, fratelli, pregate per noi, acciocchè la parola del Signore corra, e sia glorificata, come fra voi. (I) 2 Tessalonicesi 3:2 Ed acciocchè noi siam liberati dagli uomini insolenti, e malvagi; perchè la fede non è di tutti. (I) 2 Tessalonicesi 3:3 Or il Signore è fedele, il quale vi raffermerà, e vi guarderà dal maligno. (I) 2 Tessalonicesi 3:4 E noi ci confidiam di voi, nel Signore, che voi fate, e farete le cose che vi ordiniamo. (I) 2 Tessalonicesi 3:5 Or il Signore addirizzi i vostri cuori all’amor di Dio, e alla paziente aspettazione di Cristo. (I) 2 Tessalonicesi 3:6 Ora, fratelli, noi vi ordiniamo, nel nome del Signor nostro Gesù Cristo, che vi ritiriate da ogni fratello che cammina disordinatamente, e non secondo l’insegnamento che ha ricevuto da noi. (I) 2 Tessalonicesi 3:7 Perciocchè voi stessi sapete come ci conviene imitare; poichè non ci siam portati disordinatamente fra voi. (I) 2 Tessalonicesi 3:8 E non abbiam mangiato il pane, ricevutolo da alcuno in dono; ma con fatica, e travaglio, lavorando notte e giorno, per non gravare alcun di voi. (I) 2 Tessalonicesi 3:9 Non già che non ne abbiamo la podestà; ma per darvi noi stessi per esempi, acciocchè c’imitiate. (I) 2 Tessalonicesi 3:10 Perciocchè ancora, quando eravamo fra voi, vi dinunziavamo questo: che chi non vuol lavorare non mangi. (I) 2 Tessalonicesi 3:11 Imperocchè intendiamo che fra voi ve ne sono alcuni che camminano disordinatamente, non facendo opera alcuna, ma occupandosi in cose vane. (I) 2 Tessalonicesi 3:12 Or a tali dinunziamo, e li esortiamo per lo Signor nostro Gesù Cristo che lavorando quietamente, mangino il pane loro. (I) 2 Tessalonicesi 3:13 Ma, quant’è a voi, fratelli, non vi stancate facendo bene. (I) 2 Tessalonicesi 3:14 E se alcuno non ubbidisce alla nostra parola, significata per questa epistola, notate un tale, e non vi mescolate con lui, acciocchè si vergogni. (I) 2 Tessalonicesi 3:15 Ma pur nol tenete per nemico, anzi ammonitelo come fratello. (I) 2 Tessalonicesi 3:16 Or il Signore stesso della pace vi dia del continuo la pace in ogni maniera. Il Signore sia con tutti voi. (I) 2 Tessalonicesi 3:17 Il saluto di man propria di me Paolo, che è un segnale in ogni epistola: così scrivo. (I) 2 Tessalonicesi 3:18 La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen. (I) 1 Timoteo 1:1 PAOLO, apostolo di Gesù Cristo, per comandamento di Dio, nostro Salvatore; e del Signor Gesù Cristo, nostra speranza; (I) 1 Timoteo 1:2 a Timoteo, mio vero figliuolo in fede; grazia, misericordia, e pace, da Dio nostro padre, e da Cristo Gesù, nostro Signore. (I) 1 Timoteo 1:3 SICCOME io ti esortai di rimanere in Efeso, quando io andava in Macedonia, fa’ che tu dinunzi ad alcuni che non insegnino dottrina diversa. (I) 1 Timoteo 1:4 E che non attendano a favole, ed a genealogie senza fine; le quali producono piuttosto quistioni, che edificazion di Dio, che è in fede. (I) 1 Timoteo 1:5 Or il fine del comandamento è carità, di cuor puro, e di buona coscienza, e di fede non finta. (I) 1 Timoteo 1:6 Dalle quali cose alcuni essendosi sviati, si son rivolti ad un vano parlare; (I) 1 Timoteo 1:7 volendo esser dottori della legge, non intendendo nè le cose che dicono, nè quelle delle quali affermano. (I) 1 Timoteo 1:8 Or noi sappiamo che la legge è buona, se alcuno l’usa legittimamente. (I) 1 Timoteo 1:9 Sapendo questo: che la legge non è posta al giusto, ma agl’iniqui, e ribelli, agli empi, e peccatori, agli scellerati, e profani, agli uccisori di padri e madri, (I) 1 Timoteo 1:10 a’ micidiali, a’ fornicatori, a quelli che usano co’ maschi, a’ rubatori d’uomini, a’ falsari, agli spergiuratori; e se vi è alcun’altra cosa contraria alla sana dottrina; (I) 1 Timoteo 1:11 secondo l’evangelo della gloria del beato Iddio, il qual m’è stato fidato. (I) 1 Timoteo 1:12 E rendo grazie a Cristo nostro Signore, il qual mi fortifica, ch’egli mi ha reputato fedele, ponendo al ministerio me, (I) 1 Timoteo 1:13 il quale innanzi era bestemmiatore, e persecutore, ed ingiurioso; ma misericordia mi è stata fatta, perciocchè io lo feci ignorantemente, non avendo la fede. (I) 1 Timoteo 1:14 Ma la grazia del Signor nostro è soprabbondata, con fede e carità, che è in Cristo Gesù. (I) 1 Timoteo 1:15 Certa è questa parola, e degna d’essere accettata per ogni maniera: che Cristo Gesù è venuto nel mondo, per salvare i peccatori, de’ quali io sono il primo. (I) 1 Timoteo 1:16 Ma, per questo mi è stata fatta misericordia, acciocchè Gesù Cristo mostrasse in me primieramente tutta la sua clemenza, per essere esempio a coloro che per l’avvenire crederebbero in lui a vita eterna. (I) 1 Timoteo 1:17 Or al Re de’ secoli, immortale, invisibile, a Dio solo savio, sia onore, e gloria ne’ secoli de’ secoli. Amen. (I) 1 Timoteo 1:18 Io ti raccomando questo comandamento, o figliuol Timoteo: che secondo le profezie che innanzi sono state di te, tu guerreggi, in virtù d’esse, la buona guerra. (I) 1 Timoteo 1:19 Avendo fede, e buona coscienza; la quale avendo alcuni gettata via, hanno fatto naufragio intorno alla fede. (I) 1 Timoteo 1:20 De’ quali è Imeneo, ed Alessandro, i quali io ho dati in man di Satana, acciocchè sieno castigati, ed ammaestrati a non bestemmiare. (I) 1 Timoteo 2:1 IO esorto adunque, innanzi ad ogni cosa, che si facciano preghiere, orazioni, richieste, e ringraziamenti per tutti gli uomini. (I) 1 Timoteo 2:2 Pei re, e per tutti quelli che sono in dignità; acciocchè possiam menare una tranquilla e quieta vita, in ogni pietà ed onestà. (I) 1 Timoteo 2:3 Perciocchè quest’è buono ed accettevole nel cospetto di Dio, nostro Salvatore. (I) 1 Timoteo 2:4 Il quale vuole che tutti gli uomini sieno salvati, e che vengano alla conoscenza della verità. (I) 1 Timoteo 2:5 Perciocchè v’è un sol Dio, ed anche un sol Mediatore di Dio, e degli uomini: Cristo Gesù uomo. (I) 1 Timoteo 2:6 Il quale ha dato sè stesso per prezzo di riscatto per tutti; secondo la testimonianza riserbata a’ propri tempi. (I) 1 Timoteo 2:7 A che io sono stato costituito banditore, ed apostolo io dico verità in Cristo, non mento, dottor de’ Gentili in fede, e verità. (I) 1 Timoteo 2:8 Io voglio adunque che gli uomini facciano orazione in ogni luogo, alzando le mani pure, senza ira e disputazione. (I) 1 Timoteo 2:9 SIMIGLIANTEMENTE ancora che le donne si adornino d’abito onesto, con verecondia e modestia; non di trecce, o d’oro, o di perle, o di vestimenti preziosi; (I) 1 Timoteo 2:10 ma come si conviene a donne che fanno professione di servire a Dio per opere buone. (I) 1 Timoteo 2:11 La donna impari con silenzio, in ogni soggezione. (I) 1 Timoteo 2:12 Ma io non permetto alla donna d’insegnare, nè d’usare autorità sopra il marito; ma ordino che stia in silenzio. (I) 1 Timoteo 2:13 Perciocchè Adamo fu creato il primo, e poi Eva. (I) 1 Timoteo 2:14 E Adamo non fu sedotto; ma la donna, essendo stata sedotta, fu in cagion di trasgressione. (I) 1 Timoteo 2:15 Ma pure sarà salvata, partorendo figliuoli, se saranno perseverate in fede, e carità, e santificazione, con onestà. (I) 1 Timoteo 3:1 CERTA è questa parola: Se alcuno desidera l’ufficio di vescovo, desidera una buona opera. (I) 1 Timoteo 3:2 Bisogna adunque che il vescovo sia irreprensibile, marito d’una sola moglie, sobrio, vigilante, temperato, onesto, volonteroso albergator de’ forestieri, atto ad insegnare; (I) 1 Timoteo 3:3 non dato al vino, non percotitore, non disonestamente cupido del guadagno; ma benigno, non contenzioso, non avaro. (I) 1 Timoteo 3:4 Che governi bene la sua propria famiglia, che tenga i figliuoli in soggezione, con ogni gravità. (I) 1 Timoteo 3:5 Ma, se alcuno non sa governar la sua propria famiglia, come avrà egli cura della chiesa di Dio? (I) 1 Timoteo 3:6 Che non sia novizio; acciocchè divenendo gonfio, non cada nel giudicio del diavolo. (I) 1 Timoteo 3:7 Or conviene che egli abbia ancora buona testimonianza da que’ di fuori, acciocchè non cada in vituperio, e nel laccio del diavolo. (I) 1 Timoteo 3:8 Parimente bisogna che i diaconi sieno gravi, non doppi in parole, non dati a molto vino, non disonestamente cupidi del guadagno. (I) 1 Timoteo 3:9 Che ritengano il misterio della fede in pura coscienza. (I) 1 Timoteo 3:10 Or questi ancora sieno prima provati, poi servano, se sono irreprensibili. (I) 1 Timoteo 3:11 Simigliantemente sieno le lor mogli gravi, non calunniatrici, sobrie, fedeli in ogni cosa. (I) 1 Timoteo 3:12 I diaconi sien mariti d’una sola moglie, governando bene i figliuoli, e le proprie famiglie. (I) 1 Timoteo 3:13 Perciocchè coloro che avranno ben servito si acquistano un buon grado, e gran libertà nella fede, ch’è in Cristo Gesù. (I) 1 Timoteo 3:14 Io ti scrivo queste cose, sperando di venir tosto a te. (I) 1 Timoteo 3:15 E se pur tardo, acciocchè tu sappi come si convien conversar nella casa di Dio, che è la chiesa dell’Iddio vivente, colonna e sostegno della verità. (I) 1 Timoteo 3:16 E senza veruna contradizione, grande è il misterio della pietà: Iddio è stato manifestato in carne, è stato giustificato in Ispirito, è apparito agli angeli, è stato predicato a’ Gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria. (I) 1 Timoteo 4:1 OR lo Spirito dice espressamente, che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, attendendo a spiriti seduttori, e a dottrine diaboliche; (I) 1 Timoteo 4:2 d’uomini che proporranno cose false per ipocrisia, cauterizzati nella propria coscienza. (I) 1 Timoteo 4:3 Che vieteranno il maritarsi, e comanderanno d’astenersi da’ cibi, che Iddio ha creati, acciocchè i fedeli, e quelli che hanno conosciuta la verità, li usino con rendimento di grazie. (I) 1 Timoteo 4:4 Poichè ogni cosa creata da Dio è buona, e niuna è da riprovare, essendo usata con rendimento di grazie; (I) 1 Timoteo 4:5 perciocchè ella è santificata per la parola di Dio, e per l’orazione. (I) 1 Timoteo 4:6 RAPPRESENTANDO queste cose a’ fratelli, tu sarai buon ministro di Gesù Cristo, nudrito nelle parole della fede, e della buona dottrina, la qual tu hai ben compresa. (I) 1 Timoteo 4:7 Ma schiva le favole profane, e da vecchie; ed esercitati alla pietà. (I) 1 Timoteo 4:8 Perciocchè l’esercizio corporale è utile a poca cosa; ma la pietà è utile ad ogni cosa, avendo la promessa della vita presente, e della futura. (I) 1 Timoteo 4:9 Certa è questa parola, a degna d’essere accettata per ogni maniera. (I) 1 Timoteo 4:10 Poichè per questo travagliamo, e siamo vituperati; perciocchè abbiamo sperato nell’Iddio vivente, il quale è Salvator di tutti gli uomini, principalmente de’ fedeli. (I) 1 Timoteo 4:11 Annunzia queste cose, ed insegnale. (I) 1 Timoteo 4:12 Niuno sprezzi la tua giovanezza; ma sii esempio de’ fedeli, in parola, in conversazione, in carità, in ispirito, in fede, in castità. (I) 1 Timoteo 4:13 Attendi alla lettura, all’esortazione, alla dottrina, finchè io venga. (I) 1 Timoteo 4:14 Non trascurare il dono che è in te, il quale ti è stato dato per profezia, con l’imposizion delle mani del collegio degli anziani. (I) 1 Timoteo 4:15 Medita queste cose, e datti interamente ad esse; acciocchè il tuo avanzamento sia manifesto fra tutti. (I) 1 Timoteo 4:16 Attendi a te stesso, e alla dottrina; persevera in queste cose; perciocchè, facendo questo, salverai te stesso, e coloro che ti ascoltano. (I) 1 Timoteo 5:1 NON isgridar l’uomo attempato, ma esortalo come padre, (I) 1 Timoteo 5:2 i giovani come fratelli, le donne attempate come madri, le giovani come sorelle, in ogni castità. (I) 1 Timoteo 5:3 Onora le vedove, che son veramente vedove. (I) 1 Timoteo 5:4 Ma, se alcuna vedova ha dei figliuoli, o de’ nipoti, imparino essi imprima d’usar pietà inverso que’ di casa loro, e rendere il cambio a’ loro antenati; perciocchè quest’è buono ed accettevole nel cospetto di Dio. (I) 1 Timoteo 5:5 Or quella che è veramente vedova, e lasciata sola, spera in Dio, e persevera in preghiere ed orazioni, notte e giorno. (I) 1 Timoteo 5:6 Ma la voluttuosa, vivendo, è morta. (I) 1 Timoteo 5:7 Anche queste cose annunzia, acciocchè sieno irreprensibili. (I) 1 Timoteo 5:8 Che se alcuno non provvede ai suoi, e principalmente a que’ di casa sua, egli ha rinnegata la fede, ed è peggiore che un infedele. (I) 1 Timoteo 5:9 Sia la vedova assunta nel numero delle vedove, non di minore età che di sessant’anni, la qual sia stata moglie d’un sol marito. (I) 1 Timoteo 5:10 Che abbia testimonianza d’opere buone: se ha nudriti i suoi figliuoli, se ha albergati i forestieri, se ha lavati i piedi dei santi, se ha sovvenuti gli afflitti, se del continuo è ita dietro ad ogni buona opera. (I) 1 Timoteo 5:11 Ma rifiuta le vedove più giovani, perciocchè, dopo che hanno lussuriato contro a Cristo, vogliono maritarsi, (I) 1 Timoteo 5:12 avendo condannazione, perciocchè hanno rotta la prima fede. (I) 1 Timoteo 5:13 Ed anche, essendo, oltre a ciò, oziose, imparano ad andare attorno per le case; e non sol sono oziose, ma anche cianciatrici e curiose, parlando di cose che non si convengono. (I) 1 Timoteo 5:14 Io voglio adunque che le giovani vedove si maritino, faccian figliuoli, sieno madri di famiglia, non dieno all’avversario alcuna occasione di maldicenza. (I) 1 Timoteo 5:15 Poichè già alcune si sono sviate dietro a Satana. (I) 1 Timoteo 5:16 Se alcun uomo, o donna fedele, ha delle vedove, sovvenga loro, e non sia la chiesa gravata, acciocchè possa bastare a sovvenir quelle che son veramente vedove. (I) 1 Timoteo 5:17 GLI anziani, che fanno bene l’ufficio della presidenza, sien reputati degni di doppio onore; principalmente quelli che faticano nella parola e nella dottrina. (I) 1 Timoteo 5:18 Perciocchè la scrittura dice: Non metter la museruola in bocca al bue che trebbia; e: L’operaio è degno del suo premio. (I) 1 Timoteo 5:19 Non ricevere accusa contro all’anziano, se non in su due o tre testimoni. (I) 1 Timoteo 5:20 Riprendi, nel cospetto di tutti, quelli che peccano; acciocchè gli altri ancora abbian timore. (I) 1 Timoteo 5:21 Io ti scongiuro davanti a Dio, e il Signor Gesù Cristo, e gli angeli eletti, che tu osservi queste cose senza pregiudicio, non facendo nulla per parzialità. (I) 1 Timoteo 5:22 Non imporre tosto le mani ad alcuno, e non partecipare i peccati altrui; conserva te stesso puro. (I) 1 Timoteo 5:23 Non usar più per l’innanzi acqua sola nel tuo bere, ma usa un poco di vino, per lo tuo stomaco, e per le frequenti tue infermità. (I) 1 Timoteo 5:24 D’alcuni uomini i peccati son manifesti, prima che sian giudicati; ma ve ne sono altri che si vedono solo dopo. (I) 1 Timoteo 5:25 Le buone opere d’alcuni altresì son manifeste; e quelle che sono altrimenti non possono essere occultate. (I) 1 Timoteo 6:1 TUTTI i servi che son sotto il giogo reputino i lor signori degni d’ogni onore, acciocchè non sia bestemmiato il nome di Dio, e la dottrina. (I) 1 Timoteo 6:2 E quelli che hanno signori fedeli non li sprezzino, perchè son fratelli; anzi molto più li servano, perciocchè son fedeli e diletti, i quali hanno ricevuto il beneficio. Insegna queste cose, ed esorta ad esse. (I) 1 Timoteo 6:3 SE alcuno insegna diversa dottrina, e non si attiene alle sane parole del Signor nostro Gesù Cristo, ed alla dottrina che è secondo pietà, (I) 1 Timoteo 6:4 esso è gonfio, non sapendo nulla, ma languendo intorno a quistioni, e risse di parole, dalle quali nascono invidia, contenzione, maldicenze, mali sospetti; (I) 1 Timoteo 6:5 vane disputazioni d’uomini corrotti della mente e privi della verità, che stimano la pietà esser guadagno; ritratti da tali. (I) 1 Timoteo 6:6 Or veramente la pietà, con contentamento d’animo, è gran guadagno. (I) 1 Timoteo 6:7 Poichè non abbiam portato nulla nel mondo, e chiaro è che altresì non ne possiamo portar nulla fuori; (I) 1 Timoteo 6:8 ma, avendo da nudrirci e da coprirci, saremo di ciò contenti. (I) 1 Timoteo 6:9 Ma coloro che vogliono arricchire cadono in tentazione, ed in laccio, ed in molte concupiscenze insensate e nocive, le quali affondano gli uomini in distruzione e perdizione. (I) 1 Timoteo 6:10 Perciocchè la radice di tutti i mali è l’avarizia; alla quale alcuni datisi, si sono smarriti dalla fede, e si son fitti in molte doglie. (I) 1 Timoteo 6:11 Ma tu, o uomo di Dio, fuggi queste cose; e procaccia giustizia, pietà, fede, carità, sofferenza, mansuetudine. (I) 1 Timoteo 6:12 Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna, alla quale sei stato chiamato e ne hai fatta la buona confessione davanti a molti testimoni. (I) 1 Timoteo 6:13 Io t’ingiungo nel cospetto di Dio, il qual vivifica tutte le cose, e di Cristo Gesù, che testimoniò davanti a Ponzio Pilato la buona confessione, (I) 1 Timoteo 6:14 che tu osservi questo comandamento, essendo immacolato ed irreprensibile, fino all’apparizione del Signor nostro Gesù Cristo. (I) 1 Timoteo 6:15 La quale a’ suoi tempi mostrerà il beato e solo Principe, il Re dei re, e il Signor de’ signori. (I) 1 Timoteo 6:16 Il qual solo ha immortalità ed abita una luce inaccessibile; il quale niun uomo ha veduto, nè può vedere; al quale sia onore ed imperio eterno. Amen. (I) 1 Timoteo 6:17 Dinunzia a’ ricchi nel presente secolo, che non sieno d’animo altiero, che non pongano la loro speranza nell’incertitudine delle ricchezze; ma nell’Iddio vivente, il qual ci porge doviziosamente ogni cosa, per goderne. (I) 1 Timoteo 6:18 Che faccian del bene, che sien ricchi in buone opere, pronti a distribuire, comunichevoli; (I) 1 Timoteo 6:19 facendosi un tesoro d’un buon fondamento per l’avvenire, acciocchè conseguano la vita eterna. (I) 1 Timoteo 6:20 O Timoteo, guarda il deposito, schivando le profane vanità di parole, e le contradizioni della falsamente nominata scienza; (I) 1 Timoteo 6:21 della quale alcuni facendo professione, si sono sviati dalla fede. La grazia sia teco. Amen. (I) 2 Timoteo 1:1 PAOLO, apostolo di Gesù Cristo, per la volontà di Dio, secondo la promessa della vita, che è in Cristo Gesù, (I) 2 Timoteo 1:2 a Timoteo, figliuol diletto, grazia, misericordia, e pace, da Dio Padre, e dal Signor nostro Cristo Gesù. (I) 2 Timoteo 1:3 IO rendo grazie a Dio, al qual servo fin da’ miei antenati, in pura coscienza; che non resto mai di ritener la memoria di te nelle mie orazioni, notte e giorno; (I) 2 Timoteo 1:4 desideroso di vederti, ricordandomi delle tue lagrime, acciocchè io sia ripieno d’allegrezza; (I) 2 Timoteo 1:5 riducendomi a memoria la fede non finta che è in te, la qual prima abitò in Loide tua avola, ed in Eunice tua madre; or son persuaso che abita in te ancora. (I) 2 Timoteo 1:6 Per la qual cagione io ti rammemoro che tu ravvivi il dono il Dio, il quale è in te per l’imposizione delle mie mani. (I) 2 Timoteo 1:7 Poichè Iddio non ci ha dato spirito di timore; ma di forza, e d’amore, e di correzione. (I) 2 Timoteo 1:8 Non recarti adunque a vergogna la testimonianza del Signor nostro, nè me suo prigione; anzi partecipa le afflizioni dell’evangelo, secondo la virtù di Dio. (I) 2 Timoteo 1:9 Il qual ci ha salvati, e ci ha chiamati per santa vocazione; non secondo le nostre opere, ma secondo il proprio proponimento, e grazia, la quale ci è stata data in Cristo Gesù avanti i tempi de’ secoli. (I) 2 Timoteo 1:10 Ed ora è stata manifestata per l’apparizione del Salvator nostro Gesù Cristo, che ha distrutta la morte, ed ha prodotta in luce la vita, e l’immortalità, per l’evangelo. (I) 2 Timoteo 1:11 A che io sono stato posto banditore, ed apostolo, e dottor de’ Gentili. (I) 2 Timoteo 1:12 Per la qual cagione ancora io soffro queste cose; ma non me ne vergogno; perciocchè io so a cui ho creduto, e son persuaso ch’egli è potente da guardare il mio deposito per quel giorno. (I) 2 Timoteo 1:13 Ritieni la forma delle sane parole, che tu hai udite da me, in fede, e carità, che è in Cristo Gesù. (I) 2 Timoteo 1:14 Guarda il buon deposito, per lo Spirito Santo, che abita in noi. (I) 2 Timoteo 1:15 Tu sai questo: che tutti quelli che son nell’Asia si son ritratti da me; de’ quali è Figello, ed Ermogene. (I) 2 Timoteo 1:16 Conceda il Signore misericordia alla famiglia di Onesiforo; perciocchè spesse volte egli mi ha ricreato, e non si è vergognato della mia catena. (I) 2 Timoteo 1:17 Anzi, essendo a Roma, studiosissimamente mi ha cercato, e mi ha trovato. (I) 2 Timoteo 1:18 Concedagli il Signore di trovar misericordia presso il Signore in quel giorno. Quanti servigi ancora egli ha fatti in Efeso, tu il sai molto bene. (I) 2 Timoteo 2:1 Tu adunque, figliuol mio, fortificati nella grazia che è in Cristo Gesù. (I) 2 Timoteo 2:2 E le cose che tu hai udite da me, in presenza di molti testimoni, commettile ad uomini fedeli, i quali sieno sufficienti ad ammaestrare ancora gli altri. (I) 2 Timoteo 2:3 Tu adunque soffri afflizioni, come buon guerriero di Gesù Cristo. (I) 2 Timoteo 2:4 Niuno che va alla guerra s’impaccia nelle faccende della vita, acciocchè piaccia a colui che l’ha soldato. (I) 2 Timoteo 2:5 Ed anche, se alcuno combatte, non è coronato, se non ha legittimamente combattuto. (I) 2 Timoteo 2:6 Egli è convenevole che il lavoratore che fatica goda il primo i frutti. (I) 2 Timoteo 2:7 Considera le cose che io dico; perciocchè io prego il Signore che ti dia intendimento in ogni cosa. (I) 2 Timoteo 2:8 Ricordati che Gesù Cristo è risuscitato da’ morti, il quale è della progenie di Davide, secondo il mio evangelo. (I) 2 Timoteo 2:9 Nel quale io soffro afflizione fino ad esser prigione ne’ legami, a guisa di malfattore; ma la parola di Dio non è prigione. (I) 2 Timoteo 2:10 Perciò io soffro ogni cosa per gli eletti, acciocchè essi ancora ottengano la salute, che è in Cristo Gesù, con gloria eterna. (I) 2 Timoteo 2:11 Certa è questa parola; che se moriamo con lui, con lui altresì viveremo. (I) 2 Timoteo 2:12 Se perseveriamo, con lui altresì regneremo; se lo rinneghiamo, egli altresì ci rinnegherà. (I) 2 Timoteo 2:13 Se siamo infedeli, egli pur rimane fedele; egli non può rinnegar sè stesso. (I) 2 Timoteo 2:14 RAMMEMORA queste cose, protestando, nel cospetto di Dio, che non si contenda di parole, il che a nulla è utile, anzi è per sovvertir gli uditori. (I) 2 Timoteo 2:15 Studiati di presentar te stesso approvato a Dio, operaio che non abbia ad esser confuso, che tagli dirittamente la parola della verità. (I) 2 Timoteo 2:16 Ma schiva le profane vanità di voci; perciocchè procederanno innanzi a maggiore empietà. (I) 2 Timoteo 2:17 E la parola di tali andrà rodendo, a guisa di gangrena; dei quali è Imeneo, e Fileto; (I) 2 Timoteo 2:18 i quali si sono sviati dalla verità; dicendo che la risurrezione è già avvenuta; e sovvertono la fede d’alcuni. (I) 2 Timoteo 2:19 Ma pure il fondamento di Dio sta fermo, avendo questo suggello: Il Signore conosce que’ che son suoi, e: Ritraggasi dall’iniquità chiunque nomina il nome di Cristo. (I) 2 Timoteo 2:20 Or in una gran casa non vi sono sol vasi d’oro e d’argento, ma ancora di legno, e di terra; e gli uni sono ad onore, gli altri a disonore. (I) 2 Timoteo 2:21 Se dunque alcuno si purifica da queste cose, sarà un vaso ad onore, santificato ed acconcio al servigio del Signore, preparato ad ogni buona opera. (I) 2 Timoteo 2:22 Or fuggi gli appetiti giovanili, e procaccia giustizia, fede, carità, pace con quelli che di cuor puro invocano il Signore. (I) 2 Timoteo 2:23 E schiva le quistioni stolte e scempie, sapendo che generano contese. (I) 2 Timoteo 2:24 Or non bisogna che il servitor del Signore contenda; ma che sia benigno inverso tutti, atto e pronto ad insegnare, che comporti i mali; (I) 2 Timoteo 2:25 che ammaestri con mansuetudine quelli che son disposti in contrario, per provar se talora Iddio desse loro di ravvedersi, per conoscer la verità; (I) 2 Timoteo 2:26 in maniera che, tornati a sana mente, uscissero dal laccio del diavolo, dal quale erano stati presi, per far la sua volontà. (I) 2 Timoteo 3:1 OR sappi questo, che negli ultimi giorni sopraggiungeranno tempi difficili. (I) 2 Timoteo 3:2 Perciocchè gli uomini saranno amatori di loro stessi, avari, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti a padri e madri, ingrati, scellerati; (I) 2 Timoteo 3:3 senza affezion naturale, mancatori di fede, calunniatori, incontinenti, spietati, senza amore inverso i buoni; (I) 2 Timoteo 3:4 traditori, temerari, gonfi, amatori della voluttà anzi che di Dio; (I) 2 Timoteo 3:5 avendo apparenza di pietà, ma avendo rinnegata la forza d’essa; anche tali schiva. (I) 2 Timoteo 3:6 Perciocchè del numero di costoro son quelli che sottentrano nelle case, e cattivano donnicciuole cariche di peccati, agitate da varie cupidità; (I) 2 Timoteo 3:7 le quali sempre imparano, giammai non possono pervenire alla conoscenza della verità. (I) 2 Timoteo 3:8 Ora, come Ianne e Iambre contrastarono a Mosè, così ancora costoro contrastano alla verità; uomini corrotti della mente, riprovati intorno alla fede. (I) 2 Timoteo 3:9 Ma non procederanno più oltre; perciocchè la loro stoltizia sarà manifesta a tutti, siccome ancora fu quella di coloro. (I) 2 Timoteo 3:10 ORA, quant’è a te, tu hai ben compresa la mia dottrina, il mio procedere, le mie intenzioni, la mia fede, la mia pazienza, la mia carità, la mia sofferenza; (I) 2 Timoteo 3:11 le mie persecuzioni, le mie afflizioni, quali mi sono avvenute in Antiochia, in Iconio, in Listri; tu sai quali persecuzioni io ho sostenute; e pure il Signore mi ha liberato, da tutte. (I) 2 Timoteo 3:12 Ora, tutti quelli ancora, che voglion vivere piamente in Cristo Gesù, saranno perseguitati. (I) 2 Timoteo 3:13 Ma gli uomini malvagi ed ingannatori, procederanno in peggio, seducendo, ed essendo sedotti. (I) 2 Timoteo 3:14 Ma tu, persevera nelle cose che hai imparate, e delle quali sei stato accertato, sapendo da chi tu le hai imparate; (I) 2 Timoteo 3:15 e che da fanciullo tu hai conoscenza delle sacre lettere, le quali ti possono render savio a salute, per la fede che è in Cristo Gesù. (I) 2 Timoteo 3:16 Tutta la scrittura è divinamente inspirata, ed utile ad insegnare, ad arguire, a correggere, ad ammaestrare in giustizia; (I) 2 Timoteo 3:17 acciocchè l’uomo di Dio sia compiuto, appieno fornito per ogni buona opera. (I) 2 Timoteo 4:1 Io adunque ti protesto, nel cospetto di Dio, e del Signor Gesù Cristo, il quale ha da giudicare i vivi ed i morti, nella sua apparizione, e nel suo regno, (I) 2 Timoteo 4:2 che tu predichi la parola, che tu faccia instanza a tempo, e fuor di tempo; riprendi, sgrida, esorta, con ogni pazienza, e dottrina. (I) 2 Timoteo 4:3 Perciocchè verrà il tempo, che non comporteranno la sana dottrina; ma, pizzicando loro gli orecchi, si accumuleranno dottori, secondo i lor propri appetiti: (I) 2 Timoteo 4:4 e rivolteranno le orecchie dalla verità, e si volgeranno alle favole. (I) 2 Timoteo 4:5 Ma tu sii vigilante in ogni cosa, soffri afflizioni, fa’ l’opera d’evangelista, fa’ appieno fede del tuo ministerio. (I) 2 Timoteo 4:6 PERCIOCCHÈ, quant’è a me, ad ora son per essere offerto a guisa d’offerta da spandere, e soprastà il tempo della mia tornata a casa. (I) 2 Timoteo 4:7 Io ho combattuto il buon combattimento, io ho finito il corso, io ho serbata la fede. (I) 2 Timoteo 4:8 Nel rimanente, mi è riposta la corona della giustizia, della quale mi farà in quel giorno retribuzione il Signore, il giusto Giudice; e non solo a me, ma a tutti coloro ancora che avranno amata la sua apparizione. (I) 2 Timoteo 4:9 Studiati di venir tosto a me. (I) 2 Timoteo 4:10 Perciocchè Dema mi ha lasciato, avendo amato il presente secolo, e se n’è andato in Tessalonica; Crescente in Galazia, Tito in Dalmazia. (I) 2 Timoteo 4:11 Luca è solo meco; prendi Marco, e menalo teco; perciocchè egli mi è molto utile al ministerio. (I) 2 Timoteo 4:12 Or io ho mandato Tichico in Efeso. (I) 2 Timoteo 4:13 Quando tu verrai, porta la cappa che io ho lasciata in Troade, appresso di Carpo; ed i libri, principalmente le pergamene. (I) 2 Timoteo 4:14 Alessandro, il fabbro di rame, mi ha fatto del male assai; gli renderà il Signore secondo le sue opere. (I) 2 Timoteo 4:15 Da esso ancora tu guardati; perciocchè egli ha grandemente contrastato alle nostre parole. (I) 2 Timoteo 4:16 Niuno si è trovato meco nella mia prima difesa; ma tutti mi hanno abbandonato; non sia loro imputato. (I) 2 Timoteo 4:17 Ma il Signore è stato meco, e mi ha fortificato; acciocchè la predicazione fosse per me appieno accertata, e che tutti i Gentili l’udissero; ed io sono stato liberato dalla gola del leone. (I) 2 Timoteo 4:18 E il Signore mi libererà ancora da ogni mala opera e mi salverà, e raccorrà nel suo regno celeste. A lui sia la gloria ne’ secoli de’ secoli. Amen. (I) 2 Timoteo 4:19 Saluta Priscilla ed Aquila, e la famiglia d’Onesiforo. (I) 2 Timoteo 4:20 Erasto è rimasto in Corinto, ed io ho lasciato Trofimo infermo in Mileto. (I) 2 Timoteo 4:21 Studiati di venire avanti il verno. Eubulo, e Pudente, e Lino, e Claudia, e tutti i fratelli ti salutano. (I) 2 Timoteo 4:22 Sia il Signor Gesù Cristo con lo spirito tuo. La grazia sia con voi. Amen. (I) Tito 1:1 PAOLO, servitor di Dio, e apostolo di Gesù Cristo, secondo la fede degli eletti di Dio, e la conoscenza della verità, che è secondo pietà; (I) Tito 1:2 in isperanza della vita eterna la quale Iddio, che non può mentire, ha promessa avanti i tempi de’ secoli; (I) Tito 1:3 ed ha manifestata ai suoi propri tempi la sua parola, per la predicazione che mi è stata fidata, per mandato di Dio, nostro Salvatore; (I) Tito 1:4 a Tito, mio vero figliuolo, secondo la fede comune; grazia, misericordia, e pace, da Dio Padre, e dal Signor Gesù Cristo, nostro Salvatore. (I) Tito 1:5 PER questo ti ho lasciato in Creta, acciocchè tu dia ordine alle cose che restano, e costituisca degli anziani per ogni città, siccome ti ho ordinato; (I) Tito 1:6 se alcuno è irreprensibile, marito d’una sola moglie, che abbia figliuoli fedeli, che non sieno accusati di dissoluzione, nè ribelli. (I) Tito 1:7 Perciocchè conviene che il vescovo sia irreprensibile, come dispensatore della casa di Dio; non di suo senno, non iracondo, non dato al vino, non percotitore, non disonestamente cupido del guadagno; (I) Tito 1:8 anzi volonteroso albergatore de’ forestieri, amator de’ buoni, temperato, giusto, santo, continente. (I) Tito 1:9 Che ritenga fermamente la fedel parola, che è secondo ammaestramento; acciocchè sia sufficiente ad esortar nella sana dottrina, ed a convincere i contradicenti. (I) Tito 1:10 Perciocchè vi son molti ribelli cianciatori, e seduttori di menti; principalmente quei della circoncisione, a cui convien turare la bocca. (I) Tito 1:11 I quali sovverton le case intiere, insegnando le cose che non si convengono, per disonesto guadagno. (I) Tito 1:12 Uno di loro, lor proprio profeta, ha detto: I Cretesi son sempre bugiardi, male bestie, ventri pigri. (I) Tito 1:13 Questa testimonianza è verace; per questa cagione riprendili severamente, acciocchè sieno sani nella fede; (I) Tito 1:14 non attendendo a favole giudaiche, nè a comandamenti d’uomini che hanno a schifo la verità. (I) Tito 1:15 Ben è ogni cosa pura a’ puri; ma a’ contaminati ed infedeli, niente è puro; anzi e la mente e la coscienza loro è contaminata. (I) Tito 1:16 Fanno professione di conoscere Iddio, ma lo rinnegano con le opere, essendo abbominevoli e ribelli, e riprovati ad ogni buona opera. (I) Tito 2:1 MA tu, proponi le cose convenienti alla sana dottrina. (I) Tito 2:2 Che i vecchi sieno sobri, gravi, temperati, sani nella fede, nella carità, nella sofferenza. (I) Tito 2:3 Parimente, che le donne attempate abbiano un portamento convenevole a santità; non sieno calunniatrici, non serve di molto vino, ma maestre d’onestà. (I) Tito 2:4 Acciocchè ammaestrino le giovani ad esser modeste, ad amare i lor mariti, ed i loro figliuoli; (I) Tito 2:5 ad esser temperate, caste, a guardar la casa, ad esser buone, soggette a’ propri mariti; acciocchè la parola di Dio non sia bestemmiata. (I) Tito 2:6 Esorta simigliantemente i giovani che sieno temperati, (I) Tito 2:7 recando te stesso in ogni cosa per esempio di buone opere; mostrando nella dottrina integrità incorrotta, gravità, parlar sano, irreprensibile: (I) Tito 2:8 acciocchè l’avversario sia confuso, non avendo nulla di male da dir di voi. (I) Tito 2:9 Che i servi sieno soggetti a’ propri signori, compiacevoli in ogni cosa, non contradicenti; (I) Tito 2:10 che non usino frode, ma mostrino ogni buona lealtà; acciocchè in ogni cosa onorino la dottrina di Dio, Salvator nostro. (I) Tito 2:11 PERCIOCCHÈ la grazia salutare di Dio è apparita a tutti gli uomini; (I) Tito 2:12 ammaestrandoci che, rinunziando all’empietà, e alla mondane concupiscenze, viviamo nel presente secolo temperatamente, e giustamente, e piamente; (I) Tito 2:13 aspettando la beata speranza, e l’apparizione della gloria del grande Iddio, e Salvator nostro, Gesù Cristo. (I) Tito 2:14 Il quale ha dato sè stesso per noi, acciocchè ci riscattasse d’ogni iniquità, e ci purificasse per essergli un popolo acquistato in proprio, zelante di buone opere. (I) Tito 2:15 Proponi queste cose, ed esorta, e riprendi con ogni autorità di comandare. Niuno ti sprezzi. (I) Tito 3:1 Ricorda loro che sieno soggetti a’ principati, ed alle podestà; che sieno ubbidienti, preparati ad ogni buona opera. (I) Tito 3:2 Che non dican male di alcuno; che non sien contenziosi, ma benigni, mostrando ogni mansuetudine inverso tutti gli uomini. (I) Tito 3:3 Perciocchè ancora noi eravamo già insensati, ribelli, erranti, servendo a varie concupiscenze, e voluttà; menando la vita in malizia, ed invidia; odiosi, e odiando gli uni gli altri. (I) Tito 3:4 Ma, quando la benignità di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore inverso gli uomini è apparito, (I) Tito 3:5 egli ci ha salvati; non per opere giuste, che noi abbiam fatte; ma, secondo la sua misericordia, per lo lavacro della rigenerazione, e per lo rinnovamento dello Spirito Santo; (I) Tito 3:6 il quale egli ha copiosamente sparso sopra noi, per Gesù Cristo, nostro Salvatore. (I) Tito 3:7 Acciocchè, giustificati per la grazia d’esso, siam fatti eredi della vita eterna, secondo la nostra speranza. (I) Tito 3:8 Certa è questa parola, e queste cose voglio che tu affermi; acciocchè coloro che hanno creduto a Dio abbiano cura d’attendere a buone opere. Queste sono le cose buone ed utili agli uomini. (I) Tito 3:9 Ma fuggi le stolte quistioni, e le genealogie, e le contese e risse intorno alla legge; poichè sono inutili e vane. (I) Tito 3:10 Schiva l’uomo eretico, dopo la prima e la seconda ammonizione; (I) Tito 3:11 sapendo che il tale è sovvertito e pecca, essendo condannato da sè stesso. (I) Tito 3:12 QUANDO io avrò mandato a te Artema, o Tichico, studiati di venire a me in Nicopoli; perciocchè io son deliberato di passar quivi il verno. (I) Tito 3:13 Accommiata studiosamente Zena, il dottor della legge, ed Apollo; acciocchè nulla manchi loro. (I) Tito 3:14 Or imparino ancora i nostri d’attendere a buone opere per gli usi necessari, acciocchè non sieno senza frutto. (I) Tito 3:15 Tutti quelli che sono meco ti salutano. Saluta quelli che ci amano in fede. La grazia sia con tutti voi. Amen. (I) Filemone 1:1 PAOLO, prigione di Gesù Cristo, e il fratello Timoteo, a Filemone, nostro diletto, e compagno d’opera; (I) Filemone 1:2 ed alla diletta Appia, e ad Archippo, nostro compagno di milizia, ed alla chiesa che è in casa tua; (I) Filemone 1:3 grazia a voi e pace, da Dio Padre nostro, e dal Signor Gesù Cristo. (I) Filemone 1:4 Io rendo grazie all’Iddio mio, facendo sempre di te memoria nelle mie orazioni; (I) Filemone 1:5 udendo la tua carità, e la fede che tu hai inverso il Signore Gesù, e inverso tutti i santi; (I) Filemone 1:6 acciocchè la comunione della tua fede sia efficace, col far riconoscere tutto il bene che è in voi, inverso Cristo Gesù. (I) Filemone 1:7 Perciocchè noi abbiamo grande allegrezza e consolazione della tua carità; poichè le viscere dei santi siano state per te ricreate, fratello. (I) Filemone 1:8 PERCIÒ, benchè io abbia molta libertà in Cristo, di comandarti ciò che è del dovere; (I) Filemone 1:9 pur nondimeno, più tosto ti prego per carità così come sono, Paolo, vecchio, ed al presente ancora prigione di Gesù Cristo; (I) Filemone 1:10 ti prego, dico, per lo mio figliuolo Onesimo, il quale io ho generato ne’ miei legami. (I) Filemone 1:11 Il quale già ti fu disutile, ma ora è utile a te ed a me. (I) Filemone 1:12 Il quale io ho rimandato; or tu accoglilo, cioè, le mie viscere. (I) Filemone 1:13 Io lo voleva ritenere appresso di me, acciocchè in vece tua mi ministrasse nei legami dell’evangelo; (I) Filemone 1:14 ma non ho voluto far nulla senza il tuo parere; acciocchè il tuo beneficio non fosse come per necessità, ma di spontanea volontà. (I) Filemone 1:15 Perciocchè, forse per questa cagione egli si è dipartito da te per un breve tempo, acciocchè tu lo ricoveri in perpetuo; (I) Filemone 1:16 non più come servo, ma da più di servo, come caro fratello, a me sommamente; ora, quanto più a te, ed in carne, e nel Signore? (I) Filemone 1:17 Se dunque tu mi tieni per consorte, accoglilo come me stesso. (I) Filemone 1:18 Che se ti ha fatto alcun torto, o ti deve cosa alcuna, scrivilo a mia ragione. (I) Filemone 1:19 Io Paolo ho scritto questo di man propria, io lo pagherò, per non dirti che tu mi devi più di ciò, cioè te stesso. (I) Filemone 1:20 Deh! fratello, fammi pro in ciò nel Signore; ricrea le mie viscere nel Signore. (I) Filemone 1:21 Io ti ho scritto, confidandomi della tua ubbidienza, sapendo che tu farai eziandio sopra ciò che io dico. (I) Filemone 1:22 OR apparecchiami insieme ancora albergo; perciocchè io spero che per le vostre orazioni vi sarò donato. (I) Filemone 1:23 Epafra, prigione meco in Cristo Gesù, (I) Filemone 1:24 e Marco, ed Aristarco, e Dema, e Luca, miei compagni d’opera, ti salutano. (I) Filemone 1:25 La grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con lo spirito vostro. Amen. (I) Ebrei 1:1 AVENDO Iddio variamente, ed in molte maniere, parlato già anticamente a’ padri, ne’ profeti, in questi ultimi giorni, ha parlato a noi nel suo Figliuolo, (I) Ebrei 1:2 il quale egli ha costituito erede d’ogni cosa; per lo quale ancora ha fatti i secoli. (I) Ebrei 1:3 Il quale, essendo lo splendor della gloria, e l’impronta della sussistenza d’esso; e portando tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto per sè stesso il purgamento de’ nostri peccati, si è posto a sedere alla destra della Maestà, ne’ luoghi altissimi; (I) Ebrei 1:4 essendo fatto di tanto superiore agli angeli, quanto egli ha eredato un nome più eccellente ch’essi. (I) Ebrei 1:5 Perciocchè, a qual degli angeli disse egli mai: Tu sei il mio Figliuolo, oggi io ti ho generato? E di nuovo: Io gli sarò Padre, ed egli mi sarà Figliuolo? (I) Ebrei 1:6 Ed ancora, quando egli introduce il Primogenito nel mondo, dice: E adorinlo tutti gli angeli di Dio. (I) Ebrei 1:7 Inoltre, mentre degli angeli egli dice: Il qual fa dei venti suoi angeli, ed una fiamma di fuoco i suoi ministri, (I) Ebrei 1:8 del Figliuolo dice: O Dio, il tuo trono è ne’ secoli de’ secoli; lo scettro del tuo regno è uno scettro di dirittura. (I) Ebrei 1:9 Tu hai amata giustizia, ed hai odiata iniquità; perciò, Iddio, l’Iddio tuo, ti ha unto d’olio di letizia più che i tuoi pari. (I) Ebrei 1:10 E tu, Signore, nel principio fondasti la terra, ed i cieli son opere delle tue mani. (I) Ebrei 1:11 Essi periranno, ma tu dimori; ed invecchieranno tutti, a guisa di vestimento. (I) Ebrei 1:12 E tu li piegherai come una vesta, e saranno mutati; ma tu sei sempre lo stesso, e i tuoi anni non verranno giammai meno. (I) Ebrei 1:13 Ed a qual degli angeli disse egli mai: Siedi alla mia destra, finchè io abbia posti i tuoi nemici per iscannello de’ tuoi piedi? (I) Ebrei 1:14 Non son eglino tutti spiriti ministratori, mandati a servire, per amor di coloro che hanno ad eredar la salute? (I) Ebrei 2:1 PERCIÒ, conviene che vie maggiormente ci atteniamo alle cose udite, che talora non ce ne allontaniamo. (I) Ebrei 2:2 Perciocchè, se la parola pronunziata per gli angeli fu ferma; ed ogni trasgressione e disubbidienza ricevette giusta retribuzione; (I) Ebrei 2:3 come scamperemo noi, se trascuriamo una cotanta salute, la quale, essendo cominciata ad essere annunziata dal Signore, è stata confermata presso noi da coloro che lo aveano udito? (I) Ebrei 2:4 Rendendo Iddio a ciò testimonianza, con segni, e prodigi, e diverse potenti operazioni, e distribuzioni dello Spirito Santo, secondo la sua volontà? (I) Ebrei 2:5 Infatti non è agli angeli che egli ha sottoposto il mondo a venire, del quale parliamo. (I) Ebrei 2:6 Ma alcuno ha testimoniato in alcun luogo, dicendo: Che cosa è l’uomo, che tu ti ricordi di lui? o il figliuol dell’uomo, che tu ne abbia cura? (I) Ebrei 2:7 Tu l’hai fatto per un poco di tempo minor degli angeli; tu l’hai coronato di gloria e d’onore, e l’hai costituito sopra le opere delle tue mani; tu gli hai sottoposto ogni cosa sotto i piedi. (I) Ebrei 2:8 Perciocchè, in ciò ch’egli gli ha sottoposte tutte le cose, non ha lasciato nulla che non gli sia sottoposto. Ma pure ora non vediamo ancora che tutte le cose gli sieno sottoposte. (I) Ebrei 2:9 Ben vediamo però coronato di gloria e d’onore, per la passione della morte, Gesù, che è stato fatto per un poco di tempo minor degli angeli, acciocchè, per la grazia di Dio, gustasse la morte per tutti. (I) Ebrei 2:10 Perciocchè, egli era convenevole a colui, per cagion di cui, e per cui son tutte le cose, di consacrare per sofferenze il principe della salute di molti figliuoli, i quali egli avea da addurre a gloria. (I) Ebrei 2:11 Perciocchè, e colui che santifica, e coloro che son santificati son tutti d’uno; per la qual cagione egli non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: (I) Ebrei 2:12 Io predicherò il tuo nome a’ miei fratelli, io ti salmeggerò in mezzo della raunanza. (I) Ebrei 2:13 E di nuovo: Io mi confiderò in lui. E ancora: Ecco me, ed i fanciulli che Iddio mi ha donati. (I) Ebrei 2:14 Poi dunque che que’ fanciulli parteciparono la carne ed il sangue, egli simigliantemente ha partecipate le medesime cose; acciocchè per la morte distruggesse colui che ha l’imperio della morte, cioè il diavolo; (I) Ebrei 2:15 e liberasse tutti quelli che, per il timor della morte, eran per tutta la loro vita soggetti a servitù. (I) Ebrei 2:16 Poichè certo egli non viene in aiuto agli angeli, ma alla progenie d’Abrahamo. (I) Ebrei 2:17 Laonde è convenuto ch’egli fosse in ogni cosa simile a’ fratelli; acciocchè fosse misericordioso, e fedel sommo sacerdote, nelle cose appartenenti a Dio, per fare il purgamento de’ peccati del popolo. (I) Ebrei 2:18 Perciocchè in quanto ch’egli stesso, essendo tentato, ha sofferto, può sovvenire a coloro che son tentati. (I) Ebrei 3:1 LAONDE, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l’apostolo, e il sommo sacerdote della nostra professione, Gesù Cristo; (I) Ebrei 3:2 che è fedele a colui che lo ha costituito, siccome ancora fu Mosè in tutta la casa d’esso. (I) Ebrei 3:3 Perciocchè, di tanto maggior gloria che Mosè è costui stato reputato degno, quanto maggior gloria ha colui che ha fabbricata la casa, che la casa stessa. (I) Ebrei 3:4 Poichè ogni casa è fabbricata da alcuno; or colui che ha fabbricate tutte le cose è Dio. (I) Ebrei 3:5 E ben fu Mosè fedele in tutta la casa d’esso, come servitore, per testimoniar delle cose che si dovevano dire. (I) Ebrei 3:6 Ma Cristo è sopra la casa sua, come Figliuolo; e la sua casa siamo noi, se pur riteniamo ferma infino al fine la libertà, e il vanto della speranza. (I) Ebrei 3:7 Perciò, come dice lo Spirito Santo: (I) Ebrei 3:8 Oggi, se udite la sua voce, non indurate i cuori vostri, come nella ribellione, nel giorno della tentazione, nel deserto; (I) Ebrei 3:9 dove i vostri padri mi tentarono, fecer prova di me, e videro le mie opere, lo spazio di quarant’anni. (I) Ebrei 3:10 Perciò, io mi recai a noia quella generazione, e dissi: Sempre errano del cuore; ed anche non hanno conosciute le mie vie; (I) Ebrei 3:11 talchè giurai nell’ira mia: Se giammai entrano nel mio riposo. (I) Ebrei 3:12 Guardate, fratelli, che talora non vi sia in alcun di voi un cuor malvagio d’incredulità, per ritrarvi dall’Iddio vivente. (I) Ebrei 3:13 Anzi esortatevi gli uni gli altri tuttodì, mentre è nominato quest’oggi, acciocchè niun di voi sia indurato per inganno del peccato. (I) Ebrei 3:14 Poichè noi siamo stati fatti partecipi di Cristo, se pur riteniamo fermo infino al fine il principio della nostra sussistenza. (I) Ebrei 3:15 Mentre ci è detto: Oggi, se udite la sua voce, non indurate i cuori vostri, come nel dì della ribellione. (I) Ebrei 3:16 Perciocchè chi, avendola udita, si ribellò? Non furono eglino già tutti quelli ch’erano usciti d’Egitto per opera di Mosè? (I) Ebrei 3:17 Ora, chi furon coloro ch’egli si recò a noia lo spazio di quarant’anni? non furono eglino coloro che peccarono, i cui corpi caddero nel deserto? (I) Ebrei 3:18 Ed a’ quali giurò egli che non entrerebbero nel suo riposo, se non a quelli che furono increduli? (I) Ebrei 3:19 E noi vediamo che per l’incredulità non vi poterono entrare. (I) Ebrei 4:1 Temiamo adunque che talora, poichè vi resta una promessa d’entrar nel riposo d’esso, alcun di voi non paia essere stato lasciato addietro. (I) Ebrei 4:2 Poichè è stato evangelizzato a noi ancora, come a coloro; ma la parola della predicazione non giovò loro nulla, non essendo incorporata per la fede in coloro che l’aveano udita. (I) Ebrei 4:3 Perciocchè noi, che abbiam creduto, entriamo nel riposo siccome egli disse: Talchè io giurai nell’ira mia: Se giammai entrano nel mio riposo; e questo disse benchè le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del mondo. (I) Ebrei 4:4 Poichè egli ha in un certo luogo detto del settimo giorno: E Iddio si riposò al settimo giorno da tutte le opere sue. (I) Ebrei 4:5 E in questo luogo egli dice ancora: Se giammai entrano nel mio riposo. (I) Ebrei 4:6 Poichè dunque resta che alcuni entrino in esso, e quelli a cui fu prima evangelizzato per incredulità non vi entrarono, (I) Ebrei 4:7 egli determina di nuovo un giorno: Oggi, in Davide, dicendo, dopo cotanto tempo, come s’è già detto: Oggi, se udite la sua voce, non indurate i cuori vostri. (I) Ebrei 4:8 Perciocchè, se Giosuè li avesse messi nel riposo, Iddio non avrebbe dipoi parlato d’altro giorno. (I) Ebrei 4:9 Egli resta adunque un riposo di sabato al popolo di Dio. (I) Ebrei 4:10 Perciocchè colui che entra nel riposo d’esso si riposa anch’egli dalle sue opere, come Iddio dalle sue. (I) Ebrei 4:11 Studiamoci adunque d’entrare in quel riposo, acciocchè niuno cada per un medesimo esempio d’incredulità. (I) Ebrei 4:12 Perciocchè la parola di Dio è viva, ed efficace, e vie più acuta che qualunque spada a due tagli; e giunge fino alla divisione dell’anima e dello spirito, e delle giunture e delle midolle; ed è giudice de’ pensieri e delle intenzioni del cuore. (I) Ebrei 4:13 E non vi è creatura alcuna occulta davanti a colui al quale abbiamo da render ragione; anzi tutte le cose son nude e scoperte agli occhi suoi. (I) Ebrei 4:14 AVENDO adunque un gran sommo sacerdote, ch’è entrato ne’ cieli, Gesù, il Figliuol di Dio, riteniamo fermamente la professione della nostra fede. (I) Ebrei 4:15 Perciocchè noi non abbiamo un sommo sacerdote, che non possa compatire alle nostre infermità; anzi, che è stato tentato in ogni cosa simigliantemente, senza peccato. (I) Ebrei 4:16 Accostiamoci adunque con confidanza al trono della grazia, acciocchè otteniamo misericordia, e troviamo grazia, per soccorso opportuno. (I) Ebrei 5:1 Perciocchè ogni sommo sacerdote, assunto d’infra gli uomini, è costituito per gli uomini, nelle cose appartenenti a Dio, acciocchè offerisca offerte e sacrificii per li peccati; (I) Ebrei 5:2 potendo aver convenevol compassione degli ignoranti, ed erranti; poichè egli stesso ancora è circondato d’infermità. (I) Ebrei 5:3 E per esse infermità è obbligato d’offerir sacrificii per li peccati, così per sè stesso, come per lo popolo. (I) Ebrei 5:4 E niuno si prende da sè stesso quell’onore; ma colui l’ha, ch’è chiamato da Dio, come Aaronne. (I) Ebrei 5:5 Così ancora Cristo non si è glorificato sè stesso, per esser fatto sommo sacerdote; ma colui l’ha glorificato, che gli ha detto: Tu sei il mio Figliuolo, oggi io ti ho generato. (I) Ebrei 5:6 Siccome ancora altrove dice: Tu sei sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisedec. (I) Ebrei 5:7 Il quale a’ giorni della sua carne, avendo, con gran grido, e lagrime, offerte orazioni e supplicazioni, a colui che lo poteva salvar da morte; ed essendo stato esaudito per la sua pietà; (I) Ebrei 5:8 benchè fosse Figliuolo, pur dalle cose che sofferse imparò l’ubbidienza. (I) Ebrei 5:9 Ed essendo stato appieno consacrato, è stato fatto cagione di salute eterna a tutti coloro che gli ubbidiscono; (I) Ebrei 5:10 essendo nominato da Dio sommo sacerdote, secondo l’ordine di Melchisedec. (I) Ebrei 5:11 Del quale abbiamo a dir cose assai, e malagevoli a dichiarar con parole; perciocchè voi siete divenuti tardi d’orecchi. (I) Ebrei 5:12 Poichè, là dove voi dovreste esser maestri, rispetto al tempo, avete di nuovo bisogno che vi s’insegnino quali sieno gli elementi del principio degli oracoli di Dio; e siete venuti a tale, che avete bisogno di latte, e non di cibo sodo. (I) Ebrei 5:13 Perciocchè, chiunque usa il latte non ha ancora l’uso della parola della giustizia; poichè egli è un piccolo fanciullo. (I) Ebrei 5:14 Ma il cibo sodo è per i compiuti, i quali, per l’abitudine, hanno i sensi esercitati a discernere il bene ed il male. (I) Ebrei 6:1 Perciò, lasciata la parola del principio di Cristo, tendiamo alla perfezione, non ponendo di nuovo il fondamento del rinunziamento alla opere morte, e della fede in Dio; (I) Ebrei 6:2 e della dottrina de’ battesimi, e dell’imposizione delle mani, e della risurrezion de’ morti, e del giudicio eterno. (I) Ebrei 6:3 E ciò faremo, se Iddio lo permette. (I) Ebrei 6:4 Perciocchè egli è impossibile, che coloro che sono stati una volta illuminati, e che hanno gustato il dono celeste, e sono stati fatti partecipi dello Spirito Santo; (I) Ebrei 6:5 ed hanno gustata la buona parola di Dio, e le potenze del secolo a venire; (I) Ebrei 6:6 se cadono, sieno da capo rinnovati a ravvedimento; poichè di nuovo crocifiggono a sè stessi il Figliuol di Dio, e lo espongono ad infamia. (I) Ebrei 6:7 Perciocchè la terra, che beve la pioggia che viene spesse volte sopra essa, e produce erba comoda a coloro da’ quali altresì è coltivata, riceve benedizione da Dio. (I) Ebrei 6:8 Ma quella che porta spine e triboli, è riprovata, e vicina a maledizione; la cui fine è d’essere arsa. (I) Ebrei 6:9 Ora, diletti, noi ci persuadiamo di voi cose migliori, e che attengono alla salute; benchè parliamo in questa maniera. (I) Ebrei 6:10 Perciocchè Iddio non è ingiusto, per dimenticar l’opera vostra, e la fatica della carità che avete mostrata inverso il suo nome, avendo ministrato, e ministrando ancora a’ santi. (I) Ebrei 6:11 Ma desideriamo che ciascun di voi mostri infino al fine il medesimo zelo, alla piena certezza della speranza; (I) Ebrei 6:12 acciocchè non diveniate lenti; anzi siate imitatori di coloro che per fede e pazienza, eredano le promesse. (I) Ebrei 6:13 Perciocchè, facendo Iddio le promesse ad Abrahamo, perchè non potea giurare per alcun maggiore, giurò per sè stesso; (I) Ebrei 6:14 dicendo: Certo, io ti benedirò, e ti moltiplicherò grandemente. (I) Ebrei 6:15 E così egli, avendo aspettato con pazienza, ottenne la promessa. (I) Ebrei 6:16 Perciocchè gli uomini giurano bene per un maggiore, e pure il giuramento è per loro suprema conferma in ogni contesa. (I) Ebrei 6:17 Secondo ciò, volendo Iddio vie maggiormente dimostrare agli eredi della promessa come il suo consiglio è immutabile, intervenne con giuramento. (I) Ebrei 6:18 Acciocchè, per due cose immutabili, nelle quali egli è impossibile che Iddio abbia mentito, abbiamo ferma consolazione, noi, che ci siamo rifugiati in lui, per ottener la speranza propostaci. (I) Ebrei 6:19 La quale noi abbiamo, a guisa d’ancora sicura e ferma dell’anima, e che entra fino al didentro della cortina; (I) Ebrei 6:20 dov’è entrato per noi, come precursore, Gesù, fatto in eterno sommo sacerdote, secondo l’ordine di Melchisedec. (I) Ebrei 7:1 PERCIOCCHÈ, questo Melchisedec era re di Salem, sacerdote dell’Iddio Altissimo; il quale venne incontro ad Abrahamo, che ritornava dalla sconfitta dei re, e lo benedisse; (I) Ebrei 7:2 al quale ancora Abrahamo diede per parte sua la decima d’ogni cosa. E prima è interpretato: Re di giustizia; e poi ancora egli è nominato: Re di Salem, cioè: Re di pace; (I) Ebrei 7:3 senza padre, senza madre, senza genealogia; non avendo nè principio di giorni, nè fin di vita; anzi, rappresentato simile al Figliuol di Dio, dimora sacerdote in perpetuo. (I) Ebrei 7:4 Ora, considerate quanto grande fu costui, al quale Abrahamo il patriarca diede la decima delle spoglie. (I) Ebrei 7:5 Or quelli, d’infra i figliuoli di Levi, i quali ottengono il sacerdozio, hanno bene il comandamento, secondo la legge, di prender le decime dal popolo, cioè dai lor fratelli, benchè sieno usciti de’ lombi di Abrahamo. (I) Ebrei 7:6 Ma quel che non trae il suo legnaggio da loro decimò Abrahamo, e benedisse colui che avea le promesse. (I) Ebrei 7:7 Ora, fuor d’ogni contradizione, ciò che è minore è benedetto da ciò che è più eccellente. (I) Ebrei 7:8 Oltre a ciò, qui son gli uomini mortali che prendono le decime; ma là le prende colui di cui è testimoniato che egli vive. (I) Ebrei 7:9 E per dir così, in Abrahamo fu decimato Levi stesso, che prende le decime. (I) Ebrei 7:10 Perchè egli era ancora ne’ lombi del padre, quando Melchisedec l’incontrò. (I) Ebrei 7:11 Se adunque la perfezione era per il sacerdozio levitico poichè in su quello fu data la legge al popolo, che era egli più bisogno che sorgesse un altro sacerdote secondo l’ordine di Melchisedec, e che non fosse nominato secondo l’ordine d’Aaronne? (I) Ebrei 7:12 Perciocchè, mutato il sacerdozio, di necessità si fa ancor mutazione di legge. (I) Ebrei 7:13 Imperocchè colui, al cui riguardo queste cose son dette, è stato d’un’altra tribù, della quale niuno vacò mai all’altare. (I) Ebrei 7:14 Poichè egli è notorio che il Signor nostro è uscito di Giuda, per la qual tribù Mosè non disse nulla del sacerdozio. (I) Ebrei 7:15 E ciò è ancora vie più manifesto, poichè sorge un altro sacerdote alla somiglianza di Melchisedec. (I) Ebrei 7:16 Il quale, non secondo una legge di comandamento carnale, è stato fatto sacerdote; ma secondo una virtù di vita indissolubile. (I) Ebrei 7:17 Perciocchè egli testifica: Tu sei sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisedec. (I) Ebrei 7:18 Certo v’ha annullamento del comandamento precedente, per la sua debolezza, ed inutilità. (I) Ebrei 7:19 Poichè la legge non ha compiuto nulla; e v’ha d’altra parte introduzione d’una migliore speranza, per la quale ci accostiamo a Dio. (I) Ebrei 7:20 Ed anche, in quanto che ciò non si è fatto senza giuramento; perciocchè quelli sono stati fatti sacerdoti senza giuramento. (I) Ebrei 7:21 Ma questo con giuramento; per colui che gli dice: Il Signore ha giurato, e non se ne pentirà: Tu sei sacerdote in eterno, secondo l’ordine di Melchisedec. (I) Ebrei 7:22 D’un patto cotanto più eccellente è stato fatto Gesù mallevadore. (I) Ebrei 7:23 Oltre a ciò, coloro sono stati fatti sacerdoti più in numero; perciocchè per la morte erano impediti di durare. (I) Ebrei 7:24 Ma costui, perciocchè dimora in eterno, ha un sacerdozio che non trapassa ad un altro. (I) Ebrei 7:25 Laonde ancora può salvare appieno coloro, i quali per lui si accostano a Dio, vivendo sempre, per interceder per loro. (I) Ebrei 7:26 Perciocchè a noi conveniva un tal sommo sacerdote, che fosse santo, innocente, immacolato, separato da’ peccatori, e innalzato di sopra a’ cieli. (I) Ebrei 7:27 Il qual non abbia ogni dì bisogno, come que’ sommi sacerdoti, d’offerir sacrificii, prima per i suoi propri peccati, poi per quelli del popolo; poichè egli ha fatto questo una volta, avendo offerto sè stesso. (I) Ebrei 7:28 Perciocchè la legge costituisce sommi sacerdoti uomini, che hanno infermità; ma la parola del giuramento fatto dopo la legge costituisce il Figliuolo, che è stato appieno consacrato in eterno. (I) Ebrei 8:1 ORA, fra le cose suddette, il principal capo è: che noi abbiamo un sommo sacerdote, il qual si è posto a sedere alla destra del trono della Maestà, ne’ cieli; (I) Ebrei 8:2 ministro del santuario, e del vero tabernacolo, il quale il Signore ha piantato, e non un uomo. (I) Ebrei 8:3 Perciocchè ogni sommo sacerdote è costituito per offerir doni, e sacrificii; laonde è necessario che costui ancora abbia qualche cosa da offerire. (I) Ebrei 8:4 Ora, se egli fosse sopra la terra, non sarebbe neppure sacerdote, essendovi ancora i sacerdoti che offeriscon le offerte secondo la legge; (I) Ebrei 8:5 i quali servono alla rappresentazione ed all’ombra delle cose celesti; siccome fu da Dio detto a Mosè, che dovea compiutamente fabbricare il tabernacolo: Ora, guarda, diss’egli, che tu faccia ogni cosa secondo la forma, che ti è stata mostrata sul monte. (I) Ebrei 8:6 Ma ora Cristo ha ottenuto un tanto più eccellente ministerio, quanto egli è mediatore d’un patto migliore, fermato in su migliori promesse. (I) Ebrei 8:7 Poichè, se quel primo fosse stato senza difetto, non si sarebbe cercato luogo ad un secondo. (I) Ebrei 8:8 Perciocchè Iddio, querelandosi di loro, dice: Ecco, i giorni vengono, dice il Signore, ch’io fermerò con la casa d’Israele, e con la casa di Giuda, un patto nuovo. (I) Ebrei 8:9 Non secondo il patto ch’io feci co’ padri loro, nel giorno ch’io li presi per la mano, per trarli fuor del paese di Egitto; poichè essi non hanno perseverato nel mio patto; onde io li ho rigettati, dice il Signore. (I) Ebrei 8:10 Perciocchè questo sarà il patto ch’io farò con la casa d’Israele, dopo que’ giorni, dice il Signore: Io porrò le mie leggi nella mente loro, e le scriverò sopra i lor cuori; e sarò loro Dio, ed essi mi saranno popolo. (I) Ebrei 8:11 E non insegneranno ciascuno il suo prossimo, e ciascuno il suo fratello, dicendo: Conosci il Signore; perciocchè tutti mi conosceranno, dal minore al maggior di loro. (I) Ebrei 8:12 Perciocchè io perdonerò loro le loro iniquità, e non mi ricorderò più de’ lor peccati, e de’ lor misfatti. (I) Ebrei 8:13 Dicendo un nuovo patto, egli ha anticato il primiero; or quello ch’è anticato, ed invecchia, è vicino ad essere annullato. (I) Ebrei 9:1 IL primo patto adunque ebbe anche esso degli ordinamenti del servigio divino, e il santuario terreno. (I) Ebrei 9:2 Perciocchè il primo tabernacolo fu fabbricato, nel quale era il candelliere, e la tavola, e la presentazione de’ pani; il quale è detto: Il Luogo santo. (I) Ebrei 9:3 E dopo la seconda cortina, v’era il tabernacolo, detto: Il Luogo santissimo; (I) Ebrei 9:4 dov’era un turibolo d’oro, e l’arca del patto, coperta d’oro d’ogn’intorno; nel quale era ancora il vaso d’oro dove era la manna, e la verga d’Aaronne, ch’era germogliata, e le tavole del patto. (I) Ebrei 9:5 E di sopra ad essa arca, i cherubini della gloria, che adombravano il propiziatorio; delle quali cose non è da parlare ora a parte a parte. (I) Ebrei 9:6 Or essendo queste cose composte in questa maniera, i sacerdoti entrano bene in ogni tempo nel primo tabernacolo, facendo tutte le parti del servigio divino. (I) Ebrei 9:7 Ma il solo sommo sacerdote entra nel secondo una volta l’anno, non senza sangue, il quale egli offerisce per sè stesso, e per gli errori del popolo. (I) Ebrei 9:8 Lo Spirito Santo dichiarava con questo: che la via del santuario non era ancora manifestata, mentre il primo tabernacolo ancora sussisteva. (I) Ebrei 9:9 Il quale è una figura corrispondente al tempo presente, durante il quale si offeriscono doni e sacrificii, che non possono appieno purificare, quanto è alla coscienza, colui che fa il servigio divino; (I) Ebrei 9:10 essendo cose, che consistono solo in cibi, e bevande, e in varii lavamenti, ed ordinamenti per la carne; imposte fino al tempo della riforma. (I) Ebrei 9:11 Ma Cristo, sommo sacerdote de’ futuri beni, essendo venuto, per mezzo del tabernacolo che è maggiore e più perfetto, non fatto con mano, cioè non di questa creazione; (I) Ebrei 9:12 e non per sangue di becchi e di vitelli; ma per lo suo proprio sangue, è entrato una volta nel santuario, avendo acquistata una redenzione eterna. (I) Ebrei 9:13 Perciocchè, se il sangue de’ tori e de’ becchi, e la cenere della giovenca, sparsa sopra i contaminati, santifica alla purità della carne; (I) Ebrei 9:14 quanto più il sangue di Cristo, il quale per lo Spirito eterno ha offerto sè stesso puro d’ogni colpa a Dio, purificherà egli la vostra coscienza dalle opere morte, per servire all’Iddio vivente? (I) Ebrei 9:15 E perciò egli è mediatore del nuovo testamento; acciocchè, essendo intervenuta la morte per lo pagamento delle trasgressioni state sotto il primo testamento, i chiamati ricevano la promessa della eterna eredità. (I) Ebrei 9:16 Poichè, dov’è testamento, è necessario che intervenga la morte del testatore. (I) Ebrei 9:17 Perciocchè il testamento è fermo dopo la morte; poichè non vale ancora mentre vive il testatore. (I) Ebrei 9:18 Laonde la dedicazione del primo non fu fatta senza sangue. (I) Ebrei 9:19 Perciocchè, dopo che tutti i comandamenti, secondo la legge, furono da Mosè stati pronunziati a tutto il popolo; egli, preso il sangue de’ vitelli e de’ becchi, con acqua, e lana tinta in iscarlatto, ed isopo, ne spruzzò il libro stesso, e tutto il popolo; (I) Ebrei 9:20 dicendo: Questo è il sangue del patto, che Iddio ha ordinato esservi presentato. (I) Ebrei 9:21 Parimente ancora con quel sangue spruzzò il tabernacolo, e tutti gli arredi del servigio divino. (I) Ebrei 9:22 E presso che ogni cosa si purifica con sangue, secondo la legge; e senza spargimento di sangue non si fa remissione. (I) Ebrei 9:23 Egli era adunque necessario, poichè le cose rappresentanti quelle che son ne’ cieli sono purificate con queste cose; che anche le celesti stesse lo fossero con sacrificii più eccellenti di quelli. (I) Ebrei 9:24 Poichè Cristo non è entrato in un santuario fatto con mano, figura del vero; ma nel cielo stesso, per comparire ora davanti alla faccia di Dio per noi. (I) Ebrei 9:25 E non acciocchè offerisca più volte sè stesso, siccome il sommo sacerdote entra ogni anno una volta nel santuario con sangue che non è il suo. (I) Ebrei 9:26 Altrimenti gli sarebbe convenuto soffrir più volte dalla fondazione del mondo; ma ora, una volta, nel compimento de’ secoli, è apparito per annullare il peccato, per lo sacrificio di sè stesso. (I) Ebrei 9:27 E come agli uomini è imposto di morire una volta, e dopo ciò è il giudicio; (I) Ebrei 9:28 così ancora Cristo, essendo stato offerto una volta, per levare i peccati di molti, la seconda volta apparirà non più per espiare il peccato, ma a salute a coloro che l’aspettano. (I) Ebrei 10:1 Perciocchè la legge, avendo l’ombra de’ futuri beni, non l’immagine viva stessa delle cose, non può giammai, per que’ sacrificii che sono gli stessi ogni anno, i quali son del continuo offerti, santificar quelli che si accostano all’altare. (I) Ebrei 10:2 Altrimenti, sarebber restati d’essere offerti; perciocchè coloro che fanno il servigio divino, essendo una volta purificati, non avrebbero più avuta alcuna coscienza di peccati. (I) Ebrei 10:3 Ma per essi si fa ogni anno rammemorazion dei peccati. (I) Ebrei 10:4 Perciocchè egli è impossibile che il sangue di tori e di becchi, tolga i peccati. (I) Ebrei 10:5 Perciò, entrando egli nel mondo, dice: Tu non hai voluto sacrificio, nè offerta; ma tu mi hai apparecchiato un corpo. (I) Ebrei 10:6 Tu non hai gradito olocausti, nè sacrificii per lo peccato. (I) Ebrei 10:7 Allora io ho detto: Ecco, io vengo; egli è scritto di me nel rotolo del libro; io vengo per fare, o Dio, la tua volontà. (I) Ebrei 10:8 Avendo detto innanzi: Tu non hai voluto, nè gradito sacrificio, nè offerta, nè olocausti, nè sacrificio per lo peccato i quali si offeriscono secondo la legge, (I) Ebrei 10:9 egli aggiunge: Ecco, io vengo, per fare, o Dio, la tua volontà. Egli toglie il primo, per istabilire il secondo. (I) Ebrei 10:10 E per questa volontà siamo santificati, noi che lo siamo per l’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta. (I) Ebrei 10:11 E oltre a ciò, ogni sacerdote è in piè ogni giorno ministrando, ed offerendo spesse volte i medesimi sacrificii, i quali giammai non possono togliere i peccati. (I) Ebrei 10:12 Ma esso, avendo offerto un unico sacrificio per li peccati, si è posto a sedere in perpetuo alla destra di Dio; (I) Ebrei 10:13 nel rimanente, aspettando finchè i suoi nemici sieno posti per iscannello de’ suoi piedi. (I) Ebrei 10:14 Poichè per un’unica offerta, egli ha in perpetuo appieno purificati coloro che sono santificati. (I) Ebrei 10:15 Or lo Spirito Santo ancora ce lo testifica; perciocchè, dopo avere innanzi detto: (I) Ebrei 10:16 Quest’è il patto, che io farò con loro dopo que’ giorni; il Signore dice: Io metterò le mie leggi ne’ loro cuori, e le scriverò nelle lor menti. (I) Ebrei 10:17 E non mi ricorderò più de’ lor peccati, nè delle loro iniquità. (I) Ebrei 10:18 Ora, dov’è remissione di queste cose, non vi è più offerta per lo peccato. (I) Ebrei 10:19 AVENDO adunque, fratelli, libertà d’entrare nel santuario, in virtù del sangue di Gesù, (I) Ebrei 10:20 che è la via recente, e vivente, la quale egli ci ha dedicata, per la cortina, cioè per la sua carne, (I) Ebrei 10:21 ed un sommo sacerdote sopra la casa di Dio, (I) Ebrei 10:22 accostiamoci con un vero cuore, in piena certezza di fede, avendo i cuori cospersi e netti di mala coscienza, e il corpo lavato d’acqua pura. (I) Ebrei 10:23 Riteniamo ferma la confessione della nostra speranza; perciocchè fedele è colui che ha fatte le promesse. (I) Ebrei 10:24 E prendiam guardia gli uni agli altri, per incitarci a carità, ed a buone opere; (I) Ebrei 10:25 non abbandonando la comune nostra raunanza, come alcuni son usi di fare; ma esortandoci gli uni gli altri; e tanto più, che voi vedete approssimarsi il giorno. (I) Ebrei 10:26 Perciocchè, se noi pecchiamo volontariamente, dopo aver ricevuta la conoscenza della verità, ei non vi resta più sacrificio per i peccati; (I) Ebrei 10:27 ma una spaventevole aspettazione di giudizio, ed una infocata gelosia, che divorerà gli avversari. (I) Ebrei 10:28 Se alcuno ha rotta la legge di Mosè, muore senza misericordia, in sul dire di due o tre testimoni. (I) Ebrei 10:29 Di quanto peggior supplicio stimate voi che sarà reputato degno colui che avrà calpestato il Figliuol di Dio, ed avrà tenuto per profano il sangue del patto, col quale è stato santificato; ed avrà oltraggiato lo Spirito della grazia? (I) Ebrei 10:30 Poichè noi sappiamo chi è colui che ha detto: A me appartiene la vendetta, io farò la retribuzione, dice il Signore. E altrove: Il Signore giudicherà il suo popolo. (I) Ebrei 10:31 Egli è cosa spaventevole di cader nelle mani dell’Iddio vivente. (I) Ebrei 10:32 Ora, ricordatevi de’ giorni di prima, ne’ quali, dopo essere stati illuminati, voi avete sostenuto un gran combattimento di sofferenze; (I) Ebrei 10:33 parte, messi in ispettacolo per vituperii e tribolazioni; parte ancora, essendo fatti compagni di coloro che erano in tale stato. (I) Ebrei 10:34 Poichè avete ancora patito meco ne’ miei legami, ed avete ricevuta con allegrezza la ruberia de’ vostri beni, sapendo che avete una sostanza ne’ cieli, che è migliore e permanente. (I) Ebrei 10:35 Non gettate adunque via la vostra franchezza, la quale ha gran retribuzione. (I) Ebrei 10:36 Perciocchè voi avete bisogno di pazienza; acciocchè, avendo fatta la volontà di Dio, otteniate la promessa. (I) Ebrei 10:37 Imperocchè, fra qui e ben poco tempo, colui che deve venire verrà, e non tarderà. (I) Ebrei 10:38 E il giusto viverà per fede; ma se egli si sottrae, l’anima mia non lo gradisce. (I) Ebrei 10:39 Ora, quant’è a noi, non siamo da sottrarci, a perdizione; ma da credere, per far guadagno dell’anima. (I) Ebrei 11:1 OR la fede è una sussistenza delle cose che si sperano, ed una dimostrazione delle cose che non si veggono. (I) Ebrei 11:2 Perciocchè per essa fu resa testimonianza agli antichi. (I) Ebrei 11:3 Per fede intendiamo che i secoli sono stati composti per la parola di Dio; sì che le cose che si vedono non sono state fatte di cose apparenti. (I) Ebrei 11:4 Per fede Abele offerse a Dio sacrificio più eccellente che Caino; per la quale fu testimoniato ch’egli era giusto, rendendo Iddio testimonianza delle sue offerte; e per essa, dopo esser morto, parla ancora. (I) Ebrei 11:5 Per fede Enoc fu trasportato, per non veder la morte, e non fu trovato; perciocchè Iddio l’avea trasportato; poichè, avanti ch’egli fosse trasportato, fu di lui testimoniato ch’egli era piaciuto a Dio. (I) Ebrei 11:6 Ora, senza fede, è impossibile di piacergli; perciocchè colui che si accosta a Dio deve credere ch’egli è, e che egli è premiatore di coloro che lo ricercano. (I) Ebrei 11:7 Per fede Noè, ammonito per oracolo delle cose che non si vedevano ancora, avendo temuto, fabbricò, per la salvazione della sua famiglia, l’arca, per la quale egli condannò il mondo, e fu fatto erede della giustizia ch’è secondo la fede. (I) Ebrei 11:8 Per fede Abrahamo, essendo chiamato, ubbidì, per andarsene al luogo che egli avea da ricevere in eredità; e partì, non sapendo dove si andasse. (I) Ebrei 11:9 Per fede Abrahamo dimorò nel paese della promessa, come in paese strano, abitando in tende, con Isacco, e Giacobbe, coeredi della stessa promessa. (I) Ebrei 11:10 Perciocchè egli aspettava la città che ha i fondamenti, e il cui architetto e fabbricatore è Iddio. (I) Ebrei 11:11 Per fede ancora Sara stessa, essendo sterile, ricevette forza da concepir seme, e partorì fuor d’età; perciocchè reputò fedele colui che avea fatta la promessa. (I) Ebrei 11:12 Perciò ancora da uno, e quello già ammortato, son nati discendenti, in moltitudine come le stelle del cielo, e come le rena innumerabile che è lungo il lito del mare. (I) Ebrei 11:13 In fede son morti tutti costoro, non avendo ricevute le cose promesse; ma, avendole vedute di lontano, e credutele, e salutatele; ed avendo confessato ch’erano forestieri, e pellegrini sopra la terra. (I) Ebrei 11:14 Poichè coloro che dicono tali cose dimostrano che cercano una patria. (I) Ebrei 11:15 Che se pur si ricordavano di quella onde erano usciti, certo avean tempo da ritornarvi. (I) Ebrei 11:16 Ma ora ne desiderano una migliore, cioè, la celeste; perciò, Iddio non si vergogna di loro, d’esser chiamato lor Dio; poichè egli ha loro preparata una città. (I) Ebrei 11:17 Per fede Abrahamo, essendo provato, offerse Isacco; e colui che avea ricevute le promesse offerse il suo unigenito. (I) Ebrei 11:18 Egli, dico, a cui era stato detto: In Isacco ti sarà nominata progenie. (I) Ebrei 11:19 Avendo fatta ragione che Iddio era potente eziandio da suscitarlo da’ morti; onde ancora per similitudine lo ricoverò. (I) Ebrei 11:20 Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù, intorno a cose future. (I) Ebrei 11:21 Per fede Giacobbe, morendo, benedisse ciascuno de’ figliuoli di Giuseppe; e adorò, appoggiato sopra la sommità del suo bastone. (I) Ebrei 11:22 Per fede Giuseppe, trapassando, fece menzione dell’uscita de’ figliuoli d’Israele, e diede ordine intorno alle sue ossa. (I) Ebrei 11:23 Per fede Mosè, essendo nato, fu nascosto da suo padre e da sua madre, lo spazio di tre mesi; perciocchè vedevano il fanciullo bello; e non temettero il comandamento del re. (I) Ebrei 11:24 Per fede Mosè, essendo divenuto grande, rifiutò d’esser chiamato figliuolo della figliuola di Faraone; (I) Ebrei 11:25 eleggendo innanzi d’essere afflitto col popol di Dio, che d’aver per un breve tempo godimento di peccato; (I) Ebrei 11:26 avendo reputato il vituperio di Cristo ricchezza maggiore de’ tesori di Egitto; perciocchè egli riguardava alla rimunerazione. (I) Ebrei 11:27 Per fede lasciò l’Egitto, non avendo temuta l’ira del re; perciocchè egli stette costante, come veggendo l’invisibile. (I) Ebrei 11:28 Per fede fece la pasqua, e lo spruzzamento del sangue; acciocchè colui che distruggeva i primogeniti non toccasse gli Ebrei. (I) Ebrei 11:29 Per fede passarono il Mar rosso, come per l’asciutto; il che tentando fare gli Egizi, furono abissati. (I) Ebrei 11:30 Per fede caddero le mura di Gerico, essendo state circuite per sette giorni. (I) Ebrei 11:31 Per fede Raab, la meretrice, avendo accolte le spie in pace, non perì con gli increduli. (I) Ebrei 11:32 E che dirò io di più? poichè il tempo mi verrebbe meno, se imprendessi a raccontar di Gedeone, e di Barac, e di Sansone, e di Iefte, e di Davide, e di Samuele, e de’ profeti. (I) Ebrei 11:33 I quali per fede vinsero regni, operarono giustizia, ottennero promesse, turarono le gole de’ leoni, (I) Ebrei 11:34 spensero la forza del fuoco, scamparono i tagli delle spade, guarirono d’infermità, divennero forti in guerra, misero in fuga i campi degli stranieri. (I) Ebrei 11:35 Le donne ricuperarono per risurrezione i lor morti; ed altri furon fatti morire di battiture, non avendo accettata la liberazione, per ottenere una migliore risurrezione. (I) Ebrei 11:36 Altri ancora provarono scherni e flagelli; ed anche legami e prigione. (I) Ebrei 11:37 Furon lapidati, furon segati, furon tentati; morirono uccisi con la spada, andarono attorno in pelli di pecore e di capre; bisognosi, afflitti, (I) Ebrei 11:38 maltrattati de’ quali non era degno il mondo, erranti in deserti, e monti, e spelonche, e nelle grotte della terra. (I) Ebrei 11:39 E pur tutti costoro, alla cui fede la scrittura rende testimonianza, non ottennero la promessa. (I) Ebrei 11:40 Avendo Iddio provveduto qualche cosa di meglio per noi, acciocchè non pervenissero al compimento senza noi. (I) Ebrei 12:1 PERCIÒ, ancor noi, avendo intorno a noi un cotanto nuvolo di testimoni, deposto ogni fascio, e il peccato che è atto a darci impaccio, corriamo con perseveranza il palio propostoci, (I) Ebrei 12:2 riguardando a Gesù, capo, e compitor della fede; il quale, per la letizia che gli era posta innanzi, sofferse la croce, avendo sprezzato il vituperio; e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio. (I) Ebrei 12:3 Perciocchè, considerate attentamente chi è colui che sostenne una tal contradizione de’ peccatori contro a sè; acciocchè, venendo meno nell’animo, non siate sopraffatti. (I) Ebrei 12:4 Voi non avete ancora contrastato fino al sangue, combattendo contro al peccato. (I) Ebrei 12:5 Ed avete dimenticata l’esortazione, che vi parla come a figliuoli: Figliuol mio, non far poca stima del castigamento del Signore, e non perdere animo, quando tu sei da lui ripreso. (I) Ebrei 12:6 Perciocchè il Signore castiga chi egli ama, e flagella ogni figliuolo ch’egli gradisce. (I) Ebrei 12:7 Se voi sostenete il castigamento, Iddio si presenta a voi come a figliuoli; perciocchè, quale è il figliuolo, che il padre non castighi? (I) Ebrei 12:8 Che se siete senza castigamento, del qual tutti hanno avuta la parte loro, voi siete dunque bastardi, e non figliuoli. (I) Ebrei 12:9 Oltre a ciò, ben abbiamo avuti per castigatori i padri della nostra carne, e pur li abbiam riveriti; non ci sottoporremo noi molto più al Padre degli spiriti, e viveremo? (I) Ebrei 12:10 Poichè quelli, per pochi giorni, come parea loro, ci castigavano; ma questo ci castiga per util nostro, acciocchè siamo partecipi della sua santità. (I) Ebrei 12:11 Or ogni castigamento par bene per l’ora presente non esser d’allegrezza anzi di tristizia; ma poi rende un pacifico frutto di giustizia a quelli che sono stati per esso esercitati. (I) Ebrei 12:12 PERCIÒ, ridirizzate le mani rimesse, e le ginocchia vacillanti. (I) Ebrei 12:13 E fate diritti sentieri a’ piedi vostri; acciocchè ciò che è zoppo non si smarrisca dalla via, anzi più tosto sia risanato. (I) Ebrei 12:14 Procacciate pace con tutti, e la santificazione, senza la quale niuno vedrà il Signore. (I) Ebrei 12:15 Prendendo guardia che niuno scada dalla grazia di Dio; che radice alcuna d’amaritudine, germogliando in su, non vi turbi; e che per essa molti non sieno infetti. (I) Ebrei 12:16 Che niuno sia fornicatore, o profano, come Esaù, il quale, per una vivanda, vendette la sua ragione di primogenitura. (I) Ebrei 12:17 Poichè voi sapete che anche poi appresso, volendo eredar la benedizione, fu riprovato; perciocchè non trovò luogo a pentimento, benchè richiedesse quella con lagrime. (I) Ebrei 12:18 Imperocchè voi non siete venuti al monte che si toccava con la mano, ed al fuoco acceso, ed al turbo, ed alla caligine, ed alla tempesta; (I) Ebrei 12:19 ed al suon della tromba, ed alla voce delle parole, la quale coloro che l’udirono richiesero che non fosse loro più parlato. (I) Ebrei 12:20 Perciocchè non potevano portare ciò che era ordinato: che se pure una bestia toccasse il monte, fosse lapidata o saettata. (I) Ebrei 12:21 E tanto era spaventevole ciò che appariva Mosè disse: Io son tutto spaventato e tremante. (I) Ebrei 12:22 Anzi voi siete venuti al monte di Sion, ed alla Gerusalemme celeste, che è la città dell’Iddio vivente; ed alle migliaia degli angeli; (I) Ebrei 12:23 all’universal raunanza, ed alla chiesa de’ primogeniti scritti ne’ cieli; e a Dio, giudice di tutti; ed agli spiriti de’ giusti compiuti. (I) Ebrei 12:24 Ed a Gesù mediatore del nuovo patto; ed al sangue dello spargimento, che pronunzia cose migliori che quello di Abele. (I) Ebrei 12:25 Guardate che non rifiutiate colui che parla; perciocchè, se quelli non iscamparono, avendo rifiutato colui che rendeva gli oracoli sopra la terra; quanto meno scamperemo noi, se rifiutiamo colui che parla dal cielo? (I) Ebrei 12:26 La cui voce allora commosse la terra; ma ora egli ha dinunziato, dicendo: Ancora una volta io commoverò, non sol la terra, ma ancora il cielo. (I) Ebrei 12:27 Or quello: Ancora una volta, significa il sovvertimento delle cose commosse, come essendo state fatte; acciocchè quelle che non si commovono dimorino ferme. (I) Ebrei 12:28 Perciocchè, ricevendo il regno che non può esser commosso riteniamo la grazia, per la quale serviamo gratamente a Dio, con riverenza, e timore. (I) Ebrei 12:29 Perciocchè anche l’Iddio nostro è un fuoco consumante. (I) Ebrei 13:1 L’amor fraterno dimori fra voi. Non dimenticate l’ospitalità; (I) Ebrei 13:2 perciocchè per essa alcuni albergarono già degli angeli, senza saperlo. (I) Ebrei 13:3 Ricordatevi de’ prigioni, come essendo lor compagni di prigione; di quelli che sono afflitti, come essendo ancora voi nel corpo. (I) Ebrei 13:4 Il matrimonio e il letto immacolato sia onorevole fra tutti; ma Iddio giudicherà i fornicatori e gli adulteri. (I) Ebrei 13:5 Sieno i costumi vostri senza avarizia, essendo contenti delle cose presenti; perciocchè egli stesso ha detto: Io non ti lascerò, e non ti abbandonerò. (I) Ebrei 13:6 Talchè possiam dire in confidanza: Il Signore è il mio aiuto; ed io non temerò ciò che mi può far l’uomo. (I) Ebrei 13:7 Ricordatevi de’ vostri conduttori, i quali vi hanno annunziata la parola di Dio; la cui fede imitate, considerando la fine della loro condotta. (I) Ebrei 13:8 Gesù Cristo è lo stesso ieri, ed oggi, e in eterno. (I) Ebrei 13:9 Non siate trasportati qua e là per varie e strane dottrine; perciocchè egli è bene che il cuor sia stabilito per grazia, non per vivande; dalle quali non han ricevuto alcun giovamento coloro che sono andati dietro ad esse. (I) Ebrei 13:10 Noi abbiamo un altare, del qual non hanno podestà di mangiar coloro che servono al tabernacolo. (I) Ebrei 13:11 Perciocchè i corpi degli animali, il cui sangue è portato dal sommo sacerdote dentro al santuario per lo peccato, son arsi fuori del campo. (I) Ebrei 13:12 Perciò ancora Gesù, acciocchè santificasse il popolo per lo suo proprio sangue, ha sofferto fuor della porta. (I) Ebrei 13:13 Usciamo adunque a lui fuor del campo, portando il suo vituperio. (I) Ebrei 13:14 Perciocchè noi non abbiam qui una città stabile, anzi ricerchiamo la futura. (I) Ebrei 13:15 Per lui adunque offeriamo del continuo a Dio sacrificii di lode, cioè: il frutto delle labbra confessanti il suo nome. (I) Ebrei 13:16 E non dimenticate la beneficenza, e di far parte agli altri dei vostri beni; poichè per tali sacrificii si rende servigio grato a Dio. (I) Ebrei 13:17 Ubbidite a’ vostri conduttori, e sottomettetevi loro; perchè essi vegliano per le anime vostre, come avendone a render ragione; acciocchè facciano questo con allegrezza, e non sospirando; perciocchè quello non vi sarebbe d’alcun utile. (I) Ebrei 13:18 Pregate per noi; perciocchè noi ci confidiamo d’aver buona coscienza, desiderando di condurci onestamente in ogni cosa. (I) Ebrei 13:19 E vie più vi prego di far questo, acciocchè più presto io vi sia restituito. (I) Ebrei 13:20 OR l’Iddio della pace, che ha tratto da’ morti il Signor nostro Gesù Cristo, il gran Pastor delle pecore, per il sangue del patto eterno, (I) Ebrei 13:21 vi renda compiuti in ogni buona opera, per far la sua volontà, operando in voi ciò ch’è grato nel suo cospetto, per Gesù Cristo; al qual sia la gloria ne’ secoli de’ secoli. Amen. (I) Ebrei 13:22 Ora, fratelli, comportate, vi prego, il ragionamento dell’esortazione; poichè io vi ho scritto brevemente. (I) Ebrei 13:23 Sappiate che il fratel Timoteo è liberato; col quale, se viene tosto, vi vedrò. (I) Ebrei 13:24 Salutate tutti i vostri conduttori, e tutti i santi. Quei d’Italia vi salutano. (I) Ebrei 13:25 La grazia sia con tutti voi. Amen. (I) Giacomo 1:1 GIACOMO, servitor di Dio, e del Signor Gesù Cristo, alle dodici tribù, che son nella dispersione; salute. (I) Giacomo 1:2 REPUTATE compiuta allegrezza, fratelli miei, quando sarete caduti in diverse tentazioni; (I) Giacomo 1:3 sapendo che la prova della vostra fede produce pazienza. (I) Giacomo 1:4 Or abbia la pazienza un’opera compiuta; acciocchè voi siate compiuti ed intieri, non mancando di nulla. (I) Giacomo 1:5 Che se alcun di voi manca di sapienza, chieggala a Dio, che dona a tutti liberalmente, e non fa onta, e gli sarà donata. (I) Giacomo 1:6 Ma chieggala in fede, senza star punto in dubbio; perciocchè chi sta in dubbio è simile al fiotto del mare, agitato dal vento e dimenato. (I) Giacomo 1:7 Imperocchè, non pensi già quel tal uomo di ricever nulla dal Signore; (I) Giacomo 1:8 essendo uomo doppio di cuore, instabile in tutte le sue vie. (I) Giacomo 1:9 Or il fratello che è in basso stato si glorii della sua altezza. (I) Giacomo 1:10 E il ricco, della sua bassezza; perciocchè egli trapasserà come fior d’erba. (I) Giacomo 1:11 Imperocchè, come quando è levato il sole con l’arsura, egli ha tosto seccata l’erba, e il suo fiore è caduto, e la bellezza della sua apparenza è perita, così ancora si appasserà il ricco nelle sue vie. (I) Giacomo 1:12 Beato l’uomo che sopporta la tentazione; perciocchè, essendosi reso approvato, egli riceverà la corona della vita, la quale il Signore ha promessa a coloro che l’amano. (I) Giacomo 1:13 Niuno, essendo tentato, dica: Io son tentato da Dio; poichè Iddio non può esser tentato di mali, e altresì non tenta alcuno. (I) Giacomo 1:14 Ma ciascuno è tentato, essendo attratto e adescato dalla propria concupiscenza. (I) Giacomo 1:15 Poi appresso, la concupiscenza, avendo conceputo, partorisce il peccato; e il peccato, essendo compiuto, genera la morte. (I) Giacomo 1:16 Non errate, fratelli miei diletti: (I) Giacomo 1:17 ogni buona donazione, ed ogni dono perfetto, è da alto, discendendo dal padre dei lumi, nel quale non vi è mutamento, nè ombra di cambiamento. (I) Giacomo 1:18 Egli ci ha di sua volontà generati per la parola della verità, acciocchè siamo in certo modo le primizie delle sue creature. (I) Giacomo 1:19 PERCIÒ, fratelli miei diletti, sia ogni uomo pronto all’udire, tardo al parlare, lento all’ira. (I) Giacomo 1:20 Perciocchè l’ira dell’uomo non mette in opera la giustizia di Dio. (I) Giacomo 1:21 Perciò, deposta ogni lordura, e feccia di malizia, ricevete con mansuetudine la parola innestata in voi, la quale può salvar le anime vostre. (I) Giacomo 1:22 E siate facitori della parola, e non solo uditori; ingannando voi stessi. (I) Giacomo 1:23 Perciocchè, se alcuno è uditor della parola, e non facitore, egli è simile ad un uomo che considera la sua natia faccia in uno specchio. (I) Giacomo 1:24 Imperocchè, dopo ch’egli si è mirato, egli se ne va, e subito ha dimenticato quale egli fosse. (I) Giacomo 1:25 Ma chi avrà riguardato bene addentro nella legge perfetta, che è la legge della libertà, e sarà perseverato; esso, non essendo uditore dimentichevole, ma facitor dell’opera, sarà beato nel suo operare. (I) Giacomo 1:26 Se alcuno pare esser religioso fra voi, e non tiene a freno la sua lingua, ma seduce il cuor suo, la religion di quel tale è vana. (I) Giacomo 1:27 La religione pura ed immacolata, dinanzi a Dio e Padre, è questa; visitar gli orfani, e le vedove, nelle loro afflizioni; e conservarsi puro dal mondo. (I) Giacomo 2:1 FRATELLI miei, non abbiate la fede della gloria di Gesù Cristo, Signor nostro, con riguardi alle qualità delle persone. (I) Giacomo 2:2 Perciocchè, se nella vostra raunanza entra un uomo con l’anel d’oro, in vestimento splendido; e v’entra parimente un povero, in vestimento sozzo; (I) Giacomo 2:3 e voi riguardate a colui che porta il vestimento splendido, e gli dite: Tu, siedi qui onorevolmente; e al povero dite: Tu, stattene quivi in piè, o siedi qui sotto allo scannello de’ miei piedi; (I) Giacomo 2:4 non avete voi fatta differenza in voi stessi? e non siete voi divenuti de’ giudici con malvagi pensieri? (I) Giacomo 2:5 Ascoltate, fratelli miei diletti: non ha Iddio eletti i poveri del mondo, per esser ricchi in fede, ed eredi dell’eredità ch’egli ha promessa a coloro che l’amano? (I) Giacomo 2:6 Ma voi avete disonorato il povero. I ricchi non son eglino quelli che vi tiranneggiano? non son eglino quelli che vi traggono alle corti? (I) Giacomo 2:7 Non son eglino quelli che bestemmiano il buon nome, del quale voi siete nominati? (I) Giacomo 2:8 Se invero voi adempiete la legge reale, secondo la scrittura: Ama il tuo prossimo, come te stesso, fate bene. (I) Giacomo 2:9 Ma, se avete riguardo alla qualità delle persone, voi commettete peccato, essendo dalla legge convinti, come trasgressori. (I) Giacomo 2:10 Perciocchè, chiunque avrà osservata tutta la legge, ed avrà fallito in un sol capo, è colpevole di tutti. (I) Giacomo 2:11 Poichè colui che ha detto: Non commettere adulterio; ha ancor detto: Non uccidere; che se tu non commetti adulterio, ma uccidi, tu sei divenuto trasgressor della legge. (I) Giacomo 2:12 Così parlate, e così operate, come avendo da esser giudicati per la legge della libertà. (I) Giacomo 2:13 Perciocchè il giudicio senza misericordia sarà contro a colui che non avrà usata misericordia; e misericordia si gloria contro a giudicio. (I) Giacomo 2:14 CHE utilità vi è, fratelli miei, se alcuno dice d’aver fede, e non ha opere? può la fede salvarlo? (I) Giacomo 2:15 Che se un fratello, o sorella, son nudi, e bisognosi del nudrimento cotidiano; (I) Giacomo 2:16 ed alcun di voi dice loro: Andatevene in pace, scaldatevi, e satollatevi; e voi non date loro i bisogni del corpo; qual pro fate loro? (I) Giacomo 2:17 Così ancora la fede a parte, se non ha le opere, è per sè stessa morta. (I) Giacomo 2:18 Anzi alcuno dirà; Tu hai la fede, ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, ed io ti mostrerò la fede mia per le mie opere. (I) Giacomo 2:19 Tu credi che Iddio è un solo; ben fai; i demoni lo credono anch’essi, e tremano. (I) Giacomo 2:20 Ora, o uomo vano, vuoi tu conoscere che la fede senza le opere è morta? (I) Giacomo 2:21 Non fu Abrahamo, nostro padre, giustificato per le opere, avendo offerto il suo figliuolo Isacco sopra l’altare? (I) Giacomo 2:22 Tu vedi che la fede operava insieme con le opere d’esso, e che per le opere la fede fu compiuta. (I) Giacomo 2:23 E fu adempiuta la scrittura, che dice: Ed Abrahamo credette a Dio, e ciò gli fu imputato a giustizia; ed egli fu chiamato: Amico di Dio. (I) Giacomo 2:24 Voi vedete adunque che l’uomo è giustificato per le opere, e non per la fede solamente. (I) Giacomo 2:25 Simigliantemente ancora non fu Raab, la meretrice, giustificata per le opere, avendo accolti i messi, e mandatili via per un altro cammino? (I) Giacomo 2:26 Poichè, siccome il corpo senza spirito è morto, così ancora la fede senza le opere è morta. (I) Giacomo 3:1 FRATELLI miei, non siate molti maestri; sapendo che noi ne riceveremo maggior condannazione. (I) Giacomo 3:2 Poichè tutti falliamo in molte cose; se alcuno non fallisce nel parlare, esso è uomo compiuto, e può tenere a freno eziandio tutto il corpo. (I) Giacomo 3:3 Ecco, noi mettiamo i freni nelle bocche de’ cavalli, acciocchè ci ubbidiscano, e facciamo volgere tutto il corpo loro. (I) Giacomo 3:4 Ecco ancora le navi, benchè sieno cotanto grandi, e che sieno sospinte da fieri venti, son volte con un piccolissimo timone, dovunque il movimento di colui che le governa vuole. (I) Giacomo 3:5 Così ancora la lingua è un piccol membro, e si vanta di gran cose. Ecco, un piccol fuoco quante legne incende! (I) Giacomo 3:6 La lingua altresì è un fuoco, è il mondo dell’iniquità; così dentro alle nostre membra è posta la lingua, la qual contamina tutto il corpo, e infiamma la ruota della vita, ed è infiammata dalla geenna. (I) Giacomo 3:7 Poichè ogni generazione di fiere, e d’uccelli, e di rettili, e d’animali marini, si doma ed è stata domata dalla natura umana; (I) Giacomo 3:8 ma niun uomo può domar la lingua; ella è un male che non si può rattenere; è piena di mortifero veleno. (I) Giacomo 3:9 Per essa benediciamo Iddio e Padre; e per essa malediciamo gli uomini, che son fatti alla simiglianza di Dio. (I) Giacomo 3:10 D’una medesima bocca procede benedizione e maledizione. Non bisogna, fratelli miei, che queste cose si facciano in questa maniera. (I) Giacomo 3:11 La fonte sgorga ella da una medesima buca il dolce e l’amaro? (I) Giacomo 3:12 Può, fratelli miei, un fico fare ulive, o una vite fichi? così niuna fonte può gettare acqua salsa, e dolce. (I) Giacomo 3:13 CHI è savio e saputo, fra voi? mostri, per la buona condotta, le sue opere, con mansuetudine di sapienza. (I) Giacomo 3:14 Ma, se voi avete nel cuor vostro invidia amara e contenzione, non vi gloriate contro alla verità, e non mentite contro ad essa. (I) Giacomo 3:15 Questa non è la sapienza che discende da alto; anzi è terrena, animale, diabolica. (I) Giacomo 3:16 Perciocchè, dov’è invidia e contenzione, ivi è turbamento ed opera malvagia. (I) Giacomo 3:17 Ma la sapienza che è da alto prima è pura, poi pacifica, moderata, arrendevole, piena di misericordia e di frutti buoni, senza parzialità, e senza ipocrisia. (I) Giacomo 3:18 Or il frutto della giustizia si semina in pace da coloro che si adoperano alla pace. (I) Giacomo 4:1 ONDE vengon le guerre, e le contese fra voi? non è egli da questo, cioè dalle vostre voluttà, che guerreggiano nelle vostre membra? (I) Giacomo 4:2 Voi bramate, e non avete; voi uccidete, e procacciate a gara, e non potete ottenere; voi combattete e guerreggiate, e non avete; perciocchè non domandate. (I) Giacomo 4:3 Voi domandate, e non ricevete; perciocchè domandate male, per ispender ne’ vostri piaceri. (I) Giacomo 4:4 Adulteri ed adultere, non sapete voi che l’amicizia del mondo è inimicizia contro a Dio? colui adunque che vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio. (I) Giacomo 4:5 Pensate voi che la scrittura dica in vano: Lo spirito che abita in voi appetisce ad invidia? (I) Giacomo 4:6 Ma egli dà vie maggior grazia; perciò dice: Iddio resiste a’ superbi, e dà grazia agli umili. (I) Giacomo 4:7 Sottomettetevi adunque a Dio, contrastate al diavolo, ed egli fuggirà da voi. (I) Giacomo 4:8 Appressatevi a Dio, ed egli si appresserà a voi: nettate le vostre mani o peccatori; e purificate i cuori vostri, o doppi d’animo. (I) Giacomo 4:9 Siate afflitti, e fate cordoglio, e piangete; sia il vostro riso convertito in duolo, e l’allegrezza in tristizia. (I) Giacomo 4:10 Umiliatevi nel cospetto del Signore, ed egli v’innalzerà. (I) Giacomo 4:11 Non parlate gli uni contro agli altri, fratelli; chi parla contro al fratello, e giudica il suo fratello, parla contro alla legge, e giudica la legge; ora, se tu condanni la legge, tu non sei facitor della legge, ma giudice. (I) Giacomo 4:12 V’è un solo Legislatore, il qual può salvare, e perdere; ma tu, chi sei, che tu condanni altrui? (I) Giacomo 4:13 OR su, voi che dite: Oggi, o domani, andremo in tal città, ed ivi dimoreremo un anno, e mercateremo, e guadagneremo. (I) Giacomo 4:14 Che non sapete ciò che sarà domani; perciocchè, qual’è la vita vostra? poich’ella è un vapore, che apparisce per un poco di tempo, e poi svanisce. (I) Giacomo 4:15 Invece di dire: Se piace al Signore, e se siamo in vita, noi farem questo o quello. (I) Giacomo 4:16 E pure ora voi vi vantate nelle vostre vane glorie; ogni tal vanto è cattivo. (I) Giacomo 4:17 Vi è adunque peccato a colui che sa fare il bene, e non lo fa. (I) Giacomo 5:1 OR su al presente, ricchi, piangete, urlando per le miserie vostre, che sopraggiungono. (I) Giacomo 5:2 Le vostre ricchezze son marcite, e i vostri vestimenti sono stati rosi dalle tignuole. (I) Giacomo 5:3 L’oro e l’argento vostro è arrugginito e la lor ruggine sarà in testimonianza contro a voi, e divorerà le vostre carni, a guisa di fuoco; voi avete fatto un tesoro per gli ultimi giorni. (I) Giacomo 5:4 Ecco, il premio degli operai che hanno mietuti i vostri campi, del quale sono stati frodati da voi, grida; e le grida di coloro che hanno mietuto sono entrate nelle orecchie del Signor degli eserciti. (I) Giacomo 5:5 Voi siete vissuti sopra la terra in delizie e morbidezze; voi avete pasciuti i cuori vostri, come in giorno di solenne convito. (I) Giacomo 5:6 Voi avete condannato, voi avete ucciso il giusto; egli non vi resiste. (I) Giacomo 5:7 ORA dunque, fratelli, siete pazienti fino alla venuta del Signore; ecco, il lavoratore aspetta il prezioso frutto della terra con pazienza, finchè quello abbia ricevuta la pioggia della prima e dell’ultima stagione. (I) Giacomo 5:8 Siate ancor voi pazienti; raffermate i cuori vostri; perciocchè l’avvenimento del Signore è vicino. (I) Giacomo 5:9 Non sospirate gli uni contro agli altri, fratelli; acciocchè non siate giudicati; ecco il giudice è alla porta. (I) Giacomo 5:10 Fratelli miei, prendete per esempio d’afflizione e di pazienza, i profeti, i quali hanno parlato nel Nome del Signore. (I) Giacomo 5:11 Ecco, noi predichiamo beati coloro che hanno sofferto; voi avete udita la pazienza di Giobbe, ed avete veduto il fine del Signore; poichè il Signore è grandemente pietoso e misericordioso. (I) Giacomo 5:12 Ora, innanzi ad ogni cosa, fratelli miei, non giurate nè per lo cielo, nè per la terra; nè fate alcun altro giuramento; anzi sia il vostro sì, sì, il no, no; acciocchè non cadiate in giudicio. (I) Giacomo 5:13 Evvi alcun di voi afflitto? ori; evvi alcuno d’animo lieto? salmeggi. (I) Giacomo 5:14 È alcuno di voi infermo? chiami gli anziani della chiesa, ed orino essi sopra lui, ungendolo d’olio, nel nome del Signore. (I) Giacomo 5:15 E l’orazione della fede salverà il malato, e il Signore lo rileverà; e s’egli ha commessi de’ peccati, gli saranno rimessi. (I) Giacomo 5:16 Confessate i falli gli uni agli altri, ed orate gli uni per gli altri, acciocchè siate sanati; molto può l’orazione del giusto, fatta con efficacia. (I) Giacomo 5:17 Elia era uomo sottoposto a medesime passioni come noi, e pur per orazione richiese che non piovesse, e non piovve sopra la terra lo spazio di tre anni e sei mesi. (I) Giacomo 5:18 E di nuovo egli pregò, e il cielo diè della pioggia, e la terra produsse il suo frutto. (I) Giacomo 5:19 Fratelli, se alcun di voi si svia dalla verità, ed alcuno lo converte; (I) Giacomo 5:20 sappia colui, che chi avrà convertito un peccatore dall’error della sua via, salverà un’anima da morte, e coprirà moltitudine di peccati. (I) 1 Pietro 1:1 PIETRO, apostolo di Gesù Cristo, a quelli della dispersione di Ponto, di Galazia, di Cappadocia, d’Asia, e di Bitinia; che abitano in que’ luoghi come forestieri; (I) 1 Pietro 1:2 eletti, secondo la preordinazion di Dio Padre, in santificazione di Spirito, ad ubbidienza, e ad esser cospersi col sangue di Gesù Cristo; grazia e pace vi sia moltiplicata. (I) 1 Pietro 1:3 BENEDETTO sia Iddio, e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, il quale, secondo la sua gran misericordia, ci ha rigenerati in isperanza viva, per la risurrezione di Gesù Cristo da’ morti; (I) 1 Pietro 1:4 all’eredità incorruttibile, ed immacolata, e che non può scadere, conservata ne’ cieli per noi. (I) 1 Pietro 1:5 I quali siamo, nella virtù di Dio, per la fede, guardati per la salute presta ad essere rivelata nell’ultimo tempo. (I) 1 Pietro 1:6 Nel che voi gioite, essendo al presente un poco, se così bisogna, contristati in varie tentazioni. (I) 1 Pietro 1:7 Acciocchè la prova della fede vostra, molto più preziosa dell’oro che perisce, e pure è provato per lo fuoco, sia trovata a lode, ed onore, e gloria, nell’apparizione di Gesù Cristo. (I) 1 Pietro 1:8 Il quale, benchè non l’abbiate veduto, voi amate; nel quale credendo, benchè ora nol veggiate, voi gioite d’un’allegrezza ineffabile e gloriosa; (I) 1 Pietro 1:9 ottenendo il fine della fede vostra: la salute delle anime. (I) 1 Pietro 1:10 Della qual salute cercarono, e investigarono i profeti, che profetizzarono della grazia riserbata per voi; (I) 1 Pietro 1:11 investigando qual tempo e quali circostanze volesse significare lo Spirito di Cristo ch’era in loro, e che già testimoniava innanzi le sofferenze che avverrebbero a Cristo, e le glorie che poi appresso seguirebbero. (I) 1 Pietro 1:12 Ai quali fu rivelato, che non a sè stessi, ma a noi, ministravano quelle cose, le quali ora vi sono state annunziate da coloro che vi hanno evangelizzato per lo Spirito Santo, mandato dal cielo; nelle quali gli angeli desiderano riguardare addentro. (I) 1 Pietro 1:13 PERCIÒ, avendo i lombi della vostra mente cinti, stando sobri, sperate perfettamente nella grazia che vi sarà conferita nell’apparizione di Gesù Cristo; (I) 1 Pietro 1:14 come figliuoli di ubbidienza, non conformandovi alle concupiscenze del tempo passato, mentre eravate in ignoranza. (I) 1 Pietro 1:15 Anzi, siccome colui che vi ha chiamati è santo, voi altresì siate santi in tutta la vostra condotta. (I) 1 Pietro 1:16 Poichè egli è scritto: Siate santi, perciocchè io sono santo. (I) 1 Pietro 1:17 E, se chiamate Padre colui il quale, senza aver riguardo alla qualità delle persone, giudica secondo l’opera di ciascuno: conducetevi in timore, tutto il tempo della vostra peregrinazione; (I) 1 Pietro 1:18 sapendo che, non con cose corruttibili, argento od oro, siete stati riscattati dalla vana condotta vostra, insegnata di mano in mano da’ padri; (I) 1 Pietro 1:19 ma col prezioso sangue di Cristo, come dell’agnello senza difetto, nè macchia; (I) 1 Pietro 1:20 ben preordinato avanti la fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi; (I) 1 Pietro 1:21 i quali per lui credete in Dio, che l’ha suscitato da’ morti, e gli ha data gloria; acciocchè la vostra fede e speranza fosse in Dio. (I) 1 Pietro 1:22 Avendo voi purificate le anime vostre ubbidendo alla verità, per mezzo dello Spirito, per avere fraterna carità non finta, portate amore intenso gli uni agli altri di puro cuore. (I) 1 Pietro 1:23 Essendo rigenerati, non di seme corruttibile, ma incorruttibile, per la parola di Dio viva e permanente in eterno. (I) 1 Pietro 1:24 Perciocchè ogni carne è come erba, ed ogni gloria d’uomo come fior d’erba; l’erba è tosto seccata, ed il suo fiore è tosto caduto. (I) 1 Pietro 1:25 Ma la parola del Signore dimora in eterno; e questa è la parola che vi è stata evangelizzata. (I) 1 Pietro 2:1 Deposta adunque ogni malizia, ed ogni frode, e le ipocrisie, ed invidie, ed ogni maldicenza; (I) 1 Pietro 2:2 come fanciulli pur ora nati, appetite il latte puro della parola, acciocchè per esso cresciate. (I) 1 Pietro 2:3 Se pure avete gustato che il Signore è buono; (I) 1 Pietro 2:4 al quale accostandovi, come alla pietra viva, riprovata dagli uomini, ma dinanzi a Dio eletta, preziosa; (I) 1 Pietro 2:5 ancora voi, come pietre vive, siete edificati, per essere una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offerire sacrificii spirituali, accettevoli a Dio per Gesù Cristo. (I) 1 Pietro 2:6 Per la qual cosa ancora è contenuto nella scrittura: Ecco, io pongo in Sion la pietra del capo del cantone, eletta, preziosa; e chi crederà in essa non sarà punto svergognato. (I) 1 Pietro 2:7 A voi adunque, che credete, ella è quella cosa preziosa; ma a’ disubbidienti è, come è detto: La pietra, che gli edificatori hanno riprovata, è divenuta il capo del cantone, e pietra d’incappo, e sasso d’intoppo. (I) 1 Pietro 2:8 I quali s’intoppano nella parola, essendo disubbidienti; a che ancora sono stati posti. (I) 1 Pietro 2:9 Ma voi siete la generazione eletta; il real sacerdozio, la gente santa, il popolo d’acquisto; acciocchè predichiate le virtù di colui che vi ha dalle tenebre chiamati alla sua maravigliosa luce. (I) 1 Pietro 2:10 I quali già non eravate popolo, ma ora siete popolo di Dio; a’ quali già non era stata fatta misericordia, ma ora vi è stata fatta misericordia. (I) 1 Pietro 2:11 DILETTI, io vi esorto che, come avveniticci e forestieri, vi asteniate dalle carnali concupiscenze, le quali guerreggiano contro all’anima; (I) 1 Pietro 2:12 avendo una condotta onesta fra i Gentili; acciocchè, là dove sparlano di voi come di malfattori, glorifichino Iddio, nel giorno della visitazione, per le vostre buone opere, che avranno vedute. (I) 1 Pietro 2:13 Siate adunque soggetti ad ogni podestà creata dagli uomini, per l’amor del Signore: al re, come al sovrano; (I) 1 Pietro 2:14 ed ai governatori, come a persone mandate da lui, in vendetta de’ malfattori, e in lode di quelli che fanno bene. (I) 1 Pietro 2:15 Perciocchè tale è la volontà di Dio: che facendo bene, turiate la bocca all’ignoranza degli uomini stolti; (I) 1 Pietro 2:16 come liberi, ma non avendo la libertà per coverta di malizia; anzi, come servi di Dio. (I) 1 Pietro 2:17 Onorate tutti, amate la fratellanza, temete Iddio, rendete onore al re. (I) 1 Pietro 2:18 SERVI, siate con ogni timore, soggetti a’ vostri signori; non solo a’ buoni, e moderati; ma a’ ritrosi ancora. (I) 1 Pietro 2:19 Perciocchè questo è cosa grata, se alcuno, per la coscienza di Dio, sofferisce molestie, patendo ingiustamente. (I) 1 Pietro 2:20 Imperocchè, qual gloria è egli, se, peccando ed essendo puniti, voi il sofferite? ma, se facendo bene, e pur patendo, voi il sofferite, ciò è cosa grata dinnanzi a Iddio. (I) 1 Pietro 2:21 Poichè a questo siete stati chiamati; perciocchè Cristo ha patito anch’egli per noi, lasciandoci un esempio, acciocchè voi seguitiate le sue pedate. (I) 1 Pietro 2:22 Il qual non fece alcun peccato, nè fu trovata frode alcuna nella sua bocca. (I) 1 Pietro 2:23 Il quale, oltraggiato, non oltraggiava all’incontro; patendo, non minacciava; ma si rimetteva in man di colui che giudica giustamente. (I) 1 Pietro 2:24 Il quale ha portato egli stesso i nostri peccati nel suo corpo, in sul legno; acciocchè, morti al peccato, viviamo a giustizia; per lo cui lividore voi siete stati sanati. (I) 1 Pietro 2:25 Perciocchè voi eravate come pecore erranti; ma ora siete stati convertiti al Pastore, e al Vescovo delle anime vostre. (I) 1 Pietro 3:1 PARIMENTE sieno le mogli soggette a’ lor mariti; acciocchè, se pur ve ne sono alcuni che non ubbidiscono alla parola, sieno, per la condotta delle mogli, guadagnati senza parola; (I) 1 Pietro 3:2 avendo considerata la vostra condotta casta unita a timore. (I) 1 Pietro 3:3 Delle quali l’ornamento sia, non l’esteriore dell’intrecciatura de’ capelli, o di fregi d’oro, o sfoggio di vestiti; (I) 1 Pietro 3:4 ma l’uomo occulto del cuore, nell’incorrotta purità dello spirito benigno e pacifico; il quale è di gran prezzo nel cospetto di Dio. (I) 1 Pietro 3:5 Perciocchè in questa maniera ancora già si adornavano le sante donne, che speravano in Dio, essendo soggette a’ lor mariti. (I) 1 Pietro 3:6 Siccome Sara ubbidì ad Abrahamo, chiamandolo signore; della quale voi siete figliuole, se fate ciò che è bene, non temendo alcuno spavento. (I) 1 Pietro 3:7 Voi mariti, fate il simigliante, abitando con loro discretamente; portando onore al vaso femminile, come al più debole; come essendo voi ancora coeredi della grazia della vita; acciocchè le vostre orazioni non sieno interrotte. (I) 1 Pietro 3:8 E IN somma, siate tutti concordi, compassionevoli, fratellevoli, pietosi, benevoglienti; (I) 1 Pietro 3:9 non rendendo mal per male, od oltraggio per oltraggio; anzi, al contrario, benedicendo; sapendo che a questo siete stati chiamati, acciocchè erediate la benedizione. (I) 1 Pietro 3:10 Perciocchè, chi vuole amar la vita, e veder buoni giorni, rattenga la sua bocca dal male; e le sue labbra, che non proferiscano frode; (I) 1 Pietro 3:11 ritraggasi dal male, e faccia il bene; cerchi la pace, e la procacci. (I) 1 Pietro 3:12 Perciocchè gli occhi del Signore son sopra i giusti, e le sue orecchie sono intente alla loro orazione; ma il volto del Signore è contro a quelli che fanno male. (I) 1 Pietro 3:13 E chi sarà colui che vi faccia male, se voi seguite il bene? (I) 1 Pietro 3:14 Ma, se pure ancora patite per giustizia, beati voi; or non temiate del timor loro, e non vi conturbate. (I) 1 Pietro 3:15 Anzi santificate il Signore Iddio ne’ cuori vostri; e siate sempre pronti a rispondere a vostra difesa a chiunque vi domanda ragione della speranza ch’è in voi, con mansuetudine, e timore. Avendo buona coscienza; (I) 1 Pietro 3:16 acciocchè, là dove sparlano di voi come di malfattori, sieno svergognati coloro che calunniano la vostra buona condotta in Cristo. (I) 1 Pietro 3:17 Perciocchè, meglio è che, se pur tale è la volontà di Dio, patiate facendo bene, anzi che facendo male. (I) 1 Pietro 3:18 Poichè Cristo ancora ha sofferto una volta per i peccati, egli giusto per gl’ingiusti, acciocchè ci adducesse a Dio; essendo mortificato in carne, ma vivificato per lo Spirito. (I) 1 Pietro 3:19 Nel quale ancora andò già, e predicò agli spiriti che sono in carcere. (I) 1 Pietro 3:20 I quali già furon ribelli, quando la pazienza di Dio aspettava ai giorni di Noè, mentre si apparecchiava l’arca; nella quale poche anime, cioè otto, furon salvate per mezzo l’acqua. (I) 1 Pietro 3:21 Alla qual figura corrisponde il battesimo, il quale non il nettamento delle brutture della carne, ma la domanda di buona coscienza verso Iddio ora salva ancora noi, per la risurrezione di Gesù Cristo. (I) 1 Pietro 3:22 Il quale, essendo andato in cielo, è alla destra di Dio, essendogli sottoposti angeli, e podestà, e potenze. (I) 1 Pietro 4:1 POI dunque che Cristo ha sofferto per noi in carne, ancor voi armatevi del medesimo pensiero, che chi ha sofferto in carne, ha cessato dal peccato; (I) 1 Pietro 4:2 per vivere il tempo che resta in carne, non più alle concupiscenze degli uomini, ma alla volontà di Dio. (I) 1 Pietro 4:3 Perciocchè il tempo passato della vita ci dev’esser bastato per avere operata la volontà de’ Gentili, essendo camminati in lascivie, cupidità, ebbrezze, conviti, bevimenti, e nefande idolatrie. (I) 1 Pietro 4:4 Laonde ora essi stupiscono, come di cosa strana, che voi non concorrete ad una medesima strabocchevol dissoluzione; e ne bestemmiano. (I) 1 Pietro 4:5 I quali renderanno ragione a colui che è presto a giudicare i vivi ed i morti. (I) 1 Pietro 4:6 Poichè per questo è stato predicato l’evangelo ancora a’ morti, acciocchè fossero giudicati in carne, secondo gli uomini; ma vivessero in ispirito, secondo Iddio. (I) 1 Pietro 4:7 Or la fine d’ogni cosa è vicina; siate adunque temperati, e vigilanti alle orazioni. (I) 1 Pietro 4:8 Avendo, innanzi ad ogni cosa, la carità intensa gli uni inverso gli altri; perciocchè la carità coprirà moltitudine di peccati. (I) 1 Pietro 4:9 Siate volonterosi albergatori gli uni degli altri, senza mormorii. (I) 1 Pietro 4:10 Secondo che ciascuno ha ricevuto alcun dono, amministratelo gli uni agli altri, come buoni dispensatori della svariata grazia di Dio. (I) 1 Pietro 4:11 Se alcuno parla, parli come gli oracoli di Dio; se alcuno ministra, faccialo come per lo potere che Iddio fornisce; acciocchè in ogni cosa sia glorificato Iddio per Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e l’imperio, ne’ secoli de’ secoli. Amen. (I) 1 Pietro 4:12 Diletti, non vi smarrite, come se vi avvenisse cosa strana, d’esser messi al cimento; il che si fa per provarvi. (I) 1 Pietro 4:13 Anzi, in quanto partecipate le sofferenze di Cristo, rallegratevi; acciocchè ancora nell’apparizione della sua gloria voi vi rallegriate giubilando. (I) 1 Pietro 4:14 Se siete vituperati per lo nome di Cristo, beati voi; poichè lo Spirito di gloria e di Dio, riposa sopra voi; ben è egli, quant’è a loro, bestemmiato; ma, quant’è a voi, è glorificato. (I) 1 Pietro 4:15 Perciocchè, niun di voi patisca come micidiale, o ladro, o malfattore, o curante le cose che non gli appartengono. (I) 1 Pietro 4:16 Ma, se patisce come Cristiano, non si vergogni; anzi glorifichi Iddio in questa parte. (I) 1 Pietro 4:17 Perciocchè, egli è il tempo che il giudicio cominci dalla casa di Dio; e se comincia prima da noi, qual sarà la fine di coloro che non ubbidiscono all’evangelo di Dio? (I) 1 Pietro 4:18 E se il giusto è appena salvato, dove comparirà l’empio e il peccatore? (I) 1 Pietro 4:19 Perciò quelli ancora, che patiscono secondo la volontà di Dio, raccomandingli le anime loro, come al fedele Creatore, con far bene. (I) 1 Pietro 5:1 IO esorto gli anziani d’infra voi, io che sono anziano con loro, e testimonio delle sofferenze di Cristo, ed insieme ancora partecipe della gloria che dev’esser manifestata, (I) 1 Pietro 5:2 che voi pasciate la greggia di Dio che è fra voi, avendone la cura, non isforzatamente, ma volontariamente; non per disonesta cupidità del guadagno, ma di animo franco. (I) 1 Pietro 5:3 E non come signoreggiando le eredità, ma essendo gli esempi della greggia. (I) 1 Pietro 5:4 E, quando sarà apparito il sommo Pastore, voi otterrete la corona della gloria che non si appassa. (I) 1 Pietro 5:5 Parimente voi giovani, siate soggetti a’ più vecchi; e sottomettetevi tutti gli uni agli altri; siate adorni d’umiltà; perciocchè Iddio resiste a’ superbi, e dà grazia agli umili. (I) 1 Pietro 5:6 Umiliatevi adunque sotto alla potente mano di Dio, acciocchè egli v’innalzi, quando sarà il tempo; (I) 1 Pietro 5:7 gettando sopra lui tutta la vostra sollecitudine; perciocchè egli ha cura di voi. (I) 1 Pietro 5:8 Siate sobri; vegliate; perciocchè il vostro avversario, il diavolo, a guisa di leon ruggente, va attorno, cercando chi egli possa divorare. (I) 1 Pietro 5:9 Al quale resistete, essendo fermi nella fede; sapendo che le medesime sofferenze si compiono nella vostra fratellanza, che è per lo mondo. (I) 1 Pietro 5:10 OR l’Iddio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua eterna gloria in Cristo Gesù, dopo che avrete sofferto per poco tempo; esso vi renda compiuti, vi raffermi, vi fortifichi, vi fondi. (I) 1 Pietro 5:11 A lui sia la gloria, e l’imperio, ne’ secoli de’ secoli. Amen. (I) 1 Pietro 5:12 Per Silvano, che vi è fedel fratello, come io lo giudico, io vi ho scritto brevemente; esortandovi, e protestandovi che la vera grazia di Dio è questa nella quale voi siete. (I) 1 Pietro 5:13 La chiesa che è in Babilonia, eletta come voi, e Marco, mio figliuolo, vi salutano. (I) 1 Pietro 5:14 Salutatevi gli uni gli altri col bacio della carità, Pace sia a voi tutti, che siete in Cristo Gesù. Amen. (I) 2 Pietro 1:1 SIMON PIETRO, servitore ed apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ottenuta fede di pari prezzo che noi, nella giustizia dell’Iddio e Salvator nostro, Gesù Cristo; (I) 2 Pietro 1:2 grazia e pace vi sia moltiplicata nella conoscenza di Dio, e di Gesù, nostro Signore. (I) 2 Pietro 1:3 SICCOME la sua potenza divina ci ha donate tutte le cose, che appartengono alla vita ed alla pietà, per la conoscenza di colui che ci ha chiamati per la sua gloria e virtù; (I) 2 Pietro 1:4 per le quali ci son donate le preziose e grandissime promesse; acciocchè per esse voi siate fatti partecipi della natura divina, essendo fuggiti dalla corruzione in concupiscenza, che è nel mondo; (I) 2 Pietro 1:5 voi ancora simigliantemente, recando a questo stesso ogni studio, sopraggiungete alla fede vostra la virtù, e alla virtù la conoscenza; (I) 2 Pietro 1:6 e alla conoscenza la continenza, e alla continenza la sofferenza, e alla sofferenza la pietà; (I) 2 Pietro 1:7 e alla pietà l’amor fraterno, e all’amor fraterno la carità. (I) 2 Pietro 1:8 Perciocchè, se queste cose sono ed abbondano in voi, non vi renderanno oziosi, nè sterili nella conoscenza del Signor nostro Gesù Cristo. (I) 2 Pietro 1:9 Poichè colui nel quale queste cose non sono, è cieco, di corta vista, avendo dimenticato il purgamento de’ suoi vecchi peccati. (I) 2 Pietro 1:10 Perciò, fratelli, vie più studiatevi di render ferma la vostra vocazione ed elezione; perciocchè, facendo queste cose, non v’intopperete giammai. (I) 2 Pietro 1:11 Imperocchè così vi sarà copiosamente porta l’entrata all’eterno regno del Signor nostro Gesù Cristo. (I) 2 Pietro 1:12 Perciò io non trascurerò di rammemorarvi del continuo queste cose; benchè siate già intendenti, e confermati nella presente verità. (I) 2 Pietro 1:13 Or io stimo esser cosa ragionevole, che, mentre io sono in questa tenda, io vi risvegli per ricordo; (I) 2 Pietro 1:14 sapendo che fra poco la mia tenda ha da essere posta giù; siccome ancora il Signor nostro Gesù Cristo me l’ha dichiarato. (I) 2 Pietro 1:15 Ma io mi studierò che ancora, dopo la mia partenza, abbiate il modo di rammemorarvi frequentemente queste cose. (I) 2 Pietro 1:16 Poichè non vi abbiamo data a conoscer la potenza e l’avvenimento del Signor nostro Gesù Cristo, andando dietro a favole artificiosamente composte; ma essendo stati spettatori della maestà di esso. (I) 2 Pietro 1:17 Perciocchè egli ricevette da Dio Padre onore e gloria, essendogli recata una cotal voce dalla magnifica gloria: Questi è il mio diletto Figliuolo, nel quale io ho preso il mio compiacimento. (I) 2 Pietro 1:18 E noi udimmo questa voce recata dal cielo, essendo con lui sul monte santo. (I) 2 Pietro 1:19 Noi abbiamo ancora la parola profetica più ferma, alla quale fate bene di attendere, come ad una lampana rilucente in un luogo scuro, finchè schiarisca il giorno, e che la stella mattutina sorga ne’ cuori vostri; (I) 2 Pietro 1:20 sapendo questo imprima, che alcuna profezia della scrittura non è di particolare interpretazione. (I) 2 Pietro 1:21 Perciocchè la profezia non fu già recata per volontà umana; ma i santi uomini di Dio hanno parlato, essendo sospinti dallo Spirito Santo. (I) 2 Pietro 2:1 OR vi furono ancora de’ falsi profeti fra il popolo, come altresì vi saranno fra voi de’ falsi dottori, i quali sottintrodurranno eresie di perdizione, e rinnegheranno il Signore che li ha comperati, traendosi addosso subita perdizione. (I) 2 Pietro 2:2 E molti seguiteranno le lor lascivie; per i quali la via della verità sarà bestemmiata. (I) 2 Pietro 2:3 E per avarizia faranno mercatanzia di voi con parole finte; sopra i quali già da lungo tempo il giudicio non tarda, e la perdizione loro non dorme. (I) 2 Pietro 2:4 Perciocchè, se Iddio non ha risparmiati gli angeli che hanno peccato; anzi, avendoli abissati, li ha messi in catene di caligine, per esser guardati al giudicio; (I) 2 Pietro 2:5 e non risparmiò il mondo antico; ma salvò Noè, predicator di giustizia, sol con otto persone, avendo addotto il diluvio sopra il mondo degli empi; (I) 2 Pietro 2:6 e condannò a sovversione le città di Sodoma, e di Gomorra, avendole ridotte in cenere, e poste per esempio a coloro che per l’avvenire viverebbero empiamente; (I) 2 Pietro 2:7 e scampò il giusto Lot, travagliato per la lussuriosa condotta degli scellerati (I) 2 Pietro 2:8 poichè quel giusto, abitando fra loro, per ciò ch’egli vedeva, ed udiva, tormentava ogni dì l’anima sua giusta per le scellerate loro opere; (I) 2 Pietro 2:9 il Signore sa trarre di tentazione i pii, e riserbar gli empi ad esser puniti nel giorno del giudicio; (I) 2 Pietro 2:10 massimamente coloro che vanno dietro alla carne, in concupiscenza d’immondizia; e che sprezzano le signorie: che sono audaci, di lor senno, e non hanno orrore di dir male delle dignità. (I) 2 Pietro 2:11 Mentre gli angeli, benchè sieno maggiori di forza e di potenza, non dànno contro ad esse dinanzi al Signore giudicio di maldicenza. (I) 2 Pietro 2:12 Ma costoro, come animali senza ragione, andando dietro all’impeto della natura, nati ad esser presi, ed a perire bestemmiando nelle cose che ignorano, periranno del tutto nella lor corruzione, ricevendo il pagamento dell’iniquità. (I) 2 Pietro 2:13 Essi, che reputano tutto il lor piacere consistere nelle delizie della giornata; che son macchie, e vituperii, godendo de’ loro inganni, mentre mangiano con voi ne’ vostri conviti. (I) 2 Pietro 2:14 Avendo gli occhi pieni d’adulterio, e che non restano giammai di peccare; adescando le anime instabili; avendo il cuore esercitato ad avarizia, figliuoli di maledizione. (I) 2 Pietro 2:15 I quali, lasciata la diritta strada, si sono sviati, seguitando la via di Balaam, figliuolo di Bosor, il quale amò il salario d’iniquità. (I) 2 Pietro 2:16 Ma egli ebbe la riprensione della sua prevaricazione; un’asina mutola, avendo parlato in voce umana, represse la follia del profeta. (I) 2 Pietro 2:17 Questi son fonti senz’acqua, nuvole sospinte dal turbo, a’ quali è riserbata la caligine delle tenebre. (I) 2 Pietro 2:18 Perciocchè, parlando cose vane sopra modo gonfie, adescano per concupiscenze della carne, e per lascivie, coloro che erano un poco fuggiti da quelli che conversano in errore. (I) 2 Pietro 2:19 Promettendo loro libertà, là dove eglino stessi son servi della corruzione; poichè ancora, se altri è vinto da alcuno, diviene suo servo. (I) 2 Pietro 2:20 Perciocchè, quelli che son fuggiti dalle contaminazioni del mondo, per la conoscenza del Signore e Salvator Gesù Cristo, se di nuovo essendo in quelle avviluppati, sono vinti, l’ultima condizione è loro peggiore della primiera. (I) 2 Pietro 2:21 Imperocchè meglio era per loro non aver conosciuta la via della giustizia, che, dopo averla conosciuta, rivolgersi indietro dal santo comandamento che era loro stato dato. (I) 2 Pietro 2:22 Ma egli è avvenuto loro ciò che si dice per vero proverbio: Il cane è tornato al suo vomito, e la porca lavata è tornata a voltolarsi nel fango. (I) 2 Pietro 3:1 DILETTI, questa è già la seconda epistola che io vi scrivo; nell’una e nell’altra delle quali io desto con ricordo la vostra sincera mente. (I) 2 Pietro 3:2 Acciocchè vi ricordiate delle parole dette innanzi da’ santi profeti, e del comandamento di noi apostoli, che è del Signore e Salvatore stesso. (I) 2 Pietro 3:3 Sapendo questo imprima, che negli ultimi giorni verranno degli schernitori, che cammineranno secondo le lor proprie concupiscenze; e diranno: (I) 2 Pietro 3:4 Dov’è la promessa del suo avvenimento? poichè, da che i padri si sono addormentati, tutte le cose perseverano in un medesimo stato, fin dal principio della creazione. (I) 2 Pietro 3:5 Perciocchè essi ignorano questo volontariamente, che per la parola di Dio, ab antico, i cieli furono fatti; e la terra ancora, consistente fuor dell’acqua, e per mezzo l’acqua. (I) 2 Pietro 3:6 Per le quali cose il mondo di allora, diluviato per l’acqua, perì. (I) 2 Pietro 3:7 Ma i cieli e la terra del tempo presente, per la medesima parola, son riposti; essendo riserbati al fuoco, per il giorno del giudicio, e della perdizione degli uomini empi. (I) 2 Pietro 3:8 Or quest’unica cosa non vi sia celata, diletti, che per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni come un giorno. (I) 2 Pietro 3:9 Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come alcuni reputano tardanza; anzi è paziente inverso noi, non volendo che alcuni periscano, ma che tutti vengano a ravvedimento. (I) 2 Pietro 3:10 Ora il giorno del Signore verrà come un ladro di notte; e in quello i cieli passeranno rapidamente, e gli elementi divampati si dissolveranno; e la terra, e le opere che sono in essa, saranno arse. (I) 2 Pietro 3:11 Poi dunque che tutte queste cose hanno da dissolversi, quali convienvi essere in santa condotta, ed opere di pietà? (I) 2 Pietro 3:12 Aspettando, e affrettandovi all’avvenimento del giorno di Dio, per il quale i cieli infocati si dissolveranno, e gli elementi infiammati si struggeranno. (I) 2 Pietro 3:13 Ora, secondo la promessa d’esso, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, ne’ quali giustizia abita. (I) 2 Pietro 3:14 Perciò, diletti, aspettando queste cose, studiatevi che da lui siate trovati immacolati e irreprensibili, in pace. (I) 2 Pietro 3:15 E reputate per salute la pazienza del Signor nostro; siccome ancora il nostro caro fratello Paolo, secondo la sapienza che gli è stata data, vi ha scritto. (I) 2 Pietro 3:16 Come ancora egli fa in tutte le sue epistole, parlando in esse di questi punti, nei quali vi sono alcune cose malagevoli ad intendere, le quali gli uomini male ammaestrati ed instabili torcono, come ancora le altre scritture, alla lor propria perdizione. (I) 2 Pietro 3:17 Voi adunque, diletti, sapendo queste cose innanzi, guardatevi che, trasportati insieme per l’errore degli scellerati, non iscadiate dalla propria fermezza. (I) 2 Pietro 3:18 Anzi crescete nella grazia, e conoscenza del Signore e Salvator nostro Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ed ora, ed in sempiterno. Amen. (I) 1 Giovanni 1:1 QUELLO che era dal principio, quello che abbiamo udito, quello che abbiam veduto con gli occhi nostri, quello che abbiam contemplato, e che le nostre mani hanno toccato della Parola della vita (I) 1 Giovanni 1:2 e la vita è stata manifestata, e noi l’abbiam veduta, e ne rendiam testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna, la quale era presso il Padre, e ci è stata manifestata; (I) 1 Giovanni 1:3 quello, dico, che abbiam veduto ed udito, noi ve l’annunziamo; acciocchè ancora voi abbiate comunione con noi, e che la nostra comunione sia col Padre, e col suo Figliuol Gesù Cristo. (I) 1 Giovanni 1:4 E vi scriviamo queste cose, acciocchè la vostra allegrezza sia compiuta. (I) 1 Giovanni 1:5 OR questo è l’annunzio che abbiamo udito da lui, e il qual vi annunziamo: che Iddio è luce, e che non vi sono in lui tenebre alcune. (I) 1 Giovanni 1:6 Se noi diciamo che abbiamo comunione con lui, e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo, e non procediamo in verità. (I) 1 Giovanni 1:7 Ma, se camminiamo nella luce, siccome egli è nella luce, abbiamo comunione egli e noi insieme; e il sangue di Gesù Cristo, suo Figliuolo, ci purga di ogni peccato. (I) 1 Giovanni 1:8 SE noi diciamo che non v’è peccato in noi, inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. (I) 1 Giovanni 1:9 Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto, per rimetterci i peccati, e purgarci di ogni iniquità. (I) 1 Giovanni 1:10 Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo, e la sua parola non è in noi. (I) 1 Giovanni 2:1 Figliuoletti miei, io vi scrivo queste cose, acciocchè non pecchiate; e se pure alcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre, cioè Gesù Cristo giusto; (I) 1 Giovanni 2:2 ed esso è il purgamento dei peccati nostri; e non solo de’ nostri, ma ancora di quelli di tutto il mondo. (I) 1 Giovanni 2:3 E PER questo conosciamo che noi l’abbiamo conosciuto, se osserviamo i suoi comandamenti. (I) 1 Giovanni 2:4 Chi dice: Io l’ho conosciuto, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo, e la verità non è nel tale. (I) 1 Giovanni 2:5 Ma chi osserva la sua parola, l’amor di Dio è veramente compiuto nel tale; per questo conosciamo che noi siamo in lui. (I) 1 Giovanni 2:6 Chi dice di dimorare in lui, deve, come egli camminò, camminare egli ancora simigliantemente. (I) 1 Giovanni 2:7 Fratelli, io non vi scrivo un nuovo comandamento; anzi il comandamento vecchio, il quale aveste dal principio; il comandamento vecchio è la parola che voi udiste dal principio. (I) 1 Giovanni 2:8 Ma pure ancora, io vi scrivo un comandamento nuovo; il che è vero in lui, ed in voi; perciocchè le tenebre passano, e già risplende la vera luce. (I) 1 Giovanni 2:9 Chi dice d’esser nella luce, e odia il suo fratello, è ancora nelle tenebre. (I) 1 Giovanni 2:10 Chi ama il suo fratello dimora nella luce, e non vi è intoppo in lui. (I) 1 Giovanni 2:11 Ma chi odia il suo fratello è nelle tenebre, e cammina nelle tenebre, e non sa ove egli si vada; perciocchè le tenebre gli hanno accecati gli occhi. (I) 1 Giovanni 2:12 Figlioletti, io vi scrivo, perciocchè vi son rimessi i peccati per lo nome d’esso. (I) 1 Giovanni 2:13 Padri, io vi scrivo, perciocchè avete conosciuto quello che è dal principio. Giovani, io vi scrivo, perciocchè avete vinto il maligno. (I) 1 Giovanni 2:14 Fanciulli, io vi scrivo, perciocchè avete conosciuto il Padre. Padri, io vi ho scritto, perciocchè avete conosciuto quello che è dal principio. Giovani, io vi ho scritto, perciocchè siete forti, e la parola di Dio dimora in voi, ed avete vinto il maligno. (I) 1 Giovanni 2:15 Non amate il mondo, nè le cose che son nel mondo; se alcuno ama il mondo, l’amor del Padre non è in lui. (I) 1 Giovanni 2:16 Perciocchè tutto quello che è nel mondo: la concupiscenza della carne, e la concupiscenza degli occhi, e la superbia della vita, non è dal Padre, ma è dal mondo. (I) 1 Giovanni 2:17 E il mondo, e la sua concupiscenza, passa via; ma chi fa la volontà di Dio dimora in eterno. (I) 1 Giovanni 2:18 FANCIULLI, egli è l’ultimo tempo; e come avete inteso che l’anticristo verrà, fin da ora vi son molti anticristi; onde noi conosciamo ch’egli è l’ultimo tempo. (I) 1 Giovanni 2:19 Sono usciti d’infra noi, ma non eran de’ nostri; perciocchè, se fossero stati de’ nostri, sarebber rimasti con noi; ma conveniva che fosser manifestati; perciocchè non tutti sono de’ nostri. (I) 1 Giovanni 2:20 Ma, quant’è a voi, voi avete l’unzione dal Santo, e conoscete ogni cosa. (I) 1 Giovanni 2:21 Ciò ch’io vi ho scritto, non è perchè non sappiate la verità; anzi, perciocchè la sapete, e perciocchè niuna menzogna è dalla verità. (I) 1 Giovanni 2:22 Chi è il mendace, se non colui che nega che Gesù è il Cristo? esso è l’anticristo, il qual nega il Padre, e il Figliuolo. (I) 1 Giovanni 2:23 Chiunque nega il Figliuolo, nè anche ha il Padre; chi confessa il Figliuolo, ha ancora il Padre. (I) 1 Giovanni 2:24 Quant’è a voi dunque, dimori in voi ciò che avete udito dal principio; se ciò che avete udito dal principio dimora in voi, ancora voi dimorerete nel Figliuolo, e nel Padre. (I) 1 Giovanni 2:25 E questa è la promessa, ch’egli ci ha fatta, cioè: la vita eterna. (I) 1 Giovanni 2:26 Io vi ho scritte queste cose intorno a coloro che vi seducono. (I) 1 Giovanni 2:27 Ma, quant’è a voi, l’unzione che avete ricevuta da lui dimora in voi, e non avete bisogno che alcuno v’insegni; ma, come la stessa unzione v’insegna ogni cosa, ed essa è verace, e non è menzogna; dimorate in esso, come quella vi ha insegnato. (I) 1 Giovanni 2:28 Ora dunque, figlioletti, dimorate in lui, acciocchè, quando egli sarà apparito, abbiam confidanza, e non siamo confusi per la sua presenza, nel suo avvenimento. (I) 1 Giovanni 2:29 Se voi sapete ch’egli è giusto, sappiate che chiunque opera la giustizia è nato da lui. (I) 1 Giovanni 3:1 VEDETE qual carità ci ha data il Padre, che noi siam chiamati figliuoli di Dio; perciò non ci conosce il mondo, perciocchè non ha conosciuto lui. (I) 1 Giovanni 3:2 Diletti, ora siamo figliuoli di Dio, ma non è ancora apparito ciò che saremo; ma sappiamo che quando sarà apparito, saremo simili a lui; perciocchè noi lo vedremo come egli è. (I) 1 Giovanni 3:3 E chiunque ha questa speranza in lui si purifica, com’esso è puro. (I) 1 Giovanni 3:4 Chiunque fa il peccato fa ancora la trasgressione della legge; e il peccato è la trasgressione della legge. (I) 1 Giovanni 3:5 E voi sapete ch’egli è apparito, acciocchè togliesse via i nostri peccati; e peccato alcuno non è in lui. (I) 1 Giovanni 3:6 Chiunque dimora in lui non pecca; chiunque pecca non l’ha veduto, e non l’ha conosciuto. (I) 1 Giovanni 3:7 Figlioletti, niuno vi seduca: chi opera la giustizia è giusto, siccome esso è giusto. (I) 1 Giovanni 3:8 Chiunque fa il peccato, è dal Diavolo; poichè il Diavolo pecca dal principio; per questo è apparito il Figliuol di Dio, acciocchè disfaccia le opere del Diavolo. (I) 1 Giovanni 3:9 Chiunque è nato da Dio, non fa peccato; perciocchè il seme d’esso dimora in lui; e non può peccare, perciocchè è nato da Dio. (I) 1 Giovanni 3:10 Per questo son manifesti i figliuoli di Dio, e i figliuoli del Diavolo; chiunque non opera la giustizia, e chi non ama il suo fratello, non è da Dio. (I) 1 Giovanni 3:11 Perciocchè questo è l’annunzio, che voi avete udito dal principio: che noi amiamo gli uni gli altri. (I) 1 Giovanni 3:12 E non facciamo come Caino, il quale era dal maligno; ed uccise il suo fratello; e per qual cagione l’uccise egli? perciocchè le opere sue erano malvage, e quelle del suo fratello giuste. (I) 1 Giovanni 3:13 Non vi maravigliate, fratelli miei, se il mondo vi odia. (I) 1 Giovanni 3:14 Noi, perciocchè amiamo i fratelli, sappiamo che siamo stati trasportati dalla morte alla vita; chi non ama il fratello dimora nella morte. (I) 1 Giovanni 3:15 Chiunque odia il suo fratello, è micidiale; e voi sapete che alcun micidiale non ha la vita eterna dimorante in sè. (I) 1 Giovanni 3:16 In questo noi abbiam conosciuto l’amor di Dio; ch’esso ha posta l’anima sua per noi; ancora noi dobbiam porre le anime per i fratelli. (I) 1 Giovanni 3:17 Ora, se alcuno ha de’ beni del mondo, e vede il suo fratello aver bisogno, e gli chiude le sue viscere, come dimora l’amor di Dio in lui? (I) 1 Giovanni 3:18 Figlioletti miei, non amiamo di parola, nè della lingua; ma d’opera, e in verità. (I) 1 Giovanni 3:19 E in questo conosciamo che noi siam della verità, ed accerteremo i cuori nostri nel suo cospetto. (I) 1 Giovanni 3:20 Perciocchè, se il cuor nostro ci condanna, Iddio è pur maggiore del cuor nostro, e conosce ogni cosa. (I) 1 Giovanni 3:21 Diletti, se il cuor nostro non ci condanna, noi abbiam confidanza dinanzi a Iddio. (I) 1 Giovanni 3:22 E qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui; perciocchè osserviamo i suoi comandamenti, e facciamo le cose che gli son grate. (I) 1 Giovanni 3:23 E questo è il suo comandamento: che crediamo al nome del suo Figliuol Gesù Cristo, e ci amiamo gli uni gli altri, siccome egli ne ha dato il comandamento. (I) 1 Giovanni 3:24 E chi osserva i suoi comandamenti dimora in lui, ed egli in esso; e per questo conosciamo ch’egli dimora in noi, cioè: dallo Spirito che egli ci ha donato. (I) 1 Giovanni 4:1 DILETTI, non crediate ad ogni spirito, ma provate gli spiriti, se son da Dio; poichè molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo. (I) 1 Giovanni 4:2 Per questo si conosce lo Spirito di Dio: ogni spirito, che confessa Gesù Cristo venuto in carne, è da Dio. (I) 1 Giovanni 4:3 Ed ogni spirito, che non confessa Gesù Cristo venuto in carne, non è da Dio; e quello è lo spirito d’anticristo, il quale voi avete udito dover venire; ed ora egli è già nel mondo. (I) 1 Giovanni 4:4 Voi siete da Dio, figlioletti, e li avete vinti; perciocchè maggiore è colui ch’è in voi, che quello che è nel mondo. (I) 1 Giovanni 4:5 Essi sono dal mondo; e per ciò, quello che parlano è del mondo; e il mondo li ascolta. (I) 1 Giovanni 4:6 Noi siamo da Dio; chi conosce Iddio ci ascolta; chi non è da Dio non ci ascolta; da questo conosciamo lo spirito della verità, e lo spirito dell’errore. (I) 1 Giovanni 4:7 DILETTI, amiamoci gli uni gli altri; perciocchè la carità è da Dio; e chiunque ama è nato da dio, e conosce Iddio. (I) 1 Giovanni 4:8 Chi non ama non ha conosciuto Iddio; poichè Iddio è carità. (I) 1 Giovanni 4:9 In questo si è manifestata la carità di Dio inverso noi: che Iddio ha mandato il suo Unigenito nel mondo, acciocchè per lui viviamo. (I) 1 Giovanni 4:10 In questo è la carità: non che noi abbiamo amato Iddio, ma ch’egli ha amati noi, ed ha mandato il suo Figliuolo, per esser purgamento de’ nostri peccati. (I) 1 Giovanni 4:11 Diletti, se Iddio ci ha così amati, ancor noi ci dobbiamo amar gli uni gli altri. (I) 1 Giovanni 4:12 Niuno vide giammai Iddio; se noi ci amiamo gli uni gli altri, Iddio dimora in noi, e la sua carità è compiuta in noi. (I) 1 Giovanni 4:13 Per questo conosciamo che dimoriamo in lui, ed egli in noi: perciocchè egli ci ha donato del suo Spirito. (I) 1 Giovanni 4:14 E noi siamo stati spettatori, e testimoniamo che il Padre ha mandato il Figliuolo, per essere Salvatore del mondo. (I) 1 Giovanni 4:15 Chi avrà confessato che Gesù è il Figliuol di Dio, Iddio dimora in lui, ed egli in Dio. (I) 1 Giovanni 4:16 E noi abbiam conosciuta, e creduta la carità che Iddio ha inverso noi. Iddio è carità; e chi dimora nella carità, dimora in Dio, e Iddio dimora in lui. (I) 1 Giovanni 4:17 In questo è compiuta la carità inverso noi acciocchè abbiamo confidanza nel giorno del giudicio: che quale egli è, tali siamo ancor noi in questo mondo. (I) 1 Giovanni 4:18 Paura non è nella carità; anzi la compiuta carità caccia fuori la paura; poichè la paura ha pena; e chi teme non è compiuto nella carità. (I) 1 Giovanni 4:19 Noi l’amiamo, perciocchè egli ci ha amati il primo. (I) 1 Giovanni 4:20 Se alcuno dice: Io amo Iddio, ed odia il suo fratello, è bugiardo; perciocchè, chi non ama il suo fratello ch’egli ha veduto, come può amare Iddio ch’egli non ha veduto? (I) 1 Giovanni 4:21 E questo comandamento abbiam da lui: che chi ama Iddio, ami ancora il suo fratello. (I) 1 Giovanni 5:1 OGNUNO che crede che Gesù è il Cristo è nato da Dio; e chiunque ama colui che l’ha generato, ama ancora colui che è stato generato da esso. (I) 1 Giovanni 5:2 Per questo conosciamo che amiamo i figliuoli di Dio, quando amiamo Iddio, ed osserviamo i suoi comandamenti. (I) 1 Giovanni 5:3 Perciocchè questo è l’amore di Dio, che noi osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravi. (I) 1 Giovanni 5:4 Poichè tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo, cioè, la fede nostra. (I) 1 Giovanni 5:5 Chi è colui che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figliuolo di Dio? (I) 1 Giovanni 5:6 Questi è quel che è venuto con acqua, e sangue, cioè Gesù Cristo; non con acqua solamente, ma con sangue, e con acqua; e lo Spirito è quel che ne rende testimonianza; poichè lo Spirito è la verità. (I) 1 Giovanni 5:7 Perciocchè tre son quelli che testimoniano nel cielo: il Padre, e la Parola, e lo Spirito Santo; e questi tre sono una stessa cosa. (I) 1 Giovanni 5:8 Tre ancora son quelli che testimoniano sopra la terra: lo Spirito, e l’acqua, e il sangue; e questi tre si riferiscono a quell’una cosa. (I) 1 Giovanni 5:9 Se noi riceviamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è pur maggiore; poichè questa è la testimonianza di Dio, la quale egli ha testimoniata del suo Figliuolo. (I) 1 Giovanni 5:10 Chi crede nel Figliuol di Dio, ha quella testimonianza in sè stesso; chi non crede a Dio, lo fa bugiardo; poichè non ha creduto alla testimonianza, che Iddio ha testimoniata intorno al suo Figliuolo. (I) 1 Giovanni 5:11 E la testimonianza è questa: che Iddio ci ha data la vita eterna, e che questa vita è nel suo Figliuolo. (I) 1 Giovanni 5:12 Chi ha il Figliuolo ha la vita; chi non ha il Figliuol di Dio non ha la vita. (I) 1 Giovanni 5:13 Io ho scritte queste cose a voi che credete nel nome del Figliuol di Dio acciocchè sappiate che avete la vita eterna, ed acciocchè crediate nel nome del Figliuol di Dio. (I) 1 Giovanni 5:14 E QUESTA è la confidanza che abbiamo in lui: che se domandiamo alcuna cosa secondo la sua volontà, egli ci esaudisce. (I) 1 Giovanni 5:15 E, se sappiamo che qualunque cosa chieggiamo, egli ci esaudisce, noi sappiamo che abbiamo le cose che abbiam richieste da lui. (I) 1 Giovanni 5:16 Se alcuno vede il suo fratello commetter peccato che non sia a morte, preghi Iddio, ed egli gli donerà la vita, cioè, a quelli che peccano, ma non a morte. Vi è un peccato a morte; per quello io non dico che egli preghi. (I) 1 Giovanni 5:17 Ogni iniquità è peccato; ma v’è alcun peccato che non è a morte. (I) 1 Giovanni 5:18 Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non pecca; ma chi è nato da Dio conserva sè stesso, e il maligno non lo tocca. (I) 1 Giovanni 5:19 Noi sappiamo che siam da Dio e che tutto il mondo giace nel maligno. (I) 1 Giovanni 5:20 Ma noi sappiamo che il Figliuol di Dio è venuto, e ci ha dato intendimento, acciocchè conosciamo colui che è il vero; e noi siamo nel vero, nel suo Figliuol Gesù Cristo; questo è il vero Dio, e la vita eterna. (I) 1 Giovanni 5:21 Figlioletti, guardatevi dagl’idoli. Amen. (I) 2 Giovanni 1:1 L’ANZIANO alla signora eletta, ed ai suoi figliuoli, i quali io amo in verità e non io solo, ma ancora tutti quelli che hanno conosciuta la verità; (I) 2 Giovanni 1:2 per la verità che dimora in noi, e sarà con noi in eterno. (I) 2 Giovanni 1:3 Grazia, misericordia, e pace, da Dio Padre, e dal Signor Gesù Cristo, Figliuol del Padre, sia con voi, in verità, e carità. (I) 2 Giovanni 1:4 IO mi son grandemente rallegrato che ho trovato de’ tuoi figliuoli che camminano in verità, secondo che ne abbiam ricevuto il comandamento dal Padre. (I) 2 Giovanni 1:5 Ed ora io ti prego, signora, non come scrivendoti un comandamento nuovo, ma quello che abbiamo avuto dal principio, che amiamo gli uni gli altri. (I) 2 Giovanni 1:6 E questa è la carità, che camminiamo secondo i comandamenti d’esso. Quest’è il comandamento, siccome avete udito dal principio, che camminiate in quella. (I) 2 Giovanni 1:7 Poichè sono entrati nel mondo molti seduttori, i quali non confessano Gesù Cristo esser venuto in carne; un tale è il seduttore e l’anticristo. (I) 2 Giovanni 1:8 Prendetevi guardia, acciocchè non perdiamo le buone opere, che abbiamo operate; anzi riceviamo pieno premio. (I) 2 Giovanni 1:9 Chiunque si rivolta, e non dimora nella dottrina di Cristo, non ha Iddio; chi dimora nella dottrina di Cristo ha e il Padre, e il Figliuolo. (I) 2 Giovanni 1:10 Se alcuno viene a voi, e non reca questa dottrina, non lo ricevete in casa, e non salutatelo. (I) 2 Giovanni 1:11 Perciocchè, chi lo saluta partecipa le malvage opere d’esso. (I) 2 Giovanni 1:12 Benchè io avessi molte cose da scrivervi, pur non ho voluto farlo per carta, e per inchiostro; ma spero di venire a voi, e parlarvi a bocca; acciocchè la vostra allegrezza sia compiuta. (I) 2 Giovanni 1:13 I figliuoli della tua sorella eletta ti salutano. Amen. (I) 3 Giovanni 1:1 L’ANZIANO al diletto Gaio, il quale io amo in verità. (I) 3 Giovanni 1:2 Diletto, io desidero che tu prosperi in ogni cosa e stii sano, siccome l’anima tua prospera. (I) 3 Giovanni 1:3 Perciocchè io mi son grandemente rallegrato, quando son venuti i fratelli, ed hanno reso testimonianza della tua verità, secondo che tu cammini in verità. (I) 3 Giovanni 1:4 Io non ho maggiore allegrezza di questa, d’intendere che i miei figliuoli camminano in verità. (I) 3 Giovanni 1:5 Diletto, tu fai da vero fedele, in ciò che tu operi inverso i fratelli, e inverso i forestieri. (I) 3 Giovanni 1:6 I quali hanno reso testimonianza della tua carità nel cospetto della chiesa; i quali farai bene d’accomiatar degnamente, secondo Iddio. (I) 3 Giovanni 1:7 Poichè si sono dipartiti da’ Gentili per lo suo nome, senza prender nulla; (I) 3 Giovanni 1:8 noi adunque dobbiamo accoglier que’ tali, acciocchè siamo aiutatori alla verità. (I) 3 Giovanni 1:9 IO ho scritto alla chiesa; ma Diotrefe, il qual procaccia il primato fra loro, non ci riceve. (I) 3 Giovanni 1:10 Perciò, se io vengo, ricorderò le opere ch’egli fa, cianciando di noi con malvage parole; e, non contento di questo, non solo egli non riceve i fratelli, ma ancora impedisce coloro che li vogliono ricevere, e li caccia fuor della chiesa. (I) 3 Giovanni 1:11 Diletto, non imitare il male, ma il bene; chi fa bene è da Dio; ma chi fa male non ha veduto Iddio. (I) 3 Giovanni 1:12 A Demetrio è resa testimonianza da tutti, e dalla verità stessa; ed ancora noi ne testimoniamo, e voi sapete che la nostra testimonianza è vera. (I) 3 Giovanni 1:13 Io avea molte cose da scrivere, ma non voglio scrivertele con inchiostro, e con penna. (I) 3 Giovanni 1:14 Ma spero di vederti tosto, ed allora ci parleremo a bocca. (G1-15) Pace sia teco. Gli amici ti salutano. Saluta gli amici ad uno ad uno. (I) Giuda 1:1 GIUDA, servitore di Gesù Cristo, e fratello di Giacomo, a’ chiamati, santificati in Dio Padre, e conservati in Cristo Gesù; (I) Giuda 1:2 misericordia, pace, e carità, vi sia moltiplicata. (I) Giuda 1:3 DILETTI, poichè io pongo ogni studio in iscrivervi della comune salute, mi è stato necessario scrivervi, per esortarvi di proseguire a combattere per la fede che è stata una volta insegnata a’ santi. (I) Giuda 1:4 Perciocchè son sottentrati certi uomini, i quali già innanzi ab antico sono stati scritti a questa condannazione; empi, i quali rivolgono la grazia dell’Iddio nostro a lascivia, e negano il solo Dio e Padrone, il Signor nostro Gesù Cristo. (I) Giuda 1:5 Or io voglio ricordar questo a voi, che avete saputo una volta questo: che il Signore, avendo salvato il suo popolo dal paese di Egitto, poi appresso distrusse quelli che non credettero. (I) Giuda 1:6 Ed ha messi in guardia sotto caligine, con legami eterni, per il giudicio del gran giorno, gli angeli che non hanno guardata la loro origine, ma hanno lasciata la lor propria stanza. (I) Giuda 1:7 Come Sodoma e Gomorra, e le città d’intorno, avendo fornicato nelle medesima maniera che costoro, ed essendo andate dietro ad altra carne, sono state proposte per esempio, portando la pena dell’eterno fuoco. (I) Giuda 1:8 E pur simigliantemente ancora costoro, trasognati, contaminano la carne, e sprezzano le signorie, e dicon male delle dignità. (I) Giuda 1:9 Là dove l’arcangelo Michele, quando, contendendo col diavolo, disputava intorno al corpo di Mosè, non ardì lanciar contro a lui sentenza di maldicenza; anzi disse: Sgriditi il Signore. (I) Giuda 1:10 Ma costoro dicon male di tutte le cose che ignorano; e si corrompono in tutte quelle, le quali, come gli animali senza ragione, naturalmente sanno. (I) Giuda 1:11 Guai a loro! perciocchè son camminati per la via di Caino, e si son lasciati trasportare per l’inganno del premio di Balaam, e son periti per la ribellione di Core. (I) Giuda 1:12 Costoro son macchie ne’ vostri pasti di carità, mentre sono a tavola con voi, pascendo loro stessi senza riverenza; nuvole senz’acqua, sospinte qua e là da’ venti; alberi appassati, sterili, due volte morti, diradicati; (I) Giuda 1:13 fiere onde del mare, schiumanti le lor brutture; stelle erranti, a cui è riserbata la caligine delle tenebre in eterno. (I) Giuda 1:14 Or a tali ancora profetizzò Enoc, settimo da Adamo, dicendo: Ecco, il Signore è venuto con le sue sante migliaia; (I) Giuda 1:15 per far giudicio contro a tutti, ed arguire tutti gli empi d’infra loro, di tutte le opere d’empietà, che hanno commesse; e di tutte le cose felle, che hanno proferite contro a lui gli empi peccatori. (I) Giuda 1:16 Costoro son mormoratori, querimoniosi, camminando secondo le loro concupiscenze; e la lor bocca proferisce cose sopra modo gonfie, ammirando le persone per l’utilità. (I) Giuda 1:17 Ma voi, diletti, ricordatevi delle parole predette dagli apostoli del Signor nostro Gesù Cristo; (I) Giuda 1:18 come vi dicevano, che nell’ultimo tempo vi sarebbero degli schernitori; i quali camminerebbero secondo le concupiscenze delle loro empietà. (I) Giuda 1:19 Costoro son quelli che separano sè stessi, essendo sensuali, non avendo lo Spirito. (I) Giuda 1:20 Ma voi, diletti, edificando voi stessi sopra la vostra santissima fede, orando per lo Spirito Santo, (I) Giuda 1:21 conservatevi nell’amor di Dio, aspettando la misericordia del Signor nostro Gesù Cristo, a vita eterna. (I) Giuda 1:22 Ed abbiate compassione degli uni, usando discrezione; (I) Giuda 1:23 ma salvate gli altri per ispavento, rapendoli dal fuoco; odiando eziandio la vesta macchiata dalla carne. (I) Giuda 1:24 Or a colui che è potente da conservarvi senza intoppo, e farvi comparir davanti alla gloria sua irreprensibili, con giubilo; (I) Giuda 1:25 a Dio sol savio, Salvator nostro, sia gloria e magnificenza; imperio, e podestà; ed ora e per tutti i secoli. Amen. (I) Apocalisse 1:1 LA Rivelazione di Gesù Cristo, la quale Iddio gli ha data, per far sapere a’ suoi servitori le cose che debbono avvenire in breve tempo; ed egli l’ha dichiarata, avendola mandata per il suo angelo, a Giovanni, suo servitore. (I) Apocalisse 1:2 Il quale ha testimoniato della parola di Dio, e della testimonianza di Gesù Cristo, e di tutte le cose che egli ha vedute. (I) Apocalisse 1:3 Beato chi legge, e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia, e serbano le cose che in essa sono scritte; perciocchè il tempo è vicino. (I) Apocalisse 1:4 GIOVANNI, alle sette chiese, che son nell’Asia: Grazia a voi, e pace, da colui che è, e che era, e che ha da venire; e da’ sette spiriti, che son davanti al suo trono; (I) Apocalisse 1:5 e da Gesù Cristo, il fedel testimonio, il primogenito dai morti, e il principe dei re della terra. Ad esso, che ci ha amati, e ci ha lavati de’ nostri peccati col suo sangue; (I) Apocalisse 1:6 e ci ha fatti re, e sacerdoti, a Dio suo Padre; sia la gloria e l’imperio, ne’ secoli de’ secoli. Amen. (I) Apocalisse 1:7 Ecco, egli viene con le nuvole, ed ogni occhio lo vedrà, eziandio quelli che l’hanno trafitto: e tutte le nazioni della terra faran cordoglio per lui. Sì, Amen. (I) Apocalisse 1:8 Io son l’Alfa, e l’Omega; il principio, e la fine, dice il Signore Iddio, che è, e che era, e che ha da venire, l’Onnipotente. (I) Apocalisse 1:9 IO Giovanni, che son vostro fratello, ed insieme compagno nell’afflizione, e nel regno, e nella sofferenza di Cristo Gesù, era nell’isola chiamata Patmo, per la parola di Dio, e per la testimonianza di Gesù Cristo. (I) Apocalisse 1:10 Io era in ispirito nel giorno della Domenica; e udii dietro a me una gran voce, come d’una tromba, che diceva: (I) Apocalisse 1:11 Io son l’Alfa, e l’Omega; il primo, e l’ultimo; e: Ciò che tu vedi scrivilo in un libro, e mandalo alle sette chiese, che sono in Asia: ad Efeso, ed a Smirna, ed a Pergamo, ed a Tiatiri, ed a Sardi, ed a Filadelfia, ed a Laodicea. (I) Apocalisse 1:12 Ed io in quello mi rivoltai, per veder la voce che avea parlato meco; e rivoltomi, vidi sette candellieri d’oro. (I) Apocalisse 1:13 E in mezzo di que’ sette candellieri, uno, simigliante ad un figliuol d’uomo, vestito d’una vesta lunga fino a’ piedi, e cinto d’una cintura d’oro all’altezza del seno. (I) Apocalisse 1:14 E il suo capo, e i suoi capelli eran candidi come lana bianca, a guisa di neve; e i suoi occhi somigliavano una fiamma di fuoco. (I) Apocalisse 1:15 E i suoi piedi eran simili a del calcolibano, a guisa che fossero stati infocati in una fornace; e la sua voce era come il suono di molte acque. (I) Apocalisse 1:16 Ed egli avea nella sua man destra sette stelle; e della sua bocca usciva una spada a due tagli, acuta; e il suo sguardo era come il sole, quando egli risplende nella sua forza. (I) Apocalisse 1:17 E quando io l’ebbi veduto, caddi ai suoi piedi come morto. Ed egli mise la sua man destra sopra me, dicendomi: Non temere; io sono il primo, e l’ultimo; (I) Apocalisse 1:18 e quel che vive; e sono stato morto, ma ecco, son vivente ne’ secoli de’ secoli, Amen; ed ho le chiavi della morte, e dell’inferno. (I) Apocalisse 1:19 Scrivi adunque le cose che tu hai vedute, e quelle che sono, e quelle che saranno da ora innanzi; (I) Apocalisse 1:20 il misterio delle sette stelle, che tu hai vedute sopra la mia destra, e quello de’ sette candellieri d’oro. Le sette stelle son gli angeli delle sette chiese; e i sette candellieri, che tu hai veduti, sono le sette chiese. (I) Apocalisse 2:1 ALL’ANGELO della chiesa d’Efeso scrivi: Queste cose dice colui che tiene le sette stelle nella sua destra, il qual cammina in mezzo de’ sette candellieri d’oro: (I) Apocalisse 2:2 Io conosco le opere tue, e la tua fatica, e la tua sofferenza, e che tu non puoi sopportare i malvagi; ed hai provati coloro che si dicono essere apostoli, e nol sono; e li hai trovati mendaci; (I) Apocalisse 2:3 ed hai portato il carico, ed hai sofferenza, ed hai faticato per il mio nome, e non ti sei stancato. (I) Apocalisse 2:4 Ma io ho contro a te questo: che tu hai lasciata la tua primiera carità. (I) Apocalisse 2:5 Ricordati adunque onde tu sei scaduto, e ravvediti, e fa’ le primiere opere; se no, tosto verrò a te, e rimoverò il tuo candelliere dal suo luogo, se tu non ti ravvedi. (I) Apocalisse 2:6 Ma tu hai questo: che tu odii le opere dei Nicolaiti, le quali odio io ancora. (I) Apocalisse 2:7 Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese: A chi vince io darò a mangiare dell’albero della vita, che è in mezzo del paradiso dell’Iddio mio. (I) Apocalisse 2:8 E ALL’ANGELO della chiesa di Smirna scrivi: Queste cose dice il primo, e l’ultimo; il quale è stato morto, ed è tornato in vita: (I) Apocalisse 2:9 Io conosco le tue opere, e la tua afflizione, e la tua povertà ma pur tu sei ricco; e la bestemmia di coloro che si dicono esser Giudei, e nol sono; anzi sono una sinagoga di Satana. (I) Apocalisse 2:10 Non temer nulla delle cose che tu soffrirai; ecco, egli avverrà che il Diavolo caccerà alcuni di voi in prigione, acciocchè siate provati; e voi avrete tribolazione di dieci giorni; sii fedele infino alla morte, ed io ti darò la corona della vita. (I) Apocalisse 2:11 Chi ha orecchio, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese: Chi vince non sarà punto offeso dalla morte seconda. (I) Apocalisse 2:12 E ALL’ANGELO della chiesa di Pergamo scrivi: Queste cose dice colui che ha la spada a due tagli, acuta: (I) Apocalisse 2:13 Io conosco le tue opere, e dove tu abiti, cioè là dove è il seggio di Satana; e pur tu ritieni il mio nome, e non hai rinnegata la mia fede, a’ dì che fu ucciso il mio fedel testimonio Antipa fra voi, là dove abita Satana. (I) Apocalisse 2:14 Ma io ho alcune poche cose contro a te, cioè: che tu hai quivi di quelli che tengono la dottrina di Balaam, il quale insegnò a Balac di porre intoppo davanti a’ figliuoli d’Israele, acciocchè mangiassero delle cose sacrificate agl’idoli, e fornicassero. (I) Apocalisse 2:15 Così hai ancora tu di quelli che tengono la dottrina de’ Nicolaiti; il che io odio. (I) Apocalisse 2:16 Ravvediti; se no, tosto verrò a te, e combatterò con loro con la spada della mia bocca. (I) Apocalisse 2:17 Chi ha orecchio, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese: A chi vince io darò a mangiar della manna nascosta, e gli darò un calcolo bianco, e in su quel calcolo un nuovo nome scritto, il qual niuno conosce, se non colui che lo riceve. (I) Apocalisse 2:18 E ALL’ANGELO della chiesa di Tiatiri scrivi: Queste cose dice il Figliuol di Dio, il quale ha gli occhi come fiamma di fuoco, e i cui piedi sono simili a calcolibano: (I) Apocalisse 2:19 Io conosco le tue opere, e la tua carità, e la tua fede, e il tuo ministerio, e la tua sofferenza; e che le tue opere ultime sopravanzano le primiere. (I) Apocalisse 2:20 Ma ho contro a te alcune poche cose, cioè: che tu lasci che la donna Iezabel, la quale si dice esser profetessa, insegni, e seduca i miei servitori, per fornicare, e mangiar de’ sacrificii degl’idoli. (I) Apocalisse 2:21 Ed io le ho dato tempo da ravvedersi della sua fornicazione; ma ella non si è ravveduta. (I) Apocalisse 2:22 Ecco, io la fo cadere in letto; e quelli che adulterano con lei, in gran tribolazione, se non si ravveggono delle opere loro. (I) Apocalisse 2:23 E farò morir di morte i figliuoli di essa; e tutte le chiese conosceranno che io son quello che investigo le reni, ed i cuori, e renderò a ciascun di voi secondo le vostre opere. (I) Apocalisse 2:24 Ma a voi altri che siete in Tiatiri, che non avete questa dottrina, e non avete conosciute le profondità di Satana, come coloro parlano, io dico: Io non metterò sopra voi altro carico. (I) Apocalisse 2:25 Tuttavolta, ciò che voi avete, ritenetelo finchè io venga. (I) Apocalisse 2:26 Ed a chi vince, e guarda fino al fine le opere mie, io darò podestà sopra le nazioni; (I) Apocalisse 2:27 ed egli le reggerà con una verga di ferro, e saranno tritate come i vasi di terra; siccome io ancora ho ricevuto dal Padre mio. (I) Apocalisse 2:28 E gli darò la stella mattutina. (I) Apocalisse 2:29 Chi ha orecchio, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. (I) Apocalisse 3:1 E ALL’ANGELO della chiesa di Sardi scrivi: Queste cose dice colui che ha i sette spiriti di Dio, e le sette stelle: Io conosco le tue opere; che tu hai nome di vivere, e pur sei morto. (I) Apocalisse 3:2 Sii vigilante, e rafferma il rimanente che sta per morire; poichè io non ho trovate le opere tue compiute nel cospetto dell’Iddio mio. (I) Apocalisse 3:3 Ricordati adunque quanto hai ricevuto ed udito; e serbalo, e ravvediti. Che se tu non vegli, io verrò sopra te, a guisa di ladro, e tu non saprai a qual’ora io verrò sopra te. (I) Apocalisse 3:4 Ma pur hai alcune poche persone in Sardi, che non hanno contaminate le lor vesti; e quelli cammineranno meco in vesti bianche, perciocchè ne son degni. (I) Apocalisse 3:5 Chi vince sarà vestito di veste bianca, ed io non cancellerò il suo nome dal libro della vita; anzi confesserò il suo nome nel cospetto del Padre mio, e nel cospetto de’ suoi angeli. (I) Apocalisse 3:6 Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. (I) Apocalisse 3:7 E ALL’ANGELO della chiesa di Filadelfia scrivi: Queste cose dice il santo, il verace, colui che ha la chiave di Davide; il quale apre, e niuno chiude; il qual chiude, e niuno apre: (I) Apocalisse 3:8 Io conosco le tue opere; ecco, io ti ho posto la porta aperta davanti, la qual niuno può chiudere; perciocchè tu hai un poco di forza, ed hai guardata la mia parola, e non hai rinnegato il mio nome. (I) Apocalisse 3:9 Ecco, io riduco quei della sinagoga di Satana, che si dicono esser Giudei, e nol sono, anzi mentono, in tale stato, che farò che verranno, e s’inchineranno davanti a’ tuoi piedi, e conosceranno che io t’ho amato. (I) Apocalisse 3:10 Perciocchè tu hai guardata la parola della mia pazienza, io altresì ti guarderò dall’ora della tentazione che verrà sopra tutto il mondo, per far prova di coloro che abitano sopra la terra. (I) Apocalisse 3:11 Ecco, io vengo in breve; ritieni ciò che tu hai, acciocchè niuno ti tolga la tua corona. (I) Apocalisse 3:12 Chi vince io lo farò una colonna nel tempio dell’Iddio mio, ed egli non uscirà mai più fuori; e scriverò sopra lui il nome dell’Iddio mio, e il nome della città dell’Iddio mio, della nuova Gerusalemme, la quale scende dal cielo, d’appresso all’Iddio mio, e il mio nuovo nome. (I) Apocalisse 3:13 Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. (I) Apocalisse 3:14 E ALL’ANGELO della chiesa di Laodicea scrivi: Queste cose dice l’Amen, il fedel testimonio, e verace; il principio della creazione di Dio: (I) Apocalisse 3:15 Io conosco le tue opere; che tu non sei nè freddo, nè fervente; oh fossi tu pur freddo, o fervente! (I) Apocalisse 3:16 Così, perciocchè tu sei tiepido, e non sei nè freddo, nè fervente, io ti vomiterò fuor della mia bocca. (I) Apocalisse 3:17 Perciocchè tu dici: Io son ricco, e sono arricchito, e non ho bisogno di nulla; e non sai che tu sei quel calamitoso, e miserabile, e povero, e cieco, e nudo. (I) Apocalisse 3:18 Io ti consiglio di comperar da me dell’oro affinato col fuoco, acciocchè tu arricchisca; e de’ vestimenti bianchi, acciocchè tu sii vestito, e non apparisca la vergogna della tua nudità; e d’ungere con un collirio gli occhi tuoi, acciocchè tu vegga. (I) Apocalisse 3:19 Io riprendo, e castigo tutti quelli che io amo; abbi adunque zelo, e ravvediti. (I) Apocalisse 3:20 Ecco, io sto alla porta, e picchio; se alcuno ode la mia voce, ed apre la porta, io entrerò a lui, e cenerò con lui, ed egli meco. (I) Apocalisse 3:21 A chi vince io donerò di seder meco nel trono mio; siccome io ancora ho vinto, e mi son posto a sedere col Padre mio nel suo trono. (I) Apocalisse 3:22 Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese. (I) Apocalisse 4:1 DOPO queste cose io vidi, ed ecco una porta aperta nel cielo; ecco ancora quella prima voce, a guisa di tromba, che io avea udita parlante meco, dicendo: Sali qua, ed io ti mostrerò le cose che debbono avvenire da ora innanzi. (I) Apocalisse 4:2 E subito io fui rapito in ispirito; ed ecco, un trono era posto nel cielo, e in sul trono v’era uno a sedere. (I) Apocalisse 4:3 E colui che sedea era nell’aspetto simigliante ad una pietra di diaspro, e sardia; e intorno al trono v’era l’arco celeste, simigliante in vista ad uno smeraldo. (I) Apocalisse 4:4 E intorno al trono v’erano ventiquattro troni, e in su i ventiquattro troni vidi sedere i ventiquattro vecchi, vestiti di vestimenti bianchi; ed aveano in su le lor teste delle corone d’oro. (I) Apocalisse 4:5 E dal trono procedevano folgori, e suoni, e tuoni; e v’erano sette lampane ardenti davanti al trono, le quali sono i sette spiriti di Dio. (I) Apocalisse 4:6 E davanti al trono v’era come un mare di vetro, simile a cristallo. E quivi in mezzo, ove era il trono, e d’intorno ad esso, v’erano quattro animali, pieni d’occhi, davanti e dietro. (I) Apocalisse 4:7 E il primo animale era simile ad un leone, e il secondo animale simile ad un vitello, e il terzo animale avea la faccia come un uomo, e il quarto animale era simile ad un’aquila volante. (I) Apocalisse 4:8 E i quattro animali aveano per uno sei ale d’intorno, e dentro erano pieni d’occhi; e non restano mai, nè giorno, nè notte, di dire: Santo, Santo, Santo è il Signore Iddio, l’Onnipotente che era, che è, che ha da venire! (I) Apocalisse 4:9 E quando gli animali rendevano gloria, ed onore, e grazie, a colui che sedeva in sul trono, a colui che vive nei secoli de’ secoli; (I) Apocalisse 4:10 i ventiquattro vecchi si gettavano giù davanti a colui che sedeva in sul trono, e adoravan colui che vive ne’ secoli de’ secoli; e gettavano le lor corone davanti al trono, dicendo: (I) Apocalisse 4:11 Degno sei, o Signore e Iddio nostro, o Santo, di ricever la gloria, l’onore, e la potenza; perciocchè tu hai create tutte le cose, e per la tua volontà sono, e sono state create. (I) Apocalisse 5:1 POI io vidi nella man destra di colui che sedeva in sul trono un libro scritto dentro e di fuori, suggellato con sette suggelli. (I) Apocalisse 5:2 E vidi un possente angelo, che bandiva con gran voce: Chi è degno di aprire il libro, e di sciorre i suoi suggelli? (I) Apocalisse 5:3 E niuno, nè in cielo, nè sopra la terra, nè di sotto alla terra, poteva aprire il libro, nè riguardarlo. (I) Apocalisse 5:4 Ed io piangeva forte, perciocchè niuno era stato trovato degno di aprire, e di leggere il libro; e non pur di riguardarlo. (I) Apocalisse 5:5 E uno de’ vecchi mi disse: Non piangere; ecco il Leone, che è della tribù di Giuda, la Radice di Davide, ha vinto, per aprire il libro, e sciorre i suoi sette suggelli. (I) Apocalisse 5:6 Poi io vidi, ed ecco, in mezzo del trono, e de’ quattro animali, e in mezzo dei vecchi, un Agnello che stava in piè, che pareva essere stato ucciso, il quale avea sette corna, e sette occhi, che sono i sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra. (I) Apocalisse 5:7 Ed esso venne, e prese il libro dalla man destra di colui che sedeva in sul trono. (I) Apocalisse 5:8 E quando egli ebbe preso il libro, i quattro animali, e i ventiquattro vecchi, si gettarono giù davanti all’Agnello, avendo ciascuno delle cetere, e delle coppe piene di profumi, che sono le orazioni de’ santi. (I) Apocalisse 5:9 E cantavano un nuovo cantico, dicendo: Tu sei degno di ricevere il libro, e d’aprire i suoi suggelli perciocchè tu sei stato ucciso, e col tuo sangue ci hai comperati a Dio, d’ogni tribù, e lingua, e popolo, e nazione; (I) Apocalisse 5:10 e ci hai fatti re, e sacerdoti all’Iddio nostro; e noi regneremo sopra la terra. (I) Apocalisse 5:11 Ed io riguardai, e udii la voce di molti angeli intorno al trono, ed agli animali, ed ai vecchi; e il numero loro era di migliaia di migliaia, e di decine di migliaia di decine di migliaia; (I) Apocalisse 5:12 che dicevano con gran voce: Degno è l’Agnello, che è stato ucciso, di ricever la potenza, e le ricchezze, e la sapienza, e la forza, e l’onore, e la gloria, e la benedizione. (I) Apocalisse 5:13 Io udii ancora ogni creatura che è nel cielo, e sopra la terra, e di sotto alla terra; e quelle che son nel mare, e tutte le cose che sono in essi, che dicevano: A colui che siede in sul trono, ed all’Agnello, sia la benedizione, e l’onore, e la gloria, e la forza, ne’ secoli de’ secoli. (I) Apocalisse 5:14 E i quattro animali dicevano: Amen! e i ventiquattro vecchi si gettarono giù, e adorarono colui che vive ne’ secoli dei secoli. (I) Apocalisse 6:1 POI vidi, quando l’Agnello ebbe aperto l’uno de’ sette suggelli; ed io udii uno de’ quattro animali, che diceva, a guisa che fosse stata la voce d’un tuono: Vieni, e vedi. (I) Apocalisse 6:2 Ed io vidi, ed ecco un caval bianco; e colui che lo cavalcava avea un arco; e gli fu data una corona, ed egli uscì fuori vincitore, ed acciocchè vincesse. (I) Apocalisse 6:3 E quando egli ebbe aperto il secondo suggello, io udii il secondo animale, che diceva: Vieni, e vedi. (I) Apocalisse 6:4 E uscì fuori un altro cavallo sauro; ed a colui che lo cavalcava fu dato di toglier la pace dalla terra, acciocchè gli uomini si uccidessero gli uni gli altri; e gli fu data una grande spada. (I) Apocalisse 6:5 E quando egli ebbe aperto il terzo suggello, io udii il terzo animale, che diceva: Vieni, e vedi. Ed io vidi, ed ecco un caval morello; e colui che lo cavalcava avea una bilancia in mano. (I) Apocalisse 6:6 Ed io udii una voce, in mezzo de’ quattro animali, che diceva; La chenice del frumento per un danaro, e le tre chenici d’orzo per un danaro; e non danneggiare il vino, nè l’olio. (I) Apocalisse 6:7 E quando egli ebbe aperto il quarto suggello, io udii la voce del quarto animale che diceva: Vieni, e vedi. (I) Apocalisse 6:8 Ed io vidi, ed ecco un caval fulvo; e colui che lo cavalcava avea nome la Morte; e dietro ad essa seguitava l’Inferno; e fu loro data podestà sopra la quarta parte della terra, da uccider con ispada, con fame, e con mortalità, e per le fiere della terra. (I) Apocalisse 6:9 E quando egli ebbe aperto il quinto suggello, io vidi disotto all’altare le anime degli uomini uccisi per la parola di Dio, e per la testimonianza dell’Agnello, che avevano resa. (I) Apocalisse 6:10 E gridarono con gran voce, dicendo: Infino a quando, o Signore, che sei il santo, e il verace, non fai tu giudicio, e non vendichi tu il nostro sangue sopra coloro che abitano sopra la terra? (I) Apocalisse 6:11 E furono date a ciascuna d’esse delle stole bianche, e fu loro detto che si riposassero ancora un poco di tempo, infino a tanto che fosse ancora compiuto il numero de’ lor conservi, e de’ lor fratelli, che hanno da essere uccisi, com’essi. (I) Apocalisse 6:12 Poi vidi quando egli ebbe aperto il sesto suggello; ed ecco, si fece un gran tremoto, e il sole divenne nero, come un sacco di crine; e la luna divenne tutta come sangue; (I) Apocalisse 6:13 e le stelle del cielo caddero in terra, come quando il fico, scosso da un gran vento, lascia cadere i suoi ficucci. (I) Apocalisse 6:14 E il cielo si ritirò, come una pergamena che si rotola; e ogni montagna ed isola fu mossa dal suo luogo. (I) Apocalisse 6:15 E i re della terra, e i grandi, e i capitani, e i ricchi, e i possenti, ed ogni servo, ed ogni libero, si nascosero nelle spelonche, e nelle rocce de’ monti. (I) Apocalisse 6:16 E dicevano a’ monti, ed alle rocce: Cadeteci addosso, e nascondeteci dal cospetto di colui che siede sopra il trono, e dall’ira dell’Agnello; (I) Apocalisse 6:17 perciocchè è venuto il gran giorno della sua ira; e chi potrà durare? (I) Apocalisse 7:1 E DOPO queste cose, io vidi quattro angeli, che stavano in piè sopra i quattro canti della terra, ritenendo i quattro venti della terra, acciocchè non soffiasse vento alcuno sopra la terra, nè sopra il mare, nè sopra alcun albero. (I) Apocalisse 7:2 Poi vidi un altro angelo, che saliva dal sol levante, il quale avea il suggello dell’Iddio vivente; ed egli gridò con gran voce a’ quattro angeli, a’ quali era dato di danneggiar la terra, ed il mare, dicendo: (I) Apocalisse 7:3 Non danneggiate la terra, nè il mare, nè gli alberi, finchè noi abbiam segnati i servitori dell’Iddio nostro in su le fronti loro. (I) Apocalisse 7:4 Ed io udii il numero de’ segnati, che era di cenquarantaquattromila segnati di tutte le tribù de’ figliuoli d’Israele. (I) Apocalisse 7:5 Della tribù di Giuda, dodicimila segnati; della tribù di Ruben, dodicimila segnati; della tribù di Gad, dodicimila segnati; (I) Apocalisse 7:6 della tribù di Aser, dodicimila segnati; della tribù di Neftali, dodicimila segnati; della tribù di Manasse, dodicimila segnati; (I) Apocalisse 7:7 della tribù di Simeon, dodicimila segnati; della tribù di Levi, dodicimila segnati; della tribù d’Issacar, dodicimila segnati; (I) Apocalisse 7:8 della tribù di Zabulon, dodicimila segnati; della tribù di Giuseppe, dodicimila segnati; della tribù di Beniamino, dodicimila segnati. (I) Apocalisse 7:9 DOPO queste cose, io vidi, ed ecco una turba grande, la qual niuno poteva annoverare, di tutte le nazioni, e tribù, e popoli, e lingue, i quali stavano in piè davanti al trono, e davanti all’Agnello, vestiti di stole bianche, ed aveano delle palme nelle mani. (I) Apocalisse 7:10 E gridavano con gran voce, dicendo: La salute appartiene all’Iddio nostro, il quale siede sopra il trono, ed all’Agnello. (I) Apocalisse 7:11 E tutti gli angeli stavano in piè intorno al trono, ed a’ vecchi, ed a’ quattro animali; e si gettarono giù in su le lor facce, davanti al trono; e adorarono Iddio, dicendo: (I) Apocalisse 7:12 Amen! la benedizione, e la gloria, e la sapienza, e le grazie e l’onore, e la potenza, e la forza, appartengono all’Iddio nostro ne’ secoli de’ secoli. Amen! (I) Apocalisse 7:13 Ed uno de’ vecchi mi fece motto, e mi disse: Chi son costoro, che son vestiti di stole bianche? ed onde son venuti? (I) Apocalisse 7:14 Ed io gli dissi: Signor mio, tu il sai. Ed egli mi disse: Costoro son quelli che son venuti dalla gran tribolazione, ed hanno lavate le loro stole, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello. (I) Apocalisse 7:15 Perciò sono davanti al trono di Dio, e gli servono giorno e notte, nel suo tempio; e colui che siede sopra il trono tenderà sopra loro il suo padiglione. (I) Apocalisse 7:16 Non avranno più fame, nè sete; e non caderà più sopra loro nè sole, nè arsura alcuna; (I) Apocalisse 7:17 (G7-16) perciocchè l’Agnello che è in mezzo del trono li pasturerà, e li guiderà alle vive fonti delle acque; e Iddio asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro. (I) Apocalisse 8:1 E QUANDO l’Agnello ebbe aperto il settimo suggello, si fece silenzio nel cielo lo spazio d’intorno ad una mezz’ora. (I) Apocalisse 8:2 Ed io vidi i sette angeli, i quali stavano in piè davanti a Dio, e furono loro date sette trombe. (I) Apocalisse 8:3 Ed un altro angelo venne, e si fermò appresso l’altare, avendo un turibolo d’oro; e gli furono dati molti profumi, acciocchè ne desse alle orazioni di tutti i santi, sopra l’altar d’oro, che era davanti al trono. (I) Apocalisse 8:4 E il fumo de’ profumi, dati alle orazioni de’ santi, salì, dalla mano dell’angelo, nel cospetto di Dio. (I) Apocalisse 8:5 Poi l’angelo prese il turibolo, e l’empiè del fuoco dell’altare, e lo gettò nella terra; e si fecero suoni, e tuoni, e folgori, e tremoto. (I) Apocalisse 8:6 E i sette angeli che avean le sette trombe si apparecchiarono per sonare. (I) Apocalisse 8:7 E il primo angelo sonò; e venne una gragnuola, e del fuoco, mescolati con sangue; e furon gettati nella terra; e la terza parte della terra fu arsa; la terza parte degli alberi altresì, ed ogni erba verde fu bruciata. (I) Apocalisse 8:8 Poi sonò il secondo angelo; e fu gettato nel mare come un gran monte ardente; e la terza parte del mare divenne sangue; (I) Apocalisse 8:9 e la terza parte delle creature che son nel mare, le quali hanno vita, morì; e la terza parte delle navi perì. (I) Apocalisse 8:10 Poi sonò il terzo angelo; e cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia; e cadde sopra la terza parte de’ fiumi, e sopra le fonti delle acque. (I) Apocalisse 8:11 E il nome della stella si chiama Assenzio; e la terza parte delle acque divenne assenzio; e molti degli uomini morirono di quelle acque; perciocchè eran divenute amare. (I) Apocalisse 8:12 Poi sonò il quarto angelo; e la terza parte del sole fu percossa, e la terza parte della luna, e la terza parte delle stelle, sì che la terza parte loro scurò; e la terza parte del giorno non luceva, nè la notte simigliantemente. (I) Apocalisse 8:13 Ed io riguardai, e udii un angelo volante in mezzo del cielo, che disse con gran voce tre volte: Guai, guai, guai a coloro che abitano sopra la terra, per gli altri suoni della tromba de’ tre angeli che hanno da sonare! (I) Apocalisse 9:1 POI sonò il quinto angelo, ed io vidi una stella caduta dal cielo in terra; e ad esso fu data la chiave del pozzo dell’abisso. (I) Apocalisse 9:2 Ed egli aperse il pozzo dell’abisso, e di quel pozzo salì un fumo, simigliante al fumo d’una gran fornace ardente; e il sole e l’aria scurò, per il fumo del pozzo. (I) Apocalisse 9:3 E di quel fumo uscirono in terra locuste; e fu loro dato potere, simile a quello degli scorpioni della terra. (I) Apocalisse 9:4 E fu lor detto, che non danneggiassero l’erba della terra, nè verdura alcuna, nè albero alcuno; ma solo gli uomini che non hanno il segnale di Dio in su le lor fronti. (I) Apocalisse 9:5 E fu loro dato, non di ucciderli, ma di tormentarli lo spazio di cinque mesi; e il lor tormento era come quello dello scorpione, quando ha ferito l’uomo. (I) Apocalisse 9:6 E in que’ giorni gli uomini cercheranno la morte, e non la troveranno; e desidereranno di morire, e la morte fuggirà da loro. (I) Apocalisse 9:7 Or i sembianti delle locuste erano simili a cavalli apparecchiati alla battaglia; ed aveano in su le lor teste come delle corone d’oro, e le lor facce erano come facce d’uomini. (I) Apocalisse 9:8 Ed avean capelli, come capelli di donne: e i lor denti erano come denti di leoni. (I) Apocalisse 9:9 Ed aveano degli usberghi, come usberghi di ferro; e il suon delle loro ale era come il suono de’ carri, o di molti cavalli correnti alla battaglia. (I) Apocalisse 9:10 Ed aveano delle code simili a quelle degli scorpioni, e v’erano delle punte nelle lor code; e il poter loro era di danneggiar gli uomini lo spazio di cinque mesi. (I) Apocalisse 9:11 Ed aveano per re sopra loro l’angelo dell’abisso, il cui nome in Ebreo è Abaddon, ed in Greco Appollion. (I) Apocalisse 9:12 Il primo Guaio è passato; ecco, vengono ancora due Guai dopo queste cose. (I) Apocalisse 9:13 POI il sesto angelo sonò; ed io udii una voce dalle quattro corna dell’altar d’oro, ch’era davanti a Dio; (I) Apocalisse 9:14 la quale disse al sesto angelo che avea la tromba: Sciogli i quattro angeli, che son legati in sul gran fiume Eufrate. (I) Apocalisse 9:15 E furono sciolti que’ quattro angeli, che erano apparecchiati per quell’ora, e giorno, e mese, ed anno; per uccider la terza parte degli uomini. (I) Apocalisse 9:16 E il numero degli eserciti della cavalleria era di venti migliaia di decine di migliaia; ed io udii il numero loro. (I) Apocalisse 9:17 Simigliantemente ancora vidi nella visione i cavalli, e quelli che li cavalcavano, i quali aveano degli usberghi di fuoco, di giacinto, e di zolfo; e le teste de’ cavalli erano come teste di leoni; e dalle bocche loro usciva fuoco, e fumo, e zolfo. (I) Apocalisse 9:18 Da queste tre piaghe: dal fuoco, dal fumo, e dallo zolfo, che usciva delle bocche loro, fu uccisa la terza parte degli uomini. (I) Apocalisse 9:19 Perciocchè il poter de’ cavalli era nella lor bocca, e nelle lor code; poichè le lor code erano simili a serpenti, avendo delle teste, e con esse danneggiavano. (I) Apocalisse 9:20 E il rimanente degli uomini, che non furono uccisi di queste piaghe, non si ravvide ancora delle opere delle lor mani, per non adorare i demoni, e gl’idoli d’oro, e d’argento, e di rame, e di pietra, e di legno, i quali non possono nè vedere, nè udire, nè camminare. (I) Apocalisse 9:21 Parimente non si ravvidero de’ lor omicidii, nè delle lor malie, nè della loro fornicazione, nè de’ lor furti. (I) Apocalisse 10:1 POI vidi un altro possente angelo, che scendeva dal cielo, intorniato d’una nuvola, sopra il capo del quale era l’arco celeste; e la sua faccia era come il sole, e i suoi piedi come colonne di fuoco; (I) Apocalisse 10:2 ed avea in mano un libretto aperto; ed egli posò il suo piè destro in sul mare, e il sinistro in su la terra; (I) Apocalisse 10:3 e gridò con gran voce, nella maniera che rugge il leone; e quando ebbe gridato, i sette tuoni proferirono le lor voci. (I) Apocalisse 10:4 E quando i sette tuoni ebbero proferite le lor voci, io era pronto per iscriverle, ma io udii una voce dal cielo, che mi disse: Suggella le cose che i sette tuoni hanno proferite, e non iscriverle. (I) Apocalisse 10:5 E l’angelo, il quale io avea veduto stare in piè in sul mare, e in su la terra, levò la man destra al cielo; (I) Apocalisse 10:6 e giurò per colui che vive ne’ secoli de’ secoli, il quale ha creato il cielo, e le cose che sono in esso; e la terra, e le cose che sono in essa; e il mare, e le cose che sono in esso, che non vi sarebbe più tempo. (I) Apocalisse 10:7 Ma, che al tempo del suono del settimo angelo, quando egli sonerebbe, si compierebbe il segreto di Dio, il quale egli ha annunziato a’ suoi servitori profeti. (I) Apocalisse 10:8 E la voce che io avea udita dal cielo parlò di nuovo meco, e disse: Va’, prendi il libretto aperto, che è in mano dell’angelo, che sta in sul mare, e in su la terra. (I) Apocalisse 10:9 Ed io andai a quell’angelo, dicendogli: Dammi il libretto. Ed egli mi disse: Prendilo, e divoralo; ed esso ti recherà amaritudine al ventre; ma nella tua bocca sarà dolce come miele. (I) Apocalisse 10:10 Ed io presi il libretto di mano dell’angelo, e lo divorai; e mi fu dolce in bocca, come miele; ma, quando l’ebbi divorato, il mio ventre sentì amaritudine. (I) Apocalisse 10:11 Ed egli mi disse: Ei ti bisogna di nuovo profetizzare contro a molti popoli, e nazioni, e lingue, e re. (I) Apocalisse 11:1 POI mi fu data una canna, simile ad una verga. E l’angelo si presentò a me, dicendo: Levati, e misura il tempio di Dio, e l’altare, e quelli che adorano in quello; (I) Apocalisse 11:2 ma tralascia il cortile di fuori del tempio, e non misurarlo; perciocchè egli è stato dato a’ Gentili, ed essi calcheranno la santa città lo spazio di quarantadue mesi. (I) Apocalisse 11:3 Ed io darò a’ miei due testimoni di profetizzare; e profetizzeranno milledugensessanta giorni, vestiti di sacchi. (I) Apocalisse 11:4 Questi sono i due ulivi, e i due candellieri, che stanno nel cospetto del Signor della terra. (I) Apocalisse 11:5 E se alcuno li vuole offendere, fuoco esce dalla bocca loro, e divora i lor nemici; e se alcuno li vuole offendere, convien ch’egli sia ucciso in questa maniera. (I) Apocalisse 11:6 Costoro hanno podestà di chiudere il cielo, che non cada alcuna pioggia a’ dì della lor profezia; hanno parimente podestà sopra le acque, per convertirle in sangue; e di percuoter la terra di qualunque piaga, ogni volta che vorranno. (I) Apocalisse 11:7 E quando avranno finita la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra con loro, e li vincerà, e li ucciderà. (I) Apocalisse 11:8 E i lor corpi morti giaceranno in su la piazza della gran città, la quale spiritualmente si chiama Sodoma ed Egitto; dove ancora è stato crocifisso il Signor loro. (I) Apocalisse 11:9 E gli uomini d’infra i popoli, e tribù, e lingue, e nazioni, vedranno i lor corpi morti lo spazio di tre giorni e mezzo; e non lasceranno che i lor corpi morti sieno posti in monumenti. (I) Apocalisse 11:10 E gli abitanti della terra si rallegreranno di loro, e ne faranno festa, e si manderanno presenti gli uni agli altri; perciocchè questi due profeti avranno tormentati gli abitanti della terra. (I) Apocalisse 11:11 E in capo di tre giorni e mezzo, lo Spirito della vita, procedente da Dio, entrò in loro, e si rizzarono in piè, e grande spavento cadde sopra quelli che li videro. (I) Apocalisse 11:12 Ed essi udirono una gran voce dal cielo, che disse loro: Salite qua. Ed essi salirono al cielo nella nuvola; e i lor nemici li videro. (I) Apocalisse 11:13 E in quell’ora si fece un gran tremoto, e la decima parte della città cadde, e settemila persone furono uccise in quel tremoto, e il rimanente fu spaventato, e diede gloria all’Iddio del cielo. (I) Apocalisse 11:14 Il secondo Guaio è passato; ed ecco, tosto verrà il terzo Guaio. (I) Apocalisse 11:15 POI il settimo angelo sonò, e si fecero gran voci nel cielo, che dicevano: Il regno del mondo è venuto ad esser del Signore nostro, e del suo Cristo; ed egli regnerà ne’ secoli de’ secoli. (I) Apocalisse 11:16 E i ventiquattro vecchi, che sedevano nel cospetto di Dio in sui lor troni, si gettarono già sopra le lor facce, e adorarono Iddio, dicendo: (I) Apocalisse 11:17 Noi ti ringraziamo, o Signore Iddio onnipotente, che sei, che eri, e che hai da venire; che tu hai presa in mano la tua gran potenza, e ti sei messo a regnare. (I) Apocalisse 11:18 E le nazioni si sono adirate; ma l’ira tua è venuta, e il tempo de’ morti, nel quale conviene ch’essi sieno giudicati, e che tu dii il premio a’ tuoi servitori profeti, ed a’ santi, ed a coloro che temono il tuo nome, piccoli e grandi; e che tu distrugga coloro che distruggon la terra. (I) Apocalisse 11:19 E il tempio di Dio fu aperto nel cielo, e apparve l’arca del patto d’esso nel suo tempio; e si fecero folgori, e suoni, e tuoni, e tremoto, e gragnuola grande. (I) Apocalisse 12:1 POI apparve un gran segno nel cielo: una donna intorniata del sole, di sotto a’ cui piedi era la luna, e sopra la cui testa era una corona di dodici stelle. (I) Apocalisse 12:2 Ed essendo incinta, gridava, sentendo i dolori del parto, e travagliava da partorire. (I) Apocalisse 12:3 Apparve ancora un altro segno nel cielo. Ed ecco un gran dragone rosso, che avea sette teste, e dieci corna; e in su le sue teste v’erano sette diademi. (I) Apocalisse 12:4 E la sua coda strascinava dietro a sè la terza parte delle stelle del cielo, ed egli le gettò in terra. E il dragone si fermò davanti alla donna che avea da partorire, acciocchè, quando avesse partorito, egli divorasse il suo figliuolo. (I) Apocalisse 12:5 Ed ella partorì un figliuol maschio, il quale ha da reggere tutte le nazioni con verga di ferro; e il figliuol d’essa fu rapito, e portato appresso a Dio, ed appresso al suo trono. (I) Apocalisse 12:6 E la donna fuggì nel deserto, dove ha un luogo apparecchiato da Dio, acciocchè sia quivi nudrita milledugensessanta giorni. (I) Apocalisse 12:7 E si fece battaglia nel cielo; Michele, e i suoi angeli, combatterono col dragone; il dragone parimente, e i suoi angeli, combatterono. (I) Apocalisse 12:8 Ma non vinsero, e il luogo loro non fu più trovato nel cielo. (I) Apocalisse 12:9 E il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato Diavolo e Satana, il qual seduce tutto il mondo, fu gettato in terra; e furono con lui gettati ancora i suoi angeli. (I) Apocalisse 12:10 Ed io udii una gran voce nel cielo, che diceva: Ora è venuta ad esser dell’Iddio nostro la salute, e la potenza, e il regno; e la podestà del suo Cristo; perciocchè è stato gettato a basso l’accusatore de’ nostri fratelli, il quale li accusava davanti all’Iddio nostro, giorno e notte. (I) Apocalisse 12:11 Ma essi l’hanno vinto per il sangue dell’Agnello, e per la parola della loro testimonianza; e non hanno amata la vita loro; fin là, che l’hanno esposta alla morte. (I) Apocalisse 12:12 Perciò, rallegratevi, o cieli, e voi che abitate in essi. Guai a voi, terra, e mare! perciocchè il Diavolo è disceso a voi, avendo grande ira, sapendo che egli ha poco tempo. (I) Apocalisse 12:13 E quando il dragone vide ch’egli era stato gettato in terra, perseguitò la donna, che avea partorito il figliuol maschio. (I) Apocalisse 12:14 Ma furono date alla donna due ale della grande aquila, acciocchè se ne volasse d’innanzi al serpente nel deserto, nel suo luogo, per esser quivi nudrita un tempo, de’ tempi, e la metà d’un tempo. (I) Apocalisse 12:15 E il serpente gettò dalla sua bocca, dietro alla donna, dell’acqua, a guisa di fiume; per far che il fiume la portasse via. (I) Apocalisse 12:16 Ma la terra soccorse la donna; e la terra aperse la sua bocca, ed assorbì il fiume, che il dragone avea gettato della sua bocca. (I) Apocalisse 12:17 E il dragone si adirò contro alla donna, e se ne andò a far guerra col rimanente della progenie d’essa, che serba i comandamenti di Dio, ed ha la testimonianza di Gesù Cristo. (I) Apocalisse 13:1 (G12-18) Ed io mi fermai in su la rena del mare. (G13-1) POI vidi salir dal mare una bestia, che aveva dieci corna e sette teste; e in su le sue corna dieci diademi, e in su le sue teste un nome di bestemmia. (I) Apocalisse 13:2 E la bestia ch’io vidi era simigliante ad un pardo, e i suoi piedi erano come piedi d’orso, e la sua bocca come una bocca di leone; e il dragone le diede la sua potenza, e il suo trono, e podestà grande. (I) Apocalisse 13:3 Ed io vidi una delle sue teste come ferita a morte; ma la sua piaga mortale fu sanata; e tutta la terra si maravigliò dietro alla bestia. (I) Apocalisse 13:4 E adorarono il dragone, che avea data la podestà alla bestia; adorarono ancora la bestia, dicendo: Chi è simile alla bestia, e chi può guerreggiare con lei? (I) Apocalisse 13:5 E le fu data bocca parlante cose grandi, e bestemmie, e le fu data podestà di durar quarantadue mesi. (I) Apocalisse 13:6 Ed ella aperse la sua bocca in bestemmia contro a Dio, da bestemmiare il suo nome, e il suo tabernacolo, e quelli che abitano nel cielo. (I) Apocalisse 13:7 E le fu dato, di far guerra a’ santi, e di vincerli; le fu parimente data podestà sopra ogni tribù, e lingua, e nazione. (I) Apocalisse 13:8 E tutti gli abitanti della terra, i cui nomi non sono scritti, fin dalla fondazione del mondo, nel libro della vita dell’Agnello, che è stato ucciso, l’adorarono. (I) Apocalisse 13:9 Se alcuno ha orecchio, ascolti. (I) Apocalisse 13:10 Se alcuno mena in cattività, andrà in cattività; se alcuno uccide con la spada, bisogna che sia ucciso con la spada. Qui è la sofferenza, e la fede dei santi. (I) Apocalisse 13:11 POI vidi un’altra bestia, che saliva dalla terra, ed avea due corna simili a quelle dell’Agnello, ma parlava come il dragone. (I) Apocalisse 13:12 Ed esercitava tutta la podestà della prima bestia, nel suo cospetto; e facea che la terra, e gli abitanti d’essa adorassero la prima bestia, la cui piaga mortale era stata sanata. (I) Apocalisse 13:13 E faceva gran segni; sì che ancora faceva scender fuoco dal cielo in su la terra, in presenza degli uomini. (I) Apocalisse 13:14 E seduceva gli abitanti della terra, per i segni che le erano dati di fare nel cospetto della bestia, dicendo agli abitanti della terra, che facessero una immagine alla bestia, che avea ricevuta la piaga della spada, ed era tornata in vita. (I) Apocalisse 13:15 E le fu dato di dare spirito all’immagine della bestia, sì che ancora l’immagine della bestia parlasse; e di far che tutti coloro che non adorassero l’immagine della bestia fossero uccisi. (I) Apocalisse 13:16 Faceva ancora che a tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi, fosse posto un marchio in su la lor mano destra, o in su le lor fronti; (I) Apocalisse 13:17 e che niuno potesse comperare, o vendere, se non chi avesse il marchio, o il nome della bestia, o il numero del suo nome. (I) Apocalisse 13:18 Qui è la sapienza. Chi ha intendimento conti il numero della bestia; poichè è numero d’uomo; e il suo numero è seicentosessantasei. (I) Apocalisse 14:1 POI vidi, ed ecco l’Agnello, che stava in piè in sul monte di Sion; e con lui erano cenquarantaquattromila persone, che aveano il suo nome, e il nome di suo Padre, scritto in su le lor fronti. (I) Apocalisse 14:2 Ed io udii una voce dal cielo, a guisa d’un suono di molte acque, ed a guisa d’un rumore di gran tuono; e la voce che io udii era come di ceteratori, che sonavano in su le lor cetere. (I) Apocalisse 14:3 E cantavano un cantico nuovo, davanti al trono, e davanti a’ quattro animali, e davanti a’ vecchi; e niuno poteva imparare il cantico, se non quei cenquarantaquattromila, i quali sono stati comperati dalla terra. (I) Apocalisse 14:4 Costoro son quelli che non si sono contaminati con donne; perciocchè son vergini; costoro son quelli che seguono l’Agnello, dovunque egli va; costoro sono stati da Gesù comperati d’infra gli uomini, per esser primizie a Dio, ed all’Agnello. (I) Apocalisse 14:5 E nella bocca loro non è stata trovata menzogna; poichè sono irreprensibili davanti al trono di Dio. (I) Apocalisse 14:6 POI vidi un altro angelo volante per lo mezzo del cielo, avendo l’evangelo eterno, per evangelizzare agli abitanti della terra, e ad ogni nazione, e tribù, e lingua, e popolo, dicendo con gran voce: (I) Apocalisse 14:7 Temete Iddio, e dategli gloria; perciocchè l’ora del suo giudicio è venuta; e adorate colui che ha fatto il cielo, e la terra, e il mare, e le fonti delle acque. (I) Apocalisse 14:8 Poi seguì un altro angelo, dicendo: Caduta, caduta, è Babilonia, la gran città; perciocchè ella ha dato a bere a tutte le nazioni del vino dell’ira della sua fornicazione. (I) Apocalisse 14:9 E dopo quelli, seguitò un terzo angelo, dicendo con gran voce: Se alcuno adora la bestia, e la sua immagine, e prende il suo carattere in su la sua fronte, o in su la sua mano; (I) Apocalisse 14:10 anch’egli berrà del vino dell’ira di Dio, mesciuto tutto puro nel calice della sua ira; e sarà tormentato con fuoco, e zolfo, nel cospetto de’ santi angeli, e dell’Agnello. (I) Apocalisse 14:11 E il fumo del tormento loro salirà ne’ secoli de’ secoli; e non avranno requie, nè giorno, nè notte, coloro che adoran la bestia, e la sua immagine, e chiunque prende il marchio del suo nome. (I) Apocalisse 14:12 Qui è la pazienza de’ santi; qui son coloro che osservano i comandamenti di Dio, e la fede di Gesù. (I) Apocalisse 14:13 Poi io udii dal cielo una voce che mi diceva: Scrivi: Beati i morti, che per l’innanzi muoiono nel Signore; sì certo, dice lo Spirito; acciocchè si riposino delle lor fatiche; e le loro opere li seguitano. (I) Apocalisse 14:14 ED io vidi, ed ecco una nuvola bianca, e in su la nuvola era a sedere uno, simile a un figliuol d’uomo, il quale avea in sul capo una corona d’oro, e nella mano una falce tagliente. (I) Apocalisse 14:15 Ed un altro angelo uscì fuor del tempio, gridando con gran voce a colui che sedeva in su la nuvola: Metti dentro la tua falce, e mieti; perciocchè l’ora del mietere è venuta; poichè la ricolta della terra è secca. (I) Apocalisse 14:16 E colui che sedeva in su la nuvola mise la sua falce nella terra, e la terra fu mietuta. (I) Apocalisse 14:17 Ed un altro angelo uscì del tempio, che è nel cielo, avendo anch’egli un pennato tagliente. (I) Apocalisse 14:18 Ed un altro angelo uscì fuor dell’altare, il quale avea podestà sopra il fuoco; e gridò con gran grido a quello che avea il pennato tagliente, dicendo: Metti dentro il tuo pennato tagliente, e vendemmia i grappoli della vigna della terra; poichè le sue uve sono mature. (I) Apocalisse 14:19 E l’angelo mise il suo pennato nella terra, e vendemmiò la vigna della terra, e gettò le uve nel gran tino dell’ira di Dio. (I) Apocalisse 14:20 E il tino fu calcato fuori della città; e del tino uscì sangue, che giungeva sino a’ freni de’ cavalli, per mille seicento stadi. (I) Apocalisse 15:1 POI io vidi nel cielo un altro segno grande, e maraviglioso: sette angeli, che aveano le sette ultime piaghe; perciocchè in esse è compiuta l’ira di Dio. (I) Apocalisse 15:2 Io vidi adunque come un mare di vetro, mescolato di fuoco; e quelli che aveano ottenuta vittoria della bestia, e della sua immagine, e del suo marchio, e dal numero del suo nome; i quali stavano in piè in sul mare di vetro, avendo delle cetere di Dio. (I) Apocalisse 15:3 E cantavano il cantico di Mosè, servitor di Dio, e il cantico dell’Agnello, dicendo: Grandi e maravigliose son le opere tue, o Signore Iddio onnipotente; giuste e veraci son le tue vie, o Re delle nazioni. (I) Apocalisse 15:4 O Signore, chi non ti temerà, e non glorificherà il tuo nome? poichè tu solo sei santo; certo tutte le nazioni verranno, e adoreranno nel tuo cospetto; perciocchè i tuoi giudicii sono stati manifestati. (I) Apocalisse 15:5 E dopo queste cose, io vidi, e fu aperto il tempio del tabernacolo della testimonianza nel cielo. (I) Apocalisse 15:6 E i sette angeli, che aveano le sette piaghe, usciron del tempio, vestiti di lino puro e risplendente; e cinti intorno al petto di cinture d’oro. (I) Apocalisse 15:7 E l’uno de’ quattro animali diede a’ sette angeli sette coppe d’oro, piene dell’ira dell’Iddio vivente ne’ secoli dei secoli. (I) Apocalisse 15:8 E il tempio fu ripieno di fumo, procedente dalla gloria di Dio, e dalla sua potenza; e niuno poteva entrare nel tempio, finchè non fossero compiute le sette piaghe degli angeli. (I) Apocalisse 16:1 Ed io udii una gran voce dal tempio, che diceva a’ sette angeli; Andate, versate nella terra le coppe dell’ira di Dio. (I) Apocalisse 16:2 E il primo andò, e versò la sua coppa in su la terra; e venne un’ulcera maligna, e dolorosa, agli uomini che aveano il marchio della bestia, ed a quelli che adoravano la sua immagine. (I) Apocalisse 16:3 Poi, il secondo angelo versò la sua coppa nel mare; ed esso divenne sangue, come di corpo morto; ed ogni anima vivente morì nel mare. (I) Apocalisse 16:4 Poi, il terzo angelo versò la sua coppa ne’ fiumi, e nelle fonti dell’acque; e divennero sangue. (I) Apocalisse 16:5 Ed io udii l’angelo delle acque, che diceva: Tu sei giusto, o Signore, che sei, e che eri, che sei il Santo, d’aver fatti questi giudicii. (I) Apocalisse 16:6 Poichè essi hanno sparso il sangue de’ santi, e de’ profeti, tu hai loro altresì dato a bere del sangue; perciocchè ben ne son degni. (I) Apocalisse 16:7 Ed io ne udii un altro, dal lato dell’altare, che diceva: Sì certo, Signore Iddio onnipotente, i tuoi giudicii son veraci, e giusti. (I) Apocalisse 16:8 Poi, il quarto angelo versò la sua coppa sopra il sole; e gli fu dato d’ardere gli uomini con fuoco. (I) Apocalisse 16:9 E gli uomini furono arsi di grande arsura; e bestemmiarono il nome di Dio, che ha la podestà sopra queste piaghe; e non si ravvidero, per dargli gloria. (I) Apocalisse 16:10 Poi, il quinto angelo versò la sua coppa in sul trono della bestia; e il suo regno divenne tenebroso, e gli uomini si mordevano le lingue per l’affanno; (I) Apocalisse 16:11 e bestemmiarono l’Iddio del cielo, per i lor travagli, e per le loro ulcere; e non si ravvidero delle loro opere. (I) Apocalisse 16:12 Poi, il sesto angelo versò la sua coppa in sul gran fiume Eufrate, e l’acqua di esso fu asciutta; acciocchè fosse apparecchiata la via dei re, che vengono dal sol levante. (I) Apocalisse 16:13 Ed io vidi uscir della bocca del dragone, e della bocca della bestia, e della bocca del falso profeta, tre spiriti immondi, a guisa di rane; (I) Apocalisse 16:14 perciocchè sono spiriti di demoni, i quali fan segni, ed escon fuori ai re di tutto il mondo, per raunarli alla battaglia di quel gran giorno dell’Iddio onnipotente. (I) Apocalisse 16:15 Ecco, io vengo come un ladrone; beato chi veglia, e guarda i suoi vestimenti, acciocchè non cammini nudo, e non si veggano le sue vergogne. (I) Apocalisse 16:16 Ed essi li raunarono in un luogo, detto in Ebreo Armagheddon. (I) Apocalisse 16:17 Poi, il settimo angelo versò la sua coppa nell’aria; e una gran voce uscì dal tempio del cielo, dal trono, dicendo: È fatto. (I) Apocalisse 16:18 E si fecero folgori, e tuoni, e suoni, e gran tremoto; tale che non ne fu giammai un simile, nè un così grande, da che gli uomini sono stati sopra la terra. (I) Apocalisse 16:19 E la gran città fu divisa in tre parti, e le città delle genti caddero; Dio si ricordò della gran Babilonia, per darle il calice dell’indegnazione della sua ira. (I) Apocalisse 16:20 Ed ogni isola fuggì, e i monti non furon trovati. (I) Apocalisse 16:21 E cadde dal cielo, in su gli uomini, una gragnuola grossa come del peso d’un talento; e gli uomini bestemmiarono Iddio per la piaga della gragnuola; perciocchè la piaga d’essa era grandissima. (I) Apocalisse 17:1 ED uno de’ sette angeli, che aveano le sette coppe, venne, e parlò meco, dicendo: Vieni, io ti mostrerò la condannazione della gran meretrice, che siede sopra molte acque; (I) Apocalisse 17:2 con la quale hanno fornicato i re della terra; e del vino della cui fornicazione sono stati inebbriati gli abitanti della terra. (I) Apocalisse 17:3 Ed egli mi trasportò in ispirito in un deserto; ed io vidi una donna, che sedeva sopra una bestia di color di scarlatto, piena di nomi di bestemmia, ed avea sette teste, e dieci corna. (I) Apocalisse 17:4 E quella donna, ch’era vestita di porpora, e di scarlatto, adorna d’oro, e di pietre preziose, e di perle, avea una coppa d’oro in mano, piena d’abbominazioni, e delle immondizie della sua fornicazione. (I) Apocalisse 17:5 E in su la sua fronte era scritto un nome: Mistero, Babilonia la grande, la madre delle fornicazioni, e delle abbominazioni della terra. (I) Apocalisse 17:6 Ed io vidi quella donna ebbra del sangue dei santi, e del sangue de’ martiri di Gesù; ed avendola veduta, mi maravigliai di gran maraviglia. (I) Apocalisse 17:7 E l’angelo mi disse: Perchè ti maravigli? Io ti dirò il mistero della donna, e della bestia che la porta, la quale ha le sette teste, e le dieci corna. (I) Apocalisse 17:8 La bestia che tu hai veduta, era, e non è più; e salirà dell’abisso, e poi andrà in perdizione; e gli abitanti della terra, i cui nomi non sono scritti nel libro della vita, fin dalla fondazione del mondo, si maraviglieranno, veggendo la bestia che era, e non è, e pure è. (I) Apocalisse 17:9 Qui è la mente, che ha sapienza: le sette teste son sette monti, sopra i quali la donna siede. (I) Apocalisse 17:10 Sono ancora sette re; i cinque son caduti, l’uno è, e l’altro non è ancora venuto; e quando sarà venuto, ha da durar poco. (I) Apocalisse 17:11 E la bestia che era, e non è più, è anch’essa un ottavo re, ed è de’ sette, e se ne va in perdizione. (I) Apocalisse 17:12 E le dieci corna, che tu hai vedute, son dieci re, i quali non hanno ancora preso il regno; ma prenderanno podestà, come re, in uno stesso tempo con la bestia. (I) Apocalisse 17:13 Costoro hanno un medesimo consiglio: e daranno la lor potenza, e podestà alla bestia. (I) Apocalisse 17:14 Costoro guerreggeranno con l’Agnello, e l’Agnello li vincerà; perciocchè egli è il Signor de’ signori, e il Re dei re; e coloro che con lui son chiamati, ed eletti, e fedeli. (I) Apocalisse 17:15 Poi mi disse: Le acque che tu hai vedute, dove siede la meretrice, son popoli, e moltitudini, e nazioni, e lingue. (I) Apocalisse 17:16 E le dieci corna, che tu hai vedute nella bestia, son quelli che odieranno la meretrice, e la renderanno deserta, e nuda; e mangeranno le sue carni, e bruceranno lei col fuoco. (I) Apocalisse 17:17 Perciocchè Iddio ha messo nel cuor loro di eseguire la sua sentenza, e di prendere un medesimo consiglio, e di dare il lor regno alla bestia; finchè sieno adempiute le parole di Dio. (I) Apocalisse 17:18 E la donna, che tu hai veduta, è la gran città, che ha il regno sopra i re della terra. (I) Apocalisse 18:1 E DOPO queste cose, vidi un altro angelo, che scendeva dal cielo, il quale avea gran podestà; e la terra fu illuminata dalla gloria d’esso. (I) Apocalisse 18:2 Ed egli gridò di forza, con gran voce, dicendo: Caduta, caduta è Babilonia, la grande; ed è divenuta albergo di demoni, e prigione d’ogni spirito immondo, e prigione d’ogni uccello immondo ed abbominevole. (I) Apocalisse 18:3 Perciocchè tutte le nazioni hanno bevuto del vino dell’ira della sua fornicazione, e i re della terra hanno fornicato con lei, e i mercatanti della terra sono arricchiti della dovizia delle sue delizie. (I) Apocalisse 18:4 Poi udii un’altra voce dal cielo, che diceva: Uscite d’essa, o popol mio; acciocchè non siate partecipi de’ suoi peccati, e non riceviate delle sue piaghe. (I) Apocalisse 18:5 Perciocchè i suoi peccati son giunti l’un dietro all’altro infino al cielo, e Iddio si è ricordato delle sue iniquità. (I) Apocalisse 18:6 Rendetele il cambio, al pari di ciò che ella vi ha fatto; anzi rendetele secondo le sue opere al doppio; nella coppa, nella quale ella ha mesciuto a voi, mescetele il doppio. (I) Apocalisse 18:7 Quanto ella si è glorificata, ed ha lussuriato, tanto datele tormento e cordoglio; perciocchè ella dice nel cuor suo: Io seggo regina, e non son vedova, e non vedrò giammai duolo. (I) Apocalisse 18:8 Perciò, in uno stesso giorno verranno le sue piaghe: morte, e cordoglio, e fame; e sarà arsa col fuoco; perciocchè possente è il Signore Iddio, il quale la giudicherà. (I) Apocalisse 18:9 E i re della terra, i quali fornicavano, e lussuriavano con lei, la piangeranno, e faranno cordoglio di lei, quando vedranno il fumo del suo incendio; (I) Apocalisse 18:10 standosene da lungi, per tema del suo tormento, dicendo: Ahi! ahi! Babilonia la gran città, la possente città; la tua condannazione è pur venuta in un momento! (I) Apocalisse 18:11 I mercatanti della terra ancora piangeranno, e faranno cordoglio di lei; perciocchè niuno comprerà più delle lor merci; (I) Apocalisse 18:12 merci d’oro e d’argento, e di pietre preziose, e di perle, e di bisso, e di porpora, e di seta, e di scarlatto, e d’ogni sorte di cedro; e d’ogni sorte di vasellamenti d’avorio, e d’ogni sorte di vasellamenti di legno preziosissimo, e di rame, e di ferro, e di marmo; (I) Apocalisse 18:13 di cinnamomo, e di odori, e di olii odoriferi, e d’incenso, e di vino, e d’olio, e di fior di farina, e di frumento, e di giumenti, e di pecore, e di cavalli, e di carri, e di schiavi, e d’anime umane. (I) Apocalisse 18:14 E i frutti dell’appetito dell’anima tua si son partiti da te; e tutte le cose grasse e splendide ti sono perite, e tu non le troverai giammai più. (I) Apocalisse 18:15 I mercatanti di queste cose, i quali erano arricchiti di lei, se ne staranno da lungi, per tema del suo tormento, piangendo, e facendo cordoglio, e dicendo: (I) Apocalisse 18:16 Ahi! ahi! la gran città, ch’era vestita di bisso, e di porpora, e di scarlatto, e adorna d’oro, e di pietre preziose, e di perle; una cotanta ricchezza è stata pur distrutta in un momento! (I) Apocalisse 18:17 Ogni padrone di nave ancora, ed ogni ciurma di navi, e i marinai, e tutti coloro che fanno arte marinaresca, se ne staranno da lungi; (I) Apocalisse 18:18 e sclameranno, veggendo il fumo dell’incendio d’essa, dicendo: Qual città era simile a questa gran città? (I) Apocalisse 18:19 E si getteranno della polvere in su le teste, e grideranno, piangendo, e facendo cordoglio, e dicendo: Ahi! Ahi! la gran città, nella quale tutti coloro che aveano navi nel mare erano arricchiti della sua magnificenza; ella è pure stata deserta in un momento! (I) Apocalisse 18:20 Rallegrati d’essa, o cielo; e voi santi apostoli e profeti; poichè Iddio ha giudicata la causa vostra, facendo la vendetta sopra lei. (I) Apocalisse 18:21 Poi un possente angelo levò una pietra grande, come una macina; e la gettò nel mare, dicendo: Così sarà con impeto gettata Babilonia, la gran città, e non sarà più ritrovata. (I) Apocalisse 18:22 E suon di ceteratori, nè di musici, nè di sonatori di flauti, e di tromba, non sarà più udito in te: parimente non sarà più trovato in te artefice alcuno, e non si udirà più in te suono di macina. (I) Apocalisse 18:23 E non lucerà più in te lume di lampana; e non si udirà più in te voce di sposo, nè di sposa; perciocchè i tuoi mercatanti erano i principi della terra; perciocchè tutte le genti sono state sedotte per le tue malie. (I) Apocalisse 18:24 E in essa è stato trovato il sangue de’ profeti, e de’ santi, e di tutti coloro che sono stati uccisi sopra la terra. (I) Apocalisse 19:1 E DOPO queste cose, io udii nel cielo come una gran voce d’una grossa moltitudine, che diceva: Alleluia! la salute, e la potenza, e la gloria, e l’onore, appartengono al Signore Iddio nostro. (I) Apocalisse 19:2 Percioccchè veraci e giusti sono i suoi giudicii; poichè egli ha fatto giudicio della gran meretrice, che ha corrotta la terra con la sua fornicazione, ed ha vendicato il sangue de’ suoi servitori, ridomandandolo dalla mano di essa. (I) Apocalisse 19:3 E disse la seconda volta: Alleluia! e il fumo d’essa sale ne’ secoli de’ secoli. (I) Apocalisse 19:4 E i ventiquattro vecchi e i quattro animali, si gettarono giù, e adorarono Iddio, sedente in sul trono, dicendo: Amen, Alleluia! (I) Apocalisse 19:5 Ed una voce procedette dal trono, dicendo: Lodate l’Iddio nostro, voi tutti i suoi servitori, e voi che lo temete, piccoli e grandi. (I) Apocalisse 19:6 Poi io udii come la voce d’una gran moltitudine, e come il suono di molte acque, e come il romore di forti tuoni, che dicevano: Alleluia! perciocchè il Signore Iddio nostro, l’Onnipotente, ha preso a regnare. (I) Apocalisse 19:7 Rallegriamoci, e giubiliamo, e diamo a lui la gloria; perciocchè son giunte le nozze dell’Agnello, e la sua moglie s’è apparecchiata. (I) Apocalisse 19:8 E le è stato dato d’esser vestita di bisso risplendente e puro; perciocchè il bisso son le opere giuste de’ santi. (I) Apocalisse 19:9 E quella voce mi disse: Scrivi: Beati coloro che son chiamati alla cena delle nozze dell’Agnello. Mi disse ancora: Queste sono le veraci parole di Dio. (I) Apocalisse 19:10 Ed io mi gettai davanti a lui a’ suoi piedi, per adorarlo. Ma egli mi disse: Guardati che tu nol faccia; io son conservo tuo, e de’ tuoi fratelli, che hanno la testimonianza di Gesù; adora Iddio; perciocchè la testimonianza di Gesù è lo spirito della profezia. (I) Apocalisse 19:11 POI vidi il cielo aperto; ed ecco un caval bianco; e colui che lo cavalcava si chiama il Fedele, e il Verace; ed egli giudica, e guerreggia in giustizia. (I) Apocalisse 19:12 E i suoi occhi erano come fiamma di fuoco, e in su la sua testa v’eran molti diademi; ed egli avea un nome scritto, il qual niuno conosce, se non egli; (I) Apocalisse 19:13 ed era vestito d’una vesta tinta in sangue; e il suo nome si chiama: La Parola di Dio. (I) Apocalisse 19:14 E gli eserciti che son nel cielo lo seguitavano in su cavalli bianchi, vestiti di bisso bianco e puro. (I) Apocalisse 19:15 E dalla bocca d’esso usciva una spada a due tagli, acuta, da percuoter con essa le genti; ed egli le reggerà con una verga di ferro, ed egli stesso calcherà il tino del vino dell’indegnazione, e dell’ira dell’Iddio onnipotente. (I) Apocalisse 19:16 Ed egli avea in su la sua vesta, e sopra la coscia, questo nome scritto: IL RE DEI RE, E IL SIGNOR DE’ SIGNORI. (I) Apocalisse 19:17 Poi vidi un angelo in piè nel sole, il qual gridò con gran voce, dicendo a tutti gli uccelli che volano in mezzo del cielo: Venite, raunatevi al gran convito di Dio; (I) Apocalisse 19:18 per mangiar carni di re, e carni di capitani, e carni d’uomini prodi, e carni di cavalli, e di coloro che li cavalcano; e carni d’ogni sorte di genti, franchi e servi, piccoli e grandi. (I) Apocalisse 19:19 Ed io vidi la bestia, e i re della terra, e i loro eserciti, raunati per far guerra con colui che cavalcava quel cavallo, e col suo esercito. (I) Apocalisse 19:20 Ma la bestia fu presa, e con lei il falso profeta, che avea fatti i segni davanti ad essa, co’ quali egli avea sedotti quelli che aveano preso il marchio della bestia, e quelli che aveano adorata la sua immagine; questi due furon gettati vivi nello stagno del fuoco ardente di zolfo. (I) Apocalisse 19:21 E il rimanente fu ucciso con la spada di colui che cavalcava il cavallo, la quale usciva dalla sua bocca; e tutti gli uccelli furono satollati delle lor carni. (I) Apocalisse 20:1 POI vidi un angelo, che scendeva dal cielo, ed avea la chiave dell’abisso, ed una grande catena in mano. (I) Apocalisse 20:2 Ed egli prese il dragone, il serpente antico, che è il Diavolo e Satana, il qual seduce tutto il mondo, e lo legò per mille anni. (I) Apocalisse 20:3 E lo gettò nell’abisso, il quale egli serrò e suggellò sopra esso; acciocchè non seducesse più le genti, finchè fossero compiuti i mille anni; e poi appresso ha da essere sciolto per un poco di tempo. (I) Apocalisse 20:4 Poi vidi de’ troni, e sopra quelli si misero a sedere de’ personaggi, a’ quali fu dato il giudicio; vidi ancora le anime di coloro che erano stati decollati per la testimonianza di Gesù, e per la parola di Dio; e che non aveano adorata la bestia, nè la sua immagine; e non aveano preso il suo marchio in su le lor fronti, e in su la lor mano; e costoro tornarono in vita, e regnarono con Cristo que’ mille anni. (I) Apocalisse 20:5 E il rimanente dei morti non tornò in vita, finchè fossero compiuti i mille anni. Questa è la prima risurrezione. (I) Apocalisse 20:6 Beato e santo è colui che ha parte nella prima risurrezione; sopra costoro non ha podestà la morte seconda; ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo; e regneranno con lui mille anni. (I) Apocalisse 20:7 E QUANDO que’ mille anni saranno compiuti, Satana sarà sciolto dalla sua prigione, ed uscirà per sedurre le genti, che sono a’ quattro canti della terra, Gog e Magog, per radunarle in battaglia; il numero delle quali è come la rena del mare. (I) Apocalisse 20:8 E saliranno in su la distesa della terra, e intornieranno il campo de’ santi, e la diletta città. (I) Apocalisse 20:9 Ma dal cielo scenderà del fuoco, mandato da Dio, e le divorerà. (I) Apocalisse 20:10 E il Diavolo, che le ha sedotte, sarà gettato nello stagno del fuoco, e dello zolfo, dove è la bestia, e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, ne’ secoli de’ secoli. (I) Apocalisse 20:11 POI vidi un gran trono bianco, e quel che sedeva sopra esso, d’innanzi a cui fuggì il cielo e la terra; e non fu trovato luogo per loro. (I) Apocalisse 20:12 Ed io vidi i morti, grandi e piccoli, che stavano ritti davanti al trono; e i libri furono aperti; e un altro libro fu aperto, che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte ne’ libri, secondo le opere loro. (I) Apocalisse 20:13 E il mare rendè i morti che erano in esso; parimente la morte e l’inferno renderono i lor morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. (I) Apocalisse 20:14 E la morte e l’inferno furon gettati nello stagno del fuoco. Questa è la morte seconda. (I) Apocalisse 20:15 E se alcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno del fuoco. (I) Apocalisse 21:1 POI vidi nuovo cielo, e nuova terra; perciocchè il primo cielo, e la prima terra erano passati, e il mare non era più. (I) Apocalisse 21:2 Ed io Giovanni vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo, d’appresso a Dio, acconcia come una sposa, adorna per il suo sposo. (I) Apocalisse 21:3 Ed io udii una gran voce dal cielo, che diceva: Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini, ed egli abiterà con loro; ed essi saranno suo popolo, e Iddio stesso sarà con essi Iddio loro; (I) Apocalisse 21:4 ed asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro, e la morte non sarà più; parimente non vi sarà più cordoglio nè grido, nè travaglio; perciocchè le cose di prima sono passate. (I) Apocalisse 21:5 E colui che sedeva in sul trono disse: Ecco, io fo ogni cosa nuova. Poi mi disse: Scrivi; perciocchè queste parole son veraci e fedeli. (I) Apocalisse 21:6 Poi mi disse: È fatto. Io son l’Alfa e l’Omega; il principio e la fine; a chi ha sete io darò in dono della fonte dell’acqua della vita. (I) Apocalisse 21:7 Chi vince, erederà queste cose; ed io gli sarò Dio, ed egli mi sarà figliuolo. (I) Apocalisse 21:8 Ma, quant’è a’ codardi, ed agl’increduli, ed a’ peccatori, ed agli abbominevoli, ed a’ micidiali, ed a’ fornicatori, ed a’ maliosi, ed agli idolatri, ed a tutti i mendaci, la parte loro sarà nello stagno ardente di fuoco, e di zolfo, che è la morte seconda. (I) Apocalisse 21:9 ALLORA venne uno de’ sette angeli, che aveano le sette coppe piene delle sette ultime piaghe; e parlò meco, dicendo: Vieni, io ti mostrerò la sposa, la moglie dell’Agnello. (I) Apocalisse 21:10 Ed egli mi trasportò in ispirito sopra un grande ed alto monte; e mi mostrò la gran città, la santa Gerusalemme, che scendeva dal cielo, d’appresso a Dio; (I) Apocalisse 21:11 che avea la gloria di Dio; e il suo luminare era simile ad una pietra preziosissima, a guisa d’una pietra di diaspro trasparente come cristallo. (I) Apocalisse 21:12 Ed avea un grande ed alto muro; ed avea dodici porte, e in su le porte dodici angeli, e de’ nomi scritti di sopra, che sono i nomi delle dodici tribù dei figliuoli d’Israele. (I) Apocalisse 21:13 Dall’Oriente v’erano tre porte, dal Settentrione tre porte, dal Mezzodì tre porte, e dall’Occidente tre porte. (I) Apocalisse 21:14 E il muro della città avea dodici fondamenti, e sopra quelli erano i dodici nomi de’ dodici apostoli dell’Agnello. (I) Apocalisse 21:15 E colui che parlava meco avea una canna d’oro, da misurar la città, e le sue porte, e il suo muro. (I) Apocalisse 21:16 E la città era di figura quadrangolare, e la sua lunghezza era uguale alla larghezza; ed egli misurò la città con quella canna, ed era di dodicimila stadi; la lunghezza, la larghezza, e l’altezza sua erano uguali. (I) Apocalisse 21:17 Misurò ancora il muro d’essa; ed era di cenquarantaquattro cubiti, a misura di uomo, che era quella dell’angelo. (I) Apocalisse 21:18 E la fabbrica del suo muro era di diaspro; e la città era d’oro puro, simile a vetro puro. (I) Apocalisse 21:19 E i fondamenti del muro della città erano adorni d’ogni pietra preziosa; il primo fondamento era di diaspro, il secondo di zaffiro, il terzo di calcedonio, il quarto di smeraldo, (I) Apocalisse 21:20 il quinto di sardonico, il sesto di sardio, il settimo di grisolito, l’ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopraso, l’undecimo di giacinto, il duodecimo di ametisto. (I) Apocalisse 21:21 E le dodici porte erano di dodici perle; ciascuna delle porte era d’una perla; e la piazza della città era d’oro puro, a guisa di vetro trasparente. (I) Apocalisse 21:22 Ed io non vidi in essa alcun tempio; poichè il Signore Iddio onnipotente, e l’Agnello, è il tempio di essa. (I) Apocalisse 21:23 E la città non ha bisogno del sole, nè della luna, acciocchè risplendano in lei; perciocchè la gloria di Dio l’illumina e l’Agnello è il suo luminare. (I) Apocalisse 21:24 E le genti cammineranno al lume di essa; e i re della terra porteranno la gloria, e l’onor loro in lei. (I) Apocalisse 21:25 E le porte d’essa non saranno giammai serrate di giorno, perciocchè ivi non sarà notte alcuna. (I) Apocalisse 21:26 E in lei si porterà la gloria, e l’onor delle genti. (I) Apocalisse 21:27 E niente d’immondo, o che commetta abbominazione, o falsità, entrerà in lei; ma sol quelli che sono scritti nel libro della vita dell’Agnello. (I) Apocalisse 22:1 Poi egli mi mostrò un fiume puro d’acqua di vita, chiaro come cristallo, il qual procedeva dal trono di Dio, e dell’Agnello. (I) Apocalisse 22:2 In mezzo della piazza della città, e del fiume, corrente di qua e di là, v’era l’albero della vita, che fa dodici frutti, rendendo il suo frutto per ciascun mese; e le frondi dell’albero sono per la guarigione delle genti. (I) Apocalisse 22:3 E quivi non sarà alcuna esecrazione; e in essa sarà il trono di Dio e dell’Agnello; (I) Apocalisse 22:4 e i suoi servitori gli serviranno; e vedranno la sua faccia, e il suo nome sarà sopra le lor fronti. (I) Apocalisse 22:5 E quivi non sarà notte alcuna; e non avranno bisogno di lampana, nè di luce di sole; perciocchè il Signore Iddio li illuminerà, ed essi regneranno ne’ secoli de’ secoli. (I) Apocalisse 22:6 POI mi disse: Queste parole son fedeli e veraci; e il Signore Iddio degli spiriti de’ profeti ha mandato il suo angelo, per mostrare a’ suoi servitori le cose che hanno da avvenire in breve. (I) Apocalisse 22:7 Ecco, io vengo tosto; beato chi serba le parole della profezia di questo libro. (I) Apocalisse 22:8 Ed io Giovanni son quel che ho udite, e vedute queste cose. E quando le ebbi udite, e vedute, io mi gettai giù, per adorar davanti a’ piedi dell’angelo che mi avea mostrate queste cose. (I) Apocalisse 22:9 Ed egli mi disse: Guardati che tu nol faccia: io son conservo tuo, e de’ tuoi fratelli profeti, e di coloro che serbano le parole di questo libro; adora Iddio. (I) Apocalisse 22:10 Poi mi disse: Non suggellar le parole della profezia di questo libro; perciocchè il tempo è vicino. (I) Apocalisse 22:11 Chi è ingiusto sialo ancora vie più; e chi è contaminato si contamini vie più; e chi è giusto operi la giustizia ancora vie più; e chi è santo sia santificato vie più. (I) Apocalisse 22:12 Ecco, io vengo tosto, e il mio premio è meco, per rendere a ciascuno secondo che sarà l’opera sua. (I) Apocalisse 22:13 Io son l’Alfa e l’Omega; il principio e la fine; il primo e l’ultimo. (I) Apocalisse 22:14 Beati coloro che mettono in opera i comandamenti d’esso, acciocchè abbiano diritto all’albero della vita, ed entrino per le porte nella città. (I) Apocalisse 22:15 Fuori i cani, e i maliosi, e i fornicatori, e i micidiali, e gl’idolatri, e chiunque ama, e commette falsità. (I) Apocalisse 22:16 Io Gesù ho mandato il mio angelo, per testimoniarvi queste cose nelle chiese. Io son la radice e la progenie di Davide; la stella lucente e mattutina (I) Apocalisse 22:17 E lo Spirito, e la sposa dicono: Vieni. Chi ode dica parimente: Vieni. E chi ha sete, venga; e chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita. (I) Apocalisse 22:18 Io protesto ad ognuno che ode le parole della profezia di questo libro, che, se alcuno aggiunge a queste cose, Iddio manderà sopra lui le piaghe scritte in questo libro. (I) Apocalisse 22:19 E se alcuno toglie delle parole del libro di questa profezia, Iddio gli torrà la sua parte dell’albero della vita, e della santa città, e delle cose scritte in questo libro. (I) Apocalisse 22:20 Colui che testimonia queste cose, dice: Certo, io vengo tosto. Amen. Sì, vieni, Signor Gesù. (I) Apocalisse 22:21 La grazia del Signor Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen. (I)